IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME
STABAT MATER. LA MADRE C’È.
SEMPRE.
«Dove c’è don Bosco, c’è Maria!» si diceva allora.
«Dove ci sono i Salesiani, c’è Maria Ausiliatrice!» si può dire, oggi.
Da Beirut a Valdocco, si sente la concreta presenza della Madonna nelle opere dei Salesiani.
Ieri, primo aprile, abbiamo celebrato la Pasqua del Signore. Vi sto scrivendo da Beirut, Libano, e penso con gratitudine a quanto siano significative queste date per la famiglia salesiana.
Il 5 aprile del 1846, nelle «basse» di Valdocco, proprio sotto la sinistra immagine del Rondò della Forca, un giovane prete correva verso una massa di ragazzi stipati in un prato gridando: «Allegri, figlioli! Abbiamo trovato l’oratorio! Avremo chiesa, scuola e cortile per saltare e giocare. Domenica ci andremo. È là, in casa Pinardi!»
Era la domenica delle Palme. La domenica seguente era Pasqua di Risurrezione. I ragazzi arrivarono a ondate. Stiparono la tettoia, trasformata in cappella, la striscia di terreno accanto, i prati intorno.
In un silenzio commosso assistettero alla Messa che don Bosco celebrò per loro. Poi, afferrando al volo la pagnotta, sciamarono nei prati, e la gioia esplose. La gioia di avere, finalmente, una casa «tutta per loro».
Da quella domenica di Resurrezione fino ad oggi sono stati così tanti gli interventi della Provvidenza e della Vergine.
Don Bosco fu proclamato santo il primo aprile 1934, una piovosa domenica di Pasqua. Quest’anno, il primo aprile, i salesiani di tutto il mondo celebrano la Santa Pasqua nei luoghi e nei posti più diversi del mondo. In incantevoli chiese, in basiliche solenni o sotto un albero come nel campo di rifugiati di Palabek o di Juba in Sud Sudan, dove le comunità salesiana condividono pane e povertà con gli ultimi e i respinti dal mondo “civile”. Ringraziamo Dio per questi segni di Vita e di Risurrezione, perché nella loro povertà e nel loro dolore sono i preferiti di Dio. Siamo noi a permettere queste situazioni ingiuste.
E sempre in questi giorni riecheggiava l’antico magnifico canto: «Stabat Mater». Un latino quasi intraducibile: «La Madre era presente». Nelle lacrime del Venerdì Santo e nel gaudio della Risurrezione. La Madre c’era!
Si diceva «Dove c’è don Bosco, c’è Maria!». Si può dire «Dove c’è un Salesiano, c’è Maria Ausiliatrice!»
Insieme ai salesiani di Beirut, sono stato al Santuario della Madonna del Libano. Un incantevole posto sulla montagna, dove una grande statua della Vergine ha a braccia aperte per abbracciare la città di Beirut. Siamo andati a pregare in una piccola cappella. C'erano diverse persone che pregavano. Molti erano giovani Questo mi ha colpito profondamente. E il mio sguardo si è fermato anche su una giovane madre e suo figlio di circa 14 anni. La madre pregava con gli occhi chiusi e con profonda concentrazione e devozione. Il ragazzo era al fianco della madre. Mi sembrava un po’ spazientito per la posizione e il silenzio, ma guardava la sua mamma e io guardavo tutti e due, perché era una scena splendida. Quanta fede ispirava. Sicuramente i battiti del cuore di quella giovane madre pulsavano all’unisono con il cuore dell’altra madre, la Madre di Gesù, la Madre di tutti noi.
E questa scena si confondeva con tante altre uguali che avevo visto e vedo in tanti posti, a tutte le latitudini. La Vergine suscita tanta tenerezza, affetto e amore nei suoi figli e figlie in tutto il mondo. Quest'anno a maggio, celebriamo il 150 ° anniversario dell'inaugurazione della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, la risposta di Don Bosco al desiderio della Vergine. Luogo sacro dove le parole della Madre si sono avverate: «Questa è la mia casa. Di qui si irradierà la mia gloria».
Noi abbiamo portato il suo nome e la sua “gloria” in tutto il mondo salesiano. In 134 nazioni. Un mondo costellato di santuari, templi, santuari mariani, basiliche, dove la Madre continua a invitare i suoi figli di tutte le culture e di tutti i colori per prenderli nel suo immenso cuore e tenerli vicino al Figlio tanto amato.
Sono certo che scene come quella della Mamma con il figlio a Beirut, si moltiplicano migliaia e migliaia di volte in tutto il mondo ogni giorno.
Non possiamo dimenticare il sogno di don Bosco, fatto a Marsiglia, quando infuriava la persecuzione contro gli ordini e le congregazioni religiose: «Mi vidi davanti la Vergine SS. posta in alto, proprio come si trova sulla cupola di Maria Ausiliatrice. Aveva un gran manto che si stendeva tutto attorno a Lei e formava come un salone immenso; e lì sotto vidi tutte le nostre case di Francia. La Madonna guardava con occhio sorridente tutte queste case, quand’ecco successe un temporale orribile, o meglio un terremoto con fulmini, grandine, mostri orribili di ogni forma e figura, fucilate, cannonate, che riempirono tutti del più grande spavento. Tutti quanti questi mostri, fulmini e palle erano rivolti contro i nostri che stavano sotto il manto di Maria; ma nessuno recò danno a coloro che stavano sotto una così potente difensora: tutti i dardi andavano a spuntarsi nel manto di lei e cadevano a vuoto. La Beata Vergine, in un mare di luce, con la faccia raggiante e un sorriso di paradiso, disse molte volte in questo frattempo: “Io amo chi mi ama”».
Oggi, come allora la Madonna ci tiene tutti sotto il suo manto e per questo non abbiamo nulla da temere.
Con sguardo salesiano riconosciamo, come don Bosco, che “Maria ha fatto tutto” e continua a farlo!
Vi auguro una felice festa di Maria Ausiliatrice. Il 23 maggio, a Valdocco, inaugureremo solennemente il centocinquantesimo anniversario della Basilica di Maria Ausiliatrice. Sarà una preziosa occasione per unirci con tutti i santuari, cappelle, basiliche del mondo in cui lei, la Madre, continua ad irradiare la sua tenerezza materna. Come oggi a Beirut.
Ne sono testimone: da Beirut a Valdocco, in Africa, in Asia, Australia, Maria è sempre presente.