CGS (1971)
Documento 7
L'AZIONE MISSIONARIA SALESIANA
PREMESSA
"Andate, fate discepoli tutti i popoli".(523) "Io sono venuto perché abbiano vita e l' abbiano in abbondanza".(524)
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Oggi viviamo un momento di crisi missionaria nella Chiesa e nella Congregazione. Questa crisi si fa sentire specialmente nel declino delle vocazioni missionarie e nell' indebolimento dell' entusiasmo e dello slancio per le missioni. Oggi però viviamo anche un momento forte per il rilancio robusto dell' azione missionaria. La crisi nella Chiesa, più che un segno di tramonto delle missioni, è un indice di crescita e di sviluppo. Esige atteggiamenti e orientamenti nuovi, richiesti dalle mutate condizioni missionarie, dall' intervento di organismi nazionali e internazionali che si propongono la promozione dell' uomo, e dalla necessità di un ridimensionamento. In questa situazione emerge come elemento incoraggiante la generosità dei giovani. Ai giovani non manca una piena disponibilità; manca loro una sufficiente chiarezza delle motivazioni missionarie. Tocca a noi illuminarli e far loro comprendere che l' evangelizzazione rispondendo alle più nobili aspirazioni dell' uomo, diventa anche un fermento di sviluppo.(525) Alcune iniziative sbocciate nella nostra Congregazione accennano a un risveglio missionario. Sono segni di speranza: la generosità dei Volontari per l' America Latina; le prime iniziative missionarie delle Volontarie di Don Bosco; il costituirsi del laicato missionario Terra Nova; l' interessamento di numerosi Gruppi Giovanili per il Terzo Mondo; la campagna della solidarietà salesiana; le realizzazioni concrete delle Procure salesiane e dell' Ufficio missionario. L' auspicata rifioritura dell' azione missionaria per molti confratelli potrà significare una riscoperta della loro vocazione salesiana. Il Concilio dice: La grazia del rinnovamento non può avere sviluppo alcuno nelle comunità, se ciascuna di esse non allarga la vasta trama della sua carità sino ai confini della terra, dimostrando per quelli che sono lontani la stessa sollecitudine che ha per coloro che sono i suoi propri membri.(526) Il rilancio missionario sarà quindi un termometro della vitalità pastorale della Congregazione e un mezzo efficace contro il pericolo dell' imborghesimento. Occorre risvegliare la coscienza missionaria di tutti i Salesiani, ripensare la metodologia attuale, impegnare a fondo la Congregazione, perché, sull' esempio di Don Bosco, possa moltiplicarsi il numero degli evangelizzatori.
CAPO PRIMO
LA CHIESA MISSIONARIA
1. Vocazione missionaria della Chiesa
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La vocazione missionaria della Chiesa sgorga dalla sua stessa natura e si fonda sulla sua apostolicità. Dagli Apostoli la Chiesa, animata dallo Spirito Santo, desume tre grandi mandati complementari: continuare la missione affidata dal Padre Celeste al Figlio Gesù,(527) predicare il Vangelo a tutte le creature,(528) fare discepoli.(529)
2. Che cosa sono le Missioni
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Predicare il Vangelo e impiantare la Chiesa tra i popoli e i gruppi umani che ancora non credono in Cristo costituisce ciò che comunemente si è soliti chiamare Missione L' attività missionaria differisce quindi dall' attività pastorale tra i fedeli e dall' apostolato ecumenico. Rientra nell' attività missionaria anche il servizio alle comunità ecclesiali già costituite, ma ancora in via di consolidamento. Ugualmente è azione missionaria il riannuncio del Vangelo e la conseguente reimpostazione della Chiesa in zone scristianizzate.(530) Il fatto che tutta la Chiesa sia per sua essenza missionaria non esclude, anzi esige, che alcuni (preti, diaconi, religiosi, laici) siano messi a parte per un apostolato strettamente missionario.(531)
3. Apporti del Vaticano II per il rinnovamento
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Le nuove direttive del Vaticano II richiedono dai missionari maggiore adattabilità. Il Vaticano II considera in una luce nuova il mondo non cristiano. Invita a rispettare i non cristiani nella loro libertà umana e religiosa; il missionario deve saper scoprire nelle religioni non cristiane ciò che vi è di preparazione al Vangelo per condurle alla pienezza di Cristo.(532)
L' ateismo, in molti casi, si presenta come una specie di reazione alle colpe e alle infedeltà dei cristiani; tocca ai missionari dimostrare la perenne validità di certi principi e valori umani che sono stati talvolta da noi trascurati.(533)
Il concetto stesso di evangelizzazione ne risulta amplificato; non si tratta soltanto di proclamazione della fede; si tratta di impregnare tutte le realtà umane con lo spirito del Vangelo. Ne consegue che anche la promozione umana dei popoli rientra nell' attività missionaria.(534)
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E' stato rinnovato il senso dell' ecclesialità: la dottrina Collegialità Episcopale comporta una maggiore adesione e collaborazione con le diverse Conferenze Episcopali a servizio del Vangelo;(535) la corresponsabilità di tutto il popolo di Dio esige che l' azione missionaria impegni solidariamente la gerarchia (vescovi, sacerdoti, diaconi) , i religiosi e i laici;(536) l' ecumenismo, col conseguente dialogo ecumenico, invita a promuovere, d' intesa con le diverse autorità ecclesiastiche, una cooperazione con le diverse confessioni cristiane che lavorano nelle Missioni.(537) La Chiesa missionaria non fa altro che continuare nel tempo e in mezzo a tutti i popoli l' opera dell' Incarnazione e della Redenzione. E' quindi sempre attuale e valida la necessità dell' annuncio della Parola, della conversione, della fede e del battesimo per la salvezza.(538) Pur nel massimo rispetto della libertà religiosa, la Chiesa riafferma, nel Decreto AD GENTES, che è suo compito imprescindibile e insieme suo sacrosanto diritto il diffondere il Vangelo(539)
4. Pastorale missionaria
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Il Vaticano II ha redatto una pedagogia missionaria che serve a edificare la Chiesa in mezzo ai popoli. L' attività missionaria, nel pensiero del Concilio, ha inizio con una presenza e con un dialogo intrecciato per conoscere gli evangelizzandi e per stringere con loro amicizia. Una tale presenza non consiste solo nel dare, ma anche nell' assumere tutto ciò che vi è di buono nella cultura locale.(540) Il periodo del catecumenato si apre con una graduale formazione a una visione cristiana integrale. Occorre in questo periodo saper illuminare con la luce del Vangelo i valori che i popoli già possiedono nella loro cultura.(541) Intanto prende forma la comunità cristiana locale. Il lavoro missionario mira a far sorgere comunità di fede, di culto e di carità e a dotarle di tre elementi indispensabili alla loro vita: i catechisti, il clero e le vocazioni religiose. Bisognerà poi aiutare la nuova Chiesa a giungere a maturità per inserirsi profondamente nel contesto sociale e culturale del proprio popolo, acquistando maggior saldezza e stabilità. Avrà allora una sua fisionomia particolare con ricchezza liturgica e creatività apostolica propria.(542) Questa graduale maturazione richiede, senza dubbio, da parte del missionario una continua revisione di metodi, un' intelligente duttilità di pianificazione, un' umile disponibilità.
CAPO SECONDO
LA CONGREGAZIONE MISSIONARIA
1. Risponde all'appello conciliare
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Il Vaticano II ha lanciato accorato appello a tutti gli Istituti religiosi di vita attiva, anche se non strettamente missionari, perché collaborino all' estensione del Regno di Dio tra i popoli nelle missioni. Allarga l' invito agli Istituti contemplativi e secolari.(543) Perciò, anche se nella tradizione salesiana non ci fosse stato un indiscutibile fatto missionario, occorrerebbe oggi rispondere generosamente all' appello esplicito del Concilio.
2. In forza del suo carisma missionario
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Don Bosco, da giovane, accarezzava il sogno di consacrarsi alle missioni: Il pensiero di essere missionario non lo abbandonava mai. Sentiva in sé una forte inclinazione di portare la luce del Vangelo agli infedeli. Don Cafasso :gli sbarrò la strada dicendogli: Voi non dovete andare nelle missioni.(544) Don Bosco però non abbandonò mai quel suo desiderio missionario e lo realizzò per mezzo dei suoi figli. .Molte volte esclamava: Oh, se avessi molti preti e molti chierici, vorrei mandarli a evangelizzare la Patagonia e la terrà del Fuoco, perché quei popoli finora furono i più abbandonati.(545) I motivi che più di tutto determinarono Don Bosco a iniziare l' attività missionaria della sua Congregazione furono l' ideale di portare il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscevano e le necessità spirituali degli emigranti.
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Don Bosco volle fortemente missionaria la sua Società Salesiana. Nel 1875 fu lui a scegliere nel mazzo dei primi Salesiani i dieci da inviare in America. Prima di morire aveva già lanciato dieci spedizioni missionarie. Parallelamente partivano per le Missioni anche le Figlie di Maria Ausiliatrice, che da allora affiancarono sempre l' opera dei missionari salesiani. Alla morte di Don Bosco, nel 1888, i Salesiani oltre mare erano 153, cioè quasi il 20% dei soci di allora.(546) I successori di Don Bosco, fedeli allo spirito del Fondatore, hanno curato sempre in modo particolare l' azione missionaria della Congregazione.(547) Il Capitolo Generale XIX sottolineò il fatto che la Congregazione deve rivivere l' ideale di Don Bosco, il quale volle che l' opera delle Missioni fosse l' ansia permanente della Congregazione, in modo tale da formar parte della sua natura e del suo scopo.(548)
CAPO TERZO
DIRETTIVE PASTORALI
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Don Bosco aveva il cuore colmo di gioia quando mirava la Congregazione rassodata che, pur nella sua pochezza, collaborava attivamente all' estensione del Regno di Dio.(549) Il Capitolo Generale Speciale vede con particolare predilezione i Salesiani impegnarsi nell' attività missionaria; per aiutarli nel loro difficile compito, traccia alcune linee programmatiche.
1. Il salesiano nell'azione missionaria
Ogni missionario salesiano deve sentirsi in obbligo di studiare a fondo la dottrina missionaria della Chiesa, specialmente il decreto AD GENTES, considerandolo come il suo Direttorio ufficiale. Per rendere maggiormente efficace la sua azione apostolica, il Salesiano cercherà di coltivare e di vivere una profonda spiritualità missionaria fatta di fedeltà all' evangelizzazione, di audacia nel suo apostolato, di pazienza gioiosa nel diffondere il Regno del Padre, di fiducia incessante nell' aiuto di Maria Ausiliatrice, Madre della Chiesa. Il missionario salesiano consideri sempre attuali le raccomandazioni fatte da Don Bosco ai primi missionari; procuri quindi di seguire nel suo lavoro lo stile del nostro Fondatore. Coraggioso, intraprendente, creativo, aperto alle nuove iniziative, si mostrerà duttile, come Don Bosco, nell' adattarsi ad ogni situazione. Darà massima importanza alla catechesi, alla pastorale vocazionale, alla preparazione dei catechisti, maestri e laici che possano inserirsi efficacemente come fermento cristiano nella società. Nel caso che questo lavoro non fosse possibile, la sua umile testimonianza di bontà e di servizio sarà una presenza evangelica che favorisce l' avvento del Regno di Dio. Il Salesiano, anche nell' azione missionaria, si impegnerà specialmente nell' apostolato giovanile. L' educazione liberatrice dei giovani e il suscitare tra loro dei leaders cristiani è il più efficiente apporto allo sviluppo dei popoli.
2. Formazione del missionario salesiano
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Si abbia a cuore la formazione umana dei futuri missionari: con le virt— molto apprezzate nella società,(550) si inculchino il senso comunitario e una grande apertura all' ambiente umano come servizio, specialmente verso i più poveri. Il missionario va formato fin dall' inizio a essere uomo di preghiera, animato da viva fede, da incrollabile speranza e da sincera carità; a lavorare con spirito di sacrificio e con zelo apostolico, sempre unito a Cristo nell' obbedienza al Padre, per essere, in sintonia con l' autorità gerarchica, il continuatore della missione del Figlio di Dio.(551)
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Quanto alla formazione dottrinale, va messo in primo piano lo studio della Sacra Scrittura e della Catechesi, indispensabili per trasmettere il messaggio evangelico. La storia e la conoscenza delle religioni nel mondo faciliteranno il dialogo con le culture non cristiane. Occorre inoltre iniziare i futuri missionari alla missionologia e alle scienze antropologiche, con uno studio accurato delle lingue e culture locali, se è possibile nell' ambiente delle stesse missioni.(552) E' utile completare la normale formazione teologica e spirituale dei missionari, anche sacerdoti, con una specializzazione nelle cosiddette scienze umane.(553) Va curata anche la formazione sociale e una conoscenza critica dei sistemi ideologici, economici e politici più diffusi nel mondo e in particolare nei Paesi di missione. Anche i Salesiani volontari ad tempus riceveranno un' adeguata preparazione al loro servizio missionario.
3. Rapporti con il paese di provenienza
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Pur riconoscendo l' assoluta necessità di una completa incarnazione del missionario nella nazione in cui lavora, si ritiene necessario coltivare, con un nuovo e pieno significato, i legami che lo tengono unito all' Ispettoria e al suo Paese di origine. . La destinazione dei nuovi missionari viene fatta ordinariamente dalla Direzione Generale. Ma ogni Ispettoria, nel permettere a un suo membro di seguire la vocazione missionaria, non gli dà semplicemente un nulla osta per recarsi in missione: lo invia nel senso totale della parola. Ciò mette in spiccato risalto la comune vocazione missionaria dell' Ispettoria, rappresentata e espressa in questi suoi figli privilegiati; e i missionari si sentiranno seguiti, aiutati, appoggiati dall' Ispettoria di cui costituiscono l' avanguardia. Tali vincoli, evidentemente, sono di ordine spirituale e non giuridico. Ogni ritorno temporaneo in patria (che non deve mai avere intenzionalità né apparenza turistica) deve servire a rafforzare: questi vincoli spirituali e dar modo al missionario di compiere i propri doveri verso la sua famiglia, di ristorarsi fisicamente e spiritualmente e di ricevere il necessario aggiornamento. L' Ispettoria di origine si faccia un dovere di accogliere con fraterna ospitalità e dare cordiale assistenza ai missionari in ritorno temporaneo o definitivo. I missionari a loro volta daranno il loro contributo alla cura e all' incremento della coscienza missionaria dell' Ispettoria.
4. Rilancio missionario
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Per favorire la grazia del rinnovamento nell' intera Congregazione, i Salesiani vivano lo spirito missionario nel loro lavoro quotidiano e siano generosamente disponibili all' eventuale chiamata di Dio per un lavoro nelle missioni. Occorre alimentare nelle nostre opere il fervore missionario. Già fin dalla prima formazione si prospetti ai giovani salesiani, in forma oggettiva ma attraente, l' ideale missionario, illuminandone il contenuto; si diffonda la conoscenza e si promuova l' ammirazione per le imprese missionarie della nostra Congregazione; si studi la storia e la figura dei grandi missionari; e soprattutto si coltivi lo zelo apostolico e lo spirito soprannaturale di generosità, base di ogni vocazione missionaria. Di grande importanza è l' animazione e la preparazione di laici, specialmente giovani cooperatori ed ex-allievi, che prestino la loro opera missionaria e tecnica come volontari. La loro preparazione potrà effettuarsi presso organizzazioni locali, anche non nostre, che abbiano questo scopo. Bisogna valorizzare i Movimenti Giovanili in servizio alle Missioni: esercitano una forte attrattiva sui giovani. E perché questi possano svolgere un vero servizio, occorre addestrarli e prepararli con chiare motivazioni missionarie.
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Il Capitolo Generale Speciale lancia un appello a tutte le Ispettorie, anche a quelle più povere di personale, perché, obbedendo all' invito del Concilio(554) e sull' audace esempio del nostro Fondatore, contribuiscano, con personale proprio, in forma definitiva o temporanea, all' annuncio del Regno di Dio.
CAPO QUARTO
ORIENTAMENTI OPERATIVI
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1. Per animare, coordinare e promuovere l' attività missionaria salesiana a tutti i livelli, la nostra Società dispone di un Segretariato Centrale per le Missioni, alle dirette dipendenze del Consigliere delle Missioni.
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2. La Congregazione curi la formazione in campo missionario, e nel campo delle scienze che con esso hanno relazione, di specialisti che siano a servizio delle missioni e dell' aggiornamento dei missionari.
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3. Le Missioni interessano tutta la Congregazione; quindi tutti i Confratelli vi sono, in diversi modi, impegnati. così acquista un senso speciale la solidarietà, promossa dal Rettor Maggiore, sia per quanto riguarda il personale missionario che per gli aiuti economici. Perciò: - gli Ispettori siano generosi nel permettere a chi lo chiede, e ne abbia i requisiti necessari, di consacrarsi alle Missioni; - le Ispettorie coltivino le vocazioni missionarie, presentando la Congregazione come missionaria e assicurando ai giovani volonterosi l' opportunità di realizzare questo ideale; - le Comunità abbiano cura di conoscere i problemi missionari della Chiesa e della Congregazione; coltivino in casa un vero spirito missionario; si preoccupino di creare un clima favorevole alle vocazioni e di programmare iniziative in favore delle Missioni.