Atti_1953_174.ACS_


Atti_1953_174.ACS_

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ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Carissimi confratelli,
Torino, 26 giugno.
1. - D. R ita V enerabile! — Quella gioia stessa che il 6 ago­
sto 1907 faceva scrivere al 1° Successore di Don Bosco:
« Don Bosco Venerabile! Questa è la più fausta novella che
da tanti anni noi sospiravamo... questo è il felice annunzio
che ripetuto in tutte le lingue per mezzo dei giornali ha ral­
legrato il cuore di innumerevoli amici ed ammiratori », quella
stessa gioia riempie il mio cuore nell’ annunciarvi che Don Mi­
chele Rua è stato oggi dichiarato Venerabile. Ma se per Don
Bosco il titolo di Venerabile era solo l’inizio dello studio della
sua causa presso la S. Congregazione dei Riti, nella prassi
odierna per Don Rua è la proclamazione della eroicità delle
virtù.
i l lungo studio della sua vita, degli scritti, delle testimo­
nianze, col decreto che il Santo Padre oggi ha sottoscritto e che
troverete in appendice, è concluso felicemente. Ora si attende il
suggello divino dei miracoli che confermi il giudizio degli uomini
e renda degno il Venerabile Servo di Dio di salire gli altari.
Quale onore per la nostra Congregazione! Quale predilezione
divina e quindi quale responsabilità da parte nostra di far tesoro

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di tali esempi e di camminare sicuri sui modelli che Iddio stesso
si è degnato di presentarci del vero spirito salesiano!
La prima raccomandazione che mi pare doveroso fare è
che in ogni Casa si proem i di leggere la vita del Venerabile
D on Eua e che se ne faccia in tutte le lingue una più breve, da
diffondere tra il popolo, sollecitando preghiere e grazie dalla
sua intercessione.
«D o n Eua, se vuole, può far dei miracoli» disse S. Gio­
vanni Bosco quand’era in vita. Ora è proprio giunto il m o­
mento in cui dobbiamo costringerlo a farne, per ottenere che
quanto prima Egli sia glorificato e posto sugli altari, esempio
vivo e parlante del come va imitato il nostro Fondatore nel
lavoro, nella pietà e nello spirito salesiano.
Mi riservo di tornare più ampiamente su questo vitale argo­
mento e intanto vi presento in appendice il decreto del nuovo
Venerabile con l 'Oremus e l’Ufficio del nostro incomparabile
allievo il Beato Savio Domenico, quale fu approvato recente­
mente dalla S. Congregazione dei Eiti.
Prepareremo subito e spediremo con l'Ordo 1954 i fogli spe­
ciali per i Breviari e per i Messali a seconda delle ordinazioni che
riceveremo.
2. - N otizie varie. - N omina del nuovo Consigliere
Capitolare e del nuovo Procuratore Generale. — Mentre
andavo pensando a comunicarvi la nomina del nuovo Capitolare
che doveva sostituire S. E. Mons. Giovanni Costa Eesende,
nominato Vescovo di Ilhéus in Brasile, il 4 maggio si spegneva
a R oma il R ev.mo Don Francesco Tomasetti, nostro Procuratore
Generale dal 1923, benemerito postulai ore di tutte le nostre cause
di beatificazione e cresciuto alla scuola di S . Giovanni Bosco fin
dalla sua prima giovinezza. Insieme a questo numero degli Atti
Capitolari vi giungerà la lettera mortuaria, piccolo compendio
d ’una vita spesa intieramente a gloria di Dio e del nostro caro
Padre. H o voluto onorare l’insigne Salesiano recandomi ai suoi
funerali e alla commemorazione di trigesima, il 20 corrente, in
cui S. E. Mons. Salvatore Eotolo, suo antico allievo, ne tessè
eloquentemente l’elogio funebre nella nostra Basilica del Sacro
Cuore in Eoma. Scompare in Lui un’ altra insigne reliquia della
*

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prima generazione salesiana clie conobbe e godette la presenza
di S. Giovanni Bosco.
Posso comunicarvi senz’altro che il nuovo Procuratore sarà
D on Evaristo Marco aldi, già nominato dal sig. D on Bicaldone
sostituto Procuratore e iniziato al delicato compito fin dal
luglio 1951. Egli sarà coadiuvato efficacemente da D on Luigi
Castano, consultore presso la S. C. dei Riti e da D on Giulio
Bianchini, cui sarà affidata la Postulazione delle nostre Cause
di beatificazione e canonizzazione, ormai numerose e labo­
riosissime.
Tenendo conto della segnalazione che l’ultimo Capitolo
Generale aveva fatto nelle elezioni dei Superiori e delle bene­
merenze acquistate nel suo non breve tirocinio di vita salesiana
e di gravi responsabilità di governo in case e ispettorie, sentito
il parere dei R ev.mi Capitolari presenti a Torino o in missione di
Visitatori, ho creduto bene di chiamare al posto di Consigliere
Capitolare addetto ai Cooperatori il M. R .do D on Luigi Bicceri,
attualmente Ispettore della Lombardo-Emiliana.
Dovendo pure provvedere a proseguire la visita alle quattro
Ispettorie del Brasile, e desiderando che entro l’anno 1953
possa essere completata, ho dato l’incarico di visitare l’Ispet-
toria di S. Paolo e quella di R io de Janeiro al R ev.mo Don
Giovanni Antal, quella del Mato Grosso al Bev.m o Don Modesto
Bellido. A Dio piacendo così potremo dire che dal 1947 al 1953
tutta la Congregazione ha potuto essere regolarmente visitata
con grande soddisfazione dei confratelli e con comune vantaggio.
3.
- F este per il 50° dell’I ncoronazione di Maria SS.
A usiliatrice. — Come leggerete sul Bollettino Salesiano, le
progettate feste in onore di Maria SS. Ausiliatrice per com­
memorare l’incoronazione della sua taumaturga immagine,
sono riuscite veramente solenni tanto a Torino, quanto in molte
nostre Case e nei Santuari della nostra Madre e R egina sparsi
nel mondo salesiano. Oh quanta riconoscenza dobbiamo a
Colei che ci manifesta ad ogni passo il suo materno intervento
e la sua predilezione singolare! Avete pensato, cari confratelli,
a ciò che è avvenuto nella nostra Famiglia in questi cinquan-
t ’anni, dal 1903 al 1953? Mettetevi dinanzi agli occhi solo

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alcune cifre e guardate il cammino percorso dai Figli di Don
Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, se volete esclamare
con ragione: Spectaculum facti sumus mundo et angelis et ho­
minibus.
,
'
1903
»
»
1903
»
»
Salesiani
Case Salesiane
Novizi
Figlie di M. A.
Case
Novizie
3.102
284
673
2.462
204
420
1953
»
»
»
»
»
16.179
1.119
1.177
12.467
1.136
1.190
Le cifre sono un indice dello sviluppo, ma non svelano che
una piccola parte della mole di lavoro compiuto, delle anime
avvicinate ed educate, della penetrazione lenta avvenuta nelle
famiglie e nella società, delle benemerenze acquistate special­
mente tra i figli del popolo e nel ceto dei professionisti in ogni
Nazione.
D i tale lavoro l ’animatrice sapiente, la Madre solerte, l’A u­
siliatrice è stata sempre e dovunque Maria SS .ma; tutti ne
siamo persuasi, perchè la storia di ogni vocazione nostra, la
vita di ogni casa s’intesse di prodigiosi suoi interventi e di
trionfi mirabili sulle potenze avverse.
Ringraziamola insieme e intensifichiamo la nostra devozione
specialmente tra i giovani, sicché portino con sè nella vita
questo sigillo caratteristico, sull’esempio del nostro caro Padre
S. Giovanni Bosco.
Il volume che la nostra Accademia Mariana del Pontificio
Ateneo Salesiano ha stampato in occasione del Cinquantenario,
ha incontrato il plauso e l’ammirazione delle più alte autorità
ecclesiastiche a cui ne fu fatto omaggio. L ’edizione elegante
e accurata, impreziosita dalla lettera che il S. Padre si degnò
inviarci e che fu riprodotta con un bellissimo ritratto a colori
di S. S. Pio X I I , gli articoli d’autori di larga fama, densi di
dottrina e di pietà mariana, l’illustrazione documentata delle
glorie passate e della continua assistenza protettrice di Maria SS.
nei più- gravi bisogni della Cristianità, sono i pregi che rendono

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il volume adatto a documentare il culto della nostra Ausilia­
trice, tessendole la vera corona teologica e storica delle sue
eccelse benemerenze. Y i prego di dotarne la vostra biblioteca
e di acquistarne copie per farne omaggio specialmente ai Ve­
scovi, ai Sacerdoti e agli oratori dei nostri mesi mariani. Ogni
volume costa L. 1000 ed è depositato alla S.E .I.
4. - S. E . M ons. Secondo Garcia. — Un altro regalo che
Maria SS. Ausiliatrice ci ha fatto quest’ anno, tra i tanti altri
preziosi, è l’ erezione a Vicariato apostolico della Prefettura di
Puerto Ayacucho in Venezuela, con la conseguente nomina epi­
scopale del Vicario Apostolico e Vescovo di Olimpo S . E . Mons. Se­
condo Garcia. Giungano a Lui gli auguri di tutti i confratelli
ed amici nostri con l’ assicurazione delle nostre quotidiane
preghiere, perchè il Signore l’aiuti nell’arduo compito affida­
togli dalla S. Sede.
5. - Congresso E ucaristico N azionale a T orino dal 6
AL 13 SETTEMBRE. - CONVEGNO DELLE COMPAGNIE RELIGIOSE
Salesiane. — A chiusura dell’anno Centenario del Miracolo del
SS. Sacramento di Torino (6 giugno 1453), come vi è stato
annunciato, avremo a Torino una settimana di festeggiamenti
che attireranno pure molti pellegrini da tutte le regioni d’Italia
e da molte località dell’Estero, che approfitteranno delle ridu­
zioni e facilitazioni nei viaggi per soddisfare la loro pietà e
prendersi un onesto svago. Anche i Salesiani e le Fighe di Maria
Ausiliatrice porteranno il loro modesto contributo in una espo­
sizione missionaria e in una Mostra delle attività e specialità
torinesi. Ma il numero che sarà specificamente nostro e che
dovrà infervorare i nostri giovani migliori, sarà il Convegno
delle Compagnie Religiose dei nostri Istituti, indetto per cele­
brare il nostro primo Centenario e preparato dai Convegni
regionali svoltisi nel corso dell’ anno scolastico. Vorrei segnalare
quali Ispettorie e Nazioni hanno fatto solennemente i loro
Convegni nel corso dell’anno; ma nel timore di dimenticarne
qualcuna, che forse non ha pensato a inviare al Centro Compa­
gnie gli atti e la cronaca, mi limito a lodare lo zelo e l’attività
esemplare di quelle che hanno saputo preparare questi mirabili

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canali d’irrigazione del nostro campo educativo, attraverso
i quali le acque fecondatrici della pietà e dell’emulazione, del
fervore e dello zelo apostolico portano abbondante raccolto e
duraturi frutti di vita cristiana. I l periodico Compagnie che
va spargendo il buon seme dell’entusiasmo nei Direttori, nei
Catechisti e negli Assistenti delle Compagnie religiose, vi ha
dato le norme organizzative e i temi del Convegno; a me preme
anticipare la lode e l’incoraggiamento a tutti, affinchè il nostro
Convegno sia non solo un numero del grande Congresso, ma
preparato da tutti con cura in spirito di pietà e di santa letizia.
6.
- A mmaestramenti d attualità. — Gli articoli testé
pubblicati sul Bollettino Salesiano sul trattamento subito dai
nostri Missionari nella Cina comunista, gli episodi dolorosi
della lotta elettorale e delle elezioni svoltesi or ora in Italia,
a cui vanno aggiunte le mille notizie di giornali, di profughi,
di reduci dalla prigionia nei paesi d’oltre cortina, pare deb­
bano invitarci tutti a una seria riflessione su questo pauroso
fenomeno, che minaccia di sconvolgere il mondo delle anime
ben più che non faccia una qualsiasi bomba atomica o un ter­
remoto o un ciclone sulla superfìcie terrestre.
Vi prego di por mente al m odo con cui si effettua l’indottri­
namento tra i gregari e la conquista di aderenti. Ci dicono coloro
che ne furono testimoni che la scuola è continua, quotidiana,
obbligatoria, attiva, sicché nessuno se ne può sottrarre e tutti
devono interessarsene, leggere, discutere, manifestare le loro
opinioni, scrivere il proprio esame di coscienza, informare di
ciò che avviene, conquistare persone e gruppi, penetrare dap­
pertutto, fìngere e mentire, adescare con ogni mezzo, corrom­
pere e disgregare, adattandosi agli ambienti e alle categorie
pur di avvelenare gli incauti, i deboli e far proseliti. In tal
modo si formano i gruppi di agitatori propagandisti imper­
territi, ostinati, zelanti della loro missione e agguerriti nelle
argomentazioni e nel metodo di controbattere, spudorati nel
gergo e nelle affermazioni come nelle accuse e menzogne più
sfrontate. Questi maestri di errore moltiplicati a migliaia, ben
preparati e stretti tra loro da legami segreti e da promesse di
sicuro avvenire invadono le città e i paesi, entrano nelle con­

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versazioni e nelle famiglie, portano stampe, si accaparrano
posti e uffici, li troviamo nei municipi e nei ministeri, nel­
l’esercito e nelle stesse questure, nelle scuole e persino nelle
case religiose; spiano, controllano, preparano schede e'scandali,
pronti domani a denunciare i loro benefattori. Oh lo zelo dei
figli delle tenebre! Abbiam o un bel pregare col Salmo 103:
« Deficiant peccatores a terra et iniqui ita ut non sini, scompaiano
dalla terra i peccatori' e degli iniqui non vi sia più traccia».
Dagli eretici e persecutori dei primi tempi al protestantesimo,
dal volterianismo della rivoluzione francese al periodo masso­
nico e comunista siamo sempre sulla breccia e il Cristianesimo
deve lottare per difendersi e per conquistare le anime a Gesù
Cristo.
Ma noi, cari confratelli, noi che S. Giovanni Bosco ha educato
col suo mirabile esempio a non darci posa finché il demonio
lavora a perdere i nostri fratelli, noi di fronte a questo quadro
veristico e universale della lotta accanita del male contro il
bene, del mondo che odia Gesù Cristo e dispone di mezzi gi­
ganteschi, noi che facciamo? L ’esempio di Davide che si arma
di pietre del torrente contro Golia vestito di ferro e orgoglioso
della statura gigantesca, e l’esempio del sassolino che roto­
lando dall’alto colpisce la statua di Nabucodonosor e l’ atterra,
ci confortano a lavorare con le nostre armi pacifiche, ravva­
lorate da una fede invincibile e da uno spirito di sacrifìcio che
non conosce tregua. Ma voglio raccomandarvi di opporre alle
insidie del demonio, del mondo e della carne insieme collegati
in ogni tempo e luogo ai danni nostri e dei nostri cari giovani:
a) un « addottrinamento » più intenso del nostro perso­
nale e dei nostri giovani;
b) una maggior cura dei nostri Oratori quotidiani e
festivi.
Permettetemi un breve commento:
a) Scuola di Catechismo. — I l termine « addottrinamento »
è rubato a noi che da secoli spieghiamo la dottrina cristiana. Ma
non vi pare che la scuola di costoro sia molto più avvincente e
conquistatrice che la nostra? La scusa che l’insegnamento del­
l’errore è più facile che quello della verità non regge di fronte
allo zelo instancabile dei ministri di satana, e ci fa arrossire della

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faciloneria e indolenza di taluni nell’impartire ai nostri fedeli le
nozioni più necessarie del dogma e della morale cristiana. È un
metodo nuovo di propaganda che deve scuotere ognuno di noi e
moltiplicare le nostre energie per non mostrarci dammeno. La
salvezza della nostra gioventù esige una più intensa e attraente
istruzione religiosa. Dobbiam o impegnarci a fare sempre e meglio
i nostri catechismi, a renderli attraenti e persuasivi, a non tra­
lasciarli mai, anzi a moltiplicarli sotto forme diverse sia nelle
scuole che nelle nostre chiese pubbliche, nelle conferenze, nelle
buone notti, nelle varie esortazioni: è sempre sulla base del
Catechismo che dobbiamo educare i giovani e i fedeli; bisogna
ribadire i dogmi fondamentali e le leggi della morale cristiana
a tutte le categorie di persone e in ogni buona occasione. R i­
cordiamo il precetto di S. Paolo a Timoteo: « Praedica verbum,
insta opportune et importune: argue, obsecra, increpa in omni
patientia et doctrina. Ti scongiuro dinanzi a Dio e a Gesù Cristo
che giudicherà i vivi e i morti, per la sua venuta e pel suo
regno: predica la dottrina evangelica, insisti a tempo e fuori
di tempo, riprendi, supplica, esorta con ogni pazienza e dot­
trina » ossia con argomenti sodi, atti a persuadere.
Ricordate l’esempio del santo Curato d’Ars, che nei suoi
primi anni di sacerdozio scriveva tutte le sue istruzioni al
popolo e si assoggettava all’improba fatica di impararle a
memoria; ma questo sforzo fu premiato da Dio con l’efficacia
della sua parola a convertire i suoi fedeli, portandoli gradual­
mente a un fervore di pietà esemplare.
E noi abbiamo ora scoperto nel nostro Archivio un pacco
di quaderni manoscritti in cui il nostro incomparabile Padre
San Giovanni Bosco fissò diligentissimamente tutte le sue
istruzioni catechistiche dei primi anni di sacerdozio: egh che
poteva da diacono improvvisare prediche e catechismi con
facilità sorprendente, stimò suo dovere prepararsi con tanta
cura alla sacra predicazione. D i lì l’efficacia della sua parola.
Dunque sia anche nostra cura arricchire il tesoro della nostra
cultura teologica fissando in carta, preparando accuratamente
l’esposizione della dottrina evangelica, scendendo al pratico,
scuotendo le volontà nella visione delle verità eterne, « non

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con le parole persuasive della sapienza umana, ma nella mani­
festazione della forza del divino Spirito » che illustra le menti
e muove i cuori ad esser docili agli insegnamenti della Fede
« affinchè la Fede non si appoggi sulla sapienza umana, ma sopra
la potenza di Dio ». Le nostre gare catechistiche siano perciò
valorizzate e preparate con la massima diligenza dai Direttori,
Catechisti e insegnanti di Religione. N on accontentiamoci della
recitazione a memoria — pur necessaria nei primi anni e da
non trascurarsi mai, almeno fino ai quindici anni d’età — ;
ma aggiungiamo sempre le esercitazioni per iscritto, le espo­
sizioni orali, qualche difficoltà od obbiezione cui rispondere.
Nei nostri Noviziati e Studentati filosofici o per i confratelli del
Magistero si facciano a gara piccole lezioni pratiche su qualche
domanda del Catechismo con l’esposizione di qualche fatto
di Storia Sacra, Ecclesiastica o di episodi scelti a commento
di qualche verità.
A i nostri Teologi poi dobbiamo procurare almeno due volte
all’anno saggi pubblici di lezioni catechistiche a giovani pic­
coli e grandi, possibilmente di quattro categorie: dagli otto
ai dieci anni, dai dieci ai quattordici, dai quattordici ai diciotto,
dai diciotto ai ventuno. I l venerato D on Ricaldone desiderava
che ogni dissertazione teologica pubblica terminasse con una
lezione pratica catechistica; ma tutti hanno dovuto constatare
che è assai più difficile preparare bene quest’ultima, pur es­
sendo in lingua volgare e su argomenti di facile comprensione.
E d è a questa didattica catechistica che preme esercitare tutto
il nostro personale; ed è l’esame di catechetica pratica che
dovrebbe essere il vero esame conclusivo di tutti gli studi
teologici, anche per i futuri dottori di teologia. Voglio sperare
che questo invito sarà subito preso in considerazione in tutte
le nostre case e scuole, ma specialmente in tutte le case di
formazione, e mi sarà gradita ogni relazione particolareggiata
di questi saggi di esercitazione, che mireranno a formare i nostri
insegnanti di Religione nei vari gradi suindicati.
b)
Cura degli Oratori quotidiani e festivi. — Vorrei
dire che l’Oratorio quale l’ha concepito S. Giovanni Bosco e
come è stato organizzato nei nostri più grandi centri o dove ha

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una vita autonoma è lo strumento più adatto per la evangeliz­
zazione di una zona e per la conservazione della vita cristiana.
Specialmente nelle città, le Parrocchie che non hanno possibilità
di creare nel loro seno e di mantenere in flore un Oratorio, non
possono sperare ormai d’aver vita prosperosa. E l’Oratorio
esige ambienti adatti, vasti cortili, personale e mezzi di sussi­
stenza adatti.
Ora, carissimi confratelli, pur senza volere addentrarmi in
molti particolari di questo vitale problema per la vita cristiana,
permettete che vi faccia una domanda: come vivono, come
sono sistemati, in quale estimazione sono i nostri Oratori nelle
nostre Ispettorie?
La famosa circolare del compianto D on R icaldone sul-
l ’« Oratorio festivo » merita di essere riletta e considerata dagli
Ispettori, dai Direttori e da tutti i confratelli, anche se non
hanno incombenze dirette negli annessi Oratori, affinchè ci
rendiamo conto dello stato attuale di questa istituzione, dalla
quale possiamo trarre immediati e vasti frutti di bene per i
giovani e per le loro famiglie, per la salvezza morale della
società. Sento purtroppo ripetere lagnanze sulla scarsità del
personale addetto, sulle difficoltà per attirare i giovani nei
giorni festivi, sul nuovo criterio da usarsi negli spettacoli, sulla
difficoltà di ottenere aiuti sufficienti per la vita ordinaria dei
confratelli e per promuovere le colonie estive, le gare sportive,
le associazioni, i catechismi. Si parla molto di esigenze moderne
dei giovani e delle famiglie e si pensa di assecondarle diminuendo
le pratiche di pietà, allargando i criteri morali dello spettacolo,
correndo incontro ai metodi dell’educazione laica o mondana,
asserendo che oggi Don Bosco farebbe diversamente anche
Lui...
Cari confratelli, in questo indirizzo si nasconde un’insidia
assai pericolosa: chi si vergognerà di me e delle mie parole...
Guai a noi se ci vergogniamo di Gesù Cristo e del suo Vangelo
o se ci arroghiamo di attenuarne le massime per compiacere
gli uomini e il mondo. E cco il nemico: il mondo e le sue mas­
sime corruttrici. S. Giovanni Bosco non piegò mai su questi
punti dottrinali e noi suoi figli dobbiamo fargli onore resistendo

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impavidi nella ricerca del bene delle anime e nella battaglia
a viso aperto contro il peccato e le sue attrattive. I nostri Ora­
tori debbono perciò mantenere il loro carattere fondamentale:
cenacoli di pietà, scuole di vita cristiana e di sana moralità,
attirare i giovani con l’onesto divertimento, non col diverti­
mento a danno della formazione, organizzare sport e gite, co­
lonie e gare, ma per aver occasione di santificare ciò che gli
altri adoperano per dissipare e distogliere dalla vita di pietà.
Nessuna scusa può essere valida quando il mezzo diventa fine
o impedisce il raggiungimento del fine nostro.
È per questo che il Capitolo Generale ha alzato la voce
contro il cinema messo alla base della vita oratoriana, dive­
nuto indispensabile e distruttore della nostra scuola di mora­
lità cristiana con films da far arrossire un sacerdote, un reli­
gioso, un operaio evangelico. Abbiamo resistito tenacemente e
continueremo a resistere contro ogni vera e propria gestione
commerciale dello spettacolo nei nostri Oratori e Parrocchie
e contro ogni indebita rappresentazione nelle sale da noi di­
pendenti.
Per lo contrario invito tutti a farsi apostoli della vera vita
oratoriana, escogitando mezzi per attirare i giovani piccoli e
grandi, suscitando iniziative caritatevoli, mettendo a dispo­
sizione personale e abbondanti aiuti finanziari da parte delle
Case che possono disporre, ravvivando la nostra fede nella causa
santa del bene, che attende da noi quel coraggio e quella v o­
lontà di cui ci danno spettacolo talora i ministri di satana.
Sentite le parole del Sommo Pontefice ai 1000 ragazzi del
Prenestino, raccolti in udienza il 19 aprile u. s. nella grande
aula delle Benedizioni. V i riporto l’intero discorso in appendice,
ma qui mi piace ripetervi il monito solenne e paterno rivolto a
noi educatori:
« E voi, diletti figli Salesiani di D on Bosco, abbiatevi tutto
il Nostro paterno compiacimento e la Nostra gratitudine per
quanto avete fatto e continuate a fare a vantaggio di questi
ragazzi. Ogni vostra premura, ogni vostra aspirazione, ogni
vostra ansia, voi l’avete per Gesù. D i fronte ai lupi, che tentano
di penetrare nell’ovile della Chiesa per devastare quel tempio

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(201)
di Dio che è l’anima giovanile, sta ferma e potente la vostra
azione di salvezza. Non vi stancate, diletti figli, in questa
provvidenziale opera di redenzione e di educazione. Abbiate
sempre vivo dinanzi alla mente l ’esempio luminoso del vostro
grande Padre e Fondatore. Raddoppiate i vostri sforzi per
moltiplicare il numero dei ragazzi da voi assistiti. E siano
benedetti quanti collaborano con voi: quelli che spendono le
loro energie, o che con l ’obolo generoso vi mettono in condi­
zioni di superare coraggiosamente tante difficoltà, di mantenere
la vostra Casa, ed anzi di completarla ed attrezzarla, affinchè
risponda ai più urgenti bisogni che le presenti condizioni esigono
per il bene fisico e spirituale dei vostri protetti ».
7.
- X I I Capitolo Generale delle F iglie d i M. A.
— Nel prossimo mese di luglio per l’istituto delle Fighe di
Maria Ausiliatrice avrà luogo il X I I Capitolo generale per le
elezioni consuete e per la trattazione dei medesimi temi trat­
tati da noi l’ anno scorso: Scuole professionali, Missioni, Case
di formazione.
Accompagniamo anche noi l’ avvenimento dall’8 luglio al
24 circa, affinchè lo Spirito Santo, per l’intercessione potente
di Maria SS. Ausiliatrice e dei Santi Fondatori, abbia ad assi­
stere le Reverende Capitolari in tutti i loro lavori, sicché l ’isti­
tuto ne abbia a sentire l’efficacia a bene delle anime e a maggior
gloria di Dio.
La Madonna Ausiliatrice conceda al nostro lavoro il dono
della fecondità spirituale.
In unione quotidiana di preghiere mi dico
vostro affi.mo in C. J.
Don RENATO ZIGGIOTTI.