IT_Documento Comunicazione Sociale_ 31 gennaio 2025


IT_Documento Comunicazione Sociale_ 31 gennaio 2025

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COMUNICARE
AMICHEVOLMENTE
CON I GIOVANI OGGI
LA COMUNICAZIONE SOCIALE
A SERVIZIO DELLA
MISSIONE SALESIANA NELLA CHIESA

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LINEE GUIDA
PER APPROFONDIMENTI
E AZIONI

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Settore per la Comunicazione Sociale, Roma 2025
Proprietà riservata: Direzione Generale Opere Don Bosco
Edizione extra commerciale
Hanno collaborato
Traduzioni
Francese: Don Rigobert Fumtchum, Don Placide Carava
Inglese: Aus-Pacific Province
Portoghese: S.E. Mons. Hilario Moser, Don Antenor Velho
Spagnolo: Don José Antonio Hernández García, Don Fabio Díaz Vergara
Coordinamento traduzioni: Luca Caruso
Copertina: Fabrizio Emigli
Grafica, impaginazione e stampa: Graphic Art 6 srl - Roma
Finito di stampare nel Febbraio 2025
Direzione Generale Opere Don Bosco
Sede Centrale Salesiana
Via Marsala 42 - 00185 Roma

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PRESENTAZIONE
Il testo che avete in mano è frutto del lavoro del Settore per la Comunica-
zione Sociale della Congregazione Salesiana. Esso intende offrire le più at-
tuali linee guida per approfondire il tema della comunicazione sociale al
servizio della missione salesiana nella Chiesa.
Questo manuale viene pubblicato 14 anni dopo il testo intitolato Sistema
Salesiano di Comunicazione Sociale, ed è frutto della collaborazione dei De-
legati di Comunicazione, di esperti in comunicazione e consulenti. Sarà cer-
tamente arricchito dalla vostra conoscenza ed esperienza.
La Congregazione Salesiana, nelle sue diverse aree di intervento, si pone
l’obiettivo di rimanere sempre al passo con i tempi. Un atteggiamento che
negli anni ci ha portato alla continua ricerca di un dialogo tra fede e scienza,
tra Vangelo e cultura giovanile, tra Sistema Preventivo e mondo digitale.
Come educatori dei giovani, stiamo rispondendo alle sfide e alle opportunità
della cultura digitale attraverso una profonda riflessione sulla comunicazione
e l’impiego delle svariate tecnologie dell’informazione, di Internet, delle reti
sociali e da ultimo dell’attualissima Intelligenza artificiale.
Partendo dai valori del Vangelo e del Sistema Preventivo, insieme ai laici e
agli educatori, vogliamo parlare di questa realtà ascoltando le nuove gene-
razioni, accompagnando gli adolescenti e i giovani nei loro mondi social, alla
ricerca di nuovi linguaggi e di nuove vie per educarli all’amore, al senso della
vita e della responsabilità, alla costruzione del loro progetto personale.
La Chiesa, dopo il Sinodo sui Giovani, ci ha chiesto di approfondire la cono-
scenza delle dinamiche del digitale: «L’ambiente digitale rappresenta per la
Chiesa una sfida su molteplici livelli; è imprescindibile quindi approfondire
la conoscenza delle sue dinamiche e la sua portata dal punto di vista antro-
pologico ed etico. Esso richiede non solo di abitarlo e di promuovere le sue
potenzialità comunicative in vista dell’annuncio cristiano, ma anche di impre-
gnare di Vangelo le sue culture e le sue dinamiche. Alcune esperienze in
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questo senso sono già in corso e vanno incoraggiate, approfondite, condi-
vise»1.
Recentemente il Dicastero per la Comunicazione del Vaticano ha pubblicato
un testo sulla tematica del digitale, affermando che viviamo oggi un gigan-
tesco cambiamento, ma dobbiamo ancora affrontare il modo in cui noi, come
individui e come comunità ecclesiale, possiamo accostare il mondo digitale
come “prossimo amorevole”, autenticamente presenti e attenti l’uno all’altro
nel nostro comune viaggio lungo le “strade digitali”2.
La Congregazione Salesiana, in linea con la Chiesa, ha compiuto un grande
sforzo per aggiornare la riflessione sul carisma salesiano, sull’identità sale-
siana dei consacrati e degli educatori laici, sull’approfondimento e sull’ag-
giornamento del Sistema Preventivo di fronte al cambiamento dei tempi in
cui vivono i nostri giovani. Attraverso studi, convegni, incontri e riunioni a
ogni livello all’interno della Congregazione, è emerso un tema fondamentale:
la comunicazione sociale come aspetto del mondo giovanile, soprattutto in
rapporto con la cultura digitale3.
Il Settore Comunicazione, attraverso le sue varie iniziative, ha studiato, ap-
profondito e risposto in modo salesiano all’importante dialogo tra la comu-
nicazione, l’evangelizzazione e l’educazione salesiana.
La comunicazione fa parte del grande patrimonio carismatico salesiano, una
delle priorità del nostro fondatore Don Bosco, ed è espressione della nostra
identità e della nostra missione di educatori.
La Congregazione Salesiana anima e gestisce la comunicazione sotto la re-
sponsabilità del Settore per la Comunicazione Sociale. Per realizzare questo
compito, elabora un testo di orientamento e guida per la comunicazione in
tutta la Congregazione.
1 Sinodo dei Vescovi, XV Assemblea Generale, Documento finale “I giovani, la fede e il di-
scernimento vocazionale”, Città del Vaticano, 2018, n. 145.
2 Dicastero per la Comunicazione, “Verso una piena presenza – Riflessione pastorale sul coin-
volgimento con i social media”, Città del Vaticano, 2023.
3 Settore per la Comunicazione Sociale, Lettera “Camminare con i giovani nella cultura digi-
tale”, n. 10, ACG 440, Valdocco, 2023.
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Il testo intitolato Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale – pubblicato
per la prima volta nel 2008 e aggiornato nel 2010 – è stato un punto di rife-
rimento importante. Siamo giunti tuttavia a un momento storico in cui è ne-
cessario un cambiamento epocale, sia nella sua struttura organizzativa che
negli orientamenti pratici.
Perché rinnovare il Documento del Sistema Salesiano di Comunicazione
Sociale
Se consideriamo la rivoluzione della comunicazione in questi ultimi quindici anni,
attraverso lo sviluppo del digitale, delle reti sociali e dei cambiamenti socio-cul-
turali nell’universo giovanile, un’evoluzione del Documento è doverosa.
Grazie al Magistero di Papa Benedetto e di Papa Francesco, la Chiesa ha
ampliato la sua visione della comunicazione, soprattutto partendo dai Mes-
saggi annuali per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e dai do-
cumenti del Sinodo dei Vescovi sui Giovani, ma anche seguendo le direttive
dei documenti Etica in Internet, Laudato Si’, Fratelli Tutti, Patto Educativo
Globale, Dignitas Infinita.
Un’evoluzione del Documento deve essere messa in atto anche conside-
rando la richiesta del CG27 e del CG28, alla luce della Proposta Program-
matica del Rettor Maggiore per il sessennio (Proposta numero 3): “Vivere
il sacramento salesiano della presenza” e del nuovo documento vaticano
Antiqua et nova sull’Intelligenza artificiale.
È inoltre opportuno ampliare la visione della comunicazione iniziando dalla
sua dimensione carismatica, educativo-pastorale ed ecclesiale, in accordo
con il Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile Salesiana.
A partire dalla richiesta del Rettor Maggiore rivolta nel 2020 al Settore della
Comunicazione, è stata ad esso affidata la stesura di questo Documento per
approfondire uno studio sull’habitat digitale: «Il Settore della Comunicazione
Sociale, ai suoi vari livelli, si impegna a offrire strumenti e proposte per un
processo permanente di verifica, di aggiornamento, di inculturazione della
missione salesiana nell’habitat digitale, dove vivono i giovani, coinvolgendo
le nostre Università, in rete con altri centri ed enti che seguono più da vicino
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e studiano le trasformazioni che il mondo digitale sta portando avanti tra le
nuove generazioni» (ACG, 433).
Il lavoro su questo Documento è stato svolto con la partecipazione di un
grande numero di Delegati della Comunicazione, dei responsabili del Bol-
lettino Salesiano, delle Case Editrici, delle radio e dei social media. Come
risultato, abbiamo elaborato un instrumentum laboris della comunicazione,
integrando tutte le proposte di tematiche presentate da questi gruppi.
Partendo dal principio fondamentale che è possibile rinnovarsi, nel pieno ri-
spetto degli orientamenti del Magistero della Chiesa e della Congregazione
Salesiana, il nuovo testo di comunicazione si mantiene fedele alla nostra tra-
dizione e al nostro patrimonio identitario.
L’obiettivo di questo nuovo Documento è di essere una guida e uno stru-
mento di formazione, in linea con quanto affermato nella precedente edi-
zione, cercando allo stesso tempo di rispondere con lo stile salesiano ai
cambiamenti socio-culturali delle nuove generazioni e del mondo digitale.
Attraverso le nuove esigenze educativo-pastorali e le sfide culturali del cam-
mino ecclesiale, è necessario avvicinare la comunicazione alla proposta evan-
gelizzatrice ed educatrice della pastorale giovanile salesiana.
Questo Documento è uno strumento offerto dal Settore per la Comunica-
zione Sociale per illuminare, aggiornare e guidare la riflessione, la pratica e
la condivisione del lavoro di comunicazione in ogni Comunità Educativa
Pastorale. Tutto ciò può essere realizzato attraverso i vari Delegati della
Comunicazione e le loro équipe. In ultimo, il Documento ha come scopo
quello di contribuire alla formazione di salesiani e laici che lavorano in modo
collaborativo per la realizzazione della missione salesiana nel mondo di oggi.
Roma, 31 gennaio 2025
Don GILDÁSIO MENDES DOS SANTOS
Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale
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PREMESSA AL NUOVO DOCUMENTO
Partendo da varie prospettive, la struttura e i contenuti fondamentali di
questo Documento sono stati raccolti e approfonditi, in primo luogo,
con un approccio biblico e teologico; successivamente, con uno
sguardo antropologico, etico, educativo e pastorale salesiano, per giungere
infine alle indicazioni organizzative e operative.
Il I capitolo ha inizio col sogno dei nove anni, che ha fornito a Don Bosco un’ot-
tica particolare riguardo a tutte le sue attività e realizzazioni. Sull’esempio del
Buon Pastore e del suo cuore di educatore, viene messa in luce la genesi del
suo modo di pensare e di realizzare la metodologia della comunicazione.
Nel II capitolo la comunicazione viene definita come un complesso fenomeno
umano e culturale e viene analizzato il nuovo approccio comunicativo che le
persone, e in particolare i giovani, hanno di fronte all’universo e alla cultura
digitali, con le varie implicazioni psicologiche, sociologiche e relazionali.
Il III capitolo offre una nuova visione sull’importanza della sinodalità e del di-
scernimento nel modo di comunicare per creare comunione fraterna, parte-
cipazione e corresponsabilità, a servizio della persona e della società.
Nel IV capitolo sono sviluppati i fondamenti teologici della comunicazione,
partendo dal principio che Dio cerca la persona umana spinto dal desiderio
di comunicare, si avvicina, si rivela nell’amore e nella verità, crea interazione
e mostra all’umanità il suo progetto di amore e di salvezza.
Il V capitolo ha per tema la visione cristologica, che si fonda in Gesù Cristo
comunicatore del Padre che, come Buon Pastore, dà vita a una pedagogia
amichevole di auto-comunicazione: ascolta, accoglie, ama, cura, educa e
salva. Attraverso lo Spirito Santo, la Trinità è esempio di comunità che si co-
struisce nella comunione e nel servizio.
Nel VI capitolo la Chiesa è presentata come segno di Dio nel mondo, maestra
di umanità ed educatrice del popolo di Dio in cammino verso la redenzione.
Il VII capitolo illustra come Maria, la Madre di Gesù, si mette al servizio di
suo Figlio, lo accompagna durante tutto il percorso della sua vita, fino alla
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morte e alla risurrezione. Nel Cenacolo partecipa attivamente alla nascita
della Chiesa; come esempio della Chiesa orante, costruisce la vita della co-
munità e della missione.
L’VIII capitolo ricorda che San Francesco di Sales, scelto da Don Bosco come
esempio di comunicatore, insegna che comunicare è cosa del cuore.
Il IX capitolo illustra come abitare nella cultura digitale con stile salesiano,
seguendo l’esempio della pedagogia propria di Dio: amichevolmente, con
vicinanza, accoglienza, ascolto, comunione fraterna e corresponsabilità.
Il X capitolo presenta le basi della comunicazione in sintonia con la visione
evangelizzatrice ed educativa salesiana: la comunicazione si realizza dal rap-
porto tra evangelizzazione ed educazione, in dialogo con la cultura, con un
lavoro in rete e mediante la collaborazione con i laici e la Famiglia Salesiana.
Tratta inoltre la metodologia della comunicazione salesiana, l’importanza
della Comunità Educativa Pastorale, del progetto pastorale e del lavoro
svolto con mentalità educativa e pastorale.
Nell’XI capitolo viene presentato il Sistema Preventivo quale spinta comuni-
cativa che si esprime attraverso una specifica spiritualità, pedagogia e pa-
storale. Inoltre, si analizza come il Sistema Preventivo dialoghi con la
dinamica comunicativa del digitale.
Il XII capitolo riserva un’attenzione particolare all’importanza dell’antropologia
cristiana come fonte che illumina e umanizza la comunicazione virtuale e la cul-
tura digitale. Oltre a ciò, viene presentata una proposta educativa originale
che prende spunto dalle immagini dei quattro Giardini biblici, paragonandoli
attraverso la loro simbologia alla condizione umana nel mondo digitale.
Il XIII capitolo descrive gli aspetti identitari del comunicatore salesiano, a
partire dalla spiritualità e dalla pedagogia di Don Bosco.
Nei capitoli finali, dal XIV al XVII, sono presentate le linee guida per l’orga-
nizzazione, la gestione e il governo della Congregazione Salesiana riguardo
alla comunicazione sociale. Vengono considerate le nuove esigenze e le sfide
che si pongono nel campo della comunicazione oggi, quali la professionalità
degli operatori della comunicazione, la modernizzazione della comunica-
zione istituzionale, le modalità collaborative del lavoro in rete, l’organizza-
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1.10 Page 10

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zione strutturale nelle sue varie tipologie nelle Ispettorie, le tematiche legate
alla privacy e alla sicurezza.
Questa parte finale presenta inoltre linee guida pratiche per la comunica-
zione, considerando la realtà di ogni Ispettoria, con attenzione alla multicul-
turalità e ai differenti ritmi, stili e modalità di realizzazione della missione
salesiana nel mondo.
9

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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FONTI SALESIANE
Bosco Giovanni, Memorie dell’Oratorio, LAS, Roma, 2011.
Chávez Villanueva Pascual, Con il coraggio di Don Bosco nelle nuove frontiere della comuni-
cazione sociale, in Atti del Consiglio Generale 390, 2005, pagg. 3-46.
Costituzioni e Regolamenti della Società di San Francesco di Sales, Editrice S.D.B., Roma, 1984.
Cuevas León Sergio, I Salesiani e la Comunicazione. Politiche, metodologie, settori di inter-
vento, priorità operative, Collana Comunicare, Editrice S.D.B., Roma, 1989.
Desramaut Francis e Midali Mario, a cura di, La Comunicazione e la Famiglia Salesiana, Collana
Colloqui sulla Vita Salesiana, Elledici, Leumann (To), 1977.
Dicastero per la Comunicazione Sociale, Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale. Linee
orientative per la Congregazione Salesiana, Editrice S.D.B., Roma, 2011.
Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di
Riferimento, Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma, 2014.
Fernández Artime Ángel, “Quali salesiani per i giovani di oggi?”, Linee programmatiche del
Rettore Maggiore per la Congregazione Salesiana dopo il Capitolo Generale 28, n. 3, in Atti
del Consiglio Generale 433, 2020.
Settore per la Comunicazione Sociale, Lettera “Camminare con i Giovani nella Cultura Digi-
tale”, n. 10, ACG 440, Valdocco, 2023.
Vecchi Juan Edmundo, La comunicazione nella missione salesiana. «È straordinario! Fa sentire
i sordi e fa parlare i muti», in Atti del Consiglio Generale 370, 2000, pagg. 3-44.
Viganò Egidio, La “Comunicazione Sociale” ci interpella, in Atti del Consiglio Superiore 302,
1981, pagg. 3-30.
DOCUMENTI DELLA CHIESA
Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum Caritatis sull’Eucaristia
fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, Città del Vaticano, 2007.
Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini sulla Parola di Dio nella
vita e nella missione della Chiesa, Città del Vaticano, 2010.
Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in veritate sullo sviluppo umano integrale nella carità
e nella verità, Città del Vaticano, 2009.
Benedetto XVI, Lettera Enciclica Deus caritas est sull’amore cristiano, Città del Vaticano, 2005.
Benedetto XVI, Lettera Enciclica Spe Salvi sulla speranza cristiana, Città del Vaticano, 2007.
Benedetto XVI, Messaggi in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali,
Città del Vaticano, 2006-2013.
Commissione Teologica Internazionale, “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”,
Città del Vaticano, 2018.
Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, Città
del Vaticano, 1964.
Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum,
Città del Vaticano, 1965.
Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contempora-
neo, Gaudium et Spes, Città del Vaticano,1965.
Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto sugli strumenti di comunicazione sociale Inter mirifica,
Città del Vaticano, 1963.
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Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, La vita fraterna
in comunità, “Congregavit nos in unum Christi amor”, Città del Vaticano, 1994.
Dicastero per la Comunicazione, Verso una piena presenza – Riflessione pastorale sul coin-
volgimento con i social media, Città del Vaticano, 2023.
Dicastero per la Dottrina della Fede e Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Antiqua et nova,
Nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, Città del Vaticano, 2025.
Francesco, Esortazione apostolica Evangelii Gaudium sull’annuncio del Vangelo nel mondo
attuale, Città del Vaticano, 2013.
Francesco, Esortazione apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo
contemporaneo, Città del Vaticano, 2018.
Francesco, Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia, Città
del Vaticano, 2016.
Francesco, Esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit ai Giovani e a tutto il Popolo di
Dio, Città del Vaticano, 2019.
Francesco, Esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia al popolo di Dio e a tutte
le persone di buona volontà, Città del Vaticano, 2020.
Francesco, Lettera Enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, Città del Vaticano, 2020.
Francesco, Lettera Enciclica Laudato Si’ sulla cura della casa comune, Città del Vaticano, 2015.
Francesco, Lettera Enciclica Lumen fidei sulla fede, Città del Vaticano, 2013.
Francesco, Messaggi in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali, Città
del Vaticano, 2014-2024.
Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Familiaris Consortio, Città del Vaticano, 1981.
Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica post-sinodale Christifideles Laici su vocazione e mis-
sione dei laici nella Chiesa e nel mondo, Città del Vaticano, 1988.
Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Il rapido sviluppo, Città del Vaticano, 2005.
Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Redemptoris Missio circa la permanente validità del man-
dato missionario, Città del Vaticano, 1990.
Giovanni Paolo II, Messaggi in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali,
Città del Vaticano, 1979-2005.
Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi, Città del Vaticano, 1975.
Paolo VI, Messaggi in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali, Città
del Vaticano, 1967-1978.
Pio XII, Lettera Enciclica Miranda prorsus, Città del Vaticano, 1957.
Pontificia Commissione per le Comunicazioni Sociali, Istruzione pastorale Communio et pro-
gressio, Città del Vaticano, 1971.
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica nelle comunicazioni sociali, Città del
Vaticano, 2000.
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Istruzione pastorale Aetatis novae, Città del
Vaticano, 1992.
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Istruzione Etica in Internet, Città del Vaticano, 2002.
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Istruzione La Chiesa e Internet, Città del Va-
ticano, 2002.
Sinodo dei Vescovi, XV Assemblea Generale, Documento finale “I giovani, la fede e il discer-
nimento vocazionale”, Città del Vaticano, 2021.
Sinodo dei Vescovi, Documento finale della Riunione presinodale in preparazione alla XV As-
semblea Generale Ordinaria, “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, Città del
Vaticano.
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SIGLE E ABBREVIAZIONI
ACG/ACS - Atti del Consiglio Generale/Superiore della Società di San Giovanni Bosco
POI - Progetto Organico Ispettoriale
CEP - Comunità Educativa Pastorale
PEPS - Progetto Educativo Pastorale Salesiano
CG - Capitolo Generale dei Salesiani di Don Bosco
Cost/Reg - Costituzioni e Regolamenti Salesiani
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1 LA GENESI DELLA
COMUNICAZIONE
DI DON BOSCO
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Don Bosco si servì della Comunicazione Sociale come di un settore di
attività che gli consentiva di realizzare il suo progetto educativo. Con
la Comunicazione Sociale utilizzata in varie forme e a svariati livelli,
egli favorì la promozione umana e cristiana della gioventù povera e
dei ceti popolari, e sostenne anche l’azione missionaria». (Don Egidio
Viganò, La “Comunicazione Sociale” ci interpella, in Atti del Consiglio
Superiore 302, 1981).
Il capitolo inizia dal sogno che Don Bosco fece a nove anni, raccontato
nel libro Memorie dell’Oratorio, un testo inizialmente scritto solo per i sa-
lesiani, con il desiderio di trasmettere il proprio sistema educativo e il pro-
prio metodo.
Quel sogno racchiude anche l’archetipo della comunicazione salesiana,
perché ha dato a Don Bosco un’ottica particolare riguardo a tutte le sue
attività e realizzazioni. Qui viene messa in luce la genesi del suo modo di
pensare e realizzare la comunicazione, partendo dal suo cuore di educa-
tore sull’esempio del Buon Pastore.
Con l’amorevolezza del Buon Pastore e la passione apostolica di Don
Bosco, guardiamo alle nuove generazioni con rinnovata simpatia e comu-
nichiamo fedelmente il progetto educativo salesiano, valorizzando il pro-
tagonismo dei giovani, che ormai vivono in una cultura fortemente
digitalizzata, con le luci e le ombre a essa legate.

2.5 Page 15

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v Don Bosco sogna un sogno da vivere e da comunicare. Il Santo dei gio-
vani narra nel suo libro Memorie dell’Oratorio: «All’età di nove anni ho
fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per
tutta la vita… A quel punto, sempre nel sonno, mi misi a piangere, e pre-
gai a voler parlare in modo da capire, poiché io non sapevo quale cosa
volesse significare. Allora ella mi pose la mano sul capo dicendomi: “A
suo tempo tutto comprenderai”»4.
v Il sogno dei nove anni è l’archetipo della radice e dell’originalità della
comunicazione dell’educatore dei giovani. Nel sogno dei nove anni, la mis-
sione gli viene affidata attraverso una parola molto semplice: «Questo è il
campo dove devi lavorare», cioè la tua missione sarà tra i più piccoli, tra i
più poveri. La parola data a Don Bosco nel sogno è praticamente la conse-
gna di un progetto di vita al servizio degli altri.
Sia nella sua missione di prete educatore che nella sua vita di scrittore, Don
Bosco è un uomo che sa discernere e interpretare la realtà attraverso la
fede. Tutto ciò trapela sia nella sua iniziativa di fondare la Congregazione
Salesiana, che di passare all’azione in modo pratico e creativo. Ma più an-
cora, il sogno dei nove anni è un grande esempio e una scuola di comuni-
cazione: «Poiché io non sapevo quale cosa volesse significare».
Don Bosco, durante tutta la sua vita, cerca di trovare il significato del sogno,
cosa è, qual è il messaggio, cosa fare… Dalla sua ricerca per vivere e co-
municare il sogno, nasce la sua pedagogia educativa. Profondamente fe-
dele a Dio e alla sua vocazione e missione, Don Bosco crea un vero
ecosistema comunicativo per collaborare nell’educazione dei giovani.
v Dono dello Spirito Santo, il carisma salesiano ispira, nutre e guida la
missione giovanile in ogni tempo e cultura. La comunicazione collabora
con la missione salesiana, mettendosi al servizio della comunità educativa
e dei giovani, partecipando all’evangelizzazione e all’educazione secondo
il progetto di educazione integrale dei giovani.
v Don Bosco fu un comunicatore con il cuore e lo sguardo del Buon Pa-
store. Mentre Torino attraversava una grande trasformazione sociale, cul-
turale e religiosa, Don Bosco sviluppò una modalità comunicativa molto
originale, attraverso la pedagogia del Cristo Buon Pastore: si avvicina,
dialoga, accompagna e ama i giovani poveri, lavoratori e migranti che ar-
4 Giovanni Bosco, Memorie dell’Oratorio, LAS, Roma, 2011, pag. 62.
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2.6 Page 16

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rivano dalle zone rurali per lavorare nelle nuove fabbriche della città in-
dustriale.
Don Bosco, attentissimo alla realtà dei giovani poveri di Torino, cerca uno
spazio per accoglierli ed educarli, un ambiente che permetta loro di avere
un luogo dove dormire, mangiare, giocare, pregare, cantare e apprendere
una professione. Convinto della grande importanza che può essere eser-
citata da un habitat educativo e comunicativo, lotta con grande sacrificio
e sofferenza per creare a Valdocco un ambiente dove far vivere, dare fi-
ducia ed educare i suoi giovani.
v Fedeli al nostro fondatore, al carisma salesiano e ai giovani, noi sale-
siani, come Don Bosco, guardiamo ai giovani d’oggi con uno sguardo
evangelico. Insieme alla comunità educante e ai laici, cerchiamo di rispon-
dere in modo salesiano, attraverso la comunicazione educativa, alle grandi
sfide che i giovani affrontano oggi nella cultura digitale, in particolare l’in-
dividualismo, la violenza, l’ingiustizia e l’indifferenza verso i migranti, i po-
veri e i sofferenti. Ma anche ad altre problematiche che sfigurano il ruolo
della persona umana, come la distruzione della natura, la guerra e il rela-
tivismo etico.
v Con il cuore del Buon Pastore e la passione apostolica di Don Bosco,
comunichiamo fedelmente il progetto educativo salesiano, valorizzando
il protagonismo dei giovani, i loro doni e le loro iniziative, le opportunità
che la cultura digitale può offrire a livello personale, sia esso professionale
o cristiano, perché camminando insieme nelle diverse realtà culturali, co-
munichiamo Gesù Cristo e la gioia del Vangelo.
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2.7 Page 17

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2 LA COMUNICAZIONE
COME FENOMENO UMANO
E CULTURALE
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Poiché la vita sociale non è qualcosa di esterno all’uomo, l’uomo cre-
sce in tutte le sue capacità e può rispondere alla sua vocazione attra-
verso i rapporti con gli altri, la reciprocità dei servizi e il dialogo con i
fratelli. Tra i vincoli sociali che sono necessari al perfezionamento del-
l’uomo, alcuni, come la famiglia e la comunità politica, sono più imme-
diatamente rispondenti alla sua natura intima; altri procedono
piuttosto dalla sua libera volontà» (Gaudium et Spes, n. 25).
La comunicazione è un complesso fenomeno umano, componente essen-
ziale e costitutiva della persona e un fattore culturale in continua evolu-
zione.
Qui viene analizzato il nuovo approccio comunicativo che le persone, e in
particolare i giovani, manifestano di fronte all’universo e alla cultura digi-
tale, con le varie implicazioni psicologiche, sociologiche e relazionali.
Nelle interazioni tra l’uomo e la macchina, ci si immerge in un universo
reale e globale ampio e articolato, con proprie regole e tempistiche e ricco
di nuove sfide.
Per questo, gli esperti di comunicazione parlano di infosfera e di psico-
sfera: siamo tutti coinvolti fisicamente, psicologicamente e socialmente
dentro questo immenso e complesso universo virtuale.
Nella comunicazione digitale, velocità, istantaneità e interattività diventano
i principali fattori e determinano anche le nostre dinamiche affettive, pur la-
sciando spazi essenziali alla responsabilità personale e al lavoro educativo.

2.8 Page 18

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v La comunicazione è una componente essenziale e costitutiva della per-
sona umana. Comunicare è un dono e una responsabilità personale e
sociale. Etimologicamente, la parola “comunicazione” ha come radice
com (mettere in comune; dal latino communis, comune). Nella sua origine,
si traduce in comunione, relazioni umane, capacità di interagire e creare
legami con le persone.
Naturalmente, la parola comunicazione richiama la necessità umana di es-
sere comunitas e condividere, stabilire processi attraverso i quali le per-
sone condividano idee, sentimenti e informazioni.
v La persona umana è la protagonista principale della comunicazione,
che sviluppa le proprie doti e capacità come il linguaggio, le relazioni af-
fettive e sociali, l’interpretazione di codici e simboli, il dialogo con se
stessa e con gli altri, la capacità di creare processi e procedure comunica-
tive, l’attitudine a sviluppare mezzi e tecniche per registrare e diffondere
le proprie conoscenze ed esperienze5.
Attraverso la comunicazione nei suoi vari aspetti, gli esseri umani costrui-
scono le loro reti di relazioni, sviluppano linguaggi per esprimere la loro
visione della vita, le loro credenze e i loro valori, partecipano a iniziative
sociali, politiche, culturali e religiose.
v Dal punto di vista antropologico, la comunicazione umana si è evoluta
nelle diverse culture mediante espressioni come la lingua, i costumi, le
arti, la cucina e i cerimoniali religiosi. Ogni popolo elabora, celebra e con-
divide la tradizione dei suoi valori, la sua visione del mondo e la sua reli-
giosità. Attraverso vari rituali, la comunicazione favorisce la partecipazione
del singolo all’interno della comunità.
v La comunicazione umana è complessa ed è caratterizzata dalla dimen-
sione relazionale, dalla condivisione di contenuti, messaggi, espressioni
emozionali e significati, da intenzionalità e simbolismo.
Ogni persona sviluppa attraverso la famiglia e l’educazione i doni e le abi-
lità per comunicare, come il linguaggio e i codici culturali, il dialogo,
l’ascolto, il coinvolgimento con le persone e le situazioni di vita.
v La comunicazione è multidisciplinare e lavora in modo trasversale con
scienze come la psicologia, la sociologia, l’antropologia, l’economia e le
varie scienze tecnologiche e organizzative. In pratica, tutte le società e le
5 Luciano Paccagnella, Sociologia della comunicazione, Il Mulino, Bologna, 2004,
pagg. 23-25.
17

2.9 Page 19

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culture hanno bisogno della comunicazione, sia a livello interpersonale
che organizzativo e funzionale.
v I mezzi di comunicazione come la radio, i giornali, la Tv, le riviste e,
più recentemente, la comunicazione digitale, i satelliti, le reti informa-
tiche e l’Intelligenza artificiale, formano una grande e complessa rete di
relazioni umane con diversi aspetti sociali, politici ed economici.
La comunicazione nasce, si evolve e si diffonde all’interno delle società,
con precise norme giuridiche e differenti organizzazioni politiche che cam-
biano a seconda degli interessi personali, governativi o di gruppi privati.
A causa dei molteplici affari politici ed economici, la comunicazione può
diventare un luogo di conflitto e di tensione, spesso terreno di scontro
tra ideologie al servizio di gruppi, interessi commerciali, guerre per il con-
trollo delle persone e delle società6.
v Con lo sviluppo della cultura organizzativa, costituita da valori, simboli,
tradizioni, pratiche e comportamenti, la comunicazione istituzionale si pre-
sta a sviluppare processi interni ed esterni attraverso una rete di relazioni
umane. La loro applicazione si caratterizza con un insieme di strumenti e
procedure per la gestione delle persone, delle organizzazioni e delle
aziende. La cultura organizzativa cerca in questo modo di offrire la qualità
delle relazioni, il flusso delle azioni, la professionalizzazione e i risultati
della comunicazione istituzionale nei suoi diversi ambiti.
A – LA DINAMICA UMANA E TECNOLOGICA NEL DIGITALE
v Con la crescita della comunicazione digitale, si è avviato il fenomeno
denominato digitalizzazione. Si tratta del processo di trasformazione di
un’immagine o di un segnale analogico in un codice digitale. La digitaliz-
zazione comprende anche la conversione in codice digitale di segnali audio
e immagini in movimento (video), originariamente nati in altri formati.
Un secondo concetto legato alla digitalizzazione è la trasformazione digi-
tale, che è un processo ampio in cui le risorse tecnologiche assumono un
ruolo nuovo e importante. Si genera così un insieme di processi tecnici di
gestione che, partendo dalla digitalizzazione, si espande al modo di fare
6 Commissione Internazionale di Studio sui problemi della comunicazione nel mondo, Co-
municazione e società oggi e domani, Torino, 1982, pagg. 38-39.
18

2.10 Page 20

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gestione all’interno di un’organizzazione e comprende il contatto con il
cliente, il modo di realizzare il marketing, l’innovazione tecnologica, il mer-
cato… La finalità è sempre quella di ampliare il mercato, garantire qualità
nell’esecuzione di processi e procedure di organizzazione, lo sviluppo e il
miglioramento della gestione.
v Il digitale porta la persona in un universo ampio e complesso di co-
municazione umana, sociale e culturale. Si tratta di un aspetto nuovo,
con grandi possibilità e sfide. In verità, gli esperti di comunicazione par-
lano di infosfera e di psicosfera: siamo tutti coinvolti fisicamente, psicolo-
gicamente e socialmente dentro questo immenso e complesso universo
virtuale7.
v L’infosfera è un universo costituito dalla totalità degli oggetti e delle
informazioni, che interagiscono dinamicamente. In questo ambiente è
come essere completamente immersi in un vero e proprio acquario. Se
prima si conosceva il proprio paese, la propria città e i vicini, ora con un
semplice telefonino collegato a Internet è possibile girare il mondo. Lì si
è coinvolti a livello cognitivo ed emotivo in un vastissimo universo di im-
magini e suoni che permettono l’interattività, la partecipazione e il coin-
volgimento con persone e oggetti, svincolati dal tempo e dallo spazio.
L’infosfera è un termine complesso. Fondamentalmente è l’ambiente nel
quale si integrano il mondo reale e quello virtuale, dove tempo e spazio
si intrecciano e si confondono, in modo che sia l’online che l’off line inte-
ragiscano tra di loro. In questo scenario, si espande anche il campo della
diffusione dell’automazione e delle Intelligenze artificiali, della realtà vir-
tuale e della realtà aumentata.
L’infosfera apre una nuova frontiera di grandi investimenti dopo quella
degli smartphone, creando la possibilità di immergersi in un mondo con
diverse dimensioni – temporale, psicologica, sociale – e ampliando l’espe-
rienza della realtà delle relazioni.
v La realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR), l’infosfera coinvolgono
i cinque sensi, le nostre abilità: visiva, sonora, sensitiva e l’interazione con
dei device (ad esempio strumenti virtuali come gli occhiali 3D). È attra-
verso i sensi che entriamo in una realtà presente-assente a noi, che ci per-
mette di immergerci in diverse realtà interattive (fatte di persone e device).
7 David J. Chalmers, Più realtà. I mondi virtuali e i problemi della filosofia, Raffaello Cortina
Editore, Milano, 2023.
19

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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v Quando una persona entra nella Rete e inizia a interagire, sia in una
videoconferenza che partecipando a un game, c’è un’interazione umana
con la macchina che gli permette di accedere nel virtuale, più comune-
mente chiamata “mediazione umana virtuale”. Questo comporta l’uso dei
nostri sensi e delle nostre percezioni, della nostra immaginazione e delle
nostre emozioni.
Attraverso la mediazione (io e la macchina), la persona ha accesso a un uni-
verso reale che viene codificato (digitalizzato) e vissuto a distanza. L’immer-
sione nel digitale ha un impatto diretto sulla vita e sui rapporti sociali e
culturali. Il termine usato per comprendere questo ecosistema in cui si
svolge la comunicazione è “mediatizzazione”, che indica gli effetti generali
dei media sull’organizzazione sociale, economica e politica.
v In questo contesto, sta emergendo una nuova realtà: il Metaverso.
Questo è un termine creato dallo scrittore di fiction Neal Stephenson, nel
1992, semplicemente per dire che c’è un mondo virtuale che può essere
abitato da avatar in formato 3D. Possiamo dire che il Metaverso è un uni-
verso di varie dimensioni in un universo parallelo.
v Nella complessità della comunicazione che ci presentano l’infosfera e
il Metaverso, vediamo progressivamente l’influenza della cibernetica,
della biogenetica, della biopolitica e dell’Intelligenza artificiale, che for-
mano così un vero caleidoscopio dell’ambiente comunicativo, con le loro
diversità e i loro cambiamenti.
v La mediatizzazione coinvolge i microcodici e il linguaggio della comu-
nicazione, i simboli, i vari interessi che vengono elaborati e comunicati
a volte direttamente, a volte indirettamente (in modo subliminale), ren-
dendo la comunicazione un fenomeno complesso, ramificato e amplifi-
cato, che tocca l’identità sociale di ogni persona8.
In questo universo dell’infosfera la persona vive un’esperienza psicofisica
e sociale: la psicosfera.
v La psicosfera è lo stato affettivo e cognitivo che la persona sperimenta
quando la mente è alterata; elementi non materiali di informazione in-
fluenzano i pensieri e i sentimenti umani senza che la persona sia consa-
pevole della realtà.
In tal modo la persona fa ingresso in quello che è chiamato cervello col-
8 Censis, XVI Rapporto sulla comunicazione, I media e la costruzione dell’identità, Franco An-
geli, Milano, 2020.
20

3.2 Page 22

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lettivo (cyberspazio), che è una forma di elaborazione di segni (simboli,
linguaggi, suoni) e stimoli.
v Nel digitale si impara a vivere con una nuova logica che si basa molto
sugli stimoli, sulle reazioni neurologiche e sulle modalità di risposta
del cervello a questi stimoli. Si può dire al riguardo che tutte le immagini,
i suoni, le parole e l’interattività che sperimentiamo in una rete sociale
hanno effetti sul nostro cervello, impattando direttamente sulle nostre
percezioni, sul nostro immaginario, sui comportamenti e di conseguenza
sulle nostre scelte, sia a livello cosciente che inconsapevole.
La logica digitale, che è basata sulla tecnica e sull’automatismo, segue gli
stimoli che le neuroscienze hanno sviluppato, dando pochissima impor-
tanza alla questione della coscienza.
Un esempio di come funziona questa logica è la velocità che offre il digi-
tale, la grande capacità di generare e condividere informazioni e di faci-
litare l’istantaneità e l’interattività. Questa logica cambia pertanto il modo
di apprendimento, generando una certa superficialità nel pensiero e dif-
ficoltà a riflettere in modo sistematico, integrato e coerente.
v La comunicazione digitale consente velocità, istantaneità e interatti-
vità. È importante tenere conto che, di per sé, l’universo digitale è basato
sulla logica digitale e l’Intelligenza artificiale sugli algoritmi.
Nella comunicazione digitale, le nostre sensazioni e percezioni entrano
ovviamente in una nuova dinamica e iniziano a rispondere a questa acce-
lerazione cerebrale con una maggiore attivazione del sistema nervoso,
come conseguenza del coinvolgimento dei cinque sensi. Immagini, suoni,
parole e l’interattività che sperimentiamo in una rete sociale hanno effetti
sulla nostra dinamica cognitiva e affettiva.
L’accelerazione del cervello, l’intensità delle emozioni, l’esposizione della
nostra vita emotiva all’interno dei social network, ci collocano in un uni-
verso in cui questo nuovo meccanismo mentale richiede molti stimoli,
molte reazioni e velocità.
Il mondo e la logica digitale sono realtà che fanno parte della vita umana
e del suo sviluppo. Siamo parte del mondo digitale e siamo consapevoli
dei benefici che questo offre all’umanità e al progresso umano. È neces-
sario capire come funziona l’interazione umana con il digitale. È proprio
per questo che è indispensabile un’educazione a un’etica che aiuti a vivere
in modo sano e creativo.
v Come si può notare, il digitale diventa molto complesso quando lo in-
seriamo nella comunicazione umana, interpersonale, comunitaria e isti-
21

3.3 Page 23

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tuzionale. Inoltre, ci sono molti modi di intendere il fenomeno digitale e
il contesto socioculturale ed economico dell’umanità.
Il modo di interpretare il digitale ci presenta situazioni pratiche che hanno
e che avranno conseguenze sul presente e sul futuro. In questo incontro
tra la persona, la tecnologia e l’ambiente immersivo, gli aspetti della vita
della persona e della società emergono nella sfera pubblica, rendendo
l’infosfera una realtà dove si riflettono le grandi questioni umane, etiche,
economiche, ecologiche, politiche, culturali e religiose.
v È nella relazione tra le persone, i processi di interazione e l’immersione
nell’infosfera che il fenomeno della comunicazione digitale diventa più
complesso, coinvolgendo processi politici, economici e sociali, in cui en-
trano in gioco la libertà e gli interessi delle persone.
Gli aspetti giuridici che regolano i comportamenti umani, i diritti e i doveri
dell’individuo, si intrecciano in questo modo nel grande e complesso fe-
nomeno della comunicazione umana nel mondo digitale9. Come afferma
il documento ecclesiale “Verso una piena presenza”: «I social media sono
solo una componente del fenomeno molto più ampio e complesso della
digitalizzazione, che è il processo di trasferimento di molti compiti e di-
mensioni della vita umana alle piattaforme digitali. Le tecnologie digitali
possono aumentare la nostra efficienza, dare slancio alla nostra economia
e aiutarci a risolvere problemi finora insormontabili. La rivoluzione digitale
ha esteso il nostro accesso alle informazioni e la nostra capacità di con-
netterci gli uni con gli altri oltre i limiti dello spazio fisico»10.
v Il modo in cui ciascuno abita nel digitale è anche una questione di re-
sponsabilità personale. È importante notare, tuttavia, che il dialogo tra
le dinamiche digitali e la persona umana è più ampio e che bisogna con-
siderare anche gli aspetti cognitivi e affettivi coinvolti nell’esperienza di-
gitale, perché chi entra nell’universo digitale è una persona libera, che
può scegliere i propri interessi decidendo consapevolmente. Ciò significa
che la persona che vive nel mondo digitale e interagisce nell’infosfera è
in grado di elaborare informazioni, dare significato ai vari processi comu-
nitari, esprimere la propria libertà e creare relazioni umane significative.
9 Paolo Dal Ben, Nuovi media e identità digitale, Pazzini, Rimini, 2022.
10 Dicastero per la Comunicazione, “Verso una piena presenza – Riflessione pastorale sul coin-
volgimento con i social media”, Città del Vaticano, 2023, n. 7.
22

3.4 Page 24

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3 COMUNICARE CON
DISCERNIMENTO
E SINODALITÀ
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«L’esercizio del discernimento è al cuore dei processi e degli eventi si-
nodali. (…) Si tratta d’individuare e percorrere come Chiesa, mediante
l’interpretazione teologale dei segni dei tempi sotto la guida dello Spi-
rito Santo, il cammino da seguire a servizio del disegno di Dio escato-
logicamente realizzato in Cristo che vuole realizzarsi in ogni kairós della
storia. Il discernimento comunitario permette di scoprire una chiamata
che Dio fa udire in una situazione storica determinata» (La sinodalità
nella vita e nella missione della Chiesa, n. 113).
I temi legati alla sinodalità e al discernimento nel modo di comunicare, la
ricerca di una comunicazione e di una comunione fraterna, la partecipa-
zione e la corresponsabilità al servizio della persona e della società sono
l’oggetto di questo capitolo.
Il punto di partenza per la nostra comunicazione con il mondo giovanile
resta la nostra comunicazione con Dio e il suo amore per noi. La vera co-
municazione mette al centro la relazione interpersonale e comunitaria, va-
lorizza il senso dell’altro, della capacità di vivere momenti di gratuità, di
condivisione e di celebrazione.
Nel discernimento evangelico, il comunicatore salesiano opera con una
mentalità progettuale e un senso comunitario.
La sinodalità apre a una visione della comunicazione come servizio e colla-
borazione per la missione evangelizzatrice della Chiesa e della Congrega-
zione, che nella diversità culturale si esprime anche con modalità differenti.

3.5 Page 25

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v La comunicazione è al servizio della realizzazione della persona
umana, della sua felicità, della sua missione di vivere la fraternità e della
costruzione dignitosa e responsabile delle istituzioni e della società in
tutte le culture e i contesti sociali. La comunicazione crea ponti tra le
persone, favorisce l’espressione dei valori e dei desideri degli individui
e della comunità, apre canali per la manifestazione delle ricchezze cul-
turali, dei valori e delle azioni compiute dalle persone e dalle comunità.
Volendo esemplificare, attraverso la sua base fondamentalmente uma-
nistica e relazionale, la comunicazione costruisce dialogo, ascolto, col-
labora per il discernimento, l’apertura al nuovo e alla sinodalità.
v L’interpretazione evangelica della realtà giovanile, realizzata con di-
scernimento comunitario e un forte senso di sinodalità ecclesiale, è un
punto di partenza fondamentale per rispondere alle esigenze educative
e pastorali dei giovani d’oggi.
La realtà dei giovani nella cultura digitale richiede un atteggiamento edu-
cativo attento e sapiente, che permetta di portare avanti la missione sa-
lesiana partendo dalla consapevolezza che la comunicazione è al servizio
della pastorale salesiana, che è insieme evangelizzatrice ed educativa.
v Il discernimento evangelico fa sì che il comunicatore salesiano veda
l’azione comunicativa come processo, come dialogo, come ascolto e
come realizzazione della missione salesiana con una visione ampia, con
una mentalità progettuale e un senso comunitario.
v La sinodalità apre la visione della comunicazione come servizio e col-
laborazione per la missione evangelizzatrice della Chiesa e della Con-
gregazione, rafforzando il senso ecclesiale, la corresponsabilità nella
missione portata avanti con spirito fraterno, la capacità di sperimentare
la diversità culturale, di pensare in modo originale e di collaborare con
l’intera missione. «La sinodalità indica lo specifico modus vivendi et ope-
randi della Chiesa Popolo di Dio, che manifesta e realizza in concreto il
suo essere comunione nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea
e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evan-
gelizzatrice»11.
v Il discernimento e la sinodalità per noi nascono dalla nostra comuni-
cazione con Dio e dal suo amore per noi. Comunicare è una realtà sem-
11 Commissione Teologica Internazionale, La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa,
Città del Vaticano, 2018, n. 6.
24

3.6 Page 26

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plice e fondamentale: è la relazione tra l’uomo e Dio, tra persone o gruppi
di persone. La vera comunicazione mette al centro la relazione interper-
sonale e comunitaria, valorizza il senso dell’altro, la capacità di vivere mo-
menti di gratuità, di condivisione e di celebrazione.
«Nel rinnovamento di questi anni, appare come la comunicazione sia uno
dei fattori umani che acquistano crescente rilevanza per la vita della co-
munità cristiana. La più sentita esigenza di incrementare la vita fraterna di
una comunità porta con sé la corrispondente domanda di una più ampia
e più intensa comunicazione. Per diventare fratelli e sorelle è necessario
conoscersi. Per conoscersi appare assai importante comunicare in forma
più ampia e profonda»12. Allo stesso modo, dal momento che la comuni-
cazione trova la sua fonte in Dio che ama, che avvicina amichevolmente
la persona umana, questo porta necessariamente a un’esperienza di co-
munità e fraternità.
v La comunicazione è fonte di fraternità e sinodalità nella comunità.
Senza di essa non può esistere l’unità di cuori e di progetti, poiché in que-
sto modo la comunità si ridurrebbe a un gruppo di persone che vivono
solo fisicamente in comune e che invece sono spiritualmente lontane. La
fraternità, come ha insegnato il Signore ai discepoli, trova il suo habitat
naturale nella comunità, intesa non come circolo ristretto, ma come schola
amoris che insegna a vivere tra fratelli e sorelle.
«Quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno rag-
giunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mi-
stica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in
braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che
può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana so-
lidale, in un santo pellegrinaggio»13. La relazione interpersonale in comu-
nità consiste principalmente nella comunione fraterna, nel prendersi cura
l’uno dell’altro, nella consapevolezza che la fraternità si realizza comuni-
cando e costruendo in condivisione il progetto di Dio.
12 Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, La vita fraterna
in comunità, “Congregavit nos in unum Christi amor”, Città del Vaticano, 1994, n. 29.
13 Francesco, Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Città del Vaticano, 2013, n. 87.
25

3.7 Page 27

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4 LA COMUNICAZIONE
AMICHEVOLE CHE NASCE
DALL’AMORE
DI DIO PER NOI
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle
colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in ab-
bondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci cono-
scere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si
era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cri-
sto, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra»
(Ef 1,7-10).
Dopo aver fissato le basi umane della comunicazione, in particolare nel
mondo giovanile, andiamo alla ricerca dei suoi fondamenti teologici, par-
tendo dal principio che Dio cerca la persona umana spinto dal desiderio
di comunicare, si avvicina, si rivela nell’amore e nella verità, crea intera-
zione e mostra all’umanità il suo progetto di amore e di redenzione.
In questo processo comunicativo la Parola di Dio diventa fonte di salvezza,
perché per Dio rivelarsi personalmente coincide con il salvare l’uomo.
Inoltre la Parola di Dio, che si rivela in modo umano, che “si fa carne”(Gv
1,14), si manifesta in tutte le cose create, nella bellezza della creazione e
in tutte le opere umane che partecipano di questo dono.
Anche l’amore e l’affetto umano nella loro interezza, così come la dimen-
sione vocazionale di ogni persona, la chiamata al donarsi, vengono illumi-
nati dalla Parola di quel Dio che ci ama.
La visione educativa e spirituale di Don Bosco si costruisce interamente
su questa prospettiva e prende il nome di carità pastorale.

3.8 Page 28

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v Dio comunica con noi amorevolmente: è il principio fondante della co-
municazione. Dio si rivela parlando come un amico. Questa visione im-
plica un cambiamento di mentalità nel concepire il modo in cui Dio si
rivela e dunque comunica con noi. In questa rivelazione amichevole di
Dio, la comunicazione è illuminata e guidata da una visione ampia, uma-
nistica, spirituale e pastorale, con sentimenti etici che si risvegliano, ap-
punto, con l’amore.
v L’iniziativa di comunicare con i suoi figli e le sue figlie ha origine sem-
pre e anzitutto da Dio. L’uomo non riuscirebbe a comunicare con Dio se
non ci fosse una rivelazione da parte sua. È Lui che si avvicina amichevol-
mente all’umanità per realizzarne la salvezza. La pedagogia dell’iniziativa
di Dio di farsi prossimo ai suoi figli per rivelarsi come Dio Creatore mani-
festa la sua presenza nelle creature. L’essere umano è opera del Creatore
ed è quindi amato e cercato.
v È attraverso la sua iniziativa di cercare la persona umana che ha origine
la comunicazione di Dio. Dio stabilisce una vera pedagogia della comu-
nicazione: si avvicina come amico, parla, si rivela e cerca di trovare una
strada per ascoltare, sentire la reazione della persona, stabilire un dialogo.
È da questa iniziativa d’amore che nascono la relazione, il dialogo e l’in-
terazione.
Nella pedagogia comunicativa di Dio, Lui parla per primo, la persona
ascolta, riflette, reagisce in modo che si crei un’interazione14. In questo
processo, la parola divina si esprime in parole umane. Essa si svolge come
dialogo e fa scaturire la fede: stabilisce relazioni interpersonali e si realizza
progressivamente, in un intreccio di carne e di linguaggio, attraverso fatti
e parole, eventi e interpretazioni intimamente legati tra loro, che si verifi-
cano insieme e si completano a vicenda. Pertanto, il tratto che meglio de-
finisce il Dio biblico è la sua disponibilità al dialogo, la sua capacità di
manifestarsi sempre attraverso la parola (Eb 1,1-2).
v Dio desidera comunicare con l’umanità nella verità. L’incontro tra la per-
sona umana e il mistero richiede un percorso. Dio ama nella verità e que-
sta verità deve emergere nella relazione della persona con Dio. Per questo
la comunicazione non è al servizio di se stessa. Essa collabora affinché la
persona possa incontrare veramente Dio.
14 Juan José Bartolomé Lafuente, Dios y su pueblo necesitan mediadores, Editorial CCS, Ma-
drid, 2023.
27

3.9 Page 29

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La Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum esplicita in
modo molto chiaro la natura e l’oggetto della Rivelazione quando afferma
che «piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e mani-
festare il mistero della sua volontà (Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per
mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito
Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4)».15
v Nella comunicazione di Dio con la persona umana, la sua parola crea
la realtà. La potenza del Verbo in principio crea le cose. Il Dio biblico non
si esprime solo dichiarandoci la sua esistenza. Si è pronunciato a favore
del reale dandogli l’esistenza.
Nella Bibbia la relazione tra Dio creatore e la realtà creata è intesa come un
pronunciamento divino: il mondo è la sua parola ripetuta (cfr. Gn 1,3-25);
l’uomo è nato da una conversazione divina, pensato nell’intimità di Dio e
voluto da Lui, è venuto dal nulla, sapendosi a immagine del Dio che parla;
il popolo è il compimento di una parola data, una promessa mantenuta (cfr.
Gn 12,2). Il dire di Dio è il suo stesso fare: ciò che Dio nomina, dichiara che
esiste; nel nominarlo, lo chiama, salvandolo dal silenzio e dal nulla. Tutto
ciò che ha vita è parola del Dio vivente (cfr. Rm 4,17).
v L’uomo è il risultato di un colloquio divino. Il credente sa di essere stato
chiamato alla vita da Dio. Nato da un dialogo divino, è destinato al dia-
logo con Dio: è quindi, in mezzo a tutta la creazione, l’immagine stessa
di Dio.
Il credente, semplicemente vivendo, sa di essere chiamato da Dio e di es-
sere responsabile nei suoi confronti: vive perché Dio lo ha voluto e per vi-
vere come Dio vuole; sa di essere vivo perché è stato invocato da Dio; sa
che vivrà se rimarrà fedele alla sua origine e manterrà la comunicazione
con il suo Dio.
v Il credente, nato dalla Parola, è al suo servizio. Per il fatto stesso di esi-
stere, l’uomo deve assumersi delle responsabilità. Come unico essere vi-
vente che riflette la natura dialogica di Dio (cfr. Gn 1,26), dovrà rispondere
di ciò che ha creato, essere responsabile della procreazione o del fratello
(cfr. Gn 1,27-30; Sal 8,6-9; Sir 17,1-10).
v La salvezza dell’uomo è un cammino dialogico. «La novità della rivela-
zione biblica consiste nel fatto che Dio si fa conoscere nel dialogo che
15 Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Ver-
bum, Città del Vaticano, 1965, n. 2.
28

3.10 Page 30

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desidera avere con noi. (...) Non c’è mai stato in Dio un tempo in cui non
sia esistito il Logos»16.
Per Dio, rivelarsi personalmente coincide con il salvare l’uomo. La sua Pa-
rola si esprime in tutta la storia della salvezza, è la salvezza compiuta: sal-
vato è colui che vive nel dialogo, aperto all’Altro e responsabile nei suoi
confronti per gli altri.
v «Dio ha pronunciato la sua eterna Parola in modo umano; il suo Verbo
“si fece carne” (Gv 1,14). Questa è la buona notizia»17. Senza lo Spirito
non ci sarebbe stata né l’incarnazione del Verbo, né la Parola di Dio regi-
strata nella Sacra Scrittura. Non si può, quindi, «arrivare a comprendere
la Scrittura senza l’aiuto dello Spirito Santo che l’ha ispirata»18. «Per questo
motivo è necessario riferirsi alla rivelazione per cercare e per conoscere i
fondamenti trinitari della comunicazione. Il Dio della fede cristiana si è ri-
velato come un Dio trinitario, nel quale coincidono l’unità e la pluralità,
un solo Dio e tre persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo»19.
v La bellezza è un aspetto costante nei testi della Sacra Scrittura. Essa si
manifesta in tutte le cose create, raggiungendo il suo apice nella saggezza
divina, bellezza suprema e somma sapienza.
Nella Bibbia ebraica e in quella greca ritroviamo un lessico proprio della
“bellezza”. I termini ebraici Japheh e Tov sono traducibili con “splendido”,
“decoroso”, “ben riuscito”, “piacevole”, “in forma”. In greco i termini sono
kalòs e agathòs: “bello” e “buono”, soprattutto nel senso di “sano”,
“forte”, “eccellente”, “ben composto”, “adatto”.
Il testo biblico ci offre una visione della bellezza che si manifesta nello splen-
dore della creazione. Alcuni Salmi, in particolare, sono opere d’arte letteraria
di profonda e ricca espressione comunicativa, inni artistici che possono essere
cantati come forma di preghiera, meditazione e liturgia. La bellezza è anche
un’esperienza comunitaria e sociale: prendersi cura degli altri e della natura,
svolgere attività sociali, religiose e civiche, impegnarsi in azioni che servano
la società attraverso il lavoro, dedicarsi allo sviluppo e al progresso umano.
v La Parola di Dio illumina l’amore e l’affetto umano. La comunicazione
è essenzialmente espressione dell’essere umano nella sua interezza. La
16 Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, Città del Vaticano,
2010, n. 6.
17 Ibidem, n. 1.
18 Ibidem, n. 16.
19 Felicísimo Martínez Díez, Teología de la Comunicación, BAC, Madrid, 1994, pagg. 1254-
1270.
29

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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persona comunica a partire dalla sua esperienza affettiva, dalla sua sensi-
bilità, dalla sua empatia con gli altri e per gli altri.
Nel Libro sapienziale del Cantico dei Cantici troviamo un testo ricchissimo
di espressioni dell’amore e dell’affetto che una persona vive, coltiva e co-
munica per l’altra persona. Nel simbolismo di questo Libro sull’amore tra
due persone, ritroviamo un prototipo di come possiamo vivere il nostro
amore per Dio: perché Dio ci ama, noi lo amiamo. E ogni persona costrui-
sce questa storia d’amore con Dio. Questo testo ci illumina anche su come
vivere l’esperienza dell’amore in Dio verso l’altro. La grandezza dell’amore
di Dio illumina e mostra la dimensione vocazionale di ogni persona, chia-
mata a donazione, consegna e impegno per costruire l’amore.
30

4.2 Page 32

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5 GESÙ CRISTO COMUNICA
AMICHEVOLMENTE
IN NOME DEL PADRE
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Durante l’esistenza terrena Cristo si è rivelato il perfetto Comunica-
tore. Per mezzo della Sua incarnazione, Egli prese la somiglianza di co-
loro che avrebbero ricevuto il Suo messaggio, espresso dalle Sue
parole e da tutta l’impostazione della Sua vita. Egli parlava pienamente
inserito nelle reali condizioni del Suo popolo, proclamando a tutti in-
distintamente l’annuncio divino di salvezza con forza e con perseve-
ranza e adattandosi al loro modo di parlare e alla loro mentalità»
(Communio et Progressio, n. 11).
La visione cristologica che si fonda in Gesù Cristo comunicatore del Padre,
come Buon Pastore, dà vita a una pedagogia amichevole di auto-comuni-
cazione: ascolta, accoglie, ama, cura, educa e salva.
Dio, attraverso l’incarnazione di suo Figlio Gesù Cristo, stabilisce una co-
municazione decisiva e potente. È la Parola di Dio che compie la promessa
del Salvatore e realizza la salvezza dell’umanità, perché Gesù Cristo è
l’espressione infinita di un Dio che ama in eterno la persona umana.
Fedele alla parola del Padre, Gesù vive e comunica il suo piano per tutti i
suoi figli. Questa verità è trasmessa ai discepoli e ispira e guida la Chiesa
e tutti i credenti.

4.3 Page 33

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v Il Padre si rivela attraverso Gesù in modo amichevole. Gesù, come Fi-
glio di Dio, comunica partendo dalla sua filiazione divina. La sua comuni-
cazione avviene interamente in nome di Dio. Si può dire che Gesù
comunica per necessità, cioè per far conoscere il progetto di salvezza del
Padre per l’intera umanità. «Venne una nube che li coprì con la sua ombra
e dalla nube uscì una voce: questo è il Figlio mio, l’amato; ascoltatelo!»
(Mc 9,6).
v La Parola di Dio è suo Figlio, Gesù Cristo. Gesù Cristo, nato dalla Ver-
gine Maria, è veramente il Verbo di Dio che è diventato consustanziale
con noi. Chi incontra la sua persona ascolta Dio e ascoltando Dio incontra
suo Figlio (cfr. Mc 1,11. 9,7). E per facilitare l’incontro Dio ha “accorciato”
la sua Parola: «Il Verbo eterno si è fatto piccolo, tanto piccolo da stare in
una mangiatoia. Si è fatto bambino, perché la Parola fosse alla nostra por-
tata»20. La sua storia unica è la parola definitiva che Dio ha rivolto all’uma-
nità.
v In Gesù Cristo il Verbo si fa carne e comunica con noi. Il Vangelo di
Giovanni si apre con la grande affermazione della comunicazione di Dio:
«In principio era il Verbo» (Gv 1,1). In Gesù Cristo, il Verbo di Dio si è fatto
carne. «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv
1,14). Afferma Papa Giovanni Paolo II che «per mezzo dello Spirito, Dio
ha preparato la sua venuta di Salvatore, orientando segretamente i cuori
a coltivare l’attesa nella speranza»21.
v Teologicamente, la Parola di Dio ha il potere di agire, di creare legami,
di trasformare e costruire nuove realtà. Dio, attraverso l’incarnazione di
suo Figlio Gesù Cristo, stabilisce una comunicazione decisiva e potente.
È la Parola di Dio che realizza la promessa del Salvatore e compie la sal-
vezza dell’umanità. Nella Rivelazione, la Parola è intensamente feconda
d’amore perché Gesù Cristo è l’espressione infinita di un Dio che ama in
eterno la persona umana. Pertanto, è una parola che genera la vita e co-
struisce una profonda alleanza tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo.
v Senza lo Spirito non ci sarebbe stata l’incarnazione del Verbo, né ci
sarebbe comprensione. Il Verbo si è fatto carne, essendo stato concepito
da Maria «per mezzo dello Spirito Santo» (cfr. Mt 1,18. 20; Lc 1,35). È lo
stesso Spirito che ha parlato per mezzo dei profeti, che ricorderà ai disce-
20 Benedetto XVI, Omelia della Messa nella Solennità del Natale del Signore, 24 dicembre
2006.
21 Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 3 dicembre 1997.
32

4.4 Page 34

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poli ciò che Gesù aveva detto loro (Gv 16,7), che è sceso sugli apostoli e
li ha inviati nel mondo a predicare il Vangelo, e sotto la cui ispirazione gli
autori sacri hanno scritto il messaggio di salvezza.
«Senza l’azione efficace dello “Spirito della Verità” (Gv 14,16) non è dato
di comprendere le parole del Signore. (…) Come la Parola di Dio viene a
noi nel corpo di Cristo, nel corpo eucaristico e nel corpo delle Scritture
mediante l’azione dello Spirito Santo, così essa può essere accolta e com-
presa veramente solo grazie al medesimo Spirito»22.
v Gesù impara dal Padre che comunicare è amare e curare. Afferma
l’evangelista Marco: «Gesù a Nazaret venne battezzato… E subito,
uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di
lui come una colomba e venne una voce dal cielo: “Tu sei il figlio mio,
l’amato, in te ho posto il mio compiacimento”» (Mc 1,9-11). Attraverso la
sua parola, Dio conferma Gesù come suo vero Figlio e allo stesso tempo
esprime il suo incondizionato amore.
v Gesù, nel suo profondo rapporto con il Padre, impara da Lui a comu-
nicare: «Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate
nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio
amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel
suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e
la vostra gioia sia completa» (Gv 15,9-11).
Durante tutta la sua esistenza, Gesù vive un’intimità comunicativa profonda
con il Padre, che si trasmette all’uomo. «Come il Padre mi ha amato, così
io vi amo» (Mc 1,9-11). Gesù è la parola fatta carne, in Lui la parola si fa
carne, sentimento, emozione, linguaggio, amore e servizio alla missione.
In quanto comunicatore del Padre, la parola di Gesù e ciò che insegna è
coerente con la verità e fedele alla missione che riceve dal Padre. Comu-
nica dunque a partire dalla sua esperienza e testimonia la sua intima co-
munione con il Padre.
v La pedagogia comunicativa di Gesù è quella del Buon Pastore, che av-
vicina, ama e dà la vita per le sue pecorelle. Gesù è il modello del co-
municatore: ascolta, dialoga, pone domande, interagisce empaticamente
e fa un cammino insieme, mettendo al centro la persona e la sua realtà
interiore.
22 Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, Città del Vaticano,
2010, n. 15.
33

4.5 Page 35

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Anche la chiamata di Gesù ai suoi discepoli è compiuta attraverso il potere
della parola: «Passando lungo il Mare di Galilea, vide Simone e Andrea,
fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare. Erano infatti pesca-
tori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di
uomini”» (Mc 1,16-17).
Gesù insegna ai suoi discepoli a comunicare come lui e come il Padre. A
questo riguardo, la Dei Verbum ricorda che Gesù ordina ai suoi discepoli
di predicare il Vangelo. Questa missione comunicativa ha la sua radice nel
desiderio di Dio di comunicare e nel suo modo di comunicare amichevol-
mente. «Dio, con somma benignità, dispose che quanto egli aveva rive-
lato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e
venisse trasmesso a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore, nel quale
trova compimento tutta intera la Rivelazione di Dio altissimo, ordinò agli
apostoli che l’Evangelo, prima promesso per mezzo dei profeti e da lui
adempiuto e promulgato di persona, venisse da loro predicato a tutti
come la fonte di ogni verità salutare e di ogni regola morale, comuni-
cando così ad essi i doni divini»23.
Fedele alla parola del Padre, Gesù vive e comunica il suo piano per tutti
i suoi figli. Questa verità è trasmessa ai discepoli e ispira e guida la Chiesa
e tutti i credenti. «Ciò venne fedelmente eseguito, tanto dagli apostoli, i
quali nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia
ciò che avevano ricevuto dalla bocca del Cristo vivendo con lui e guar-
dandolo agire, sia ciò che avevano imparato dai suggerimenti dello Spirito
Santo, quanto da quegli apostoli e da uomini a loro cerchia, i quali, per
ispirazione dello Spirito Santo, misero per scritto il messaggio della sal-
vezza»24.
23 Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Ver-
bum, Città del Vaticano, 1965, n. 7.
24 Ibidem.
34

4.6 Page 36

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6 DIO CONTINUA A
COMUNICARE CON
L’UMANITÀ ATTRAVERSO
LA CHIESA
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Dio continua a comunicare con l’umanità attraverso la Chiesa, porta-
trice e custode della Sua Rivelazione, al cui Magistero soltanto Egli ha
affidato il compito di interpretare in maniera autentica la Sua parola.
Inoltre, la Chiesa stessa è communio, una comunione di persone e di
comunità eucaristiche che derivano dalla comunione trinitaria e la ri-
flettono. Quindi, la comunicazione è essenziale per la Chiesa» (La
Chiesa e Internet, n. 3).
Dopo l’approfondimento teologico e cristologico, con un approfondi-
mento ecclesiologico la Chiesa è presentata come segno di Dio nel
mondo, maestra di umanità ed educatrice del popolo di Dio in cammino
verso la redenzione.
La Chiesa, infatti, nasce dall’ascolto della Parola ed esiste per evangeliz-
zare, cioè per predicare e insegnare in tutto il mondo il Vangelo, ossia la
narrazione dell’esperienza pasquale.
La Chiesa, messaggera del Vangelo e maestra di umanità, colloca la per-
sona umana e la sua comunità al centro della sua missione. Nella sua opera
è illuminata dallo Spirito Santo, che ha guidato gli apostoli e Maria nel
cammino di annuncio del Vangelo.
Essa, inoltre, utilizza i media per evangelizzare e accompagna l’umanità
nella sua vocazione e missione nella storia della comunicazione umana.

4.7 Page 37

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v La Chiesa nasce dall’ascolto di Dio. Ascolta la Parola per poterla annun-
ciare: solo chi prima ascolta la Parola può poi diventarne l’annunciatore.
Infatti, il cristiano non deve insegnare la propria sapienza, ma la sapienza
di Dio, che spesso appare come uno scandalo agli occhi del mondo (cfr.
1 Cor 1,23).
v La Chiesa esiste per evangelizzare, cioè per predicare e insegnare. Se-
condo la testimonianza di Luca, la comunità cristiana è nata per predicare
l’esperienza pasquale in tutto il mondo (At 1,6-8; cfr. Mt 28,16-20) e si è
presentata al mondo predicando la risurrezione (At 2,14-36): il nuovo po-
polo di Dio è dedicato alla comunicazione del Vangelo. Non è un caso,
dunque, che la predicazione della fede comune sia stata anche all’origine
del processo di generazione della Scrittura. La tradizione ecclesiale ha
dato vita alla parola scritta: l’esistenza stessa della Scrittura è la prova do-
cumentale della preesistenza della predicazione. Dio ha parlato allora e
parla ancora oggi attraverso l’esperienza dei suoi testimoni, che celebrano
la loro fede nel culto e che hanno il compito di renderla pubblica.
v La Chiesa, creata dalla Parola, vive per ascoltarla. Il Dio biblico, il Dio
che parla come un amico, salva riunendo: fa dei suoi ascoltatori il suo po-
polo. Dio non ha altro modo di salvare che riunire coloro che lo ascoltano.
Il valore della vita comune, come modo di vivere la salvezza di Dio, di-
pende dalla capacità di ascolto del credente e non tanto dalla volontà di
Dio di comunicare.
v La Chiesa, messaggera del Vangelo e maestra di umanità, colloca la
persona umana e la sua comunità al centro della sua missione. Per que-
sto, è comunicatrice autorevole del progetto di Dio. La Chiesa comunica
perché essere segno del mistero di Dio nella vita e nella storia umana è
la sua missione e la sua vocazione nel mondo. Il che, a sua volta, ci per-
mette di affermare ciò che la Lumen Gentium insegna: «È venuto quindi
il Figlio, mandato dal Padre, il quale ci ha scelti in lui prima della fonda-
zione del mondo e ci ha predestinati ad essere adottati in figli, perché in
lui volle accentrare tutte le cose (cfr. Ef 1,4-5. 10). Perciò Cristo, per adem-
piere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il Regno dei Cieli e ci ha
rivelato il mistero di lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione.
La Chiesa, ossia il Regno di Cristo già presente in mistero, per la potenza
di Dio cresce visibilmente nel mondo»25.
25 Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, Città
del Vaticano, 1964, n. 3.
36

4.8 Page 38

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v La Chiesa comunica illuminata dallo Spirito Santo, che ha guidato gli
apostoli e Maria nel cammino di annuncio del Vangelo. Lo stesso Spirito
guida la Chiesa in tutti i tempi e luoghi a essere la comunità nata dalla
Pentecoste, dove la comunicazione trinitaria è l’esempio per ogni tipo di
comunicazione. Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla
terra (Gv 17,4), il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per san-
tificare continuamente la Chiesa, affinché i credenti avessero così, attra-
verso Cristo, accesso al Padre in un solo Spirito (Ef 2,18). Questi è lo
Spirito che dà la vita, sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna
(Gv 4,14. 7,38-39); per mezzo suo il Padre ridà la vita agli uomini, morti
per il peccato, finché un giorno risusciterà in Cristo i loro corpi mortali
(Rm 8,10-11).
v Il Vangelo viene comunicato da coloro che lo hanno accettato. Il conte-
nuto del Vangelo cristiano è quindi l’esperienza che l’apostolo stesso fa di
Cristo: «Ciò che vi servo non è mio. Quello che voi mangiate, io lo mangio;
quello che voi vivete, io lo vivo. In cielo abbiamo la nostra dispensa co-
mune: da lì viene la Parola di Dio»26. Evangelizza chi è evangelizzato. Questa
legge della predicazione apostolica si vede eminentemente nell’apostolo
Paolo.
v «Secondo la Chiesa la storia delle comunicazioni umane somiglia a un
lungo viaggio che conduce l’umanità “dall’orgoglioso progetto di Babele,
con la sua carica di confusione e di mutua incomprensione (cfr. Gn 11,1-
9), fino alla Pentecoste e al dono delle lingue: la restaurazione della co-
municazione si incentra su Gesù per l’azione dello Spirito Santo”. Nella
vita, nella morte e nella risurrezione di Cristo, la comunicazione fra gli uo-
mini ha trovato il suo più alto ideale e supremo modello in Dio, il quale è
diventato uomo e fratello»27.
26 Agostino, Discorso 95, n. 1.
27 Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, La Chiesa e Internet, Città del
Vaticano, 2002, n. 2.
37

4.9 Page 39

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7 MARIA, ESEMPIO DI
COMUNICATRICE
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«La beata Vergine, predestinata fino dall’eternità, all’interno del dise-
gno d’incarnazione del Verbo, per essere la madre di Dio, per disposi-
zione della divina Provvidenza fu su questa terra l’alma madre del
divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un titolo
assolutamente unico, e umile ancella del Signore, concependo Cristo,
generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, sof-
frendo col Figlio suo morente in croce, ella cooperò in modo tutto spe-
ciale all’opera del Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e
l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per
questo ella è diventata per noi madre nell’ordine della grazia» (Lumen
Gentium, n. 61).
La vergine Maria, la Madre di Gesù e della Chiesa, è modello di comuni-
cazione. Si mette al servizio di suo Figlio, lo accompagna durante tutto il
percorso della sua vita, fino alla morte e alla risurrezione.
A Cana, in Galilea, Maria è la comunicatrice delle relazioni umane.
Ai piedi della croce è la comunicatrice della fede nel progetto di Dio per
ciascuno di noi.
Nel Cenacolo, dopo la risurrezione, la vediamo silenziosamente presente
tra i discepoli di Gesù.

4.10 Page 40

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v La Vergine Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, è modello di comuni-
cazione. Maria è la comunicatrice della grazia di Dio, fin dal suo incondi-
zionato e amorevole “sì” rivolto a Colui che l’ha scelta come sua eletta.
Maria annuncia a Elisabetta che è stata prescelta per essere la madre di Gesù,
del Salvatore (Lc 1,39-56). La relazione interpersonale tra loro è un incontro
tra due donne profondamente coinvolte nell’amore di Dio. Uno scambio tra
sorelle, una comunicazione di attenzione e di cura che l’una ha per l’altra.
v A Cana, in Galilea, Maria è la comunicatrice delle relazioni umane,
dell’empatia, della sensibilità e dell’apertura. Interpreta la situazione con
fede, uscendo da se stessa e proiettandosi verso gli altri: «Nel frattempo,
venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più
vino”» (Gv 2,3). Valorizza il gruppo, sapendo vivere in comunità, parteci-
pando ai suoi riti e unendosi alla gioia degli invitati. La sua comunicazione
con Gesù e con gli ospiti della festa è caratterizzata da un’autorità amo-
revole, attiva, ferma e creativa: «La madre dice ai servi: “Fate quello che
vi dirà”» (Gv 2,5).
Maria prende l’iniziativa, fa il primo passo, dialoga, interroga, ascolta e
agisce per trovare una soluzione alla mancanza di vino. Maria, comunica-
trice esemplare, mostra una sensibilità specifica per gli altri e un atteg-
giamento attivo immediato radicato nell’ordine razionale delle cose.
v Ai piedi della croce (Gv 19,25-27), è la comunicatrice della fede nel
progetto di Dio per ciascuno di noi. Fedele all’amore che si dona al di
là di ogni logica umana, ci insegna a comunicare la redenzione di Dio
nella storia e a condividere la speranza che non finirà mai, perché attinge
la sua fonte di luce nel Cristo risorto.
v Nel Cenacolo Maria è silenziosamente presente tra i discepoli di Gesù.
Negli Atti degli Apostoli (1,14), Luca menziona l’umile presenza di Maria
durante l’effusione dello Spirito Santo. È una donna di comunione, di inte-
grazione nella comunità; si inserisce tra i discepoli come donna e come
Madre di Gesù. Maria interagisce, ascolta, prega, accompagna, partecipa
alla comunità che sta nascendo. Pur essendo la Madre di Gesù, non si pone
al di sopra dei discepoli. Comunica con la sua presenza amichevole e umile,
con il suo profondo senso della comunità.
39

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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8 SAN FRANCESCO
DI SALES: TUTTO PER
AMORE
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Del resto, una delle sue affermazioni più celebri, “il cuore parla al
cuore”, ha ispirato generazioni di fedeli (…). Esso dimostra come per
lui [San Francesco di Sales] la comunicazione non dovesse mai ridursi
a un artificio, a – diremmo oggi – una strategia di marketing, ma fosse
il riflesso dell’animo, la superficie visibile di un nucleo d’amore invisibile
agli occhi» (Messaggio del Santo Padre Francesco per la 57ma Gior-
nata Mondiale delle Comunicazioni Sociali).
La figura di San Francesco di Sales, scelto da Don Bosco come esempio
di comunicatore, insegna che comunicare è cosa del cuore.
Nella sua espressione «Tutto nella Chiesa è amore: tutto vive nell’amore,
per l’amore e dell’amore», si comprende la sua rivoluzione nel modo di
comunicare, e come la comunicazione diventi feconda quando permette
la comunione e lo scambio dei propri vissuti in un cammino di accompa-
gnamento e di collaborazione al progetto di Dio.
Con questa visione radicata nell’esperienza del dono e della gratuità del-
l’amore di Dio, Francesco di Sales ha aperto un cammino originale di spi-
ritualità, di arte comunicativa e di azione pastorale.

5.2 Page 42

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v «Tutto nella Chiesa è amore: tutto vive nell’amore, per l’amore e del-
l’amore»28. È con questa espressione che San Francesco di Sales, unico nel suo
tempo, ha dato inizio a una vera rivoluzione nel modo di comunicare. La parola
comunicazione è la chiave della teologia e della spiritualità del santo, che ha
compiuto un pellegrinaggio interiore nella ricerca saggia e amorosa di Dio29.
v La comunicazione, come chiave interpretativa della vita e della dottrina
di San Francesco di Sales, rimanda a una ricchezza e molteplicità di aspetti
che trovano il loro fondamento nella teologia del mistero trinitario, a cui
l’uomo per grazia e per vocazione è chiamato a partecipare. Francesco di
Sales incarna un modello di comunicazione che, sia nei contenuti che nelle
sue dinamiche, si ispira al Vangelo. Per lui comunicare vuol dire fare dono
di sé all’altro, farlo partecipe del proprio vissuto e stabilire autentici rapporti
di amicizia. La comunicazione è efficace, infatti, solo quando si è capaci di
creare legami, occasioni di incontro, prossimità.
La comunicazione è feconda quando permette la comunione, lo scambio
dei propri vissuti. Francesco parte da un principio fondamentale: Dio co-
munica per amore. Questo amore è dono di Dio per le sue creature, che
liberamente rispondono con spirito filiale, consegna amorosa e impegno
gioioso, che si traduce in un cammino di santità nel collaborare al pro-
getto di Dio nel mondo.
v Con questa visione radicata nell’esperienza del dono e della gratuità
dell’amore di Dio, Francesco di Sales ha aperto un cammino originale di
spiritualità, di arte comunicativa e di azione pastorale.
San Francesco è un comunicatore che ha vissuto la sua vita e ha realizzato
le sue opere con creatività e intensità. Questo dimostra la sua importante
e decisiva maniera di comunicare, che continua a essere attuale ancora
oggi: vivere una vita spirituale aperta al dinamismo interiore del cuore e
dell’anima in unione con Dio nel servizio agli altri30.
28 Francesco di Sales, Il Trattato dell’amore di Dio, Prefazione, Città Nuova, Roma, 2011, pag. 84.
29 La storia degli uomini è contrassegnata dalla loro incessante attività di ricerca. Diceva un saggio
d’Israele: «Io, Qohelet, fui re d’Israele a Gerusalemme. Mi sono proposto di ricercare ed esplo-
rare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. Questa è un’occupazione gravosa che Dio
ha dato agli uomini, perché vi si affatichino» (Qo 1,12-13).
«Il desiderio di conoscere costituisce senza dubbio una delle caratteristiche dell’essere
umano, riconosciuta già dagli antichi filosofi e da loro apprezzata, perché rende creativa, utile
e migliore l’esistenza stessa» (Pontificia Commissione Biblica, “Che cosa è l’uomo?” (Sal 8,5).
Un itinerario di antropologia biblica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2019).
30 Vincenzo Marinelli, Francesco di Sales comunicatore. Ricostruzione della teologia della co-
municazione salesiana e suo contributo per la prassi pastorale contemporanea, PUL, Roma,
2019, pagg. 26-28.
41

5.3 Page 43

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9 ABITARE
AMICHEVOLMENTE
LA CULTIRA DIGITALE OGGI
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Mentre il mondo diventa sempre più digitale e virtuale, tutti noi ab-
biamo la responsabilità di approfondire, con i nostri educatori, le linee
guida per stabilire un rapporto sano tra le persone e la tecnologia, con
una particolare attenzione alla cura per il creato, alla dignità e ai diritti,
all’etica dell’economia e della politica. L’obiettivo è custodire la Casa
Comune attraverso la fraternità, come ha proposto Papa Francesco a
partire dall’Enciclica Laudato Si’ e dal Patto Educativo Globale» (Let-
tera Camminare con i giovani nella cultura digitale, n. 13).
Abitare nella cultura digitale con stile salesiano è l’impegno primario e il
cuore di ogni attività comunicativa. Essa si svolge anzitutto seguendo il
modello della pedagogia propria di Dio: amichevolmente, con vicinanza,
accoglienza, ascolto, comunione fraterna e corresponsabilità.
L’esempio di Don Bosco, a suo agio nel cambiamento, chiede ai salesiani
di sapersi muovere al passo con i tempi, attenti ai mutamenti sociali e cul-
turali, seguendo da vicino lo sviluppo dei giovani, aperti alle scienze e alla
tecnologia in continuo progresso.
Sono per lo più gli adolescenti a vivere la realtà digitale con le sue grandi
sfide e opportunità, crescendo da protagonisti con una mentalità e compor-
tamenti tipicamente nuovi. Sono proprio loro a risentire per primi del com-
plesso scenario economico, politico e sociale che minaccia il presente e il
futuro, a vivere una spiritualità e un rapporto con Dio senza essere necessa-
riamente vincolati ai rituali o all’appartenenza a una religione specifica. Per
questo motivo, sta a noi andare a cercarli nei diversi ambienti dove vivono.

5.4 Page 44

▲back to top
v I giovani sono il cuore della missione comunicativa salesiana. Don
Bosco ha sviluppato il Sistema Preventivo, sottolineando fortemente que-
sto valore. «Lui orienta la sua opera decisamente verso la gioventù; sce-
glie consapevolmente di rendersi disponibile ad accogliere i ragazzi e i
giovani “a rischio”: una scelta che diventa criterio di impostazione del-
l’evangelizzazione per il loro totale reintegro. La priorità verso “i giovani,
specialmente i più poveri” – le parole sono di Don Bosco – è anche la no-
stra scelta determinante»31.
v Don Bosco, profondamente consapevole della realtà dinamica della
gioventù, chiese ai salesiani di sapersi muovere al passo con i tempi.
La Congregazione Salesiana, attenta ai cambiamenti sociali e culturali
delle diverse società, segue da vicino lo sviluppo dei giovani attraverso
una visione organizzativa della pastorale, con la capacità di interpretare
le realtà giovanili, cambiare i paradigmi e intraprendere il cammino della
conversione pastorale e della sinodalità.
La comunicazione si colloca in questa dinamica di ascolto dei segni dei
tempi, approfondendo i linguaggi giovanili, i codici comunicativi, la for-
mazione dei gruppi, l’uso moderno della comunicazione.
v Le scienze sociali, i documenti della Chiesa e della Congregazione Sa-
lesiana attestano che stiamo vivendo in una realtà vasta e complessa nel
mondo della comunicazione, nell’odierna era dell’informazione, di Inter-
net, delle reti sociali e dell’Intelligenza artificiale32.
La Chiesa riconosce che queste realtà, tuttavia, non riguardano tutte le
persone in tutte le parti del mondo. In molti luoghi poveri l’accesso a In-
ternet e alle reti sociali è assai precario o addirittura inesistente. Il divario
digitale è ancora presente in tanti Paesi del mondo.
Bisogna considerare il contesto generale e globale dello sviluppo della
comunicazione digitale. Occorre anche tener presente che la comunica-
zione non si limita alla sola tecnologia, ma si manifesta attraverso i rituali
umani, la cultura, l’arte e le espressioni quotidiane che le persone usano
per comunicare con gli altri nella comunità. Si deve inoltre valutare l’uso
dei mezzi tradizionali di comunicazione (radio, Tv, giornali, multimedia),
che operano digitalmente o che stanno compiendo la transizione al digi-
tale. Ci sono regioni nel mondo che, nonostante la presenza dei telefonini
31 Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di
Riferimento, Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma, 2014, pag. 64.
32 Sinodo dei Vescovi, XV Assemblea Generale, Documento finale “I giovani, la fede e il di-
scernimento vocazionale”, Città del Vaticano, 2021.
43

5.5 Page 45

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e di Internet, non hanno ancora una struttura di tecnologie dell’informa-
zione e connessioni di qualità.
Infine, in alcuni Paesi c’è un controllo della comunicazione, dei siti e delle
reti sociali da parte di governi opprimenti e illiberali. In altre parole, la
giustizia e la libertà nel mondo passano anche attraverso l’accesso alla
tecnologia della comunicazione.
v La tecnologia va di pari passo con il progresso dell’umanità, gioca un
ruolo fondamentale nello sviluppo della scienza, della conoscenza,
delle grandi scoperte, porta un immenso contributo all’istruzione, alla sa-
lute, alla democrazia, alla giustizia e alla pace. Per questo, il mondo digi-
tale è destinato a crescere, a diventare più sofisticato e più veloce,
soprattutto con l’Intelligenza artificiale. Ma è responsabilità di ogni citta-
dino e di ogni cristiano educarsi eticamente a essere protagonista nell’uso
della tecnologia per il benessere e la sicurezza dei propri figli, della fami-
glia, della comunità e della società in generale.
Per tutti questi motivi, considerando il contesto comunicativo in cui vivono i
nostri giovani, sottolineiamo l’importanza di comprendere le dinamiche della
cultura digitale per educare ed evangelizzare con efficacia e profondità.
v Gli adolescenti e i giovani vivono la realtà digitale con le sue grandi
sfide e opportunità, crescono con una mentalità e comportamenti tipi-
camente nuovi, usano un linguaggio e una logica digitali, fanno più cose
contemporaneamente, rispondono emotivamente e socialmente alla ve-
locità e all’istantaneità di Internet e risentono del complesso scenario eco-
nomico, politico e sociale che minaccia il presente e il futuro.
Tutti, comunque, siamo immersi in questa realtà a livello fisico, emotivo e
sociale. Viviamo in questo habitat digitale giorno e notte. Parliamo con le
persone al telefono, registriamo e inviamo video, facciamo acquisti, ge-
stiamo i nostri conti bancari, i documenti, viaggiamo, organizziamo i pro-
getti di lavoro, le agende aziendali, l’istruzione e l’intrattenimento.
Praticamente viviamo in una vera e propria realtà digitale. E non si può
assolutamente separare il mondo reale da quello virtuale.
v I giovani nella cultura digitale formano una rete di immagini, suoni e in-
terattività. Sono nativi di una realtà dove “reale” e “virtuale” sono una
cosa sola e dove l’immaginazione parla un linguaggio multidimensionale.
Per loro, Internet e le reti sociali sono luoghi di studio, di ricerca, di promo-
zione personale e professionale, di amicizie e di intrattenimento.
Le nuove generazioni, all’interno di questo ecosistema, stanno costruendo
la cultura digitale, con tutte le sue possibilità e le sue sfide, a livello per-
44

5.6 Page 46

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sonale e comunitario33. Vivono di fronte a minacce come l’individualismo
e il relativismo; manifestano malesseri che assumono i tratti dell’autore-
ferenzialità, dell’indifferenza, della mancanza di rispetto verso la natura,
fino ad arrivare alle varie forme di dipendenza dagli algoritmi che gesti-
scono il funzionamento di Internet; soffrono il problema della privacy,
della sicurezza e della violenza.
Il digitale rispecchia il complesso scenario economico, politico e sociale,
dove povertà, violenza, guerra, indifferenza verso gli altri, individualismo,
ingiustizie, mancanza di lavoro e crisi climatica costituiscono una minaccia
per il presente e per il futuro.
In questo contesto di grandi cambiamenti sociali e culturali a causa delle
tecnologie dell’informazione, il Vangelo continua a essere la fonte dei valori
per lo sviluppo di una comunicazione umana, fraterna e salutare. Per questo
è importante porre la comunione e la fraternità al centro di qualsiasi forma
di comunicazione, mantenendo un’etica che assicuri il rispetto della persona
umana e di tutta la comunità. Ciò è fondamentale per far sì che la comuni-
cazione sia sempre un mezzo e mai un fine.
v I giovani nella cultura digitale sono protagonisti. Loro sono nativi digi-
tali, portano sensibilità e percezione delle relazioni umane come intera-
zione; possiedono i codici culturali per entrare nell’universo dell’immagine
e del suono in modo istantaneo e veloce; conoscono la grammatica delle
parole e dei simboli per creare i loro messaggi e condividerli; hanno un
linguaggio di grande espressività emotiva, visiva e simbolica, e comuni-
cano attraverso una vera e propria enciclopedia di parole che permettono
loro di dialogare con la realtà e di dare significato alle loro sensazioni e
percezioni. Sono inoltre capaci di padroneggiare le strumentazioni tec-
nologiche di base, integrando fotografia, video, suoni e parole, pubbli-
cando i loro messaggi nei contesti ampi e complessi dei social network.
Utilizzano l’universo virtuale per navigare nei canali in cui si trovano con-
tenuti educativi, informazioni su arte, salute, politica, moda, cibo e affetti;
usano le tecnologie informatiche per studiare, lavorare, fare ricerca, creare
le loro politiche relazionali e lavorative; navigano e creano un universo
per condividere i loro sogni, le loro paure, le loro speranze e la loro visione
del futuro.
I giovani nei nostri ambienti educativi e pastorali sono dei veri e propri
33 Sinodo dei Vescovi, Documento finale della Riunione presinodale in preparazione alla XV
Assemblea Generale Ordinaria, “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, Città
del Vaticano, 2018, n. 4.
45

5.7 Page 47

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comunicatori, sia attraverso le relazioni umane e le amicizie, sia utilizzando
in modo creativo la tecnologia e le reti per studiare, ricercare, condividere
legami affettivi o la loro visione del mondo.
Molti giovani usano le tecnologie digitali per creare la propria impresa
professionale, formando reti per la promozione, il marketing, organiz-
zando gruppi per condividere idee e progetti su musica, cinema, danza,
sport, per creare reti di solidarietà e incoraggiare azioni sociali al servizio
dei più bisognosi, per promuovere l’ecologia e la pace, per impegnarsi
in cause sociali, politiche e culturali.
Molti giovani usano il digitale per diffondere la Parola di Dio, la liturgia,
la devozione ai santi, la conoscenza dei documenti della Chiesa e la di-
vulgazione delle notizie della comunità e dei gruppi.
v La grammatica comunicativa dei giovani nel digitale non segue una li-
nearità, o una gerarchia di concetti, anzi, è un linguaggio frammentato,
dove hanno valore anche i simboli e i riti.
L’intelligenza multipla ed emozionale dei giovani rivela uno stile di comu-
nicazione, il desiderio di stare sempre connessi, il senso di appartenenza
a un gruppo, la necessità di creare codici per esprimere sentimenti, emo-
zioni e modi di percepire il mondo. I linguaggi dell’arte, della musica, dei
video, dei film, ecc. parlano di interattività, immersione e istantaneità e si
sviluppano sempre, pertanto, in un ambiente, in un ecosistema di rap-
porti.
La corporeità, manifestata attraverso i cinque sensi, costituisce per i gio-
vani un canale privilegiato per comunicare e creare i propri messaggi. In
questo senso, il corpo diventa il luogo del messaggio, per cui è molto co-
mune l’uso dei tatuaggi, l’attenzione alla moda, all’estetica, alle manife-
stazioni visive esteriori. La corporeità diventa così l’espressione della
politica comunicativa di ogni giovane.
I giovani vivono una spiritualità, un rapporto con Dio, senza essere neces-
sariamente vincolati ai rituali o all’appartenenza a una religione specifica.
Proprio per questo, la comunicazione deve favorire un processo in cui i
giovani possano verbalizzare le loro esperienze del soprannaturale e di-
ventare così più coscienti del loro cammino di fede.
I giovani manifestano anche una grande sensibilità verso la cucina, la
moda e l’intrattenimento. Hanno una notevole immaginazione e una forte
espressione dei loro desideri, che si materializzano attraverso dei simboli
e diventano importanti per loro. Bisogna quindi andarli a cercare nei di-
46

5.8 Page 48

▲back to top
versi ambienti dove vivono, nel modo di mangiare il cibo che preferi-
scono, nella musica che ascoltano, ecc.
Il linguaggio dei giovani segue una logica digitale, perché il mondo digi-
tale è costituito a partire da un’enciclopedia di simboli che loro utilizzano
per comunicare (ad esempio le App).
v Questo linguaggio dà accesso a un universo di informazioni e conte-
nuti cui loro si accostano sempre in modo integrato, istantaneo e in-
terattivo (vedere un film, ascoltare musica, comprare cibo online, ecc.). I
giovani accedono a un universo di informazioni (scientifiche, educative,
di ricerca… ad esempio attraverso Google). Inoltre, utilizzano il digitale
per condividere informazioni con gli amici, con i professori, creando così
una rete di condivisione e di conoscenza, ricevendo aggiornamenti su
cosa accade nella società a livello politico, sociale, economico, religioso
e nel mondo dell’intrattenimento.
47

5.9 Page 49

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10 IL RAPPORTO TRA LA
COMUNICAZIONE E
L’AZIONE EDUCATIVA
ED EVANGELIZZATRICE
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«La nostra missione partecipa a quella della Chiesa che realizza il dise-
gno salvifico di Dio, l’avvento del suo Regno, portando agli uomini il
messaggio del Vangelo intimamente unito allo sviluppo dell’ordine
temporale. Educhiamo ed evangelizziamo secondo un progetto di pro-
mozione integrale dell’uomo, orientato a Cristo, uomo perfetto. Fedeli
alle intenzioni del nostro Fondatore, miriamo a formare “onesti citta-
dini e buoni cristiani”» (Costituzioni, art. 31).
Siamo di fronte a un capitolo chiave e corposo, dove si presentano le basi
della comunicazione in sintonia con la visione evangelizzatrice ed educa-
tiva salesiana.
Dal momento che l’essere umano vive immerso tra la ricerca del significato
della vita e del suo posto in un mondo ormai mediatico e in rete, la comu-
nicazione svolge un ruolo fondamentale a partire dall’evangelizzazione e
dall’educazione. Essa coinvolge diversi aspetti coerentemente intercon-
nessi, e pur fondandosi sui valori del Vangelo, dialoga con la cultura e le
culture, con un atteggiamento educativo, offrendo principi per una comu-
nicazione integrale. È aperta al lavoro in rete e alla collaborazione con i
laici e la Famiglia Salesiana.
Il capitolo analizza, inoltre, la metodologia della comunicazione salesiana,
l’importanza della Comunità Educativa Pastorale, del progetto pastorale
e del lavoro svolto con mentalità educativa e pastorale in accordo con gli
orientamenti del Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile.

5.10 Page 50

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v L’essere umano si pone alla ricerca del significato della vita e del suo
posto in un mondo mediatico e in rete. La vocazione della persona
umana è la sua realizzazione e la sua felicità. A tal fine, tutti sono chiamati
a rispondere responsabilmente alla propria vocazione alla vita, all’amore
e al servizio agli altri per contribuire allo sviluppo delle persone.
La costruzione della persona richiede un impegno basato sui valori umani
e cristiani come la verità, la fraternità, la collaborazione e la responsabilità
verso la vita, gli altri e l’ambiente. Purtroppo, la realtà in cui molte persone
vivono non favorisce il progresso della dignità umana, la crescita personale
e istituzionale della società. A volte, l’ambiente digitale e i mezzi di comu-
nicazione tradizionale e le ideologie che si celano in essi creano disinfor-
mazione, fake news, manipolazione e strumentalizzazione delle persone.
All’interno dell’universo comunicativo aumentano la povertà, l’individuali-
smo, il relativismo etico, l’indifferenza verso gli altri e l’ambiente, creando
una sorta di discesa agli inferi: violenza, corruzione politica, avidità dei
gruppi economici, e così via.
v In questo contesto di indebolimento di istituzioni come la famiglia e
di disgregazione sociale e culturale, i giovani sono i primi ad affrontare
crisi esistenziali, economiche ed etiche, perdendo spesso il senso della
vita e diventando semplici consumatori delle ideologie commerciali che
dominano i media e i social network in particolare.
La frammentazione esistenziale ed etica e la secolarizzazione distruggono
valori come la famiglia, le relazioni interpersonali, le tradizioni culturali e la
pratica religiosa, aumentando la distanza tra fede e cultura, rafforzando in
tal modo il cosiddetto mondo senza Dio, o post-cristianesimo.
v Gli esseri umani, tuttavia, portano nel cuore il desiderio di essere felici,
di dare un senso alla propria vita e di trovare ragioni per vivere, amare,
lavorare e avere un futuro.
Pienamente coinvolti nel mondo della comunicazione, i giovani sono alla
ricerca di linguaggi, simboli, modi di esprimere se stessi, le loro gioie e
speranze, le loro paure e incertezze. Nel loro viaggio attraverso l’immenso
universo delle reti sociali e di Internet, cercano l’amicizia, l’incontro fra-
terno, l’accompagnamento nella scoperta e nella vita della fede, la voca-
zione ad amare e a dedicarsi a un progetto esistenziale che dia gioia e
senso alla vita.
v L’evangelizzazione è la fonte e l’origine della comunicazione salesiana.
Attraverso la fede, le persone si aprono a una nuova realtà e intrapren-
dono un cammino di scoperta di significati che danno loro ragioni per vi-
49

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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vere e amare. Storicamente, il cammino di fede richiede un’apertura a
Dio, a una Persona, al Mistero.
Gesù Cristo e il suo messaggio sono il centro della proposta e della co-
municazione per i giovani di tutti i tempi: il fascino della sua persona, la
profondità del suo messaggio, l’autenticità della sua vita, la sua fedeltà al
disegno del Padre. Il suo amore per i poveri e per i peccatori non conosce
confini, la sua morte e risurrezione sono sempre il fondamento e la novità
che alimentano l’evangelizzazione e illuminano la comunicazione sale-
siana. Attraverso l’esperienza di Cristo, i giovani trovano la loro profondità
umana, sviluppano i loro doni al servizio degli altri, maturano nella comu-
nione fraterna, nell’incontro, nell’ascolto e nel senso del servizio in fami-
glia e nella comunità. Nella sua esperienza del dolore, della sofferenza e
dell’angoscia, il giovane, credendo in Cristo, trova un orizzonte di spe-
ranza e di redenzione per l’umanità.
v Don Bosco realizza un’evangelizzazione profondamente cristologica:
nell’incontro con Cristo, il giovane costruisce il suo cammino di impegno
umano e spirituale.
Il Vangelo ispira e guida l’esperienza pratica della spiritualità che si
esprime in una vita gioiosa, impegnata, creativa e al servizio degli altri.
Con il trinomio ragione-religione-amore, Don Bosco realizza a Valdocco
un’esperienza di evangelizzazione educativa, basata sul carisma salesiano,
che è un criterio per comunicare a tutti i popoli e a tutte le culture. Par-
tendo da questa antropologia cristiana che vede il giovane come un dono
di Dio, artefice del suo cammino spirituale e formativo, Don Bosco crea
un sistema originale di evangelizzazione e di educazione, instaurando un
dialogo con la cultura, coinvolgendo nel suo progetto i laici e le diverse
componenti della società, promuovendo il messaggio del Vangelo attra-
verso i suoi scritti, il Bollettino Salesiano e le arti. Questa sintesi definisce
lo stile di Don Bosco comunicatore.
v La centralità del carisma salesiano è l’opzione per i giovani, soprat-
tutto i più poveri. Questo è il dono carismatico dato a Don Bosco attra-
verso lo Spirito Santo. Questa è l’opzione principale della nostra missione
sia come educatori, sia come comunicatori.
Papa Francesco, nel suo messaggio al Capitolo Generale del 2020, ci ha
parlato dell’“opzione Valdocco” e del “carisma della presenza”, che ha
qualificato come “sacramento salesiano della presenza”. Questo significa,
prima di tutto, essere per i giovani, vivere per loro ed educarli con una
pedagogia di ascolto, di dialogo, di processi in evoluzione.
50

6.2 Page 52

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Il Papa scrive che «prima delle cose da fare, il salesiano è il ricordo vivente
di una presenza dove disponibilità, ascolto, gioia e dedizione sono le note
essenziali per risvegliare i processi. La prima chiamata è quella di essere
una presenza gioiosa e libera in mezzo ai giovani. Il nostro essere discepoli
del Signore, il nostro modo autentico e profondo di essere apostoli dei
giovani passa anzitutto attraverso il nostro “stare in mezzo alla gente”, in
modo speciale, in mezzo ai ragazzi e ai giovani. Nel termine sacramento
viene a parola l’essere della Chiesa, e dei doni di Grazia a lei affidati, per
una perpetuazione storica del Mistero Pasquale, così che la destinazione
universale dell’oblazione del Signore possa essere piena ed effettiva»34.
A – LA COMUNICAZIONE SI ATTUA A PARTIRE DAL DIALOGO
TRA EVANGELIZZAZIONE ED EDUCAZIONE
v L’evangelizzazione coinvolge diversi aspetti coerentemente intercon-
nessi, necessari affinché la comunicazione possa svolgere la sua missione
in modo completo e collaborativo. L’evangelizzazione è essenzialmente
l’annuncio esplicito della persona del Signore Gesù Cristo.
L’evangelizzazione si compone di tre aspetti fondamentali: l’esperienza di
Cristo, la testimonianza e l’annuncio. Il credente vive la vita nuova nella gra-
zia, si nutre della Parola, dell’Eucarestia, della preghiera personale e comu-
nitaria; testimonia la vocazione e la missione di servire gli altri nella carità
fraterna e nel servizio; annuncia la Persona di Cristo, il Regno; partecipa alla
missione evangelizzatrice e missionaria della Chiesa.
Vivendo, testimoniando e annunciando il Vangelo della gioia, il comuni-
catore trasmette il messaggio di Cristo e della Chiesa nel mondo, denun-
ciando tutte le ingiustizie e tutto ciò che va contro la vita e la dignità della
persona e del suo ambiente, e proclama il primato della vita e della fede
cristiana: «Io sono venuto perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in ab-
bondanza» (cfr. Gv 10,10).
v La comunicazione salesiana si ispira ai valori del Vangelo e si fonda
sulla persona di Gesù Cristo; la sua pedagogia si basa sul modo in cui
Gesù comunica con le persone, si organizza utilizzando come esempio il
34 Francesco, Messaggio ai partecipanti al Capitolo Generale dei Salesiani, 4 marzo 2020. Don
Pascual Chávez Villanueva, in un articolo per la rivista Rassegna CNOS, riprende il messaggio
di Papa Francesco sull’“opzione Valdocco” e il “carisma della presenza” e lo collega con la
terza proposta del Rettor Maggiore sul “sacramento salesiano della presenza”. Egli sottolinea
la dimensione cristologica ed ecclesiale del termine Sacramento.
51

6.3 Page 53

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modello comunitario e collaborativo e costruisce la sua metodologia co-
municativa attraverso il linguaggio, i simboli, le relazioni umane e culturali.
Inoltre, utilizza le tecnologie dell’informazione, la Rete, i social media e le
nuove tecnologie e metodologie di comunicazione sempre in dialogo con
il Vangelo e il Sistema Educativo di Don Bosco.
In questo compito, la persona di Gesù Cristo e il suo messaggio sono i
principi che guidano e illuminano l’educazione. Il Quadro di Riferimento
della Pastorale Giovanile (QRPG) afferma a questo riguardo: «Il Vangelo
è una guida nella ricerca dell’identità e del senso, un’illuminazione per la
formazione della coscienza; si presenta come un modello eccellente per
l’autenticità dell’amore e offre l’orizzonte più chiaro e impegnato per la
direzione sociale della persona»35.
Il Vangelo ispira e guida i criteri di giudizio, orienta le scelte fondamentali
della vita, illumina la coscienza etica privata e pubblica, regola i rapporti
interpersonali e fornisce indicazioni per vivere e realizzare i progetti. La
dignità della persona si eleva nell’interazione con la fede.
v In questo modo la comunicazione, in dialogo con l’educazione e
l’evangelizzazione, diventa profondamente ricca dal punto di vista an-
tropologico, offrendo principi per una visione completa della persona
umana, tracciando un percorso verso l’esperienza del divino basato sui
valori del Vangelo e sulla persona di Gesù Cristo.
v Nel suo dialogo con l’educazione e l’evangelizzazione, la comunica-
zione sociale fonda la sua proposta educativa sulla realtà esistenziale e
attuale dei giovani di tutte le società e culture.
In questo dialogo, la comunicazione trova la base per la sua psicodinamica:
chi comunica, come, perché, quali mezzi di comunicazione e mediazione uti-
lizza, quale messaggio cerca di trasmettere. Ciò significa che, a partire dai
principi e dalla metodologia dell’educazione, con tutti i suoi strumenti erme-
neutici, la comunicazione ha la missione di attingere i valori del Vangelo e di
tradurli nelle realtà socio-psicologiche dei giovani, rispettando la psicodina-
mica della crescita umana e la gradualità dei processi formativi.
v L’educazione è quindi un modo per sviluppare tutti i doni e le capacità
dei giovani, permettendo loro di essere soggetti della propria formazione
e di maturare nella psicodinamica cognitiva e affettiva. L’educazione di-
venta una vera unione, un percorso di dialogo, di confronto amichevole
che facilita la crescita integrale dei giovani.
35 Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di
Riferimento, Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma, 2014, pag. 43.
52

6.4 Page 54

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Dal punto di vista salesiano, la mediazione culturale e pedagogica deve es-
sere al servizio della persona: «Se l’educazione mette al centro la persona
curandone l’armonia delle diverse dimensioni, le strutture, o le istituzioni,
ne sono mediazioni, in risposta ai bisogni dei giovani ai quali siamo inviati
(Costituzioni, art. 26). Si riconosce pertanto la funzione preziosa di tutti gli
interventi educativi nell’educazione della fede: essi hanno il compito di at-
tivare, sostenere e mediare il processo di salvezza»36.
Con un consistente fondamento antropologico cristiano, «l’educazione
alla maturità umana e cristiana evoca più immediatamente la prospettiva
pedagogica: è un aiuto per proporre il Vangelo con realismo educativo e
pedagogico»37.
v Nel dialogo tra evangelizzazione ed educazione, i processi e le attività
svolti vanno di pari passo con i giovani. Ciò significa che il processo
educativo «si esprime nello sforzo di offrire la proposta evangelica in
modo esistenzialmente significativo, cioè di calibrarla e farla interagire
con le problematiche di vita del giovane e, più in generale, della ricerca
di senso. Poiché l’educazione è un processo ed è chiamata ad adeguarsi
continuamente al divenire sia del soggetto sia della cultura, essa deve far
percepire il senso della gradualità del cammino ed aiutare a program-
marne gli itinerari; deve saper svolgere anche una funzione critica positiva
riguardo a certe modalità di evangelizzazione che possono peccare di in-
genuità e di astrazione; saper stimolare, nella progettazione pastorale,
una indispensabile coscienza pedagogica»38. In questo modo, «l’evange-
lizzazione sembra attraversata dalle istanze dell’educazione, ove può ri-
suonare il Vangelo di Gesù Cristo, come condizione perché esso sia
accolto nella sua verità»39.
v Il fondamento teologico pastorale del dialogo tra evangelizzazione ed
educazione salesiana è un aspetto fondamentale dell’identità e della me-
todologia della comunicazione sociale salesiana.
La pastorale giovanile salesiana costituisce la base di questo dialogo e
guida il rapporto tra azione educativa e azione evangelizzatrice. Questo
fondamento si basa sulla «centralità della persona nell’antropologia cri-
stiana con implicazioni educative». «L’educazione viene assunta nella sua
accezione ampia e comprensiva: come crescita della persona e come in-
36 Ibidem, pag. 60.
37 Ibidem, pag. 61.
38 Ibidem, pag. 62.
39 Ibidem.
53

6.5 Page 55

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sieme di mediazioni che si mettono al suo servizio per renderla consape-
vole della sua identità, aiutarla ad abbracciare quanto di buono ha posto
il Creatore in essa, e aprirla al senso e al mistero». Pertanto, si afferma
chiaramente la «centralità dell’educazione come mediazione privilegiata
a servizio delle persone»40.
B – LA COMUNICAZIONE IN DIALOGO CON LA CULTURA
v La comunicazione al servizio dell’evangelizzazione si colloca in un mo-
vimento di continua inculturazione del messaggio cristiano nelle varie
realtà della vita comunitaria. Ciò significa che la comunicazione dialoga
con principi biblici ed educativi come la pedagogia dell’ascolto, del dia-
logo, dell’accoglienza, del discernimento e della sinodalità.
v La Chiesa, nel documento conciliare Gaudium et Spes, esprime chiara-
mente come essa, attraverso il tempo e la storia, abbia utilizzato le categorie
filosofiche e antropologiche dei grandi pensatori per costruire un dialogo tra
il Vangelo e le realtà umana e culturale, dimostrando il dinamismo e la propria
apertura al dialogo tra fede e ragione, religione e cultura, Chiesa e società.
Afferma il documento che la Chiesa «fin dagli inizi della sua storia, imparò
ad esprimere il messaggio di Cristo ricorrendo ai concetti e alle lingue dei
diversi popoli; inoltre si sforzò di illustrarlo con la sapienza dei filosofi: e ciò
allo scopo di adattare il Vangelo, nei limiti convenienti, sia alla comprensione
di tutti, sia alle esigenze dei sapienti»41.
v La Chiesa, considerando le diversità culturali nelle quali è chiamata a
evangelizzare, sa valorizzare la cultura e la storia delle persone di ogni
luogo, stabilendo una metodologia evangelizzatrice fondata sul concetto
di inculturazione del Vangelo: «Così, infatti, viene sollecitata in ogni po-
polo la capacità di esprimere secondo il modo proprio il messaggio di
Cristo, e al tempo stesso viene promosso uno scambio vitale tra la Chiesa
e le diverse culture dei popoli»42.
40 Ibidem, pag. 60.
41 Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contempo-
raneo, Gaudium et Spes, 1965, Città del Vaticano, n. 44.
42 Ibidem.
54

6.6 Page 56

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C – UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE PER DIALOGARE
CON IL DIGITALE
v Negli ultimi trent’anni sono stati pubblicati molti studi sugli aspetti
psicologici, filosofici, sociali ed educativi del digitale e del virtuale. As-
sistiamo a un costante dibattito che mette in dubbio se veramente stiamo
vivendo il primato delle tecnologie, se il mondo virtuale stia diventando
una nuova religione, se possiamo continuare a vivere immersi nell’habitat
digitale senza un’etica che ci offra sicurezza, libertà, responsabilità e giu-
stizia43.
È importante rilevare che una delle grandi sfide evidenziate dagli studiosi
del digitale e del virtuale è come stabilire un solido dialogo a livello epi-
stemologico con le varie scienze. Ci sono tentativi di dialogo, per esem-
pio, tra filosofia e virtualità, psicologia e Intelligenza artificiale, teologia e
neuroscienza. È esattamente a questo punto che troviamo grandi impasse
e grandi sfide. Ad esempio, l’Intelligenza artificiale dialoga molto bene
con la neuroscienza, perché favorisce la relazione del cervello umano con
la logica digitale e virtuale. Questo rapporto incoraggia la logica dell’au-
tomatizzazione, ma trova un ostacolo molto serio riguardante il libero ar-
bitrio della persona, della coscienza, della libertà.
È importante scoprire come stabilire un dialogo tra l’antropologia, la filo-
sofia, la psicologia umanistica, cognitiva, la libertà, la coscienza, il libero ar-
bitrio, soprattutto nel caso della psicoanalisi (il ruolo dell’inconscio), con le
neuroscienze e l’Intelligenza artificiale. Sarà una grande sfida per il futuro44.
v Nel contesto della trasformazione digitale e dell’uso dell’Intelligenza
artificiale, la tecnologia non è mai neutrale. Il virtuale emerge all’interno
del complesso universo dello sviluppo del capitale, della politica, delle
diverse ideologie dei gruppi, del dominio di aziende che attraverso le loro
ricerche hanno il controllo della struttura, dell’organizzazione e dei con-
tenuti di Internet e delle reti sociali.
In conclusione, tutto è connesso: il sistema tecnologico, quello econo-
mico, la salute, l’educazione, la sicurezza, il conflitto di interessi tra lo Stato
e le aziende45. In questo contesto, la questione dell’etica è fondamentale.
43 Carlo Bordoni (a cura di), Il primato delle tecnologie. Guida per una nuova iperumanità,
Mimesis, Milano, 2020.
44 Byung-Chul Han, Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale, Einaudi, Torino, 2022.
45 Shoshana Zuboff, Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi
poteri, Luiss, Roma, 2019.
55

6.7 Page 57

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La tecnologia nasce e si sviluppa all’interno del capitale e della finanza.
Lo smisurato divario tra nazioni economicamente avanzate e quelle in
estrema povertà porta necessariamente a questioni che riguardano i diritti
umani, il grande conflitto tra l’individuo e il sistema.
v Più recentemente, l’Intelligenza artificiale ha aperto nuovi orizzonti met-
tendo in relazione la persona con la tecnologia. Alcuni autori riflettono
sulla necessità urgente di un’etica per l’Intelligenza artificiale46. Inoltre, in un
contesto planetario, ci sono discussioni di base che coinvolgono l’ecosistema
umano e naturale e il suo rapporto con la persona umana e la tecnologia.
Ciò vuol dire che la questione digitale non può essere pensata al di fuori
dello sviluppo umano e della sua relazione con l’ecologia.
Ma la questione fondamentale – anziché determinare semplicemente che
l’umanesimo è stato superato e che stiamo entrando in una nuova era, il post-
umanesimo, dove la tecnologia ci aiuterà a risolvere i grandi problemi del-
l’umanità – è umanizzare e trovare un’etica per il rapporto tra persona umana
e tecnologia, la cura per il creato, la dignità e i diritti umani, rinnovare l’eco-
nomia e la politica, custodire la Casa Comune, la fraternità e la cooperazione,
la tecnologia e l’ecologia integrale, come ha proposto Papa Francesco a par-
tire dalla Laudato Si’47 e dal Patto Educativo Globale48.
v Considerato il continuo sviluppo della comunicazione, emerge un com-
pito fondamentale per i ricercatori e gli studiosi delle varie scienze:
quello di trovare un centro comune per dialogare e stabilire un’etica per
la tecnologia, l’informazione e il digitale, affinché questa realtà sia inserita
all’interno di una visione di sviluppo completo, e non soltanto in una vi-
sione di capitale e di lucro. In questo senso, afferma con chiarezza padre
Paolo Benanti: «Nella relazione tra essere umano e macchina, il vero co-
noscitore e portatore di valore è la parte umana. La dignità umana e i di-
ritti umani ci dicono che è l’essere umano che deve essere protetto nel
rapporto tra essere umano e macchina». Pertanto, ripensare l’umano ri-
chiede uno studio interdisciplinare più ampio, in modo che si possa tro-
vare un cammino per integrare la tecnologia e il digitale nell’educazione
delle future generazioni.
46 Paolo Spaviero, L’etica alla prova delle neuroscienze. Sfide e opportunità per la teologia
morale, Cittadella Editrice, Assisi, 2020.
47 Francesco, Lettera Enciclica Laudato Si’ sulla cura della casa comune, Città del Vaticano, 2015.
48 Francesco, Messaggio per il lancio del Patto Educativo Globale, Città del Vaticano, 12 set-
tembre 2019.
56

6.8 Page 58

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v Attualmente ci sono alcuni ricercatori che studiano il rapporto tra an-
tropologia e digitale. Essi propongono un’interpretazione del digitale par-
tendo dai fenomeni antropologici e culturali, ad esempio il linguaggio e i
suoi codici, come elementi fondamentali per la comunicazione virtuale.
Altri studi approfondiscono i simboli come metafora del linguaggio digi-
tale, i riti sociali della vita quotidiana (dialogo, incontri, riunioni) come un
modo per stabilire un’interattività.
Nel grande mosaico del mondo online, troviamo una vera rete di elementi
socio-culturali che sono caratteristiche proprie delle persone. Quando
parliamo di moda, cibo, musica, giochi, stiamo parlando di aspetti antro-
pologici, cioè di come comprendere la persona all’interno della sua cul-
tura. Uno dei segmenti di ricerca che cresce molto in questa area è la
digital ethnography e la netnography.
v La base del dialogo interdisciplinare oggi dipende da un’epistemolo-
gia che coinvolga la filosofia, l’antropologia, l’etica, la psicologia e gli
studiosi del mondo digitale e dell’Intelligenza artificiale.
Il futuro della comunicazione digitale, di Internet e dell’Intelligenza artifi-
ciale dipenderà molto dalla presenza di un’etica che garantisca alla per-
sona umana un’integrazione con la tecnologia in maniera responsabile a
livello personale, sociale e mondiale.
D – LA COMUNICAZIONE COME FAMIGLIA SALESIANA
E IN RETE CON I LAICI
v Comunichiamo come una grande Famiglia Salesiana. Don Bosco, nostro
padre, aveva un’abilità comunicativa innata e ha posto la comunicazione al
servizio dell’educazione e dell’evangelizzazione. Seguendo questa strada,
oggi noi procediamo come Famiglia Salesiana in un vasto movimento di per-
sone orientate dallo stesso dinamismo pastorale e apostolico.
Nelle nostre case, nelle scuole, nelle opere sociali, nelle università e nelle
parrocchie, possiamo contare su un materiale mediatico ampio e molto
variegato, che esprime la nostra creatività e la nostra cultura in tutte le
Regioni della Congregazione.
La Famiglia Salesiana applica la comunicazione sociale nel contesto del
mondo contemporaneo, dove essa permea tutti gli aspetti della vita
umana, sociale e culturale; riaffermando la fedeltà alla ricchezza profetica
di Don Bosco come risposta di fedeltà al piano di Dio a partire dai tre am-
57

6.9 Page 59

▲back to top
biti nei quali è intervenuto: la promozione umana, l’educazione, l’evan-
gelizzazione.
I membri della Famiglia Salesiana, in relazione alla loro vocazione e alla
loro missione nelle diverse realtà, formano una rete di comunicazione a
servizio del carisma. L’unità carismatica della Famiglia Salesiana, nella va-
riegata composizione di doni e servizi, è testimone che la comunicazione
è frutto di un’esperienza di comunione, fraternità e preparazione umana,
pastorale e professionale da attuare nelle diverse aree della comunica-
zione sociale e nelle diverse culture.
v La comunicazione salesiana ha luogo attraverso una rete di persone
che comunicano a partire dalla spiritualità e dalla pedagogia salesiane,
con la loro propria metodologia. La rete si costituisce partendo da valori
condivisi, dalla visione di insieme, dalla collaborazione e dall’impegno co-
mune a favore della missione. Considerando che la comunicazione in rete
è un’espressione di lavoro collaborativo, è fondamentale che nella comu-
nità educativa e pastorale i salesiani e i laici possano lavorare insieme per
comunicare in modo sinergico e collaborativo.
v La missione salesiana condivisa attraverso la comunicazione tra sale-
siani e laici appare oggi una necessità vitale. Questo significa stabilire
con i laici, prima di tutto, un approfondimento della base scientifica tra le
dimensioni carismatica ed educativo-pastorale, con la conoscenza e
l’esperienza educativa dei laici nelle diverse aree di loro competenza. In
altre parole, per favorire una corresponsabilità nella missione educativa
nel campo della comunicazione, i laici devono approfondire la dimensione
antropologica, psicologica ed educativa della nostra pedagogia, in modo
che siano capaci di integrarne i valori.
Nel mondo digitale, la costruzione e il complesso aspetto dei fenomeni
educativi dell’età presente richiede un lavoro collaborativo con i laici e
con i giovani. È fondamentale che in quest’esperienza vengano valorizzate
la vocazione e la missione dei laici, sia nella Chiesa, sia nella comunità
educativo-pastorale.
La gestione condivisa con i laici deve essere motivata dalla vocazione e
dalla loro missione nel mondo della cultura e della società. Soprattutto
oggi, nell’era dell’informazione e della comunicazione digitale, ci sono
tanti laici che hanno una conoscenza tecnica e professionale della comu-
nicazione molto elevata. È nostra missione animare e coinvolgere i laici
per collaborare nell’implementazione di una comunicazione di grande
qualità e professionalità.
58

6.10 Page 60

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E – LA METODOLOGIA DELLA COMUNICAZIOME SALESIANA
v La metodologia della comunicazione salesiana si alimenta del Vangelo.
È essenzialmente il modo in cui il comunicatore si relaziona con le per-
sone, con la loro cultura e il loro mondo.
Quando ci proponiamo di comunicare partendo dalla chiamata della
Chiesa e della Congregazione, che è quella di evangelizzare ed educare
i giovani, la metodologia deve necessariamente seguire il modo in cui la
Chiesa, attraverso i suoi insegnamenti e le sue esperienze, ci guida. Que-
sto significa che, per collaborare con la missione salesiana, la comunica-
zione, in tutte le sue espressioni e modalità di creare, condividere e
divulgare l’informazione, deve porre le proprie fondamenta nel modello
educativo salesiano, che ha una visione antropologica ampia della per-
sona umana, valorizza la personalizzazione dei contenuti, la costruzione
come persona, il protagonismo, la psicodinamica della crescita integrale,
dove i valori evangelici e cristiani sono i fondamenti. L’educazione richiede
la mediazione umana, che si attua con il linguaggio, l’uso dei media, la
comunicazione, la quale costruisce la sua metodologia a partire dall’edu-
cazione salesiana.
v La pastorale salesiana è espressione del carisma e della metodologia
del Sistema Preventivo di Don Bosco. Dal momento che si situa all’in-
terno della pastorale salesiana, la comunicazione è essenzialmente edu-
cativa. Per questa ragione, la comunicazione è al servizio della missione
salesiana, come afferma il Quadro di Riferimento della Pastorale Giova-
nile: «Si riconosce pertanto la funzione preziosa di tutti gli interventi edu-
cativi nell’educazione della fede: essi hanno il compito di attivare,
sostenere e mediare il processo di salvezza»49.
Sulla base di questa visione teologica, cristologica e salesiana della co-
municazione, comunichiamo attraverso una pedagogia educativa costruita
a partire da vari processi, per collaborare con le persone, per dare vita a
un ambiente, per sistematizzare gli itinerari formativi, per organizzare e
creare strutture per l’educazione.
v La comunicazione salesiana porta con sé una grande ricchezza umana
e un approccio a tutto campo nella dimensione della psicodinamica,
perché la comunicazione coinvolge aspetti cognitivi e affettivi sia nel pro-
49 Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di
Riferimento, Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma, 2014, pag. 60.
59

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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cesso di relazione che in quello di apprendimento. Essa implica le que-
stioni del linguaggio, della metodologia di apprendimento, della psico-
dinamica del rapporto umano, del modo in cui i giovani esprimono la loro
immaginazione creativa attraverso simboli culturali e artistici sempre
nuovi. Pertanto, le mediazioni pedagogiche e culturali sono fondamentali
per la realizzazione della comunicazione sociale.
v Ispirata al trinomio del Sistema Preventivo – ragione, religione e
amore – la comunicazione salesiana è profondamente giovanile: il gio-
vane è la priorità della missione educativa; l’ambiente è un elemento
chiave del modo di comunicare; la presenza degli educatori come amici
dei giovani costruisce un rapporto di fiducia e di amicizia; il protagonismo
dei giovani si manifesta come responsabilità e impegno creativo; le arti –
come la musica, il teatro, la danza, la letteratura, la pittura, la produzione
musicale, i video, la fotografia – e lo sport favoriscono una metodologia
pratica, semplice e interattiva, dove la comunicazione è integrata nel pro-
cesso educativo.
Le esperienze vissute dai giovani, come lo studio, le celebrazioni, le feste,
lo sport, le arti e le attività di servizio agli altri e alla comunità, diventano
momenti significativi che, condivisi su Internet e sui social network, rap-
presentano messaggi di apostolato giovanile.
v Integrata nel corpo della pastorale salesiana, la comunicazione opera in
modo interdisciplinare, collocandosi al servizio della missione. Questa vi-
sione si concretizza attraverso la mentalità progettuale, il lavoro in sinergia
e nell’elaborazione e realizzazione del progetto ispettoriale di comunica-
zione. In questo modo, è strutturata e organizzata all’interno del progetto
educativo pastorale dell’Ispettoria. «Nella pastorale giovanile le diverse at-
tività e i diversi interventi sono attuati con un’unica e identica finalità: la pro-
mozione integrale dei giovani e del loro mondo, superando una pastorale
settoriale e frammentata. Questo obiettivo si raggiunge con la comunione
operativa attorno alle grandi finalità, ai criteri di azione e alle scelte prefe-
renziali dei fattori che intervengono nell’azione pastorale, per creare tra loro
collegamento e interrelazione»50.
v La comunicazione si sviluppa all’interno del Quadro di Riferimento della
Pastorale Giovanile come una dimensione che attraversa tutta l’azione
educativo-pastorale, allo stesso livello delle altre opere salesiane. Possiamo
50 Ibidem, pag. 176.
60

7.2 Page 62

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parlare pertanto di “educare comunicando” e “comunicare educando”. Un
binomio che caratterizza lo stile salesiano di evangelizzare ed educare.
v Il piano di comunicazione elaborato d’accordo con gli orientamenti
del Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile esprime una vi-
sione integrata di pastorale, una metodologia con mentalità proget-
tuale, un modo sicuro di realizzare la missione in maniera sinergica,
collaborando così con la pedagogia e la metodologia della comunica-
zione e con la pastorale salesiana. In questo senso, affinché un piano di
comunicazione sia efficace, deve essere sviluppato e concordato con
l’Ispettore e il suo Consiglio, perché un’organizzazione non può compor-
tarsi in un modo e parlare in un altro. La comunicazione esprime la cultura
dell’Ispettoria e quindi non può essere un “cane sciolto” non collegato al
POI e al PEPS Ispettoriale. Si tratta di un’attività che appartiene alla mis-
sione e, attraverso la gestione di processi e prodotti, mira a creare e a raf-
forzare gli ambienti salesiani di comunicazione. Tocca a ogni Ispettoria, a
partire della sua cultura, realtà e tradizione, pianificare ed elaborare il suo
PEPS e i documenti di comunicazione. All’interno dell’unica missione, la
comunicazione salesiana si propone sempre un lavoro di coordinamento,
in sintonia con gli altri settori della missione salesiana, e la realizzazione
della comunicazione con una mentalità progettuale.
La comunicazione nelle nostre Ispettorie deve mirare a trasmettere la
“personalità” della nostra istituzione e i valori che la sottendono: è un
passaggio indispensabile per raggiungere tutti. Preferire una comunica-
zione trasparente, manifestare sempre con chiarezza la propria identità,
le opinioni, le iniziative, è una scelta saggia, anzi, di più, è un atto di
grande coraggio.
L’identità è (ri)costruita attraverso processi comunicativi. Ciò che chia-
miamo identità è tessuta attraverso il dialogo con gli altri sul nostro modo
di fare per capire la realtà, su cosa facciamo e sul perché lo facciamo. E
questo non vuol dire circondarsi di pregiudizi, stereotipi e comode idea-
lizzazioni, ma considerare la realtà per quello che è.
v Per realizzare la missione salesiana oggi, è fondamentale che la rifles-
sione, la programmazione e l’azione educativo-pastorale siano portate
avanti a partire da una visione trasversale, aperta e sinodale. Dal momento
che il nostro modo di comunicare è sinergico, è fondamentale che i diversi
settori (il settore della Comunicazione, insieme a quelli della Pastorale
Giovanile, della Formazione, della Missione e dell’Amministrazione) con-
dividano la missione salesiana, creando un percorso creativo e professio-
61

7.3 Page 63

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nale di riflessione, invitando laici esperti in comunicazione e in pastorale,
per mantenere un dialogo con i fenomeni della cultura digitale51.
v Nell’elaborazione del progetto di comunicazione, a partire dal QRPG,
è fondamentale che la comunicazione sociale possa offrire una base
teologica, antropologica, psicologica, biblica, salesiana e pastorale per
illuminare, guidare e implementare il modo, lo stile e l’organizzazione del
progetto di comunicazione nelle varie Ispettorie e presenze salesiane a
livello mondiale.
51 Settore per la Comunicazione Sociale, Lettera “Camminare con i giovani nella cultura digi-
tale”, n. 10, ACG, Valdocco, 2023.
62

7.4 Page 64

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11 IL SISTEMA PREVENTIVO
COME SPINTA PASTORALE
E COMUNICATIVA
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«La pratica del Sistema Preventivo esige da noi un atteggiamento di
fondo: la simpatia e la volontà di contatto con i giovani» (Costituzioni,
art. 39).
Il Sistema Preventivo è nato dall’esperienza diretta di Don Bosco e dei
primi salesiani: uno stile e una spinta comunicativa che si esprimono at-
traverso un ambiente educativo, la presenza amichevole, il protagonismo
dei giovani e un progetto di vita cristiana che unisce la spiritualità alla pe-
dagogia e alla pastorale.
Questo metodo, che ha come indirizzo la prevenzione di fronte alle de-
bolezze giovanili, si fonda su alcuni principi alla base dell’esperienza spi-
rituale del comunicatore.
Si analizza come il Sistema Preventivo dialoghi con la dinamica comunica-
tiva del digitale, con gli aspetti che sono a esso direttamente collegati,
cioè l’interattività, l’istantaneità e l’immersione e con le nuove problema-
tiche legate allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale.
Viene infine sottolineata l’importanza dell’arte e di tutti i linguaggi artistici
e delle modalità espressive dei giovani.

7.5 Page 65

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v Il Sistema Preventivo è nato dall’esperienza diretta di Don Bosco e dei
primi salesiani con i giovani a Valdocco, in una sintesi profondamente
umana, fondata sui valori del Vangelo e degli insegnamenti della Chiesa.
In quel luogo Don Bosco, sia come educatore che come comunicatore,
ha dato inizio a uno stile comunicativo capace di esprime i valori del Si-
stema Preventivo: un ambiente educativo, la presenza amichevole, il pro-
tagonismo dei giovani e un progetto di vita cristiana.
v La comunicazione salesiana si sviluppa dal principio cardine della mis-
sione carismatica al servizio dei giovani e trae ispirazione dall’originalità
educativa di Don Bosco, che consisteva nella sua carità pastorale, concre-
tizzandosi nell’amore e nella predilezione per i giovani più poveri.
Don Bosco ha un obiettivo molto chiaro, che è quello di far sì che ogni gio-
vane si senta amato da Dio, risponda alla chiamata a vivere nella sua grazia
e misericordia, faccia il bene, compia i propri doveri e viva nella gioia. A tal
fine, ha creato un vero e proprio ecosistema salesiano incentrato sulla carità
pastorale (che è spiritualità, pastorale e pedagogia). La spiritualità si mani-
festa nella proposta di vita cristiana (si tratta di cercare la salvezza dei gio-
vani, vivendo il “Da mihi animas), nella pedagogia (che si traduce in un
metodo di insegnamento pratico) e nella pastorale (che si attua nel progetto
educativo di promozione totale dell’individuo).
v La comunicazione salesiana si ispira al Sistema Preventivo, incarnazione
dello spirito salesiano per partecipare e collaborare con il progetto edu-
cativo di promozione integrale presente nella proposta di evangelizza-
zione per i giovani nei diversi contesti sociali e culturali.
v La carità pastorale di Don Bosco nel vivere la sua missione per i giovani
poveri nasce dal cuore e dall’esempio di Cristo Buon Pastore, ed è ri-
ferimento attuale per tutti i comunicatori, sia a livello di atteggiamento
che a livello di prassi comunicativa.
La sua carità educativa si manifesta nella sua profonda sensibilità e nella sua
capacità di sostegno umano. Don Bosco ha capito che l’educazione è una
questione di cuore, e per questo ha creato uno stile educativo che nasce
dall’amore, che crea relazioni interpersonali e comunitarie, che favorisce
l’apertura dei giovani a se stessi e agli altri. Un caposaldo che permette di
conoscere i propri doni e le proprie capacità al fine di avviare i giovani al
servizio degli altri, di sperimentare l’arte, l’apprendimento professionale e
la liturgia come modi per esprimere la propria vita interiore e di collaborare
affinché l’ambiente sia caratterizzato da fiducia, amicizia e vera condivisione
fraterna, come frutto di una vita vissuta nella grazia di Dio.
64

7.6 Page 66

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Questo stile assicura originalità e identità al comunicatore salesiano. Questo
modo autentico e creativo di vivere la spiritualità e lo stile educativo defi-
niscono l’identità carismatica salesiana e il nostro modo di comunicare. «Lo
spirito salesiano, ispirato dallo stile del Buon Pastore, qualifica la nostra spi-
ritualità e la nostra azione educativo-pastorale. Questo spirito si trova in-
carnato, in primo luogo, in Don Bosco. Egli e la missione che da lui è
derivata sono il nostro punto di riferimento storico-carismatico»52.
v Don Bosco come comunicatore-educatore è pienamente consapevole
della realtà della persona umana, delle esigenze del cuore del giovane
e della sua sensibilità nella formazione umana e cristiana. La carità pa-
storale di Don Bosco è pedagogica: rispetta la dinamica della crescita
umana, il modo di essere di ogni giovane, la sua storia, i suoi talenti e le
sue possibilità, l’importanza di stabilire norme educative che favoriscano
il bene di ciascuno.
v La visione comunicativa ecosistemica di Don Bosco, che cerca sempre
di collegare le dimensioni spirituale, pedagogica e pastorale, si apre a
una realtà familiare tipica, dove la presenza del padre (educatore), dei figli
(educandi), della madre (Maria Santissima), degli educatori (laici), forma
un mosaico salesiano molto originale.
Il Sistema Preventivo coinvolge l’educatore e la comunità nella realizza-
zione simultanea dei processi e delle azioni che permettono la pratica pe-
dagogica e spirituale integrata del Sistema stesso.
v La coerenza teologico-spirituale e pedagogica dell’ecosistema sale-
siano del Sistema Preventivo è costantemente alimentata dall’esperienza
di vita, dai processi educativi condivisi, dalle azioni concrete, dalla pro-
grammazione e dall’organizzazione. Da qui la necessità di un progetto
educativo pastorale per la comunicazione, fondato in questo primato del
Sistema Preventivo che «ispira un progetto educativo di promozione in-
tegrale presente nella proposta di evangelizzazione per i giovani nei di-
versi contesti. Mette in luce, allo stesso tempo, la ricchezza umanistica e
il cuore essenzialmente religioso del Sistema, nel dinamismo di ragione,
religione, amorevolezza. Il Sistema Preventivo diventa metodo per
l’azione, caratterizzata dalla centralità della ragione, ragionevolezza delle
richieste e delle norme, flessibilità e persuasione delle proposte; della
centralità della religione, intesa come sviluppo del senso di Dio insito in
52 Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di
Riferimento, Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma, 2014, pag. 78.
65

7.7 Page 67

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ogni persona e sforzo di portarvi la bellezza della buona notizia; della cen-
tralità dell’amorevolezza, amore educativo che fa crescere e crea corri-
spondenza»53.
v Consapevole della realtà umana dei giovani, delle loro virtù e fragilità,
dei valori culturali, ma anche di ciò che può strumentalizzarli e allontanarli
dal loro cammino formativo, Don Bosco ha definito la prevenzione come
un aspetto fondamentale nel modo di educarli.
La prevenzione è direttamente legata alla ragione, all’importanza di rico-
noscere i sentimenti, le intenzioni e i loro desideri e di saper interpretare
questa realtà umana e sociale con il dialogo, l’accoglienza, la pazienza,
trovando la strada della fiducia, della ricostruzione della persona, dello
sguardo positivo e ottimista verso ogni giovane. Questo sguardo preven-
tivo dell’educatore salesiano è proattivo, propositivo: offre ai giovani la
possibilità di crescere, di impegnarsi, fornisce strumenti e mezzi per la
loro formazione umana, artistica e professionale. L’educazione salesiana
crede nel potenziale interiore dei giovani.
A – IL SISTEMA PREVENTIVO COME SPIRITUALITÀ SALESIANA
E SORGENTE PER LA COMUNICAZIONE
v Il Sistema Preventivo è una proposta originale della spiritualità sale-
siana, che a sua volta è una vera e propria rilettura del Vangelo, capace
di unificare i gesti e i comportamenti che caratterizzano l’esistenza cri-
stiana. È sorgente e ispirazione per la comunicazione: il trinomio ragione,
religione, amorevolezza, articolazione della carità pastorale e anima del
Sistema Preventivo, non solo dice il progetto educativo di formazione in-
tegrale e nemmeno è soltanto il metodo pratico che l’educatore deve uti-
lizzare, ma rivela anche i tratti fondamentali di una spiritualità da scoprire,
vivere e rinnovare continuamente.
v La spiritualità salesiana si fonda su alcuni principi che sono la base per
l’esperienza spirituale del comunicatore. Spicca il primato della gratuità
di Dio: è nel mistero dell’amore di Dio che troviamo la fonte, il centro e
la meta della vita cristiana. Segue l’incontro con Cristo, il Vangelo di Dio,
l’amico e il Redentore dell’umanità. Infine, si realizza nella vita nello Spi-
53 Ibidem, pagg. 82-83.
66

7.8 Page 68

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rito, al quale il giovane, consapevole di questo dono, risponde con libertà
interiore e impegno a vivere da buon cristiano.
v La comunicazione ha nella spiritualità salesiana un riferimento fonda-
mentale a Dio che orienta la sua azione, iniziando dalla vocazione cri-
stiana di ogni giovane. Nell’esperienza del Battesimo, della Cresima e
del sentirsi membro della Chiesa particolare e universale, i giovani speri-
mentano il dono di sé e l’appartenenza alla famiglia dei battezzati che vi-
vono come sale della terra e luce del mondo in tutte le nazioni.
Con l’intervento materno di Maria, lo Spirito Santo ha dato origine al-
l’Opera salesiana. Come Madre del Figlio di Dio e Ausiliatrice dei cristiani,
Maria guida ed educa a una vita piena nella redenzione di suo Figlio.
La vita è un dono e un servizio, per questo la spiritualità salesiana è al ser-
vizio degli altri, specialmente i più bisognosi, dell’impegno per la giustizia
e la pace, dell’ecologia integrale, della dedizione nel lavoro, della com-
prensione del multiculturalismo e del modo cristiano di vivere in una cul-
tura digitale54.
v Il Sistema Preventivo è nato e maturato da un’esperienza evangelica
concreta e incarnata nella realtà dei giovani poveri55. Il punto è che, da
questa visione, il Sistema Preventivo offre una profonda base di spiritualità
e di pedagogia, permettendo all’educatore di sviluppare un dialogo con
le diverse scienze della comunicazione. Inoltre, attraverso la sua profonda
base antropologica cristiana, il Sistema Preventivo è una vera grammatica
di psicodinamica cognitiva e affettiva per entrare nel mondo dei giovani:
linguaggio, sentimenti, rapporto umano.
v Sono vari gli aspetti del Sistema Preventivo che offrono un’antropo-
logia educativa salesiana per la comunicazione: l’accoglienza incondi-
zionata dell’altro come dono di Dio; la presenza effettiva dell’educatore
tra i giovani; la condivisione della loro vita quotidiana e dei loro interessi;
la certezza di Don Bosco che «in ogni giovane c’è un punto accessibile al
bene»; l’uso costante della ragione, che significa ragionevolezza delle ri-
chieste e delle norme e personalizzazione del rapporto educativo; il rife-
rimento alla religione, condividendo con i giovani l’annuncio di Gesù e
del suo messaggio di salvezza, attraverso azioni, parole e proposte con-
crete; il tratto dell’amorevolezza, che si esprime nell’attenzione ai bisogni
reali delle persone e nella cura di un ambiente accogliente; il coinvolgi-
54 Ibidem, pagg. 92-99.
55 Ibidem, pag. 79.
67

7.9 Page 69

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mento del giovane come primo responsabile e protagonista della propria
formazione.
v Considerando i vari contesti di diversità religiosa e culturale, il comu-
nicatore salesiano, guidato dal Sistema Preventivo, si impegna nel dia-
logo ecumenico con i giovani di altre religioni e credenze e anche con
quelli che non professano esplicitamente la fede. Sulla base dei valori del
Sistema Preventivo, come la gentilezza, l’accoglienza, la gioia, l’ambiente,
le arti, la solidarietà e la professionalità, il comunicatore salesiano sa ri-
spondere alle diverse realtà interculturali con una visione aperta, dinamica
e accogliente.
B – COMUNICARE NELL’ECOSISTEMA DIGITALE A PARTIRE
DAL SISTEMA PREVENTIVO
v La comunicazione, partendo dalla proposta spirituale, educativa e pasto-
rale del Sistema Preventivo, cerca di realizzare il dialogo continuo tra
quest’ultimo e il mondo digitale. È importante sottolineare che nell’intera-
zione che si sviluppa partendo dai valori del Sistema Preventivo di Don
Bosco, si instaura un dialogo fondamentale con la dinamica del digitale, per
stabilire criteri di accompagnamento e di formazione dei giovani.
La comunicazione salesiana non mette in opposizione la presenza fisica e
l’esperienza della presenza nell’ambiente virtuale. Educare in un ambiente
multidimensionale significa pertanto entrare in questa nuova logica che
richiede, da parte dell’educatore salesiano, una capacità di creare relazioni
di fiducia e di amicizia, senso di appartenenza e accompagnamento edu-
cativo.
Se l’immersione è la modalità di ingresso nell’ambiente comunicativo at-
traverso i cinque sensi, la comunicazione digitale favorirà un ampliamento
della comunicazione sia a livello di tempo che di spazio, permettendo alla
persona di comunicare con altre centinaia di persone, ad esempio attra-
verso le reti sociali.
v Nella dinamica della comunicazione digitale ci sono tre aspetti che sono
direttamente collegati: l’interattività, l’istantaneità e l’immersione. Essi non
sono in opposizione alla comunicazione “in presenza”, sono al contrario ele-
menti che arricchiscono la comunicazione, estendendola nell’universo digi-
tale, nella compenetrazione tra il reale e il virtuale. Proprio per questo, si
parla di un’antropologia della comunicazione nell’universo digitale.
68

7.10 Page 70

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v La comunicazione interattiva è caratterizzata da un rapporto a livello
orizzontale, dove tutti sono soggetti e protagonisti. Essa richiede apertura,
dialogo, empatia, ascolto e una grande capacità di comprendere la diversità
della comunicazione. L’istantaneità ci introduce in una dimensione dove la
comunicazione è caratterizzata dal “qui e adesso”, tutto allo stesso tempo.
L’immersione è un modo di comunicare nel quale la persona si sente dentro
un universo di immagini, suoni, spazi interattivi.
v Comunicare restando in contatto con i giovani e al passo coi tempi ri-
chiede un continuo aggiornamento pedagogico, al fine di educare ed
evangelizzare con un linguaggio e un metodo comprensibili e coinvol-
genti. È inoltre necessario un vigile sostegno, capace di saper accompa-
gnare i giovani sia nel metodo che nel contenuto, affinché essi possano
comprendere e vivere il messaggio del Vangelo.
v L’approccio educativo del salesiano assume un atteggiamento di ac-
compagnamento dinamico, che si traduce in un “camminare a fianco”
dei giovani, che vivono gran parte della loro vita con gli occhi concentrati
sullo schermo dei loro telefoni cellulari. Come direbbe Don Bosco, ciò
che è assolutamente necessario è che sappiano di essere amati!
La sfida è quindi lasciare ai giovani il protagonismo nel digitale, far sì che
possano far parte di questo universo in modo critico e responsabile. Sa-
ranno i giovani stessi a diventare più liberi di imparare, riflettere, pensare,
facendo scelte migliori per la vita, sviluppando la loro spiritualità.
Utilizzare il digitale diventa un modo creativo, sano, per entrare con effi-
cacia nel mondo del lavoro. Abitare il digitale condiziona il modo di espri-
mere le idee, di dare vita a una propria modalità comunicativa, di
condividere le informazioni, di esprimere se stessi, di vedere il mondo e
le realtà in cui si vive.
La visione salesiana della comunicazione è sempre integrata con l’arte di
educare. «Il fine proprio dell’educazione e di una vera attività culturale è
quello di liberare il giovane, di renderlo cosciente dei propri diritti e do-
veri, partecipe consapevolmente delle vicende della propria epoca, ca-
pace di autodeterminazione e collaborazione per una società più umana.
Educare, in questo modo, produce cultura, la apre e la arricchisce. Questo
processo diventa realtà, non solo immettendo nella società idee, nuovi
impulsi e nuova linfa, ma soprattutto preparando persone coraggiose,
portatrici di riflessione critica e di una sana condotta di vita»56.
56 Ibidem, pag. 67.
69

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

▲back to top
v Educare al rapporto umano e fraterno è un compito centrale per il co-
municatore e per l’educatore. Si tratta ad esempio di approfondire nel
dialogo come comunicare su Internet e nei social media, con uno sguardo
e un atteggiamento umano e fraterno con gli altri, affinché si possa sem-
pre comunicare senza dominare, relazionarsi senza controllare le persone,
esprimersi senza la tentazione del potere mondano, interagire digital-
mente senza manipolare o lasciarsi manipolare.
v Educare i giovani a comunicare nel digitale richiede di capirne la logica,
approfondire i valori e l’importanza della coscienza nelle scelte e nelle deci-
sioni. È attraverso la consapevolezza che si educano la libertà, il rispetto per
gli altri, il senso della sacralità del corpo e il valore della sessualità.
v Attualmente, l’Intelligenza artificiale (AI) sta acquisendo sempre più im-
portanza. Siamo di fronte a un cambiamento epocale che richiede il nostro
discernimento, per educare a un suo uso intelligente e consapevole.
Intervenendo al G7 in Puglia, nel giugno 2024, Papa Francesco ha affer-
mato che essa «è uno strumento estremamente potente, impiegato in tan-
tissime aree dell’agire umano: dalla medicina al mondo del lavoro, dalla
cultura all’ambito della comunicazione, dall’educazione alla politica. Ed è
ora lecito ipotizzare che il suo uso influenzerà sempre di più il nostro modo
di vivere, le nostre relazioni sociali e nel futuro persino la maniera in cui con-
cepiamo la nostra identità di esseri umani». Il Papa ne riconosce l’impor-
tanza e l’utilità nei diversi settori dello sviluppo della vita umana e della
società, ma ribadisce la necessità di «garantire e tutelare uno spazio di con-
trollo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi
di Intelligenza artificiale: ne va della stessa dignità umana». Tali programmi
devono costituire «strumenti per la costruzione del bene e di un domani
migliore, debbono essere sempre ordinati al bene di ogni essere umano.
Devono avere un’ispirazione etica»57.
v Il nostro approccio nei confronti della AI è quello di instaurare un dia-
logo educativo. È indispensabile costruire una visione umanistica dello
sviluppo della persona e della comunità nel suo utilizzo. Così come è ne-
cessario approfondire e implementare nelle comunità e nelle opere sale-
siane incontri e seminari per conoscere i diversi aspetti psicologici, sociali,
morali e culturali che coinvolgono la AI.
Occorre anche conoscere le leggi e seguire gli sviluppi della regolamen-
tazione dell’AI e il loro impatto sull’economia, la politica, la cultura, l’edu-
57 Francesco, Discorso al G7 a Borgo Egnazia, 14 giugno 2024.
70

8.2 Page 72

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cazione, sia a livello personale che comunitario. È inoltre necessario pren-
dere coscienza delle regole vincolanti circa trasparenza e sicurezza, so-
prattutto per quanto riguarda il riconoscimento biometrico, la privacy e
la sicurezza, assicurando che l’uso dell’AI garantisca la protezione e la di-
fesa di tutti i cittadini.
Nel Messaggio per la 57ma Giornata Mondiale della Pace del 2024, sul
tema “Intelligenza artificiale e Pace”, Papa Francesco mette chiaramente
in allerta sull’importanza della AI e sui rischi che questa può comportare
per l’umanità: «Da una parte, “entusiasmanti opportunità” come il miglio-
ramento del lavoro, delle condizioni di vita dei popoli, degli strumenti me-
dici e delle interazioni personali; dall’altra, “gravi rischi”, come l’uso
sregolato delle cosiddette armi “intelligenti”, il conseguente pericolo di at-
tacchi terroristici, andando così a promuovere “la follia della guerra” o in-
terventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime, arrivando, ad
esempio, a condizionare elezioni politiche»58.
Per questo è importante conoscere come funzionano gli algoritmi e come
sono applicati nei diversi ambiti della vita umana e sociale (educazione, sa-
lute, sicurezza, economia, politica). È bene conoscere come la AI sia ado-
perata nella produzione di contenuti, con tutte le implicazioni riguardanti
diritti d’autore, fake news, manipolazione dell’informazione, ideologie di
stato e aziende commerciali. Diventerà sempre più necessario accompa-
gnare con équipe di esperti lo sviluppo e le disposizioni legali, con infor-
mazioni tecniche sull’utilizzo consapevole nei diversi settori della società.
v L’arte è una base importante per il dialogo tra Sistema Preventivo e
metodologia digitale. La promozione e l’apprezzamento di tutte le forme
ed espressioni di comunicazione come l’arte, la musica, il teatro, il cinema,
la fotografia, la letteratura sono indispensabili per edificare in modo sano
la nostra società.
Nel Sistema Preventivo di Don Bosco, tradizionalmente, le espressioni ar-
tistiche sono mezzi utilizzati per creare un ambiente a misura dei giovani
e in vista del loro coinvolgimento. Lo sono ancor di più nel mondo digi-
tale, per comunicare tenendo conto dell’interattività, dell’istantaneità e
dell’immersione.
Tutti i tipi di arte sono utili per creare una cultura comunicativa. Fondamen-
talmente, il linguaggio e la struttura tecnica delle arti favoriscono un’intera-
58 Francesco, Messaggio per la LVII Giornata Mondiale della Pace, Intelligenza artificiale e
pace, Città del Vaticano, 2024.
71

8.3 Page 73

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zione con le tecnologie di informazione virtuale. Inoltre, considerando che
l’arte è un linguaggio che tocca le dimensioni cognitive e affettive, che ri-
guarda i sentimenti, le emozioni e l’immaginazione, attraverso di essa i gio-
vani esprimono il loro modo di pensare, di sentire, di agire.
Possiamo dire pertanto che l’arte è una grammatica dei sentimenti e delle
percezioni giovanili. In questo senso, è fondamentale che la comunica-
zione promuova una educazione-evangelizzazione che metta in relazione
interattività, istantaneità e immersione, in modo che i giovani possano
partecipare attivamente, come protagonisti, a tutte le forme di comuni-
cazione. In particolare, rientrano in questo ambito anche la cura della per-
sona e l’aspetto fisico, la cucina sana ed etica, l’agricoltura biologica e
l’ecologia integrale.
v I laici, con la loro formazione umana, scientifica, tecnico-culturale, col-
laborano in modo significativo per l’educazione dei giovani nel mondo
digitale. A causa della complessità culturale in cui si sviluppa il digitale e
al fine di mantenere un dialogo educativo in questo ambiente, si richiede
un atteggiamento educativo profondo che tenga conto degli aspetti an-
tropologici, metodologici e tecnici che riguardano la persona e il digitale.
72

8.4 Page 74

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12 L’ANTROPOLOGIA
CRISTIANA, FONTE PER
UN’ETICA DELLA
COMUNICAZIONE
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«La qualità etica della comunicazione è frutto di coscienze attente, non
superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono og-
getto di informazione, sia dei destinatari del messaggio» (Discorso del
Santo Padre Francesco in occasione dell’Udienza ai Dirigenti e al per-
sonale della Rai – Radiotelevisione Italiana, 18 gennaio 2014).
L’antropologia cristiana è la fonte che irrora e umanizza la comunicazione
virtuale e la cultura digitale. Partendo dal principio che il Vangelo è l’ispi-
razione radicale e completa dell’azione educativa ed evangelizzatrice, le
due azioni si completano a vicenda nella cura dei giovani, convergendo
così nell’obiettivo di “generare l’uomo nuovo”. In questo modo, la pasto-
rale abita il terreno dell’umano e, allo stesso tempo, il terreno della fede,
costituendo un ecosistema digitale integrato in cui il rispetto per gli altri
e l’interculturalità forniscono le basi per una comunicazione efficace e co-
struttiva.
Inoltre, in questo capitolo, viene presentata una proposta educativa origi-
nale partendo dalle immagini bibliche di quattro Giardini, che offrono una
visione integrale e olistica per descrivere l’esperienza dell’abitare nel
mondo digitale.

8.5 Page 75

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v L’antropologia cristiana è fonte dell’etica della comunicazione. La vi-
sione umanizzante ed evangelica della Chiesa è stata ripetutamente de-
scritta da Papa Francesco: «La comunicazione ha il potere di creare ponti,
di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello
vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per supe-
rare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armo-
nia»59.
Secondo Giovanni Paolo II, «nel continuo espandersi e progredire dei
mass media si può scorgere un segno dei tempi, che costituisce un im-
menso potenziale di universale comprensione ed un rafforzamento di pre-
messe per la pace e la fraternità tra i popoli»60.
Partendo dal principio che il Vangelo è l’ispirazione basilare su cui si fonda
l’azione educativa ed evangelizzatrice, le due azioni si completano a vi-
cenda nella cura dei giovani, convergendo così nell’obiettivo di “generare
l’uomo nuovo”. In questo modo, «la pastorale abita il terreno dell’umano
e, allo stesso tempo, il terreno della fede»61.
v L’etica per la comunicazione deve promuovere la vita e la dignità di
ogni persona. La Chiesa riconosce la persona umana come il centro del-
l’etica della comunicazione. A questo proposito, la Chiesa afferma il prin-
cipio etico fondamentale che regola l’uso dei mass media: «La persona
umana e la comunità umana sono il fine e la misura dei mezzi di comuni-
cazione sociale». E riafferma che «la comunicazione dovrebbe essere fatta
da persone a beneficio dello sviluppo integrale di altre persone. Essa ha
il compito di unire le persone e di arricchire la loro vita»62.
Attraverso l’uso etico e professionale dei media, la Chiesa stessa ricono-
sce non solo l’uso degli strumenti e delle reti di comunicazione per infor-
mare, ma anche per promuovere la pace, la giustizia e la solidarietà. In
altre parole, la comunicazione deve essere sinodale, al servizio degli altri
e creatrice di una cultura dell’umanesimo.
«I principii morali che regolano gli strumenti della comunicazione devono
fondarsi su una giusta considerazione della dignità dell’uomo, poiché chi
59 Francesco, Messaggio per la L Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, Comunica-
zione e misericordia: un incontro fecondo, Città del Vaticano, 2016.
60 Giovanni Paolo II, Messaggio per la XV Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, Le
comunicazioni sociali al servizio della responsabile libertà dell’uomo, Città del Vaticano, 1981.
61 Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di
Riferimento, Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma, 2014, pag. 61.
62 Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica nelle comunicazioni sociali, Città del
Vaticano, 2020, n. 21.
74

8.6 Page 76

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sceglie il modo di utilizzarli è l’uomo stesso, il quale è chiamato a diven-
tare corresponsabile della comunità dei figli adottivi di Dio. Per altro
verso, questi principii derivano dalla natura specifica della comunicazione
sociale e dalle caratteristiche proprie dei singoli mezzi»63.
A – L’UMANIZZAZIONE DELLA COMUNICAZIONE
v Per costruire un’etica della comunicazione, è fondamentale partire
dalla premessa della comunicazione come ecosistema. Teoricamente,
il punto di avvio è che ogni persona nel mondo digitale è chiamata a es-
sere collaboratrice di Dio nel processo di dare continuità alla creazione
del mondo. Questo significa che ogni persona è corresponsabile della na-
tura, della cultura, dello sviluppo umano e della comunicazione in senso
ampio.
A partire da questa visione estesa e sistemica, è importante sottolineare,
prima di tutto, che nella comunicazione c’è la responsabilità verso gli altri,
verso ogni persona, a qualsiasi cultura appartenga e da ogni parte del
mondo provenga. Ciò comporta il fatto che la comunicazione ha un ruolo
fondamentale nella promozione della giustizia sociale e nella costruzione
di una società sostenibile, fraterna e solidale.
Nell’ottica dell’interconnessione, la comunicazione deve pure dialogare
con le diverse culture e le diverse religioni, in modo da favorire l’espres-
sione culturale, la ricchezza di ogni religione, la storia e l’originalità di ogni
gruppo e comunità.
In questa linea, possiamo dire che la persona umana, come continuatrice
della creazione di Dio nella storia, è responsabile di curare il creato, di
usare con coscienza le risorse naturali, così come di tutelare i valori cultu-
rali della dignità della persona e dello sviluppo sostenibile di tutte le
espressioni del progresso sociale, economico e politico di una società.
v Nella cultura digitale tutte le persone e tutte le cose sono profonda-
mente connesse l’una con l’altra. In questo senso la comunicazione, a
partire da una visione etica, deve essere sempre al servizio dello sviluppo
integrale della persona e della società.
63 Pontificia Commissione per le Comunicazioni Sociali, Istruzione Pastorale Communio et
progressio, Città del Vaticano, 1971, n. 14.
75

8.7 Page 77

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Di conseguenza, ogni comunicatore diventa un missionario con questa
impostazione olistica, per una comunicazione al servizio della persona e
dell’umanità64.
v Nel digitale la comunicazione è come un’estensione dei sensi e delle
percezioni umane. Questa ci coinvolge in modo cognitivo e affettivo,
perché il digitale è capace di interessare sia i nostri sensi, che la nostra
attenzione e i nostri sentimenti. Inoltre, abitare nel mondo digitale è come
far parte di una dimensione in cui il tempo e lo spazio vengono caratte-
rizzati da una grande velocità.
Viviamo una realtà nuova e gestiamo tutte le informazioni in poco tempo,
in modo rapido e interattivo. Durante questo processo, si registrano delle
conseguenze psicologiche per la persona umana, come è ben noto da
evidenze scientifiche: si può manifestare stanchezza mentale, emotiva,
perdita di attenzione, mancanza di concentrazione, difficoltà a leggere e
ad affrontare questioni esistenziali; viene a mancare quindi il nesso con
uno stile di vita sano ed equilibrato. Pertanto, nel mondo digitale la salute
fisica, quella emozionale e quella spirituale sono fondamentali.
v Nel digitale, dove il grano e la zizzania crescono insieme, la prudenza
e la comprensione dei livelli di rapporto sono essenziali. Di fronte al-
l’ampia gamma di livelli di comunicazione presenti oggi nel mondo digi-
tale, dobbiamo discernere ed essere chiari su chi sono i destinatari della
nostra comunicazione e su che cosa vogliamo trasmettere.
La comunicazione informativa, caratterizzata dalla diffusione di messaggi
a un pubblico generico e talvolta anonimo, è indefinita, arriva a molti, ma
non è detto che venga recepita e accettata. Certo, ha il suo valore e la
sua necessità, ma rimane a livello di informazione, di invio di messaggi e
di trasmissione di contenuti.
La comunicazione interpersonale, che prevede la conoscenza e la parte-
cipazione della persona al processo comunicativo, ha il potere di generare
fiducia, dialogo, coinvolgimento e partecipazione.
La comunicazione di gruppo, dove le persone si conoscono, condividono
valori comuni, hanno un senso di appartenenza e di comunione fraterna,
ha il potenziale per generare una comunicazione affettiva, efficace e frut-
tuosa.
64 Cfr. Francesco, Lettera Enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, Città del
Vaticano, 2020.
76

8.8 Page 78

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Questi livelli di comunicazione, naturalmente, possono avere le loro ec-
cezioni, ma il comunicatore deve tenerli presenti per capire chi è il suo
pubblico, che cosa vuole trasmettere, per conto di chi sta comunicando
e i passaggi che definiscono la gradualità del processo comunicativo.
Nel dialogo tra comunicazione ed evangelizzazione, è essenziale com-
prendere il linguaggio e i codici comunicativi utilizzati dalle persone, so-
prattutto dai bambini, dagli adolescenti e dai giovani. Di conseguenza, è
indispensabile andare a fondo nell’uso del linguaggio artistico, metafo-
rico, narrativo e simbolico per conoscere i contenuti della fede cristiana.
La comunicazione non avviene infatti solo nella linearità e nella razionalità
delle verità di fede.
v Comunicare è esercitare il dono e la responsabilità verso gli altri. Per
il vero protagonismo delle persone in una comunicazione interattiva e in-
terculturale, è molto importante che il processo comunicativo favorisca il
coinvolgimento dell’individuo. Tutto deve essere incentrato sulla sua li-
bertà, le sue esperienze e la sua visione del mondo, in modo che la co-
municazione diventi un’occasione di dialogo, di apertura e scambio di
visioni, intesi come un percorso comune fondato sull’ascolto reciproco.
v In un mondo globalizzato la comunicazione diventa interculturale.
Come fenomeno sociale, culturale e comunicativo, l’interculturalità per-
mette che due o più culture dialoghino, interagiscano e si relazionino tra
loro, senza che una cultura domini sull’altra. L’interculturalità richiede im-
pegno per dialogare, valorizzare l’altro con le sue fatiche, favorire lo scam-
bio, l’accoglienza, la collaborazione e l’apertura.
v Nella comunicazione fare inculturazione significa imparare dall’am-
biente, con tutte le sue espressioni, integrando poi questi elementi nella
propria vita, in maniera creativa.
L’inculturazione è il modo in cui ogni persona, in qualsiasi cultura o società,
apprende e dialoga con ciò che è nuovo e sconosciuto. Un esempio di in-
culturazione, nelle Scritture, lo troviamo nel discorso di San Paolo ad Atene.
«Allora Paolo, in piedi in mezzo all’Areopago, disse: “Ateniesi, vedo che,
in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monu-
menti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: ‘A un dio ignoto’.
Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio”» (At
17,16-34). Con queste parole di profonda sensibilità ed empatia, Paolo con-
quista gli uditori e ottiene che alcuni siano più aperti e lo ascoltino.
Dopo questa introduzione e la risposta positiva da parte del pubblico,
Paolo lancia il suo messaggio: «Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò
77

8.9 Page 79

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che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi co-
struiti da mani d’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se
avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e
ogni cosa. […] In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come
hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: “Perché di lui anche noi siamo
stirpe”» (At 17,24-28).
In quel momento, Paolo si trova con un gruppo di persone greche di ori-
gine pagana. Sceglie un argomento già conosciuto dai suoi ascoltatori e
lo presenta, rispettando l’immaginario culturale e i valori del popolo
greco. Attraverso questo atteggiamento iniziale rispettoso, San Paolo co-
struisce uno spazio per parlare di Dio, senza ferire la sensibilità dei suoi
ascoltatori.
B – CURA DELL’UMANO COMUNICATIVO
v A livello antropologico e teologico, c’è nella Bibbia un’immagine
molto interessante e ricca, che offre una base e un orizzonte per descri-
vere l’esperienza di abitare il digitale: è l’immagine del Giardino. Il Giar-
dino è, biblicamente, il luogo della creazione, del rapporto di Dio con
l’uomo, l’ecosistema dove la persona e l’ambiente si integrano, dove il
mistero di Dio si manifesta nelle sue creature e nella creazione65, è anche
il luogo dell’esercizio della libertà umana. È quindi possibile delineare una
psicodinamica umana e spirituale nel mondo digitale, facendo riferimento
ai quattro Giardini biblici.
v Il primo Giardino si incontra nel Libro della Genesi (2,21-24; 3,1-24),
dove Dio crea l’uomo e la donna, l’ambiente e le cose, dà loro un nome,
un ecosistema umano e naturale che oggi chiamiamo con il termine di
ecologia integrale66.
Nel mondo digitale c’è il rischio di allontanarci da una visione globale che
unisca natura, ambiente, persona e cultura, e di vivere invece in modo
frammentato, con il pericolo di perdere il gusto dell’esistenza e la respon-
sabilità per le cose che danno senso alla vita (si pensi ad esempio alla crisi
ecologica, con le sue conseguenze economiche, sociali, ecc.).
65 Cfr. Francesco, Lettera Enciclica Laudato Si’ sulla cura della casa comune, Città del Vaticano,
2015, nn. 76-83.
66 Ibidem, nn. 84-88.
78

8.10 Page 80

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Il mondo digitale sta diventando progressivamente causa della crisi am-
bientale. Pertanto, il Giardino della Genesi offre il paradigma dell’impor-
tanza di guardare il mondo digitale in modo integrale, essendo
corresponsabili della creazione e della vita umana.
v Seguendo questa psicodinamica del Giardino come riferimento dell’uni-
verso digitale, il secondo Giardino è quello del Getsemani (Mt 26,36-
39), che mette al centro una visione antropologica del dolore, della
sofferenza, dell’abbandono, della solitudine, dove la persona fa esperienza
dello stare profondamente da sola, nel mistero del limite della vita, come
è stato per Gesù, che visse lì l’esperienza del totale abbandono.
In una visione cristiana, il Giardino del Getsemani è collegato al primo Giar-
dino, e ricorda che la comunicazione è sempre un’interlocuzione diretta con
Dio. Gesù Cristo ci insegna che anche nel dolore e nella sofferenza c’è un in-
terlocutore importante, suo Padre. Gesù parla, piange, manifesta una comu-
nicazione profondamente umana, in un rapporto interpersonale fortissimo
con Dio che lo ascolta. La comunicazione umana non elimina la sofferenza
dell’uomo; l’Intelligenza artificiale o qualsiasi tipo di tecnologia non potrà
mai cancellare il mistero della persona e i suoi limiti.
Il mondo digitale, dove incontriamo tante persone, è un grande network
mondiale. Accade spesso di vivere in questa rete popolata da persone che
fanno esperienza della malattia, del dolore, della paura, dell’ansietà. In que-
sto senso, il Giardino del Getsemani, luogo in cui Gesù attraversa il mo-
mento più drammatico della sua vita, ci ricorda che dobbiamo vivere questo
ambiente dentro di noi come un luogo di spiritualità, e pensare che la no-
stra sofferenza è unita a quella di tutta l’umanità.
v Il terzo Giardino è quello della Risurrezione (Gv, 20,11-18): l’apparizione
di Gesù Cristo a Maria Maddalena nel Giardino ha un significato molto
importante per la comunicazione umana. Vediamo in questo incontro una
donna che cerca la persona amata, Cristo, con dolore e sofferenza.
Dall’altra parte, Gesù che appare a Maria Maddalena è espressione del-
l’amore e della vita che vince la morte. Perché in un Giardino? Perché è
sempre un luogo aperto e di relazione tra le cose, la natura, la creazione
di Dio.
Nel Giardino della Risurrezione ritroviamo un dialogo bellissimo tra Gesù
e la Maddalena, che manifesta l’espressione umana e divina della comu-
nicazione in cui tutti sono coinvolti. In quel luogo siamo in grado di com-
prendere che la comunicazione ha una dimensione che va al di là
dell’esperienza dei sensi (vedere, sentire, toccare), con le caratteristiche
79

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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vissute da Maria Maddalena, arricchite da una dimensione trascenden-
tale.
Il grande pericolo del mondo digitale è proprio quello di un empirismo,
di un tecnicismo in cui le persone spesso perdono la dimensione trascen-
dente, smarrendo la capacità di vedere e sperimentare una comunica-
zione capace di andare al di là dell’umano, per accogliere il mistero di
Dio.
L’egocentrismo e l’autoreferenzialità sono spesso le grandi tentazioni del
virtuale, perché la persona rischia di essere troppo concentrata su se
stessa e talvolta può smarrire sia la dimensione dell’alterità, cioè la rela-
zione con gli altri, che il contatto con il proprio Dio.
L’esperienza di comunicazione del Cristo Risorto è invece una prospettiva
di apertura, di apostolato, come Maria Maddalena che è uscita per an-
nunciare agli altri la Risurrezione di Gesù. Bisogna pertanto vivere nel
mondo digitale seguendo la logica di Gesù. La Risurrezione è al contempo
un dono e una responsabilità, perché dobbiamo condividere con gli altri
il messaggio di Dio, della vita, della speranza.
v Il quarto Giardino è quello dell’Apocalisse (22,1-2). Nel testo biblico si
parla di una piazza con una fonte che zampilla e diviene un fiume d’acqua
viva che scaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello, e le persone si ritrovano
attorno a questa fonte che rappresenta l’Agnello di Dio. Questo è il Giar-
dino della Redenzione, che ci permette di avere un orizzonte di vita, di
camminare in una realtà nuova in Gesù Cristo, non soltanto individual-
mente, ma come famiglia e come comunità.
Nel mondo digitale non c’è una filosofia che offra alla persona umana una
visione di redenzione, né questo è il compito della tecnologia. È dunque
fondamentale abitare il digitale tenendo di fronte a sé il Giardino della
Redenzione come orizzonte imprescindibile, per vivere la comunicazione
in modo creativo, gioioso e di speranza. L’umano illuminato dalla reden-
zione: ecco la missione della comunicazione!
80

9.2 Page 82

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13 IL CUORE E L’IDENTITÀ
DEL COMUNICATORE
SALESIANO
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Come Don Bosco, siamo chiamati tutti e in ogni occasione a essere
educatori alla fede. La nostra scienza più eminente è quindi conoscere
Gesù Cristo e la gioia più profonda è rivelare a tutti le insondabili ric-
chezze del suo mistero» (Costituzioni, art. 34).
Sono qui elencati e descritti gli aspetti identificativi del comunicatore sa-
lesiano, insieme alla spiritualità e alla pedagogia di Don Bosco.
Egli svolge la sua opera in comunità, a servizio della missione salesiana, e
in linea con gli orientamenti della Congregazione e del Settore Comuni-
cazione.
Attento al percorso di gestione collaborativa, lavora insieme ad altri settori
come la Pastorale Giovanile, la Formazione, la Missione, l’Economia, le
Vocazioni e la Famiglia Salesiana.
Cammina al passo con i tempi, formandosi e aggiornandosi per educare
a un uso critico e creativo del digitale.
Valorizza tutti gli aspetti e i mezzi della comunicazione sociale come nuovo
spazio di aggregazione per i giovani, dove essi possano essere protago-
nisti.

9.3 Page 83

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v Il comunicatore salesiano svolge la sua missione in comunità, a servizio
della Congregazione, vivendo e testimoniando il suo amore per Cristo
all’interno della missione evangelizzatrice della Chiesa.
Traendo esempio da Don Bosco, ama i giovani e li accompagna con il
cuore del Buon Pastore. Conoscitore della pedagogia salesiana, condivide
il progetto educativo con educatori e comunicatori, lavorando con una
visione sinergica, collaborativa e sinodale, realizzando la missione sale-
siana in modo organico e dinamico.
Sulla base della sua mentalità progettuale, coopera affinché il piano di
comunicazione integri le varie dimensioni del progetto educativo e as-
suma un metodo comunicativo tipicamente salesiano, ponendo i giovani
come protagonisti della comunicazione.
v In linea con gli orientamenti della Congregazione e del Settore Comu-
nicazione, partecipa ai processi e alle linee operative del progetto della
Congregazione e delle Ispettorie. La sua formazione educativa, pastorale
e tecnica gli permette di sviluppare una mentalità e un’azione comunica-
tiva basate su una visione evangelica, sinodale, salesiana, artistica e di
rete.
v Attento al percorso di gestione collaborativa, lavora insieme ad altri set-
tori come la Pastorale Giovanile, la Formazione, la Missione, l’Economia,
le Vocazioni e la Famiglia Salesiana, impegnandosi a realizzare il Progetto
educativo pastorale dell’Ispettoria e il POI (Progetto Organico Ispettoriale).
A sua volta, in linea con i responsabili della gestione e del governo dell’Ispet-
toria, assiste il Consiglio provinciale, i direttori e i responsabili delle opere
salesiane a livello ispettoriale e regionale. In sinergia con il centro della Con-
gregazione, partecipa e attua i principi e le linee di comunicazione. Accom-
pagna infine l’evoluzione delle tecnologie informatiche e delle reti,
aggiornandosi sui vari aspetti della comunicazione digitale e dell’Intelligenza
artificiale, dialogando con i vari ambiti della cultura digitale e approfondendo
gli elementi antropologici, etici, culturali, sociali e religiosi dei giovani.
v Educare i giovani richiede oggi uno sforzo comune per camminare al
passo con i tempi: sono indispensabili formazione e aggiornamento.
Educarli all’uso critico e creativo del digitale esige da parte nostra un cam-
biamento di mentalità, perché essi sono nativi digitali e conoscono bene la
dinamica tecnica, il linguaggio e l’interattività di quel mondo67. In tal senso
67 Dicastero per la Comunicazione Sociale, Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale. Linee
orientative per la Congregazione Salesiana, Editrice S.D.B., Roma, 2011, n. 28.
82

9.4 Page 84

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appare imprescindibile la metodologia dell’ascolto, del dialogo, dell’affetti-
vità, dell’accompagnamento. Bisogna pertanto approfondire e gestire la co-
municazione in modo educativo e professionale. Questo implica:
Assumere il compito di comprendere il tema del digitale non solo nel
suo aspetto funzionale e tecnico. È necessaria una riflessione per capire,
in un contesto ad alto tasso di tecnologia, come continuare a porre
sempre al centro la persona umana, favorendo la comunione fraterna.
Esercitare la responsabilità di approfondire, con i nostri educatori, le
linee guida per stabilire un rapporto sano tra le persone e la tecnologia,
con una particolare attenzione alla cura per il creato, alla dignità e ai
diritti, all’etica dell’economia e della politica. L’obiettivo è custodire la
Casa Comune attraverso la fraternità, come ha proposto Papa France-
sco a partire dall’Enciclica Laudato Sì’ e dal Patto Educativo Globale.
Per affrontare il presente e il futuro, è fondamentale elaborare un dia-
logo interdisciplinare tra il digitale e l’antropologia cristiana; un’episte-
mologia che coinvolga la filosofia, l’antropologia, l’etica, la psicologia
e gli studi sul mondo digitale e l’Intelligenza artificiale.
Comprendere bene la dinamica e l’uso dell’Intelligenza artificiale. Sa-
lesiani, laici e giovani sono chiamati a comprendere e comunicare at-
traverso l’Intelligenza artificiale (AI).
Nella certezza che ogni realizzazione umana non è mai definitiva, è im-
portante capire cos’è, come funziona e la sua finalità, per conoscere il
potenziale che questa porta nel modo di insegnare e di apprendere.
Al di là del rilievo che possono avere queste osservazioni, il nostro com-
pito è saper utilizzare la AI con una visione etica e una finalità educa-
tivo-pastorale. La AI riguarda la creazione di macchine, software, sistemi
che possono eseguire compiti normalmente realizzati dall’intelligenza
umana. Riguarda i processi cognitivi, affettivi e neurologici, cioè come
la persona umana apprende, ragiona, elabora e processa informazioni.
Altrettanto importante è conoscere come è creato il linguaggio della
AI, basato sugli algoritmi e su modelli tecnici che permettono alle mac-
chine di elaborare e rielaborare dati e di prendere decisioni autonome.
Occorre approfondire con gli educatori le varie forme di AI, come l’ap-
prendimento automatico, la visione artificiale, il processamento del lin-
guaggio naturale, la pianificazione e l’ottimizzazione. Bisogna capire
com’è utilizzata in molti settori (medicina, finanza, automazione indu-
striale, e-commerce, ecc.), e conoscere la dinamica e lo sviluppo di Chat
GPT e di altri sistemi che vengono immessi nel mercato.
83

9.5 Page 85

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Si deve essere consapevoli che ci sono vari aspetti di natura economica,
politica e aziendale che attualmente generano tensioni e conflitti di in-
teresse, soprattutto nella competizione per conquistare l’egemonia
socio-economico-politica attraverso l’impiego di questa tecnologia.
La formazione all’uso critico ed educativo delle nuove tecnologie per
abitare nel digitale. Educatori e giovani sono chiamati a comprendere
i cambiamenti in atto, il funzionamento dei mezzi di comunicazione e
dell’industria culturale. Senso critico, spirito strategico, self control, uso
sicuro ed efficace, senso del rispetto, senso civico, autonomia e capa-
cità di problem solving, sono tutti elementi che non necessariamente
fanno parte della dotazione di un adolescente o di un giovane solo per
il fatto di essere nato e cresciuto tra monitor e tastiere, o per averne
fatto uso.
Allo stesso modo, è necessaria una seria competenza per l’utilizzo dei
mezzi di comunicazione nel “continente digitale”: chiarezza degli obiet-
tivi da proporsi, per una valorizzazione della creatività, acquisizione di
un’attitudine emancipata e critica verso i loro messaggi, per una presa
di coscienza della loro influenza, per potersi esprimere con essi domi-
nandone i linguaggi e le tecnologie.
Il significato della comunicazione mediatica rimanda direttamente a ciò che
i mezzi esprimono attraverso parole e immagini, al “perché” li utilizziamo e
agli scopi di emittenti e riceventi coinvolti nel processo comunicativo. Esiste
la necessità, quindi, di un’elaborazione critica multitasking degli elementi
concettuali, dei segni che i mezzi stessi utilizzano.
Il coinvolgimento nella produzione di messaggi e contenuti destinati
specificamente ai giovani, utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione.
Fare comunicazione sociale è sempre più una presenza educativa, pla-
smatrice di mentalità e creatrice di cultura. «La sfida per il futuro sarà
quella di educare ai nuovi media, ma anche di svolgere un’azione edu-
cativo-pastorale attraverso i nuovi media, soprattutto nei confronti delle
nuove generazioni. La sua efficacia incisiva e la sua presenza sempre
più massiccia fanno della comunicazione sociale una vera e autentica
scuola alternativa per larghissimi strati della popolazione mondiale, spe-
cialmente giovanili e popolari»68.
68 Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di Ri-
ferimento, Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma, 2014, pagg. 163-164.
84

9.6 Page 86

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Il rapporto tra comunicazione sociale ed evangelizzazione o, se si vuole
più in concreto, tra l’utilizzazione dei linguaggi e dei media della co-
municazione sociale per il Vangelo e il nostro stile apostolico di “evan-
gelizzare educando”, incide profondamente sull’attività salesiana. Si
tratta non solo di educare ai media, cioè alla lettura critica dei loro mes-
saggi, ma anche di evangelizzare con i media. In questo settore, si apre
un vasto campo di iniziative per le nostre attività didattiche, educative
e culturali, per l’animazione cristiana dei gruppi giovanili, per la cate-
chesi, per la preghiera.
La valorizzazione della comunicazione sociale come nuovo spazio di ag-
gregazione dei giovani. Le tecnologie della comunicazione cambiano
il senso di appartenenza e il modo di aggregazione, in quanto creano
più comunità, nelle quali sono inseriti gli utenti, con dispositivi sempre
più collegati alla vita dei giovani. «Le azioni offerte e richieste sono
ascoltare, riconoscere, rispondere, stare con e fare con, in una realtà
che punta alla possibilità di esperienze (magari nuove o diverse) che of-
frono la fiducia reciproca come antidoto all’estemporaneità del con-
sumo. Questi nuovi spazi, come i social network, favoriscono
l’attenzione alle storie di vita dei ragazzi, presentandole nei racconti di
sé e nelle rielaborazioni dei vissuti, con la possibilità di aiutarli a orien-
tarsi e a scegliere»69.
«La promozione e l’apprezzamento di tutte le forme ed espressioni di
comunicazione (cfr. CG24, n.129), quali la musica, il teatro, il cinema, la
televisione, la fotografia, il fumetto, i multimedia e altre forme d’arte,
dovranno essere determinati da un chiaro scopo educativo e di evan-
gelizzazione. Occorre animare queste realtà comunicative in modo che
non solo offrano spazi sempre più ampi alla libera espressione e alla
creatività, ma anche stimolino il gusto del bello in tutte le sue espres-
sioni. Educare alla bellezza significa coinvolgere tutta la sfera della sen-
sibilità e dell’emotività, l’immaginazione e la creatività, la capacità di
esprimere sensazioni e sentimenti propri e di comprendere l’espressione
degli altri»70.
69 Ibidem, pag. 164.
70 Ibidem.
85

9.7 Page 87

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14 LINEE GUIDA PER LA
COMUNICAZIONE
SALESIANA
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
«Siamo chiamati a crescere insieme, in umanità e come umanità. La sfida che
ci è posta dinanzi è di fare un salto di qualità per essere all’altezza di una
società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale. Sta
a noi interrogarci sullo sviluppo teorico e sull’uso pratico di questi nuovi stru-
menti di comunicazione e di conoscenza» (Messaggio di Papa Francesco per
la LVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali).
Le linee guida per la comunicazione sociale sono il canovaccio su cui le singole
Ispettorie e Regioni possono programmare le proprie attività e i propri progetti.
In questo capitolo, tenendo presente il contesto digitale, l’Intelligenza artificiale
e i diversi aspetti umani, culturali e tecnici della comunicazione digitale e la visione
della Chiesa e della Congregazione nel campo dell’evangelizzazione e dell’edu-
cazione, vengono elencate alcune aree di riflessione e tematiche imprescindibili.
Vengono anche delineate l’organizzazione, la gestione e il governo della Con-
gregazione Salesiana riguardo alla comunicazione sociale.
Il Documento considera le nuove esigenze e le sfide che si pongono nel campo
della comunicazione oggi, quali la professionalità degli operatori della comuni-
cazione, la modernizzazione della comunicazione istituzionale, le modalità col-
laborative del lavoro in rete, l’organizzazione strutturale nelle sue varie tipologie
nelle Ispettorie, le tematiche legate alla privacy e alla sicurezza.
Questa parte finale presenta, inoltre, linee guida pratiche per la comunicazione
considerando la realtà di ogni Ispettoria, con attenzione alla multiculturalità.
Tutte queste sono le nuove esigenze, gli stili e le modalità di realizzazione della
missione salesiana oggi nel mondo.

9.8 Page 88

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v Considerando la diversità culturale delle Regioni, i cambiamenti che si ve-
rificano nel campo della comunicazione, la dinamicità dei processi in cui essa
avviene nelle singole Ispettorie, è importante definire, aggiornare e attuare
la comunicazione sia a livello centrale, sia a livello ispettoriale. Questo nuovo
e profondo orizzonte deve partire da una visione che comprenda le dimen-
sioni biblica, teologica, ecclesiale, salesiana e pastorale. Con questo fonda-
mento e seguendo l’orientamento educativo pastorale e metodologico, ogni
Ispettoria e ogni Regione elabora e organizza la comunicazione, in linea con
l’Ispettore, il suo Consiglio e l’équipe pastorale dell’Ispettoria.
v Lo scopo di queste linee guida è quello di aggiornare, illuminare, am-
pliare la comunicazione nell’Ispettoria.
v Tenendo presente il contesto digitale, l’Intelligenza artificiale e i diversi
aspetti umani, culturali e tecnici della comunicazione digitale, riteniamo
importante che nei progetti di comunicazione siano incluse, attraverso la
visione della Chiesa e della Congregazione nel campo dell’evangelizza-
zione e dell’educazione, le seguenti aree:
– Area dell’Evangelizzazione
Osservando gli intenti nell’ambito della Congregazione Salesiana, l’evan-
gelizzazione rappresenta un impegno centrale e trasversale. Si tratta di un
processo dinamico e multiforme, che mira a diffondere il messaggio evan-
gelico attraverso i mezzi di comunicazione moderni, rispondendo alle sfide
e alle opportunità del contesto contemporaneo.
Per questo, ha come compiti specifici:
– accompagnare la produzione di contenuti per evangelizzare in linea con
gli altri Settori, con gli Ispettori e i Delegati per la Comunicazione e le
loro Équipe;
– promuovere i fondamenti e la metodologia per l’evangelizzazione nella
cultura digitale.
– Area dell’Animazione
Questo processo sinergico si fonda sullo stile operativo salesiano, basato
sulla collaborazione con i laici e sull’uso di strumenti di obiettivo appro-
priati, sia tecnici che umani. Il fine di questo approccio non è solo un’effi-
cace comunicazione interna o esterna, ma anche la promozione dei valori
evangelici e della missione salesiana attraverso i social media, l’Intelligenza
artificiale e generativa e, non ultimo, i media tradizionali.
87

9.9 Page 89

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I suoi compiti specifici, in collaborazione e in stretto rapporto con gli Ispet-
tori, sono:
– coordinare gli aspetti legati ai media, per quanto riguarda le visite del Ret-
tor Maggiore e il Consiglio Generale;
– accompagnare e coordinare i Delegati per la Comunicazione Sociale;
– promuovere e verificare l’attuazione dei Piani ispettoriali per la Comuni-
cazione Sociale;
– curare le visite del Consigliere, o del personale del Settore, presso le Ispet-
torie;
– promuovere e coordinare incontri regionali e mondiali per i Delegati per
la Comunicazione Sociale;
– animare e coordinare incontri regionali o mondiali degli organi e delle im-
prese di comunicazione salesiana: editrici, radio, tipografie, Bollettino Sa-
lesiano, riviste, siti web, content creators, missionari digitali, produttori di
video, vari artisti, musica e teatro, incontri relativi alla comunicazione con
e per migranti e rifugiati (Voices), diversi workshops (Mobile Journalism).
– Area della Gestione
La gestione salesiana della comunicazione comprende l’intero insieme di
processi, relazioni umane, metodologie di lavoro e passaggi operativi ne-
cessari per realizzare progetti e operazioni all’interno dell’organizzazione
stessa. Essa mira a perseguire gli obiettivi delineati dal soggetto comuni-
cativo-amministrativo. Si tratta di una sinergia di ricerca, sviluppo, logistica,
finanza e patrimonio.
La gestione integrata è, precisamente, un obiettivo prioritario per la Con-
gregazione Salesiana nel campo della comunicazione sociale. Ciò implica
non solo l’armonizzazione delle attività comunicative tra le varie realtà
dell’organizzazione, ma anche lo sviluppo di una strategia chiara e coe-
rente, che tenga conto delle sfide e delle opportunità presentate dalla
convergenza dei media.
I suoi compiti specifici si orientano in modo particolare a:
– coordinare la comunicazione istituzionale esterna e interna;
– promuovere la cooperazione con le istituzioni legate al mondo della co-
municazione;
– realizzare il complesso di tutte le attività di comunicazione su scala globale.
88

9.10 Page 90

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– Area della Comunicazione istituzionale
In primo luogo, la comunicazione istituzionale nella Congregazione Sale-
siana ha come compito specifico quello di seguire le attività svolte per ge-
nerare e trasmettere informazioni a individui, gruppi e comunità. La
Congregazione Salesiana gestisce sia la comunicazione esterna che quella
interna. Mediante queste attività si diffondono la missione, la visione, i va-
lori, gli obiettivi, le informazioni e i progetti dell’organizzazione. I canali di
comunicazione possono variare, così come il pubblico stesso.
La comunicazione interna riguarda la trasmissione di messaggi dentro l’or-
ganizzazione ed è rivolta a coloro che ne fanno parte. Per comunicazione
esterna si intende, in particolare, la trasmissione di informazioni al di fuori
dell’organizzazione, ci si rivolge dunque a un pubblico più ampio.
Perseguendo tali fini, più dettagliatamente, i compiti specifici diventano:
– sviluppare un’adeguata strategia di comunicazione esterna e interna per
la Congregazione Salesiana a livello globale;
– coordinare e promuovere i servizi di relazioni pubbliche della Congregazione;
– gestire l’Agenzia info Salesiana (ANS) in sinergia con i Delegati per la Co-
municazione Sociale e i corrispondenti nelle Ispettorie;
– promuovere il Bollettino Salesiano (cartaceo e digitale);
– coordinare i siti web sdb.org e sdl.sdb.org;
– organizzare la diffusione dei notiziari ispettoriali e la molteplice produzione
informativa salesiana;
– coordinare i social media istituzionali della Congregazione, del Settore e
dell’ANS a livello mondiale;
– gestire le emergenze e organizzare la comunicazione delle crisi istituzionali;
– accompagnare la Commissione Internazionale di Intelligenza Artificiale.
– Area del Lavoro in rete
Lo stile salesiano include il lavoro in rete, la promozione dell’identità cari-
smatica, la valorizzazione delle persone e delle relazioni umane, la condi-
visione di visione e missione, l’adozione di una mentalità progettuale e il
coinvolgimento della comunità educativa.
Inoltre, promuove la sinergia con altri settori come la Pastorale Giovanile,
la Missione, la Formazione, l’Economia e la Famiglia Salesiana.
Si fa uso delle tecnologie, di Internet e dei social media per condividere
progetti e favorire una gestione professionale e sinergica. Tutte le attività
mediatiche a livello internazionale presuppongono un’ampia collabora-
zione con i centri situati in tutto il mondo.
89

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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I compiti specifici sono:
– organizzare a livello di Regione la Rete dei Delegati per la Comunicazione;
– disegnare il progetto di comunicazione della Regione in linea con le pro-
poste di animazione e gestione del Settore;
– elaborare linee di formazione per i delegati e le Équipe delle Regioni at-
traverso la Scuola di Comunicazione;
– creare sinergia e collaborazione con altre reti salesiane;
– implementare e accompagnare la creazione di un lavoro in rete in tutti i
Settori di Comunicazione della Congregazione nel mondo;
– assicurare che i contenuti relativi alla comunicazione sociale a livello mon-
diale siano archiviati correttamente a beneficio di tutta la Congregazione.
Area della Formazione
Garantisce il potenziamento della formazione dei nuovi salesiani e laici,
con chiara identità carismatica, etica, tecnica e pastorale, comprendendo
le dinamiche dell’ambiente digitale e della visione di gestione conver-
gente, collaborativa e di rete.
Occorre sottolineare che è molto rilevante lo sviluppo di competenze digitali
tra i salesiani e i collaboratori. Oltre a ciò, l’area di competenza, sia a livello
interno che esterno della Congregazione, viene estesa ai laici nella gestione
collaborativa e nei diversi processi relativi ai progetti di comunicazione.
Come compiti specifici si sottolineano:
– sostenere l’integrazione del programma formativo iniziale e continuo per
la comunicazione sociale nelle diverse fasi, in sintonia con le Costituzioni,
la nuova Ratio e il Documento sulla Comunicazione Sociale;
– promuovere incontri annuali internazionali o ispettoriali sulla comunica-
zione sociale per allievi e formatori, coinvolgendo anche diversi gruppi
della Famiglia Salesiana e i giovani;
– favorire la creazione e la raccolta di materiali adatti per la formazione nella
comunicazione sociale;
– organizzare workshops sul progetto di Mobile Journalism nelle Ispettorie.
Area della Produzione
La produzione di materiali nell’ambito delle attività legate alla comunica-
zione sociale nella Congregazione Salesiana comprende la creazione di
una vasta gamma di contenuti e strumenti comunicativi, come: articoli,
video, film, podcast, fotografie, libri, musica, riviste, grafiche, infografiche,
90

10.2 Page 92

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corsi, workshops, social media, siti web, applicazioni, piattaforme di co-
municazione, live streaming, materiali educativi e tanto altro.
Una notevole importanza verrà rivolta alla realizzazione di una rete di pro-
mozione e visibilità delle diverse iniziative, degli eventi, dei contenuti e
dei prodotti.
I compiti specifici di quest’area sono:
– coordinare insieme con l’Economo Generale le Editrici o le Tipografie,
come centri produttori di cultura cristiana e salesiana;
– accompagnare i Centri di produzione multimediali;
– animare le sale multimediali: cinema, teatro e centri di cultura in generale;
– incentivare la partecipazione attiva dei salesiani come evangelizzatori, edu-
catori e comunicatori nei vari mezzi di comunicazione: Internet, social
media, televisione, radio, stampa e altri;
– stimolare la creazione di una varietà di contenuti dedicati principalmente
a Internet e ai social media;
– promuovere la redazione e la traduzione di testi professionali, tenendo
conto degli ultimi sviluppi dell’Intelligenza artificiale.
Area della Professionalizzazione
Comprende l’impiego delle conoscenze e dell’esperienza specializzata nel
campo della comunicazione sociale per pianificare, implementare e valu-
tare le strategie comunicative.
Si ritiene opportuno selezionare i canali di comunicazione appropriati, al-
zare la qualità dei contenuti, identificare i target groups (destinatari), im-
piegare dei professionisti formati e assicurare tecnologie e strumenti
adeguati.
L’obiettivo della professionalizzazione è quello di aumentare l’impatto, la
portata e l’efficacia della comunicazione nella Congregazione Salesiana a
livello internazionale, sostenendo così la realizzazione della missione e dei
valori salesiani in tutto il mondo.
I suoi principali compiti sono:
– promuovere la preparazione specifica, accademica e tecnica dei Delegati
per la Comunicazione Sociale e di alcuni confratelli, affinché possano di-
ventare formatori nella comunicazione sociale;
91

10.3 Page 93

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– sostenere la specializzazione di alcuni confratelli delle Ispettorie nella co-
municazione sociale;
– attuare la formazione continua dei laici nel campo della comunicazione so-
ciale;
– accompagnare e sostenere nell’organizzazione gli aspetti digitali per
l’evangelizzazione nelle diverse Ispettorie;
– sviluppare strategie di comunicazione che sostengano la missione della
Congregazione Salesiana.
92

10.4 Page 94

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15 GESTIONE E GOVERNO
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
v L’aspetto fondamentale nella collaborazione per la realizzazione
della missione salesiana è che la comunicazione sociale si realizzi at-
traverso processi, passi e progetti all’interno della programmazione
della comunicazione istituzionale e del Settore di Comunicazione.
Per quanto riguarda la comunicazione interna, il Direttorio di anima-
zione e governo della Congregazione e il Piano di comunicazione del
Settore orientano i diversi processi e le procedure in accordo con la
competenza dei responsabili diretti.
A livello di comunicazione esterna, la Congregazione provvede a varie
attività, come le relazioni pubbliche e la cura dell’immagine e della pub-
blicità istituzionale. A queste si aggiunge l’assistenza al Rettor Maggiore
e al suo Consiglio, in ambito generale, e agli Ispettori e al loro Consi-
glio, in ambito ispettoriale. Siamo inoltre impegnati nella promozione
della conoscenza della Congregazione presso gli organismi ecclesia-
stici, governativi e civili, in modo da coadiuvare la realizzazione della
missione salesiana.
v Criteri e orientamenti per la gestione della comunicazione salesiana.
Non vi sono dubbi, la promozione della comunicazione è responsabilità
di tutti, con l’animazione e il coordinamento del Consigliere per la Co-
municazione Sociale a livello mondiale e degli Ispettori e Delegati a li-
vello ispettoriale. Attraverso un’attività di sistema, con politiche e piani
comuni, il tutto dovrà integrarsi all’interno del Progetto di Animazione
del Rettor Maggiore e del suo Consiglio e nel Progetto Organico Ispet-
toriale. «La comunicazione sociale varca i confini ristretti di una Ispet-

10.5 Page 95

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toria. Va quindi pensata in rete. Ciò che non può essere fatto con le forze
di una sola Ispettoria può realizzarsi con la partecipazione di varie» (ACG
370, 41). «Questi servizi (…) trovino forme di collegamento e coopera-
zione con centri di altre Ispettorie e col Consigliere Generale (…) per la
Comunicazione Sociale» (Regolamenti, art. 31).
In questa linea, dove ci sono opportunità e convenienza, i Paesi, le Con-
ferenze o le Regioni dovranno organizzare équipe, strutture o servizi di
condivisione, consulenza e collegamento per la comunicazione, al servizio
delle Ispettorie. Queste strutture e servizi saranno regolati da convenzioni
o statuti specifici concordati tra le Ispettorie, con la partecipazione del
Consigliere Regionale, sentito il parere del Consigliere Generale per la
Comunicazione Sociale.
La comunicazione è promossa quando le competenze comunicative dei
singoli e dell’istituzione sono migliorate. Questa valutazione dovrà essere
orientata da parametri o indicatori obiettivi, in grado di misurare l’indice
del raggiungimento dei risultati desiderati e il suo attuarsi dovrà delinearsi
in conformità ai criteri elencati.
Tali processi si realizzeranno con la partecipazione delle persone coin-
volte, allo scopo di valutare l’efficacia dei piani e dei processi avviati, in
modo da orientare i passi successivi.
Il carattere unico della missione salesiana indica la possibilità e la necessità
di équipe inter-settoriali (ad esempio Pastorale Giovanile, Comunicazione
Sociale, Missioni), soprattutto per facilitare azioni condivise.
v Come Congregazione possiamo contare su strumenti e prodotti infor-
mativi, come l’Agenzia info Salesiana (ANS) con la rete di corrispondenti
nelle Regioni e nelle Ispettorie, i Servizi di relazioni pubbliche, gli uffici
stampa, i portavoce, il Bollettino Salesiano, i portali e i siti web, i servizi
di documentazione e gli archivi, i notiziari ispettoriali e la molteplice pro-
duzione informativa.
v Necessità di un Piano di Azione del Settore Comunicazione (PASC). A
livello generale, è necessario elaborare e avere un Piano, radicato nel Pro-
getto di Animazione del Rettor Maggiore e del suo Consiglio, volto a
creare sinergia tra le Ispettorie e a sviluppare la collaborazione tra speci-
fiche attività di formazione e di produzione.
A. Livello ispettoriale
• La comunicazione sociale è orientata da un Piano Ispettoriale di Comu-
nicazione Sociale (PICS), integrato nel Progetto Organico Ispettoriale
94

10.6 Page 96

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(POI), che tiene conto della situazione specifica di ogni Ispettoria e
cerca di applicarvi le direttive di Comunicazione Sociale della Congre-
gazione e la programmazione generale fatta dal Rettor Maggiore e dal
suo Consiglio per il sessennio.
B. Lavoro trasversale
• Sarà necessario favorire la vitalità, la dinamica e lo stile salesiano di co-
municazione, nella sua espressione di dimensione trasversale del-
l’azione educativo-pastorale, di campo della missione, di opera con
caratteristiche proprie e di sistema specifico e integrato di comunica-
zione.
C. Studio e ricerca
• Lo sviluppo e la concretizzazione della comunicazione sono sostenuti
con azioni di analisi, di ricerca, di studio, di riflessione e monitorati con
azioni di valutazione, consulenze, attività di formazione e sviluppo.
D. Consulte permanenti
• Sono state costituite Consulte permanenti a livello mondiale e ispettoriale
per la comunicazione sociale, composte da équipe di esperti salesiani e
laici per i diversi ambiti o aree, coordinate rispettivamente dal Consigliere
Generale e dai Delegati ispettoriali per la comunicazione sociale. È loro
compito approfondire la metodologia pastorale salesiana di comunica-
zione a servizio della Congregazione, della Chiesa, della società.
v Alcune indicazioni per la comunicazione salesiana. Nella gestione, or-
ganizzazione e operatività della comunicazione nelle nostre Ispettorie e
nelle relative opere, è importante avviare: l’educazione ai media, consi-
derati come strumenti da utilizzare nei processi educativi generali; la com-
prensione critica dei media, visti non solo come strumenti, ma come
linguaggio e cultura; l’utilizzo dei media in vista della formazione di pro-
fessionisti; espressioni artistiche, attività culturali, musicali, sportive e di
tempo libero proprie dello stile salesiano; la cura dell’ambiente nei vari
aspetti; l’apertura a forme di educazione e di evangelizzazione, che valo-
rizzino la comunicazione come nuovo spazio vitale di aggregazione dei
giovani; l’impegno costante per costruire una comunità di persone con
una visione comune e condivisa di missione, di spirito salesiano e di pro-
getto, in un clima familiare, di vicinanza e compartecipazione fra salesiani
e laici (cfr. in particolare CG24), educatori ed educandi.
95

10.7 Page 97

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La promozione dell’unità, nella crescente diversità delle culture e di situa-
zioni in continua trasformazione, deve essere curata attraverso un costante
dialogo tra Centro e Ispettorie, affinché si conoscano e si tenga conto
delle situazioni e dei problemi locali e, allo stesso tempo, si allarghi lo
sguardo all’universo della Congregazione. Sarà inoltre necessaria la vici-
nanza della Direzione Generale alle Conferenze e ai gruppi di Ispettorie,
per progettare interventi locali in rete piuttosto che imposti dall’alto, coin-
volgendo centri e Delegati regionali o ispettoriali.
v Per quanto riguarda il tema dell’animazione e la gestione della comu-
nicazione nei rapporti esterni, si devono prendere in considerazione al-
cuni fattori importanti, se non essenziali:
– la cura delle relazioni pubbliche della Congregazione;
– la cura dell’immagine e della pubblicità istituzionale della Congrega-
zione;
– l’assistenza al Rettor Maggiore e al suo Consiglio in ambito generale,
agli Ispettori e al loro Consiglio in ambito ispettoriale, negli impegni di
relazione con persone, comunità, istituzioni, mezzi di comunicazione,
attività pubbliche;
– la promozione della conoscenza della Congregazione davanti agli or-
ganismi ecclesiastici, governativi e civili, in modo da aiutare la realizza-
zione della missione salesiana;
– il coordinamento dei mezzi di comunicazione per il loro utilizzo a favore
dell’educazione della gioventù e della divulgazione della Buona Notizia;
– l’opportunità di usare spazi possibili per entrare nel mondo dei media,
per conoscere i mezzi di comunicazione, utilizzarli e influenzarne posi-
tivamente i contenuti;
– i collegamenti e la partecipazione a organismi ecclesiastici e civili che
operano e coordinano il settore della comunicazione sociale;
– la partecipazione agli eventi e ai movimenti ecclesiali e sociali nel
campo della comunicazione, che hanno rapporti con l’educazione e la
pastorale.
v La formazione dei salesiani. La formazione dei salesiani prende in con-
siderazione quanto scrivono alcuni documenti fondamentali, tra cui i Re-
golamenti all’articolo 82: «La missione salesiana orienta e caratterizza in
modo proprio e originale la formazione intellettuale dei soci a tutti i livelli.
Quindi l’ordinamento degli studi armonizzi le esigenze della serietà scien-
tifica con quelle della dimensione religiosa apostolica del nostro progetto
di vita. Siano coltivati con particolare impegno gli studi e le discipline che
96

10.8 Page 98

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trattano dell’educazione, della pastorale della gioventù, della catechesi e
della comunicazione sociale». Poi gli orientamenti della nuova Ratio (“La
formazione dei salesiani di Don Bosco. Principi e norme”); la sensibilizza-
zione e la preparazione dei confratelli, perché possano inserirsi, in maniera
professionale, nel campo della comunicazione; il Documento congiunto
del Dicastero per la Formazione e del Dicastero per la Comunicazione So-
ciale (2006) con gli Orientamenti per la formazione dei salesiani in comu-
nicazione sociale, i contenuti e le metodologie per le varie fasi formative.
v Acquisizione dei dati sulla realtà giovanile. Al di là del contatto e della
conoscenza personale dei giovani nella propria opera o zona di lavoro,
puntiamo su una buona e documentata conoscenza del mondo giovanile
sempre in evoluzione. Va aggiunta una ricca informazione su di esso per
una maggiore conoscenza, per un aumento del coinvolgimento e per una
migliore qualificazione del servizio.
Allo stesso tempo, ci impegniamo a divulgare questa stessa informazione
nella società, allo scopo di creare opinione pubblica e presa di coscienza
che diano origine a politiche e azioni a favore della gioventù.
Per sostenere l’animazione e il buon funzionamento della Congregazione
in quanto organizzazione, si deve provvedere a una banca dati perma-
nentemente aggiornata, che permetta di conoscere in ogni istante e ra-
pidamente, in modo pratico e sicuro, la situazione del personale, delle
opere e delle attività.
v Procedure di sistematizzazione e conservazione digitale. L’informazione
ha anche il compito della conservazione digitale. Essa implica l’elaborazione
di procedure a diversi livelli, che assicurino materiale digitale di valore, ela-
borato in modo da facilitare la sua conservazione. Vanno curati anche i di-
versi processi digitali relativi alla sistematizzazione e alla conservazione dei
documenti storici e culturali della Congregazione: scritti, immagini (fisse o
in movimento), testimonianze sonore, oggetti. Va impostata un’adeguata
gestione degli archivi, delle biblioteche, dei musei, dei monumenti.
v L’immagine istituzionale. L’immagine istituzionale va curata attraverso
un’informazione corretta e completa, che esprima chiaramente la portata
sociale dell’opera di Don Bosco. «Lavoriamo in ambienti popolari e per i
giovani poveri. Li educhiamo alle responsabilità morali, professionali e so-
ciali, collaborando con loro, e contribuiamo alla promozione del gruppo
e dell’ambiente» (Costituzioni, art. 33).
Partecipiamo in qualità di religiosi alla testimonianza e all’impegno della
Chiesa per la giustizia e la pace. Rimanendo indipendenti da ogni ideo-
97

10.9 Page 99

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logia e politica di partito, rifiutiamo tutto ciò che favorisce la miseria, l’in-
giustizia e la violenza, e cooperiamo con quanti costruiscono una società
più degna dell’uomo. «La promozione, a cui ci dedichiamo in spirito evan-
gelico, realizza l’amore liberatore di Cristo e costituisce un segno della
presenza del Regno di Dio» (Costituzioni, art. 33).
v La gestione della comunicazione di crisi richiede professionalità e stra-
tegia di azione. Questa non si limita a reagire agli eventi avversi, ma si
concentra piuttosto sull’anticipazione degli scenari, sulla definizione di
protocolli chiari e sull’analisi dei rischi. È infatti necessario anticipare gli
scenari, stabilire protocolli chiari e mantenere una comunicazione traspa-
rente e coerente in ogni momento.
Una delle chiavi della gestione della comunicazione di crisi è la velocità e
l’efficacia della risposta. Un’azione tempestiva e la trasparenza delle in-
formazioni sono essenziali per gestire efficacemente una crisi. Ciò significa
essere pronti ad agire immediatamente di fronte a situazioni critiche, for-
nendo informazioni accurate e aggiornate. Una comunicazione che fluisca
armoniosamente aiuta a mantenere la fiducia e la credibilità dell’organiz-
zazione anche in caso di crisi.
La gestione della comunicazione di crisi richiede una comprensione ap-
profondita dei valori e della cultura organizzativa. Pertanto, in questo con-
testo, la comunicazione dev’essere empatica e immediata. Ciò include
l’allineamento dei messaggi e delle azioni dell’organizzazione ai suoi prin-
cipi fondamentali e ai suoi valori di base.
v Qualificazione e professionalità. È indispensabile potenziare e qualificare
professionalmente strutture, strumenti e prodotti informativi. In modo spe-
ciale, vanno segnalati:
• l’Agenzia info Salesiana (ANS) con la rete di corrispondenti nelle Regioni
e nelle Ispettorie;
• i Servizi di relazioni pubbliche, gli uffici stampa, i portavoce;
• i Bollettini Salesiani;
• i portali e i siti web;
• i servizi di documentazione e gli archivi;
• i notiziari ispettoriali e la molteplice produzione informativa salesiana;
• le piattaforme e i mezzi tecnologici di comunicazione che permettono
maggior rapidità, risparmio economico e di energie, accesso perma-
nente e personale all’informazione.
v La politica editoriale. L’opera educativa di Don Bosco porta l’impronta
della sua attività di scrittore ed editore. Come autore ha redatto testi de-
98

10.10 Page 100

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vozionali, formativi, educativi e scolastici. A supporto della sua attività edi-
toriale ha costituito la Società per la diffusione della buona stampa e fon-
dato la Tipografia dell’Oratorio di Valdocco.
Le Editrici salesiane sono imprese inserite nella vita culturale, sociale e
politica della gente, in particolare dei giovani degli ambienti popolari.
Sono aperte alle culture dei Paesi in cui operano, per comprenderle e in-
carnare in esse il messaggio evangelico (cfr. Costituzioni, art. 7).
Con la loro attività rendono la Congregazione presente nella società, nella
scuola e nella cultura, con un ruolo attivo nel processo di evangelizzazione
e catechesi; regolano la propria politica editoriale sul rapporto tra fede e
cultura come interpretato dal Magistero; riconoscono l’autenticità dei va-
lori umani, la loro autonomia e rilevanza per la fede; rifiutano ogni forma
di integralismo.
Esse sono presenze educative e creatrici di cultura, con particolare atten-
zione alla dimensione popolare e umanistica, nella linea di Don Bosco e
della tradizione educativa e pedagogica salesiana.
Le Editrici salesiane operano nel campo dell’educazione, dell’evangeliz-
zazione, della catechesi, della formazione e dell’istruzione. Esse sono im-
pegnate a favorire l’annuncio del Vangelo, ad accompagnare la scoperta
e la maturazione della fede, a facilitare la sintesi fra fede e cultura, a edu-
care al senso critico, estetico, morale, a promuovere l’apertura al religioso.
v Strutture imprenditoriali di comunicazione. Sull’esempio di Don Bosco,
che ha dato stabilità imprenditoriale alla sua attività editoriale, e come ri-
chiedono i Regolamenti generali (art. 31), le Editrici salesiane sono impo-
state su sicure basi giuridiche ed economiche.
Come accade per qualsiasi altra opera dell’Ispettoria, l’Ispettore con il suo
Consiglio definisce: la struttura giuridica dell’Editrice, in conformità alle
leggi vigenti nel Paese; l’Ente proprietario della medesima; l’oggetto della
sua attività; la sua struttura organizzativa, precisando ruoli, competenze,
funzioni.
L’Ispettoria esercita altresì il suo costante dovere di controllo e indirizzo.
L’Ente proprietario dell’Editrice definisce con documento ufficiale: i valori
portanti, le linee guida per le decisioni; le politiche, le azioni, lo scopo, e
cioè la ragione fondamentale dell’esistenza dell’Editrice; la missione e gli
obiettivi da perseguire.
L’Impresa elabora una strategia significativa e attenta, che permetta di
realizzare la missione che le è stata affidata. Attraverso una valutazione
dei suoi punti di forza e di debolezza, delle sue risorse finanziarie e umane,
99

11 Pages 101-110

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11.1 Page 101

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della sua capacità innovativa, identifichi il suo target e lo spazio di mer-
cato, il core business; elabori il piano strategico, finanziario e di marketing;
definisca il suo organigramma e mansionario: chi fa che cosa, quando e
come.
v I siti web salesiani. Possiamo individuare tre nuclei di un sito web sale-
siano: l’identità, lo scopo, la natura dello stesso Web. L’identità di un sito
web salesiano è carismatica e istituzionale e può essere così espressa:
• la missione (la salvezza della gioventù); un riferimento a Don Bosco e
alla sua figura; il termine “salesiano”; un certo stile ispirato al Sistema
Preventivo; il senso di una comunità e il modo in cui si crea una comu-
nità.
Esistono diversi livelli di appartenenza all’identità istituzionale, a se-
conda del carattere del sito: può essere un sito “ufficiale” della Con-
gregazione, della Regione o di una Ispettoria, oppure di un’opera, di
un settore, di un’attività tipicamente salesiana.
• Elementi concreti come il logo e i diversi link aiutano a esprimere
quest’appartenenza. Un sito ufficiale dovrebbe includere un link al por-
tale della Congregazione.
Un sito web salesiano ha sempre come obiettivo quello di dare testi-
monianza della sua identità cristiana ed evangelizzatrice. Il suo scopo è
di animare, formare, educare, informare (notizie, video…), conservare
(documenti, immagini, suoni…), pubblicizzare (senza eccessiva autore-
ferenzialità).
Senza dubbio, lo sviluppo continuo implica vari aspetti: disegno, icone,
abilità, interattività, accessibilità, la capacità di gestire siti sempre più
complessi in modo semplice, utilizzando gli strumenti oggi disponibili.
v Le radio salesiane e le televisioni. Sono strutture radiofoniche o televi-
sive che, con stile salesiano, evangelizzano la cultura giovanile e popolare,
educando, orientando, informando e coinvolgendo. Tra i loro molteplici
scopi, sottolineiamo l’importanza di: promuovere l’associazionismo, la par-
tecipazione dei giovani e delle classi popolari; destare in loro la capacità
critica per interpretare e valutare la realtà; diffondere nella società i valori
umani e cristiani; implementare programmi educativi, culturali e pastorali,
promuovendo la cultura, l’educazione e la religione mediante una pro-
grammazione etica e di qualità; diffondere programmi specializzati con
un’identità salesiana fondata nel Sistema Preventivo, con creatività, utiliz-
zando apposite risorse; promuovere la vocazione salesiana nelle sue varie
espressioni.
100

11.2 Page 102

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Appare pertanto necessario:
• informare, educare, evangelizzare i giovani e le classi popolari utiliz-
zando il linguaggio della radio; produrre e sostenere programmi gio-
vanili, imprese radiofoniche e televisive con stile educativo salesiano,
stimolando e coinvolgendo gli stessi giovani; diffondere un’informa-
zione corretta, che offra elementi per una critica costruttiva della so-
cietà; dare spazio nei nostri messaggi ai temi della giustizia sociale e
alle campagne di protezione e promozione dei diritti umani.
È fondamentale per questo: tendere verso la sostenibilità economica
delle radio e delle Tv, attraverso un’attenta gestione, il sostegno locale
e progetti in rete; preparare professionalmente e formare nel carisma
salesiano il personale della radio e della televisione, in modo da garan-
tire la qualità evangelizzatrice del messaggio. A questo scopo occorre
programmare periodici incontri di formazione e promuovere in tutti gli
ambiti locali e dell’Ispettoria il lavoro condiviso in rete con la Congre-
gazione salesiana e la Chiesa.
v I social networks. Sono una nuova forma di comunicazione. Sono usati
prioritariamente per lo scambio di esperienze e opinioni, per comunicare
con gli amici e stare in contatto con i conoscenti in una società sempre
più Internet-connessa.
Essi esercitano un ruolo fondamentale nella realtà di numerose persone,
in quanto rendono possibile conoscere nuove persone e nuovi luoghi, ve-
nire a conoscenza degli eventi in modo immediato, entrare in dialogo e
creare gruppi con differenti intenzioni e funzioni.
Tramite Facebook, X, Youtube, Whatsapp e molti altri social media, ven-
gono creati collegamenti tra persone in tante diverse parti del mondo,
cosa che era impossibile immaginare fino a qualche anno fa. Con un solo
click si può scoprire immediatamente cosa accade a migliaia di chilometri
di distanza.
Inoltre, le piattaforme online portano grandi vantaggi agli utenti, che di-
ventano consumatori e produttori di informazioni, perché sono virtual-
mente a disposizione di tutti. Nei social networks tutti gli utenti sono
creatori, attori, simultaneamente e permanentemente visibili.
v La formazione di specialisti salesiani e laici. È necessario essere consa-
pevoli della priorità della formazione di salesiani e laici specialisti nella
comunicazione. Occorre avviare, sostenere e potenziare le aree del-
l’azione, dell’animazione, della formazione, dell’informazione e della pro-
duzione per un’efficace comunicazione a servizio della missione salesiana.
101

11.3 Page 103

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v La realizzazione della comunicazione salesiana a livello di Congrega-
zione e di Ispettorie. A tal fine bisogna considerare le aree di attenzione
e di impegno, in modo che l’animazione e la gestione della comunica-
zione sociale possano compiere la loro missione in modo integrato, con-
vergente e professionale.
102

11.4 Page 104

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16 ORGANIZZAZIONE DELLA
COMUNICAZIONE
SALESIANA
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
v Il Coordinamento generale. Il coordinamento, l’organizzazione e la
promozione della comunicazione sono affidati al Consigliere per la Co-
municazione Sociale a livello generale, e al Delegato per la Comunica-
zione Sociale a livello ispettoriale.
Organizzare significa identificare e strutturare il lavoro da svolgere; de-
finire e attribuire gli incarichi e le deleghe relative; instaurare fra le per-
sone adeguati rapporti per il lavoro in équipe, allo scopo di raggiungere
i risultati attesi.
L’Ispettore, secondo le indicazioni del Capitolo Generale 23, è tenuto
a nominare il Delegato per la Comunicazione Sociale che «assisterà le
singole comunità nella promozione delle varie realtà comunicative, pre-
sterà il suo servizio ai vari settori di attività, e terrà i rapporti con gli or-
ganismi locali, ecclesiastici e civili» (CG23, n. 259).
v L’attività di supporto e le sue politiche. Occorre assicurare la dispo-
nibilità e l’adeguata amministrazione del personale, delle risorse e dei
servizi necessari per il funzionamento della comunicazione nell’Ispetto-
ria. Le attività di supporto vanno realizzate d’intesa fra l’economato ge-
nerale e/o ispettoriale.
La gestione del personale deve prendere in considerazione:
• il sostegno e lo sviluppo delle risorse umane, che permetta di poter
contare su personale qualificato, stabile e motivato;

11.5 Page 105

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• la formazione costante delle persone per lo sviluppo delle loro potenzia-
lità e per il loro adeguato posizionamento nella struttura di lavoro.
La gestione delle risorse economico-finanziarie e del patrimonio attiene a:
• la disponibilità, l’adeguato impiego e il controllo delle risorse necessarie;
• l’impiego in conformità alle esigenze legali e alle normative giuridiche
vigenti della società civile e della Congregazione;
• la professionalità nelle procedure;
• il preventivo economico corrispondente a ciascuno dei piani.
La gestione dei servizi riguarda:
• l’organizzazione e i metodi di lavoro, affinché le strutture organizzative
siano costantemente aggiornate e adeguate ai risultati attesi, entro il
quadro di riferimento delineato dalle Costituzioni e dai Regolamenti
della Congregazione;
• la socializzazione delle esperienze e dei risultati fra i settori e le aree
della Congregazione;
• il funzionamento adeguato di sistemi informatizzati, che garantiscono
basi sicure e veloci per prendere le decisioni gestionali necessarie al
conseguimento dei risultati desiderati dalla comunicazione;
• la disponibilità di un supporto giuridico per assicurare il rispetto della
legalità e per garantire la difesa degli interessi della Congregazione in
quest’area.
La gestione delle risorse linguistiche e della traduzione deve considerare:
• la salvaguardia della terminologia salesiana sia all’interno che al-
l’esterno;
• la cura di una traduzione fedele e comprensibile dei messaggi del Ret-
tor Maggiore e del suo Consiglio, degli altri organismi di animazione-
formazione e di informazione. Per “fedele” si intende fedeltà al
linguaggio e al contesto originale, tale tuttavia da favorire la compren-
sione dei lettori nel loro contesto culturale;
• la promozione di standard utili per i testi editi dalla Direzione Generale.
v Cura della gestione del patrimonio documentale. Il Settore di Comuni-
cazione Sociale (SCS) cura la gestione del patrimonio documentale della
Congregazione, in collaborazione con l’Archivio Salesiano Centrale, attra-
verso la digitalizzazione di testi, la memorizzazione dei testi (TM), ecc.
104

11.6 Page 106

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Il Delegato di Comunicazione Sociale offre le sue competenze e i suoi
consigli all’Archivio Salesiano Centrale e ad altri responsabili, per la ge-
stione del patrimonio documentale della Congregazione.
Il Settore di Comunicazione Sociale, anche in collaborazione con il Segre-
tario Generale e/o il Vicario del Rettor Maggiore, cura il coordinamento
del gruppo dei traduttori e offre servizi a sostegno del loro compito.
Il Settore di Comunicazione Sociale promuove linee guida di stile per le
varie situazioni, per esempio per la Direzione Generale, o per i traduttori
nelle varie lingue.
105

11.7 Page 107

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17 RUOLI E RESPONSABILITÀ
PER LA COMUNICAZIONE
SALESIANA
LINEE GUIDA PER APPROFONDIMENTI E AZIONI
v Il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale
Compito fondamentale
«Il Consigliere per la Comunicazione Sociale ha il compito di animare
la Congregazione in tale ambito. Promuove l’azione nel settore della
Comunicazione Sociale e coordina in particolare, a livello mondiale, i
centri e le strutture che la Congregazione gestisce in questo campo»
(Costituzioni, art. 137).
Come pietra miliare, il Settore per la Comunicazione Sociale fonda i
suoi valori nel Vangelo, nella persona di San Giovanni Bosco e nelle
fonti di ispirazione del suo Sistema Preventivo, unendosi al Magistero
della Congregazione Salesiana.
Per rispondere adeguatamente alla crescente pressione mediatica, di-
venta rilevante porre l’accento sul cambiamento in atto. Queste nuove
esigenze socioculturali, dettate da reali ed evidenti segni dei nostri
tempi, devono promuovere un tipo di trasmissione ricca di insegna-
menti e principi morali, mettendo in evidenza:
– la fedeltà al carisma salesiano a servizio dei giovani;
– la persona umana, sempre al centro della comunicazione;
– l’invito della Chiesa e della Congregazione ad abitare, evangelizzare
ed educare all’interno della cultura digitale con identità salesiana;
– la rilevanza della convergenza nella gestione e nel governo condiviso,
della professionalità gestionale e della cultura organizzativa;

11.8 Page 108

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– la partecipazione attiva dei laici nella gestione collaborativa a livello
educativo, pastorale e amministrativo della comunicazione;
– la mentalità di lavoro in rete, l’utilizzo etico ed educativo dell’Intelli-
genza artificiale con una visione sinergica e una mentalità multitasking,
progettuale e convergente.
Compiti specifici
Animare e gestire in modo sinodale, organico e inclusivo la comuni-
cazione istituzionale- informativa, educativa e pastorale, attraverso po-
litiche chiare, processi efficaci, programmazione, realizzazione e verifica
dei progetti.
Diffondere i valori e la visione della comunicazione salesiana: porre al
centro la priorità della persona e la relativa formazione rispetto ai mezzi,
promuovere una visione positiva dell’uomo, valorizzare la comunione fra-
terna tra gli individui come vocazione, stabilire l’autenticità nella vita per-
sonale e comunitaria come fondamento credibile del comunicare.
Accompagnare e sostenere la Congregazione Salesiana nel campo
della Comunicazione Sociale, tenendo conto della trasformazione di-
gitale, a servizio della missione, come indicato dai Regolamenti Gene-
rali (artt. 31-34).
Stimolare la consapevolezza di essere comunicatore di un’identità sa-
lesiana e della fedeltà carismatica. Di norma, questa competenza deve
realizzarsi nelle comunità religiose, nei luoghi di missione, attraverso i
mezzi di comunicazione tradizionali e digitali (Costituzioni, art. 43).
Animare i Direttori e i responsabili dei centri e delle strutture di co-
municazione, al fine di lavorare con una visione educativa, professionale
e in rete, mediante l’impiego dei social network e dei media.
Coordinare le aree di cui si compone il Settore della Comunicazione
Sociale: evangelizzazione, animazione, gestione, comunicazione istitu-
zionale, formazione, produzione, professionalizzazione, lavoro in rete.
Promuovere attività di comunicazione e marketing, al fine di garan-
tire visibilità e coesione che, di fatto, si indirizzano a tutta la comunica-
zione istituzionale e alla produzione di contenuti nella Congregazione
Salesiana.
Accompagnare la formazione e l’animazione dei Delegati di comuni-
cazione, dei Direttori di Centri Comunicazione, di Case Editrici, Bollet-
tino Salesiano, Radio e altre istituzioni.
107

11.9 Page 109

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v Équipe del Settore per la Comunicazione Sociale
L’équipe che compone questo Settore ha ruoli specifici di collaborazione
con il Consigliere Generale. In particolare deve:
• contribuire con il Consigliere Generale a promuovere la comunicazione;
• collaborare costantemente con tutto ciò che riguarda gli obiettivi del
Settore per la Comunicazione Sociale;
• svolgere gli incarichi attribuiti dal Consigliere a servizio del Settore,
quali: l’Agenzia ANS, l’ufficio stampa, il Bollettino Salesiano italiano, i
Bollettini Salesiani, il Portale web, la documentazione e l’archivio, i ser-
vizi di fotografia.
v Consulta Mondiale per la Comunicazione Sociale
I diversi membri salesiani e laici dell’équipe, esperti nelle diverse aree
dell’animazione e della formazione, dell’informazione e delle imprese, col-
laborano permanentemente con il Settore attraverso i loro studi e consigli,
rispondendo alle sollecitazioni, ma anche offrendo suggerimenti sponta-
nei con un atteggiamento propositivo.
Il loro contributo si propone in particolare di:
• accompagnare lo sviluppo della comunicazione della Congregazione;
• fare valutazioni, ricerche, studi;
• offrire orientamenti e sussidi per un costante aggiornamento;
• offrire consulenza permanente alla comunicazione della Congregazione,
particolarmente al Settore per la Comunicazione Sociale.
v Delegato regionale, nazionale e/o di conferenze
In stretta collaborazione con la sede centrale e secondo il principio della
sussidiarietà, i vari Delegati regionali, nazionali e/o di conferenze si impe-
gnano a:
• promuovere la sinergia e la collaborazione tra le Ispettorie nel campo
della comunicazione e delle sue varie attività, con una visione strategica
aperta su tutta la missione e la Congregazione;
• realizzare il compito affidatogli dagli statuti, o dalle convenzioni della
delegazione regionale o della conferenza;
• mantenere uno stretto collegamento di cooperazione con il Consigliere
Generale per la Comunicazione Sociale e con il Settore;
• promuovere l’elaborazione e l’attuazione di un piano comune di azione
e di collaborazione nel Settore della Comunicazione Sociale, in confor-
mità alla programmazione generale della Regione o conferenza.
108

11.10 Page 110

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v L’Ispettore con il suo Consiglio
All’interno delle singole Ispettorie, l’Ispettore con il suo Consiglio si im-
pegna a:
• promuovere la comunicazione nell’Ispettoria;
• curare e verificare la qualità della comunicazione all’interno e all’esterno
dell’Ispettoria, tra i confratelli, con i gruppi della Famiglia Salesiana, con
le comunità ecclesiali e le istituzioni civili e sociali, tra i gruppi di Ispet-
torie e con il Consiglio Generale;
• nominare il Delegato ispettoriale per la Comunicazione;
• curare organizzazione, ruoli e funzioni della comunicazione sociale e
dell’équipe o commissione di comunicazione;
• preparare i confratelli a inserirsi nei circuiti della stampa, del cinema,
della radio e della televisione;
• istituire e potenziare i centri editoriali per la produzione e la diffusione
di libri, sussidi e periodici, e i centri di emittenza e produzione di pro-
grammi audiovisivi, radiofonici, televisivi;
• stabilire i revisori delle pubblicazioni che richiedono la revisione eccle-
siastica.
v Il Delegato ispettoriale per la Comunicazione Sociale
Il Delegato (la Delegata) può essere salesiano o laico/a e ha il compito di
promuovere, a nome dell’Ispettore, la comunicazione nell’Ispettoria:
• l’incarico dovrebbe essere a tempo pieno;
• egli deve lavorare in collaborazione con le diverse équipe che costitui-
scono la struttura, a favore della missione salesiana giovanile, per la sua
attuazione nell’Ispettoria;
• si coordina in modo particolare con i Delegati degli altri Settori;
• d’intesa con l’economo ispettoriale, trovi una sua adeguata funzione di
rappresentanza nella gestione delle imprese di comunicazione del-
l’Ispettoria;
• collabora all’elaborazione e all’applicazione del Piano Ispettoriale di
Comunicazione Sociale;
• secondo le possibilità, anima e accompagna coloro che sono coinvolti
nella comunicazione dell’Ispettoria: il Consiglio ispettoriale, le comunità
salesiane, i referenti locali per la comunicazione, le diverse aree di
azione della comunicazione;
• coadiuva nella formazione permanente dei confratelli nel campo della
comunicazione;
109

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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• lavora in rete con i diversi responsabili a ogni livello nell’Ispettoria per
coordinare le azioni, sottolineando i criteri salesiani elencati nella prima
parte di questo sussidio: nell’elaborazione e nell’applicazione dei piani
ai diversi livelli ispettoriali e locali, nella promozione dei processi e nel-
l’esecuzione dei programmi e delle attività di formazione, di informa-
zione e produzione, collaborando con l’équipe o la Commissione
ispettoriale della Pastorale Giovanile;
• ha una presenza negli organismi di animazione delle opere di produ-
zione della comunicazione sociale;
• è indispensabile che il Delegato abbia una visione d’insieme che per-
metta di fare interventi ben mirati per assicurare equilibrio e sintonia
tra l’informazione salesiana locale e l’informazione a livello mondiale
nelle aree seguenti: ANS (Agenzia info Salesiana), informazione locale
(corrispondenti), produzione e diffusione dell’informazione all’interno
dell’Ispettoria e della Famiglia Salesiana.
v Équipe (Commissione ispettoriale o altro) di Comunicazione Sociale
Per sostenere e contribuire allo sviluppo e al funzionamento della comu-
nicazione all’interno di ogni Ispettoria, è bene formare una équipe che si
occupi di:
• contribuire con il Delegato e l’Ispettoria al compito di promuovere la
comunicazione;
• lavorare come équipe nel Sistema, e collaborare costantemente con
tutto quanto riguarda la missione nel Settore della Comunicazione So-
ciale;
• contribuire alla redazione e all’applicazione del Piano ispettoriale di ani-
mazione-formazione-consulenza nel Settore della Comunicazione So-
ciale;
• contribuire al lavoro del Delegato con l’informazione, lo studio, la con-
divisione, la progettazione e la sperimentazione;
• assumere gli incarichi affidati dall’Ispettore o dal Delegato per la ge-
stione delle varie attività, o la partecipazione a eventi e organismi di
comunicazione;
• valorizzare la comunicazione a favore dell’educazione ed evangelizza-
zione dei giovani e del ceto popolare.
v Ufficio stampa, Équipe e produzione
È importante organizzare un ufficio stampa che si preoccupi di:
110

12.2 Page 112

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• sviluppare un contatto attivo e positivo con strutture, persone e mezzi
di comunicazione presenti sul territorio;
• curare l’immagine salesiana, sul piano della qualità e della quantità, la
significatività della presenza nei mass media e nello spazio della
stampa;
• partecipare agli incontri del Sistema ai diversi livelli, regionale o di con-
ferenza e mondiale, contribuendo sempre più all’instaurarsi di sinergie
dentro la Congregazione;
• coordinarsi con gli organismi ecclesiastici, religiosi, governativi e civili
che si occupano di comunicazione.
v Coordinatore locale di Comunicazione Sociale
Ogni realtà e opera locale deve curare, organizzare e coordinare attenta-
mente i propri interventi nel settore della comunicazione. Si metterà par-
ticolare attenzione per:
• promuovere la comunicazione nell’opera locale;
• partecipare operativamente all’interno dell’équipe di Pastorale Giova-
nile in tutta l’attività che riguarda l’educazione dei giovani;
• interagire con gli incaricati degli altri Settori per un’attività ben coordi-
nata dell’opera locale;
• collaborare all’elaborazione e all’attuazione del Piano locale di Comu-
nicazione Sociale;
• animare quanti cooperano alla comunicazione nell’opera: il consiglio
della comunità educativa, la comunità salesiana, la commissione locale
per la comunicazione, le diverse aree di attività di comunicazione;
• accompagnare l’elaborazione e l’applicazione dei piani nella promo-
zione dei processi e nella realizzazione di programmi e attività di for-
mazione, di informazione e di produzione;
• far funzionare il polo locale dell’informazione salesiana: promuovere la
produzione e la diffusione dell’informazione all’interno dell’opera e
della Famiglia Salesiana, curare gli strumenti come i Notiziari locali e
altri prodotti specifici;
• accompagnare l’azione dei corrispondenti locali;
• orientare la gestione del sito web, l’attività dell’ufficio stampa;
• mantenere un contatto attivo e positivo con strutture, persone e mezzi
di comunicazione presenti sul territorio;
• promuovere l’immagine salesiana con massima attenzione alla qualità
e alla quantità, la significatività della presenza nei mass media e nello
spazio della stampa;
111

12.3 Page 113

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• fornire all’ANS (Agenzia info Salesiana), in ambito ispettoriale e mon-
diale, le informazioni locali e collocare intelligentemente nel territorio
l’informazione prodotta.
v Agenzia ANS (Agenzia info Salesiana)
Gli scopi principali dell’Agenzia preposta all’informazione e alla comuni-
cazione da parte dei Salesiani sono:
• produrre informazione salesiana per alimentare i mezzi salesiani di in-
formazione e collocare i suoi prodotti presso i mezzi di informazione
sociale, al servizio della missione salesiana;
• essere a disposizione dei differenti organi della Congregazione (Rettor
Maggiore, Consiglio Generale, Settori, Ispettorie, ecc.) per aiutarli a uti-
lizzare efficacemente l’informazione e la comunicazione come mezzo
per conseguire i propri obiettivi di animazione e di governo;
• mettere in contatto, mediante l’informazione sulle sue distinte realtà, i
membri della Congregazione sparsi per il mondo e i diversi gruppi della
Famiglia Salesiana;
• raccogliere le provocazioni della realtà e aiutare la Congregazione, la
Famiglia Salesiana e la società a leggerle e a interpretarle secondo la
missione salesiana;
• contribuire alla qualità dei mezzi informativi della Congregazione e dei
gruppi della Famiglia Salesiana. L’Agenzia intende svolgere un servizio
finalizzato a valorizzare i loro contenuti e la loro presentazione;
• far conoscere le realtà della Congregazione e della Famiglia Salesiana
nel mondo, offrendo informazioni su fatti rilevanti ai media vicini alla
Chiesa e, in generale, ai mezzi di informazione sociale;
• far emergere nel mondo i problemi della gioventù e dell’educazione,
elaborando e distribuendo informazioni;
• comunicare in linea con le nuove scienze e metodologie della cultura
digitale e delle tecnologie di informazione.
L’Agenzia ANS agisce su due livelli:
Mondiale: a Roma, e in intima collaborazione con gli organi direttivi della
Congregazione e della Famiglia Salesiana, il centro dell’Agenzia stabilisce
i contatti necessari con le Agenzie internazionali, le basi di dati mondiali,
il Vaticano e tutto l’insieme delle comunità salesiane. Tutti i prodotti di ca-
rattere mondiale, sia interni che esterni, sono realizzati dal centro, che li
distribuirà direttamente ai clienti o li invierà ai Delegati ispettoriali, perché
essi li “collochino” presso i mezzi informativi nazionali.
112

12.4 Page 114

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Ispettoriale: il Delegato ispettoriale (corrispondente ispettoriale) per la
comunicazione sociale, in piena collaborazione con gli organi dirigenti
ispettoriali, stabilisce contatti con le agenzie e i mezzi di informazione na-
zionali, con l’ufficio stampa della Conferenza Episcopale e con le comunità
salesiane della sua Ispettoria.
Il Delegato (personalmente o tramite altro corrispondente) trasmette al
centro dell’Agenzia tutte quelle informazioni dell’Ispettoria che siano di
interesse della stessa e, secondo un proprio criterio e d’accordo con la
politica informativa, “colloca” presso le Agenzie e i mezzi nazionali le in-
formazioni o i prodotti informativi che siano pervenuti dall’Agenzia.
Inoltre il Delegato, come responsabile nei confronti dell’Agenzia, elabora
e distribuisce ai mezzi di informazione esistenti nella sua zona quell’infor-
mazione salesiana che è di interesse locale. Collaborano con il Delegato
gli informatori, salesiani o membri della Famiglia Salesiana, delle diverse
presenze (corrispondenti locali).
Cura, inoltre, la produzione e la spedizione dei prodotti di ANS, come:
ANSfoto, il mensile stampato, il Sito ANS e altri prodotti a seconda delle
necessità.
v Ufficio Stampa ANS
L’ufficio stampa ANS deve in particolare:
• mantenere i contatti con le agenzie di informazione, i mezzi di comuni-
cazione e il grande pubblico; farsi portavoce dell’attenzione ai problemi
giovanili ed educativi;
• curare e difendere l’immagine della Congregazione e dell’attività sale-
siana. L’ufficio stampa si caratterizza come un servizio all’interno di ANS;
• organizzare e aggiornare una banca dati sulla realtà salesiana, sulla si-
tuazione giovanile e sull’educazione;
• accompagnare l’informazione corrente sui mezzi di comunicazione in
tutto ciò che riguarda la missione salesiana, trasmettere l’informazione
agli immediati interessati a livello interno e interagire su questi aspetti
con gli stessi mezzi;
• stabilire contatti con le agenzie e in particolare con i giornalisti per in-
formare sulla missione salesiana e mobilitarli a favore dell’educazione
della gioventù;
• curare l’organizzazione di ruoli e funzioni;
• gestire il piano di comunicazione e di marketing dell’immagine della
Congregazione o dell’Ispettoria;
113

12.5 Page 115

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• organizzare i rapporti dei dirigenti della Congregazione ai diversi livelli
con i media e viceversa.
Una particolare attenzione va posta nei confronti delle relazioni pubbliche.
Per questo è necessario:
• gestire le relazioni ufficiali del Rettor Maggiore e del suo Consiglio con
la Congregazione e di questa con l’esterno, a livello generale, e del-
l’Ispettore e del suo Consiglio a livello ispettoriale.
Il Rettor Maggiore mantiene la responsabilità – che in casi particolari potrà
delegare al suo Vicario, al Segretario Generale, al Portavoce ufficiale o ad
altri – delle relazioni ufficiali del Consiglio con la Congregazione e di que-
sta con l’esterno, in particolare le relazioni con la Sede Apostolica, con
l’Unione Superiore Generali (USG), con altri Istituti e Congregazioni, con
altre istituzioni e organismi sia in campo ecclesiale che civile, soprattutto
per dichiarazioni o prese di posizione da parte della Congregazione;
• l’Ispettore con il suo Consiglio definisca il funzionamento di que-
st’istanza a livello ispettoriale, in collaborazione con l’Ufficio Stampa.
v Il Bollettino Salesiano
Il Bollettino Salesiano (BS) è una rivista in funzione della missione, rivolta
all’opinione pubblica più che all’istituzione. Questo implica la capacità di
collocarsi nella realtà che gli uomini e la Chiesa vivono oggi e di offrire
una lettura salesiana dei fatti, soprattutto di quelli che riguardano la gio-
ventù e l’educazione.
Il Bollettino Salesiano viene redatto secondo le direttive del Rettor Mag-
giore e del suo Consiglio in varie edizioni e lingue come organo di tutta
la Congregazione Salesiana, e non come organo particolare per ciascuna
regione. Le numerose edizioni nazionali o regionali hanno lo scopo di in-
carnare nelle diverse aree culturali i valori dell’unica vocazione salesiana.
I principali obiettivi del Bollettino Salesiano sono:
• diffondere lo spirito di Don Bosco;
• far conoscere l’opera salesiana e le sue necessità;
• collegare e animare i diversi gruppi della nostra Famiglia;
• promuovere le vocazioni;
• far crescere il movimento salesiano, incoraggiando la collaborazione
nella missione.
v Il Portale web
Il Portale web della Direzione Generale si caratterizza come una “piatta-
forma” per la navigazione in Internet, con offerte di vari siti con scopi pre-
114

12.6 Page 116

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cisi, di strumenti e di servizi quali: la scelta di varie lingue, il motore di ri-
cerca, l’area riservata/Intranet, links, chat… e un’informazione specializzata
per l’educazione e l’evangelizzazione giovanile. Appare evidente la ne-
cessità di gestire le risorse Internet come spazio di informazione, forma-
zione, condivisione, a servizio del progetto di animazione e di governo
della Congregazione, come fonte di informazione sul carisma salesiano e
come strumento per la mobilitazione della società a favore della gioventù.
Per quanto riguarda la gestione e lo sviluppo del Portale web, il Settore
per la Comunicazione Sociale si occupa della gestione del Portale della
Direzione Generale:
• facilitando l’interazione tra il centro e le Ispettorie, e l’aggiornamento
dei diversi siti salesiani;
• mantenendo una struttura adeguata di persone e mezzi tecnologici per
un funzionamento interattivo;
• formando le persone per l’interazione;
• giocando un ruolo di animazione con gli altri webmaster salesiani nel mondo;
• collegandolo con le reti sociali e l’Intelligenza artificiale.
v La Documentazione e l’Archivio
Nell’Archivio si raccoglie la documentazione “storica”, cioè il materiale
non più in uso o direttamente consultabile, ma disponibile su richiesta. Al
riguardo occorre notare che:
• lo scopo di questo Archivio è di raccogliere, conservare e rendere dispo-
nibile la documentazione sul carisma, sull’esperienza e sull’opera salesiana;
• a livello generale, la responsabilità dell’Archivio Salesiano Centrale
(ASC) è assegnata al Segretario Generale;
• funziona in accordo con il Regolamento dell’Archivio Centrale.
v L’Archivio fotografico
Con particolare attenzione all’Archivio fotografico, si ricorda che:
• è lo spazio (fisico e immateriale) dove si conservano le fotografie e la
documentazione filmica, storica e corrente;
• l’incaricato di questo Archivio mette a disposizione il materiale per le
pubblicazioni di comunicazione e per varia documentazione;
• il Settore per la Comunicazione Sociale gestisce anche l’Archivio del
Settore e dei suoi vari servizi (ANS, BS, Portale), come banca dati e
come documentazione di consultazione corrente attuale;
• il Settore per la Comunicazione Sociale può offrire le sue competenze
specifiche sia al Segretario Generale, sia ai responsabili delle diverse
115

12.7 Page 117

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sezioni dell’Archivio Salesiano Centrale, per quanto riguarda le politiche
e le strategie di conservazione, soprattutto quelle che coinvolgono
aspetti tecnici e digitali.
v Il Notiziario ispettoriale
È bene che si continuino a produrre in modi diversi e adatti alle singole
situazioni i Notiziari ispettoriali con lo scopo di:
• far circolare tra le comunità salesiane e le comunità educative e nella
Famiglia Salesiana l’informazione salesiana utile alla comunione, alla
condivisione di esperienze, alla crescita del senso di appartenenza e al
rinnovamento;
• produrre informazione al servizio del piano di animazione dell’Ispettoria,
riguardo ai differenti settori dell’organizzazione educativo-pastorale.
v I Centri di Formazione
I Centri di Formazione alla comunicazione, presenti e gestiti nelle realtà
della Congregazione, hanno profili diversi: universitari (accademici) o in-
formali (con programmi di formazione vari nella forma e nei tempi). Essi
devono:
• contribuire alla missione salesiana formando docenti, ricercatori, esperti
e operatori nel campo della Comunicazione Sociale, integrando armo-
nicamente le conoscenze teoriche con le competenze operative;
• essere orientati da uno specifico progetto educativo-pastorale salesiano
e da piani di azione che rispondano alle necessità concrete di tutti gli
utenti, integrandosi nel Progetto Organico Ispettoriale (POI).
v Il Settore per la Comunicazione promuove la formazione alla comuni-
cazione
Il Settore per la Comunicazione promuove la collaborazione vicendevole
dei Centri di Formazione alla comunicazione con le seguenti linee di azioni
o strategie:
• lavorare in armonia con i Settori per la Formazione e per la Pastorale
Giovanile;
• ricercare elementi di conoscenza e rapporti di collaborazione tra le Fa-
coltà di Comunicazione delle Istituzioni Universitarie Salesiane e i diversi
Centri di Formazione;
• dare una risposta formativa alla domanda di educazione alla comuni-
cazione e alla formazione dei salesiani e dei professionisti laici.
116

12.8 Page 118

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118

12.10 Page 120

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INDICE
Presentazione ....................................................................................... 3
Premessa al nuovo documento ............................................................. 7
Fonti salesiane ....................................................................................... 10
Documenti della Chiesa ........................................................................ 10
Sigle e abbreviazioni.............................................................................. 12
v CAPITOLO I
La genesi della comunicazione di Don Bosco .................................. 13
v CAPITOLO II
La comunicazione come fenomeno umano e culturale .................... 16
A – La dinamica umana e tecnologica nel digitale ........................... 18
v CAPITOLO III
Comunicare con discernimento e sinodalità..................................... 23
v CAPITOLO IV
La comunicazione amichevole che nasce dall’amore di Dio per noi 26
v CAPITOLO V
Gesù Cristo comunica amichevolmente in nome del Padre ............. 31
v CAPITOLO VI
Dio continua a comunicare con l’umanità attraverso la Chiesa ........ 35
v CAPITOLO VII
Maria, esempio di comunicatrice ...................................................... 38
v CAPITOLO VIII
San Francesco di Sales: tutto per amore .......................................... 40
v CAPITOLO IX
Abitare amichevolmente la cultura digitale oggi.............................. 42
v CAPITOLO X
Il rapporto tra la comunicazione e l’azione educativa
ed evangelizzatrice ........................................................................... 48
119

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13.1 Page 121

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A – La comunicazione si attua a partire dal dialogo tra
evangelizzazione ed educazione ................................................ 51
B – La comunicazione in dialogo con la cultura ................................ 54
C – Un approccio interdisciplinare per dialogare con il digitale ....... 55
D – La comunicazione come Famiglia Salesiana e in rete con i laici ... 57
E – La metodologia della comunicazione salesiana.......................... 59
v CAPITOLO XI
Il Sistema Preventivo come spinta pastorale e comunicativa ........... 63
A – Il Sistema Preventivo come spiritualità salesiana e sorgente
per la comunicazione.................................................................. 66
B – Comunicare nell’ecosistema digitale a partire dal Sistema
Preventivo ................................................................................... 68
v CAPITOLO XII
L’antropologia cristiana, fonte per un’etica della comunicazione ..... 73
A – L’umanizzazione della comunicazione ........................................ 75
B – Cura dell’umano comunicativo ................................................... 78
v CAPITOLO XIII
Il cuore e l’identità del comunicatore salesiano................................ 81
v CAPITOLO XIV
Linee Guida per la comunicazione salesiana .................................... 86
v CAPITOLO XV
Gestione e governo .......................................................................... 93
v CAPITOLO XVI
Organizzazione della comunicazione salesiana ................................ 103
v CAPITOLO XVII
Ruoli e responsabilità per la comunicazione salesiana ..................... 106
Referenze bibliografiche........................................................................ 117
120

13.2 Page 122

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La Congregazione Salesiana, nelle sue diverse aree di inter-
vento, si pone l’obiettivo di rimanere sempre al passo con i
tempi. Un atteggiamento che negli anni ci ha portato alla con-
tinua ricerca di un dialogo tra fede e scienza, tra Vangelo e cul-
tura giovanile, tra Sistema Preventivo e mondo digitale.
Come educatori dei giovani, stiamo rispondendo alle sfide e
alle opportunità della cultura digitale attraverso una profonda
riflessione sulla comunicazione e l’impiego delle svariate tecno-
logie dell’informazione, di Internet, delle reti sociali e da ultimo
dell’attualissima Intelligenza artificiale.
Partendo dai valori del Vangelo e del Sistema Preventivo, in-
sieme ai laici e agli educatori, vogliamo parlare di questa realtà
ascoltando le nuove generazioni, accompagnando gli adole-
scenti e i giovani nei loro mondi social, alla ricerca di nuovi lin-
guaggi e di nuove vie per educarli all’amore, al senso della vita
e della responsabilità, alla costruzione del loro progetto di vita.