S
TRENNA
2009
di Pascual Chávez Villanueva
UN VASTO MOVIMENTO
PER I GIOVANI
L’ESPANSIONE DEL CARISMA
(La missione e le missioni)
L’unità della missione salesiana, complessa nelle sue componenti, ha bisogno di missionari che vivano l’unità interiore. Sappiano cioè aprire l’educazione, particolarmente della gioventù, all’evangelizzazione (CDM 14)
N
g Don Bosco cercò di concretizzare questo carisma attraverso varie attività e opere partendo da Valdocco che non è solo un punto geografico, ma un criterio per qualsiasi opera salesiana in quanto “casa, parrocchia, scuola, cortile”. Attività e opere concretizzano il carisma salesiano, ma non si identificano con esso. In quanto appartengono al Corpo di Cristo, esse costituiscono un organo vivo che sa adattarsi alle diverse circostanze. A volte può capitare che il voler perpetuare opere o attività senza mai cambiarle rappresenti, in fondo, un’infedeltà alla missione. In nessun momento possiamo rinunciare a un chiaro discernimento carismatico, senza il quale si corre il rischio di perdere l’identità. Tale discernimento include due elementi:
siamo chiamati a rispondere alle necessità più urgenti e profonde dei giovani, soprattutto i più sfortunati;
la risposta che ci è richiesta è quella di essere “segni e portatori dell’Amore di Dio” per questi giovani, attraverso un’azione sia evangelizzatrice sia educatrice. Questi due elementi costituiscono il criterio della significatività dell’azione salesiana: essere segni della preoccupazione di Dio per i giovani più carenti dell’esperienza del suo Amore, partendo da quelli che, a causa di situazioni socio-economiche, non trovano un percorso di realizzazione personale nella loro vita e, a volte, neppure il senso dell’esistenza.
g L’ignoranza religiosa è quasi assoluta. Voglio testimoniare con ammirazione e gratitudine che, in tutte le regioni visitate, la Famiglia Salesiana brilla per la sua donazione e creatività a favore dei nostri destinatari, imitando in ciò la straordinaria versatilità del Fondatore. Il mondo di oggi offre mezzi e possibilità mai immaginate. Imitando l’esempio di Don Bosco, dobbiamo saperle usare per la missione. Una dimensione molto speciale è costituita dal lavoro della Famiglia Salesiana nei “luoghi di missione”, soprattutto dove, per circostanze di ieri o di oggi riesce difficile, o persino impossibile, un lavoro di evangelizzazione e formazione cristiana. Il non poter neppur parlare di Gesù Cristo non deve rappresentare un ostacolo alla vocazione missionaria. Non è casuale che, nella messa di Don Bosco, si ascolti la Parola di Dio attraverso san Paolo: “Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, è quello che dovete fare” (Fil 4, 8). Anche in tali casi apportiamo, dalla nostra identità carismatica, alla costruzione del Regno di Cristo, “regno di giustizia, di amore e di pace”, valori che nessun uomo di buona volontà potrà rifiutare. Fino a quando ci siano giovani poveri e abbandonati, bisognosi di educazione e promozione integrale, la missione salesiana sarà vigente e attuale. g
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