Formazione Missionaria - ITA


Formazione Missionaria - ITA

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«Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è
incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo
più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo
sempre “discepoli-missionari”. Se non siamo convinti,
guardiamo ai primi discepoli, che immediatamente dopo
aver conosciuto lo sguardo di Gesù, andavano a proclamarlo
pieni di gioia: “Abbiamo incontrato il Messia”» (Gv 1,41).
(Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n.120)
«L’andare dei discepoli in tutto il mondo deriva
precisamente dall’eterno andare di Dio incontro ad ogni
uomo in Cristo Signore. Proprio per questo deve
rispecchiarlo in profondità: non può essere un cammino
deciso sulla base di calcoli umani, ma deve lasciarsi
continuamente plasmare dalla docilità al volere del
Signore Gesù»
(D. Pascual Chávez, Lettera «Spiritualità e Missione - Discepoli ed Apostoli del Risorto»)
Dicastero per le missioni - Dicastero per la formazione
La Formazione Missionaria
dei Salesiani di Don Bosco

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La Formazione
Missionaria
dei Salesiani di Don Bosco
Dicastero per le missioni - Dicastero per la formazione
Roma 2014

1.3 Page 3

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Editrice S.D.B.
Edizione extra commerciale
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
Casella Postale 18333
00163 Roma

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Sommario
PRESENTAZIONE................................................................................... 5
ABBREVIAZIONI .................................................................................. 9
INTRODUZIONE.................................................................................... 11
FORMAZIONE INIZIALE........................................................................... 13
Prenoviziato ............................................................................. 13
Contenuti da sottolineare ....................................................... 13
Atteggiamenti da coltivare...................................................... 14
Esperienze da promuovere....................................................... 14
Noviziato.................................................................................. 14
Contenuti da sottolineare ....................................................... 15
Atteggiamenti da coltivare ..................................................... 15
Esperienze da promuovere ...................................................... 16
Postnoviziato............................................................................ 16
Contenuti da sottolineare ...................................................... 17
Atteggiamenti da coltivare ..................................................... 17
Esperienze da promuovere ...................................................... 18
Tirocinio................................................................................... 18
Contenuti da sottolineare ...................................................... 18
Atteggiamenti da coltivare ..................................................... 19
Esperienze da promuovere ...................................................... 19
Formazione specifica dei Salesiani Presbiteri e Coadiutori .......... 20
Contenuti da sottolineare ...................................................... 20
Atteggiamenti da coltivare ..................................................... 21
Esperienze da promuovere ...................................................... 21
FORMAZIONE PERMANENTE ..................................................................... 23
Contenuti da sottolineare ........................................................... 23
Atteggiamenti da coltivare ......................................................... 23
Esperienze da promuovere .......................................................... 24
3

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PREPARAZIONE SPECIFICA DEL SALESIANO MISSIONARIO .................................... 27
Discernimento .......................................................................... 27
Criteri per il discernimento .................................................... 27
Persone coinvolte ................................................................. 27
Controindicazioni ................................................................. 27
Elementi insufficienti ............................................................ 28
Criteri generali ..................................................................... 28
Preparazione specifica............................................................... 29
Discernimento ...................................................................... 30
Preparazione ........................................................................ 31
Inserimento ......................................................................... 32
Formazione continua ............................................................. 33
APPENDICI ........................................................................................ 35
La vocazione Missionaria Salesiana .............................................. 35
Chi è il missionario oggi? ........................................................... 43
Il gruppo missionario salesiano .................................................... 46
L’aspirantato missionario ............................................................ 50
L’urgente bisogno di animazione missionaria.................................. 52
Giornata Missionaria Salesiana 1988-2015 ..................................... 58
Alcuni Centri di specializzazione .................................................. 60
4

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DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Il Consigliere generale per le missioni
Il Consigliere generale per la formazione
Roma, 24 gennaio 2013
Prot. 13/0033
Oggetto: Formazione missionaria dei Salesiani di Don Bosco
Carissimi Confratelli,
vi inviamo queste riflessioni e proposte riguardanti la “Forma-
zione missionaria dei Salesiani di Don Bosco”. Esse sono frutto del lavoro con-
giunto dei nostri Settori per le missioni e per la formazione, dopo consulta-
zione con i rispettivi Delegati ispettoriali; esse trovano fondamento nell’im-
pegno che le Costituzioni affidano al Consigliere per le missioni circa “la prepa-
razione specifica e l’aggiornamento dei missionari” (Cost. 138); esse sono state
approvate dal Rettor Maggiore e Consiglio il 23 gennaio 2013.
Noi siamo consapevoli dell’attenzione missionaria che Don Bosco ha svilup-
pato progressivamente nella sua vita e ha maturato con l’invio della prima spe-
dizione missionaria il giorno 11 novembre 1875 e con le spedizioni successive.
Conosciamo pure i “Ricordi ai missionari” di Don Bosco, che il Rettor Maggiore
Don Pascual Chávez ha ripreso nella sua lettera “L’inculturazione del carisma
salesiano” (ACG 412, Roma 2011). Vediamo anche ai nostri giorni l’impegno
missionario della Congregazione, che è codificato pure nell’articolo 6 delle Co-
stituzioni.
Queste riflessioni e proposte intendono tenere vivo lo spirito missionario
della Congregazione. In un tempo di globalizzazione e di migrazioni abbiamo
bisogno di essere aperti a una formazione e pastorale interculturale. L’impegno
5

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della Chiesa per la nuova evangelizzazione e per l’evangelizzazione ordinaria, ci
domanda di continuare a spingerci sulle frontiere della prima evangelizzazione.
Il bisogno di costituire comunità internazionali e del progetto Europa sono un
appello alla mobilità missionaria nella Congregazione.
In particolare queste note si propongono un duplice obiettivo. Innanzitutto
esse intendono far crescere in ogni confratello la sensibilità missionaria e la
capacità di fare animazione missionaria tra i giovani e i laici; noi conosciamo
le potenzialità per la nostra pastorale dei gruppi missionari e del volontariato
missionario, che aprono i giovani a stili di vita sobri e solidali, li impegnano
per la causa del vangelo e li interrogano sulla vocazione consacrata salesiana.
In secondo luogo esse intendono proporre un itinerario per scoprire, discer-
nere e approfondire una vera vocazione salesiana missionaria. Tale vocazione
nasce, cresce e si sviluppa come dono di Dio, sulla scia dell’impegno evangeliz-
zatore di Gesù e per impulso dello Spirito Santo; nello stesso tempo trova con-
dizioni storiche che richiedono la nostra cooperazione.
Affidiamo queste riflessioni e proposte all’impegno delle Ispettorie, perché
possano portare frutti “missionari” abbondanti in questo ormai imminente Bi-
centenario della nascita di Don Bosco.
Cordiali saluti e grazie per l’attenzione
Don Vaclav Klement, SDB
Consigliere per le missioni
Don Francesco Cereda, SDB
Consigliere per la formazione
6

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Abbreviazioni
FSDB La Formazione dei Salesiani di Don Bosco. Principi e Norme.
(Editrici SDB: Roma, 2000).
MB Memorie Biografiche di San Giovanni Bosco, 19 vol. (SEI:
Torino, 1898-1939)
OSSFI Orientamenti circa gli Studi Salesiani nella Formazione Ini-
ziale. Metodologia e Distribuzione dei contenuti in Corsi di
Studio per le Varie Fasi Formative (Roma, 2005).
RM Giovanni Paolo II, Enciclica Redemptoris Missio (1991).
SSCS Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale. Linee Operative
per la Congregazione Salesiana. Seconda edizione (Editrice
SDB: Roma, 2011).
9

2 Pages 11-20

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Introduzione
QQuesto documento intende incoraggiare ogni salesiano
attraverso la formazione a mantenere vivo lo zelo missio-
nario di Don Bosco, sia abilitandolo ad essere un anima-
tore missionario sia aiutandolo a discernere se Dio lo
chiama alla missione “ad gentes”.
Tale documento evidenzia per i vari momenti della for-
mazione contenuti, atteggiamenti, esperienze. Si offrono
alcuni contenuti che sottolineano la portata missionaria
dell’esperienza formativa; si indicano inoltre atteggia-
menti da coltivare ed esperienze da promuovere. Si tratta
di contenuti, atteggiamenti ed esperienze da approfon-
dire in continuità nelle diverse fasi. Poiché le comunità
formatrici si trovano in contesti diversi, le varie proposte
sono da adattare alle differenti situazioni.
Al termine del documento si presentano aspetti speci-
fici: criteri di discernimento per la vocazione salesiana
missionaria e formazione del salesiano missionario.
11

2.3 Page 13

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2.4 Page 14

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Formazione Iniziale
PRENOVIZIATO
IIl prenoviziato è la prima fase della formazione; esso
mira a suscitare interesse ed entusiasmo per la vocazione
salesiana; offre un’esperienza di vita comunitaria e apo-
stolica salesiana in cui i prenovizi approfondiscono la
loro opzione vocazionale; aiuta i prenovizi a maturare nei
vari aspetti umani e cristiani come discepoli missionari1
di Cristo e favorisce la loro preparazione per il noviziato.
Contenuti da sottolineare:
– lo studio della biografia di Don Bosco evidenzia il suo
zelo per le anime, manifestato anche dal desiderio di
andare nelle missioni già nei primi anni della forma-
zione sacerdotale e sviluppato in seguito nel lancio
della frontiera missionaria della Congregazione negli
anni della maturità;
– la descrizione delle presenze attuali della Congrega-
zione offre ai prenovizi uno sguardo sulla varietà della
missione salesiana nei diversi paesi e li entusiasma in
particolare per il lavoro dei missionari nelle diverse
parti del mondo, nonostante le sfide e le difficoltà che
essi incontrano2;
– la presentazione di figure storiche e di testimoni at-
tuali della vita salesiana offre ai prenovizi anche fi-
gure di missionari da cui essi possano trarre ispira-
zione per la loro vita.
1 CELAM V, Aparecida.
Documento Final, n.
146, 216-220, 278
(Conferencia Epi-
scopal Peruana: Lima,
2007) 62, 118-119,
143-145. Il docu-
mento sottolinea che
tutti i cristiani sono
chiamati ad essere
discepoli missionari
di Cristo. La vita con-
sacrata è vivere radi-
calmente l’essere di-
scepolo missionario.
2 Cf. OSSFI, 1.2; 1.3.
13

2.5 Page 15

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Atteggiamenti da coltivare:
– la riconoscenza per la fede ricevuta, l’interesse nello
studio del catechismo, la gioia di conoscere e amare
Cristo e la Chiesa, il desiderio di voler condividere la
propria fede con altri;
– l’apertura alle diverse realtà sociali e culturali del pro-
prio paese e del mondo, alle situazioni di povertà, alla
realtà di molti giovani che si trovano come «pecore
senza pastore» (Mt 9, 36), e di conseguenza il senso
di compassione e solidarietà;
– la generosità apostolica che inclina ad una vita sem-
plice e al dono gratuito di sé, frutto di una spiritualità
salesiana che richiede l’impegno per un servizio re-
sponsabile.
Esperienze da promuovere:
– conoscere il lavoro dei missionari nella propria Ispet-
toria, nella chiesa locale, nel proprio paese e in tutto
il mondo, per esempio attraverso i video e le visite dei
missionari;
– formare parte di un gruppo missionario nel prenovi-
ziato;
– fare esperienza di condivisione della propria fede con
gli altri prenovizi e con i giovani;
– impegnarsi nella catechesi e nell’apostolato, susci-
tando nei giovani interrogativi sul senso della vita, fa-
vorendo interesse per la fede, creando il desiderio di
conoscere la figura di Gesù.
NOVIZIATO
IIl noviziato è l’inizio dell’esperienza di vita consacrata
salesiana. I novizi si configurano sempre più a Cristo
14

2.6 Page 16

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Buon Pastore come suoi discepoli missionari, consoli-
dando il loro rapporto di amore e amicizia con Lui. Co-
minciando a vivere la vita consacrata, imparano a situarsi
nel cuore della Chiesa e a porsi interamente al servizio
della sua missione3. Come dice la Ratio, «il servizio del
Regno, la testimonianza del Vangelo, il senso di Chiesa,
lo slancio missionario caratterizzano l’esperienza del no-
viziato»4.
Contenuti da sottolineare:
– lo studio delle Memorie dell’Oratorio con l’intento di
aiutare i novizi a comprendere il cuore oratoriano di
Don Bosco, come espressione del suo zelo missionario
e della sua interiorità apostolica 5;
– il contatto con la santità vissuta da alcune figure si-
gnificative della Famiglia Salesiana, particolarmente
da missionari, e la riflessione sulle caratteristiche
della loro santità in vista di far crescere nei novizi un
cuore missionario6;
– lo studio della Famiglia Salesiana con attenzione ad
aprire l’orizzonte dei novizi alla collaborazione e al-
l’apporto dei membri della Famiglia Salesiana stessa e
dei laici nel compimento della missione salesiana, con
particolare riferimento alle missioni.
Atteggiamenti da coltivare:
– la volontà di identificarsi sempre più con i sentimenti
di Gesù e con il suo impegno affinché tutti gli uomini
conoscano il vangelo, e il desiderio di vederlo cono-
sciuto e amato da tutti i popoli, specialmente dai gio-
vani;
– l’identificazione con il cuore missionario di Don Bosco
e il desiderio di diventare, specialmente per i giovani
che non conoscono Gesù, segni dell’amore del Padre;
3 Cf. Cost 6.
4 FSDB 366.
5 Cf. OSSFI 2.1.
6 Cf. OSSFI 2.3.
15

2.7 Page 17

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7 Cf. Reg. 89.
8 FSDB 367.
9 Cf. RM 78.
16
– l’ardore del da mihi animas che porta i novizi al dono
totale di sé a Dio nella professione religiosa sulla scia
di Don Bosco;
– la simpatia per le missioni e per i missionari salesiani
e un crescente interesse e disponibilità per offrirsi
alle missioni, se questa è la volontà di Dio nei loro ri-
guardi.
Esperienze da promuovere:
– usufruire delle possibilità di inserimento nella realtà
sociale e apostolica7 ed esprimere la carità pastorale
al servizio del Regno mediante diverse esperienze edu-
cative e pastorali, così da poter «conoscere e speri-
mentare la realtà del mondo dei giovani, specialmente
dei più poveri»8;
– favorire la preghiera per i missionari e le missioni9,
specialmente l’Adorazione Eucaristica e il Rosario;
– interagire amichevolmente, dov’è possibile, con gio-
vani di altre religioni;
– mantenere contatti con qualche missionario salesiano,
meglio se della propria Ispettoria;
– coinvolgersi nella celebrazione annuale della giornata
missionaria salesiana, nella commemorazione mensile
ogni 11 del mese, e nella preghiera personale per le
vocazioni missionarie e i bisogni missionari della
Chiesa e della Congregazione.
POSTNOVIZIATO
IIl postnoviziato è la fase in cui il neoprofesso sale-
siano rafforza l’esperienza formativa del noviziato per ciò
che riguarda la vita consacrata salesiana; si prepara al ti-
rocinio; cresce come discepolo missionario entrando in

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dialogo con la cultura attraverso lo studio filosofico, pe-
dagogico e catechetico; integra fede, cultura e vita10.
Contenuti da sottolineare:
– la lettura critica e cristiana della cultura e degli avve-
nimenti della Chiesa e del mondo, al fine di compren-
dere le implicanze odierne per l’evangelizzazione, spe-
cialmente nell’ambito giovanile;
– lo studio della storia della Congregazione e dell’opera
salesiana, con particolare riferimento all’espansione
missionaria in tutto il mondo11;
– lo studio del Sistema Preventivo con attenzione alla
sua inculturazione nel contesto odierno, specialmente
multiculturale e plurireligioso12;
– la conoscenza del fenomeno delle migrazioni e delle
sfide che esso comporta a livello sociale, culturale e
religioso;
– lo studio della catechesi e della comunicazione sociale
per imparare a portare il vangelo ai giovani, e partico-
larmente agli indifferenti, ai non-credenti e ai non
cristiani;
– la conoscenza dei Criteri per il Discernimento della Vo-
cazione Missionaria Salesiana al fine di avviare un pos-
sibile discernimento per la vocazione missionaria.
Atteggiamenti da coltivare:
– l’apertura critica e compassionevole alle realtà sociali,
culturali e religiose del proprio paese e del mondo, in
particolare dei giovani, e l’ascolto del grido dei popoli
per una vita più degna;
– la sensibilità per i bisogni dei giovani migranti, ra-
gazzi di strada e giovani a rischio;
– l’interesse e la partecipazione alla missione evangeliz-
zatrice della Chiesa e della Congregazione e la volontà
10 Cf. FSDB 396; Cost.
114.
11 Cf. OSSFI 3.4.
12 Cf. OSSFI 3.1; P.
CHÁVEZ, «L’incultura-
zione del carisma sa-
lesiano», in ACG 411,
pp. 49-51.
17

2.9 Page 19

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di contribuire alla sua crescita nel proprio paese e nel
mondo;
– la disponibilità a lasciarsi interpellare dalla chiamata
missionaria e la generosità di offrirsi con gioia per una
vita che richiede impegno, sacrificio e donazione di sé.
Esperienze da promuovere:
– fare apostolato tra i giovani migranti, con i poveri del-
le zone rurali o urbane e con i giovani a rischio nel
contesto delle esperienze apostoliche del postnovizia-
to;
– organizzare e animare gruppi missionari negli am-
bienti in cui si fa l’apostolato;
– fare qualche esperienza di animazione missionaria con
strumenti di comunicazione sociale13;
– riflettere personalmente e comunitariamente sui Criteri
per il Discernimento della Vocazione Missionaria Sale-
siana.
TIROCINIO
IIl tirocinio è la fase di confronto vitale e intenso con
l’azione salesiana in una esperienza educativo pastorale
che aiuta i giovani salesiani a maturare nella loro voca-
zione consacrata salesiana e a verificare la loro idoneità
vocazionale in vista della professione perpetua14.
13 Cf. SSCS II, 3-4.
14 Cf. FSDB 428-429.
Contenuti da sottolineare:
– la riflessione personale e comunitaria e il confronto
con altri tirocinanti sulle proprie esperienze di vita e
attività salesiane;
– la conoscenza diretta della vita dell’Ispettoria e della
Congregazione.
18

2.10 Page 20

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Atteggiamenti da coltivare:
– la gioia della fede e dell’amore per Gesù e l’entusiasmo
per portare i giovani a conoscerlo, specialmente attra-
verso la catechesi;
– la passione di Don Bosco per proporre ai giovani, in
particolare a quelli che non conoscono il vangelo o si
sono estraniati dalla Chiesa, l’esperienza della fede
cristiana;
– la disponibilità alla pratica del Sistema Preventivo
come espressione della passione e della gioia nel con-
dividere l’esperienza di pienezza di vita in Cristo;
– l’approfondimento teorico e pratico del Sistema pre-
ventivo con attenzione all’inculturazione.
Esperienze da promuovere:
– costituire e animare un gruppo missionario tra i gio-
vani, e stimolare il loro entusiasmo per prendere parte
a varie iniziative a favore delle missioni, incluso il vo-
lontariato missionario;
– trovare modi di interagire con i giovani di altre reli-
gioni nel proprio ambiente, e dov’è possibile, fare
un’esperienza diretta in una presenza missionaria sale-
siana della propria Ispettoria.
19

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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FORMAZIONE SPECIFICA
DEI SALESIANI PRESBITERI E DEI SALESIANI COADIUTORI
LLa formazione specifica è la fase che completa la for-
mazione iniziale del salesiano, discepolo missionario,
educatore e pastore, seguendo le linee della vocazione
specifica come salesiano coadiutore o salesiano prete15.
15 Cf. FSDB 446.
16 Cf. OSSFI 4.1.
17 Cf. OSSFI 1.3; P.
CHÁVEZ, «La pastorale
giovanile salesiana»,
in ACG 407, n. 4.2,
pp. 48-51.
18 Cf. SINODO SULLA
NUOVA EVANGELIZZAZIONE,
Proposizione 9.
19 Cf. CONGREGAZIONE PER
IL CLERO, Lettera circo-
lare l’identità missio-
naria del Presbitero
nella Chiesa quale di-
mensione intrinseca
dell’esercizio dei Tria
Munera (Libreria Edi-
trice Vaticana: Vati-
cano, 2011), n. 2.
Contenuti da sottolineare:
– lo studio di Don Bosco Fondatore negli anni della ma-
turità quando affronta nuove sfide pastorali, coinvolge
numerose forze apostoliche, apre la Congregazione alle
frontiere missionarie16;
– lo studio della pastorale giovanile salesiana, che aiuta
ad approfondire la dimensione missionaria dell’evange-
lizzazione, cioè l’urgenza di annunciare Cristo ed edu-
care i giovani alla fede, le nuove forme di presenza tra
i giovani, la presenza salesiana nel territorio, l’atten-
zione all’animazione missionaria17;
– lo studio della teologia pastorale con attenzione ai
documenti della Chiesa sull’attività missionaria, la
teologia delle religioni, la teologia dell’evangelizza-
zione, la missiologia, il dialogo interreligioso e inter-
culturale, e altri temi connessi come le sfide della glo-
balizzazione, del secolarismo, del multiculturalismo e
multireligiosità, dell’immigrazione, della religiosità po-
polare e del modo di annunciare il messaggio evange-
lico nei contesti odierni18;
– lo studio della comunicazione sociale con l’aiuto a far
uso degli strumenti e dei linguaggi dei mezzi moderni
per annunciare il Vangelo e a trasmettere il messaggio
evangelico nella cultura stessa dei media moderni;
– lo slancio e dinamismo missionario del prete in virtù
della sua configurazione a Cristo pastore19.
20

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Atteggiamenti da coltivare:
– il legame di profonda amicizia con Cristo che porta i
formandi a configurarsi a Lui e quindi ad attingere da
Lui una forte carità pastorale;
– l’amore per la Chiesa come popolo di Dio aperto ad ac-
cogliere tutti i popoli;
– la convinzione circa il carattere missionario del ca-
risma salesiano20.
Esperienze da promuovere:
– l’esperienza di lavoro missionario con giovani di altre
religioni;
– la conoscenza e l’animazione del programma del cate-
cumenato secondo il Rito di Iniziazione Cristiana per
Adulti;
– l’esperienza missionaria estiva;
– il coinvolgimento nell’animazione missionaria sale-
siana a livello locale ed ispettoriale;
– la proposta della preghiera per i missionari e le mis-
sioni agli ammalati.
20 OSSFI 4.2.
21

3.3 Page 23

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3.4 Page 24

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Formazione Permanente
LLa formazione permanente è la continuazione naturale
e l’approfondimento necessario del progetto di vita come
discepolo missionario salesiano che è iniziato e vissuto
nella formazione iniziale e dura per tutta la vita. Essa av-
viene nella vita quotidiana del confratello nella comunità
e mira a tenere viva in lui la gioia di dedicarsi completa-
mente alla causa del Vangelo con entusiasmo.
Contenuti da sottolineare:
– l’offerta ai confratelli dell’Ispettoria della possibilità
di prendere parte a qualche programma formativo,
conferenza, corso… che aiutino ad approfondire o
prepararsi meglio per alcuni aspetti del proprio com-
pito apostolico, come per es. il dialogo interreligioso,
la nuova evangelizzazione, …;
– l’approfondimento di riflessioni e orientamenti della
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e del
nostro Settore per le missioni;
– l’animazione missionaria nella Ispettoria e nella Con-
gregazione;
– il volontariato giovanile e laicale.
Atteggiamenti da coltivare:
– il desiderio di essere all’altezza del proprio compito
per dare il meglio di sé nella missione evangelizza-
trice;
– l’apertura a nuovi contenuti e metodi che possano mi-
gliorare l’efficacia apostolica nell’ambiente in cui ci si
trova;
23

3.5 Page 25

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– la consapevolezza della propria fragilità e povertà nel
compimento del mandato missionario e quindi il bi-
sogno di raccoglimento e preghiera, di auto-valuta-
zione del proprio agire, e di una rinnovata determina-
zione di camminare con più impegno e fervore.
Esperienze da promuovere:
– riflettere e condividere le proprie esperienze in vista
di mantenere viva la «passione per la salvezza degli
altri, e la gioia di condividere l’esperienza di pienezza
di vita in Gesù»21;
– approfittare dei giorni di studio e riflessione fatti in-
sieme ai membri della Famiglia salesiana e ai collabo-
ratori laici su temi che riguardano l’evangelizzazione e
la cultura, l’impegno delle missioni “ad gentes”, …;
– usare gli strumenti di comunicazione sociale per una
valutazione critica delle culture nuove ed emergenti e
valorizzare le opportunità che queste offrono nella
proclamazione del Vangelo;
– apprendere nuovi metodi di evangelizzazione;
– animare gruppi missionari.
21 P. CHÁVEZ, «Discorso
alla chiusura del CG
26» in Atti del Capi-
tolo Generale XXVI,
p. 137.
24

3.6 Page 26

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3.7 Page 27

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3.8 Page 28

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Preparazione specifica
del Salesiano Missionario
DISCERNIMENTO
CCriteri per il discernimento della vocazione salesiana
missionaria22 ad gentes, ad exteros, ad vitam”
Persone coinvolte nel discernimento a vari livelli:
– il confratello che viene accompagnato dalla guida spi-
rituale e dal confessore;
– la comunità dove vive il confratello, e cioè: il diret-
tore, i formatori, i confratelli;
– l’Ispettore con il suo Consiglio;
– il Consigliere Generale per le Missioni.
Controindicazioni per la vocazione missionaria
– ricerca di avventura e semplice voglia di cambiare
posto di lavoro;
– sollecitazione da parte di altri: genitori, confratelli,
amici;
– evasione dai propri problemi relazionali, personali, vo-
cazionali;
– incapacità di integrarsi nella vita ed apostolato della
comunità. Se un tale confratello viene inviato nelle
missioni, viene esposto ad un ambiente molto più im-
pegnativo (a causa della lingua, cultura, ed altri fat-
tori) e peggiora la sua situazione anziché migliorare.
22 Cf. Ad Gentes 25;
L. ODORICO, «I candi-
dati per le missioni
salesiane», in ACG
337, pp. 52-56.
27

3.9 Page 29

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Elementi insufficienti
Non basta una motivazione missionaria generica: per
esempio, un vago desiderio di lavorare per i giovani
poveri o in un ambiente povero…
Non basta un entusiasmo superficiale per le missioni
che non è accompagnato da atteggiamenti concreti di
impegno, sacrificio, generosità: tale entusiasmo non
durerà molto.
Criteri generali di discernimento vocazionale - per il
confratello e per il Direttore e il suo Consiglio
Tre aspetti indispensabili: (1) retta intenzione, (2) li-
bera decisione, (3) qualità necessarie. Le qualità neces-
sarie sono:
– buona salute;
– maturità umana; senso di responsabilità; capacità re-
lazionali;
– personalità robusta; equilibrio psicologico; perseve-
ranza nelle difficoltà;
– pazienza, comprensione, umiltà, capacità di apprez-
zare i valori autentici di altre culture e religioni e di
adattarsi al mutare delle situazioni;
– spirito soprannaturale, per non ridurre la missione a
qualcosa di meramente filantropica o attività sociale;
– spirito di fede; radicamento in Cristo mediante una
vita di preghiera personale e comunitaria, centrata
sull’Eucaristia, e regolare nella ricezione dei sacra-
menti;
– vita salesiana vissuta con zelo missionario dimostrato
dal suo ardore di far conoscere Gesù, soprattutto ai
giovani più poveri ed emarginati;
– profondo amore per la Chiesa e la Congregazione;
– spirito di sacrificio; generosità; contentezza delle con-
dizioni in cui si trova;
28

3.10 Page 30

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– fortezza nel sopportare la stanchezza e la sterilità
nella propria fatica;
– flessibilità e capacità di adattarsi e di amare la vita in
una comunità interculturale;
– capacità di imparare una nuova lingua;
– capacità di vivere in comunità e lavorare in equipe
con gli altri membri, i laici e i giovani;
– comunione e obbedienza nella pastorale d’insieme
guidata del proprio Vescovo.
PREPARAZIONE SPECIFICA DEL SALESIANO MISSIONARIO
IIl Salesiano che sente la chiamata ad essere missio-
nario fuori della propria patria, del proprio ambiente cul-
turale e gruppo linguistico (ad exteros)23, tra coloro che
non hanno ancora ascoltato il Vangelo e dove la Chiesa
non è ancora completamente stabilita (ad gentes)24, con
un impegno per tutta la vita (ad vitam)25, può offrirsi in
qualsiasi momento per il servizio nelle missioni.
Si preferiscono i confratelli giovani per la loro facilità
di imparare una nuova lingua e cultura e il loro spirito di
adattamento; generalmente si desidera che finiscano il
processo del discernimento della loro vocazione missio-
naria durante il postnoviziato, ma è possibile anche du-
rante la formazione specifica del salesiano prete e del sa-
lesiano coadiutore.
Il Capitolo Generale XIX ha aperto anche la possibilità
per i Salesiani di essere missionari ad tempus, per almeno
5 anni, «purché siano considerati idonei»26. Ciò può es-
sere fatto per compiti specifici e urgenti nell’attività mis-
sionaria della Congregazione o per aiutare il confratello a
discernere meglio la sua vocazione salesiana missionaria
ad vitam.
23 Cf. FABC Office of
Evangelisation, «Con-
sultation on Asian
Local Church and
Mission ad Gentes», a
cura di Franz Josef
Eilers, For All the
Peoples of Asia, III,
n. 5 (Claretian Publi-
cations: Quezon City,
2002), p. 222.
24 Cf. Ad Gentes 6
25 Cf. RM 66.
26 Atti del Capitolo
Generale XIX, in ACS
244, p. 180.
29

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Discernimento
Il processo di discernimento è un percorso graduale e
progressivo con l’aiuto di un accompagnatore spirituale.
In questo processo il candidato impara come la Vergine
Maria ad ascoltare la voce dello Spirito, a purificare e ap-
profondire le sue motivazioni, a discernere la sue qualità
e atteggiamenti che determinano la sua idoneità per la
vita missionaria salesiana. Pure la comunità ha un ruolo
importante in questo cammino. Si utilizzano per questo
esercizio i Criteri per il Discernimento della Vocazione Sale-
siana Missionaria. È anche possibile che al candidato mis-
sionario venga concessa, per esempio, a titolo di prova
per un anno, l’esperienza di lavorare in un contesto mis-
sionario fuori della propria Ispettoria. Anche questa espe-
rienza potrebbe servire per il discernimento della sua
chiamata missionaria salesiana.
Quando, come frutto del discernimento, il candidato
arriva alla conclusione di essere chiamato al servizio nel
campo missionario, invia una lettera al Rettor Maggiore
in cui manifesta esplicitamente questo suo desiderio e si
mette alla disposizione della Congregazione. Ciò non to-
glie la possibilità di esprimere le sue preferenze o predi-
sposizioni concrete per un determinato territorio missio-
nario; in modo particolare ciò vale per il Progetto Europa.
Il Rettor Maggiore, tramite il Consigliere per le Mis-
sioni, entra in dialogo con l’Ispettore del confratello, sol-
lecitando da lui e dal suo Consiglio l’opinione scritta
sulla vocazione missionaria del candidato, sempre in rife-
rimento ai Criteri di Discernimento della Vocazione Missio-
naria Salesiana.
Concluso positivamente il discernimento e ottenuto il
parere dell’Ispettore per rilasciare il confratello per le
missioni, il Rettor Maggiore assegna al candidato una de-
stinazione.
30

4.2 Page 32

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Preparazione
Nel periodo che interviene prima della partenza l’Ispet-
toria:
– offre al futuro missionario la possibilità, per quanto
possibile, di imparare la lingua e la cultura del luogo a
cui è destinato, e così pure di prendere parte agli in-
contri o corsi organizzati dalla Conferenza dei Reli-
giosi o dalla Conferenza episcopale per candidati alle
missioni;
– offre la possibilità di una conoscenza dei concetti fon-
damentali dell’antropologia culturale e della dinamica
del dialogo interculturale;
– invia il missionario a partecipare al Corso di Orienta-
mento per i nuovi missionari organizzato dal Dicastero
per le Missioni come preparazione immediata dei mis-
sionari prima della consegna del crocifisso missio-
nario;
– prega e fa pregare per il confratello che viene inviato
come missionario.
Inserimento
Intanto l’Ispettoria, a cui è stato assegnato il nuovo
missionario, crea un clima d’accoglienza e lo riceve fra-
ternamente quando arriva.
Per facilitare il suo inserimento nel nuovo ambiente
culturale, sociale ed ecclesiale, l’Ispettoria:
– gli offre dall’inizio un programma di orientamento che
fa conoscere non solo la storia, la cultura e i valori del
paese, ma anche la storia, la missione e le opere del-
l’Ispettoria;
– gli garantisce il tempo adeguato per apprendere la
lingua;
– gli assicura l’accompagnamento iniziale mediante una
guida spirituale, che lo assiste e consiglia durante i
31

4.3 Page 33

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primi anni del suo inserimento, ascoltando le sue at-
tese, approfondendo le sue motivazioni, rimuovendo
eventuali pregiudizi, aiutandolo a redigere il suo pro-
getto di vita salesiana missionaria;
– agevola il suo inserimento graduale evitando di nomi-
narlo a posizioni di responsabilità durante i primi due
anni;
– organizza incontri regolari, per es. due volte all’anno,
dei nuovi missionari insieme ai loro formatori, diret-
tori e l’incaricato a livello ispettoriale; allo stesso
tempo offre indicazioni al direttore del nuovo missio-
nario;
– gli dà la possibilità di partecipare all’orientamento per
i nuovi missionari organizzato sia dalla Conferenza dei
Religiosi che dalla Conferenza Episcopale locale per
una conoscenza ed inculturazione nella cultura locale.
Dopo cinque anni il missionario viene aiutato a valu-
tare la sua esperienza missionaria, e in particolare:
– la sua integrazione nella vita e apostolato della sua
Ispettoria;
– il suo inserimento nella cultura locale, e particolar-
mente tra i giovani a lui affidati, la sua capacità di
apertura;
– una riflessione sul suo ardore apostolico e impegno
nella vita missionaria.
Intanto, il missionario che si trova nel periodo forma-
tivo, completa la sua formazione iniziale, riceve l’ordina-
zione sacerdotale e/o fa la professione perpetua. Per la
fase del tirocinio, si computano i due anni previsti nei
Regolamenti (n. 96), a partire dal suo inserimento educa-
tivo pastorale nella comunità locale alla quale viene de-
stinato; per esempio: i tempi esclusivamente destinati
allo studio della lingua o ad attendere procedure migra-
torie, non vengono computati ancora come tirocinio.
32

4.4 Page 34

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Formazione continua
Il missionario s’inserisce pienamente nel lavoro mis-
sionario dell’Ispettoria e fa attenzione alla sua forma-
zione continua, usufruendo anche delle opportunità of-
ferte dall’Ispettoria per approfondire il suo rapporto per-
sonale con Cristo come fonte del suo ardore missionario,
ed inculturarsi sempre più nella cultura del popolo alla
luce della fede cristiana e del carisma salesiano.
Prende parte ai vari incontri nell’Ispettoria (la gior-
nata comunitaria, gli incontri della comunità educativa
pastorale e della Famiglia Salesiana, ed altre iniziative),
nel paese (come, per es. corsi organizzati da centri regio-
nali salesiani di formazione permanente, e incontri pro-
mossi dalla Conferenza dei Religiosi o dell’Episcopato), e
anche nell’Università Pontificia Salesiana che offre il
corso di formazione permanente per i missionari.
Se possiede i doni necessari e se questi corrispondono
alle esigenze dell’Ispettoria, il missionario viene invitato
dall’Ispettore a qualificarsi in missiologia, antropologia,
dialogo interculturale, dialogo interreligioso, nuova evan-
gelizzazione, al fine di offrire un servizio competente
nell’Ispettoria.
33

4.5 Page 35

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4.6 Page 36

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Appendici
La Vocazione Missionaria Salesiana
Egidio Viganò, SDB1
Il cuore missionario di Don Bosco
«Possiamo dire che Don Bosco può essere annoverato
nella grande schiera di missionari del secolo XIX, anche
se non è mai stato personalmente nelle missioni ad
gentes.
‘L’idea missionaria – scrive Eugenio Ceria – crebbe, si
può dire, con lui’2. È un’idea intrinseca al suo progetto
vocazionale di Fondatore e coestensiva alla sua esi-
stenza. Prima allo stato embrionale ed inconscio, poi –
gradualmente – in forma sempre più chiara e distinta.
Lo affermano, in termini più incisivi o più sfumati, sia
Don Paolo Albera che Don Filippo Rinaldi, i quali fanno
risalire la visione missionaria di Don Bosco al sogno dei
nove anni.
Le missioni ad gentes, scrive Don Albera, «furono
sempre l’aspirazione più ardente del cuore di Don Bosco,
né temo errare dicendo che Maria SS. Ausiliatrice fino
dalle prime sue materne manifestazioni gliene aveva con-
cessa, giovanetto ancora, una chiara intuizione... Egli ne
parlava continuamente a noi suoi primi figli, che pieni di
meraviglia ci sentivamo trasportati da santo entu-
siasmo... Attorno al letto di un suo caro giovanetto, Gio-
vanni Cagliero, moribondo, vede i Patagoni che atten-
dono da lui la redenzione ed egli gli predice la guarigione
e gli apre in parte i futuri suoi destini’3.
1 Estratto da E. VI-
GANÒ, «Appello del
Papa per le Mis-
sioni», ACG 336
(1991) pp. 5-12.
2 E. CERIA, Annali della
Società Salesiana I,
p. 245.
3 P. ALBERA, Lettere
Circolari (Direzione
Generale Opere Don
Bosco: Torino, 1956)
pp. 132-133.
35

4.7 Page 37

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4 ACS, anno VI, 24
giugno 1925, p. 364.
5 Cf. MB I, 328.
6 Cf. MB III, 363.
7 MB III, 363.
Don Rinaldi, a sua volta, afferma: ‘Commemorando
quel primo sogno del venerabile Padre noi abbiamo impli-
citamente festeggiato il centenario dell’inizio di tutta
l’Opera Salesiana; fu in quella prima visione ch’egli
venne, si può dire, consacrato apostolo della gioventù,
padre di una nuova famiglia religiosa, missionario dei po-
poli ‘non-cristiani’; essa infatti gli suscitò in cuore anche
un vivissimo desiderio di vita religiosa e di evangelizza-
zione degli infedeli’4.
Realmente l’ideale missionario, già vivo in lui sul fi-
nire dei suoi studi ginnasiali5, si sviluppa e matura nel
tempo.
Concluso il periodo di formazione pastorale nel Con-
vitto di S. Francesco d’Assisi a Torino (1844), egli pensa
di entrare tra gli Oblati di Maria Vergine, che avevano
aperto una fiorente missione in Indocina (Vietnam), per
poter divenire presto missionario. Si prepara con la pre-
ghiera e con lo studio di qualche lingua. Don Cafasso, sua
guida spirituale, lo lascia fare, ma al momento opportuno
lo blocca con un ‘no’ deciso e lo fa rimanere a Torino tro-
vandogli un posto presso il rifugio della marchesa Barolo,
dove potrà occuparsi di tanti giovani. Egli ubbidisce, e la
Provvidenza lo guiderà per le sue vie. Ma il lavoro apo-
stolico tra i giovani, non che attenuare la sua fiamma
missionaria, la ravviva di più limpida luce e la riveste di
originalità.
Sappiamo che le imprese missionarie, riportate negli
Annali della Propagazione della Fede – una delle sue let-
ture preferite – lo colpivano profondamente6. C’erano di
mezzo tante anime da salvare delle quali si sentiva, in
qualche modo, corresponsabile.
Fin dal 1848 Don Rua ed altri lo udirono esclamare più
volte: ‘Oh, se avessi molti preti e molti chierici vorrei
mandarli ad evangelizzare la Patagonia, la Terra del
Fuoco...’7.
36

4.8 Page 38

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Fu visto, in quegli stessi anni, gettare lo sguardo su
qualche carta geografica e fremere al pensiero che ‘tante
regioni giacessero ancora nell’ombra della morte’8.
Quando, dopo inenarrabili sacrifici, può finalmente
lanciare le sue missioni (1875: la più grande impresa
della Congregazione!), il suo cuore missionario esulta e,
all’apparenza, sembra vibrare solo più per esse. Lo atte-
stano i suoi primi successori: ‘D’allora in poi – scrive Don
Albera – le Missioni furono il cuore del cuor suo e parve
vivesse più soltanto per esse... Ne parlava con tanto en-
tusiasmo, che si restava meravigliati e fortemente edifi-
cati dall’ardore suo accesissimo per le anime’9.
Con non minore intensità Don Rinaldi, evocando ri-
cordi lontani, così si esprime: ‘Nel suo gran cuore erano
accumulati da anni ed anni gli ardori apostolici d’un
Francesco Saverio, alimentati da una fiamma superna che
gli andava rischiarando l’avvenire attraverso i sogni... Per
me, penso che forse nessun missionario è stato propa-
gandista più zelante e infaticabile di lui. Lo rivedo, il
Padre amatissimo, nei lontani ricordi della mia vocazione
salesiana, proprio negli anni del suo maggior fervore mis-
sionario; e l’impressione che me n’è rimasta è indelebile:
era un vero missionario, un apostolo divorato dalla pas-
sione delle anime’10.
Ma Don Bosco non si accontentò di vivere in proprio l’i-
deale missionario, lo trasmise alla sua Congregazione (e
Famiglia) come elemento costitutivo del suo patrimonio
spirituale e apostolico. Il pro-memoria inviato nel 1880 al
Papa Leone XIII è esplicito: ‘Le missioni estere furono sem-
pre oggetto vagheggiato della Congregazione salesiana’11.
Volle, dunque, che la sua fondazione fosse veramente
anche missionaria ad gentes.
Vale la pena considerare, anche se brevemente, alcuni
‘sogni’ di Don Bosco che manifestano con chiarezza il suo
progetto di Fondatore.
8 MB III, 546; IV,
424.
9 P. ALBERA, Lettere
Circolari, p. 134.
10 ACS, anno VI, 24
giugno 1925, p. 367.
11 MB XIV, 624.
37

4.9 Page 39

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12 Cf. F. JIMÉNEz, Los
Sueños de Don Bosco
(CCS: Madrid, 1989).
13 Cf. ACS n. 300.
14 MB XVII, 305.
Egli ha sognato i suoi al Sud e all’Oriente
Di sogni Don Bosco ne ha fatti parecchi: giustamente
lo si è chiamato ‘il Santo sognatore’.
La loro classificazione è un problema spinoso; e an-
cora di più lo è la loro interpretazione. Non disponiamo
fino ad oggi di un completo studio critico-scientifico al
riguardo, e non è neppure facile realizzarlo12.
Questo non significa, però, che alcuni dei suoi sogni
non abbiano una importanza storica e profetica; hanno
sostanziato la sua personalità carismatica, spingendolo a
coraggiose iniziative umanamente inspiegabili.
Commentando il sogno cosiddetto del personaggio dei
10 diamanti13, dicevo che si può parlare dei sogni di Don
Bosco a un livello differente e più vitale di quello critico-
scientifico (pur tanto desiderabile per la necessaria serie-
tà d’investigazione). Si tratta del livello d’influsso esisten-
ziale nell’animo stesso del Fondatore e nella vita dei suoi.
Alcuni sogni sono da considerarsi ‘rivelatori’; non si
possono spiegare con la sola analisi della interiorità per-
sonale del Santo.
Don Giacomo Costamagna – poi vescovo – (che aveva
constatato in America Latina il valore carismatico di vari
sogni) e che vedeva senz’altro in Don Bosco una ‘perso-
nalità profetica’, dopo la lettura di un sogno missionario
dell’85 scriveva a Don Lemoyne riferendogli una frase
dettagli confidenzialmente dallo stesso buon Padre: ‘Fra
tutte le Congregazioni e Ordini religiosi, forse la nostra
fu quella che ebbe più Parola di Dio’14.
Tra i cosiddetti ‘sogni rivelatori’ ce ne sono cinque che
si riferiscono proprio alle missioni ad gentes:
• uno sulla Patagonia, fatto nel 1872: gli è servito per
decidersi ad iniziare le missioni;
• un altro che descrive un viaggio attraverso l’America
Latina, fatto nel 1883: contiene molti dati non solo
38

4.10 Page 40

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sconosciuti a Don Bosco, ma anche agli studiosi del-
l’epoca;
• un terzo sul cono sud dell’America, fatto nel 1885: è
quello che ha spinto Don Costamagna, già in America,
a riferire la famosa frase che abbiamo citato;
• un quarto sull’Africa, l’Asia e l’Oceania, fatto anch’esso
nel 1885: lo consideriamo oggi con speciale meraviglia
perché ne vediamo già ben sviluppata la prodigiosa
realizzazione;
• e il quinto sul viaggio ‘aereo’ da Valparaiso a Pechino,
fatto nel 1886: io l’ho voluto in qualche modo control-
lare geograficamente con differenti viaggi per invitare
tutti a riaprire con speranza il nostro coraggio al
‘Progetto-Cina’15.
Questi ‘sogni missionari’ ci aiutano a conoscere la
mente del Fondatore, a capire la sua magnanimità e l’au-
dacia delle sue iniziative. In essi si vede collocata sen-
z’altro la Congregazione tra i gruppi ecclesiali impegnati,
come tali, nelle missioni ad gentes; ed esattamente in
quel Sud e in quell’Oriente di cui parla l’enciclica: profe-
tizzano la fecondità vocazionale tra gli autoctoni; e
aprono spazi di futuro da verificare...fra 500 anni!16
Il tempo trascorso dalla prima spedizione missionaria
(1875) fino ad oggi dimostra la realizzazione di tali
sogni, anche se rimangono ancora aperte le frontiere di
crescita, specialmente in Cina, dove peraltro le missioni
salesiane furono avviate con successi insperati e bagnati
dal sangue dei nostri primi martiri.
Sono sogni che – fatto forse unico nella storia –
hanno tracciato, con l’anticipo di vari decenni, le linee di
percorso sulle quali si sono incamminati i suoi. E non
senza ragione Don Bosco è sentito oggi, nelle più dispa-
rate regioni del globo, come presenza precorritrice e pa-
terna, come amicizia culturale e come protezione po-
tente.
15 Cf. ACG n. 323.
16 Cf. MB XVII, 645.
39

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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17 Cf. Cost. 30.
40
In numerosi viaggi intercontinentali io stesso ho po-
tuto in qualche modo verificare più volte la portata pro-
fetica di tali sogni, che conservano sempre un solleci-
tante fascino di futuro. L’ho potuto constatare in America
Latina, in Africa e Madagascar, in Asia, nel Giappone e
nelle Filippine, in Australia e in Oceania. I nostri confra-
telli di quelle regioni rileggono quei sogni considerandoli
provvidenziali messaggi profetici. In qualche caso sono
persino stato interpellato a risolvere accese discussioni
circa alcune precisazioni geografiche.
Sono sogni che hanno inciso veramente, di fatto (e
influiscono tuttora), sulla vita missionaria in Congrega-
zione. Vengono a confermare, a loro modo, un aspetto
costitutivo della stessa vocazione salesiana nella Chiesa.
La nostra è una Congregazione missionaria
La mente e il cuore del Fondatore e la tradizione vis-
suta ininterrottamente in Famiglia, confermano aperta-
mente che la dimensione missionaria è ‘elemento essen-
ziale’ del nostro carisma17. Le missioni ad gentes, per
noi Salesiani, non sono semplicemente un ‘insieme di
opere’ uguali alle altre, con la sola differenza di essere
collocate in Paesi lontani e di culture differenti: no, no.
Esse rappresentano – assai più profondamente – un
aspetto costitutivo, una dimensione peculiare della
nostra identità di Salesiani di Don Bosco nella Chiesa.
È vero che la Congregazione non è inserita nell’Annuario
pontificio tra gli ‘Istituti missionari’ in senso stretto
(ossia tra quelli che si dedicano solo alle missioni
estere); però in essa – e precisamente in quanto istitu-
zione ecclesiale – il Fondatore ha voluto un vero impegno
di missioni ad gentes. Il suo è stato un progetto vera-
mente provvidenziale. Oggi dobbiamo riconoscere che le
missioni sono state lo strumento storico per l’universaliz-

5.2 Page 42

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zazione e l’inculturazione del carisma salesiano nel
mondo. È un grande merito.
Tra noi si sono coltivate fin dall’inizio le vocazioni
missionarie in senso stretto, ossia la cura di quei confra-
telli – non pochi – arricchiti dalla ‘vocazione speciale’
che costituisce la nota caratteristica di ogni vero missio-
nario. E tale vocazione speciale non è in essi a ma-
niera di eccezione in confronto con gli altri confra-
telli, bensì l’espressione più viva e più generosa della
vocazione di tutti. Infatti essa manifesta una condi-
zione interna all’indole propria del carisma comune;
ogni confratello è di per sé disponibile, in dialogo di
obbedienza, ad essere inviato in missione.
Abbiamo iniziato – da più di 100 anni – le nostre mis-
sioni in America Latina; 50 anni dopo ci siamo rivolti al-
l’Asia e ultimamente (50 anni dopo!) ci siamo impegnati,
come progetto d’insieme, in Africa. Possiamo dire che ci
siamo veramente rivolti, come suggerisce il Papa, verso il
Sud e l’Oriente18, dove si constata la maggior crescita de-
mografica dell’umanità: molta gioventù e tanta povertà.
Le nostre missioni stanno a dimostrare, in tre grandi
tappe successive e a livello mondiale, la concreta opzione
preferenziale della Congregazione per i giovani poveri e
bisognosi.
Nei due ultimi decenni c’è stato tra noi un nuovo ri-
lancio missionario. È una iniziativa provvidenziale che
sta rivitalizzando il carisma e che ci proietta con spe-
ranza nel futuro. Nella circolare su Il nostro impegno
africano19, vi dicevo che l’apertura di questa nuova fron-
tiera missionaria era inerente alla nostra tradizione di
vita e portatrice di preziose benedizioni del Signore.
Stiamo vedendo confermata tale affermazione. L’im-
pegno missionario ci sta liberando dai pericoli del-
l’imborghesimento, della superficialità spirituale e
del genericismo. Nelle missioni percepiamo il gusto
18 Cf. RM 40.
19 Cf. ACS n. 297.
41

5.3 Page 43

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delle origini, sperimentiamo la permanente validità
del criterio oratoriano, e ci sembra di veder rivivere
Don Bosco nell’autenticità primigenia della sua mis-
sione giovanile e popolare».
42

5.4 Page 44

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Chi è il missionario oggi?
Alfred Maravilla, SDB
Non è raro sentire salesiani provenienti da Paesi tecno-
logicamente sviluppati chiedere: «Perché mandare mis-
sionari a noi? non siamo un paese povero!» Allo stesso
modo, anche alcuni missionari provenienti da Paesi una
volta considerati ‘terra di missione’ si chiedono qual’è il
senso di essere inviati come missionari presso un Paese
materialmente benestante o tecnologicamente sviluppato.
Per molti salesiani qui sta il ‘problema’, non verbaliz-
zato, per quanto riguarda la direttiva dell’ultimo Capitolo
Generale di rilanciare il carisma in Europa, facendo gli in-
terventi necessari per il rinnovo della presenza salesiana
nel continente (CG 26, 108, 111), ora conosciuto come
‘Progetto Europa.’
In realtà il problema è più profondo di una semplice
socio-geografia o di un progetto congregazionale! È radi-
cato nella comprensione selettiva di ‘missione’
espresso nel decreto conciliare Ad Gentes n. 6, dove è in-
teso esclusivamente come un movimento unidirezionale
da Paesi ‘cristiani’ verso terre ‘pagane’ dove popoli o
gruppi di persone ancora non credono in Cristo o dove la
Chiesa non è ancora radicata. E così pure l’esortazione
apostolica Evangelii Nuntiandi n. 31, in cui la promozione
umana e lo sviluppo sono visti come i componenti più
importanti della missione. Sembra che la comprensione
della missione da parte di alcuni si sia fossilizzata qui.
Eppure, già nel lontano 1991, Giovanni Paolo II aveva
insistito, nella lettera enciclica Redemptoris Missio ai nn.
33-34, che la missione non può essere vista solo in ter-
mini geogragrafici unidirezionali, ma primariamente co-
me l’annuncio di Gesù Cristo nei contesti che si com-
penetrano, in cui vi è la necessità sia della missio ad gen-
tes, dell’attività pastorale ordinaria o di nuova evangeliz-
43

5.5 Page 45

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20 Già D. VIGANÒ aveva
sottolineato che tra
le nuove prospettive
di questa enciclica è
proprio «la novità dei
criteri per descrivere
specificamente l’atti-
vità missionaria: non
solo criteri ‘geogra-
fici’, ma anche ‘so-
ciologici’ e ‘cultu-
rali’». E. VIGANÒ, «Ap-
pello del Papa per le
Missioni», p. 15.
21 Cf. FABC Office of
Evangelisation, «Con-
sultation on Asian
Local Church and
Mission ad Gentes»,
p. 222.
22 FRANCESCO, Evangelii
Gaudium (2013) 268.
23 CELAM V. Apare-
cida. Documento Final
(Lima: Conferencia
Episcopal Peruana,
2007) n. 213; Gio-
vanni Paolo II,
«Discorso all’Assem-
blea del CELAM»
(9 marzo 1983).
zazione20. Così il Papa ha esortato all’interdipendenza e al-
l’assistenza reciproca tra le chiese in ciò che sono stati
chiamati tradizionalmente ‘paesi cristiani’ e ‘terre di mis-
sione.’
In Asia, un contesto dove ognuno ha un vicino di casa
che è un seguace di altra religione, la Federazione dei Ve-
scovi Asiatici ha sottolineato che il missionario è colui
che va fuori del proprio ambiente culturale e gruppo lin-
guistico o della propria patria, (ad exteros), e va tra co-
loro che non hanno ancora ascoltato il Vangelo e dove la
Chiesa non è ancora completamente stabilita (ad gentes)
per proclamare il vangelo. E ogni chiesa locale, hanno in-
sistito i vescovi asiatici, è chiamata ad inviare e ricevere
missionari21. Perciò, il missionario oggi è colui che è in-
viato sia alla foresta o alla città, sia alla parrocchia o alla
scuola, sia tra i seguaci di altre religioni o tra coloro che
non hanno alcuna religione, sia tra coloro che vivono la
loro fede cristiana come qualcosa di culturale o tra coloro
che la vivono in maniera rutinaria. Ciò che è importante
è che mantiene sempre viva la sua passione per Gesù
Cristo e per il suo popolo22.
In questa luce la missione non è più solo un movi-
mento verso ‘le terre di missione’. Si tratta, invece, di un
movimento multidirezionale, perché la missione si svolge
ovunque un cristiano attraversa una frontiera umana per
proclamare il Vangelo. Allo stesso modo, ogni ispettoria
Salesiana, ricca o povera di personale o di risorse, è co-
responsabile delle iniziative missionarie di tutta la Con-
gregazione salesiana. Tutte le ispettorie, perciò, mandano
e ricevono! È per questo che i missionari di oggi proven-
gono da e anche sono inviati in Africa, Asia, America, Eu-
ropa ed Oceania. In questa prospettiva ciò che è impor-
tante non è solo il posto geografico, insistono i vescovi
latino americani, ma si tratta di vivere la propria vita «in
stato di missione»23.
44

5.6 Page 46

▲back to top
È in questa luce che Papa Benedetto XVI ha invitato la
Chiesa in Africa «a contribuire alla nuova evangelizza-
zione anche nei Paesi secolarizzati» che «oggi mancano
di vocazioni». Questo, ha sottolineato, non sminuisce lo
slancio missionario ad gentes, ma «un segno concreto»
della sua «fecondità»24! Con questa rinnovata visione
della missione, Papa Francesco continuamente invita i
cattolici «a raggiungere tutte le periferie che hanno bi-
sogno della luce del Vangelo»25.
Questo movimento multi-direzionale, in realtà, è già
una cosa che succede da tempo in molte diocesi e con-
gregazioni religiose. Non è forse vero che alcuni salesiani
o Ispettorie preferiscono essere solo «mittenti» o sempli-
cemente «ricevitori» e non mandare e ricevere allo stesso
tempo? Così l’insistenza del Rettor Maggiore sul fatto che
il Progetto Europa è un «Progetto di Congregazione» che
coinvolge «tutte le Regioni e le Ispettorie»26, ed esige in
primo luogo da tutti i Salesiani una conversione della
mente e del cuore per appropriarsi di questo cambio
epocale nella comprensione della Chiesa che è ‘tutta mis-
sionaria.’ Solo allora ci sarà uno scambio molti-direzio-
nale di missionari salesiani animati da fiducia e da aper-
tura reciproca che, in ultima analisi, arricchirà tutte le
Ispettorie e rinnoverà tutta la Congregazione!
24 BENEDETTO XVI,
Africae Munus (2011)
n. 167.
25 FRANCESCO, Evangelii
Gaudium, 20.
26 Atti del Capitolo Ge-
nerale XXVI, p. 147.
45

5.7 Page 47

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Il Gruppo Missionario Salesiano
T.C. George SDB
27 Ad Gentes 2, RM 62.
28 RM 3.
Guai a me se non predicassi il vangelo! (1 Cor 9,16)
La Chiesa è missionaria per la sua stessa natura27. La
nostra vocazione salesiana ci colloca nel cuore della
Chiesa e, quindi, ci rende missionari. Già dall’inizio Don
Bosco ha voluto che i salesiani assumessero un vero im-
pegno di evangelizzazione, di missione ad gentes in par-
ticolare28. Don Bosco ha passato l’ideale missionario a
tutta la Famiglia Salesiana come elemento costitutivo
della sua eredità spirituale ed apostolica. Immediata-
mente dopo l’approvazione delle Costituzioni nel 1874,
egli ha inviato la prima spedizione missionaria l’11 no-
vembre 1875.
Le glorie della presenza e delle attività salesiane della
regione del sudest asiatico oggi sono frutto dell’entu-
siasmo e dell’impegno dei primi missionari salesiani che
hanno portato nella nostra regione il Da mihi animas di
Don Bosco. La mente e il cuore del fondatore e l’ininter-
rotta tradizione missionaria della Famiglia Salesiana sono
l’aperta conferma che la dimensione missionaria è un ele-
mento essenziale del nostro carisma.
Oggi siamo chiamati a mantenere vivo lo zelo missio-
nario e la passione apostolica di Don Bosco, nostro fonda-
tore, nelle vicende del tempo e persino nelle nuove sfide
che sorgono nella regione. Dobbiamo scoprire maniere
nuove di presentare la persona di Gesù Cristo a tutti, spe-
cialmente ai giovani. Ogni salesiano dovrebbe convincersi
che Cristo è il miglior regalo da ricevere, da vivere e con-
dividere. E condividere Gesù con i fratelli e le sorelle non è
un dovere soltanto dei pochi chiamati “missionari”. È un
privilegio di tutti coloro che lo hanno accettato.
Ricordando la nostra natura missionaria, abbiamo bi-
46

5.8 Page 48

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sogno di vivere con entusiasmo e passare effettivamente
il nostro carisma missionario ai giovani posti sotto la no-
stra cura, in modo che anche loro, infiammati da Cristo,
possano accettare la sfida di «andare e proclamare»
(Mc 16,15). Abbiamo bisogno di trasmettere la nostra
bella eredità missionaria salesiana. Nel passato, gruppi
missionari hanno giocato ruoli effettivi come strumenti
di formazione missionaria e di attività missionarie nella
Chiesa e nella nostra Congregazione.
I delegati ispettoriali della regione Asia Sud e i
membri della Famiglia Salesiana delle Giornate di Studio
sul ‘Primo annunzio di Cristo nell’Asia Sud’ (7-11 agosto
2011) una volta ancora hanno sentito il bisogno di tra-
smettere il nostro carisma missionario ai giovani, special-
mente a quelli che si trovano nelle varie fasi di forma-
zione. Il consigliere per le missioni, aveva già chiesto
alle nostre ispettorie di formare gruppi missionari. I dele-
gati ispettoriali dell’Asia Sud hanno redatto un piano di
azione per far rivivere o stabilire gruppi missionari nelle
nostre diverse situazioni per ridare vita e costruire un
cultura missionaria nella regione.
Finalità e Obiettivi dei Gruppi Missionari Salesiani
Il Gruppo Missionario Salesiano si propone di parteci-
pare attivamente al mandato missionario di Gesù Cristo
di andare e proclamare, alla scoperta dal proprio modello
missionario e sorgente di forza nel cuore dello stesso
Cristo, Missionario del Padre. Attraverso la preghiera, la
riflessione e l’azione il gruppo promuove lo spirito mis-
sionario nel proprio ambiente e favorisce l’interesse
verso la missione ad gentes, mentre si preoccupa di assi-
curare la propria crescita nell’impegno cristiano per la
missione e di rendere testimonianza della fede di ognuno
in Cristo.
47

5.9 Page 49

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Attività Suggerite per il Gruppo Missionario
• Sviluppare programmi formativi per gli stessi membri
del gruppo attraverso studio di gruppo e riflessione
sulla parola di Dio, messe di gruppo, conferenze ecc.
• Familiarizzarsi con i documenti della Chiesa sulla mis-
sione evangelizzatrice ecc.
• Pregare per la missione evangelizzatrice della Congre-
gazione e promuovere servizi di preghiera attraverso il
nucleo missionario di preghiera della regione Asia Sud.
• Fare riunioni bimensili per valutare e pianificare atti-
vità.
• Raccogliere e conservare qualche risorsa materiale per
animazione missionaria, e documentare le attività del
gruppo.
• Favorire vocazioni per la missione ad gentes.
• Organizzare convegni missionari annuali.
• Diffondere Cagliero 11 in vari modi.
• Organizzare colloqui, seminari, preghiere, servizi, quiz
per comunità/gruppi, e offrire informazioni, riflessioni
ecc. circa temi missionari su quadri murali.
• Celebrare la Giornata Missionaria Salesiana ogni 11 no-
vembre.
• Fare in modo che alcuni missionari vengano a parlare
delle loro esperienze missionarie alla comunità/
gruppo.
• Proiettare il DVD preparato da Missioni Don Bosco To-
rino per le comunità/gruppi.
• Organizzare programmi di esposizione missionaria, vi-
site sul campo, ecc., per offrire esperienza missionaria
durante le vacanze.
• Lavorare in rete con altri gruppi missionari nell’ispet-
toria e regione.
• Favorire una cultura di donazione alle attività missio-
narie, cercando di raccogliere fondi anche se in modo
limitato.
48

5.10 Page 50

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La Struttura del Gruppo
Gruppi missionari si possono organizzare nei nostri
ambienti: case di formazione, parrocchie, scuole, centri
giovanili.
Il gruppo missionario avrà un nucleo centrale formato
da un presidente, un vice-presidente, un tesoriere e un
segretario. Il nucleo centrale sarà responsabile del fun-
zionamento generale del gruppo.
Il gruppo intraprenderà attività d’accordo con il rap-
presentante del personale e con il delegato ispettoriale
dell’animazione missionaria.
Il gruppo missionario non deve essere considerato un
gruppo esclusivo di ‘missionari’, ma di ‘animatori missio-
nari’ che lavorano per infondere spirito missionario nei
confratelli e nei giovani. Sono come il lievito che dà vita
alla cultura missionaria, il sale che dà sapore missionario
e la luce che permette a ognuno di contemplare le oppor-
tunità della missione. I membri possono essere introdotti
nel gruppo con una preghiera di iniziazione o iniziative
del genere.
49

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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L’Aspirantato Missionario
Václav Klement, SDB
Dopo la prima guerra mondiale la Chiesa universale ha
vissuto un periodo di rilancio missionario, segnato dai
grandi convegni ed esposizioni missionarie, una fioritura
dei gruppi giovanili missionari e della stampa missionaria
a tutti i livelli. L’animazione missionaria ha contribuito
all’invio di migliaia dei missionari europei in tutti gli
altri continenti. Anche la giovane Congregazione sale-
siana ha ricevuto responsabilitá nei vari territori missio-
nari (Prefetture, Vicariati o Prelature missionarie) in
America, Africa, Asia ed Oceania.
Il terzo successore di Don Bosco, il Beato Filippo Ri-
naldi, in sintonia con la Chiesa, ha fondato la rivista Gio-
ventù missionaria per animare i gruppi degli ‘Amici della
Gioventù missionaria’. Infine nell’anno 1922 ad Ivrea, vi-
cino a Torino, ha dato inizio alla prima istituzione espli-
cita per la formazione dei futuri missionari ad gentes.
Dopo la scuola media, i giovani partivano per le missioni,
dove iniziavano il loro noviziato.
A partire dal primo Aspirantato missionario - l’Istituto
Cardinale Giovanni Cagliero di Ivrea - sono sorti altri
aspirantati missionari a Penango, Gaeta, Bagnolo, Mira-
bello, Novi Ligure, Cumiana, Torino - Rebaudengo, Colle
Don Bosco (Italia), Astudillo (Spagna), Shrigley (Gran
Bretagna), Coat-an-Doc’h (Francia) - senza contare altre
case di formazione con un indirizzo specificamente mis-
sionario (Torino Valdocco, i vari ‘seminari missionari’).
Una bella parte degli 11.000 missionari salesiani è frutto
della tipica tradizione salesiana, dare fiducia a giovani -
anche nel campo della missio ad gentes, ad extra, ad
vitam.
Come diverse altre tradizioni nell’immediato post-con-
cilio Vaticano II, anche tutti gli aspirantati missionari in
50

6.2 Page 52

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Europa sono stati chiusi negli anni 60. Dall’altra parte
nella regione Asia Sud durante le celebrazioni del Cente-
nario di Don Bosco nell’India (2006) era sorta l’idea di
continuare l’originale tradizione salesiana degli aspiran-
tati missionari.
Cosí vengono aperti, con l’autorizzazione del Rettor
Maggiore, due primi aspirantati missionari fuori d’Europa.
Il primo a Sirajuli (Istituto Hubert D’Rosario, Guwahati,
2011) e il secondo a Perambur (Aspirantato Missionario
Don Bosco, Chennai, 2012). Adesso ci sono nell’India
circa 70 giovani aspiranti, 18 prenovizi, 6 novizi nel cam-
mino della formazione missionaria specifica. Il progetto è
aperto a tutte le 12 ispettorie della regione. Si prospetta
che dopo il postnoviziato i giovani missionari saranno in-
viati o in altre parti della regione o per la missio ad
gentes negli altri continenti. La motivazione principale
del progetto è che ‘dopo aver ricevuto 400 missionari sa-
lesiani, ora abbiamo vocazioni e una fede robusta. È arri-
vato il tempo per l’India di inviare missionari in tutto il
mondo e in Europa, come segno di gratitudine’.
L’apertura degli aspirantati missionari è stata caldeg-
giata anche in altre ispettorie ricche di vocazioni aposto-
liche. Lo specifico della formazione missionaria è
espresso sopratutto nell’ambiente permeato dall’entu-
siamo missionario: contenuti delle conferenze, buone
notti e letture missionarie, contatto con i missionari ad
gentes, esperienza missionaria nell’oratorio locale o espe-
rienza del primo annuncio di Gesù nella zona rurale.
51

6.3 Page 53

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L’urgente bisogno di animazione missionaria
Alfred Maravilla, SDB
Non è raro sentire delle affermazioni come ‘siamo già
nelle missioni, allora qual’è la necessità d’animazione
missionaria’? o ‘abbiamo anche bisogno di personale nella
nostra Ispettoria, allora perché incoraggiare i nostri Sale-
siani ad essere missionari all’estero’? Queste dichiarazioni
sembrano un’indicazione che l’animazione missionaria è
spesso fraintesa come una pesca di missionari. Non c’è da
meravigliarsi che a volte i confratelli si chiedono qual’è il
senso dell’animazione missionaria, quando vi è una man-
canza di personale nella Ispettoria!
Guardando indietro a Don Bosco
Che cosa è l’animazione missionaria? Potrebbe essere
utile tornare a Don Bosco, al fine di far luce su ciò che
intendiamo per animazione missionaria salesiana. Dal
1841-1850 Don Bosco ha fondato le sue prime opere per
i giovani. Dal 1850 al 1860 in un momento di grande pe-
ricolo per la fede del popolo, ha intrapreso la coraggiosa
iniziativa di fondare la Società Salesiana nel 1859 e di
avviare una stampa nonché la pubblicazione delle Letture
Cattoliche. Nei successivi quindici anni ha fondato gli
altri rami della sua famiglia: l’Associazione di Maria Ausi-
liatrice nel 1869, le Figlie di Maria Ausiliatrice nel 1872 e
i Salesiani Cooperatori nel 1876. Infine, ha aperto una
pagina completamente nuova nella vita della sua giovane
Congregazione, inviando i suoi primi missionari nel 1875,
subito dopo l’approvazione delle Costituzioni salesiane
(1874).
Uno sguardo più da vicino allo slancio missionario di
Don Bosco rivela che non è altro che il frutto ultimo e la
più viva manifestazione del suo zelo missionario per far
52

6.4 Page 54

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conoscere Gesù. Questa passione apostolica è il dina-
mismo che sta alla base di tutte le sue iniziative. In ef-
fetti, se esaminiamo da vicino il suo ministero per i gio-
vani, è facile rendersi conto che questo è stato profonda-
mente permeato dalla sua passione per predicare il Van-
gelo. Nel 1854 durante l’epidemia del colera Don Bosco
ha sfidato i suoi migliori ragazzi a guardare oltre i con-
fini sicuri dell’Oratorio e andare ad aiutare quelli colpiti
dal colera. Il sogno-visione di Domenico Savio di Papa
Pio IX portando la luce della fede all’Inghilterra riflette
lo spirito missionario che regnava nell’Oratorio. «L’ora-
torio di Don Bosco», sottolineò Don Vigano, «è concepito
con una prospettiva missionaria per i giovani senza par-
rocchia»29.
Questo zelo missionario – sintetizzato nel Da mihi
animas – era il dinamismo trasversale che animava tutte
le sue iniziative. Don Michele Rua scrisse che «Don
Bosco, con lo zelo ardente per il quale è stato divorato,
gridò: Da mihi animas. È stato questo bisogno di salvare
le anime che hanno fatto sembrare stretto il vecchio
mondo e lo ha spinto a mandare i suoi figli nelle missioni
lontane d’America»30. Nel 1925, cinquantesimo anniver-
sario della prima spedizione missionaria, Don Filippo Ri-
naldi ha usato queste parole per descrivere lo zelo mis-
sionario di Don Bosco: «Nel suo gran cuore erano accu-
mulate da anni gli ardori apostolici di un Francesco Sa-
verio alimentati da una fiamma suprema che gli andava
rischiarando l’avvenire attraverso I sogni … era un vero
missionario, un apostolo divorato dalla passione delle
anime»31. Infatti, Don Bosco, comunicò ai suoi primi Sa-
lesiani e ai suoi ragazzi questo ardente desiderio di con-
dividere la sua fede con i ragazzi poveri e abbandonati a
Valdocco, con i torinesi e con coloro che vivono oltre i
confini d’Italia. Veramente il suo esempio indica che l’im-
pegno missionario per la missione ad gentes «fosse
29 E. VIGANÒ, «Appello
del Papa per le Mis-
sioni», p. 34.
30 Bolletino Salesiano
(gennio 1897), 4.
31 F. RINALDI, ACS 30
(1925) p. 367.
53

6.5 Page 55

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l’ansia permanente della Congregazione, in modo tale da
formar parte della sua natura e del suo scopo»32.
32 Atti del Capitolo Ge-
nerale XIX, 178; Atti
del Capitolo Generale
XX, 471.
33 BENEDETTO XVI,
«Omelia, Parco Expo
Bicentenario, León,
Mexico» (25 marzo
2012).
34 P. CHÁVEZ, «Discorso
alla chiusura del
CG26», Atti del Capi-
tolo Generale XXVI,
137.
35 BENEDETTO XVI, «Di-
scorso alla Curia Ro-
mana per la presen-
tazione degli auguri
natalizi» (22 di-
cembre, 2011).
36 Ibid.
37 Ibid.
38 FRANCESCO, Evangelii
Gaudium 81, 83.
Il Doppio Scopo dell’Animazione Missionaria Salesiana
Alla luce dell’esperienza di Don Bosco, ora possiamo
dedurre il nostro scopo per l’animazione missionaria. L’a-
nimazione missionaria salesiana ha uno scopo duplice
che è interdipendente e reciprocamente complementare.
Mira soprattutto a mantenere viva in ogni salesiano la
passione di far conoscere Gesù e di predicare il Van-
gelo. Tale zelo missionario porta ad una riscoperta della
«gioia di essere cristiani, l’essere sostenuti dalla felicità
interiore di conoscere Cristo e di appartenere alla sua
Chiesa»33. Quindi, un’animazione missionaria efficace rin-
nova «la passione per la salvezza degli altri, dalla gioia
di condividere l’esperienza di pienezza di vita di Gesù»34
dei singoli Salesiani e, di conseguenza, fa sperimentare
la «felicità interiore»35 ad ogni membro della comunità
locale e dell’Ispettoria. Da questa gioia interiore scatu-
risce l’energia «per servire Cristo nelle situazioni oppri-
menti di sofferenza umana, per mettersi a sua disposi-
zione, senza ripiegarsi sul proprio benessere»36 e vivere
radicalmente la nostra vita salesiana. A sua volta, essa
supera «la stanchezza della fede» o «la stanchezza del-
l’essere cristiani»37 che provoca stanchezza interiore, me-
schinità, e la perdita del dinamismo apostolico, che, in
ultima analisi, porta ad «un’accidia paralizzante»38
espressa nella mancanza di gioia e tristezza interiore nel
vivere la vita come cristiani e consacrati. Salesiani entu-
siasti attirano giovani alla vita salesiana. Un’animazione
missionaria efficace, quindi, è intimamente legata alla
promozione vocazionale.
Questo zelo missionario, che dovrebbe essere presente
in ogni salesiano non esclude, ma in realtà implica che
54

6.6 Page 56

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ci sono Salesiani che hanno una vocazione specifica di
essere impegnati nell’apostolato missionario fuori
della propria patria, ambiente culturale e gruppo lingui-
stico (ad exteros); tra coloro che non hanno ancora sen-
tito il Vangelo, o dove la Chiesa non è ancora pienamente
stabilita (ad gentes); e in contesti in cui vi è un abban-
dono della fede o in cui essa viene vissuta come qualcosa
di puramente culturale (nuova evangelizzazione)39 attra-
verso un impegno per tutta la vita (ad vitam)40. Pertanto,
il secondo obiettivo di animazione missionaria che scatu-
risce dal suo obiettivo primario è quello di aiutare i Sale-
siani a discernere se hanno la vocazione missionaria ad
exteros, ad gentes, ad vitam. Coloro che si sentono chia-
mati ad essere missionari sono aiutati ad avviare il pro-
cesso iniziale di discernimento, cercando l’aiuto di una
guida spirituale per scoprire la chiamata di Dio, purificare
e approfondire le loro motivazioni, discernere le loro qua-
lità e atteggiamenti in vista di determinare la loro ido-
neità fondamentale per la vita missionaria salesiana.
La nostra vocazione salesiana ci colloca nel cuore della
Chiesa41 che «è missionaria per sua natura» perché «è in-
viata alle genti»42. Nello stesso modo che all’interno della
vocazione salesiana alcuni sono chiamati ad essere sacer-
doti, mentre altri ad essere coadiutori, la vocazione mis-
sionaria salesiana è anche una chiamata all’interno della
nostra comune vocazione salesiana43. In questa luce, non è
una questione di ‘avere il bisogno di confratelli qui’, né di
‘fuggire’ dalle esigenze dell’Ispettoria. No, no! Si tratta,
invece, di aiutare un confratello a rispondere alla sua vo-
cazione ad essere un missionario salesiano!
L’Animazione Missionaria nelle Comunità Salesiane
L’animazione missionaria salesiana di tutta l’Ispettoria
è sotto la cura del Delegato Ispettoriale per l’Anima-
39 FABC Office of
Evangelisation, «Con-
sultation on Asian
Local Church and
Mission ad Gentes», a
cura di Franz Josef
Eilers, For All the
Peoples of Asia, III,
n. 5, (Claretian Publi-
cations: Quezon City,
2002) 222; RM 33;
BENEDETTO XVI, Motu
Proprio Ubicumque et
Semper (2010).
40 Ad Gentes 6, 27;
RM 32, 79; Atti del
Capitolo Generale XX,
465.
41 Cost. 6.
42 Ad Gentes 2; RM 1,
62.
43 E. VIGANÒ, «Appello
del Papa per le Mis-
sioni», p. 11.
55

6.7 Page 57

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zione Missionaria (DIAM) che lavora in stretta collabora-
zione con i Delegati Ispettoriali per la pastorale giova-
nile, la comunicazione sociale e la formazione. Nelle no-
stre comunità locali, l’animazione missionaria potrebbe
assumere forme diverse. Ecco 4 proposte semplici:
• La celebrazione annuale della Giornata Missionaria
Salesiana, su una data comune scelta da tutta l’Ispet-
toria, intende promuovere la sensibilizzazione alle di-
verse situazioni missionarie e superare ogni tenta-
zione di spegnere se stessi nel proprio contesto. Ogni
anno il Dicastero per le Missioni prepara un poster,
materiali stampati, un DVD con brevi filmati sul tema,
che sono disponibili anche su Youtube. Questi richia-
mano l’attenzione all’universalità e vitalità del carisma
salesiano, mostrato nelle espressioni dello zelo mis-
sionario dei salesiani in contesti diversi.
• L’intenzione missionaria mensile e la preghiera per
i missionari ogni 11 del mese sottolineano l’impor-
tanza della dimensione spirituale della missione e la
possibilità di tutti i confratelli a sostenere l’attività
missionaria della Congregazione, attraverso la loro
preghiera e sacrifici.
• La pubblicazione mensile del Cagliero 11, distribuito
alle comunità attraverso il DIAM, offre le risorse non
solo per la lettura spirituale della comunità ma anche
per il ‘Buongiorno’ agli studenti.
• La formazione di un gruppo missionario in ogni am-
biente locale favorisce il rinnovamento della coscienza
missionaria dei giovani e tutta la comunità educativa
pastorale (CEP), rivitalizza l’entusiasmo per la fede e il
fascino per il carisma salesiano. Un gruppo missio-
nario potrebbe anche promuovere il volontariato tra i
giovani e tutti i membri della CEP. Questi, a loro
volta, suscitano l’ardore che fa nascere nuove voca-
zioni.
56

6.8 Page 58

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Il Senso dell’Animazione Missionaria
Allora, abbiamo davvero bisogno dell’animazione mis-
sionaria oggi? In realtà, ne abbiamo bisogno! L’anima-
zione missionaria salesiana ci aiuta a riscoprire «la gioia
di credere» e di «comunicare Gesù Cristo»44 che «riempie
la vita della comunità dei discepoli»45. Infatti, un’anima-
zione missionaria effettiva sarà quella scintilla che po-
trebbe innescare una «apertura a una permanente riforma
di sé»46 di ogni salesiano e, di conseguenza, una «riforma
delle strutture, che esige la conversione pastorale»47 in
ogni comunità e Ispettoria, altrimenti rischiamo di ce-
dere alla «stanchezza della fede», e scivolare comoda-
mente nella presenza salesiana ‘di mantenimento’, senza
gioia né ardore. Salesiani traboccanti di «la dolce e con-
fortante gioia di evangelizzare»48 sicuramente attireranno
giovani alla vita salesiana!
44 FRANCESCO, Evangelii
Gaudium 86, 30.
45 Idem, 21.
46 Idem, 26.
47 Idem, 27.
48 Idem, 10, 13, 83.
57

6.9 Page 59

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La Giornata Missionaria Salesiana 1988-2015
Un tema missionario è stato proposto a tutta la Con-
gregazione, a partire dal 1988. Tutte le comunità sale-
siane possono conoscere una specifica realtà missionaria,
ogni anno di un specifico continente. È un momento
forte nell’Animazione - Formazione Missionaria nelle Co-
munità salesiane ispettoriali o locali, nei gruppi giovanili
e nella Famiglia salesiana. Non si tratta di un evento iso-
lato, ma piuttosto di un’opportunità per coinvolgere le
comunità SDB e le comunità-educative pastorali (CEP) of-
frendo una proposta che diventi progetto annuale con-
creto.
58

6.10 Page 60

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TEMI ANNUALI
Anno Tema
1988 Guinea - Conakry: Il sogno continua
1989 Zambia: Progetto Lufubu
1990 Timor Leste - Venilale: Giovani evangelizzatori
1991 Paraguay: Ragazzi della strada
1992 Peru - Valle Sagrado Incas: Cristo vive sui sentieri degli Inca
1993 Togo - Kara: Don Bosco e l’Africa - Un sogno che si fa realtà
1994 Cambogia-Phnom Penh: Missionari costruttori di pace
1995 India - Gujarat: In dialogo per condividere la fede
1996 Russia - Yakutsk: Luci di speranza in Siberia
1997 Madagascar: Ragazzo te lo dico, alzati
1998 Brasile: Yanomami: Vita nuova in Cristo
1999 Giappone: Il difficile annuncio di Cristo in Giappone
2000 Angola: Vangelo seme di riconciliazione
2001 Papua New Guinea: Camminando coi giovani
2002 Missionari tra i giovani rifugiati
2003 L’impegno per la promozione umana nella missione
2004 India - Arunachal Pradesh: Il risveglio di un Popolo
2005 Mongolia: Una nuova frontiera missionaria
2006 Sudan: La missione salesiana in Sudan
2007 Sudan: La missione salesiana in Sudan
2008 HIV/AIDS: Risposta dei salesiani - Educare per la vita
2009 Animazione missionaria - Tieni viva la tua fiamma missionaria
2010 Europa: I salesiani di Don Bosco camminano con i Rom-Sinti
2011 America: Volontari per proclamare il Vangelo
2012 Asia: Raccontare Gesù
2013 Africa: Cammino di fede
2014 Europa: Gli altri siamo noi - Attenzione salesiana ai migranti
2015 Signore, manda me! - Vocazione salesiana missionaria
59

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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Alcuni Centri di Specializzazione
Pontificia Università Gregoriana (Roma)
Facoltà di Missiologia (http://www.unigre.it/
struttura_didattica/missiologia/index.php)
Indirizzo in Evangelizzazione
Indirizzo in Teologia delle Religioni
Religioni e culture del Mediterraneo
Studi islamici
Religioni e culture dell’Asia
Pontificia Università Urbaniana (Roma)
Facoltà di Missiologia (http://www.urbaniana.
edu/it/missiologia/ord_stud.htm)
Teologia missionaria
Pastorale e Catechesi missionaria
Missione e Religioni
Corso Annuale di Formazione Missionaria
(piano personalizzato)
Pontificia Università ‘Angelicum’ (Roma)
(http://www.pust.it/)
Centro per il Dialogo Interreligioso
Scalabrini Migration International Institute (Roma)
(http://diplomasimi.org/)
Diploma in Pastorale per Migranti
Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (Roma)
(http://www.pisai.it/home.aspx)
Corso d’introduzione all’Islam
Licenza di Studi Arabi e Islamici (3 anni, 1˚
anno in Egitto)
Dottorato
60

7.2 Page 62

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Ateneo de Manila (Filippine)
Chinese Studies Program (http://www.admu.
edu.ph/ls/soss/chinese-studies/about)
Dar Comboni for Arabic Studies (Egitto)
Diploma in lingua araba e islamistica
(http://www.comboniegypt.org/Ita/DAR%20
COMBONI%2017.htm)
Fundación Universitaria San Alfonso (Colombia)
Specializzazione in missiologia (http://fusa.
edu.co/index.php/la-fundacion/rectoria)
Institute for Consecrated Life In Asia (Filippine)
Licenza in Missiologia (http://www.icla.org.
ph/index.php/degree-programs)
Pontificio Istituto Dharmaram Vidya Kshetram (India)
Licenza in Missiologia (http://www.dvk.in/View
CourseDetails.aspx?CourseId=52&FacultyId=1)
Sacred Heart Theological College (India)
Licenza in Missiologia
Tangaza University College (Kenya)
Institute of African Studies
(http://www.tangaza.org/)
Universidad Católica Boliviana (Bolivia)
Instituto Latinoamericano de Misionología
(http://www.misionologia.org/info_academica.php)
Université Saint-Joseph de Beyrouth (Libano)
Centre de Recherches et d’Etudes Arabes -
islamistica e lingua araba
61

7.3 Page 63

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Pubblicazioni del Dicastero per le Missioni
(per titolo e anno di pubblicazione)
1. Il Missionario (1980)
2. Salesian Africa (1986)
3. Pastoral Amazonica. Semana de Estudos Missionarios - Camp Grande (1986)
4. Evangelization in India. Study sessions for the Salesian Family on Evangelization in
Tribal Areas of India - Shillong (1987)
5. Africa Salesiana. Visita d’Insieme - Lusaka (1988)
6. Spiritualità Missionaria Salesiana I. La Concezione Missionaria di Don Bosco
(1988)
7. Spiritualità Missionaria Salesiana II. L’Educazione Cristiana e Missionaria di Don
Bosco (1988)
8. Salesian Missionary Spirituality III. Prayer and the Salesian Missionary (1988)
9. Espiritualidad Misionera Salesiana IV. The Ideal of Mission (1988)
10. Spiritualité Missionnaire Salésienne V. The Missionary Project of the Salesians of
Don Bosco (1988)
11. Pastorale Salesiana in Contesto Islamico (1989)
12. Animazione Missionaria Salesiana II. Secondo Incontro di Studi per DIAM - Madrid
(1989)
13. Pastoral Mapuche. Encuentro DIAM Salesiano - Junin de los Andes (1989)
14. The Far East. Cultures, Religions, and Evangelization - Hua Hin (1989)
15. Lettura Missionaria di “Educare i Giovani alla Fede” CG XXIII. Incontro di Procu-
ratori e DIAM dell’ Europa - Roma (1991)
16. Animación Misionera Salesiana. Primer Encuentro de DIAM de America Latina -
Lima (1991)
17. Missionary Animation. First Meeting of the PDMA for Asia and Australia - Banga-
lore (1992)
18. Spiritualité Missionnaire Salésienne, Les Jeunes Africains en Quête de Leur Identité.
Séminaire d’Animation - Yaounde (1992)
19. Evangelización y Cultura en el Contexto de Pastoral Amazonica. Seminario de Ani-
mación - Cumbayá (1993)
20. Evangelización y Cultura en el Contexto de Pastoral Andina. Seminario de Anima-
ción - Cumbayá (1994)
21. Evangelización y Cultura en el Contexto de Pastoral Mapuche. Seminario de Ani-
mación - Ruca Choroi (1993)
22. Evangelization and Interreligious Dialogue. Missionary Animation Seminar - Bat-
ulao (1994)
23. Evangelization and Interreligious Dialogue. Missionary Animation Seminar - Hyder-
abad (1994)
63

7.5 Page 65

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24. Evangelización y Cultura en el Contexto de Pastoral Mesoamericana. Seminario de
Animación - Mexico (1994)
25. The Volunteer Movement and Salesian Mission (1995) - ENG, ESP, ITA, FRA, POR
26. Educare alla Dimensione Missionaria (1995)
27. Presenze dei Salesiani in Africa (directory published annually from 1986 to1996)
28. Church - Communion and Mutual Missionary Relationship. Missionary Animation
Seminar - Addis Ababa (1997)
29. Incontro Europeo DIAM - Roma (1997)
30. National Missionary Animation Meeting for PDMA - Mumbai (1997)
31. Manual of the Provincial Delegate for Missionary Animation (1998)
32. Uniqueness of Salvation in Jesus Christ and Need of Primary Evangelization. Anima-
tion and Missionary Formation Seminar SDB-FMA East Asia Oceania - Hua Hin
(1998)
33. Missionary Praxis and Primary Evangelization. Animation and Missionary Forma-
tion Seminar SDB-FMA - Calcutta (1999)
34. Seminário de Pastoral em Contexto Afro-Americano. Seminario de Animação e For-
mação Missionária-Belo Horizonte (1999)
35. G. Ballin, I Fioretti d’un Missionario. Paraguay Cuore d’America (1999)
36. Le Projet-Afrique face au Defi de la Première Evangelisation et de la Phase de Con-
solidation. Seminaire d’Animation et de Formation Missionnaire-Yaounde-Mbeal-
mayo (1999)
37. La Primera Evangelización en Diálogo Intercultural. Experiencias y Formación de
Catecquistas. Seminario de Animación y Formación Misionera en el Contexto Pa-
storal Andino y Mesoamericana - Cumbayá (2000)
38. Seminário Sobre a Práxis Missionaria na Região Amazônica. Seminario de Ani-
mação e Formação Missionária - Manaus (2000)
39. Missionari nel Paese del Sol Levante Discepoli di Don Cimatti. Figure che Parlano
ancora (2000)
40. P. Baldisserotto, Rio de Agua Viva. Cartas de Pe. Antonio Scolaro Para a Missão e
Testemunho (2000)
41. Sprazzi di Vita. Figure che Parlano Ancora (2000)
42. Project Africa Between the Challenges of First Evangelization and the Phase of Con-
solidation. Animation and Missionary Formation Seminar SDB-FMA – Nairobi
(2001)
43. Seminario di Animazione e Formazione Missionaria. SDB-FMA in Contesto Islamico
- Roma (2001)
44. Presenza Salesiana SDB-FMA in Contesto Ortodosso. Seminario di Animazione e
Formazione Missionaria - Roma (2002)
45. Salesian Family Missionary Seminar. Mission Animation Notes 1 - Port Moresby
(2005)
46. East Asia and the Challenges of Mission Ad Gentes. Salesian Family Missionary
Seminar. Mission Animation Notes 2 - Hua Hin (2005)
47. Planning and Development Office. Proceedings of the Seminar - Rome (2005)
48. Les Defis de la Mission Ad Gentes en Afrique. Seminaire de Missiologie de la Fa-
mille Salesienne. Animation Notes 3 - Kinshasa (2006)
49. Mission Ad Gentes Today in Africa. Challenges to Mission Ad Gentes in the English
Speaking Provinces of Africa in the Light of the Apostolic Exhortation Ecclesia in
Africa. Mission Animation Notes 4 - Nairobi (2006)
64

7.6 Page 66

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50. Pueblos Indigenas y Evangelización. V Encuentro de Misioneras y Misioneros Sale-
sianos en Contextos Pluriculturales - Cumbayá (2006)
51. Project Africa [1980-2005] (2006)
52. Impegno Salesiano nel Mondo Islamico. Dossier (2008)
53. Voluntary Service in the Salesian Mission (2008) - ENG, ESP, ITA, FRA, POR
54. Mantén Viva tu Llama Misionera. II Seminario Americano de Animación Misionera
SDB-FMA - Cumbayá (2012)
55. Planning and Development Office at the Service of the Salesian Charism in the
Province - Hyderabad (2012) - ENG, ESP, FRA
56. Provincial Mission Office at the Service of the Salesian Charism - Bonn (2012) -
ENG, ESP, FRA
57. Study Days on the Salesian Mission and Frontier Situations and Initial Proclamation
in Europe Today - Prague (2013)
58. Study Days on the Salesian Presence Among Muslims (2013) - ENG, ITA, FRA
59. Study days on the Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in Oceania
in the Context of Traditional Religions and Cultures and Cultures in the Process of
Secularisation – Port Moresby (2013)
60. Study Days on the Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in the
Three-fold Context of East Asia - Sampran (2013)
61. Study Days on the Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in the
Three-fold Context of South Asia - Kolkata (2013)
62. La formazione Missionaria dei Salesiani di Don Bosco - Roma (2014) - ENG, ESP,
ITA, FRA, POL, POR.
65

7.7 Page 67

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Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma
Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@donbosco.it
Gennaio 2014

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