IL CORAGGIO
La missione comporta in sé il cosiddetto “fattore rischio”. Molti non accettano pacificamente il messaggio d’Amore del Vangelo perché esigente e scomodo.
Nonostante ciò, san Paolo ha sempre parlato con franchezza ( “parresìa” ), senza timori reverenziali. La testimonianza missionaria esige coraggio.
Preghiera iniziale
Il breve momento di preghiera con cui inizia l’incontro si può articolare nel modo che più si ritiene opportuno, concludendolo con questa breve orazione:
O Dio,
che affidi alla nostra debolezza
l'annunzio profetico della tua Parola,
sostienici con la forza del tuo Spirito,
perché non ci vergogniamo mai della nostra fede,
ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome
davanti agli uomini, come l’apostolo Paolo,
per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta. Amen.
Cartina geografica
Il contesto geografico della vita di Paolo può essere un utile elemento per comprendere meglio significati e contenuti del suo messaggio.
1. CATECHESI INTRODUTTIVA
La Parola del Vangelo non ammette compromessi o “mezze verità”. Il suo annuncio implica chiarezza comunicativa e la franchezza del linguaggio è una qualità propria del missionario. San Paolo ha più volte dimostrato un grande coraggio nell’affrontare situazioni difficili, che ponevano a rischio l’incolumità sua e dei suoi collaboratori. La genuinità dell’incontro di una persona con Cristo, la si misura dal coraggio e dalla schiettezza del suo conseguente annuncio.
Testo biblico
At 13, 44-52
La disputa ad Antiochia di Pisidia
Il
sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la
parola di Dio. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono
pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo,
bestemmiando. Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono:
«Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di
Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita
eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha
ordinato il Signore:
“Io
ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la
salvezza sino all'estremità della terra”».
Nell'udir
ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e
abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita
eterna. La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione. Ma i
Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della
città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li
scacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro
la polvere dei piedi, andarono a Icònio, mentre i discepoli erano
pieni di gioia e di Spirito Santo.
Contesto: Primo viaggio missionario
Paolo vive probabilmente a Tarso per circa quattro anni. Nel 43 Barnaba lo chiama con sé, per collaborare nell’opera di evangelizzazione di Antiochia di Siria, uno delle città più importanti nel Mediterraneo Orientale a quel tempo. Nasce presto una comunità vivace e numerosa, che diviene il punto di riferimento per Paolo, che da lì partirà per i suoi viaggi missionari è lì farà ritorno al termine dei primi due viaggi.
Dopo un anno di permanenza ad Antiochia, Paolo e Barnaba partono per il loro primo viaggio missionario, che li porterà a diffondere il messaggio evangelico verso Occidente. Nel tratto iniziale li accompagnerà il futuro evangelista Marco, parente di Barnaba. Paolo predicherà a Cipro, quindi in Asia Minore a Perge, Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe, per tornare ad Antiochia effettuando il percorso inverso.
Durante questo viaggio, effettuato in condizioni certamente difficili – al punto che Marco a Perge sarà indotto a tornare indietro – gli apostoli ricevono accoglienze molto diverse anche se, quasi ovunque, sono costretti alla fuga dalle folle istigate dai loro persecutori. Infatti, come avvenuto per Gesù, anche il messaggio dei primi apostoli suscita emozioni forti e contrastanti, in quanto motivo di scandalo per la sua radicale novità.
Le difficoltà, comunque, passano in secondo piano perché il Vangelo, nonostante i pericoli a cui espone i suoi discepoli, continua a diffondersi e a mettere radici in numerose nuove comunità.
Considerazioni
Paolo annuncia il Vangelo prima di tutto nelle sinagoghe, dimostrando ai giudei che Gesù non è in opposizione, ma porta a compimento le Scritture. La verità delle sue parole non incontra, però, i favori di molti all’interno del suo mondo culturale e religioso di origine.
Di fronte alle resistenze del popolo di Dio, a cui egli stesso apparteneva, l’apostolo si rivolge a tutti gli uomini, superando la distinzione tra giudei e pagani. Nella piena consapevolezza che ciò avrebbe suscitato la feroce gelosia dei giudei e di alcuni tra gli stessi convertiti al cristianesimo che sostenevano il riferimento alla legge di Mosè anche per accedere al messaggio evangelico. Paolo non teme di opporsi con energia a questa interpretazione e il suo coraggio verrà premiato con la conversione di molte persone.
A scatenare la persecuzione contro Paolo e Barnaba ad Antiochia di Pisidia sono “donne pie di alto rango e notabili della città”, soggetti inizialmente indifferenti alla predicazione apostolica. E’ l’azione sobillatrice degli stessi giudei a coinvolgere queste categorie di persone, confermando che spesso la schietta verità del Vangelo colpisce prima di tutto gli interessi del potere.
2. SPUNTI PER LA CONDIVISIONE
Dalla Parola ascoltata e dalle considerazioni a margine, è bene proporre alcune provocazioni per la discussione e il confronto di gruppo:
Quali sono i rischi che oggi si corrono nell’ annunciare con franchezza il Vangelo nei nostri abituali ambienti di vita?
Siamo mai stati fatti oggetto di insulti o provocazioni a causa della coerenza di vita evangelica?
Quali sono le ragioni che frenano maggiormente il nostro slancio missionario?
Quanto incide sul coraggio della testimonianza evangelica la paura dell’isolamento o la perdita di privilegi e interessi personali?
E’ più la mancanza di conoscenza dei contenuti della fede o i rischi di “persecuzione” a togliere verità e, quindi, incisività al nostro apostolato?
Ci preoccupiamo di sostenere il coraggio dei missionari che annunciano il Vangelo in situazioni pericolose? E in che modo lo facciamo o potremmo farlo?
Quanto interesse suscita alla comunità cristiana a cui apparteniamo la coraggiosa testimonianza dei missionari? Sappiamo fare tesoro del loro esempio?
In che misura incide nell’ambiente in cui viviamo, il nostro schietto richiamo al rispetto dei diritti e dei doveri che il Vangelo impone alla nostra vita?
3. IMPEGNO DI GRUPPO
Il messaggio d’Amore del Vangelo chiede a chi lo annuncia chiarezza di linguaggio e una buona dose di coraggio per comunicarlo. Il “campo di gioco” dove disputare la partita della nostra testimonianza, è l’ambiente in cui viviamo ogni giorno. Per questo, si potrebbe prendere l’impegno di:
dedicare uno o più incontri di gruppo a individuare le situazioni che nel nostro territorio ci appaiono in contrasto con la giustizia di Dio e la carità cristiana. Studiare, poi, le modalità per potervi porre rimedio, segnalando all’autorità civile i casi o le situazioni emerse e suggerendo le proposte elaborate, con la piena disponibilità a svolgere la propria parte.
Preghiera conclusiva
Formati alla scuola della Parola, dopo aver condiviso opinioni ed esperienze, affidiamo i frutti dello spirito di questo incontro alla preghiera che si può concludere con questa orazione rielaborata da un testo di san Paolo:
O Dio, Tu ci hai rivelato
che se confesseremo con coraggio e franchezza
che Gesù è il Signore
e crederemo che Dio lo ha resuscitato dai morti,
saremo salvi.
Fa’ che la tua Parola sia sempre a noi vicina,
sulla nostra bocca e nel nostro cuore.
Amen.
( cfr. Rm 10, 8-13 )