studiare e di lavorare, di costruire un futuro ricco di umanità e di
speranza.
I giovani con i quali condividiamo la nostra vita, quelli che sono presenti
nelle case salesiane, nelle case di tutta la Famiglia Salesiana, i giovani
che hanno sogni (alcuni dei quali condivisi con noi)6, sono gli artigiani
del domani, coloro che plasmeranno il mondo con le loro giovani mani.
Sono il volto di un’umanità che progredisce e desidera migliorare.
Un’umanità ferita dalla guerra, dalla povertà, dal dolore, ma
un’umanità che ha il volto della carità e dell’amore. Un’umanità capace
di rialzarsi e di sperare, di rialzarsi da terra e di riprendere a
camminare. Un’umanità capace di accogliere e donare, senza mai
smettere di sorridere e di amare.
Attraverso queste storie e questi desideri nascosti che ognuno porta
dentro di sé, tutti noi possiamo scoprire come si possono superare i
limiti, affrontare i problemi più grandi e come, anche nei momenti più
difficili, non bisogna lasciarsi vincere, ma trovare quelle risorse
personali e quelle dei diversi contesti sociali per affrontare qualsiasi
sfida. Non tutti i sogni sono uguali, ma una cosa è certa: tutti abbiamo
dei sogni!
Tra le centinaia di sogni dei giovani, a titolo di esempio, ne presentiamo
alcuni. Come loro, giorno dopo giorno, dobbiamo continuare il nostro
pellegrinaggio quotidiano, percorrendo un cammino che porti i giovani
a vivere nella speranza, perché i giovani sanno che è possibile sognare,
convinti che, quando i sogni sono garantiti dal Signore che li sostiene,
essi diventeranno realtà.
Il sogno di Ámar Gazel Hernández, 18 anni, di San José, in Costa Rica,
potrebbe avere come titolo: Stelle perse.
Ámar ci racconta: «Se mi aveste chiesto sei anni fa qual era il sogno
della mia vita, probabilmente vi avrei risposto che sognavo di essere
una ballerina, di indossare le scarpette a punta e di danzare sul
palcoscenico. Tuttavia, con il passare del tempo e con il mutare delle
circostanze della vita, quel sogno passò in secondo piano. Oggi, a
diciassette anni, mi sono resa conto che il mio sogno è ancora lì, ma
l’attenzione che gli do è diversa; la realtà è che al giorno d’oggi la società
ci chiede troppo e in molte occasioni questi sogni finiscono per
diventare frustrazioni, perché ci troviamo di fronte a grandi aspettative,
alti livelli di stress e requisiti che finiscono per essere irrazionali. Per
me sognare è trovare la felicità nelle piccole cose, nel raggiungere degli
obiettivi, per quanto piccoli possano essere, nell’andare contro le
6 Cf. PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, Diamanti nascosti, Roma 2024, 225.
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