GMS ITA-2013


GMS ITA-2013

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Il poster
Il cammino della Fede in Africa
Il tema della Giornata Missionaria Salesiana è di grande attualità nel contesto dell’An-
no della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI. Le celebrazioni di quest’anno
portano necessariamente alla riflessione sulla rilevanza e l’importanza del Primo An-
nuncio del Vangelo, che è stato pure il tema delle Giornate di Studio SDB-FMA in tutti
i continenti nel corso di questo sessennio (2008-2014). I destinatari del Primo An-
nuncio non sono solo quelli considerati come “non-cristiani”, ma “coloro che non co-
noscono Cristo”, includendo, cioè, sia i non battezzati, sia i battezzati che non co-
nosco personalmente Gesù Cristo. E così la Chiesa sente oggi l’urgenza di questo an-
nuncio in tutti i continenti.
Il manifesto della Giornata Missionaria Salesiana 2013 mostra in primo piano una
grande foto di Don Victor Mallesa, un salesiano dell’Ispettoria Africa Est, durante il
rito del Battesimo. Ciò indica il legame del Primo Annuncio con il Catecumenato ed il
cammino di Fede di ciascuna persona. Lo sfondo al centro del manifesto è dato da
una foto scattata in Kenia, poco dopo il sorgere del sole, che, alzandosi, dà la consa-
pevolezza di un nuovo giorno e una nuova vita. Su questo sfondo s’inserisce una foto
di tre bambini che pregano e mostrano così la loro risposta al Primo Annuncio in gio-
vane età. Dietro i bambini si vede l’ombra di un’Ostia, che mostra come questo cam-
mino di Fede dovrebbe portare all’Eucaristia.
Le quattro fotografie nella parte inferiore del manifesto collegano il Primo Annuncio
all’iniziazione cristiana tramite il cammino della Fede in Africa effettuato dai Salesiani
di Don Bosco, affinché sia possibile “ritrovare l’ardore degli inizi dell’evangelizzazio-
ne” (Africae Munus, 164): la Parola di Dio, la celebrazioni dei sacramenti, le devozioni
popolari e la carità simbolicamente riprodotta dal rito della Lavanda dei piedi. Ecco
perché i materiali in questo sussidio possono servire come esempi o modelli anche
per i Salesiani e laici che si trovano in altri continenti.
Questo manifesto è stato realizzato da Don Sebastian Koladiyil SDB e dal suo team
di collaboratori dello studio BEAMS (Bosco East Africa Multimedia Service) dell’Ispet-
toria salesiana Africa Est.
2
Indice
Spiegazione del manifesto 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Indice 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Lettera del Rettor Maggiore 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Lettera del Consigliere Regionale per l’Africa e Madagascar
e del Consigliere per le Missioni 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Giornata Missionaria Salesiana - una tradizione che continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
GMS – come abbiamo celebrato? Raccolta delle buone pratiche ..................10
Africae Munus – Esortazione Post Sinodale del Benedetto XVI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
35 anni del Progetto Africa ( 1978 – 2013) 14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Video 1 - Il cammino della Fede in Africa 16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Video 2 - La fede in Africa: Makalala scuola di catechisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
20 Video 3 - La fede in Africa: C’è del lievito a Luanda. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22 Video 4 – La fede in Africa: Operai nella sua messe. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Video 5 – La fede in Africa: La parrocchia scuola della fede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Testimonianze dei catechisti e catecumeni 26 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Progetto GMS 2013 28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sussidi didattici 30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Preghiera 32 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tutto il materiale in 5 lingue: italiano, inglese, spagnolo,
portoghese e francese è disponibile sul sito web: www.sdb.org e anche su DVD
3

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Lettera del Rettor Maggiore
Roma, 27 Maggio 2012, Solennità della Pentecoste
Carissimi confratelli
e amici delle missioni salesiane,
vi saluto nel giorno della Solennità di Pente-
coste, con il cuore di un discepolo diGesù che
sperimenta specialmente oggi l’Amore di Dio
in prima persona e lo vuole condividere con
gli altri.
Per la 26ª volta il Rettor Maggiore propone
alla Congregazione un tema missionario per
aiutare a conoscere l’impegno dei confratelli
e, così, aprire gli occhi e i cuori alle nuove re-
altà missionarie. Nell’anno 2013 la nostra at-
tenzione si rivolge al continente africano
dove, grazie allo slancio missionario di molte
Ispettorie con il Progetto Africa (1978-2005),
la maggioranza dei confratelli che oggi opera
in questa regione è autoctona: quasi 1000 sa-
lesiani africani! La freschezza di fede delle
Chiese giovani, che ormai contano circa 150
milioni di fedeli, diventa veramente un pol-
mone spirituale per l’umanità.
Come ogni anno voglio indicare le motiva-
zioni di fondo per laGiornata Missionaria Sa-
lesiana, che in molte Ispettorie già prevede
un suo posto nel progetto educativo pasto-
rale.
1. Ritornare a Don Bosco – accompagna-
tore dei giovani nella fede
Nel secondo anno di preparazione al Bicen-
tenario della nascita di Don Bosco siamo in-
vitati ad approfondire la sua pedagogia.
Nelle quattro biografie dei giovani Luigi Co-
4
mollo, Domenico Savio, Francesco Besucco
e Michele Magone, Don Bosco offre ai suoi
figli, educatori alla fede, e ai giovani, dei mo-
delli concreti di discepoli di Gesù.
La Società salesiana è nata da un semplice
catechismo (cfr. Cost. SDB 34). Siamo co-
scienti che se un salesiano riprende dopo
anni la sua vocazione-missione catechetica,
rinnova il senso della sua fede e del suo es-
sere educatore alla fede dei giovani. Il tema
della GMS 2013 vuole aiutarci ad essere più
disponibili come accompagnatori spirituali
dei giovani, ritornando noi per primi alla pra-
tica della direzione spirituale personale nel
cammino di fedeltà vocazionale. Per tutti noi
rimane paradigmatica la foto di Don Bosco
che confessa il suo futuro successore, il pic-
colo Paolo Albera.
2. Evangelizzare il cuore Salesiano
nell’Anno della Fede
Ci troviamo, inoltre, nel contesto dell’Anno
della Fede (11 ottobre 2012 – 24 novembre
2013). Con queste parole, il 16 ottobre 2011,
Papa Benedetto XVI ha rilevato la motiva-
zione di fondo: “Ritengo che, trascorso
mezzo secolo dall’apertura del Concilio, le-
gata alla felice memoria del Beato Papa Gio-
vanni XXIII, sia opportuno richiamare la
bellezza e la centralità della fede, l’esigenza
di rafforzarla e approfondirla a livello perso-
nale e comunitario, e farlo in prospettiva non
tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria,
nella prospettiva, appunto, della missione ad
gentes e della nuova evangelizzazione”.
Il tema della GMS 2013 ci aiuta a compren-
dere l’urgenza del cammino di fede perso-
nale, che non si può mai fermare. Siamo
discepoli in cammino che cercano ogni
giorno, sempre di più, di seguire il Maestro.
Se il nostro cuore non è evangelizzato non
possiamo diventare evangelizzatori dei gio-
vani che ci aspettano, non possiamo animare
i nostri catechisti nel loro importante com-
pito.
3. Aprire il nostro cuore alle frontiere
missionarie
Uno dei modi per rafforzare la cultura missio-
naria è diffondere ogni giorno la conoscenza
delle missioni in modo attraente.Grazie ai di-
versi video prodotti in molte parti del mondo
salesiano, come per esempio quelli di “Mis-
sioni Don Bosco” (Torino), la Congregazione
e la Famiglia Salesiana è al corrente della vita
missionaria di oggi. Ogni anno circa 15 DVD
raggiungono 53 emittenti televisive e 4000
case salesiane (SDB e FMA) in 133 paesi del
mondo. Visitando le comunità salesiane,
però, ho visto due estremi: in alcune case i
cofanetti restano chiusi nel loro involucro di
cellophane, in altre i DVD vengono duplicati
e distribuiti agli animatori e ai catechisti di
tutte le stazioni missionarie o delle comunità
di base delle grandi parrocchie. Ci sono co-
munità che vedono insieme ogni settimana
un breve video missionario. La GMS 2013
offre cinque brevi video sul cammino di fede,
in sette lingue - italiano, inglese, spagnolo,
portoghese, francese, polacco e tedesco –
che possono aiutare a riscoprire nelle comu-
nità la grande ricchezza della nostra Congre-
gazione. Decine di filmati missionari a
portata di mano!
Carissimi, vi invito ad accogliere la sfida di
aiutare i giovani ad intraprendere il cammino
di fede e ad accompagnarli da pazienti cate-
chisti. Vi ringrazio per la vostra risposta co-
raggiosa al suo invito finale «... Sarete miei
testimoni!» (At 1,8), affidando questa Gior-
nata Missionaria Salesiana 2013 alla guida e
protezione di Maria, Madre della Chiesa.
Con affetto, in Don Bosco
Don Pascual Chávez Villanueva
Rettor Maggiore
5

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Lettera del Consigliere Regionale
per l’Africa e Madagascar
e del Consigliere per le Missioni
27 Maggio 2012, Solennità della Pentecoste
Con cuore pieno di gioia pasquale offriamo
un saluto di pace e gioia a tutti i confratelli!
Salutiamo in modo speciale tutti i Salesiani im-
pegnati in prima linea, che condividono l’espe-
rienza con Gesù Risorto tra i giovani di diverse
culture e religioni in tutti i continenti. Siamo
convinti che vostra testimonianza è la miglior
immagine di Don Bosco oggi. La Solennità di
Pentecoste è per ogni salesiano invito a crescere
nella dimensione missionaria del nostro Cari-
sma!
Vi presentiamo i materiali di animazione della
26° Giornata Missionaria Salesiana (GMS) del
2013 – Cammino della Fede inAfrica! È il frutto
della sinergia delle 12 Ispettorie e Visitatorie
della RegioneAfrica – Madagascar e dei settori
per le Missioni e per la Comunicazione Sociale.
Molti Salesiani ci chiedono quali obiettivi vo-
gliamo raggiungere ogni anno con la GMS.
I primi destinatari della Giornata missionaria
salesiana siamo noi stessi, Salesiani di Don
Bosco. Siamo invitati a fare nostra la convin-
zione di Benedetto XVI: “La prima povertà dei
popoli è di non conoscere Cristo!”.
Fatta questa precisazione, possiamo indicare
tre obiettivi specifici per laGiornata Missionaria
Salesiana 2013:
1. Imparare dalle giovaniChiese d’Africa – pol-
moni per la Chiesa universale
Il Papa nella recente Esortazione Apostolica
Post-Sinodale Africae Munus ha ribadito ancora
una volta che l’Africa è per il mondo e per la
Chiesa “un immenso polmone spirituale”
(n.13;177). Nel saluto indirizzato alla Curia Ro-
mana il 22 dicembre 2011: “Incontrare (in Africa)
questa fede pronta al sacrificio, e proprio in ciò
gioiosa, è una grande medicina contro la stan-
chezza dell’essere cristiani che sperimentiamo in
Europa”.
In molti paesi del mondo, infatti, abbiamo già
dimenticato che la Chiesa può generare nuovi
figli nel cammino catecumenale. La freschezza
delle storie dei giovani catechisti e dei loro gio-
vani catecumeni d’Africa ci sfida. Ben 147 mil-
lioni dei cattolici d’Africa (2011), con un incre-
mento di 6.5 millioni ogni anno, costituiscono
un segno di vitalità e speranza. LaGiornata Mis-
sionaria Salesiana 2013 è quindi un ulteriore in-
vito a vivere più attenti alla Chiesa, veramente
cattolica - universale. Siamo chiamati a cono-
scere il volto più bello dellaChiesaAfricana oggi.
Invitiamo dunque tutte le comunità ispettoriali
ad ascoltare le esperienze delle giovani Chiese
6
africane ancora poco conosciute. Invitiamo an-
che i giovani dei gruppi missionari e del volon-
tariato a lasciarsi ispirare dalla iniziazione cri-
stiana dei loro coetanei, catechisti o giovani
catecumeni d’Africa.
2. Confrontarsi con la figura del giovane ca-
techista africano
In molte zone del continente ci sonoChiese gio-
vani, molte di esse hanno appena un secolo di
storia d’evangelizzazione. Nella maggioranza
dei casi il Battesimo è ricevuto in età giovanile.
Viene seguito ordinariamente il cammino di ca-
tecumenato d’iniziazione cristiana, che culmina
con la celebrazione dei tre sacramenti dell’ini-
ziazione cristiana: Battesimo, Cresima ed Eu-
caristia. In molte diocesi si tenta articolare l’ini-
ziazione cristiana con quella tradizionale, che
è molto viva in tante zone e culture africane. Il
catechista nelle diocesi africane non è solo colui
che imparte le lezioni di catechesi, ma il leader
della comunità cristiana, soprattutto nelle aree
rurali. Nelle zone dove difficilmente il sacerdote
riesce ad arrivare, sono loro ad animare la pre-
ghiera della comunità, preparare la gente ai sa-
cramenti, amministrare lo sviluppo e anche
l’economia della comunità. In molti casi sono
stati i veri guardiani delle fede e custodi della
Chiesa, fino al martirio.
Dice Benedetto XVI nell’Africae Munus: I cate-
chisti sono preziosi operatori pastorali nella mis-
sione di evangelizzazione. Il loro ruolo è stato
molto importante nella prima evangelizzazione,
nell’accompagnamento catecumenale, nell’ani-
mazione e nel sostegno delle comunità. «Con na-
turalezza, essi hanno operato una inculturazione
riuscita che ha portato frutti meravigliosi (cfr Mc
4,20). Sono i catechisti che hanno permesso che
la “luce risplenda davanti agli uomini” (Mt 5,16),
perché vedendo il bene che essi fanno, popola-
zioni intere hanno potuto rendere gloria al Nostro
Padre che è nei cieli. Sono Africani che hanno
evangelizzato degli Africani». Questo ruolo im-
portante nel passato, rimane essenziale per il pre-
sente e per il futuro della Chiesa. Li ringrazio per
il loro amore alla Chiesa (n.125).
Da Salesiani di Don Bosco, nella nostra vita di
missionari dei giovani in ogni Ispettoria, lascia-
moci confrontare con lo zelo dei giovani cate-
chisti d’Africa!
3. Progetto della GMS 2013 – Formazione dei
catechisti e materiali di catechesi
La formazione dei catechisti e la pubblicazione
di materiale catechetico nelle lingue locali non
sono voci ordinarie nei progetti di sostegno mis-
sionario delle nostre Ispettorie. I materiali au-
diovisivi della GMS 2013 mettono a fuoco tre
esperienze del cammino di fede (Angola, Tan-
zania eTogo).
Il progetto da sostenere quest’anno mira a rac-
cogliere fondi per la formazione dei catechisti
(sia volontari, sia a tempo pieno) e per la pro-
duzione dei materiali di catechesi nelle lingue
locali delle tre ispettorie di ANG, AFE, AFO.
Ogni Ispettoria è invitata a mandare eventuali
contributi raccolti durante la campagna GMS
2013 alla Fondazione Don Bosco nel Mondo,
Roma.
Ringraziamo, infine, tutti i confratelli delle ispet-
torie africane coinvolti nella preparazione dei
materiali. Come segno della stretta collabora-
zione dei settori per la Missione Salesiana, rin-
graziamo sopratutto i collaboratori del Dica-
stero per laComunicazioneSociale e Don Bosco
Media - Eurofilm diTorino.
Un caro saluto, implorando l’Aiuto di Maria Ma-
dre ed Ausiliatrice per tutti i Salesiani, collabo-
ratori laici e giovani che camminano insieme ai
giovani verso Gesù Cristo!
D. Václav Klement
Consigliere per le missioni
D.Guillermo Basaňes
Consigliere per la regione Africa-Madagascar
7

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Giornata Missionaria Salesiana
una tradizione che continua
CHE COSA SIGNIFICA?
Un tema missionario è proposto a tutta la Con-
gregazione, a partire dal 1988. Ogni anno tutte
le comunità salesiane possono conoscere una
realtà missionaria di un specifico continente.
È un momento forte dell’Animazione Missiona-
ria nelle Comunità salesiane ispettoriali o locali,
nei Gruppi giovanili, nella Famiglia salesiana.
Non si tratta di un evento isolato, ma piuttosto
di un’opportunità per coinvolgere le comunità
SDB e le comunità educative – pastorali nelle di-
namiche della Chiesa universale, rafforzando
una cultura missionaria.
PERCHÈ?
Per dare un impulso all’Animazione Missionaria
offrendo una proposta che diventi progetto an-
nuale concreto. Per aiutare tutta la Famiglia Sa-
lesiana a conoscere l’impegno missionario della
Congregazione, aprire gli occhi alle nuove realtà
missionarie, superare ogni tentazione di chiu-
dersi dentro il proprio territorio o contesto e ri-
cordarsi del respiro universale del carisma sale-
siano. “Le attività di animazione missionaria van-
no sempre orientate ai loro specifici fini: informare
e formare il popolo di Dio alla missione universale
della Chiesa, far nascere vocazioni missionarie ad
gentes, suscitare cooperazione all’evangelizzazio-
ne” (Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio, 83).
QUANDO?
Non c’è una data fissa per la GMS al livello mon-
diale. Ciascuna Ispettoria sceglie una data o pe-
riodo, che si adatta di più al proprio ritmo e ca-
lendario.Alcune date tradizionali nelle ispettorie
(vicino alla Festa di Don Bosco di Gennaio o al
suo compleanno in Agosto, Quaresima, Festa
dei Santi Martiri Missionari, LuigiVersiglia eCal-
listo Caravario – 25 Febbraio; mese di Maggio;
Mese missionario di Ottobre oppure 11 Novem-
bre). Innanzitutto è importante offrire un itine-
rario educativo - pastorale di alcune settimane -
di cui la Giornata Missionaria Salesiana costitui-
sce il punto culminante. La GMS è l’espressione
dello spirito missionario di tutta la Comunita’
Educativo-Pastorale tenuto vivo tutto l’anno con
diverse iniziative.
COME VIENE ANIMATA?
A partire da un raduno dei Direttori, dove il De-
legato diAnimazione missionaria spiega l’obiet-
tivo e distribuisce gli strumenti disponibili per la
GMS nell’Ispettoria (web ispettoriale oppure un
link al www.sdb.org –GMS).Così tutte le comu-
nità SDB sono i primi destinatari delle dinamiche
di GMS.
Concentrando ogni anno l’attenzione su unCon-
tinente e su un aspetto concreto della cultura
missionaria; pregando per i missionari presentati
nella GMS e raccogliendo sostegni concreti per
alcuni progetti presentati nei sussidi della GMS.
La GMS dovrebbe essere un giorno di festa, ca-
pace di far respirare la missione.
CHI CELEBRA?
Il primo destinatario è la comunità salesiana
SDB. Poi, a secondo delle Ispettorie, ci sono vari
modi come organizzare secondo gli ambienti
della missione salesiana (scuole, centri di forma-
zione professionale, parrocchie, gruppi giovanili
specialmente volontariato missionario) e della
Famiglia Salesiana (Salesiani Cooperatori, Exal-
lievi, Gruppi ADMA etc) aperto a tutto il movi-
mento salesiano e degli amici di Don Bosco.
QUALI MEZZI?
Il Dicastero per le Missioni offre il materiale a
tutte le comunità salesiane: un manifesto,
8
un sussidio stampato, un DVD con filmati sul te-
ma, un DVD con il materiale didattico e audiovi-
sivo in varie lingue; lungo l’anno anche altro ma-
teriale digitale, scaricabile dal www.sdb.org
(GMS 2013) e le video disponibili anche inYou-
tube.
Per altre copie dei materiali basta rivolgersi
al Dicastero per le missioni, Roma - (caglie-
ro11@gmail.com).
L’IMPORTANZA DELLA PREGHIERE
PER LE MISSIONI
Tutti i membri dellaComunita’ Educativo-Pasto-
rale vivono l’ansia missionaria della loro fede
offrendo la loro collaborazione all’attività mis-
sionaria della Congregazione con la preghiera
accompagnata dai sacrifici per i missionari sale-
siani e per le vocazioni missionarie salesiane
sopratutto ogni 11 del mese. Ogni anno una
preghiera viene composta seguendo il tema
della GMS ed ogni mese una Intenzione Missio-
naria Salesiana viene proposta proprio per
sottolineare l’importanza di questa dimensione
spirituale dell’attività missionaria.
LA VERIFICA
La verifica dopo la GMS è importante quanto
la preparazione e la celebrazione. È da conside-
rare come laGMS ha potuto favorire una cultura
missionaria nella comunità locale o ispettoriale
tramite il tema proposto dell’anno tenendo
presente i suggerimenti correttivi per il futuro.
GMS NEGLI ANNI 1988 - 2014
1988 Guinea - Conakry: Il sogno continua
1989 Zambia: Progetto Lufubu
1990 Timor Est -Venilale: Giovani evangelizzatori
1991 Paraguay: Ragazzi di strada
1992 Perù -Valle Sagrado Incas
1993 Togo - Kara: Don Bosco e l’Africa
1994 Cambogia: Missionari costruttori di pace
1995 India - Gujarat: In dialogo per condividere la fede
1996 Russia -Yakutsk: Luci di speranza in Siberia
1997 Madagascar: Ragazzo te lo dico, alzati
1998 Brasile -Yanomami:Vita nuova in Cristo
1999 Giappone: Il difficile annuncio di Cristo
2000 Angola:Vangelo seme di riconciliazione
2001 Papua Nuova Guinea: Camminando coi giovani
2002 Missionari tra i giovani rifugiati
2003 Promozione umana nel compito della evangelizzazione
2004 India - Arunachal Pradesh: Il risveglio di un Popolo
2005 Mongolia: Una nuova frontiera missionaria
2006 Sudan: La missione salesiana in Sudan
2007 Sudan: La missione salesiana in Sudan
2008 HIV/AIDS: Risposta dei salesiani, educare per la vita
2009 Tieni viva la tua fiamma missionaria
2010 Europa: I Salesiani camminano con i Rom
2011 America:Volontari per proclamare ilVangelo
2012 Asia: Raccontare Gesù
2013 Africa: Cammino di fede dei giovani
2014 Europa: Salesiani camminano con i migranti
9

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Come abbiGamMoScelebrato?
Raccolta delle buone pratiche 2010-2012
RILANCIO DELLA GMS
Una delle sfide principali è di rilanciare la stessa
GMS nell’ispettoria, dove per vari ragioni non
era mai celebrata o la pratica non è ancora di-
ventata una parte della cultura missionaria.
Diverse comunità ispettoriali hanno rilanciato
la tradizione dellaGiornata missionaria salesiana
in vari modi. Tra le strategie la più efficace è
quella di portare il tema ben preparato all’incontro
dei direttori (parroci, presidi di scuole, oratori,
centri giovanili), dove il Delegato ispettoriale di
Pastorale giovanile o Incaricato per l’Animazione
missionaria spiega le motivazioni e distribuiva i
materiali ricevuti da Roma oppure anche altri
adattati e prodotti in loco (PLN, SUO). Altri
producono già ogni anno una serie di buone
notti o buon giorno per diverse fascie d’età o
ambienti educativi (scuola, oratorio, gruppi gio-
vanili, omelia – SMA). È molto significativo che
tante ispettorie hanno fatto grandi sforzi per la
traduzione dei materiali nella propria lingua
(CIN, GIA, KOR, Polonia, CEP, CRO, SLK etc).
QUANDO?
Ogni Ispettoria o Conferenza ispettoriale è li-
bera di scegliere una data o periodo più adatto.
Alcune date scelte negli ultimi tre anni: dome-
nica dopo la Memoria del Beato Luigi Variara
(Gennaio – Italia), vicino alla Festa dei proto-
martiri missionari S. LuigiVersiglia eCallistoCa-
ravario (Polonia - Pila), dopo la Pasqua (Spa-
gna), mese missionario d’Ottobre, 11° Novem-
bre. Una data stabile nel calendario ispettoriale
ha permesso un cammino educativo – pastora-
le più efficace nelle singole comunità.
COME VIENE ANIMATA?
Per garantire che tutte le comunità SDB siano i
primi destinatari delle dinamiche diGMS, il De-
legato di Animazione Missionaria invia alle co-
munità diversi materiali prodotti dall’equipe
ispettoriale d’Animazione Missionaria (SDB,
FMA, animatori e volontari missionari – Italia,
Torino).
Concentrando ogni anno l’attenzione su un
Continente ed un aspetto concreto della cultura
missionaria le ispettorie direttamente coinvolte
nella preparazione dei materiali ne guadagna-
no per la propria animazione:
2010 – Ispettorie della Slovacchia SLK, Repub-
blica Ceca e Bulgaria – CEP; Ungheria –UNG:
che svolgono la missione per gli Zingari;
2011 – molte ispettoria hanno rilanciato o con-
solidato il loro movimento o strutture di gruppi
missionari o del volontariato missionario (CIL,
MEM, MEG, SLK);
10
2012 – diverse ispettorie dell’Asia hanno per la
prima volta preso conscienza delle direttive
missionarie del Primo Congresso Missionario
dell’Asia – Chiang Mai, 2006;
2013 – sette ispettorie d’Africa coinvolte nella
preparazione o raccolta dei diversi materiali ne
hanno aproffittato per l’animazione dei gruppi
missionari o della catechesi giovanile.
CHI HA CELEBRATO?
Varie comunità di formazione (UPS – Gerini)
hanno svolto un’animazione missionaria duran-
te la Quaresima, raccogliendo i fondi per il Pro-
getto della GMS.
Un noviziato dell’Asia ha contributo per caricare
su Youtube tutte le nove video del GMS 2012
‘Raccontare Gesù’ come parte del loro aposto-
lato.
Vari gruppi missionari di giovani hanno usufrui-
to per la loro formazione prima delle attività dei
tempi forti (Natale, Pasqua) attraverso brevi
video (DVD 1).
QUALI MEZZI?
Diverse ispettorie hanno tradotto e adattato i
materiali prodotti dal Settore per le missioni e
per la Comunicazione sociale nelle loro lingue.
Altre ispettorie invece hanno ricevuto più copie
dei materiali secondo loro richiesta al Settore
per le missioni a Roma (DVD, poster, preghiera
o sussidio diddatico).
PREGHIERA PER LE MISSIONI AL CENTRO?
La preghiera composta ogni anno secondo il te-
ma dellaGMS è stata distribuita a tutti i confra-
telli (laici impegnati, animatori o volontari mis-
sionari).
LA VERIFICA?
Molte Ispettorie hanno svolto bene la verifica
della GMS. Con grande soddisfazione, come
frutto della verifica, alcune ispettorie hanno
rilanciato i gruppi o volontariato missionario,
altre hanno motivato i direttori o altre hanno
deciso di addattare i materiali per la situazione
del loro paese.
11

1.7 Page 7

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AFRICAE MUNUS - Esortazione
Post Sinodale del Benedetto XVI
Seconda Assemblea dei Vescovi sull’Africa
La primaAssemblea Speciale per l’Africa del Si-
nodo dei Vescovi è stata celebrata nel 1994.
L’Esortazione Apostolica Post-Sinodale (Gio-
vanni Paolo II,1995) Ecclesia in Africa, presenta
la Chiesa in Africa come Famiglia di Dio. La se-
condaAssemblea, celebrata nel 2009, ha come
documento Post-Sinodale l’Esortazione Africae
Munus, firmata da Papa Benedetto durante la
sua visita nel Benin (Africa) in novembre 2011.
I lavori sinodali di 2009 si sono concentrati sulla
chiesa inAfrica, al servizio della riconciliazione,
della giustizia sociale e della pace: Voi siete il
sale della terra, voi siete la luce del mondo (Mt 5,
13.14). Al Sinodo del 2009 hanno partecipato
otto salesiani (un cardinale, cinque vescovi e
due sacerdoti).Attualmente nella RegioneAfri-
ca – Madagascar ci sono otto SalesianiVescovi:
quattro africani e quattro missionari degli altri
continenti.
CRISTIANI, COSTRUTTORI
DI UNA NUOVA AFRICA
L’Africa è purtroppo spesso conosciuta interna-
zionalmente solo come il continente delle guer-
re, della povertà e delle calamità. Paradossal-
mente lì si trova una delle porzioni della chiesa
cattolica che cresce con più vitalità. L’appello
del Papa e dei Padri Sinodali in questa occasio-
ne è stato quello di rendere i cattolici in Africa
più protagonisti di una trasformazione sociale
e culturale, a partire delVangelo, che sia segna-
ta dalla riconciliazione, dalla giustizia sociale e
dalla pace.
L’Africa cristiana e cattolica è ricca in senso spi-
rituale e religioso, di amore per la preghiera e
per i sacramenti, di santità e perfino di martirio.
Però – ecco la principale sottolineatura del Si-
nodo e della Esortazione Post-sinodale – si tro-
va ancora lontana dal poter rispondere alle sfi-
Servizio fotografico dell’Osservatore Romano
12
de sociali dei 54 paesi che compongono questo
vasto continente. Dunque, l’Africae Munus è
fondamentalmente un accorato appello per
l’impegno sociale dellaChiesa inAfrica. La cen-
tralità della Dottrina Sociale della Chiesa è in-
discutibile.
Perché la Chiesa in Africa diventi - Chiesa, Fa-
miglia di Dio riconciliata e riconciliatrice – deve
percorrere con coraggio e generosità il cammi-
no della conversione evangelica, e questo inco-
minciando dai suoi propri leader (vescovi, sa-
cerdoti, consacrati, catechisti, laici impegnati).
NOI, SALESIANI
Per noi, figli di Don Bosco, questa voce che par-
la alle Chiese dell’Africa – per mezzo del Suc-
cessore di Pietro e dei suoi pastori – è molto
illuminante ed incoraggiante. Ci incoraggia
di fatto ad essere in Africa autentici evangeliz-
zatori dei giovani attraverso l’educazione. Uno
sguardo veloce ad alcune voci tipiche del no-
stro vocabolario carismatico e missionario,
presenti nel testo della Africae Munus, ci fa
percepire subito quanto la Chiesa
e il Papa si aspettano dai Salesiani
in Africa.
Per esempio:
– Giovani (n. 60 - 64). Questa gio-
ventù è un dono e un tesoro di
Dio (n. 60). Cari giovani: per ac-
quisire il discernimento, la forza
necessaria e la libertà di resistere
a simili pressioni [ideologie, sette,
denaro, droga, sesso facile, vio-
lenze], vi incoraggio a mettere
Gesù Cristo al centro di tutta la
vostra vita (n. 63);
– Educazione (n. 134 – 138). Fre-
quentare una scuola: è una que-
stione di giustizia per ogni bam-
bino e, molto più, ne dipende
l’avvenire dell’Africa (n. 134). Le
comunità e le istituzioni cattoli-
che non supereranno tale sfida
(educativa) se non mantenendo
la propria identità ecclesiale e ri-
manendo gelosamente fedeli al messaggio
evangelico e al carisma del fondatore (n. 77);
– Evangelizzazione (n. 159 – 171; 173 – 174).
La MISSIO AD GENtES impegna tutti i cristiani
dell’Africa (n. 162 ). Alzati,Chiesa inAfrica per-
ché ti chiama il Padre celeste, che i tuoi
antenati invocavano come Creatore prima di
conoscerne la vicinanza misericordiosa, rivela-
ta nel suo Figlio unigenito, Gesù Cristo. Intra-
prendi il cammino di una nuova evangelizza-
zione con il coraggio che proviene dallo Spirito
Santo (n. 173);
– Catechesi. Per la Chiesa che è in Africa è
necessario guidare le persone alla scoperta
della pienezza dei valori delVangelo, mediante
una catechesi ed un’inculturazione profonde
(n. 93). Conviene mantenere un legame vitale
tra il catechismo imparato a memoria e la ca-
techesi vissuta, in modo tale che esso conduca
ad una conversione di vita profonda e durevole
(n. 32).
13

1.8 Page 8

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Il volto africano di Don Bosco
35 anni del Progetto Africa (1978 - 2013)
Guardando alla spettacolare epopea di attua-
zione del Progetto Africa, deve essere evidente
a tutti che nulla sarebbe stato possibile se il Si-
gnore non avesse scelto di lavorare attraverso
i nostri confratelli. DonViganò lanciò il Progetto
Africa in risposta a una ispirazione dall’Alto,
come egli soleva dire, e davvero una mano in-
visibile ci ha guidati lungo sentieri rapidi e sicuri
perché tutto diventasse stupenda realtà.
Alcuni importanti fattori che hanno contribuito
al successo del Progetto:
a) La velocità con cui siamo stati capaci di
estenderci in tutta l’Africa è dovuta all’entu-
siasmo con cui tutte le Ispettorie accetta-
rono l’invito del Rettor Maggiore a
partecipare al Progetto.Questo ha suscitato
grande entusiasmo missionario in tutta la
Congregazione. Si può veramente dire che
fu un progetto dell’intera Congregazione.
Ritengo che sia stato uno dei migliori
esempi di sinergia a livello mondiale per la
realizzazione di un progetto comune. Sen-
z’altro potrebbe servire come stimolo per
altri progetti.
b) La generosità e lo spirito di sacrificio dei mis-
sionari merita tutta la nostra ammirazione.
Molti di essi ebbero serie difficoltà ad ini-
ziare tutto da capo ed inserirsi nei luoghi ai
quali erano destinati. Con coraggio affron-
tarono tutte le difficoltà e perseverarono,
nonostante gli ostacoli che sembravano in-
sormontabili. Molti di questi pionieri pre-
stano tuttora la loro opera in varie parti
dell’Africa. Un segno questo del loro amore
per le popolazioni africane e della loro iden-
tificazione con la causa dell’Africa.
14
c) L’aiuto finanziario fornito dalle Ispettorie
madri, da diverse Procure salesiane, dalle
ONG, e la miriade di modi con cui la Divina
Provvidenza ci ha assistito sono un altro fat-
tore. L’assicurazione di Don Bosco che, fino
a quando noi lavoreremo per i poveri e per
la salvezza delle anime, la Divina Provvi-
denza non ci abbandonerà mai, si è verifi-
cata alla lettera nella realizzazione del
Progetto Africa.
d) La Congregazione ora ha un volto africano.
Il numero dei Salesiani africani cresce co-
stantemente. Ciò è dovuto all’impegno dei
nostri confratelli nel cercare vocazioni locali
fin dal principio del Progetto. Il risultato è
che oggi abbiamo strutture per la forma-
zione ben organizzate in tutta la Regione e
ogni anno ci sono più di 100 novizi. Tutto
questo è possibile con un buon piano di pa-
storale vocazionale.
Progetto Africa, frutto della sinergia
della Congregazione (D. Chàvez, ACG
399 (2007 Settembre), Lettera del Rettor Mag-
giore «IO SONO VENUTO PERCHÉ ABBIANO
LA VITA E L’ABBIANO IN ABBONDANZA» (Gv
10, 10b) Presentazione della Regione Africa-Ma-
dagascar
LE CASE SALESIANE APERTE IN AFRICA
NEGLI ANNI 1979 - 2012
1979 Monrovia
1980 Malabo,Tambacaunda, Johannesburg, Robertsham,
Maputsoe, Dodoma, Iringa, Mafinga, Korr
1981 Tappita, Ankililoaka, Bemaneviky, Mahanjanga,Tulear,
Duéqoué, Porto Novo, Sikasso,Touba, Dondo, Luena,
Goma
1982 Akure, Ondo, Ljely, Korhogo, Lomè, Malkerns, Luanda,
Nairobi-Upperhill, Dilla
1983 Ebolowa, Chingola, Luwingu, Parakou, Kazembe, Moatse
1984 Ivato, Oyem, Lusaka, Embu
1985 Mikoneseng, Bamako, Kara, Wau, Abrigat
1986 Lungi, Conakry, Cononou, Kanakan,Thies, Karthoum,
Mafinga, Makuyu, Nairobi, Nairobi-Utrume, Zway
1987 Betafo, Kandi, Calulu, Mafinga
1988 Onithsa, Lomé, Dodoma, Kinshasa-Luckunga,
ospedale Lubumbashi, Lubumbashi-Studentat, Adua
1989 Bombo, Addis Abeba-Gotera
1990 Ivato, Lusaka, Cintasse
1991 Abijan-Koumasi, Luanda
1992 Sunyani, Brazzaville,Yaounde, N’Dalatando, Moshi,
Nzaikoni
1993 Fianarontsoa, Bobo-Dioulasso, Osterbay, Shinyanga,
Moambe
1994 Bangui, Lomé, Naitobi-Boys Home,
Lubumbashi-Tabaconda
1995 Sarh, Harare, Lilongwe, Luanda-Lixeira, Famuli,
Bujumbura, Lubumbashi-Bacania, Mbuji-Mayi,
Dekemhare, Ashaima
1997 Nkhotakota, Shambyu, Lufubu, Rynfield, Benguela,
Luanda, Goma-Ngangi, Lubumbashi-Procura
1998 Tulear, D’jamena, Lubumbashi-Jacaranda, Mekanissa
1999 Kinshasa, Debrezeit, Matunda
2000 Rosenhill-Mauritious, Bangui,Yaunde, Kakuma, Kabgayi,
Gatenga, El Obeid, Nairobi-Dybes
2001 Liana
2002 Mansa, St.Louis, Kinshasa-Mansina, Uvira, Gambela
2003 Ambohidratino, Hwabgasin, Hwange, Kabwe,
Lubumbashi-Ruashi
2004 Addis Abeba – St. Joseph, Bujumbura, Kinshasa - Maria
Ausiliatrice, Lubumbashi – Ferme Jacaranda, Ennerdale,
Viana
2005 Butare, El Obeid, Ibadan, Yaoundé –teologato,
2006 Asmara, Ashaiman, Freetown, Sunyani, Port Louis
2007 Adamitullu,Tonj, Wau, Kamuli
2008 Kakuma, Dakar, Ebolowa
2009 Morogoro
2010 Juba, Kigali, Lusaka – Makeni, Nkhotakota
2011 Porto Novo –Tokpota
2012 Shire, Soddo
Sin dal principio del Progetto Africa (secondo il 21.
Capitolo Generale 1978) sono sorti, fino al 2003, 139
nuovi centri di Don Bosco. Tra questi perlomeno 45
sono centri istruttivi di carattere professionale agri-
colo e manifatturiero. Al presente ci sono più di 900
Salesiani africani.
15

1.9 Page 9

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Il cammino
1video
della fede in Africa
Un tesoro prezioso è presente nell’anima
dell’Africa, in cui scorgo «un immenso “pol-
mone” spirituale per un’umanità che appare
in crisi di fede e di speranza», grazie alle
straordinarie ricchezze umane e spirituali
dei suoi figli, delle sue culture multicolori,
del suo suolo e del suo sottosuolo dalle im-
mense risorse. (Africae Munus, 13)
L’Africa, spesso conosciuta come il continen-
te delle guerre e della povertà, è una terra dai
mille volti. La sua principale risorsa è la popo-
lazione che, ricca di tradizioni, guarda con di-
gnità e determinazione il futuro.
Il Dicastero per le Missioni dedica la Giornata
Missionaria Salesiana del 2013 al continente
nero. Un invito a conoscere meglio le pecu-
liarità di questa terra e, in modo particolare,
il lavoro che i Salesiani svolgono oggi.
Il carisma di Don Bosco in Africa
La presenza salesiana in Africa ha radici lon-
tane. Don Bosco ebbe varie richieste, ma fu
Don Rua, suo primo successore, a inviare i
primi salesiani. Continuando il programma
del fondatore, egli sostenne e sviluppò le at-
tività della nascente congregazione, inclu-
dendo l’Africa nel programma di espansione.
Nel 1891 i primi salesiani di origine francese,
guidati da don Charles Bellamy, giunsero in
Algeria per iniziare la fondazione dell’orato-
rio di san Luigi. Poi fu la volta della Tunisia,
Egitto, Sudafrica, Mozambico, Repubblica
Democratica del Congo, Marocco,…
Ma la svolta si ebbe dopo il Capitolo Genera-
le 21, quando il VII successore di Don Bosco,
Don EgidioViganò, lanciò in prossimità degli
anni ’80 il Progetto Africa. Alcune Ispettorie
furono chiamate ad inviare confratelli e a so-
stenere opere in Kenya, Lesotho, Senegal,
Tanzania e altre nazioni africane. La presen-
za salesiana in questo vasto continente è
senza dubbio frutto di questo grande proget-
to che la congregazione e la famiglia salesia-
na hanno compiuto. Oggi sono quasi 1500 i
salesiani in Africa; la maggior parte di loro
sono africani e sono il volto africano di Don
Bosco! In questo momento i salesiani sono
in 38 paesi dei 54 che compongono l’unione
africana. Un progetto durato 25 anni: dal
1980 quando fu avviato, al 2005, quando il IX
successore di Don Bosco, Don Pascual Chá-
vezVillanueva, nel corso della una visita d’in-
sieme alla regione Africa Madagascar lo di-
chiarò concluso.
Il catecumenato: cammino di fede
La Giornata Missionaria Salesiana, oltre la
conoscenza del lavoro salesiano in un parti-
colare continente, offre anche un percorso
di approfondimento tematico. Il focus per il
2013 è il catecumenato così come viene pro-
posto e vissuto in Africa.
Lo slogan scelto da Dicastero per le Missioni
è “Il cammino della fede in Africa” e aiuta a
mettere in evidenza diversi temi:
• L’evangelizzazione dei giovani nella pro-
spettiva dell’impegno educativo salesiano.
Don Bosco amava dire, riferendosi agli ini-
zi della sua attività, che tutto era nato con
la catechesi.
• Il catecumenato vissuto come cammino
di educazione alla fede; un percorso di ap-
prendimento, conoscenza e testimonian-
za che il cristiano è chiamato vivere in pre-
parazione ai sacramenti dell’iniziazione
Cristiana.
E, infine, la figura del catechista, testimone
ed educatore di vita cristiana; una figura
molto significativa e importante nella pasto-
rale della chiesa africana.
L’Africa è senza dubbio il continente della vi-
ta: le statistiche lo descrivono come un con-
tinente giovane, con un’età media di vent’an-
ni. Nonostante le guerre e le malattie, che a
volte possono cancellare intere generazioni,
la presenza dei giovani è numerosa e vivace.
La proposta cristiana e salesiana viene accol-
ta con serietà e grande entusiasmo.
16
17

1.10 Page 10

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La fede in Africa - Tanzania
2video
Makalala scuola
di catechisti
Quando ho detto al mio parroco che deside-
ravo fare il catechista mi ha risposto dicendo
che avrebbe chiesto al centro catechistico di
Makalala.Quando sono arrivato qui ho inizia-
to ad imparare le cose dello spirito, della fede
e la mia fede ha iniziato a crescere e mi ha aiu-
tato ad andare a proclamare la Parola di Dio
a tutti. (Yoanne)
A sud di Dar es Salam, capitale dellaTanzania,
si trova la regione di Iringa che in lingua locale
hewe significa “forte”. Una regione ampia
circa 57 mila metri quadri, a circa 1500 metri di
altitudine sul mare. Qui, la fede cristiana è
stata portata dai missionari benedettini tede-
schi nell’ottobre del 1896. Poi, con la prima
guerra mondiale, giunsero i Missionari della
Consolata.
Negli anni il seme delVangelo è cresciuto gra-
zie al lavoro dei sacerdoti, dei religiosi, ma so-
prattutto dei catechisti laici, veri missionari e
testimoni della Parola.
Nella diocesi di Iringa, dopo i primi cento anni
di annuncio delVangelo, è in corso una secon-
da evangelizzazione. La diocesi, insieme ad al-
tre dellaTanzania, deve affrontare due sfide: il
numero esiguo di sacerdoti e la vastità dei ter-
ritori rurali. La risposta a queste due sfide è,
consolidata da una lunga tradizione, l’azione
dei catechisti laici. In molte diocesi africane, i
catechisti sono importanti per la pastorale cri-
stiana e hanno un compito fondamentale.
I catechisti sono chiamati ad essere i primi
evangelizzatori nelle loro famiglie, nelle picco-
le comunità cristiane rurali, nelle stazioni mis-
18
sionarie e anche nelle parrocchie. Sono gli ope-
ratori dell’evangelizzazione e della pastorale
catechistica lasciando ai sacerdoti il compito
di amministrare i sacramenti.
Per svolgere questo compito, i catechisti de-
vono avere una preparazione specifica, ben cu-
rata. Il Centro di formazione Catechistico di
Makalala assolve a questo compito con un cor-
so biennale residenziale.Vengono impartite le-
zioni di Bibbia, morale, magistero della chiesa,
introduzione di psicologia e di metodologia,
matematica, educazione civica, swahili, la lin-
gua nazionale, e di inglese. A Makalala i sale-
siani, insieme alle Suore Missionarie di Santa
Teresa di Gesù Bambino della diocesi di Iringa
e Tosamaganga, hanno creato un ambiente
formativo centrato sulla condivisione del quo-
tidiano. Il percorso accademico prevede anche
un inserimento graduale nell’attività pratica
con un apostolato guidato e verificato dai re-
sponsabili del centro.
Per qualificarsi come catechisti, i giovani di
Makalala non solo si prodigano negli studi, ma
affrontano anche sacrifici. Emmanuela, per
esempio, ha lasciato temporaneamente la sua
famiglia e affidato suo figlio di 10 anni ai pa-
renti per potersi formare adeguatamente. So-
no felice – dice - di imparare le catechesi suGesù
Cristo, ho imparato tanto suGesùCristo dalle le-
zioni, prima non conoscevo tante cose, ma ora
conosco Gesù e ringrazio Dio.
Il papa Benedetto XVI scrive: I catechisti sono
preziosi operatori pastorali nella missione di
evangelizzazione. Il loro ruolo è stato molto im-
portante nella prima evangelizzazione, nell’ac-
compagnamento catecumenale, nell’animazio-
ne e nel sostegno delle comunità...
Sono Africani che hanno evangelizzato degli
Africani. Questo ruolo importante nel passato,
rimane essenziale per il presente e per il futuro
della Chiesa. Li ringrazio per il loro amore alla
Chiesa. (Africae Munus, 125)
19

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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La fede in Africa - Angola
3video
C’è del lievito a Luanda
Per la Chiesa che è in Africa è necessario
guidare le persone alla scoperta della pie-
nezza dei valori del Vangelo, mediante
una catechesi ed un’inculturazione profon-
de. (Africae Munus 93)
Sin dal loro arrivo in Angola, i Salesiani si sono
impegnati a promuovere i valori umani fonda-
mentali, l’evangelizzazione e il carisma salesia-
no. La situazione storica ben presto aprì delle
sfide. Don Martin Lasarte dice: Il contesto del-
l’Angola è molto particolare. Noi salesiani siamo
qui in Angola da quasi da 30 anni. Una realtà al-
l’inizio molto difficile per causa della guerra e
dell’epoca comunista durante la quale era proi-
bito ai salesiani avere opere educative: potevamo
solo lavorare nella parrocchia. Per questo nei no-
stri centri si è sviluppata molto la catechesi par-
rocchiale.
Luanda, capitale dell’Angola, con oltre 5 milioni
di abitanti, è una città piena di vita. Come l’in-
tero paese, il 60% della popolazione ha meno
di 20 anni. Dopo 2 decenni i segni della guerra
civile si vedono ancora. Il più evidente è la vasta
periferia dove milioni di angolani, lasciato l’en-
troterra, hanno trovato casa.
I salesiani, fedeli al loro carisma, si sono impe-
gnati in un’azione di educazione e di evangeliz-
zazione coniugando alfabetizzazione, forma-
zione professionale e catechesi.A Luanda ope-
rano anche in 2 grandi parrocchie, ciascuna ar-
ticolata con vari centri di aggregazione e cate-
chesi giovanile: la parrocchia di san Paolo e la
parrocchia di San Giuseppe di Nazareth.
Nel 2012, in totale, sono stati oltre 10.800 i ca-
tecumeni che hanno frequentato i 21 centri di
formazione e 637 i catechisti che vi hanno ope-
rato.
Nella parrocchia di San Paolo, seguendo le in-
dicazioni dell’arcidiocesi di Luanda, il cammino
di formazione ai sacramenti dell’iniziazione cri-
stiana dura 4 anni. Il primo, di precatecumena-
to, è una introduzione al mistero di Dio. Il cam-
mino prosegue con il primo anno di catecume-
nato che si apre con il rito del segno della croce
e si conclude con la consegna del simbolo degli
apostoli: ilCredo. Durante l’anno ai catecumeni
viene presentato il kerigma: la buona novella
portata e rappresentata da Gesù di Nazareth.
Nel secondo anno viene presentata la chiesa,
volto delCristo e del suo mistero.A conclusione
del cammino viene consegnata la preghiera del
Padre Nostro. L’ultimo anno si concentra sui sa-
20
cramenti dell’iniziazione cristiana e sull’impe-
gno di vita personale.
Per accogliere i molti catecumeni la parrocchia
di San Paolo ha stretto un accordo di collabo-
razione con alcune scuole statali che il sabato
pomeriggio mettono a disposizione le aule pei
propri istituti. Una scelta pastorale è stata quel-
la di chiedere ai catecumeni, man mano che
crescono nella fede, di impegnarsi in un gruppo.
Questo aiuta anche a coinvolgere i giovani nel
cammino del post cresima.A spiegarcelo è don
Stefano Tollu, responsabile della comunità del
Buon Pastore, succursale della parrocchia San
Paolo: tutti quelli che devono ricevere il sacra-
mento e hanno dai 17 anni in su devono svolgere
un servizio comunitario in una delle realtà sociali
della nostra cappella. Che cosa sta creando que-
sto?Sta creando una coscienza delCristo vivo che
cammina in mezzo a noi e stiamo avendo delle
piacevoli sorprese.
Nella parrocchia san Giuseppe di Nazareth
che sorge nel “barrio Lixeira” - che in portoghe-
se vuol dire quartiere dell’immondizia - due
grandi sfide attendono i salesiani: la formazio-
ne dei numerosi catechisti e la vita quotidiana
che pone i giovani in situazioni non sempre fa-
cili. Don Santiago Boix dice: …chi frequenta la
catechesi fa un cammino sacrificato e per convin-
zione molte volte superando tante difficoltà, dal-
la mancanza di tempo, di soldi, alle difficoltà
strutturali. Il cammino che fanno i nostri giovani,
nella crescita della fede e spiritualità, inizia con
un lavoro nelle periferie che offre diverse porte di
entrata dei giovani nella nostra opera. Molti di
loro arrivano attraverso lo sport – capoeira, foot-
ball, basket – altri arrivano da altre opere sale-
siane, attraverso la scuola, molti cattolici e molti
altri di altre chiese e altri per approfondire la pro-
pria fede Altri arrivano anche dalle opere di alfa-
betizzazione o altre attività giovanili che si svol-
gono nelle nostre piccole comunità. Molti arriva-
no direttamente attraverso il catecumenato,
chiedendo un cammino di crescita nella fede.tut-
to questo processo che si fa qui inizia con il lavoro
nella periferia.
21

2.2 Page 12

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La fede in Africa - Angola
4video
Operai nelle sue messe
La chiesa mi ha affidato la cura di 104 comu-
nità. È un’esperienza di grande crescita per
me, di tanto arricchimento per l’esempio che
ricevo dai catechisti, specialmente quelli che
hanno l’incarico di dirigere la comunità nella
preghiera, nella catechesi, nella carità. Ve-
dere questi nostri fratelli, che hanno tante
difficoltà, soprattutto di sopravvivere giorno
per giorno con il lavoro nei campi, vedere che
hanno fede e la costanza di pregare tutti i
giorni, di invitare altra gente a pregare… è
una vera testimonianza per me! (Don Josè
Francisco López)
In Angola ci sono undici opere salesiane e al-
cune presenze in via di sviluppo. Il lavoro di
educazione ed evangelizzazione è intenso nei
centri abitati come nelle zone rurali. Allonta-
nandosi da Luanda, verso sud-est, sorgono
due opere salesiane, una a Dondo e l’altra a
Calulo. Oltre le attività – come l’aspirantato,
le scuole di alfabetizzazione e professionali –
dai due centri s’irradia una azione di evange-
lizzazione e catechesi che si estende per un
raggio di centinaia di km. Le parrocchie di
ognuna delle due opere comprendono ognu-
na circa un centinaio di piccole comunità cri-
stiane, distanti tra loro e sparse su un ampio
territorio.
Due i protagonisti della vita cristiana di que-
sti centri: il catechista e il sacerdote.
Al primo il compito di animare la preghiera,
curare la preparazione ai sacramenti, guidare
le celebrazioni della parola; al secondo l’im-
pegno di visitare periodicamente le comunità
e amministrare i sacramenti, soprattutto
quelli della penitenza e dell’Eucaristia.
Le comunità sono visitate saltuariamente dai
missionari. Il loro arrivo è sempre motivo di
grande gioia e occasione di sentite celebrazioni
come l’eucaristia o il conferimento dei riti pre-
paratori al battesimo che caratterizzano, in
modo particolare, l’intera settimana santa.
Don Agustín Pascualini ha 72 anni, originario
dell’Argentina è da 22 anni in Angola. A lui so-
no affidate altre comunità che segue con de-
dizione, senza risparmio di tempo e di ener-
gie. Dice: Delle attività che noi realizziamo in
questi villaggi, la più importante é l’evangeliz-
zazione, insegnare quello che Gesù ha insegna-
to. […] La preparazione principale la fanno loro
due ed è tutta questa comunità che appoggia
con le sue preghiere e parla al vicino di quello
che si fa nella chiesa.
Ed è proprio il catechista il secondo protago-
nista dell’evangelizzazione e della promo-
zione del vangelo in queste aree rurali. Anche
in Angola - come scrisse Giovanni Paolo II
nell’esortazione apostolica Ecclesia In Africa -
Il ruolo dei catechisti è stato e rimane determi-
nante nella fondazione e nell’espansione della
Chiesa in Africa.
Sono loro i primi responsabili della vita della
comunità e, alcune volte, non solo di quella
spirituale. La loro azione non è individuale,
ma coinvolge anche la famiglia. Domingos
Marinha Gama è catechista dal 1974; nel 1998
è stato nominato catechista centrale di Mu-
nenga. Dice: Da quando ho iniziato il lavoro co-
me catechista centrale ho incontrato molti
ostacoli; ma, con l’aiuto di Dio, ho iniziato a ve-
dere un cammino aperto e mi è cominciato a
piacere. […] Il lavoro di catechesi continua sem-
pre, perché è la mia vocazione. In qualunque
momento, in qualunque tempo ho sempre avu-
to un gruppo da preparare ai sacramenti, per-
ché si conosca meglio la luce di Cristo.
I catechisti generali hanno anche il compito di
seguire la formazione permanente degli altri
catechisti. Alexandre Manuel, che aiuta don
LuisVictor Sequeira nei villaggi lungo il fiume
Cuanza, ha anche questo compito. Dice: Co-
me catechista generale di questa parrocchia
riuniamo tutti i catechisti, ogni due mesi, per la
preparazione, e, dopo, li accompagniamo an-
che nella visita missionaria ogni venerdì, saba-
to e domenica e seguiamo le loro attività e, in
particolare, le attività della catechesi.
Il Papa Benedetto XVI nella Essortazione Apo-
stolica Africae Munus ha scritto: Cari catechi-
sti, ricordatevi che, per un gran numero di co-
munità, voi siete il volto concreto e immediato
del discepolo zelante ed il modello della vita cri-
stiana. (Africae Munus 127)
22
23

2.3 Page 13

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La fede in Africa - Togo
5video
La parrocchia scuola della fede
La parrocchia Maria Ausiliatrice è situata ad
est della città di Lomé, in un quartiere molto
popolare, con molta gente proveniente dalla
tradizione e convertitasi al cristianesimo. […]
In questo territorio è forte una vitalità e un di-
namismo popolare: quando uno si converte,
egli si dona con tutto il cuore e con tutta
l’anima alla religione cattolica. (don Ferdinand
Zigui)
parrocchiali presenti in quartieri che si sono svi-
luppati in base all’appartenenze etniche o di ori-
gine: Gbényédji, Ablogamé, Akodesséwa, Dé-
kadjévi e Kanyikopé. Il cuore dell’attività pasto-
rale è data dalla catechesi che prepara ai sacra-
menti e alla vita cristiana; un vero e proprio cam-
mino di fede. Essa è aperta sia ai ragazzi delle
famiglie cristiane e sia ai giovani ed adulti che
decidono per una conversione vera e propria.
I salesiani giunsero a Lomé nel 1982, nell’am-
bito del Progetto Africa. I primi missionari
trovarono una realtà giovane e in continuo mu-
tamento sociopolitico. Povertà, analfabetismo,
infrastrutture insufficienti non hanno fermato i
salesiani nel dedicarsi all’evangelizzazione e
all’educazione dei giovani e dei ceti popolari.
La parrocchia Maria Ausiliatrice di Lomè si
estende su un ampio territorio e comprende
80 mila persone. In essa convivono 5 comunità
Importante è il primo passo, quello della pre-
evangelizzazione che vede nell’oratorio e nella
scuola i principali luoghi d’incontro. Don Lucas
Camino Navarro dice: Il processo di evangeliz-
zazione, prima di entrare nel cammino di catecu-
menato, si realizza principalmente con la
presenza fisica in questo quartiere con l’oratorio
che è una attività che attrae moltissimo i giovani
attraverso attività culturali, ricreative e altro, che
fanno si che la gente venga con simpatia nella
nostra chiesa cattolica, e la buona organizza-
zione che abbiamo. Da qui sorge la prima do-
manda: cosa devo fare per farmi cristiano?.. e ac-
cedono alla tappa propriamente detta del
precatecumenato.
La durata del catecumenato è di 4 anni: 3 per il
battesimo più uno per il sacramento della con-
fermazione. Segue, poi, un altro anno di appro-
fondimento della fede cristiana.
li o nelle sette. Don Ferdinand Zigui, dice: Do-
po il cammino catecumenale e dopo l’inizio nella
vita cristiana, sono tanti che incominciano con
una grande forza interiore, molto calorosamen-
te, ma poi “cadono” a poco a poco […] Dopo un
periodo però riscoprono la fede accorgendosi che
sono “vuoti” e che conviene loro di riprendere il
cammino della fede.
L’attenzione alla formazione permanente dei
neo cristiani e dei catechisti rientra tra le inizia-
tive principali della parrocchia Maria Ausilia-
trice. François Kalenon, responsabile Scuola
della Fede, dice: La Scuola della Fede è iniziata
nella nostra parrocchia negli anni 90, nel
1991/92. Si tratta di una struttura che riguarda i
giovani, i catechisti, i responsabili dei Movimenti.
Essa contribuisce allo sviluppo della fede e alla
formazione dei catechisti per migliorare le lezioni
di catechesi. I temi approfonditi sono la famiglia,
il matrimonio, i sacramenti e quanto riguarda la
vita quotidiana. tutto ciò permette di maturare
nella propria vita di fede.
Ma questo cammino è segnato anche dalla fa-
tica della fedeltà e dall’esperienza del fallimen-
to, dal ritorno alle pratiche religiose tradiziona-
Il triduo pasquale, come nelle prime comu-
nità cristiane, costituisce il culmine del cam-
mino di catecumenato. A seconda delle
necessità e delle possibilità, nei giorni prece-
denti la Pasqua si celebrano i riti preliminari al
battesimo come l’effatà – che apre alla grazia
dell’ascolto della Parola di Dio e alla sua profes-
sione – la consegna del Simbolo della Fede,
sintesi della dottrina cristiana, e l’unzione dei
catecumeni. La notte di Pasqua, la grande
chiesa parrocchiale di MariaAusiliatrice diventa
piccola per le migliaia di fedeli che partecipano
alla veglia. LaVeglia di Pasqua diventa così, non
solo il memoriale della resurrezione di Cristo,
ma la celebrazione della vita nelle fede.
L’ascolto, i segni, il corpo, il canto, la musica e
la danza esprimono e comunicano la gioia della
vita in Dio e la solennità della celebrazione.
24
25

2.4 Page 14

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Testimonianze
Testimonianza di
Léa Marie KABORÉ
una mamma catechista
Nel 1993, ho iniziato il mio impegno nel gruppo
catechesi-ragazzi. Questo gruppo di laici s’im-
pegna, nella testimonianza della propria fede,
a diffondere la Buona Novella di Gesù in parti-
colare tra i bambini. Già da ragazza non ho vo-
luto tenere per me il Gesù che mi avevano fatto
conoscere, quindi ho cercato di educare i bam-
bini in questa fede, facendo loro scoprire la
gioia che si prova quando si incontra il Cristo.
Cerco di offrire loro una catechesi che non sia
solo un insegnamento bensì una catechesi-
vita, catechesi vissuta nel quotidiano.
La motivazione del mio impegno: aiutare i
ragazzi a trovare una vita di fede.
All’Oratorio Don Bosco, viviamo questa cate-
chesi nello stile salesiano con gioia e ottimismo.
Cerchiamo di educare i nostri oratoriani a sco-
prire Dio tramite le “buone notti”, la Parola di
Dio e diverse attività gradite dai ragazzi…
Amici, viviamo la nostra fede
Cari giovani di tutto il mondo, impegnatevi nei
Movimenti affinché siate sale, luce e lievito
per continuare a costruire la Chiesa e il nostro
mondo nella pace, la riconciliazione e la giu-
stizia. Non abbiate paura di testimoniare che
siete discepoli di Cristo.
Cari genitori, siamo lo specchio dei nostri figli.
Essi riflettono in qualche modo ciò che noi
siamo, ciò che è la nostra famiglia. Non te-
miamo di educare i nostri figli secondo la no-
stra fede!
Cari catechisti, la nostra missione è di creare
la relazione dei ragazzi, dei giovani con il Cristo:
è una grande responsabilità. Non abbiamo
paura di comunicare la nostra fede ai nostri
catecumeni.
(Léa Marie KABORÉ è catechista e animatrice
alla parrocchia Madonna degli Apostoli e al-
l’oratorio Don Bosco di Ouagadougou, Bur-
kina Faso).
26
Testimonianza di Hrrvé – un giovane catecumeno
Ho gradito moltissimo il mio cammino catecumenale : sono nato in una
comunità cattolica. Ogni giovedì e sabato sera partecipavo alla cate-
chesi nonostante alcuni compagni mi dicessero di andare piuttosto
a giocare con loro. Ho fatto la prima comunione nel 2006 e, tre anni
dopo, sono stato cresimato. Da allora sento il mio cuore pieno di gio-
ia e vado a Messa regolarmente ogni domenica. Invito tutti i giovani
a seguire la catechesi, poiché siamo costruttori e non consumatori; ad
abbandonare tutto ciò che conduce al male e a partecipare piuttosto alle
diverse attività della Chiesa. (Hervé)
Testimonianza di Hélène – una giovane catecumena
Prima della cresima non andavo a messa né ascoltavo alcun consiglio da
chiunque, e non conoscevo alcuna preghiera. Dopo aver iniziato la ca-
techesi mi sono resa conto che ero come una pecora smarrita. Ascol-
tavo attentamente la “Mamma catechista” le cui domande mi fa-
cevano riflettere sulla mia vita.tre anni dopo sono stata battezzata
e ho deciso di vivere la mia vita con Gesù, impegnandomi nell’Azione
Cattolica dei Ragazzi. Cresimata, ora, mi rendo conto che Colui su cui
fissiamo il nostro sguardo ci dà la forza di affrontare gli ostacoli. Ai gio-
vani dico: sì, Gesù è la via, la verità e la vita. E li invito a compiere la loro mis-
sione nella Chiesa: c’è tanto da fare e noi, giovani, siamo forti e dobbiamo aiutare la comunità cri-
stiana ad annunciare la Parola di Dio. Ricordiamoci che il futuro è nostro; siamo gli adulti di domani.
Caro giovane, rifletti a queste domande: Chi sono oggi ? Quale è il senso della mia vita? Su chi fondo
la mia vita? Come sto costruendo il mio futuro già da oggi? (Hélène)
Testimonianza di Steve Jonas – un giovane catecumeno
Il mio cammino nella catechesi è stato iniziato dalla mamma, radicato
nella pratica cristiana della mia famiglia fino all’età di sei anni quan-
do poi ho frequentato la catechesi in parrocchia, ogni giovedì e sa-
bato, meravigliando la catechista con le mie risposte quasi sempre
giuste. Quando ho ricevuto il corpo di Cristo per la prima volta ho
sentito come un fremito nel mio essere. Conquistato da Cristo, sono
stato cambiato da ciò che ho vissuto. Mi rivolgo a tutti i giovani del
mondo, in particolare a quelli del Burkina Faso: siano pronti ad annun-
ciare la Parola di Dio ora e sempre, ad abbandonare ogni atto che non ci aiu-
ta a testimoniare la presenza di Dio. Su! siamo il lievito del nostro mondo. La mia esperienza con
Gesù fa risuonare nel mio cuore questa sua parola:tutto quello che avete fatto a uno solo di questi
miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. (Mt 25,40) (Steve Jonas)
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2.5 Page 15

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Progetto GMS 2013
Contribuisci alla formazione dei catechisti
e alla produzione di sussidi catechetici
in locali lingue africane!
Dona borse di studio ai catechisti più poveri!
Appoggia la produzione di sussidi
per i corsi di formazione dei catechisti!
Sostieni l’acquisto della Bibbia, del Catechismo,
e di altri libri per la catechesi!
In Tanzania a Makalala: Il centro ca-
techistico, organizzato come un vero e proprio
campus, accoglie e prepara i catechisti laici
di varie diocesi.Vengono impartite lezioni di Bib-
bia, morale, magistero della chiesa, introduzione
di psicologia e di metodologia, matematica, edu-
cazione civica, swahili, la lingua nazionale, e di in-
glese. (Vedi video 2)
In Togo a Lome:
La Scuola della Fede. Si tratta
di una struttura che riguarda i
giovani, i catechisti e i respon-
sabili dei Movimenti.
Essa contribuisce allo sviluppo
della fede e alla formazione
dei catechisti per migliorare le
lezioni di catechesi. I temi ap-
profonditi sono la famiglia, il
matrimonio, i sacramenti e
quanto riguarda la vita quoti-
diana. (Vedi video 5)
In Angola a Dondo e a Calulo:
Calulo ha più di 100 villaggi, ciascuno con il suo
catechista. A Moxico ci sono villaggi a 600 km
dalla sede, quasi inaccessibili. Il sacerdote può
arrivare solo una volta per anno. E là ci sono
delle chiesette e delle comunità cristiane ani-
mate dai catechisti. (Vedi video 4)
In Angola a Luanda: Nel 2012, in to-
tale, sono stati oltre 10.800 i catecumeni che
hanno frequentato i 21 centri di formazione e
637 i catechisti che vi hanno operato.
(Vedi video 3)
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Esorto i Vescovi e i sacerdoti a prendersi cura della formazione umana, intellettuale, dottri-
nale, morale, spirituale e pastorale dei catechisti, prestando grande attenzione alle loro con-
dizioni di vita per salvaguardare la loro dignità. Non dimentichino i loro legittimi bisogni
materiali, perché l’operaio fedele della vigna del Signore ha diritto ad una giusta retribuzione
(cfr Mt 20,1-16), in attesa di quella che il Signore darà in maniera equa, perché Lui solo è
giusto e conosce i cuori.
(Benedetto XVI, Africae Munus, 126)
Per il trasferimento del denaro raccolto:
Fondazione Don Bosco nel Mondo
Via della Pisana, 1111 – 00163 Roma
Banca Popolare di Sondrio – Agenzia 2, Roma, Italia
IBAN IT 26 V 05696 03202 000008100X30 (per Euro)
IBAN IT 13 Z 05696 03202 VAR US 0008100 (per USD)
SWIFT: POSOIT22
Causale: GMS 2013
Tel. (+39) 06 6561 2764
• E-Mail: donbosconelmondo@sdb.org
web: www.donbosconelmondo.org
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2.6 Page 16

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Sussidi didattici
Manifesto (poster)
Opuscolo
Immaginetta con una preghiera
DVD con testi in diverse lingue, presentazioni (PowerPoint) e cartelle fotografiche
DVD con 5 video:
I video proposti per la Giornata Missionaria Salesiana 2013 raccontano il lavoro pastorale
dei Salesiani in alcuni paesi dell’Africa e sono accomunati da alcuni elementi che di volta
in volta emergono in maniera differente: il catecumenato, la stretta collaborazione tra sa-
cerdoti e catechisti, il triduo pasquale e i riti battesimali. Ogni video, inoltre, è commentato
da una breve citazione dell’Esortazione Apostolica Postsinodale Africae Munus di Bene-
detto XVI.
Il primo video, Il cammino della fede in Africa, a carattere generale, racconta brevemente
il sorgere e lo svilupparsi del carisma salesiano nel continente africano e l’importanza della
scelta pastorale fatta dalla Chiesa in questa terra: il catecumenato come cammino di con-
versione e formazione alla fede cristiana.
Il secondo video, Makalala scuola di catechisti, è dedicato al catechista, figura impor-
tante nell’azione pastorale africana. Viene presentato il lavoro di formazione che si svolge
a Makalala, nel sud della Tanzania.
Il terzo C’è del lievito a Luanda e il quarto Operai nella sua messe, presentano il lavoro
salesiano di evangelizzazione in Angola in due contesti diversi. Il primo caratterizzato delle
problematiche dei grandi centri urbani; il secondo connotato dal lavoro capillare dei mis-
sionari chiamati a raggiungere gli innumerevoli villaggi sparsi su ampi territori. In ambedue
le situazioni è forte e necessaria la stretta collaborazione tra consacrati e laici, sacerdoti
e catechisti.
Il quinto La parrocchia scuola della fede, descrive il lavoro e l’organizzazione dell’ampia
parrocchia Maria Ausiliatrice di Lomè, Togo. In modo particolare si sofferma sul culmine
del cammino del catecumenato: il triduo pasquale, vissuto con grande profondità e gioia.
Domande per la riflessione
Viste le ricche esperienze del cammino di fede in Africa, nel tuo contesto quali sono le
possibilità del primo annunzio, della catechesi e del catecumenato?
Il continente africano spesso viene visto da una prospettiva di povertà, sofferenza e
guerre. Quali attività potresti intraprendere per conoscere meglio la realtà africana,
ricca di fede e di valori umani?
Nell’Anno della Fede, come puoi far rivivere la tua fede e la fede dei giovani?
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Nell’Anno della Fede
preghiamo il Rosario missionario
Come comunità salesiana o Comunità educativo – pastorale
contempliamo con gli occhi di Maria i misteri di Cristo
rivelati e annunciati in cinque continenti.
Che cosa è il Rosario missionario?
Nel Febbraio del 1951 il Venerabile Mons. Fulton J. Sheen (arcivescovo statunitense, 1895
– 1979) ha lanciato tramite la radio (The Catholic Hour) il ‘World Mission Rosary’ (Rosario
missionario). Il Rosario è composto da cinque co-
lori, che rappresentano i cinque continenti.
Le intenzioni principali sono per la pace
nel mondo e per l’annuncio del Van-
gelo.
AFRICA - colore verde
AMERICA - colore rosso
EUROPA - colore bianco.
OCEANIA - colore azzurro
ASIA - colore giallo
Campagna mondiale di preghiera
Per l’Anno della Fede la Congregazione per
l’Evangelizzazione dei popoli lancia una campa-
gna mondiale. Attraverso la preghiera del Santo
Rosario vuole accompagnare l’opera dell’evan-
gelizzazione nel mondo intero e per tanti battez-
zati la riscoperta e l’approfondimento della fede’.
Il Papa Benedetto XVI dice ai Direttori nazionali
delle Pontificie Opere Missionarie: Nei nostri giorni,
la missione ha bisogno di una preghiera più in-
tensa.(11 Maggio 2012)
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2.7 Page 17

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Preghiera
Gesù, cammina con me
Gesù, resta con me
Gesù, fa risuonare la tua parola di vita in me
Gesù, non lasciarmi mai
La mia bocca pronunci sempre parole di pace
Le mie orecchie siano sempre attente alla tua voce
Il mio cuore non diventi mai insensibile
Mai accada che io allontani da me i piccoli e i poveri
Maria, regina dell’Africa, proteggi i tuoi figli
Maria, Madre della Chiesa, sii nostro aiuto
Rendici solleciti per aiutare chi è nel bisogno
Insegna alle nostre labbra a cantare la grandezza di Dio
Gesù, cammina con me
Gesù, resta con me
Gesù, fa risuonare la tua parola di vita in me
Gesù, fa di me un tuo testimone.
Amen
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111 - 00163 Roma
Tel. (+39) 06 656.121 - Fax (+39) 06 656.12.556 - e-mail: cagliero11@gmail.com