La Regione Africa - Madagascar
“Nel momento in qui il cristianesimo sembra dire addio all’occidente siete voi (africani) oggi la speranza della nostra Chiesa. Sarete i fermenti di spirito missionario delle Chiese più antiche” (Giov. Paolo II)
25 anni di una decisione storica
Quest’anno si compie il 25 anniversario del “Progetto Africa”. Una decisione pressa dal CG21 nel 1978 nel primo centenario de la Congregazione Salesiana. Ricordando il sogno profetico di Don Bosco il Rettore Maggiore, D. Vigano, e i membri del Capitolo decidono de impegnarsi “ad aumentare notevolmente la loro presenza in Africa”.
Oggi si possono vedere i risultati. In venticinque anni se è passato d’essere presente (1978) in 13 nazioni, con 52 presenze e 330 salesiani, ad esserlo (2002) in 42 nazioni, con 172 presenze e 1.200 salesiani. Quasi la metà dei confratelli (42%) sono africani. Il numero dei novizi sale ogni anno, essendo oggi prossimo alla centina.
In questo momento, la Regione Africa - Madagascar è organizzata in dodici circos-crizioni giuridiche che formano un’unica Conferenza (“CIVAM”) per il coordinamento ed animazione della vita salesiana del continente.
In fase di consolidamento
Dopo la fase di spansione, adesso, la palavra de ordine è il “consolidamento” interno della Regione, con uno sforzo per dare consistenza quantitativa e qualitativa alle Province e comunità. È prioritaria la formazione dei giovani confratelli e la consoldazione delle comunità locale como espresione concreta del carisma salesiano.
Per colui che guarda la Regione Africa - Madagascar in queste prime decade di presenza salesiana, il dato più visibile, forse, sono gli edifici, i progetti, le opere in corso…. ma dietro tutto questo c’è una finalità e un’intenzionalità che non si deve dimenticare e che deve dar senso a tutto quello che si fa. Il vero “Progetto” è quello di fare presente il carisma salesiano in questo continente per il bene della gioventù, della società e della Chiesa.
La programmazione dell’attuale sessennio 2002 – 2008, nella linea della conso-lidazione, vuol accentuare un doppio indirizzo: la formazione dei salesiani, con il necessario discernimento e accompagnamento formativo, e l’esistenza di comunità significative che facciano realtà il carisma educativo ed evangelizzatore salesiano. Tutto questo nella prospettiva dell’inculturazione del carisma salesiano nella Regione.
Alcune sfide
Non sono poche le difficoltà e le sfide che dobbiamo affrontare. Visitando la Regione, la prima reazione che sorge è quella di rendere grazie al Signore per tutto il bene che si fa e per il generoso impegno di tanti confratelli. Allo stesso tempo, diventa evidente come sfida la necessità di prestare una maggiore attenzione ad alcuni aspetti che ci aiutino a consolidare la nostra presenza salesiana:
L'importanza della persona del salesiano: seguendo il CG25 dobbiamo pres-tare maggiore attenzione all'aspetto umano e spirituale delle nostre Comu-nità. La qualità delle nostre Opere non è dato dagli edifici bensì dalle persone, in particolare le persone dei salesiani. Dobbiamo aiutarci ad essere felici e fedeli nella nostra vocazione di consacrati e di apostoli.
La dimensione comunitaria della nostra vita e missione salesiana. Dobbiamo superare iniziative individuali, per tanto generose che siano, e affidare l'azio-ne apostolica alla riflessione, decisione e valutazione della Comunità. Solo così ci sara continuità e consistenza in quello che iniziamo.
L'identità salesiana delle persone e delle Opere. È evidente che non siamo religiosi in forma generica né sacerdoti diocesani, bensì “salesiani." Questa è la caratteristica propria e la ricchezza del nostro contributo alle Chiese locali. Identità salesiana nella spiritualità del lavoro e temperanza, nella presenza educativa tra i giovani, nel senso d’appartenenza alla comunità, nel lavoro in equipe, etc.
L’importanza dell’animazione ispettoriale. E’ cosa provata che un’animazione ispettoriale debole genera delle comunità deboli o indipendenti, nelle quali i progetti sono uniti alle persone individuali e, forse, senza continuazione. E’ urgente irrobustire l’animazione ispettoriale con dei confratelli che abbiano il tempo necessario, con programmi d’animazione concordati con l’Ispettore e il suo Consiglio, e con uno stile d’animazione capace di creare unità.
L’Africa e il carisma salesiano
L’esperienza di questi anni ci fa comprendere che l’Africa ed il carisma salesiano sono fatti l’un per l’altro. Come salesiani, siamo portatori di un carisma special-mente adeguato per trovarsi con la gioventù e per la sua promozione umana e cristiana. L’Africa, a sua volta, si presenta piena di giovani, in sintonia oratoriana ed aperti alle proposte di promozione ed evangelizazione.
En 1998 D. Vigano diceva: “Siamo gli ultimi arrivati all’evangelizzazione del continente africano; abbiamo da imparare da tutti, ma abbiamo un tesoro che forse gli altri non hanno. Siamo portatori di una forma propria di evangelizzare la gioventù, con una predilezione per i giovani e uno stilo e método particolare”.
C’e stata una mutua interazione, benefica per tutti. Il carisma salesiano ha arricchito l’Africa con la sua predilezione per la gioventù; l’Africa ha arricchito il carisma salesiano rinnovando il suo dinamismo missionario, il suo stilo oratoriano e la sua dedicazione ai più poveri.
Guardando alle presenze salesiane in Africa possiamo dire che siamo veramente presenti tra i giovani, con una oferta educativa e promozionale concreta e con una quadro chiaro di criteri e valori di riferimento.
Si è vero che la presenza tra i giovani ci fa diventare “salesiani”; l’Africa, continente giovane, è un terreno fecondo per il rinnovamento del carisma salesiano. Guardando all’Africa Don Bosco può dire con verità: “Qui, con voi, mi sento bene!”
D. Valentin de Pablo
Consigliere Regionale Africa-Madagascar