Orientamenti adottati dal Consiglio Superiore per il riconoscimento di appartenenza alla Famiglia Salesiana
La Famiglia Salesiana e i suoi doni
L'appartenenza alla Famiglia Salesiana non è primariamente un fatto giuridico od organizzativo, ma consiste nella partecipazione vocazionale al carisma di Don Bosco, cioè al suo spirito e alla sua missione, di gruppi che direttamente, come le Figlie di Maria Ausiliatrice e i Cooperatori, furono fondati da Lui, o indirettamente a Lui si riferiscono perché suscitati dallo Spirito Santo all'interno del "fenomeno salesiano" con la mediazione di qualche salesiano e col favore di ambienti e gruppi salesiani, come è accaduto per le Volontarie di Don Bosco, che trovarono la loro origine nell'opera di Don Rinaldi e nel suo apostolato tra alcune Cooperatrici, Allieve ed Exallieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Gli elementi comuni tra i vari gruppi della Famiglia Salesiana (FS) si riducono, fondamentalmente, al fatto di essere chiamati per l'unica missione salvatrice propria di Don Bosco da realizzare secondo il suo spirito, con vocazioni specifiche diverse e, naturalmente, in una grande diversità di pastorale e di iniziative apostoliche.
Tenendo conto della riflessione che dopo il Capitolo Generale Speciale (CGS) si è fatta sulle componenti che costituiscono l'identità vocazionale salesiana da parte del Rettor Maggiore, Don Ricceri nel 1973 e Don Viganò il 31 gennaio 1981, e da parte di autorevoli rappresentanti degli stessi gruppi riconosciuti come già appartenenti alla E S. dal CGS, tali valori possono essere elencati come segue:
Vocazione salesiana, cioè chiamata a compartecipare il dono di Dio, il "carisma" , fatto a Don. Bosco e alla sua Famiglia, in qualche aspetto rilevante dell'esperienza umana e soprannaturale tipica di Don Bosco. Il gruppo deve manifestare di essere mosso dallo Spirito Santo e guardare a Don Bosco come modello e maestro e a voler attualizzare, in qualche modo, il suo carisma; questo è più facile a discernere se il fondatore è un salesiano, o una Figlia di Maria Ausiliatrice o altro membro della Famiglia Salesiana.
Partecipazione alla Missione Giovanile e Popolare salesiana significa che l'Istituto ha tra i suoi scopi tutti, o alcuni, di quelli della missione globale salesiana: evangelizzazione e catechesi, promozione integrale dei giovani, soprattutto poveri e abbandonati, cultura cristiana del "popolo", specialmente attraverso i mezzi della comunicazione sociale, lavoro specialmente missionario.
Condivisione dello spirito e metodo educativo - pastorale salesiano centrato sulla carità pastorale, lo spirito di famiglia, l'ottimismo, la preghiera semplice e vitale, la stima dei sacramenti e la devozione a Maria. Adozione di una criteriologia pastorale e promozione di un tipo di presenza e di azione educativa e pastorale che si ispira al "sistema preventivo" di Don Bosco.
Vita evangelica secondo lo spirito salesiano, in quanto l'Istituto propone ai suoi membri un ideale evangelico conforme allo "spirito dei consigli", con voti, promesse o altro tipo di impegno, vissuti secondo lo stile di vita e di santificazione salesiana di cui Don Bosco e gli altri santi della Famiglia Salesiana sono modelli concreti.
Fraternità attiva salesiana ogni gruppo infatti conserva la propria specificità e autonomia, ma come ricchezza di comunione da offrire alla Famiglia stessa e decide:
- di inserirsi nella realtà dei diversi gruppi della Famiglia Salesiana, e di viverne i tipici legami di fraternità e di collaborazione;
- di riconoscere al Rettor Maggiore, successore di Don Bosco, la funzione di padre e di centro di unità della Famiglia, e, quindi, alla Congregazione salesiana un ruolo speciale di animazione spirituale che essa ha ereditato da Don Bosco.'
Tutti questi elementi comuni sono di per sé fondamento di una intensa comunione e fraternità apostolica tra i vari gruppi di battezzati che li condividono. Il Fondatore aveva anche realizzato una stretta unione con vincoli organizzativi e giuridici possibili al suo tempo. Oggi, come espressione di fedeltà dinamica alla sua volontà è bene ricercare altri modi di comunione adatti alle caratteristiche di ogni gruppo.
Riconoscimento di appartenenza alla Famiglia Salesiana
Il Capitolo Generale XX ha preso atto dell'appartenenza alla Famiglia Salesiana in senso stretto, a titolo vocazionale, dei Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dei Cooperatori e delle Volontarie di Don Bosco, e ha lasciato aperta la via al riconoscimento per altri gruppi sorti dalla morte di Don Bosco fino ad ora, o che potranno ancora sorgere, ma non ha indicato le modalità del riconoscimento.
Il CGS mentre ha riconosciuto per gli Exallievi l'appartenenza a titolo speciale dell'educazione ricevuta, ha aperto una appartenenza alla FS. in senso ampio ai destinatari della missione e a quanti vivono nel grande cerchio della presenza salesiana nella Chiesa.
I seguenti orientamenti riguardano esclusivamente gruppi che aspirano ad essere riconosciuti come appartenenti alla Famiglia Salesiana nella sua realtà vocazionale e come partecipazione e comunione in un carisma che cerca spontaneamente qualche segno e struttura di unità attorno al Rettor Maggiore successore di Don Bosco Fondatore e primo animatore della Famiglia Salesiana.
Durante il Capitolo Generale 21 (CG21) il Rettor Maggiore precisò che l'appartenenza alla Famiglia Salesiana in senso stretto può essere riconosciuta soltanto a "gruppi istituiti" e "dev'essere chiaro che un gruppo non è istituito se non ha l'approvazione del Rettor Maggiore con il suo Consiglio, se non ha una storia che ne assicuri il discernimento da parte degli organismi ufficiali che possono dare la qualifica di istituzione a un gruppo".
Si tratta quindi di individuare le condizioni e di indicare le modalità per riconoscere autorevolmente da parte del Rettor Maggiore che un determinato gruppo appartiene già alla Famiglia Salesiana per fondazione e in quanto ne possiede gli elementi storico-carismatici.
Il riconoscimento di appartenenza viene dichiarato dal Rettor Maggiore e dal suo Consiglio quando un gruppo ne fa liberamente richiesta e dopo che si è verificato che nel suo progetto di vita e di apostolato esistono, sostanzialmente, i valori e gli orientamenti comuni della Famiglia Salesiana e che essi sono chiaramente affermati nei documenti ufficiali del medesimo gruppo istituito.
Un Istituto che abbia nelle sue Costituzioni chiaramente espressi i valori comuni della vocazione salesiana e possa dimostrare la concreta esistenza di essi non solo nei suoi documenti, ma nella sua storia e nella vita, può esprimere al Rettor Maggiore il suo desiderio motivato di ricevere la dichiarazione di appartenenza alla Famiglia Salesiana.
Poiché l'adesione alla Famiglia Salesiana coinvolge l'impegno di tutti i membri dell'Istituto, la domanda sarà fatta dalle istanze supreme dell'Istituto e confortata dalla volontà di aderirvi espressa dall'Assemblea o dal Capitolo Generale in vista dei doveri e dei diritti che ne derivano.
Il Rettor Maggiore farà studiare la domanda e le sue motivazioni dal Dicastero per la Famiglia Salesiana; ove l'esame risulti positivo, sonderà l'opinione di altri gruppi riconosciuti della Famiglia Salesiana e chiederà il parere del suo Consiglio. Se alla fine di tali verifiche il Rettor Maggiore giudicherà che ci sono elementi sufficienti per dare esito positivo alla domanda, ne comunicherà le decisioni al gruppo interessato e a tutti gli altri gruppi che fanno parte della Famiglia Salesiana.
Il riconoscimento del Rettor Maggiore non toglie al gruppo riconosciuto la sua autonomia, ma lo impegna ugualmente ad inserire innanzitutto in qualche documento ufficiale, preferibilmente nelle Costituzioni, la dichiarazione di adesione alla Famiglia Salesiana, in modo che il fatto sia conosciuto ed accettato da tutti i suoi membri.
Le relazioni fraterne nella Famiglia Salesiana
Come conseguenza dell'adesione e del riconoscimento il gruppo considererà il Rettor Maggiore come Successore di Don Bosco, Padre e Centro di unità di tutta la Famiglia Salesiana, accettando quegli orientamenti e direttive che riguardano la fedeltà di ogni gruppo ai valori salesiani comuni a tutti.
L'adesione comporta un impegno particolare di fraternità spirituale ed apostolica con tutti gli altri gruppi della Famiglia Salesiana che richiede la mutua conoscenza, l'aiuto reciproco, la promozione vocazionale, la comunicazione e la presenza negli avvenimenti significativi. della vita di ogni gruppo da parte di tutti gli altri, come attuazione della comunione ecclesiale in stile salesiano.
Per favorire tale comunione con il dialogo e il collegamento, la partecipazione, il sorgere di iniziative comuni per l'attuazione della missione e della presenza salesiana nella Chiesa e nelle attività sociali, sarà utile dare vita, con il consenso di tutti, ad agili strutture - Consulte o Consigli pastorali della Famiglia Salesiana, per esempio - per programmare momenti di fraternità, di studio e di preghiera, che, mentre permettono lo scambio delle ricchezze spirituali e la collaborazione, evidenziano anche un senso più vivo dell'identità di ognuno.
La Congregazione Salesiana ha ereditato da Don Bosco particolari responsabilità di animazione e di servizio pastorale in senso salesiano verso i vari gruppi che fanno parte della Famiglia Salesiana per favorire l'unità e la fedeltà al carisma di Don Bosco nel pieno rispetto della loro specifica vocazione. Sono questi i fini del Dicastero per la Famiglia Salesiana.
Mentre la Congregazione a livello mondiale, ispettoriale e locale si renderà disponibile a tale servizio considerandolo preferenziale e preparando animatori adatti per le esigenze dei componenti e dei destinatari dell'apostolato dei vari gruppi, questi a loro volta considerano la cura pastorale dei Sacerdoti salesiani e di altri gruppi della Famiglia Salesiana come aiuto alla loro fedeltà e al carisma di Don Bosco e allo spirito di famiglia.
I Salesiani, senza pregiudizio della vita religiosa comunitaria, apriranno volentieri le loro Case e le loro opere per raccogliere ed animare i membri dei vari gruppi per le esigenze della loro vita ed apostolato; così pure faranno in spirito di fraternità i vari gruppi fra loro.
In particolare la Congregazione mette a disposizione dei componenti la Famiglia Salesiana i suoi strumenti e organismi di formazione e di studio della storia, e di promozione della spiritualità e della missione salesiana, invitando tutti alla collaborazione.
E siccome Don Bosco diceva che "specialmente dalla lettura del Bollettino Salesiano viene un bene straordinario, cioè l'unità dei sentimenti ed un vincolo strettissimo di unione", il Dicastero per la Famiglia Salesiana invita i vari gruppi a partecipare con loro elementi qualificati alle attività di comunicazione sociale e di informazione salesiana.
Norme applicative degli orientamenti adottati nel 1982, stabilite dal Rettor Maggiore col suo Consiglio in data 9 gennaio 1998
Le indicazioni precedenti restano valide nei contenute e nelle motivazioni che presentano.
Per renderle operative e chiare è parso bene al Rettor Maggiore e al suo Consiglio, nella seduta del 9 gennaio 1998, esplicitare quanto segue:
per comprovare la consistenza nell'esperienza salesiana, il Gruppo richieda al Rettor Maggiore il riconoscimento di appartenenza, almeno 10 anni dopo il riconoscimento ecclesiale, a norma del Diritto;
la consistenza salesiana comporta:
l'esperienza vissuta della vocazione salesiana, oltre che espressa nei documenti ufficiali;
la coscienza di elementi originali di vocazione salesiana, che arricchiscono gli altri Gruppi della FS;
la tendenza alla crescita numerica del Gruppo; 4. la diffusione in varie Diocesi e Paesi;
la capacità organizzativa interna, cioè vita ed attività autonome, anche se in comunione con gli altri gruppi che compongono la FS;
si porrà attenzione alla composizione dei Gruppi, perché non risultino costituiti da appartenenti a Gruppi già riconosciuti della FS.
Riconosciamo che i Gruppi rappresentano la ricchezza della Famiglia Salesiana di Don Bosco e un dono alla Chiesa. Auspichiamo, perciò, la loro consistenza carismatica.
(da ACS 304, pag. 57-61)