STATISTICHE E CENNI STORICI DEL «PROGETTO AFRICA»
D. Valentin de Pablo
Consigliere Regionale per l’Africa - Madagascar
Le Statistiche sono un buon indicatore per capire quello che ha significato il «Progetto Africa» in questi 25 anni d’esistenza. Si vede una realtà di constante crescita in quest’anni che trova la sua spiegazione nella spinta missionaria iniziale. Il Progetto Africa è stato visto e vissuto dalla Congregazione come una “nuova frontiera” o, come firmava D. Vigano, una gesta eroica, una auténtica “epopea”. Infatti, é stato un primo momento d’espansione in qui si é passato dall’essere presenti (1978) in 13 nazioni a esserlo (1983) in 29 paesi del Africa - Madagascar. Lo stesso si se guarda la accoglienza e risposta che questa generosità missionaria ha avuto da parte del Africa, si vede che nel 2002 quasi la metà dei salesiani (45%) erano già africani.
Dopo la prima fase d’espansione (1979-1983) e de fondazione (1984-1990) si è entrato nella fase di “consolidazione” (1991 – ) sia nell’aspetto strutturale con la creazione di nuove circoscrizioni giuridiche, che nel senso qualitativo della formazione dei giovani confratelli e del funzionamento e consistenza delle comunità locali come espressione concreta del carisma salesiano. Non basta mettere in piedi le presenze, ma si deve dare qualità a quello che si fa e preparare le persone che lo portino avanti.
Per chi guarda la Regione Africa - Madagascar in queste prime decadi di presenza salesiana, il dato più visibile, forse, sono gli edifici, i progetti, le opere in corso…. ma dietro tutto questo c’è una finalità e un’intenzionalità che non si può dimenticare e che da senso a tutto quello che si fa. Il vero “Progetto” è quello di fare presente, d’“incar-nare” il carisma salesiano in questo continente per il bene della gioventù, della società e della Chiesa.
Nella presentazione delle statistiche possiamo distinguere alcune fasi1.
U po’ di storia
Nel 1883, a Parigi, Don Bosco diceva al Card. Lavigerie: «Io sono nelle sue mani, Emi-nenza, per compiere in Africa tutto quello che la Providenza divina domanderà da me… se noi possiamo fare qualche cosa in Africa, tutta la Famiglia Salesiana è con me a disposizione…» (MB 16, 254).
Dopo meno di 10 anni, nel tempo del suo successore D. Michele Rua, i primi salesiani mettevano piedi in Africa, ad Oran (Algeria), il 24 agosto 1891 (fino al 1976) e a Tunisia nel 1894. Altre paesi le seguirono: Egitto (1896), Sudafrica (1896), Mozambico (1907), Zaire (1911), Marocco (1929), Libia (1939), Capo Verde (1943); Randa (1953), Swaziland (1953), Congo Brazzaville (1959), Burundi (1962), Gabon (1964); Camerun (1972), Guinea Equatoriale (1972), Etiopia (1975).
Nel 1978 i Salesiani erano 330, presenti in 13 nazioni, con 52 presenze e 5 novizi. I confratelli si trovavano distribuiti nei seguenti paesi: Zaire (130), Swaziland (19), Sudafrica (54), Rwanda (29), Gabon (16), Egitto (54), Mozambico (10), Congo Brazza (8), Etiopia (2), Marocco (8). Di questi, i confratelli africani erano 35, tra i quali 2 vescovi (Mons. Basile Mvé nel Gabon e Mons Worku nel’Etiopia).
1. L’origine e lancio del Progetto Africa (1978-1980)
All’origine sta il CG21, nel 1978, che prende questa decisione: “All’inizio del secondo centenario della presenza salesiana, ricordando il sogno profetico di Don Bosco, i Salesiani (...) s’impegnano ad aumentare notevolmente la loro presenza in Africa” (n° 147).
Il Rettor Maggiore, Don Egidio Viganò, colse con vera tempestività l’impor-tanza della mozione capitolare e gli diede un chiaro impulso operativo. Attraverso il Consigliere generale per le missioni, Don Bernard Tohill, favorì lo studio della situazione eclesial di quasi tutti i paesi dell’Africa, paesi da dove erano pervenute le richieste di presenze salesiane.
Le ispettorie della Congregazione risposero con generosità a quest’appello e s’impegnarono a:
fare un sopralluogo dettagliato del territorio missionario loro affidato,
cercare il personale tra i salesiani volontari della stessa ispettoria,
appoggiare economicamente l’inizio e lo sviluppo,
promuovere un clima di animazione missionaria capace di coinvolgere tutte le forze vive delle ispettorie.
All’inizio del Progetto Africa (1978), le statistiche c’indicavano questa presenza quantitativa: Salesiani: 330, Opere: 52, Nazioni: 13, Ispettoria: 1.
ANNO |
NAZIONI |
PRESENZE |
SALESIANI |
P |
L |
S |
NOVIZI |
1979 |
13 |
52 |
330 |
250 |
56 |
24 |
5 |
2. Fase di fondazione - I (1980-1984)
Le Ispettorie interpellate e gia coinvolte nel progetto Africa si misero alacre-mente all’opera e iniziarono le differenti fondazioni in tutta la geografia del con-tinente africano.
In data del 24.06.1980 il Rettor Maggiore, Don Egidio Viganò, scrisse una lettera a tutti i Salesiani del mondo su: «Il nostro impegno africano» (ACS, 297). In essa insistete su:
l’urgenza dell’ora per l’Africa,
la necessità dell’africanizzazione della Chiesa,
la speranza di una nuova e globale presenza del carisma di Don Bosco nel continente, come realizzazione della profezia del Fondatore,
la chiamata al coinvolgimento di tutta la Famiglia salesiana.
Nel febbraio del 1983 i Salesiani si trovavano già in 29 paesi con un numero totale di 473 salesiani operanti in 86 opere.
Il modello di presenza salesiana missionaria espresse fin dall’inizio la varietà del carisma salesiano dando una chiara priorità all’apostolato per i giovani, specialmente i più poveri. L’opera educativa più richiesta fu quella delle scuole di avviamento al lavoro. Le missioni di prima evangelizzazione ebbero fin dall’inizio una presenza significativa.
L’affidamento dei territori missionari a ispettorie madri d’Europa, America e Asia fece crescere in forma rilevante l’animazione missionaria, l’interesse per l’evangelizzazione e la cooperazione missionaria.
ANNO |
NAZIONI |
PRESENZE |
SALESIANI |
P |
L |
S |
NOVIZI |
1984 |
29 |
91 |
507 |
377 |
90 |
40 |
10 |
3. Fase di fondazione - II (1985-1990)
Il CG 22 (1984) ribadì la priorità del progetto Africa come progetto missionario globale (n. 10). Il Capitolo sottolineò che la Congregazione doveva per un altro sessennio:
verificare e rilanciare il Progetto Africa come gesto di predilezione per i giovani e per i poveri,
coinvolgere ancora di più altre ispettorie in questa impresa missionaria,
favorire la cooperazione missionaria,
coinvolgere anche gruppi della Famiglia salesiana e del volontariato giovanile salesiano,
diffondere le notizie sul Progetto Africa attraverso i mass media.
Il Consigliere generale per le missioni dell’epoca, Don Luc Van Looy, pubblicò in ACG 319 (1986) 26-34, un articolo intitolato «Progetto Africa: verifica e orientamenti». In questo articolo, Don Luc Van Looy fece una disamina del processo storico del progetto Africa e nella presentazione statistica dello sviluppo diede questi dati: Salesiani: 572, Opere: 109, Ispettoria: 1.
A livello strutturale, le presenze salesiane dipendenti da una o da varie ispettorie furono progressivamente riunite in DELEGAZIONI, come quelle dell’Angola, del Madagascar, del Mozambico, dell’Africa Orientale (Kenya), dello Zambia. Si trattava di strutture giuridicamente dipendenti dall’Ispettoria d’origine ma già operanti con una certa autonomia secondo dovute convenzioni tra l’Ispettore e il Delegato del posto.
Alla vigilia del CG23 due Delegazioni furono erette a VISITATORIE: quella dell’Africa meridionale – AFM (Sudafrica, Swaziland e Lesotho) e quella dell’Africa Orientale – AFE (Kenya, Tanzania, Sudan).
Un fatto importante di questo periodo è la Visita d’Insieme per l’Africa, avuta a Lusaka-Zambia, dal 8 al 13 aprile 1988: quest’avvenimento infatti marca il passaggio dalla fase di fondazione alla fase di consolidamento del Progetto Africa. Si trattò di una Visita d’Insieme atipica sia perché l’Africa non era eretta in Regione, sia anche perché il Rettor Maggiore non aveva affidato ufficialmente a nessun Consigliere Regionale il ruolo di Coordinatore del Progetto Africa. Vi parteciparono 50 confratelli provenienti da 29 nazioni.
ANNO |
NAZIONI |
PRESENZE |
SALESIANI |
P |
L |
S |
NOVIZI |
1990 |
33 |
129 |
711 |
455 |
122 |
134 |
37 |
4. Fase di consolidamento (1990-1995)
Nel CG 23, il Rettor Maggiore presentò la Relazione sullo stato della Congre-gazione del sessennio 1984-1990, e in essa fece un riferimento specifico al progresso del Progetto Africa (cfr. RRM 191-196).
Le statistiche (1989) erano le seguenti: Paesi: 33, Opere: 129, Salesiani: 691, confratelli africani: 137, Novizi: 41, Ispettoria: 1 (AFC), Visitatorie: 2 (AFE e AFM), Delegazioni: 6.
Il CG 23 dedicò un ampio spazio alla discussione sul Progetto Africa e approdò ad una deliberazione pratica il cui testo è il seguente:
«Il CG23 affida al Rettor Maggiore con il suo Consiglio, la cura di esercitare, nelle forme ritenute più idonee, un ruolo speciale di coordinamento, al fine di aiutare i confratelli operanti in Africa ad assumere una coscienza della cultura africana, tale da orientare in modo efficace la crescita delle presenze salesiane, l’attività pastorale e in particolare il processo formativo» (CG23, 310).
Per l’attuazione di questa deliberazione, il Rettor Maggiore con il suo Consiglio stabilì i seguenti punti:
«Il ruolo speciale di coordinamento sarà esercitato dal Consigliere per le Missioni Salesiane.
La finalità del coordinamento è principalmente quella di far crescere la coscienza della cultura africana nelle presenze salesiane in Africa.
Le aree specifiche di coordinamento saranno le seguenti: -la crescita e il consolidamento delle presenze; - la pastorale missionaria; e – il processo formativo».
Il nuovo Consigliere per le Missioni, Don Luciano Odorico, affrontò questo lavoro sulle tre aree specifiche di coordinamento indicate dal CG 23. Al riguardo organizzò due incontri continentali, uno di lingua francese (Costa d’Avorio-Abidjan, 24-26 agosto 1991) e l’altro di lingua inglese (Kenya-Nairobi, 15-18 ottobre 1991) in cui invitò i Salesiani a riflettere sia sui “Lineamenta” del Sinodo africano, sia sui principi e organizzazione del Progetto Africa.
Un altro fatto significativo, rivolto specialmente al coordinamento delle strutture salesiane in Africa, è stata la lettera che lo stesso Consigliere generale per le Missioni, Don Luciano Odorico, inviò a tutti i Superiori coinvolti nel progetto Africa. Il tema della lettera era: «Ruolo speciale di coordinamento del progetto Africa: Ipotesi globale di coordinamento» (15.01.1992) con una Ipotesi globale di coordinamento delle diverse presenze del Progetto Africa.
Il Consiglio Generale prese in esame tutto il Dossier con le risposte pervenute dall’Ispettorie e diede una sostanziale approvazione a quelle che erano le indicazioni del coordinamento delle strutture (Sessione del Consiglio dell’08.01.1993).
Negli anni successivi si crearono secondo questa raccomandazione generale: la Circoscrizione speciale del Madagascar (09.07.1992), la Circoscrizione speciale di Zambia (02.07.1993), la Delegazione dell’Africa Occidentale Francofona (01.05.1993), la Delegazione dell’Africa tropicale Equatoriale (15.06.1993), un accordo di Coordinamento fra le Delegazioni dell’Etiopia del Nord (MOR) e dell’Etiopia del Sud (ILE) il 05.01.1993, e finalmente un accordo di Coordinamento e di collaborazione tra le due Delegazioni dell’Angola e del Mozambico (03.07.1993).
Per la metà del 1994, le statistiche erano: Nazioni: 34, Opere: 135; Salesiani: 801, Novizi: 62. A livello strutturale, l’Africa presentava il seguente quadro:
I.- Circoscrizioni indipendenti:
AFC = Africa Centrale: Zaire
AFM = Africa Meridionale: Sud Africa, Lesotho, Swaziland
AFE = Africa Est: Kenya, Sudan, Tanzania
MDG = Madagascar
ZMB = Zambia, Malwi, Zimbabwe
II.- Delegazioni:
AFO: Africa Francofona Occidentale: Benin, Burkina faso, Costa d’Avo-rio, Guinea Conakry, Mali, Senegal, Togo,
ATE: Africa Tropical Equatorial: Camerun, Congo, gabon, Guinea Equatorial,
Angola; - 4: Mozambico; - 5: Ethiopia Nord; - 6: Ethiopia Sud; - 7: Rwanda-Burundi.
III. Presenze a coordinamento Informale:
Cabo Verde, Egitto, Ghana, Liberia, Libia, Marocco, Nigeria, Sierra Leone, Tunisia.
Dal 10 aprile 1994 all’08 maggio 1994 si celebrò a Roma presso il Vaticano l’Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi per la Chiesa che è in Africa e Madagascar. Vi partecipò anche il Consigliere Generale per le Missioni, Don Luciano Odorico, il quale a fine Sinodo inviò a tutte le Comunità dell’Africa un Dossier abbastanza completo su questo avvenimento ecclesiale: «Iª Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa e Madagascar».
ANNO |
NAZIONI |
PRESENZE |
SALESIANI |
P |
L |
S |
NOVIZI |
1995 |
38 |
140 |
881 |
520 |
153 |
208 |
65 |
5. La Regione Africa - Madagascar – I (1996-2001)
Il CG 24, nel 1996, approva la costituzione della «Regione Africa-Madagascar» (n. 194). Questo vuol dire che adesso il Progetto Africa non è più un «Progetto» ma una realtà come «Regione», a pari con le altre Regioni in qui si configura la Congregazione. È nominato Don Antonio Rodríguez Tallón come primo Con-sigliere Regionale.
La prima riflessione fatta dal Rettor Maggiore e il suo consiglio sulla Regione “Africa – Madagascar”, si condensa nel documento: “Criteri e orientamenti circa il ruolo di coordinamento del Regionale per "l'Africa e il Madagascar". La riflessione data dal 7 giugno 1996 in risposta all’orientamento lasciato dal CG24 al Rettor Maggiore col suo Consiglio: "Il Rettor Maggiore col suo Consiglio preciserà le responsabilità del Regionale nel coordinamento delle altre presenze salesiane in Africa, nello spirito del n. 310 del CG23" (CG24, 194).
Nel documento si propongono alcuni CRITERI per l’azione di coordinamento nella nuova Regione :
|
Il sessennio 1996-2002 costituisce una fase di consolidamento interno della Regione, con la creazione di nuove circoscrizioni. In questo periodo la presenza salesiana si è allargata soltanto ad altri due paesi. Le nuove presenze (28) hanno avuto la funzione di consolidare la presenza salesiana nei paesi dove eravamo già prima. Il numero dei fratelli è salito significativamente nel sessennio: sono 231 in più. Si vede che la Regione “Africa-Madagascar” cresce per le proprie risorse, anche se lo fa ad un ritmo discreto di quasi una trentina di confratelli all’anno.
La lettera del Rettor Maggiore ai Superiori di Circoscrizioni e ai Confratelli della Regione (Pasqua 2000), dopo lo studio fatto in Consiglio Generale sulla realtà della Regione Africa-Madagascar, indica i seguenti aspetti di crescita:
È cresciuta la coscienza di Regione,
Si è compiuto l’adeguamento strutturale, con la creazione di nuove Circoscrizioni,
Le Ispettorie d’origine hanno dato una generosa collaborazione alle nuove Circoscrizioni e delegazioni,
Quasi tutte le Circoscrizioni della Regione registrarono una crescita numerica,
Si può affermare senza esitazione che la presenza salesiana nell’Africa-Madagascar è al servizio della Chiesa locale e rivolta ai giovani specialmente i più poveri.
In dicembre 2001, la realtà salesiana nella Regione indica la sua presenza in 42 paesi, con 171 comunità e 1145 salesiani. Quasi la metà dei confratelli (42%) sono nativi della Regione. La media d’età sono 45,5 anni; si può dire che è una Regione “giovane” nell’insieme.
Si é fatta una strutturazione adeguata con la creazione di nuove circoscrizioni. Nel 1996 la regione aveva soltanto un’Ispettoria, due Visitatorie e due Circoscrizioni a statuto speciale. Nel 2001 l’organizzazione giuridica delle presenze si presenta articolata così:
2 Ispettorie: AFC, AFE,
7 Visitatorie: ANG, AFO, ATE, ZMB, MDG, AET, AFM,
3 Delegazioni: MOZ, AFW, Rwanda-Burundi-Goma,
5 presenze di coordinazione differente: Cabo Verde, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia.
ANNO |
NAZIONI |
PRESENZE |
SALESIANI |
P |
L |
S |
NOVIZI |
2001 |
42 |
167 |
1124 |
605 |
196 |
323 |
74 |
6. La Regione Africa-Madagascar – II (2002-2005)
Il CG 25, nel 2002, ribadisce l’Africa-Madagascar come Regione e propone la creazione delle Ispettorie in Conferenze (n. 128). É stato eletto un nuovo Consigliere per la Regione, Don Valentin de Pablo.
La CIVAM (Conferenza delle Ispettorie e Visitatorie dell’Africa e del Madagascar”). All’occasione del CG25, gli Ispettori e Superiori di Visitatorie presenti nel Capitolo hanno indirizzato una lettera al Rettor Maggiore chiedendogli di prendere in considerazione la creazione di una Conferenza Ispettoriale formata dalle Ispettorie e Visitatorie salesiane dell’Africa e Madagascar. La CIVAM è stata approvata dal RM e il suo Consiglio il 29 aprile 2002.
L’esistenza della CIVAM permette alla propria Regione di prendere in mano con responsabilità l’animazione della vita e della missione salesiana nei suoi diversi settori. Sono state create due Commissioni per l’animazione della Regione, una per la Formazione e un’altra per la Pastorale Giovanile con un Segretariato per la Formazione Professionale.
Nella ricorrenza dei 25 anni del “Progetto Africa”, il Rettor Maggiore, D. Pascual Chávez, è venuto nella Regione per trovare la Conferenza degli Ispettori (CIVAM) a Addis-Abeba, il 25 Ottobre 2003.
Riguardo alla consolidazione strutturale, il Rettor Maggiore e il suo Consiglio hanno approvato la costituzione in Visitatoria della Delegazione AFW con inizio il 5 gennaio 2004 e della Delegazione del Rwanda-Burundi per il 2007.
ANNO |
NAZIONI |
PRESENZE |
SALESIANI |
P |
L |
S |
NOVIZI |
2004 |
42 |
174 |
1204 |
618 |
205 |
381 |
104 |
L’esperienza di questi anni ci fa comprendere che l’Africa ed il carisma salesiano sono fatti l’un per l’altro. Come salesiani, siamo portatori di un carisma specialmente adeguato per trovarsi con la gioventù e per la sua promozione umana e cristiana. L’Africa, a sua volta, si presenta piena di giovani, in sintonia oratoriana ed aperti alle proposte di promozione ed evangelizzazione.
C’e stata una mutua interazione, benefica per tutti. Il carisma salesiano ha arricchito l’Africa con la sua predilezione per la gioventù; l’Africa ha arricchito il carisma salesiano rinnovando il suo dinamismo missionario, il suo stile oratoriano e la sua dedizione ai più poveri.
Guardando alle presenze salesiane in Africa possiamo dire che siamo veramente presenti tra i giovani, con un’offerta educativa e promozionale concreta e con un quadro chiaro di criteri e valori di riferimento.
Si è vero che la presenza tra i giovani ci fa diventare “salesiani”; l’Africa, continente giovane, è un terreno fecondo per il rinnovamento del carisma salesiano. Guardando all’Africa Don Bosco può dire con verità: “Qui, con voi, mi sento bene!”.
Roma, 08 Luglio 2005
1 Per descrivere l’evoluzione del “Progetto Africa” mi sono servito della “Valutazione del Progetto Africa” fatta da Don Luciano Odorico a quando le Visite d’Insieme nel 1995, e della “Relazione del Rettor Maggiore” ai Capitoli Generali 23, 24 e 25.