Parte Seconda |
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1 APPLICAZIONE DEL PROGETTO AI SINGOLI SETTORI |
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1. Formazione
2. Pastorale Giovanile
3. Famiglia Salesiana
4. Comunicazione Sociale
5. Economato Generale
1. APPLICAZIONE DEL PROGETTO NEL SETTORE FORMAZIONE
Aree di animazione |
Obiettivi generali |
Processi |
Interventi |
1. Assunzione della “Ratio” e coerenza operativa
2. Formazione permanente
3. Formazione iniziale
4. Formazione dei formatori
5. Coordinamento e collaborazione interispettoriale e regionale
6. Impegno rinnovato, straordinario e specifico per la vocazione del salesiano coadiutore
Il collaborazione tra i Dicasteri della Formazione e della Pastorale Giovanile |
1.1 Assicurare l’assimilazione comunitaria della “Ratio” e garantirne l’applicazione in ogni Ispettoria.
2.1 Promuovere l’assunzione delle esigenze formative del CG 25 e delle quattro priorità del Progetto di animazione e governo.
2.2 Stimolare le Ispettorie a curare la qualificazione e riqualificazione dei confratelli.
3.1 Promuovere l’assunzione delle esigenze formative del CG 25 e delle priorità del Progetto di animazione e governo.
3.2 Assumere la “Ratio” e assicurare la coerenza operativa nella prassi di formazione iniziale.
4.1. Qualificare i formatori ai vari livelli: direttori, équipes di formatori di FP e di FI, insegnanti dei Centri di studio, insegnanti di discipline salesiane.
5.1. Favorire una maggior collaborazione interispettoriale e regionale..
5.2. Promuovere un’azione più incisiva di stimolo, di verifica e di coordinamento da parte del Dicastero della Formazione.
6.1. Promuovere la conoscenza, l’apprezzamento e la valorizzazione della vocazione del salesiano coadiutore, nell’ambito della formazione permanente e della formazione iniziale.
6.2. Rendere visibile la figura del salesiano coadiutore all’interno della comunità salesiana e della CEP.
6.3.Garantire una formazione di qualità per i salesiani coadiutori.
6.4. Far conoscere e proporre la vocazione del salesiano coadiutore negli itinerari di Pastorale Vocazionale della Pastorale Giovanile Salesiana.
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1.1.1 Stimolando l’impegno del delegato ispettoriale di formazione e della CIF a far conoscere la “Ratio” ad ogni comunità e favorendo la responsabilità di applicazione di ogni Ispettoria.
2.1.1 Impegnando il delegato ispettoriale e la CIF per abilitare ogni comunità ad essere luogo privilegiato di formazione permanente.
2.1.2 Impegnando il delegato ispettoriale e la CIF per aiutare ogni comunità a fare il Progetto della comunità e ogni confratello a fare il Progetto personale di vita.
2.2.1 Chiedendo ad ogni Ispettoria l’aggiornamento e la realizzazione del Piano di qualificazione dei confratelli come parte del Progetto ispettoriale di formazione.
3.1.1 Ispirandosi alle strategie indicate per la formazione permanente ai punti 2.1.1 e 2.1.2.
3.2.1 Promovendo l’approfondimento delle metodologie e dei processi formativi indicati dalla “Ratio”, e favorendo l’abilitazione metodologica dei formatori.
3.2.2 Facendo crescere la consistenza quantitativa e qualitativa delle comunità di formazione iniziale.
3.2.3 Garantendo la qualità nella formazione intellettuale e studiando un piano di qualificazione dei Centri di Studio.
3.2.4 Puntando su una adeguata formazione all’identità salesiana.
4.1.1 Formando i direttori come animatori, guide e formatori dei confratelli e delle comunità.
4.1.2 Responsabilizzando le Ispettorie a curare la preparazione e l’aggiornamento dei formatori per le fasi della formazione iniziale e per la formazione permanente.
4.1.3 Qualificando i professori dei Centri di studio nelle materie, nella didattica e nello studio delle lingue.
4.1.4 Puntando sulla qualificazione di insegnanti per le discipline salesiane: pedagogia salesiana, pastorale salesiana, spiritualità salesiana, storia salesiana.
5.1.1 Organizzando forme di coordinamento e collegamento ai vari livelli.
5.2.1 Favorendo un processo di verifica e qualificazione della prassi formativa.
5.2.2 Collegando e coordinando le varie realtà formative delle Ispettorie, Conferenze, Regioni e Congregazione.
5.2.3 Accompagnando alcune situazioni particolari del Settore Formazione.
6.1.1 Responsabilizzando il delegato ispettoriale per la formazione per aiutare le comunità a condividere l’identità, le diverse esperienze e le motivazioni vocazionali di questa figura..
6.2.1 Evitando l’eccessiva identificazione del ruolo del salesiano coadiutore con compiti tecnici o gestionali e favorendo l’assunzione di compiti educativi pastorali.
6.3.1 Assicurando la qualità religiosa e spirituale e la qualificazione culturale, educativa, professionale del salesiano coadiutore.
6. 4.1 Presentando ai giovani, alla FS e ai collaboratori il valore della vita consacrata nello sviluppo della missione salesiana.
6. 4.2 Dando visibilità nei vari contesti della missione salesiana al contributo carismatico e apostolico del salesiano coadiutore
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1.1.1.1 Offrire sussidi per lo studio e l’approfondimento della “Ratio” alle comunità, équipes formatrici e CIF. 1.1.1.2 Aiutare le Regioni a elaborare le “Linee guida” per il Progetto ispettoriale di formazione e per la sezione formazione del Direttorio. 1.1.1.3 Chiedere alle Ispettorie entro l’anno 2005 di rivedere la sezione formazione del Direttorio e di elaborare il Progetto ispettoriale di formazione; quindi di farli pervenire al Dicastero.
2.1.1.1 Aiutare il delegato ispettoriale di formazione e la CIF a creare nei confratelli una mentalità di formazione permanente; a programmare l’attenzione all’area affettiva, relazionale e comunicativa; a stimolare la comunità a valorizzare la qualità della sua vita quotidiana. 2.1.1.2 Offrire alla Congregazione criteri e contenuti per i periodici scrutini che mirano a verificare la testimonianza dei consigli evangelici.
2.1.2.1 Offrire ai delegati ispettoriali di formazione alcuni orientamenti per aiutare le comunità ad elaborare il Progetto della comunità. 2.1.2.2 Offrire ai delegati ispettoriali di formazione un sussidio che motivi e aiuti i confratelli a sviluppare il proprio Progetto personale di vita. 2.1.2.3 Chiedere ai coordinatori regionali di formazione di confrontarsi con i delegati ispettoriali sul processo di elaborazione e sulla verifica del Progetto della comunità e del Progetto personale.
2.2.1.1 Aiutare le Ispettorie a progettare la qualificazione in collegamento con i loro bisogni formativi e pastorali. 2.2.1.2 Incoraggiare le Ispettorie a valorizzare le proposte di qualificazioni dell’UPS.
3.1.1.1 Favorire nella formazione iniziale l’acquisizione della mentalità di formazione permanente.
3.2.1.1 Sollecitare l’organizzazione di incontri regionali per i delegati ispettoriali di formazione e per i formatori di FI sulla metodologia di alcuni processi: crescita umana ed affettiva, personalizzazione della proposta, accompagnamento personale, inculturazione della formazione, continuità tra le fasi formative, formazione pastorale.
3.2.2.1 Favorire la verifica a livello ispettoriale e regionale per ogni comunità formatrice circa il numero dei formandi, la composizione e la continuità dell’équipe dei formatori, e il contesto della comunità. 3.2.2.2 Avviare scelte decise e coraggiose di collaborazione interispettoriale, che aiutino il superamento della mancanza di consistenza. 3.2.2.3 Offrire sussidi per aggiornare secondo la “Ratio” il Progetto della comunità formatrice.
3.2.3.1 Favorire la mobilità e una migliore utilizzazione di insegnanti che esistono nei vari Centri di Studio. 3.2.3.2 Avviare un processo di autovalutazione ispettoriale e regionale ed una valutazione del Dicastero di Formazione sui Centri di Studio: consistenza delle équipes di insegnanti, qualità dei programmi, impostazione salesiana degli studi, specialmente dei postnoviziati, servizio offerto ad altri studenti. 3.2.3.3 Operare un migliore coordinamento regionale e mondiale dei Centri di Studio.
3.2.4.1 Coordinare e promuovere manuali di studi salesiani per le varie fasi formative circa storia salesiana, pedagogia salesiana, pastorale salesiana, spiritualità salesiana. 3.2.4.2 Favorire la valorizzazione dei luoghi salesiani come momenti di formazione, anche per i diversi contesti culturali e linguistici.
4.1.1.1 Assicurare che in ogni Regione o Conferenza ci siano buone iniziative per la formazione iniziale e per l’aggiornamento dei direttori, con metodologie, contenuti ed esperienze utili per il loro servizio di autorità.
4.1.2.1 Offrire alle Ispettorie un sussidio sulla “Formazione dei formatori”, che ne spieghi i significati, i contenuti e i metodi. 4.1.2.2 Potenziare i curricoli accademici e i corsi di aggiornamento per la formazione dei formatori in Congregazione.
4.1.3.1 Sostenere la preparazione di insegnanti per i Centri di Studio. 4.1.3.2 Assicurare la preparazione e l’inserimento di nuovi docenti nell’UPS. 4.1.3.3 Favorire nelle Regioni programmi sui metodi di insegnamento e apprendimento.
4.1.4.1 Aiutare a valorizzare i curricoli esistenti in Congregazione, particolarmente all’UPS, per la preparazione di insegnanti di discipline salesiane.
5.1.1.1 Istituire o irrobustire a livello regionale la Commissione dei delegati ispettoriali di formazione per favorire lo scambio di riflessioni, esperienze, sussidi di FP e FI. 5.1.1.2 Stimolare l’effettivo funzionamento e curare il senso di équipe della CIF, che abbia capacità di riflessione formativa e di collaborazione con la Equipe di PG. 5.1.1.3 Rafforzare la corresponsabilità nei “Curatorium” interispettoriali e garantire la costituzione di équipes interispettoriali di formatori.
5.2.1.1 Valutare e aiutare le Ispettorie a valutare attentamente gli abbandoni, dalla prospettiva della formazione. 5.2.1.2 Riflettere e far riflettere in chiave formativa a livello di Ispettorie, Regioni e Congregazione sulla perseveranza nella vocazione.
5.2.2.1 Coordinare e rafforzare i Centri di FP regionali o nazionali. 5.2.2.2 Collegarsi con i coordinatori regionali di formazione.
5.2.3.1 Seguire da vicino alcune Ispettorie e Regioni che hanno più bisogno di aiuto in campo formativo. 5.2.3.2 Verificare e riformulare il significato delle affiliazioni e aggregazioni dei Centri di Studio alle facoltà dell’UPS o ad altre Università. 5.2.3.3 Elaborare linee formative a riguardo dell’omosessualità e della pedofilia.
6.1.1.1 Stimolare il delegato ispettoriale della formazione a promuovere iniziative di studio e di condivisione circa la centralità della consacrazione religiosa nella vocazione salesiana, il compito specifico della comunità nella CEP, la complementarità delle figure vocazionali salesiane. 6.1.1.2 Offrire ai delegati ispettoriali di formazione e alla CIF schede di lavoro e di confronto comunitario sulla figura del SC. 6.1.1.3 Condurre avanti da parte del Dicastero di Formazione uno studio sulla “forma” della nostra Società nello spirito dell’orientamento del CG 24.
6.2.1.1 Curare la presenza dei salesiani laici nelle diverse équipes di animazione e governo a tutti i livelli. 6.2.1.2 Sollecitare i delegati ispettoriali della formazione e della pastorale giovanile a fare in modo che vengano date responsabilità educative e professionali ai salesiani laici nella CEP.
6.3.1.1 Verificare e promuovere la realizzazione della formazione specifica del salesiano laico. 6.3.1.2 Favorire incontri ispettoriali, interispettoriali e regionali di salesiani laici per la condivisione delle motivazioni vocazionali e della realizzazione della propria vocazione.
6.4.1.1 Sollecitare l’équipe ispettoriale di pastorale vocazionale ad offrire alle comunità ed équipe locali di pastorale orientamenti per una significativa presentazione della vocazione del salesiano coadiutore a tutti i giovani e gruppi che sono in ricerca vocazionale. 6.3.1.2 Promuovere in ogni Ispettoria: momenti speciali di presentazione della vocazione del salesiano coadiutore ai giovani e alla FS, la memoria liturgica del beato Artemide Zatti del 15 marzo, momenti di preghiera per le vocazioni e in modo speciale per la vocazione del salesiano coadiutore, il contatto diretto dei giovani con coadiutori significativi.
6.4.2.1 Inserire i coadiutori nelle équipes ispettoriali di pastorale vocazionale e prepararli come guide vocazionali qualificate.
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