IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
Don Ángel Fernández Artime
SANTO
IL BUON SAMARITANO SDB
È una Pasqua speciale quella che stiamo per vivere. Nella Famiglia Salesiana, nella Chiesa argentina, in particolare nella diocesi di Viedma, in Italia, a Boretto, sua città natale, e nella diocesi di Reggio Emilia, c'è oggi un clima di grande entusiasmo: Artemide Zatti sarà dichiarato santo.
Carissimi amici del Bollettino e di don Bosco, un raggio luminoso di speranza interrompe i cupi pensieri di questo tempo, segnato dalla pandemia e, soprattutto, da tante guerre, in particolare quella in Ucraina, che portano morte, dolore e distruzione. Una grande buona notizia: la Chiesa universale riconosce ufficialmente e certifica la santità di un salesiano «della fine del mondo»: Artemide Zatti.
Il nostro carissimo “santo” Zatti è una figura bellissima, la manifestazione della santità vissuta nella quotidianità, nella semplicità, nel servizio umile e gioviale, in particolare, ai malati. Ha incarnato il cuore di don Bosco e la ricchezza del carisma salesiano. In lui si rispecchia l’aspetto più umano e amorevole della Famiglia Salesiana.
Era dotato di un cuore gentile che conosceva la sofferenza. Sapeva bene che cos’erano la povertà, l’emigrazione, la fragilità e la malattia. Come anche i dubbi, le decisioni difficili fino a quella di rimanere con Don Bosco, vivendo pienamente la sua vocazione originale di salesiano coadiutore come lo voleva Don Bosco: testimone, vicino alla gente, dedito al servizio dei malati e dei poveri.
Responsabile dell'ospedale San José de Viedma, estese la cerchia dei suoi pazienti raggiungendo, con la sua inseparabile bicicletta, tutti i malati della città, soprattutto i più poveri. Gestiva denaro, ma la sua vita era poverissima: per il viaggio in Italia per la canonizzazione di Don Bosco, gli dovettero prestare vestito, cappello e valigia.
Era amato e stimato dai malati; amato e stimato dai medici, che riponevano in lui la massima fiducia e si abbandonavano all'influenza che scaturiva dalla sua santità: «Quando sono con Zatti, non posso smettere di credere in Dio», esclamò un giorno un medico che si era autoproclamato ateo. Perché per Zatti ogni malato era Gesù stesso. Quando un giorno i suoi superiori gli raccomandarono di non ammettere più di 30 pazienti, fu sentito mormorare: «E se il 31° paziente fosse Gesù stesso?»
La testimonianza di Artemide come vero e quotidiano buon samaritano, misericordioso come il Padre, era una missione e uno stile che coinvolgeva tutti coloro che in qualche modo si dedicavano all'ospedale: medici, infermieri, ausiliari e badanti dei malati, suore, volontari che donavano tempo prezioso a chi soffre. Era attento ad ascoltare i pazienti, le loro storie, le loro angosce, le loro paure. Sapeva che anche quando non è possibile superare la malattia, si può sempre curare, si può sempre consolare, si può sempre far sentire una vicinanza che dimostra preoccupazione per la persona di fronte alla sua malattia.
In tutto e sempre era salesiano e salesiano “coadiutore” cioè non sacerdote. La vocazione del salesiano laico fa parte della fisionomia che Don Bosco ha voluto dare alla Congregazione Salesiana. A loro don Bosco disse chiaramente: «Io ho bisogno di voi».
Proprio Papa Francesco sperimentò l'intercessione efficace di Artemide Zatti riguardo alla vocazione del laico consacrato, quando era provinciale dei gesuiti in Argentina. In una lettera scrive: «Nel 1976, durante una visita canonica ai missionari gesuiti nel nord dell'Argentina, mi fermai per alcuni giorni nell'arcivescovado di Salta. Lì, tra un discorso e l'altro alla fine dei pasti, l'arcivescovo Pérez mi ha parlato della vita del signor Zatti. Mi ha anche dato l'opportunità di leggere il libro della sua vita. Mi ha colpito il fatto che fosse un coadiutore a tutti gli effetti. In quel momento ho sentito che dovevo chiedere al Signore, per intercessione del signor Zatti, di mandarci delle vocazioni come coadiutori. Ho fatto delle novene e ho chiesto alle novizie di farle». Poi continua: «Da quando abbiamo iniziato le nostre preghiere al signor Zatti, sono entrati nell'Istituto 23 giovani Fratelli gesuiti che perseverano. Sono convinto della sua intercessione per questo problema, poiché, considerando il numero, è un caso raro nel nostro Ordine. Ripeto che sono convinto della sua intercessione, perché so quanto lo abbiamo pregato come intercessore».
Uno splendido e autorevole incoraggiamento anche per noi a intercedere per l'intercessione di Artemide Zatti per l'aumento delle buone e sante vocazioni dei Salesiani Coadiutori.
In questo anno dedicato a San Francesco di Sales, difensore e promotore della vocazione alla santità per tutti, la testimonianza di Artemide Zatti ci ricorda, come afferma il Concilio Vaticano II: «Tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ciascuno a suo modo, a una santità la cui perfezione è la stessa del Padre celeste". Francesco di Sales, Don Bosco e Artemide fanno della vita quotidiana un'espressione dell'amore di Dio, che viene ricevuto e anche ricambiato. I nostri santi volevano avvicinare la relazione con Dio alla vita e la vita alla relazione con Dio. Questa è la proposta della "santità della porta accanto" o della "classe media di santità", di cui Papa Francesco ci parla con tanto affetto.
La figura di Artemide Zatti è uno stimolo e un'ispirazione per noi a diventare segni e portatori dell'amore di Dio per i giovani e i poveri. Come ho scritto nella Strenna di quest'anno: "anche noi abbiamo bisogno di dispiegare il "carisma della visitazione" come desiderio del cuore di annunciare, senza aspettare che siano loro a venire da noi, andando in spazi e luoghi abitati da tante persone per le quali una parola gentile, un incontro, uno sguardo pieno di rispetto può aprire i loro orizzonti verso una vita migliore. Artemide Zatti è stato un uomo della Visitazione, portando Gesù nel suo cuore, riconoscendolo e servendolo nei suoi fratelli malati e poveri con gioia e generosità.
Santo Artemide Zatti, intercedi per tutti noi!
IL MIRACOLO DECISIVO
Si tratta della guarigione miracolosa di un uomo colpito da «ictus ischemico cerebellare destro, complicato da voluminosa lesione emorragica». L’evento preso in considerazione è avvenuto nelle Filippine nell’agosto del 2016. Un controllo neurochirurgico consigliava la necessità di un intervento, non possibile anche a motivo della situazione di povertà della famiglia. Di conseguenza i familiari decisero di riportare a casa il proprio congiunto perché potesse trascorrere in famiglia gli ultimi giorni di vita. Il moribondo ricevette l’unzione degli infermi, e chiamò i familiari e i parenti attorno a sé per congedarsi da loro. Invece il 24 agosto 2016, contro ogni attesa, il paziente chiamò i parenti dicendo che stava bene e voleva fare un bagno e iniziare a mangiare. Era stato portato a casa per morire e dopo pochi giorni era tornato sano.
Grazie alla preghiera del fratello del paziente, un salesiano coadiutore, che iniziò a pregare durante i vespri comunitari del giorno stesso in cui il fratello venne ricoverato, chiedendo la sua guarigione mediante l’intercessione del Beato Artemide Zatti. Non solo, questo Salesiano coadiutore, invitò i parenti ad unirsi per pregare, invocando intensamente il Beato Artemide Zatti.