MAESTRO ED AMICO
di Pascual Chávez Villanueva
I
DI DON BOSCO
NON RESTA
CHE ESSERE…
Siamo alla fine di questo ciclo di suggestioni bibliche sulla figura di Don Bosco paragonato a Mosè. Molti altri aspetti potrebbero essere scoperti ed altri paragoni tentati su questo nostro poliedrico “Padre e Maestro”, perché la sua figura presenta mille interessanti risvolti. Altre occasioni capiteranno per sottolineare volti diversi della santità di Don Bosco. Qui concludiamo la nostra fatica con un’ultima considerazione.
C
ome
se vedesse l’Invisibile
definisce bene l’esperienza di Dio vissuta da Don Bosco. Chi,
seguendo le sue orme, desideri imitare il modo di essere credente che
ha santificato Don Bosco, dovrà necessariamente impegnarsi a vivere
egli stesso “come se vedesse Dio”. Questa caratteristica è
propria – nella Bibbia – di persone destinate a essere mediatrici
di salvezza per il popolo di Dio. È, quindi, alla portata di tutti
quei credenti che si sentano invitati da Dio col mandato di essere
■uomini dell’esodo, credenti che sanno eliminare i luoghi di schiavitù, lì dove schiavitù esiste, perché sono convinti che la salvezza di Dio non si può effettuare dove il suo popolo soffre sfruttamento e ingiustizia (Es 3,3-7-10). I figli di Don Bosco sanno che nel mondo attuale innumerevoli gruppi di giovani non sanno nemmeno cosa sia la gioventù, perché vengono subito assorbiti da un sistema di produzione che li sfrutta, e passano direttamente, non senza traumi e patologie, dall’infanzia alla vita adulta.
Come ai tempi di Mosè, sapere dell’esistenza di un Dio che non sopporta la sofferenza del suo popolo (Es 3,16-17) è credere di star vedendo l’Invisibile; convincersi che ci deve essere un esodo soltanto perché esiste un Dio che desidera essere festeggiato da solo, lui che non tollera altri signori (Es 3,12.18), è credere di star vedendo l’Invisibile. Ciò implica fare propria l’esperienza di Mosè a non rimanere indifferente davanti alla presenza del male, e nel far uscire il popolo da quelle situazioni che non gli permettono di condurre la propria vita con dignità.
■guide di popoli, credenti che seguono le strade di Dio, anche se li portano nel deserto, perché sanno che i figli di Dio nascono lì dove non ci sono altre possibilità di vita se non quelle che il Padre procura (Dt 8,3; Mt 4,4). I Figli di Don Bosco sanno che lo sviluppo materiale e culturale ha creato nella gioventù di oggi una straordinaria quanto ambigua volontà di vivere e di sperimentare tutte le possibilità offerte dalle proprie energie. Vogliono vivere in libertà al margine delle forme tradizionali, prescindendo dalle modalità ufficiali che gli vengono presentate; vogliono sentirsi protagonisti di una esperienza nuova da loro stessi promossa che, perciò, possano considerare del tutto propria.
Come ai tempi di Mosè, questo mondo dei giovani ha bisogno di guide che, senza condannare il loro traviamento e senza condividerlo, li convincano della presenza del Dio invisibile, del suo camminare accanto a loro, perché sanno intravederlo nelle nubi della giornata e nel caldo delle notti; guide che oppongano resistenza al popolo quando il popolo oppone resistenza a Dio, perché vedono più in là delle apparenze.
■uomini di alleanza, credenti che fanno da ponte tra Dio e il suo popolo, perché fanno da tramite tra i due, e dei due sentono il peso. Come ai tempi di Mosè, il popolo di Dio ha bisogno di uomini che sappiano parlare di Dio, perché hanno parlato con Dio; credenti la cui faccia si trasfiguri, come dice Paolo, e lasci trasparire la gloria dell’Invisibile; rappresentanti davanti al popolo della volontà di questo Dio inaccessibile. Oggi, come ai tempi di Mosè, Dio ha bisogno di uomini che gli presentino le urgenze e i lamenti del suo popolo.
Don Bosco ha saputo mettersi all’altezza delle esigenze di Dio e delle attese della “gioventù povera, abbandonata e in pericolo” (MB 4,662). Chiunque si senta chiamato a imitarlo, sa che dovrà impegnarsi a vivere “come se vedesse l’Invisibile”. ■
FOTO
Bambini della Sierra Leone riscattatati da monsignor Biguzzi.
I giovani vogliono vivere in libertà al margine delle forme tradizionali, prescindendo dalle modalità ufficiali
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