Parte Seconda


Parte Seconda

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2 APPLICAZIONE DEL PROGETTO AI SINGOLI SETTORI

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1. Formazione

2. Pastorale Giovanile

3. Famiglia Salesiana

4. Comunicazione Sociale

5. Missioni Salesiane

6. Economato Generale



3 FEDELTÀ E DISCIPLINA RELIGIOSA

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4 1. FORMAZIONE

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AREA DI ANIMAZIONE 1: VOCAZIONE CONSACRATA SALESIANA NELLE SUE DUE FORME


Obiettivi

Processi

Interventi


1.1. Stimolare una migliore comprensione e promozione della vocazione consacrata salesiana nelle sue due forme.




















1.1.1. Evidenziando l’unicità della vocazione consacrata salesiana, che precede e fonda le sue due espressioni.





1.1.2. Curando la specificità delle due espressioni della vocazione consacrata salesiana.






1.1.3.Favorendo la complementarità delle due espressioni della vocazione consacrata salesiana.


1.1.1.1. Approfondire con la Commissione regionale il modo di rafforzare gli elementi comuni della vocazione consacrata salesiana: la vita consacrata, l’identità carismatica, la passione apostolica del “da mihi animas” (cfr. CG26, 19).

1.1.1.2. Aiutare le Ispettorie a formulare nel progetto ispettoriale di formazione e ad assumere il profilo del salesiano, tenendo presenti le acquisizioni del CG26.

1.1.1.3. Preparare una presentazione della vocazione consacrata salesiana e delle sue due forme, da utilizzare già fin dall’aspirantato e dal prenoviziato.


1.1.2.1. Riflettere con la Commissione regionale sul come concretizzare il rinnovato impegno per la vocazione del salesiano coadiutore (cfr. CG26, 74).

1.1.2.2. Rivedere e concretizzare il cammino di formazione iniziale per il salesiano coadiutore, presentato nella “Ratio”.

1.1.2.3. Rafforzare nelle comunità formatrici l’identità vocazionale specifica del salesiano coadiutore (cfr. CG26, 77) e del salesiano prete.

1.1.2.4. Favorire a livello regionale convegni o seminari di approfondimento su ognuna delle due forme della vocazione consacrata salesiana (cfr. CG26, 78).


1.1.3.1. Sollecitare nella Commissione regionale il confronto sui modelli di complementarità delle due forme della vocazione consacrata salesiana.

1.1.3.2. Sostenere le Ispettorie nella valorizzazione del salesiano coadiutore in compiti educativi e pastorali (cfr. CG26, 76.77).







AREA DI ANIMAZIONE 2: FORMAZIONE PERMANENTE


Obiettivi

Processi

4.1

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4.1.1 Interventi

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2.1. Rafforzare la fedeltà vocazionale in ogni confratello e favorirne la cura nelle comunità e nell’Ispettoria.




2.2. Favorire in tutta la Congregazione una mentalità di formazione permanente.








2.3. Assicurare il coordinamento della formazione permanente.




2.1.1. Promuovendo in confratelli, comunità e Ispettorie la riflessione e l’impegno di fedeltà vocazionale.




2.2.1. Stimolando in confratelli, comunità e Ispettorie la responsabilità formativa e lo studio della salesianità.







2.3.1. Favorendo la formazione dei direttori, la qualificazione dei confratelli, il coordinamento di interventi e competenze.



2.1.1.1. Offrire una riflessione sulla fedeltà vocazionale.

2.1.1.2. Stimolare le Ispettorie a rafforzare la pratica del colloquio con il Direttore e dell’accompagnamento spirituale (cfr. CG26, 20).

2.1.1.3. Aiutare le Ispettorie a sviluppare itinerari formativi circa la preghiera e azione (cfr. CG26, 20), l’obbedienza (cfr. Istruzione della CIVCSVA), la povertà (cfr. CG26, 96), la castità e maturazione affettiva (cfr. CG26, 22).


2.2.1.1. Collaborare con le Ispettorie a consolidare nel confratello la responsabilità personale per la propria crescita vocazionale.

2.2.1.2. Aiutare le Ispettorie a rafforzare la responsabilità formativa delle comunità con il progetto comunitario, il giorno della comunità, il programma annuale di formazione con attenzione alla situazione dei giovani (cfr. CG26, 15).

2.2.1.3. Invitare le Ispettorie ad assumere la responsabilità formativa, specie per la proposta degli esercizi spirituali e l’accompagnamento del quinquennio.

2.2.1.4. Studiare con la Commissione regionale di formazione come promuovere la salesianità e lo studio delle Costituzioni ai vari livelli (cfr. CG26, 9-11).


2.3.1.1. Stimolare la Commissione regionale a proporre modalità di formazione dei direttori a livello di Ispettoria, di gruppi di Ispettorie o di Regione.

2.3.1.2. Offrire riflessioni e criteri per la qualificazione dei confratelli e invitare le Ispettorie ad aggiornare la programmazione per questo sessennio.

2.3.1.3. Impegnare le Ispettorie a preparare animatori nella salesianità (cfr. CG26, 11) ed a qualificare formatori, dando priorità alla preparazione di guide spirituali per le comunità formatrici.

2.3.1.4. Coinvolgere gli agenti di formazione permanente - a livello ispettoriale, regionale e centrale - per riflettere e coordinare processi, contenuti e iniziative.

2.3.1.5. Far riflettere la Commissione regionale di formazione sulle esperienze di formazione congiunta di salesiani e laici.




AREA DI ANIMAZIONE 3: FORMAZIONE INIZIALE


Obiettivi

Processi

Interventi


3.1. Acquisire, secondo la “Ratio”, la metodologia della personalizzazione da parte di formatori e formandi.






3.2. Assicurare, secondo la “Ratio”, il buon funzionamento e la continuità delle fasi formative e rafforzare quelle più deboli.












3.3. Curare alcuni itinerari formativi, ossia esperienze e contenuti prioritari oggi.












3.4. Garantire équipes di formatori preparati e stabili in ogni comunità formatrice.



3.1.1. Favorendo l’assunzione di responsabilità formativa dei formandi, l’accompagnamento personale, il cambio di mentalità dei formatori, il superamento della fragilità vocazionale.



3.2.1. Promuovendo la continuità formativa e curando l’aspirantato, il prenoviziato, il tirocinio e la preparazione alla professione perpetua.











3.3.1. Garantendo la qualità della formazione intellettuale, la formazione pastorale, la formazione alla povertà, alla maturità affettiva, alla preghiera e all’uso dei personal media.








3.4.1. Aiutando le Ispettorie e le Regioni a potenziare la formazione dei formatori.



3.1.1.1. Favorire nelle comunità formatrici l’assunzione di responsabilità formativa da parte dei formandi, soprattutto attraverso il progetto personale di vita, la preghiera personale, la riflessione pastorale, lo studio, la condivisione di vita e una progressiva partecipazione nell’andamento della vita comune.

3.1.1.2. Offrire orientamenti circa l’accompagnamento personale.

3.1.1.3. Assicurare l’applicazione dei criteri di discernimento vocazionale.

3.1.1.4. Curare la formazione dei formatori per assumere un approccio formativo personalizzato.

3.1.1.5. Richiedere che ogni Ispettoria sviluppi una strategia per superare la fragilità vocazionale nei formandi, con attenzione anche ai contesti culturali.


3.2.1.1. Assicurare in ogni comunità formatrice l’elaborazione del progetto formativo ed individuare modalità per garantire la continuità formativa tra le fasi.

3.2.1.2. Riflettere, insieme con i Dicasteri per la pastorale giovanile e per le missioni, sull’aspirantato (cfr. CG26, 73) e assicurare che l’Ispettoria abbia una o più comunità di accompagnamento dei candidati (cfr. CG26, 72).

3.2.1.3. Rivedere ciò che dice la “Ratio” sul prenoviziato, stimolare un’efficace preparazione al noviziato, offrire esperienze per la formazione umana.

3.2.1.4. Invitare le Ispettorie ad individuare alcune comunità per accompagnare i tirocinanti e richiedere il progetto formativo per questa fase.

3.2.1.5. Riflettere con la Commissione regionale sulla preparazione alla professione perpetua per aiutare i formandi a rileggere le Costituzioni e ad operare una consapevole scelta definitiva (cfr. CG26, 11).


3.3.1.1. Verificare i curricoli di studio delle fasi formative e dei centri di studio di formazione iniziale e assicurare docenti salesiani qualificati.

3.3.1.2. Valutare ed incrementare l’applicazione degli orientamenti sugli studi salesiani nella formazione iniziale.

3.3.1.3. Rafforzare nei curricoli della formazione specifica le discipline di teologia pastorale (cfr. CG26, 40).

3.3.1.4. Favorire nelle Commissioni regionali ed ispettoriali e nelle comunità formatrici il confronto sulla pratica della povertà (cfr. CG26, 89 e 92).

3.3.1.5. Preparare un itinerario di formazione affettiva nella prospettiva della castità consacrata, di formazione pastorale, di formazione alla preghiera.

3.3.1.6. Riflettere sulla formazione alla comunicazione sociale e all’uso vigile e positivo dei personal media (cfr. CG26, 111) insieme al Dicastero competente.


3.4.1.1. Stimolare nei formatori il bisogno di formazione continua e coinvolgerli nella pianificazione di interventi per la loro formazione.

3.4.1.2. Segnalare alle Ispettorie situazioni di debolezza delle équipes formatrici.

3.4.1.3. Assicurare che ogni Regione abbia un incontro annuale di formatori.



AREA DI ANIMAZIONE 4: COLLABORAZIONE FORMATIVA AI DIVERSI LIVELLI


Obiettivi

Processi

Interventi


4.1. Promuovere maggior coordinamento e collaborazione per la formazione in Ispettoria.





4.2. Far crescere le collaborazioni per la formazione tra le Ispettorie.




4.3. Rafforzare la collaborazione per la formazione nella Regione, in collegamento con il Dicastero.



4.1.1. Valorizzando il ruolo del Delegato e della Commissione ispettoriale di formazione.





4.2.1. Stimolando la corresponsabilità per gli impegni interispettoriali.




4.3.1. Individuando e promuovendo nuove forme di collegamento regionale.



4.1.1.1. Definire meglio e rafforzare ruolo e compiti del Delegato e della Commissione ispettoriale di formazione.

4.1.1.2. Abilitare il Delegato nella preparazione del progetto ispettoriale di formazione e della programmazione annuale ispettoriale di formazione.

4.1.1.3. Incoraggiare i Delegati ispettoriali di formazione e pastorale giovanile con le loro Commissioni a collaborare in ambiti di lavoro comune.


4.2.1.1. Assicurare per le comunità formatrici e i centri di studio interispettoriali la Convenzione tra le Ispettorie e il Regolamento del Curatorium, le équipes interispettoriali di formatori, l’esperienza di interculturalità.

4.2.1.2. Sostenere le iniziative di collaborazione interispettoriale o regionale nella formazione: professione perpetua, formazione dei direttori, ecc.


4.3.1.1. Assicurare l’incontro annuale della Commissione regionale di formazione, con la presenza del Dicastero, ed individuare forme di collaborazione regionale.

4.3.1.2. Favorire tra i formandi lo studio dell’italiano e delle lingue.

4.3.1.3. Richiedere ai centri regionali di formazione di porre maggior impegno nella salesianità e dare inizio ad una scuola di accompagnamento spirituale.



5 2. PASTORALE GIOVANILE

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AREA DI ANIMAZIONE 1: RIPARTIRE DA DON BOSCO


Obiettivi

Processi

Interventi


    1. Ritornare ai giovani, specialmente ai più poveri, col cuore di Don Bosco (CG26, 13).


      1. Favorendo l’approfondimento della conoscenza e dell’esperienza del carisma, proponendo processi che fanno arrivare tale conoscenza ed esperienza a livello di animatori della PG (cfr. CG26, 7.19).


      1. Potenziando la presenza salesiana nelle istituzioni internazionali che si interessano di politiche giovanili (CG26,18).



1.1.1.1. Invitare le équipes regionali a proporre cammini di formazione carismatica a tutti gli animatori per un’adeguata trasmissione del carisma in tutti i settori della PG (cfr. CG26, 19).

1.1.1.2. Dare continuità alle conclusioni e indirizzi degli incontri regionali dei vari settori, con attenzione speciale al tema «Ripartire da Don Bosco».

1.1.1.3. Studiare nella Consulta Mondiale la sfida del «Ripartire da Don Bosco» ed attuarne le conclusioni.

1.1.1.4 Impegnare gli Ispettori a fare una revisione del PEPS, in modo da assicurare una migliore conoscenza della realtà giovanile nei diversi contesti culturali.


1.1.2.1. Favorire, insieme con il Dicastero per le Missioni, l’impegno del Dicastero per la PG in organismi internazionali.




AREA DI ANIMAZIONE 2: URGENZA DI EVANGELIZZARE


Obiettivi

Processi

Interventi


    1. Proporre con gioia e coraggio ai giovani di vivere l’esistenza umana come l’ha vissuta Gesù Cristo (CG26, 36).









    1. Curare in ogni ambiente una più efficace integrazione di evangelizzazione ed educazione, nella logica del Sistema preventivo (CG26, 41).











    1. Inculturare il processo di evangelizzazione per dare risposta alle sfide dei contesti regionali (CG26, 46).


2.1.1.Proponendo una riflessione più approfondita del tema della “evangelizzazione”, come dimensione essenziale del PEPS.



2.1.2.Mettendo sempre più in luce la centralità della Parola di Dio, come anima dell’azione evangelizzatrice.


2.2.1.Approfondendo il rapporto tra evangelizzazione ed educazione, per una attualizzazione del Sistema preventivo e un adeguamento del quadro di riferimento della PG alle mutate condizioni culturali (cfr. CG26, 45).

      1. Promuovendo una riflessione sul contributo che il criterio oratoriano (cfr. Cost 40) può dare al rinnovamento della catechesi in atto nella Chiesa (cfr. CG26, 45).


2.3.1.Accompagnando con opportune indicazioni l’azione di evangelizzazione ed educazione a favore dei giovani di altre religioni (cfr. CG26, 51).



        1. Studiare nella Consulta Mondiale, in collaborazione con il Dicastero della Comunicazione Sociale, la sfida della «urgenza di Evangelizzare e necessità di Convocare».

        2. Favorire, in collaborazione con la Facoltà di Scienze dell’Educazione (FSE) ed il Dipartimento della PG (DPG) dell’UPS, la riflessione sul tema dell’evangelizzazione ed educazione.


        1. Invitare i Centri e i Delegati della PG a proporre cammini di pastorale che siano animati sempre di più dalla centralità della Parola di Dio, offrendo dei modelli da contestualizzare (cfr. CG26, 50).



        1. Stabilire una convergenza tra la riflessione della Consulta Mondiale e quella degli incontri regionali sul rapporto tra «evangelizzazione ed educazione», con l’obiettivo di valorizzare il contributo oratoriano del Sistema preventivo al rinnovamento della catechesi.












        1. Promuovere, in collaborazione con i Consiglieri regionali, attraverso dei Centri, proposte formative che dialoghino con la diversità culturale e religiosa.

        2. Mettere a fuoco, nei vari incontri regionali, l’obiettivo di qualificare la catechesi dell’iniziazione cristiana e di assicurare l’impegno evangelizzatore in tutte le opere.

        3. Proporre una visione progettuale dell’azione pastorale negli Istituti Superiori di Educazione e nelle Università.







AREA DI ANIMAZIONE 3: NECESSITÀ DI CONVOCARE


Obiettivi

Processi

Interventi


    1. Suscitare nei giovani l’impegno apostolico per il Regno di Dio con la passione del da mihi animas cetera tolle e favorire la loro formazione (CG26, 65).












    1. Fare la proposta esplicita della vita consacrata salesiana e promuovere nuove forme di accompagnamento vocazionale e di aspirantato (CG26, 69).



      1. Promuovendo sempre di più una mentalità ed una cultura vocazionale dove ai giovani venga offerta l’opportunità di una formazione animatrice che li renda capaci di maturare progetti di vita (cfr. CG26, 53).










      1. Promuovendo una riflessione su nuove forme di aspirantato e sull’accompagnamento spirituale ed offrendo alle Ispettorie le opportune indicazioni (cfr. CG26, 73).

      2. Studiando le sfide riguardanti l’età dei candidati, i percorsi specifici per vocazioni autoctone (cfr. CG26, 73).




3.1.1.1. Incoraggiare i Centri, assieme al settore della FS, ad offrire esperienze e progetti di animaziona vocazionale in collaborazione con la FS (cfr. CG26, 60).

3.1.1.2. Favorire a livello regionale la riflessione sull’educazione alla fede in tutti gli ambienti pastorali, come cammino per un orientamento vocazionale.

3.1.1.3. Riflettere su come meglio apprezzare l’impegno delle Case di Spiritualità Giovanile come luoghi propositivi di cammini di fede, di esperienze centrate sulla Parola di Dio, alla luce della Spiritualità Giovanile Salesiana (cfr. CG26, 16).

3.1.1.4. Partecipare al progetto per la rivalutazione dei luoghi Salesiani.

3.1.1.5. Proporre, in collaborazione con i Centri, una scuola di accompagnamento spirituale.

3.1.1.6. Proporre ai Delegati di PG indicatori per verificare il valore dell’animazione vocazionale nel PEPS.

3.1.1.7. Rafforzare la collaborazione con il Dicastero per la Formazione con proposte che affrontano il tema della maturità affettiva dei giovani.


3.2.1.1. Promuovere un incontro per riflettere e valutare le diverse esperienze di aspirantato nella Congregazione.






3.2.2.1. Promuovere, insieme ai Dicasteri per la Formazione e per le Missioni, una riflessione riguardante l’età dei candidati ed i percorsi specifici per vocazioni autoctone.


AREA DI ANIMAZIONE 4: NUOVE FRONTIERE


Obiettivi

Processi

Interventi


    1. Accompagnare il continuo sviluppo delle opere e servizi sociali per giovani in situazione di rischio e di esclusione, con speciale attenzione a nuove situazioni di povertà giovanile, come l’immigrazione, lo sfruttamento di bambini, i malati di HIV/AIDS, ecc.


    1. Favorire lo sviluppo del volontariato con una chiara identità salesiana, dando speciale attenzione alla formazione.


    1. Assumere un’attenzione privilegiata alla famiglia nella PG.




    1. Sviluppare la formazione integrale, graduale e sistematica alla CS, per arrivare ad evangelizzare i giovani più bisognosi nei “nuovi cortili”, con i loro linguaggi e la loro cultura, usando il linguaggio della CS (cfr. CG26, 99. 102).


4.1.1. Dando sostegno ai processi che creano sinergie tra le varie opere che vengono incontro a nuove situazioni di disagio, di povertà e di esclusione.






4.2.1. Incoraggiando i cammini già esistenti nel mondo del volontariato, favorendo un lavoro in rete.


4.3.1. Mettendo la famiglia come destinatario dell’azione pastorale, ed anche come soggetto protagonista nel PEPS.


4.4.1. Avviando, in collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione Sociale, progetti di formazione alla CS per l'educazione formale, non formale e informale (cfr. CG26, 111).



4.1.1.1. Accompagnare gli incontri regionali per rafforzare il lavoro in rete, proporre cammini di formazione, gestione e coordinamento verso una conoscenza sempre più approfondita delle nuove forme di povertà e di esclusione e dei modi di venire incontro ad esse.







4.2.1.1. Incrementare, in collaborazione con il Dicastero per le Missioni, l’applicazione del manuale Il Volontariato nella Missione Salesiana.




4.3.1.1. Privilegiare, in collaborazione con il settore della FS, quelle scelte pastorali nei vari progetti, che guardano alla famiglia come realtà da accompagnare e soggetto del PEPS.




4.4.1.1. Collaborare con il Dicastero per la Comunicazione Sociale per favorire l'espansione e l'approfondimento della educomunicazione - media education (cfr. CG26, 111).

6 3. FAMIGLIA SALESIANA

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AREA DI ANIMAZIONE 1: PROMOZIONE DI UNA MENTALITÀ CARISMATICA DI FAMIGLIA SALESIANA


Obiettivi

Processi

Interventi


1.1. Ritornare a Don Bosco per far crescere un senso di “appartenenza che si costruisce intorno a un centro unificatore, che è una persona, un criterio e uno stile” (Carta di comunione n. 7) .











1.1.1. Curando, presso tutti i Gruppi della FS, l’approfondimento della figura di Don Bosco come Padre, Maestro e punto di riferimento carismatico.





1.1.2. Promuovendo una cultura della FS “come un vasto movimento di persone che, in vari modi, operano per la salvezza della gioventù” (Cost. 5).




1.1.1.1. Attivare iniziative comuni di formazione, intese all’approfondimento della figura di Don Bosco e del suo carisma.

1.1.1.2. Coinvolgere tutta la Famiglia Salesiana per le celebrazioni in vista del 2° Centenario della nascita di Don Bosco, facendone un momento di animazione spirituale e di riscoperta della figura carismatica di Don Bosco.

1.1.1.3. Valorizzare tutti gli strumenti di diffusione, soprattutto il Bollettino Salesiano e altre riviste salesiane, per promuovere la conoscenza di Don Bosco.



1.1.2.1. Favorire la comprensione del progetto originario di Don Bosco, presentando sempre la FS come “Movimento spirituale e apostolico” che è chiamato a “crescere insieme”, “formarsi insieme” ed a “creare sinergia” nel campo apostolico.

1.1.2.2. Creare continuità con il MGS, presentando la FS come una coerente proposta vocazionale per chi è cresciuto nella spiritualità salesiana.

1.1.2.3. Favorire la conoscenza e la crescita della FS tra i numerosi collaboratori laici e quanti sono vicini a Don Bosco.


1.2. Incrementare nei Confratelli la conoscenza, l’interesse e il senso di responsabilità per la FS e per i suoi Gruppi.




1.3. Qualificare, a livello ispettoriale e locale, l’animazione della FS e l’accompagnamento dei Gruppi più direttamente affidati ai SDB.



1.2.1. Curando nella formazione una buona comprensione dell’importanza carismatica della FS e in tutti i Confratelli una mentalità di partecipazione e di condivisione nella FS.


1.3.1. Assicurando la qualità e continuità delle persone incaricate dei vari Gruppi.


1.2.1.1. Favorire la partecipazione dei giovani Confratelli ad esperienze in cui possano sperimentare la ricchezza della FS.

1.2.1.2. Favorire iniziative di reciproca conoscenza e di condivisione tra la comunità salesiana e gli altri Gruppi della FS.




1.3.1.1. Scegliere confratelli validi e adatti a questo particolare compito di animazione della FS, specialmente a livello ispettoriale.

1.3.1.2. Offrire iniziative di formazione a favore di incaricati e delegati ispettoriali.





AREA DI ANIMAZIONE 2: COMUNIONE ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA SALESIANA


Obiettivi

Processi

Interventi


2.1. Crescere nello spirito di comunione all’interno della FS.















2.2. Approfondire la spiritualità salesiana.









2.1.1. Favorendo una conoscenza sempre maggiore tra i Gruppi della FS.








2.1.2. Condividendo gli aspetti comuni della spiritualità e della missione.




2.2.1. Valorizzando insieme gli elementi comuni del carisma ed avendo attenzione alla sua specifica attuazione nei vari Gruppi.



2.1.1.1. Rafforzare l’esperienza della Consulta Mondiale con una maggiore attenzione ai Gruppi meno numerosi.

2.1.1.2. Costituire e far funzionare presso tutte le Ispettorie la Consulta della FS.

2.1.1.3. Offrire momenti comuni di spiritualità e di formazione, soprattutto a livello ispettoriale e locale (Giornata della FS – Ritiri condivisi - Esercizi della FS – Giornate comuni di formazione su Don Bosco, su tematiche giovanili – Approfondimenti sulla Strenna dell’anno).

2.1.1.4. Offrire sussidi e strumenti di conoscenza dei vari Gruppi.



2.1.2.1. Far conoscere e diffondere la “Carta di Comunione” come punto di riferimento per una riflessione condivisa.

2.1.2.2. Favorire la diffusione delle “Giornate di Spiritualità Salesiana” a livello di Regione e di Ispettorie.



2.2.1.1. Negli incontri comuni, offrire la possibilità di conoscere la spiritualità specifica di ciascun Gruppo, valorizzando anche i Gruppi minori nella FS e quelli che vivono una dimensione di spiritualità laicale come i SSCC, EESS, VDB, CDB.

2.2.1.2 Collaborare con il Rettor Maggiore nella elaborazione della Carta della Spiritualità della Famiglia Salesiana










AREA DI ANIMAZIONE 3: LA FAMIGLIA SALESIANA E LA MISSIONE NEL TERRITORIO


Obiettivi

Processi

Interventi


3.1. Favorire una costante riflessione della FS sulla situazione concreta del territorio.




3.2. Elaborare un progetto pastorale condiviso nelle linee generali, all’interno del quale ogni Gruppo si impegna con la propria specificità.


3.3. Crescere in sinergia tra i vari Gruppi.



3.1.1. Imparando a “pensare insieme”, vincendo la paura del confronto e guardando al bene dei destinatari.



3.2.1. Imparando a riflettere insieme sui bisogni del territorio, sulle risorse offerte dalla FS, sugli interventi concretamente possibili.


3.3.1.Apprendendo ed approfondendo una metodologia ed una prassi di collaborazione.






3.1.1.1. Far conoscere e diffondere la “Carta della Missione” come punto di riferimento per una riflessione condivisa.

3.1.1.2. Dare un ritmo regolare all’incontro della Consulta della FS e farne un laboratorio di ricerca pastorale.



3.2.1.1. Favorire una programmazione “condivisa” delle Consulte Ispettoriali della FS.

3.2.1.2. Favorire la stesura di un progetto pastorale di zona - semplice (obiettivi possibili), concreto e verificabile - che coinvolga i vari Gruppi e coinvolga le forze laicali del territorio.



3.3.1.1. Individuare campi ed iniziative comuni per un significativo intervento educativo ed apostolico

3.3.1.2. Valorizzare le piattaforme già condivise, come l’animazione del MGS, la promozione del Volontariato Salesiano civile e missionario, la promozione delle vocazioni sacerdotali, religiose, laicali.

3.3.1.3. Quando è possibile, avviare opere nelle quali i Gruppi disponibili possano lavorare insieme.

3.3.1.4. Dare vita almeno ad una iniziativa, condivisa come FS, per i giovani più poveri e a rischio.

3.3.1.5. Far conoscere le esperienze positive, dove Gruppi della FS lavorano insieme.


7 4. COMUNICAZIONE SOCIALE

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AREA DI ANIMAZIONE 1: SERVIZIO ALLA DIREZIONE GENERALE


Obiettivi

Processi

Interventi


1.1. Coordinare la comunicazione all'interno della Direzione Generale, e da qui verso le Ispettorie e gli organismi ecclesiali e civili (SSCS, 62).



1.1.1. Sviluppando i diversi servizi della Comunicazione Sociale in dialogo e collaborazione sistematica con la Direzione Generale.


1.1.2. Qualificando i sistemi e le strutture di comunicazione della Direzione Generale verso le Ispettorie e i diversi organismi.



1.1.1.1. Assicurare, nella Direzione Generale e nelle Ispettorie, la conoscenza e l’attuazione della Politica della Comunicazione della Congregazione .

1.1.1.2. Sviluppare un sistema per uno scambio di idee e informazione tra il Consigliere e la sua équipe, tra questi e i Consiglieri dei Dicasteri e delle Regioni, e con gli esperti e i consulenti.


1.1.2.1. Sviluppare e implementare in modo sistematico l’attualizzazione e la verifica/feedback del Dicastero per la Comunicazione Sociale (SSCS, 66).



Area di animazione 2: FORMAZIONE


Obiettivi

Processi

Interventi


2.1. Sviluppare nelle case e nelle opere della Congregazione la formazione integrale, graduale e sistematica alla Comunicazione Sociale per evangelizzare i giovani nei “nuovi cortili”, con i loro linguaggi e la loro cultura, usando il linguaggio della Comunicazione Sociale (cfr. CG26, 99.102).



2.1.1 Assicurando, in collaborazione con il dicastero per la Formazione, l’applicazione del documento “orientamento per la formazione dei Salesiani in Comunicazione Sociale” (cfr. CG26, 111).


2.1.2. Spingendo, assieme ai dicasteri della Missione, l’inclusione e lo sviluppo dei progetti di formazione alla Comunicazione Sociale per l’educazione formale, non formale e informale, a favore dei giovani più bisognosi (cfr. CG26, 111).


2.1.3. Animando la partecipazione e la presenza nei centri specializzati, nelle scuole e nelle università di Comunicazione Sociale, sia della Congregazione sia di altri enti a diversi livelli (cfr. CG26, 44).


2.1.1.1. Orientare ed accompagnare le Ispettorie nell'elaborazione, nello sviluppo e nella verifica del Progetto Ispettoriale di Comunicazione Sociale (PICS) come parte integrante del POI e del PEPSI.

2.1.1.2. Rivedere i progetti di formazione di ciascuna Ispettoria per far in modo che includano la formazione alla CS, in sintonia con gli orientamenti già elaborati dai dicasteri per la Comunicazione e per la Formazione (cfr. CG26, 111).



2.1.2.1. Continuare l'espansione e l'approfondimento della educomunicazione-media education secondo gli orientamenti del CG26, in collaborazione con il dicastero per la Pastorale Giovanile.

2.1.2.2. Far conoscere e aiutare ad implementare nelle Ispettorie, come è indicato in CG26 97, il sistema Free/libre Open Source Software.





2.1.3.1. Promuovere nelle Ispettorie i processi già offerti nell’incontro dei Centri di formazione alla CS a São Paolo nel 2007, che implicano l’orientamento, l’accompagnamento e il coordinamento dei Centri.

2.1.3.2. Convocare a riflettere sulla sfida e le possibilità della Comunicazione Sociale e dei Media Convergenti per l’educazione e l’evangelizzazione, soprattutto per il “Progetto Europa”, in collaborazione con i dicasteri della Missione.

2.1.3.3. Promuovere la collaborazione e la sinergia tra Ispettorie, organizzazioni civili, ecclesiali e governative nella formazione dei giovani alla Comunicazione Sociale.

2.1.3.4. Diffondere esperienze di curricoli di Comunicazione Sociale in via di sviluppo o già attuati con buoni esiti nelle nostre scuole e università, che incoraggino a formare e specializzare i salesiani, gli educatori, gli animatori e i giovani.



AREA DI ANIMAZIONE 3: INFORMAZIONE


Obiettivi

Processi

Interventi


3.1. Consolidare ed incrementare l’informazione e l’animazione mediatica, per mezzo dell’attualizzazione costante e della unificazione delle mete di ANS, sdb.org, e dei Bollettini Salesiani del mondo, per rafforzare la voce e l’immagine della Congregazione




3.1.1. Raggiungendo gli standard, l’espansione, e la qualità competitiva per un sito web di portata internazionale.








3.1.2. Continuando la “appropriazione” di ANS nella Congregazione, nella Famiglia Salesiana e negli ambienti ecclesiali e sociali.



3.1.3. Rafforzando l’identità e spingendo l’attualizzazione e la unificazione dei Bollettini Salesiani del mondo.



3.1.1.1. Fare un 'makeover' di sdb.org.

3.1.1.2. Impostare una struttura più unificata tra il sito sdb.org e ANS, che rispetti le funzioni diverse ma allo stesso tempo comuni di ambedue.

3.1.1.3. Arricchire e sviluppare, insieme con il dicastero per le Missioni, una parte del sito sdb.org e cercare altre possibilità (ad esempio con ANS) nella nuova prospettiva missionaria del CG26.

3.1.1.4. Coordinare la traduzione nelle varie lingue e la digitalizzazione dei testi salesiani ritenuti più importanti (cfr. CG26, 11-12).

3.1.1.5. Approfittare di processi di collaborazione, soprattutto quelli impiegati nel mondo del Peer-to-Peer (P2P).


3.1.2.1. Continuare lo sviluppo professionale di ANS, cercando l’unità globale e il rispetto per la propria identità.

3.1.2.2. Accompagnare il Rettore Maggiore e il suo Consiglio nel processo della nomina e dell’accreditazione dell’ufficio stampa del Portavoce ufficiale della Congregazione.


3.1.3.1. Animare e coordinare, per mezzo di un membro dell’équipe del dicastero per la Comunicazione Sociale, il Bollettino Salesiano a livello mondiale.

3.1.3.2. Consolidare il processo di identità e di rinnovamento del Bollettino Salesiano già cominciato nell’antecedente periodo.

3.1.3.3. Convocare ed offrire accompagnamento sistematico ai responsabili del Bollettino Salesiano.








Area di animazione 4: PRODUZIONE E IMPRESE


Obiettivi

Processi

Interventi


4.1. Operare secondo gli orientamenti della Direzione Generale e l’obiettivo e le linee politiche del Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale (SSCS), per arrivare ad imprese unite e competenti, con identità e immagine forte nel campo dell’educazione, della pastorale e della cultura (cfr. SSCS, 111).




4.1.1. Mettendo in esecuzione progetti concreti nei vari territori geografici e culturali e nei vari settori: editoria, TV, radio, folk, ecc. (cfr. CG26, 108).








4.2. Inculcando la necessità di lavorare su piani di contenuto culturale-educativo e non concentrandosi unicamente su strutture e strumenti (cfr. CG26, 110).


4.1.1.1. Diffondere ed attuare in Congregazione gli orientamenti specifici per tutte le imprese di comunicazione.

4.1.1.2. Integrare le diverse imprese di comunicazione e di produzione dentro il POI (SSCS, 111).

4.1.1.3. Inculcare criteri religiosi ed educativi salesiani assieme ai principi economici di sostenibilità, di professionalità e di efficacia nella produzione salesiana (SSCS, 111-112).

4.1.1.4. Accompagnare il Rettore Maggiore e il suo Consiglio nel cammino verso il 2015 tramite uno sforzo di adottare un logo e nome comune multimediale per le nostre opere: cioè verso un'organizzazione multimediale transnazionale.

4.1.1.5. Cercare l’équipe per realizzare un prodotto (cartaceo e/o multimediale) per i 150 anni della Congregazione.


4.2.1.1. Incoraggiare un atteggiamento tra le nostre imprese per lavorare con quanti dichiarano la loro disponibilità per un cammino condiviso a favore dei ragazzi.

4.2.1.2. Incoraggiare un processo che aiuti i salesiani e i laici delle nostre opere a produrre e condividere in modo coordinato diversi materiali, scritti e audiovisivi, riguardo alle priorità del sessennio e le richieste della missione.


8 5. MISSIONI SALESIANE

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AREA DI ANIMAZIONE 1: VOCAZIONE MISSIONARIA AD GENTES

Obiettivi

Processi

Interventi


1.1. Mantenere viva la vocazione missionaria ad gentes (cfr. CG26, 49).









1.2. Qualificare la formazione dei missionari ad gentes.

















1.1.1. Diffondendo l’ideale missionario tra i giovani confratelli in tutte le Ispettorie.



1.1.2. Aiutando gli Ispettori ed i Formatori nel discernimento della vocazione missionaria con criteri chiari.


1.2.1. Promuovendo la riflessione sui modelli di prassi della missione evangelizzatrice nelle missioni ad gentes (cfr. (CG26, 50)






1.2.2. Curando la vocazione specifica missionaria nei territori ad gentes.







1.1.1.1. Far studiare e conoscere le motivazioni profonde del cuore missionario di Don Bosco, la dimensione missionaria della sua vita.

1.1.1.2. Fornire un’adeguata informazione e formazione sulle missioni ad gentes, elementi di antropologia e missiologia, studi delle culture in tutte le tappe di formazione iniziale.


1.1.2.1. Stimolare le motivazioni vocazionali, facendo conoscere alcune figure di missionari salesianiad gentes ad vitam.

1.1.2.2. Insieme con il Dicastero per la Formazione, aiutare le Ispettorie a formulare il profilo del salesiano missionario.


1.2.1.1 Approfondire alcuni temi missionari secondo i riferimenti del Magistero (AG, EN, RM, Sinodi o Congressi continentali missionari).

1.2.1.2 Garantire la continuità e la qualità dei corsi principali per la formazione dei missionari, valorizzando la possibilità offerta dai centri salesiani; stimolare la preparazione di alcuni confratelli nel campo della missiologia.

1.2.1.3 Coinvolgere tutte le Regioni nella riflessione sulle dinamiche missionarie tramite la biennale Consulta mondiale.

1.2.1.4 Promuovere, insieme ai Dicasteri per la Formazione e per la PG, una riflessione riguardo alle vocazioni autoctone (cfr. CG26, 73).


1.2.2. 1 Visitare i missionari ad gentes nei loro posti, con una ben mirata preparazione.

1.2.2.2 Garantire ai nuovi missionari l’opportunità di frequentare corsi di lingua e cultura; a tutti i missionari i periodici corsi di aggiornamento.

1.2.2.3 Secondo i bisogni regionali studiare ed offrire gli orientamenti richiesti per un’evangelizzazione effettiva (parrocchia rurale, cammino di fede, pratica del sistema preventivo nei contesti pluri-religiosi)

1.2.2.4 Aiutare le Ispettorie a tenersi in contatto con i loro missionari ad gentes che lavorano allestero.

AREA DI ANIMAZIONE 2: ANIMAZIONE MISSIONARIA


Obiettivi

Processi

Interventi


2.1 Mantenere vivo limpegno per le missioni ad gentes in tutte le Ispettorie, come un lineamento essenziale della Congregazione (Cost. 30).















2.2. Qualificare l’animazione missionaria in ogni Ispettoria.






2.1.1. Promuovendo un flusso continuo di informazioni concrete sulle necessità dei popoli e dei giovani non ancora evangelizzati.



2.1.2. Motivando tutti i confratelli a ripartire dal cuore di Don Bosco - missionario.



2.1.3. Accompagnando lo sviluppo del volontariato missionario.






2.2.1. Accompagnando i Delegati ispettoriali di animazione missionaria (DIAM).





2.2.2. Verificando l’integrazione della dimensione missionaria ad gentes nelle strutture d’animazione ispettoriale (Reg. 18)


2.1.1.1. Mantenere vivi contatti con i missionari ad gentes, favorire la loro testimonianza e farla conoscere attraverso i mezzi di comunicazione sociale salesiana (sito sdb.org, ANS ), insieme con i Dicasteri per la PG e per la CS.

2.1.1.2. Integrare leducazione per lo sviluppo e la solidarietà nellanimazione missionaria delle Ispettorie in modo equilibrato.



2.1.2.2. Diffondere esperienze missionarie vissute nel proprio ambiente ordinario per stimolare la conoscenza e l’imitazione di modelli salesiani.

2.1.2.3. Rafforzare la campagna di preghiera per le missioni e per le vocazioni missionarie.


2.1.3.1. Favorire la nascita e lo sviluppo dei gruppi missionari in tutte le Ispettorie (cfr. CG26, 53.67.68)

2.1.3.2. Stimolare, in collaborazione con il Dicastero di PG, l’uso e l’applicazione del manuale Il Volontariato nella Missione Salesiana e far circolare esperienze riuscite di volontariato giovanile (missionario).

2.1.3.3. Incoraggiare lo sbocco vocazionale del volontariato missionario


2.2.1.1. Avere un contatto personale con i DIAM, dare orientamenti per il loro lavoro, assisterli con i necessari strumenti danimazione .

2.2.1.2. Continuare i raduni regionali dei DIAM coinvolgendo Procure - ONG, Centri di studi, secondo i bisogni di specifici ambienti.

2.2.1.3. Rilanciare alcuni strumenti periodici di animazione missionaria nelle principali lingue (formato digitale, stampato).


2.2.2.1. Assicurare l’animazione missionaria come parte integrante di ogni Progetto Educativo Pastorale (PEPS), con laiuto del Manuale del Delegato ispettoriale di animazione missionaria (1998).

2.2.2.2. Fare conoscere e scambiare tra le Ispettorie i modelli riusciti dellintegrazione dell’animazione missionaria nella PG.


AREA DI ANIMAZIONE 3: SOLIDARIETÀ MISSIONARIA


Obiettivi

Processi

Interventi


3.1. Suscitare la solidarietà missionaria dei confratelli verso le aree più bisognose (cfr. CG26, 97).



3.2. Coordinare la solidarietà economica verso le aree più bisognose (cfr. Cost. 79; CG26, 97).













3.3. Favorire la sinergia missionaria.


3.1.1. Motivando ed incoraggiando i confratelli delle Ispettorie, siano vocazionalmente ricche o povere.



3.2.1. Motivando le Ispettorie ad unapertura più solidale verso i giovani più poveri.



3.2.2. Accompagnando il cammino delle ONG salesiane missionarie e del Don Bosco Network.



3.2.3. Collaborando in stretto accordo con lEconomato generale.



3.3.1 Rispondendo alla chiamata di nuove frontiere della missione salesiana (cfr. CG26, 113).



3.1.1.1. Presentare i bisogni più urgenti delle missioni salesiane non consolidate ed i bisogni della Chiesa al livello mondiale sia nelle case di formazione, sia nei media salesiani.

3.1.1.2. Accompagnare tutte le Ispettorie nel processo di inserimento dei nuovi missionari, per facilitare le comunità interculturali (cfr. CG26, 51).


3.2.1.1. Aiutare le Ispettorie a mettere a disposizione le risorse per le missioni più bisognose, anche attraverso la DOMISAL annuale.

3.2.1.2. Promuovere o consolidare nelle Ispettorie gli Uffici sviluppo e progetto (PDO); dove è opportuno, iniziare una Procura missionaria.


3.2.1.2. Aiutare le Ispettorie ad accompagnare le loro ONG, Procure , PDO ed altri enti civili, con chiari criteri salesiani per lo sviluppo della missione salesiana

3.2.2.2. Accompagnare la crescita della rete di solidarietà tra le ONG, Procure, Uffici di sviluppo in tutte le Regioni.


3.2.3.1. D’intesa con l’Economato generale:

  • promuovere una gestione più strategica e coordinata delle Procure missionarie e del Don Bosco Network (DBN);

  • assicurare un’equa distribuzione delle risorse e la conseguente attività di controllo; in particolare, che siano sempre rispettate le intenzioni dei benefattori (cfr. CG26, 97).


3.3.1.1. Incoraggiare la sinergia missionaria nei nuovi areopaghi (giovani e famiglie migranti, missione urbana, comunicazione sociale...).

3.3.1.2. Coinvolgere alcuni gruppi della Famiglia Salesiana nelle nuove aperture missionarie tracciate dal CG26.

3.3.1.3. Consolidare le recenti e fragili presenze missionarie [ACG 395].

3.3.1.4. Incoraggiare ad un lavoro in rete nella Chiesa locale ed universale, con altri Gruppi o istituzioni ecclesiali missionarie.


9 6. ECONOMATO GENERALE

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AREA DI ANIMAZIONE 1: TESTIMONIANZA PERSONALE E COMUNITARIA DI POVERTÀ EVANGELICA


Obiettivi

Processi

Interventi


    1. Dare una testimonianza credibile e coraggiosa di povertà evangelica, vissuta personalmente e comunitariamente nello spirito del Da mihi animas cetera tolle (CG26, 86).



1.1.1. Promuovendo uno stile di vita austero, evangelico e profetico, i cui tratti fondamentali siano la centralità di Dio, la libertà del cuore, la sobrietà di vita, il lavoro pastorale e la condivisione dei beni materiali e spirituali.


1.1.2. Richiamando la dimensione comunitaria e relazionale della nostra povertà: condivisione non solo dei beni materiali, seppur essenziali al vivere in comunità, ma anche dell’esperienza spirituale, con i suoi doni, le sue fatiche e le sue gioie.





1.1.1.1 Sensibilizzare ogni Ispettoria su quanto indicato nella parte economica del proprio Direttorio ispettoriale, e verificarne l’effettiva attuazione (cfr. CG26, 88), nonché l’aggiornamento al mutare delle situazioni locali.

1.1.1.2. Assistere le Commissioni regionali e ispettoriali di formazione nella verifica e nel confronto sulla pratica della povertà nei rispettivi contesti e nelle case di formazione (cfr. CG26, 89 e 92) .





1.1.2.1. Promuovere una pratica della povertà in termini più di condivisione e di partecipazione, che non di semplice privazione di qualcosa.

1.1.2.2. Valorizzare – a livello di Ispettorie – la figura e il ruolo dell’economo locale nella ricerca di una significativa testimonianza di povertà evangelica a livello di comunità, elevandolo dalla semplice funzione tecnico-amministrativa.






AREA DI ANIMAZIONE 2: SOLIDARIETÀ CON I POVERI E UTILIZZO SOLIDALE DELLE RISORSE


Obiettivi

Processi

Interventi


2.1. Sviluppare la cultura della solidarietà con i poveri nel contesto locale (CG26, 90), tra le case dell’Ispettoria e, più in generale, a livello di Congregazione.







2.1.1. Responsabilizzando ogni Ispettoria dei beni di cui dispone, affinché siano utilizzati in piena trasparenza e in spirito di povertà, in uno stile di vita e di azione aperto alla condivisione e alla solidarietà con quanti soffrono per la miseria, l’ingiustizia e l’emarginazione.


2.1.2. Istituendo forme concrete di sussidiarietà e di solidarietà a livello di Ispettoria e di Congregazione.


2.1.3. Collaborando in stretto accordo con il Dicastero per le Missioni.


2.1.1.1. Promuovere una rinnovata attenzione per le situazioni di povertà presenti nel proprio contesto, invitando a:

- privarsi di quanto ritenuto non necessario a livello di comunità e di Ispettoria;

- mettere in atto modalità concrete di aiuto e di sostegno verso quanti sono nel bisogno (cfr. CG26, 91).








2.1.2.1. Proseguire nell’opera di sensibilizzazione per la costituzione in ciascuna Ispettoria di un Fondo di solidarietà ispettoriale.

2.1.2.2. Consolidare la positiva esperienza maturata a riguardo del Fondo di Solidarietà del Rettor Maggiore.


2.1.3.1. D’intesa con il Dicastero per le Missioni:

- promuovere una gestione più strategica e coordinata delle Procure missionarie e del Don Bosco Network (DBN);

- assicurare un’equa distribuzione delle risorse e la conseguente attività di controllo; in particolare, che siano sempre rispettate le intenzioni dei benefattori (cfr. CG26, 97);

- promuovere e, ove presenti, consolidare nelle Ispettorie gli Uffici sviluppo e progetto (PDO).





AREA DI ANIMAZIONE 3: GESTIONE RESPONSABILE DELLE RISORSE


9.1

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9.1.1 Obiettivi

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Processi

Interventi


3.1. Promuovere una gestione delle risorse responsabile, trasparente e coerente con i fini della missione (cfr. CG26, 94).




3.1.1. Perseguendo una trasparente amministrazione ed una corretta gestione.







3.1.2. Promuovendo in ogni Ispettoria una intraprendente operosità finalizzata alla ricerca dei mezzi finanziari necessari a sostenere l’attività pastorale.


3.1.3. Curando la formazione e l’aggiornamento degli economi ispettoriali.



3.1.4. Collaborando in stretto accordo con il Dicastero per la Comunicazione Sociale.





3.1.1.1. Promuovere la costituzione di una struttura minima a livello di economati ispettoriali.

3.1.1.2. Introdurre e, ove già presenti, consolidare nelle Ispettorie adeguati sistemi di rendicontazione preventiva (budget) e consuntiva (bilancio).

3.1.1.3. Realizzare una supervisione sistematica e periodica dell’operato degli economati ispettoriali – specialmente in occasione delle Visite straordinarie – verificando al contempo l’attuazione dei progetti finanziati dalla Congregazione (cfr. CG26, 97).


3.1.2.1. Fornire gli Ispettori e i Consigli ispettoriali di chiari criteri inerenti a:

- una gestione etica, prudente e solidale delle risorse finanziarie di cui si dispone (cfr. CG26, 97);

- una corretta e “salesiana” intraprendenza (ovvero, fedele alla nostra tradizione) finalizzata alla ricerca delle risorse finanziarie necessarie alla missione.


3.1.3.1. Proseguire l’esperienza del corso annuale di formazione e aggiornamento degli economi ispettoriali presso la Direzione Generale.

3.1.3.2. Realizzare a livello di Regione e di Ispettoria incontri di formazione e aggiornamento con gli economi locali.


3.1.4.1. D’intesa con il Dicastero per la Comunicazione Sociale, monitorare la gestione delle varie imprese di comunicazione sociale presenti in Congregazione, al fine di garantirne una corretta sostenibilità.







AREA DI ANIMAZIONE 4: PROGETTI SPECIFICI DEL SESSENNIO


Obiettivi

Processi

Interventi

4..1. Preparare la celebrazione del bicentenario della nascita di Don Bosco (2015).




4.2. Realizzare interventi di manutenzione straordinaria, adeguamento e riconversione di opere particolari.



4.1.1. Realizzando iniziative speciali utili alla formazione salesiana e alla valorizzazione dei luoghi salesiani.


4.2.1. Redigendo un piano degli interventi più significativi, specificandone tipologia, preventivi e tempi di realizzazione.


4.1.1.1. D’intesa con l’Ispettoria ICP, riprendere il progetto “Luoghi salesiani”, e in particolare il progetto “Colle”.

4.1.1.2. Promuovere e sostenere la catalogazione del patrimonio artistico e culturale di cui dispone la Congregazione.



4.2.1.1. Terminare la ristrutturazione delle chiese del Sacro Cuore a Roma e di San Giovanni Evangelista a Torino, come da progetti approvati nel precedente sessennio.


4.2.1.2. Interventi di manutenzione straordinaria e adeguamento alle vigenti normative presso la Casa Generalizia e l’Università Pontificia Salesiana.



10 FEDELTÀ e DISCIPLINA RELIGIOSA

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AREA DI ANIMAZIONE 1: CURA DELLA QUALITÀ DELLA VITA RELIGIOSA


Obiettivi

Processi

Interventi



1.1. Creare condizioni favorevoli per vivere con fedeltà la vita religiosa.











1.1.1. Tenendo in maggiore considerazione la persona dei Confratelli più che le urgenze contingenti dell’Ispettoria o dell’opera.





1.1.1.1. Assicurare alle comunità una consistenza qualitativa e quantitativa che permetta di condurre un ritmo di vita regolare nella preghiera, nella fraternità e nel lavoro apostolico.

1.1.1.2. Animare e formare Direttori e Ispettori perché curino l’incontro personale con i Confratelli e il loro accompagnamento umano e spirituale (colloquio, Buona Notte…).

1.1.1.3. Verificare annualmente la qualità della vita religiosa nell’Ispettoria.





AREA DI ANIMAZIONE 2: VITA RELIGIOSA E FEDELTÀ AI VOTI


Obiettivi

Processi

Interventi



2.1. Recuperare il valore e l’ascesi del voto di Obbedienza.










2.2. Recuperare il valore e l’ascesi del voto di Povertà.












2.3. Recuperare il valore e l’ascesi del voto di Castità.

















2.1.1. Alimentando nei Confratelli il senso di responsabilità nei confronti della propria vocazione e dell’impegno per la missione salesiana.



2.1.2. Prendendo in considerazione le situazioni irregolari con tempestività e chiarezza.


2.2.1. Rinforzando i Confratelli nella scelta di uno stile di vita sobrio e solidale.



2.2.2. Intervenendo con chiarezza nelle situazioni di abuso.







2.3.1. Favorendo una vera maturazione umana e spirituale dei Confratelli.



2.3.2. Intervenendo con fermezza nelle situazioni dichiaratamente contrastanti con la scelta della castità consacrata.









2.1.1.1. Attuare periodicamente lo scrutinium sull’obbedienza religiosa.







2.1.2.1. Affrontare, anche a livello giuridico, le situazioni di disobbedienza grave ed esplicita.

2.1.2.2. Risolvere i casi pregressi di Confratelli in situazione irregolare.


2.2.1.1. Aiutare i confratelli e le comunità, soprattutto in occasione della Visita canonica, ad un confronto periodico e aperto sul proprio stile di vita.

2.2.1.2. Insistere sulla chiarezza e trasparenza dei bilanci e sul senso della solidarietà con l’Ispettoria e la Congregazione.


2.2.2.1. Impedire ogni forma di gestione arbitraria e individuale di fondi da parte di Confratelli, anche se con la pretesa di fini benefici.

2.2.2.2. Intervenire con auditing specifici quando si verifichino situazioni di irregolarità a livello di singoli o di comunità.

2.2.2.3. Quando è necessario od opportuno e possibile, creare la possibilità di uno specifico intervento dell’Economo Generale in occasione della Visita Straordinaria.


2.3.1.1. Far conoscere e rispettare i criteri dati dalla Congregazione nel discernimento vocazionale.

2.3.1.2.. Offrire ai Confratelli opportunità di accompagnamento, soprattutto a quanti vivono situazioni di difficoltà personale.


2.3.2.1. Evitare di ammettere alla professione perpetua e al diaconato candidati che abbiano situazioni gravi, non risolte o irrisolvibili.

2.3.2.2. Impugnare senza indugio i casi di abuso di minori e di aperta mancanza contro la vita di castità (compresi i casi pregressi di irregolarità in questo campo).

2.3.2.3. Costituire nell’Ispettoria la Commissione di gestione dei casi di abuso, secondo le modalità indicate dal Vicario del Rettor Maggiore (Lettera del luglio 2004).

2.3.2.4. Scegliere nelle Conferenze Ispettoriali dei criteri unanimi per la gestione dei casi particolari.

2.3.2.5. Identificare nella Regione Comunità o Centri riabilitativi, dove sia possibile inserire Confratelli che necessitino di accompagnamento terapeutico e spirituale.




AREA DI ANIMAZIONE 3: RESPONSABILITÀ DI GOVERNO DEGLI ISPETTORI


Obiettivi

Processi

Interventi



3.1. Formare e responsabilizzare gli Ispettori nella cura della disciplina religiosa.




3.1.1. Sostenendo la loro azione di governo.




3.1.2. Indicando che i problemi locali, della loro Ispettoria, vanno risolti, prima di tutto, a livello ispettoriale.


3.1.1.1. Incontrare gli Ispettori delle varie Regioni, dando direttive precise sui temi di disciplina religiosa.

3.1.1.2. Offrire supporto di consulenza da parte della Direzione Generale.



3.1.2.1. Tenere presenti i temi di disciplina nelle Visite Ispettoriali e dare soluzioni ai casi particolari.

3.1.2.2. Fornire al Visitatore Straordinario una relazione specifica sui temi di disciplina religiosa, con l’indicazione di situazioni o casi irrisolti.




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