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gnità:... e, nell’ascesa al monte santo della perfezione, uguale a sè e
ai suoi figli elevati alla dignità sacerdotale... »: che « con la sua Società
ha aperto la via della perfezione religiosa a tutti i laici che si sentono
chiamati a santificarsi nella vita della comunità..., rendendo così la
perfezione religiosa accessibile a ogni ceto di persone, nell’esercizio
medesimo delle più svariate professioni culturali, artistiche, mecca
niche e agricole »: che in essa (Società) vi deve essere posto per tutte
le categorie: i meno istruiti si santificheranno negli umili lavori delle
singole case; i professori sulle cattedre, dalla prima elementare alle
universitarie; i maestri d'arte nelle loro officine e gli agricoltori nei
cam pi; e tutti si a negli istituti dei paesi civili, come in mezzo alle ster
minate e incolte regioni delle M issioni... »; e che per conseguenza oc
correva mettersi tutti « a diffondere e a rendere familiare con la parola,
con lo scritto e con ogni altro mezzo che sia a nostra disposizione, la
verità troppo poco conosciuta, che cioè, la vocazione religiosa non è
solo per i chiamati al sacerdozio, ma anche per quelli che sentono den
tro di sè il desiderio di menare una vita più perfetta onde poter servire
meglio il Signore nell’esercizio delle svariatissime mansioni dell’aposto
lato. È necessario mettere in tutta la sua luce la bellezza e la grandezza
della vocazione alla semplice vita religiosa, dono divino di un valore
finestimabile ».
P er realizzare un p o’ per volta queste magnifiche finalità paterne,
dalle quali dipende in gran parte l’avvenire della nostra Società, sono
stati istituiti a 8. Benigno Scuole di perfezionamento professionale
che cominciano a dare buoni risultati; e si è tenuto lo scorso agosto a
Valsalice un corso di Esercizi Spirituali riservato ai soli Confratelli
Coadiutori. Lassù, presso la tomba del Ven. Padre e dei suoi imme
diati successori, 250 Coadiutori, convenuti dalle principali Case d’I
talia e alcuni anche dall’Estero, apparvero, durante quei eli, a ine e
agli altri Superiori che li accompagnavano, di una esemplarità e di una
pietà veramente edificante, rinnovando lo spettacolo di tutte le prim i
tive virtù dei tempi eroici della Congregazione, dalla confidenza illimi
tata nei Superiori con pienezza di abnegazione personale, alla serena
intimità della vita di famiglia avente un cuor solo e un’anima sola
nella reciproca carità che è il vincolo divino della nostra perfezione:
charitatem habete, quod est vinculum perfectionis (Coloss., I I I , 14).
Furono giorni di vera vita salesiana, semplice, tranquilla, serena,
senza ombra di costrizione e aliena da pratiche e mortificazioni spe
ciali: insomma la vera vita tanto inculcata da Gesù nel suo Santo Van
gelo e così cara al nostro Ven. Padre D. Bosco. Egli era vivo in mezzo
a quella numerosa schiera di suoi figli che se la godevano o genuflessi
dinanzi alla sacra tomba che ne racchiude i resti mortali, o rievocan
dosi reciprocamente nelle ricreazioni moderate, le memorie più care
di Lui o vedute personalmente, o lette nelle sue Memorie e sul B ollet
tino, oppure udite dalla bocca dei suoi Successori.
Una tale atmosfera tutta ossigenata di spirito salesiano diede una