2018|it|01: «Don Bosco ci ha insegnato che Dio ci vuole sempre felici»

IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE

DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME


«DON BOSCO CI HA INSEGNATO CHE DIO CI VUOLE SEMPRE FELICI»


Sono più che mai convinto che don Bosco è sempre vivo oggi, in tante realtà in cui migliaia e migliaia di persone continuano caparbiamente a realizzare, nel nome di Gesù, il suo sogno. Don Bosco è vivo perché continua ad ispirarli e a donare il coraggio di non desistere mai.



Carissimi amici e fratelli, vi scrivo il messaggio per il mese di don Bosco avendo negli occhi e nel cuore le straordinarie e meravigliose esperienze di quest’ultimo mese e mezzo. Vorrei comunicarvi l’emozione e l’intensità dei quattordici giorni vissuti in Brasile-San Paolo e Recife, la ricchezza e le magnifiche realtà degli undici giorni in India, a Bangalore, Guwahati, Assam e Mumbai. Anche questi ultimi dieci giorni vissuti in Angola e in Mozambico sono stati molto speciali.

Vi scrivo sull’aereo che mi porta a Doha, Qatar, per un altro viaggio, ma ho l’anima gonfia di ricordi. Oggi, ci siamo salutati abbiamo celebrato l’Eucaristia domenicale in un posto semplice e umile. C’erano duecento adulti e bambini, molti a piedi nudi, che non indossavano vestiti da festa perché non li possiedono. Al momento del ringraziamento, uno di loro, una bambina, lesse questo che vi trascrivo. Mi è sembrato stupendo e non ho voluto conservarlo solo per me. È così pieno di vita che mi ha fatto pensare a una verità evidente per grazia di Dio: Don Bosco è vivo e opera ovunque nel mondo.

Quella ragazzina di dodici anni lesse questo: «In questo momento dell’Eucaristia diciamo grazie al Signore e a te, Padre Angel. La tua presenza ci aiuta a celebrare la vita e l’amicizia. Il cuore si è fatto più grande celebrando con te, che porti nel cuore tanti bambini e ragazzi del mondo. Caro Padre Angel, Padre e Amico, grazie per aver celebrato con noi. Dio ti benedica ovunque tu andrai. Pregheremo per te e sappiamo che tu preghi sempre per noi.

Vorremmo accompagnarti nei tuoi viaggi e aiutarti nel tuo lavoro, però come sai abbiamo ancora molto da studiare, aiutare in casa e prepararci per fare del bene alla nostra gente.

Un giorno, quando tornerai. Avremo più tempo per raccontare tutte le cose buone che avremo scoperto e tutto il bene che avremo fatto. Don Bosco ci ha insegnato che Dio ci vuole sempre felici, facendo bene tutto quello che dobbiamo fare.

Porta a tutti i bambini del mondo il nostro abbraccio.

Ovunque tu sia, sentirai nel tuo cuore che la nostra amicizia prega per te, e il ricordo della nostra gioia ti porti pace e sollievo quando ti sentirai stanco.

Portaci nel cuore, che noi, nel cuore, siamo già con te. Canta con noi questa canzone, Padre Angel, perché questo è ciò che Dio vuole: "Sono felice perché il mio Gesù lo vuole"».

Questo il messaggio di quella bambina, accompagnata da alcuni giovani animatori.

Più delle parole guardavo i loro occhi e mi specchiavo in essi, e sentivo tutta la gioia e l’orgoglio di appartenere a questa famiglia salesiana, disseminata in tutto il mondo e nata davvero per loro, i più piccoli, i più poveri, i più semplici. È con loro che ci sentiamo bene, è con loro che dovremmo sempre sentirci bene.


«Ho un futuro. Niente è perso. Sono qui e ho un futuro, ho un futuro».


E pensavo alle migliaia di ragazzi e ragazze incontrati in questo mese e mezzo di viaggi e tutti, pur di culture diverse, di razze e colori diversi, in lingue e modi diversi, hanno detto le stesse cose, espresso gli stessi sentimenti.

Sono più che mai convinto che don Bosco è sempre vivo oggi, in tante realtà in cui migliaia e migliaia di persone continuano caparbiamente a realizzare, nel nome di Gesù, il suo sogno. Don Bosco è vivo perché continua ad ispirarli e a donare il coraggio di non desistere mai.

Una settimana prima, in Luanda, Angola, durante la visita alla nostra casa che accoglie i ragazzi raccolti dalla strada (quel giorno erano 42. L’ultimo arrivato, il “beniamino” di 6 anni, era lì da una settimana, il “veterano” da cinque), uno dei ragazzi, bravissimo nel rap, aveva composto una canzone per l’occasione. Il tema centrale era: «Ho un futuro. Niente è perso. Sono qui e ho un futuro, ho un futuro». Viveva in strada da due anni, quando la Provvidenza volle che lo trovassero i Salesiani. E guardando quei bambini, con il cuore pieno di emozione, mi sono detto: «Don Bosco è vivo. Don Bosco è vivo in questa casa, in ciascuno dei miei fratelli ed educatori laici salesiani che oggi gli danno parola, sguardo e braccia per accogliere questi ragazzi da padri, fratelli e amici».

La bambina di Matola che mi aveva chiesto di prenderli nel cuore aveva ragione. Non posso non prenderli nel cuore dopo averli conosciuti.

È quello che come me, tanti di voi amici e amiche, fanno tante persone buone che credono che insieme possiamo fare del gran bene, in un mondo come il nostro ammalato di indifferenza e sfiducia in tutto e in tutti.

Posso assicurarvi che questa è la vita vera. Come diceva spesso Santa Madre Teresa, per ogni povero, per ogni ragazzino, per ogni bambina, ogni adolescente e giovane che incontriamo, questo incontro non solo non è indifferente ma può cambiare per sempre la loro vita.

Grazie al buon Dio per tanta bellezza. Grazie al buon Dio perché loro, i più piccoli, i più semplici, quelli che non contano niente in questo mondo continuano a farci tanto bene.

Nel nome di Don Bosco, grazie!