2. Ogni scelta fatta da Don Bosco faceva parte di un progetto più grande: il progetto di
Dio su di lui. Pertanto, nessuna scelta è stata superficiale o banale per Don Bosco. Il suo sogno
non era un aneddoto della sua vita, o un semplice evento, ma una risposta vocazionale, una
scelta, un percorso, un programma di vita che prendeva forma man mano che veniva vissuto.
Sogno, quindi, che ogni salesiano, ogni membro della Famiglia di Don Bosco, senta, per
vocazione e scelta, di essere a disagio e di sperimentare sulla propria pelle il dolore, la
stanchezza e la fatica di tante famiglie e di tanti giovani che lottano ogni giorno per
sopravvivere, o per vivere con un po’ più di dignità. E che nessuno di noi si riduca ad essere
spettatore passivo o indifferente di fronte al dolore e all’angoscia di tanti giovani.
3. «Il sogno primordiale, il sogno creatore di Dio nostro Padre, precede e accompagna
la vita di tutti i suoi figli»38. Il nostro Dio ha un sogno per ciascuno di noi, per ciascuno dei
nostri giovani, un progetto pensato, “disegnato” per noi da Dio stesso. Il segreto della tanto
desiderata felicità di ciascuno sarà proprio quello di scoprire la corrispondenza e l’incontro tra
questi due sogni: il nostro e quello di Dio. E allora capire qual è il sogno di Dio per ciascuno di
noi significa, innanzitutto, rendersi conto che il Signore ci ha dato la vita perché ci ama, al di là
di quello che siamo, compresi i nostri limiti. Dobbiamo credere, allora, che il nostro Dio vuole
fare grandi cose in ciascuno di noi! Siamo tutti preziosi, abbiamo un grande valore, perché,
senza ognuno di noi, mancherà qualcosa al mondo e alla Chiesa. Infatti, ci saranno persone che
solo io potrò amare, parole che solo io potrò dire, momenti che solo io potrò condividere.
4. E senza sogni non c’è vita. Per gli esseri umani, per tutti noi, sognare significa
proiettarsi, avere un ideale, un senso nella vita. La peggiore povertà dei giovani è impedire loro
di sognare, privarli dei propri sogni o imporre loro sogni inventati. Ognuno di noi è un sogno di
Dio. È importante scoprire qual è il mio, quale sogno Dio ha per me. E dobbiamo cercare di
svilupparlo, di realizzarlo, perché ne va della nostra felicità e di quella dei nostri fratelli e
sorelle.
Ricordiamo come Don Bosco pianse di commozione e di gioia quando, quel 16 maggio
1887, “vide realizzato” il sogno che definiva la sua vita, la sua vocazione, la sua missione.
5. Dio fa grandi cose con “strumenti semplici” e ci parla in molti modi, anche nel
profondo del cuore, attraverso i sentimenti che si muovono dentro di noi, attraverso la Parola di
Dio accolta con fede, approfondita con pazienza, interiorizzata con amore, seguita con fiducia.
Aiutiamo noi stessi e i nostri ragazzi, le ragazze e giovani ad ascoltare il proprio cuore, a
decifrare i movimenti interiori, a dare voce a ciò che si agita dentro di loro e in noi, a
riconoscere quali segni o “sogni” rivelano la voce di Dio e quali, invece, sono l’esito di scelte
sbagliate.
6. «Le fatiche e fragilità dei giovani ci aiutano a essere migliori, le loro domande ci
sfidano, i loro dubbi ci interpellano sulla qualità della nostra fede. Anche le loro critiche ci sono
necessarie, perché non di rado attraverso di esse ascoltiamo la voce del Signore che ci chiede
conversione del cuore e rinnovamento delle strutture»39. Un autentico educatore sa scoprire con
intelligenza e pazienza ciò che ogni giovane porta dentro di sé, e come tale agirà con
comprensione e affetto, cercando di farsi amare40. Sogno e desidero incontrare ogni giorno, in
ogni casa salesiana del mondo salesiani e laici che credono nel miracolo che l’educazione e
l’evangelizzazione salesiana hanno il potere di realizzare.
38 FRANCESCO, Christus vivit. Esortazione apostolica Postsinodale ai giovani e a tutto il Popolo di Dio, LEV, Città del
Vaticano 2019, nº194.
39 SINODO DEI VESCOVI, I giovani…. o.c., nº116.
40 Cfr. XXIII Capitolo Generale Salesiano, Educare ai giovani nella fede, CCS, Madrid, 1990, nº 99.
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