IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME
CREDIAMO IN VOI, CARI GIOVANI
Mi sento ancora i cuore pieno di gioia per la simpatia dei giovani, la loro genuina allegria e la straordinaria capacità di adattarsi a qualunque situazione, gradevole o sgradevole, con il sorriso sulle labbra.
Mi sono convinto ancora una volta che i nostri giovani, i giovani del mondo, questi giovani, sono veramente saggi e appassionati e hanno molto da offrirci e anche da insegnarci.
Miei cari amici e amiche, lettori del Bollettino Salesiano. In questo messaggio mi sento quasi obbligato a parlare in modo entusiasta dei giovani, dopo aver vissuto la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia.
È stato un incontro di giovani provenienti da moltissimi paesi del mondo che ha suscitato un’eco planetaria, sicuramente per l’alone di simpatia ed interesse che circonda Papa Francesco, ma in questo caso la risonanza speciale nasce dai seicentomila giovani del mondo che sono stati presenti in tutti i momenti (catechesi e celebrazioni) della GMG. E c’erano più di due milioni di persone alla Messa della domenica.
La giornata più preziosa per me, e per tanti di noi educatori e amici dei giovani, è stata l’incontro del giorno prima con quasi seimila giovani arrivati dalle case salesiane di 52 paesi. Tanti altri non avevano ottenuto i permessi e i visti necessari per il viaggio o avevano incontrato altre difficoltà che avevano impedito che questo bel sogno diventasse realtà.
Incontrarci con i giovani del Movimento Giovanile Salesiano del mondo è stato un regalo pieno d’affetto e di intima soddisfazione per ogni cuore salesiano. Abbiamo potuto dialogare e riflettere, celebrare l’Eucaristia, condividere i pasti come una famiglia, un po’ numerosa, ma vera famiglia, e trascorrere una serata “oratoriana” sullo stile delle serate di Valdocco con don Bosco o di Mornese con Madre Mazzarello.
Abbiamo concluso alla fine con la preghiera comune e il magnifico augurio della “Buonanotte” salesiana.
I giorni successivi sono stati una primavera, una fioritura di festa e vitalità giovanile. In mezzo alle premurose misure di sicurezza, nella città di Cracovia si sono mossi in tutte le direzioni, fiumi giovanili di tutti i colori, razze, bandiere, lingue diversissime che in modo quasi miracoloso riuscivano a farsi ascoltare e capire. Tutti mossi da una motivazione unica e straordinaria.
A mio parere, la maggior parte con un importante, grande e forte motivazione di fede. Essi volevano vivere la fede ed esprimere la loro condizione di giovani credenti cristiani, accanto ad altri giovani del mondo, accompagnato da molti educatori, religiosi e religiose, preti e vescovi, presenti in numero di 850. E dare unità e senso a questa chiamata, la figura, il messaggio, la preghiera condivisa e la fede celebrata insieme a Papa Francesco.
Tra le tante cose che potrei sottolineare, la più significativa per me, quella che segna questi giorni nella mia memoria è una convinzione. La ferma decisione che dobbiamo continuare a credere sempre di più nei giovani.
Sono stato molto impressionato dal silenzio nei momenti di preghiera e dall'atteggiamento autenticamente orante di quel mare di giovani.
Sintomatico e sorprendente il fatto che in tutti quei giorni, sotto un sole, spesso cocente, o sotto la pioggia scrosciante, anch’essa abbondante, non ho udito una protesta, una reazione lamentosa, un gesto sgradevole. È stata una testimonianza di fraternità e convivenza nella diversità. Una vitale lezione di educazione alla Pace Universale.
Mi sento ancora il cuore pieno di gioia per la simpatia dei giovani, la loro genuina allegria e la straordinaria capacità di adattarsi a qualunque situazione, gradevole o sgradevole, con il sorriso sulle labbra.
Mi sono convinto ancora una volta che i nostri giovani, i giovani del mondo, questi giovani, sono saggi e profondi e hanno molto da offrirci e anche da insegnarci.
Ed è per questo che continua a risuonare nel mio cuore l’eco viva della meravigliosa fiducia che Don Bosco aveva nei giovani. La sperimentava con i ragazzi di Valdocco e sarebbe totalmente affascinato da quelli di oggi, in qualunque continente. Provo più che mai forte in me la ferma convinzione di don Bosco che ci ricorda che in ogni ragazzo e ogni ragazza ci sono preziosi semi di bontà. Tutti sono degni della nostra dedizione e della nostra donazione totale. Ed io sono ancora più convinto di quanto di solito dico ai giovani di tutto il mondo salesiano, quando mi incontro con loro: di non rinunciare ai loro sogni. Siano protagonisti e realizzatori dei loro sogni e della loro vita. Abbiano fiducia in se stessi e in Dio, come noi l’abbiamo in loro, che sentano che li amiamo e li vogliamo felici qui e nell’eternità, come diceva don Bosco.
Grazie di esistere, cari giovani, a nome di tutta la famiglia salesiana del mondo e degli adulti di questo nostro mondo ferito e sanguinante. Abbiamo fiducia in voi, crediamo in voi. Abbiamo bisogno di voi. Il mondo ha bisogno di voi. Dio, che ha sognato un mondo sempre più bello plasmato dall’azione dell’uomo, HA BISOGNO DI VOI.
Con affetto
Il vostro don Ángel, Rettor Maggiore