Alla luce del Sistema Preventivo noi crediamo che “la prevenzione è un metodo educativo che
si propone di risanare il disagio prevenendone gli effetti negativi; è anche un’azione
sistematica sociale che non si riduce all’assistenza momentanea, ma rimedia
all’emarginazione nelle sue cause.” Per questo ci impegniamo ad “una azione non solo
educativa diretta alle persone, bensì anche di maturazione di una nuova mentalità sociale a
livello culturale e a livello politico, per il bene comune e i diritti umani.” (Pastorale Giovanile
Salesiana. Quadro di Riferimento, p.241).
Lavoriamo in rete assicurando la partecipazione dei giovani, famiglie, educatori e altre entità
per la generazione di una sempre più chiara sensibilità sociale e politica che vada contro le
dinamiche della cultura dello scarto. Lavorare in rete è una condizione essenziale per la
promozione di una cultura che riconosce i diritti dei ragazzi e dei giovani.
Per questo obiettivo, l’opzione per ragazzi e giovani bisognosi e emarginati, e per i più poveri
tra loro, dovrebbe essere rafforzata e sostenuta da una maggiore ed efficace rete di contatti.
È urgente favorire una più ampia collaborazione con la società civile per fare pressione sui
governi e istituzioni affinché promuovano e sostengano politiche che testimoniano l’opzione
preferenziale per i poveri. In sinergia con altre organizzazioni ci impegniamo ad affrontare le
cause strutturali di povertà, ingiustizia ed emarginazione.
Come Salesiani di Don Bosco ci lasciamo guidare dalla dottrina e dall’insegnamento sociale
della Chiesa come orientamento per la nostra azione sociale. Ci guida anche l’articolo 26 della
nostre Costituzioni: “Con Don Bosco confermiamo la nostra preferenza per la gioventù
povera, abbandonata ed in pericolo; quella che ha più bisogno di essere amata ed
evangelizzata, e lavoriamo, soprattutto, nei luoghi più poveri.” (Cost. 26).
In linea con questa azione, suggeriamo che si istituisca un servizio a livello mondiale, ad
esempio un Segretariato, che offra supporto alle esigenze della mobilità giovanile (rifugiati e
migranti), tramite la riflessione e il coordinamento con competenza tecnica e identità
carismatica. Contemporaneamente, tale Segretariato abbia l’opportunità di rappresentanza
presso gli organismi civili ed ecclesiastici internazionali.
Incoraggiamo che si faccia questa advocacy esplorando nuovi sistemi e metodi, rafforzando
le strutture e le esperienze già esistenti a livello locale, nazionale e internazionale. Il
rafforzamento del lavoro in rete (networking) dell’advocacy si sostiene con l’aiuto della
tecnologia e dei social media. Questi strumenti dovrebbero essere usati abbondantemente
per realizzare e accompagnare questo processo.
In questo campo evidenziamo l’importanza della connessione tra i vari livelli di advocacy, a
livello internazionale e nazionale, regionale e continentale, per assicurare la ricaduta. In
questo campo notiamo con soddisfazione lo sforzo positivo del lavoro di advocacy che Don
Bosco International (DBI) e la Salesian Presence in United Nations (DBUN) stanno compiendo
con grande opportunità di sviluppo.
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