ACG 430 (2020) Protezione_dei_minori_it.docx


2. ORIENTAMENTI E DIRETTIVE



2.1. Linee guida ispettoriali per la protezione dei minori (CG27 73.4)


Don Francesco CEREDA

Vicario del Rettor Maggiore



Tra i compiti del servizio ai giovani, il CG27 ci indica la protezione dei minori. In particolare ci domanda di “favorire nei nostri ambienti un clima di rispetto della dignità dei minori impegnandoci a creare le condizioni che prevengano ogni forma di abuso e di violenza, seguendo da parte di ogni ispettoria gli orientamenti e le direttive del Rettor Maggiore e del Consiglio generale” (CG27 73.4).

Per concretizzare tale impegno il Progetto del Rettor Maggiore e del Consiglio generale per il sessennio chiede al Vicario del Rettor Maggiore di “aiutare le Ispettorie a formulare linee guida per la salvaguardia e la protezione dei minori e per la prevenzione dei casi di abuso”. Scopo del presente orientamento è di sensibilizzare e sollecitare le ispettorie a elaborare queste linee guida.

Per il vero ci sono ispettorie che hanno già realizzato o stanno concretizzando questo lavoro, ma il recente incontro riguardante la “Protezione dei minori nella Chiesa”, svoltosi in Vaticano nei giorni 21-24 febbraio 2019 con i Presidenti della Conferenze episcopali di tutto il mondo e con i rappresentati dei Superiori e della Superiore generali degli Istituti religiosi, ci impegna a rivedere, approfondire o iniziare il processo di elaborazione delle linee guida.



1. Suggerimenti per i passi da compiere


La protezione dei minori non si riduce all’affrontare ogni notitia criminis riguardante i casi di violazione del sesto precetto del Decalogo cum minore. La nostra Congregazione fin dal 2002 ha approntato degli orientamenti che si riferiscono all’ascolto e all’aiuto delle vittime, al sostegno delle loro famiglie, all’indagine preliminare. Le ispettorie hanno appreso progressivamente a trattare questi casi, che richiedono impegno per superare la cultura del silenzio, rendere più rapida l’indagine canonica, curare il rapporto con la comunicazione, collaborare con la giustizia. Queste azioni sono una condizione importante per la credibilità di quanti, come, noi affermano di voler garantire “ambienti educativi sicuri”, ma occorrono altri interventi.


Suggerisco, pertanto, i seguenti passi.

Il primo riguarda la lettura delle relazioni dell’incontro vaticano sulla “Protezione dei minori nella Chiesa” del febbraio scorso e del discorso conclusivo tenuto da Papa Francesco in quella occasione, come pure dei primi atti dello stesso Sommo Pontefice dopo questo incontro che portano la data del 26 marzo 2019: il “Motu proprio sulla protezione dei minori e della persone vulnerabili”, la “Legge dello Stato N. CCXCVII” sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili” della Città dello Stato del Vaticano, le “Linee guida per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili” per il Vicariato della Città del Vaticano. Come pure è necessario conoscere i lavori della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori, creata dal Papa Francesco nel marzo 2014.

C’è da aggiungere pure la necessità di prendere in considerazione il “Motu proprio” del Papa, pubblicato il 7 maggio 2019 e intitolato “Vos estis lux mundi”, su come procedere nei casi di “notitia criminis” in riferimento ai delitti contro il sesto comandamento del Decalogo. Per le ispettorie ha particolare interesse tutto ciò che viene esplicitato nel Titolo I sulle “Disposizioni” generali” riguardante l’istituzione di un luogo accessibile al pubblico per presentare le segnalazioni, l’obbligo di denuncia da parte di un chierico e di un membro di Istituto di Vita consacrata, la tutela di chi presenta la segnalazione, l’accoglienza e l’ascolto di coloro che dichiarano di essere stati offesi insieme alle loro famiglie. Il “Motu proprio” equipara al minore la “persona vulnerabile”, di cui dà una chiara definizione all’art. 1 §2 lett. b. Nel Titolo II sulle “Disposizioni concernenti i Vescovi ed equiparati” per le ispettorie ha interesse ciò che si dice a riguardo dell’osservanza delle leggi statali (articolo19). Per ciò che riguarda la violazione del sesto precetto del Decalogo con minori, “Vos estis lux mundi” non modifica la fattispecie delittuosa di cui al can. 1395 §2 CIC ed all’art. 6 §1, n. 1 del Motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela”. E’ confermato inoltre che il giudizio per i delitti di questo genere, se compiuti da un chierico, è di competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il secondo passo è avere come punto di riferimento le “Linee guida” della propria Conferenza episcopale, che sono normative per ogni ispettoria, in quanto affrontano situazioni legate al proprio contesto culturale, adottano soluzioni comuni, soprattutto tengono presente la legislazione civile e penale del Paese. Tali “Linee guida” sono in processo di revisione da parte di ogni Conferenza episcopale e saranno approvate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il terzo passo consiste nell’individuare lo schema di tali “Linee guida”, confrontandosi all’interno delle Regioni o delle Conferenze ispettoriali sotto la guida del Consigliere regionale o chiedendo esempi a quelle ispettorie che hanno già svolto tale lavoro. Per esempio le “Linee guida per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili” per il Vicariato della Città del Vaticano, pubblicate da Papa Francesco, riguardano i seguenti argomenti: l’ambito di applicazione, il referente per la tutela dei minori, gli operatori pastorali, le attività pastorali, il consenso informato dei genitori o tutori, il trattamento delle segnalazioni dei presunti casi di sfruttamento, abuso sessuale e maltrattamento.

Un quarto passo riguarda il coinvolgimento delle comunità educative pastorali nelle loro varie componenti. Poiché si tratta di assicurare la costituzione di ambienti educativi pastorali sicuri, la comunità educativa pastorale deve essere coinvolta fin dagli inizi del processo e non solo nella sua applicazione. Per tale ragione, si ritiene che non sia efficace inviare alle ispettorie un modello unico da copiare e applicare. Le “Linee guida ispettoriali” non sono un “adempimento burocratico”: prima che un documento, esse sono un “processo” che coinvolge nella riflessioni i confratelli, i laici che sono a contatto con i minori, i rappresentanti dei genitori. E’ questo “processo”, fatto di riflessione, confronto, adattamento alle singole situazioni e culture, che fa crescere in una ispettoria la sensibilità e la cultura della prevenzione.

L’ultimo passo consiste nell’approvazione di tali “Linee guida ispettoriali” da parte dell’Ispettore e del Consiglio ispettoriale e la loro pubblicazione. Il rendere pubblico tale lavoro è anche un contributo per far crescere sempre più nella Chiesa e nella società una maggior sensibilità per la protezione dei minori.

La protezione dei minori, come non si riduce all’affrontare ogni notitia criminis riguardante i casi di abuso di minori, così non può ridursi a prevenire i casi di abuso. A questo riguardo il CG27 offre un orientamento quando chiede alle ispettorie di “promuovere e difendere i diritti umani e dei minori attraverso l’approccio innovativo del Sistema preventivo, prestando particolare attenzione al lavoro minorile e al commercio sessuale, alla dipendenza da droghe e a tutte le forme di sfruttamento, alla disoccupazione e migrazione giovanile e al traffico di persone” (CG27 73.3).



2. Indicazioni operative


Il soggetto giuridico che conduce il processo e che approva le “Linee guida ispettoriali per la protezione dei minori” è l’ispettoria; non è costituito quindi né dalle comunità educative pastorali né dalle Conferenze ispettoriali né dalle Regioni.

Sembra opportuno che l’ispettoria costituisca una commissione che studi e conduca il processo di coinvolgimento delle comunità educative pastorali nel riflettere e dare il loro contributo alle “Linee guida” ispettoriali. Sarà importante che iniziando questo processo l’ispettoria offra motivazioni ai confratelli e alle comunità educative pastorali e illustri loro quali saranno le fasi della sua realizzazione; occorrono cioè momenti di formazione.

Poiché la responsabilità spetta a ciascuna ispettoria, il Rettor Maggiore e il Consiglio generale non daranno approvazione alle “Linee guida ispettoriali”. Il Vicario del Rettor Maggiore e l’Ufficio giuridico potranno offrire suggerimenti o consulenze, ma ogni ispettoria dovrà decidere le modalità di realizzazione del processo e del coinvolgimento. I Consiglieri regionali favoriranno all’interno delle Regioni e specialmente nell’incontro degli Ispettori momenti di studio e di confronto.

In particolare il Vicario del Rettor Maggiore farà in modo che le ispettorie possano consegnare questo lavoro prima del prossimo Capitolo generale o diano informazioni sulla stato del processo in corso, sui passi svolti e su quelli da compiere.

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