Messico
Volontari e Salesiani a servizio degli immigrati
I volontari ci ‘ringiovaniscono’, portano vitalità. Condividere con loro la casa, il cibo, l’apostolato, condividere i momenti di preghiera e di relax ci ‘ringiovanisce’: ci danno energia, vitalità, riempiono di allegria la nostra Casa.
E nell’apostolato sono i nostri angeli custodi: sono con noi, ci sono di supporto, sono amabili, rispettosi delle regole delle comunità e grandi lavoratori, persone molto disponibili.
Don Raul Valcava, Responsabile Progetto Don Bosco Tijuana
Tijuana è considerata la città più occidentale dell’America Latina. È situata a nord-ovest del Messico, al confine con gli Stati Uniti, ed ha circa 2.212.233 abitanti. Dal 1950 c'è stata una crescita di oltre il 500% della popolazione dovuta alla sua particolare posizione sul confine. La maggior parte degli abitanti di Tijuana è infatti rappresentata da immigrati. Molti di loro sono solo di passaggio nel cammino verso gli Stati Uniti e in molti casi non riuscendo a varcare il confine restano a Tijuana, dove è relativamente facile trovare lavoro grazie al gran numero di piccole fabbriche tessili e di imprese commerciali che esistono nella zona.
Questa dinamica crea molti conflitti sociali. Vi è un diffuso stato di povertà infatti tra gli immigrati e questo segna una grossa linea di demarcazione tra ricchi e poveri. Il salario minimo giornaliero di una persona è 4,66 dollari e interessa il 68,60% della popolazione. L'età media dei residenti è di 25 anni. Altre problematiche sociali di Tijuana molto diffuse sono il traffico di droga e la corruzione.
Il 19 marzo 1987 a Tijuana sono arrivati i primi Salesiani e dopo pochi mesi, il 24 ottobre, i primi volontari dal Messico (Griselda, Rafa, Gelito e Paty). L'anno seguente sono sopraggiunti i primi volontari stranieri dall’Ispettoria salesiana di San Francisco. L'opera salesiana di Tijuana sin dall’inizio è quindi nata e si è poi sviluppata grazie alla collaborazione dei Salesiani con i volontari.
Oggi la missione salesiana di Tijuana ha 6 oratori (S. Francesco di Sales, La Lupita, Santo Domingo Savio, San Giovanni Bosco, San Giuseppe Lavoratore e Maria Ausiliatrice) e un Centro d’accoglienza che fornisce i pasti ad oltre 700 mendicanti 3 volte a settimana. Il programma quotidiano dei volontari e dei Salesiani è molto impegnativo: alle 6:30 si incontrano nella cappella per le preghiere del mattino, alle 7:15 fanno insieme la colazione e poi partono per i loro oratori dove lavorano fino alle 8 o alle 9 di sera. Alle 10 poi ritornano alla Casa centrale per un momento di preghiera e per la tradizionale “buona notte”.
La comunità salesiana è composta da 8 sacerdoti e 12 volontari che provengono principalmente da Austria, Stati Uniti e Messico. I volontari sono responsabili per la promozione delle attività in diversi oratori. Organizzano campionati di calcio, gestiscono la scuola, dirigono i cori, guidano i gruppi giovanili e si impegnano nel mantenimento della casa. Senza volontari sarebbe quasi impossibile portare avanti un lavoro come questo.
Grazie all’operato dei volontari si nota la differenza delle colonie dove si trovano gli oratori. Grazie ad essi è più facile accompagnare i giovani dell’Opera. E si vede che quando non ci sono i volontari nell’Opera, le cose non procedono benissimo! Nel XXI secolo questo è sicuramente un esempio di come l'amore di Don Bosco viene trasmesso attraverso i Salesiani e i volontari in particolare.
Padre Hugo ha spiegato che grazie alla presenza dell'Oratorio e dei volontari a Colonia Sanchez è diminuita la violenza. Si racconta che molti anni fa erano le bande a gestire la vita della zona, ma ora grazie alla presenza salesiana la situazione del quartiere si è calmata molto.
Concludendo,
il volontariato non è solo un bene per la comunità, ma anche per
l'individuo. Grazie alla presenza e all’accompagnamento dei
Salesiani i volontari maturano sia come buoni cristiani che come
onesti cittadini. Per molti questa è un'esperienza che ha cambiato
la loro vita per sempre.
Don
Bosco ha toccato i loro cuori ed essi saranno degli agenti di
cambiamento della società in cui vivono, condividendo l'amore di
Cristo con la gente che vive intorno a loro.
Juan Carlos Montenegro