RMG - L’oratorio Don Bosco a Valdocco: realtà virtuale e “immersion”, un nuovo modo di comunicare
(ANS – Roma) – Prosegue la pubblicazione della serie di articoli di don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, sul tema “Don Bosco e la realtà digitale e virtuale”. Nel contributo proposto oggi, giorno della Festa di San Francesco di Sales, l’attenzione è posta sull’Oratorio di Valdocco: realtà virtuale e “immersion”, un nuovo modo di comunicare.
L'esplosione dei social network e dei games ha portato le persone in una nuova dimensione di comunicazione che possiamo definire come un’immersione virtuale nella rete. Il nostro rapporto interagisce ora con i nostri sensi (udire, toccare, vedere): è vero infatti che sia il nostro corpo, che le nostre facoltà emozionali e cognitive ci permettono di entrare nell’universo del digitale. Possiamo ad esempio condividere notizie e foto all'istante. Attraverso i social network facciamo sì che un evento nel luogo X diventi un evento per una persona che si trova nel luogo Y. Ciò che fotografiamo e condividiamo diventa un'esperienza per gli altri. Viviamo nell'era della cosiddetta “immersion”.
Vorrei anche aggiungere che “immersion” è un termine tecnico utilizzato dalla realtà virtuale (Biocca F. 1993), e non può essere circoscritto solo al nostro contatto con il digitale. È importante ampliare la visione del concetto di “immersion”. Quando ad esempio stiamo cucinando del cibo in cucina, siamo in un certo modo “immersi” in quell’ ambiente, i sensi ci prendono ed entrano in relazione con l’esperienza che stiamo facendo di cucinare: l’odore del cibo, il sapore del cibo. Quando ascoltiamo della musica in una stanza, in un certo modo ci stiamo immergendo. Sono quindi tutti i nostri sensi a permetterci di immergerci in tutte le realtà della vita. Andare in un centro commerciale o partecipare ad una celebrazione religiosa è fare una esperienza immersiva.
La comunicazione digitale e il networking nel mondo del cyberspazio sono fondamentalmente un'esperienza immersiva. Essa ci permette di comunicare al di là del luogo geografico in cui ci troviamo e di conseguenza se pensiamo alla comunicazione via radio, via televisione o internet anche loro ci permettono di comunicare attraverso questo nuovo canale.
Quando guardiamo un film, le immagini ci trasportano nella realtà storica, nel suo contesto virtuale interagendo a livello emotivo, perché ci emozioniamo, piangiamo e ci lasciamo coinvolgere dalla trama. Come può accadere tutto ciò se quello che sto guardando davanti a me non è rappresentato nient’altro che da immagini e suoni? Qual è il fenomeno psicologico che si verifica quando le immagini e i suoni coinvolgono le persone in modo profondo, portandole a rivivere, ricreare, reinterpretare la sceneggiatura del film, diventando per loro un'esperienza reale?
Come coniugare applicando questo concetto di comunicazione immersiva a Don Bosco e all’ambiente educativo di Valdocco?
Vorrei ora confrontare questo concetto di comunicazione immersiva ad alcuni sogni di Giovanni Bosco. La mia intenzione è quella di seguire questo esempio soltanto a livello della psicodinamica della comunicazione entrando nello specifico nella dinamica del sogno.
Nel famoso sogno dei nove anni di Don Bosco, già a partire dalla prima riga della narrazione ci si immerge in una realtà altra: "Mi sembrava di essere vicino a casa mia, in un cortile molto grande. Una folla di bambini stava giocando. Alcuni ridevano, altri giocavano e non pochi imprecavano. Quando ho sentito queste parole cattive, sono saltato subito in mezzo a loro e ho cercato di fermarli con le parole e con i pugni".
Don Bosco attraverso questo sogno ricco di immagini, sensazioni, suoni e colori ci invita a immergerci nella realtà del sogno per vivere l'esperienza da lui svolta.
Questa esperienza, che va oltre una visione razionale e tecnica, ci coinvolge, ci fa partecipare insieme a Don Bosco in questa dimensione onirica.
Un altro esempio pratico di comunicazione immersiva potrebbe essere rappresentato dall'atmosfera dell'oratorio di Valdocco.
Immaginiamo ad esempio come funzionasse l'oratorio in una giornata di sole. I giovani sono circa ottocento. L'ambiente è piccolo, ma permette ai giovani di muoversi e partecipare, e quindi di essere immersi completamente nell'ambiente. In questo luogo, i giovani partecipano alla Santa Messa, vivono un momento intenso con canti e preghiere, sono immersi nell’odore dell‘incenso, i loro sguardi sono colmi delle immagini della liturgia (come i paramenti celebrativi). La liturgia e il canto permettono ai giovani di immergersi nell'atmosfera e di partecipare alla celebrazione con tutto il loro essere, con l'anima, con il cuore, con i sentimenti che coinvolgono tutti i loro sensi.
Dall'altra parte della chiesa, c'è un parco giochi dove i giovani corrono, saltano, giocano, con grande entusiasmo e partecipazione. Questa è un’esperienza immersiva accompagnata da risate, forti espressioni di emozione.
Quando un gruppo di giovani canta nel coro e un altro gruppo presenta un lavoro teatrale in oratorio, tutto l'ambiente diventa immersivo, come un vero e proprio momento multimediale, dove i giovani si immergono, partecipano, creando all‘unisono un coinvolgimento completamente interiore alle attività dell'oratorio.
L‘esperienza immersiva è quindi un‘espressione antropologica del nostro modo di comunicare. Per questo il mondo digitale è fondamentalmente basato sull‘esperienza immersiva.
In questo modo Don Bosco crea un ambiente educativo che permette ai suoi giovani di vivere affettivamente e cognitivamente le esperienze liturgiche e ludiche. Il suo obiettivo è sempre stato quello di educare alla vita, di educare a Dio, di lodare e magnificare il nome di Maria, l'Ausiliatrice che ha fatto tutto.