Atti_1952_170.ACS_


Atti_1952_170.ACS_

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
7 Ottobre 1952 - Festa del 8 8 . Rosario.
Carissimi Confratelli,
1. Quasi a suggello dei lavori del Capitolo Generale, il Con­
vegno dei C ooperatori salesiani in d etto p er l’U -12-13 settem bre
in E o m a, m i diede l’occasione propizia di recarm i nella C ittà
Santa, ove si raccolsero oltre duemila rappresentanti della P ia
U nione tr a i quali parecchi delegati delle nazioni estere d ’E u ­
ro p a e d ’A m erica, con t u tt i gli Isp e tto ri che non avevano a n ­
cora potuto tornare alle loro sedi.
E ra la prim a v o lta che il Convegno si riu n iv a a E o m a e,
ringraziando il Signore, il successo fu veram ente consolante per
il num ero dei p artecip an ti, la p ietà e l ’ordine delle varie m ani­
festazioni, l ’eloquenza e la dignità degli o ratori ufficiali, la p re ­
senza di una ventina di eccellentissimi Vescovi, del Sostituto
Segretario di S tato S. E . Mons. Giovanni M ontini, e degli E m i­
nentissim i Cardinali: Clemente M icara, Vicario della Diocesi di
Eom a; Benedetto Aloisi Masella nostro insigne Protettore; Giu­
seppe P izzardo, che, avendo freq u en tato qualche tem po l ’O ra­
torio festivo di Savona, ci onora dicendosi anche nostro ex­
allievo.
Leggerete nel Bollettino Salesiano la cronaca m inuta delle
tre giornate; a m e basterà segnalare all’attenzione di t u tt a la
Congregazione il m omento solenne in cui S. E . il Cardinale
Vicario benedisse la prim a pietra del tem pio in onore del nostro
santo F o n d a to re S. G iovanni Bosco, al centro d ’u n ’opera g ran ­
diosa a vantaggio della gioventù. Quella via Tuscolana che nasce
dalla Chiesa M adre di tu tte le Chiese S. Giovanni in Laterano

1.2 Page 2

▲back to top
—4—
e che S. Giovanni Bosco con visione profetica segnalò popolata
di case salesiane, ora vede allinearsi già la Chiesa parrocchiale
in onore di M aria A usiliatrice accanto all’is titu to Pio X I , la
nuova costruzione della Chiesa in onore di S. G iovanni Bosco
e sulle colline prospicienti le case di Frascati, Capocroce, G rot­
ta fe rra ta , Castelgandolfo, Genzano e L anuvio. IN"e sia rin g ra ­
ziato il Signore che ci perm ette di lavorare nella città del P ap a
e di svilupparci in essa con opere adatte ai bisogni dei tem pi.
N ella stessa gio rn ata di venerdì 12 settem bre la lunga co­
m itiva dei Congressisti saliva in autopulm ann a Castelgandolfo,
ove S ua S a n tità si disponeva a concederci l’udienza desidera­
tissima. I l cortile interno, letteralm ente gremito, ci serrò come
in un cuor solo attorno e ai piedi del Sommo Pontefice, che si
presentò al comodo balcone per parlarci e benedirci. L a gioia
comune al suo apparire esplose in evviva ed applausi frenetici,
cui il P ap a rispondeva col suo sorriso volgendosi ora agli uni
ora agli altri, quasi per accontentare tu tti e rallegrarsi con noi.
Q uando si accinse a parlare, il nostro religioso silenzio accolse
la sua parola come dal labbro di Nostro Signore. Credo oppor­
tuno riportare per intiero il prezioso documento tra le Comu­
nicazioni ufficiali di questo numero degli A tti, affinchè i D iret­
tori se ne servano coi loro Cooperatori e tu tti i B ollettini lo
possano riprodurre traducendolo e commentandolo opportu­
namente. È stata la prim a volta che la Pia Unione dei Coope­
ratori salesiani ha avuto la sorte di ricevere direttam ente dal
P a p a l ’incoraggiam ento e l'a p p rovazione piena al loro lavoro
apostolico, nel program m a loro tracciato con chiara visione dei
tem pi da San Giovanni Bosco.
I nostri benemeriti Cooperatori devono sentirsi infervorati
da tale benevolo messaggio pontifìcio e tocca a noi valorizzarlo,
commentarlo opportunam ente, soprattutto per unirli sempre
più strettam ente al Papa, ai Vescovi, alla Chiesa per mezzo
del loro am ore a S an G iovanni Bosco e alle opere d ’am bedue
le Fam iglie da L ui create.
2. Se grande è la gioia di vedere il P a p a , l ’emozione di chi
può essere ricevuto in udienza privata è veram ente inesprimi­
bile. Al povero sottoscritto poi tale aspettativ a fu prolungata

1.3 Page 3

▲back to top
da due o tre rim andi, sicché dal primo annuncio alla data de­
cisiva trascorsero una dozzina di giorni. Purtroppo per queste
ragioni non fu possibile trattenere a R oma tu tti i Rev.mi Ca­
pitolari, convocati appunto per essere presentati collettivam ente
dopo l ’udienza e d o v e tti an d are accom pagnato soltanto dal
sostituto Procuratore e da uno dei Segretari.
S. S an tità si degnò di riceverm i dom enica m attin a 21 set­
tem bre e con la sua paterna accoglienza m i tolse subito ogni
soggezione e mi aprì il cuore alla più filiale confidenza. Lo
ringraziai del paterno discorso preparato con tan ta cura pei
nostri Cooperatori e lo assicurai che lo terrem o come il più
prezioso documento per la nostra Unione, in preparazione al
Centenario della fondazione. Gli esposi brevem ente i lavori del
nostro X VI I Capitolo Generale, dalle elezioni che diedero come
risultato un Capitolo veram ente internazionale, ai tem i tra t­
tati: le scuole professionali, le missioni, la formazione accurata
del personale. Si compiacque assai di ciascuno di questi argo­
m en ti e m ostrò la sua preoccupazione s o p ra ttu tto p er l’edu­
cazione della gioventù operaia. Le rovine prodotte dal bolsce­
vism o Lo tengono sem pre con l’anim o in angoscia, poiché vede
come il demonio si serve di q u e st’arm a p er sem inare nel m ondo
l ’odio a D io, alla Chiesa, al P a p a , ai Sacerdoti e come è arduo
contrapporre un argine a tanto male, specialmente dove la
pro p ag an d a avversa h a p o tu to afferm arsi e im pedire l ’opera
del Clero. «L avorate — mi disse — lavorate con tu tte le vostre
forze p er im pedire o p er rim ediare a ta n ta rovina ».
Quasi a confortarlo gli presentai la relazione che il nostro
delegato della Slovacchia aveva fatto durante il Capitolo Ge­
nerale e gli dissi che se tan to è il m ale che opera il nemico di
Dio, i cristiani sono tu tto ra numerosi, fermi nella fede, arditi
nelle loro iniziative e ferventi nell’a tte sa della liberazione, che
anelano possa preparare un trionfo inaudito per Gesù Cristo
e la sua Chiesa.
I l tem po che m ’era stato assegnato era già trascorso due
volte, sicché m ’a ffretta i ad inginocchiarm i p e r chiedere la B e­
nedizione. Furono introdotti anche i miei due fortunati con­
fratelli e il P a p a elevando am be le braccia e lo sguardo al Cielo,
con quell’atteggiam ento caratteristico di profonda fede e di

1.4 Page 4

▲back to top
—6—
paterna bontà, benedisse le nostre tre grandi Fam iglie e i sin­
goli componenti, le opere e le persone, incaricandom i di tra ­
sm ettere a tu tti la sua preghiera, pegno del suo affetto.
Mi son dato prem ura di eseguire il desiderio del Vicario di
Gesù Cristo inviando a tu tte le case di formazione tale mes­
saggio, m a ora mi faccio un dovere di comunicare a ciascuno
dei confratelli, alle Figlie di M aria Ausiliatrice, ai Cooperatori,
allievi, E x allievi, parenti ed amici tu tti la paterna benedizione,
chiedendo in compenso la recita più fervorosa del Pater, Ave
e Gloria quotidiano secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.
3. Mi è caro comunicarvi che i Superiori Capitolari hanno
già ricevuto l’incarico di riprendere le visite straordinarie alle
Ispettorie che non erano ancora state visitate dopo il 1940.
Ecco come sono s ta ti distrib u iti gli incarichi.
I l E.m o D. Albino Fedrigotti visiterà di seguito il Congo
Belga, l ’Africa m eridionale, l’Isp e tto ria O rientale e l ’isola di
M alta.
I l E.m o D. Giovanni A ntal visiterà nella Spagna le Ispettorie
Tarragonese e Celtica.
I l E .m o D . A ntonio Candela visiterà il N ord A frica e l’I-
spettoria Betica.
I l E .m o D. Giorgio Seriè v isiterà l’Isp e tto ria del Messico-
Antille e le Ispettorie di M aria Ausiliatrice e di S. Giovanni
Bosco del Brasile.
I l E.m o D. Modesto Bellido continuerà la sua visita alla
Is p e tto ria A rgentina del S. E osario e a ll’U ruguay.
I l E.m o D. Giovanni Costa Eesende visiterà le Ispettorie
brasiliane di S. L uigi e di S a n t’Alfonso.
I n ta l modo possiamo sperare che per la fine del 1953 si
possa dire d ’aver visitato l ’in te ra Congregazione in questo tu r ­
binoso dopoguerra e che sarà più agevole tra tta re i problemi
delle singole Ispettorie, grazie alla conoscenza d iretta che ne
hanno i Eev.m i Visitatori. Vogliate perciò usare con essi la
confidenza filiale che rende facile il loro compito e utile al­
l ’avvenire delle v o stre Isp e tto rie la conoscenza com pleta del
personale e delle vostre attiv ità.

1.5 Page 5

▲back to top
4. In questo stesso num ero degli A tti troverete le Delibe­
razioni del X V II Capitolo Generale, che così vengono pro­
m ulgate e fatte conoscere a tu tta la Congregazione.
I l Capitolo Generale X V II iniziò i lavori il 1° agosto 1952;
v i furono 17 sedute. Nelle due prim e (1° agosto) si procedette
alla Elezione del R etto r Maggiore e degli altri Superiori del
Capitolo.
Nelle seguenti vennero tra tta ti i tem i proposti nella circo­
lare di convocazione: Scuole Professionali - Missioni - Case di
formazione - Proposte varie.
Parve conveniente per le proposte varie trattare dapprim a
i rilievi e suggerimenti pervenuti dai Confratelli delle varie
Ispettorie riguardanti la disciplina religiosa, le varie attiv ità
e il loro orientam ento; studiando poi le vere proposte intese
a modificare articoli delle Costituzioni o dei Regolamenti.
Lavorarono quindi cinque Commissioni, composte ciascuna
d i circa 20 Capitolari. Ogni tem a venne accuratam ente stu ­
diato dalla rispettiva Commissione: i risultati furono presen­
t a t i dal R elatore all’A ssem blea Generale p er la discussione:
dopo la quale vennero approvate con regolare votazione, quasi
sem pre ad unanim ità, le Deliberazioni, che, prom ulgate dal
R etto r Maggiore, hanno forza di Regolamento; di più si for­
m ularono dall’autorevole assem blea Raccomandazioni u tili per
la migliore attuazione delle Deliberazioni.
Qui vengono rip o rtate per ogni tem a le deliberazioni e le
raccomandazioni.
Le varie deliberazioni, meglio curate nella form a e con op­
portuna numerazione, verranno poi stam pate in im a nuova
edizione di Costituzioni e Regolamenti a completam ento o in
sostituzione degli artieoli finora in vigore sullo stesso argo­
m ento.
5. Concludo, carissim i Confratelli, inviandovi la S tre n n a per
l ’anno 1953. A Torino celebreremo il V C entenario del m ira­
colo del SS. Sacram ento che San Giovanni Bosco u n secolo
fa volle com m em orare con u n num ero delle Letture Cattoliche,
di cui raccomandò la ristam pa al suo prim o Successore il Servo
di Dio Don R ua pel 1903. Mi pare doveroso continuare la pia

1.6 Page 6

▲back to top
tradizione patern a invitando tu tti a unirsi alle celebrazioni cen­
tenarie di tale miracolo con un più intenso culto alla SS. E u ­
carestia, che è uno dei capisaldi dello spirito salesiano. E cco
quindi come penso di formulare la Strenna:
Viviamo tu tti e sem pre nel cuore e nello spirito (li
San Giovanni Bosco, coltivando la fede e l ’a m o re a Gesù
nella SS. Eucarestia.
Y i giungano g rad iti i m iei auguri per l ’inizio o per la chiu­
sura dell’anno scolastico con l’assicurazione delle m ie q u o ti­
diane preghiere per tu tti.
V ostro aff.mo in C. J .
Sac. RENATO ZIG G IO TTI.
DELIBERAZIONI E RACCOMANDAZIONI
DEL XVII CAPITOLO GENERALE
DELLA NOSTRA SOCIETÀ
1° Tema: SCUOLE PROFESSIONALI ED AGRICOLE
A) DELIBERAZIONI
Per quanto riguarda il Regolamento per i Coadiutori (Re­
gol. I I I , pag. 28) il Capitolo Generale lascia in ta tti gli articoli:
58, 59, 61. L ’a rt. 60 viene m odificato così:
“ «Ai Confratelli Coadiutori, dopo il periodo del Perfeziona­
m ento e durante i voti tem poranei, sia applicato quanto p re­
scrive l’a rt. 53 per i Chierici del Tirocinio pratico, e rifacendosi
anche all’a rt. 184 delle C ostituzioni ».
Del Regolamento in prova per il perfezionamento dei Con­
fratelli Coadiutori furono approvati i seguenti articoli:
1) È prescritto per i Coadiutori, dopo la prim a Profes­
sione, un periodo di Perfezionam ento, per com pletare la loro
formazione religiosa e professionale.

1.7 Page 7

▲back to top
Per i Confratelli Coadiutori artigiani o agricoltori questo
periodo si trascorrerà in u n a Casa all’uopo d estin ata ed avrà
la d u rata di tre anni.
Gli altri Confratelli Coadiutori, non artigiani nè agricoltori,
saranno destinati per un biennio a Case di form azione del-
l ’I'spettoria, oppure a qualche a ltra che sia di specchiata os­
servanza, e ove il D irettore sia in grado di compiere, a loro ri­
guardo, i doveri impostigli dagli articoli 184 e 195 delle Costi­
tuzioni.
2) Le Ispettorie abbiano possibilmente una Casa di P er­
fezionam ento, nel cui governo ed andam ento si seguirà il R e­
golam ento generale per le Case, ispirandosi anche a quanto è
d e tto sopra all’a rt. 53 (Capo I I , p er i Chierici - «C ostituzioni
e Regolamenti»).
Ove questo non sia possibile, gli Ispettori, specie in una
m edesim a Nazione, si intenderanno per stabilire u n Corso
Interispettoriale in una Casa a d atta delle loro Ispettorie.
Queste Case destinate al Perfezionam ento dovranno avere per
ta le scopo, l ’approvazione del R e tto r Maggiore.
3) I program m i ed orari del Corso di Perfezionam ento
siano quelli approvati dal Consigliere Professionale Generale,
con gli a d a tta m e n ti richiesti d all’ordinam ento scolastico-pro­
fessionale delle singole Nazioni.
4) P e r quanto concerne la form azione religiosa, m orale
e civile dei giovani Confratelli Coadiutori, si seguano, in quanto
siano adattabili, le norme vigenti negli S tu d en tati dei Chierici
(conferenze, osservazioni, Compagnie, ecc.).
B) D IR E TTIV E PE R IL CORSO DI PERFEZIONAM ENTO
D E I CO NFRATELLI COADIUTORI
1)
Si dia al Corso di Perfezionam ento l ’organizzazione e
l ’a ttre z z a tu ra a d a tte al duplice scopo del m edesim o, che è non
solo la com piuta formazione professionale dei nostri giovani
Coadiutori, m a soprattutto la loro preparazione culturale e re­
ligiosa. A ciò sia quindi indirizzato l ’intero andam ento del corso
a norm a però del Regolam ento Generale per le Case (A rti­
coli 53, 309).

1.8 Page 8

▲back to top
— 10 —
2) P er la parte culturale si ritengano obbligatorie le m a­
terie seguenti: religione, lingua nazionale, m atem atica, conta­
bilità, geografìa e 'storia; elem enti di scienze fìsiche, naturali
e chimiche; sociologia.
P er la parte professionale: teoria approfondita della propria
arte; elementi di tecnologia meccanica ed elettrotecnica; di­
segno tecnico e professionale; amm inistrazione e direzione del
laboratorio; lavoro ed insegnamento professionale agli allievi...
L a biblioteca poi abbia opere adatte di cui i Confratelli
possano approfittare per la loro istruzione religiosa e profes­
sionale.
3) Gli Isp etto ri vedano di facilitare ad essi la prepara­
zione a pubblici esami per abilitarli anche con diplomi legali
all’insegnam ento della p ropria professione.
Siano anche incoraggiati -a sostenere presso la Curia del
luogo l ’esam e di abilitazione all’insegnam ento catechistico.
4) I C oadiutori del biennio abbiano, oltre a ll’esercizio
pratico del lavoro ed uffici loro assegnati secondo le proprie
attitu d in i e i bisogni della casa, due ore di scuola ogni giorno
sulle m aterie di cultura generale elencate sopra.
C) RACCOM ANDAZIONI
Le raccomandazioni, fatte dal Capitolo Generale nel corso
della discussione, possono essere raggruppate sotto i tre titoli
seguenti: 1) Il Personale per le Scuole Professionali ed Agricole.
- 2) Le Scuole stesse. - 3) Argom enti vari.
I . - P erso k a le-Coadiutoki.
Si rileva il grande bisogno che abbiamo di Confratelli Coa­
diutori ben preparati per le nostre Scuole A rtigiane già esi­
stenti e anche di fronte alle numerose richieste di tali Is titu ti
che pervengono ai Superiori da ogni parte. Onde il dovere che
a tu tti incombe di cercare e promuovere ogni mezzo adatto
per increm entare le vocazioni.
Ogni Ispettoria cerchi di rendersi autosufficiente con una
sempre maggiore cura delle vocazioni artigiane.

1.9 Page 9

▲back to top
— li­
a ) P rim a del Noviziato.
Questo periodo si può trascorrere negli A spirantati o negli
Istitu ti Professionali o Agricoli: in ambedue i casi son da se­
guirsi fedelm ente i nostri program m i ed orari nelle loro carat­
teristiche. I n modo particolare, le Case per A spiranti diven­
tano una necessità, se vogliamo assicurare la vita delle nostre
Scuole Professionali ed Agricole.
Ove vi sia la possibilità, l’Isp e tto ria abbia il suo A spiran-
ta to artigiano, e, ove non fosse possibile gli Isp e tto ri procurino
di intendersi, in una medesima Nazione, per creare Aspiran­
ta ti Professionali ed Agricoli Interispettoriali, dove si prepa­
rino i nostri giovani aspiranti artigiani. Si procuri che il gio­
vane aspirante, che verrà m andato al Noviziato, abbia com­
piuto di regola i cinque anni della Scuola Professionale od
Agricola.
A i mezzi, poi, tradizionali p er creare nelle Case quell’am ­
biente di pietà e di fam iglia che favorisce le vocazioni, si ag­
giungono le seguenti raccomandazioni:
1) Celebrare annualm ente la « G iornata del Coadiutore »
e di tan to in tan to giornate di preghiere per le vocazioni arti­
giane. Favorire i ritiri spirituali per giovani che diano speranza
di vocazione.
2) Continuità, nel limite del possibile, del personale di­
rigente, per la cui opera fioriscono le vocazioni.
3) Favorire il sorgere tra i chierici degli S tudentati di
« Circoli Professionali » per interessarli alle vocazioni artigiane
ed ai problem i delle Scuole Professionali.
4) L a rivista « Il Salesiano Coadiutore» sia favorita e
possibilmente edita in varie lingue.
5) F a r leggere la v ita di D on Bosco ai n o stri ragazzi,
e far conoscere le figure più benem erite dei nostri Coadiutori.
6) F acilitare, nelle Scuole Professionali ed Agricole, la
accettazione dei giovani di m odesta condizione.
7) Selezionare l ’accettazione dei giovani, favorendo i figli
di famiglie numerose, richiedendo attestati di buona condotta,
sincerandosi sullo stato di famiglia.

1.10 Page 10

▲back to top
— 12 —
8) Curare le vocazioni artigiane anclie tra gli O ratoriani
(garzoni di bottega, apprendisti, ecc.).
9) Insistere perchè i nostri Confratelli Coadiutori siano
i prim i interessati a cercare vocazioni con la preghiera e il buon
esempio.
10) Si possono trovare buone vocazioni per i Coadiutori
fra giovani, anche seminaristi, che non inclini agli studi eccle­
siastici hanno in cuore u n ideale religioso e a ttitu d in i all’a p ­
prendim ento di u n ’arte.
b) Durante il Noviziato.
È bene preoccuparsi di offrire al Novizio Coadiutore la
possibilità di praticare qualche ora al giorno il proprio mestiere;
non sarà sempre cosa facile, ad ogni modo si faccia quello che
è possibile. Vi sono delle m aterie che sempre si possono inse­
gnare: il disegno, le nozioni di am m inistrazione, di sociologia,
lo studio di qualche lingua e anche la Tecnologia del mestiere.
c) Dopo il Noviziato. - Periodo di perfezionamento.
Si insiste che dopo il Noviziato nessun Confratello Coa­
diutore sia m andato direttam ente nelle Case per lavorare, m a
si osservino in proposito rigorosam ente gli articoli del Rego­
lam ento per i Coadiutori deliberato da questo Capitolo Ge­
nerale.
I I. - Scuole P rofessionali ed A gricole.
1) Devono essere organizzate bene, secondo le tradizioni
Salesiane, adattandole al progresso della Tecnica moderna.
2) Sia fedelmente osservato e praticato il metodo Sale­
siano d ’insegnam ento Professionale ed Agricolo.
3) U na buona organizzazione delle nostre Scuole P ro ­
fessionali ed Agricole richiede:
a) u n a conveniente a ttre z z a tu ra dei laboratori;
b) u n personale com petente;
c) u n organico di program m i ed orari secondo la t r a ­
dizione Salesiana.

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
— 13 —
4) Si ricorda ch e questo organico com prende essenzial­
m ente quattro gruppi di materie:
a) cu ltu ra generale;
b) disegno;
c) tecnologia del m estiere;
d) p ra tic a del m estiere: q uesta com prende esercizi p ro ­
gressivi e lavori utili.
5) L a proporzione di questi gruppi di m aterie è chiara­
m en te specificata nei program m i dell’ufficio del Consigliere
Professionale Generale.
6) Si ritenga in modo speciale che il tem po assegnato alle
esercitazioni pratiche sia di quattro a cinque ore giornaliere.
Si snelliscano le ore di pratica per i prim i Corsi, dando più
tem po alla cultura generale in modo da poter in seguito m ag­
giorm ente intensificare la prima.
7) L e vacanze estive per le Scuole A rtigiane, secondo la
nostra tradizione, non oltrepassino i due mesi.
8) Si favorisca la compilazione di testi da p a rte di nostri
Confratelli Coadiutori per le differenti specializzazioni dei vari
m estieri.
9) Si esprime il desiderio di avere un O rario-tipo com­
pleto della giornata per le nostre Scuole Professionali ed Agri­
cole, in cui poter contem perare le tradizionali attiv ità Salesiane.
10) N on si trascuri la preparazione sociale dei nostri al­
lievi A rtigiani; quindi si insegnino le nozioni di Sociologia Cri­
stiana e di organizzazioni di Azione Cattolica, orientandoli
opportunam ente e m ettendoli in contatto con gli organismi
Sindacali Cattolici.
11) Si provvedano le Scuole Professionali ed Agricole di
o ttimi Catechisti e di com petenti Consiglieri possibilmente
provvisti di titoli accademici Tecnici.
I I I . - Argom enti vari .
1) Scuole esterne.
Si raccom anda, ove se ne veda la convenienza, specialm ente
nelle grandi città industriali, la creazione di Scuole Artigiane
per Esterni.

2.2 Page 12

▲back to top
— 14 —
Si fa notare:
a) L a necessità di una separazione più rigorosa possibile
e di una oculata vigilanza là, ove esistano sezioni di esterni
a fianco degli In tern ati.
b) L a convenienza di specificare sul catalogo gli E s te rn a ti
delle Scuole Professionali.
Si raccomanda:
a) D i non tralasciare nessuno dei n o stri tradizionali
mezzi per la formazione religiosa e morale di questi allievi
-
esterni.
b) D i seguire anche negli E ste rn a ti, per qu an to è possi­
bile, orari, program m i e m etodo delle Scuole Professionali
interne.
2) Corsi serali.
Ove sia conveniente e possibile, si stabiliscano corsi serali
per favorire la formazione dei giovani che non hanno la possi­
bilità di frequentare le Scuole (corsi di Disegno, di Contabilità,
di Lingue, ecc.).
3) Collocamento degli allievi.
A iutare i nostri Allievi a trovare un impiego presso D itte
che diano una buona garanzia e, in caso di disoccupazione,
interessarsi della loro sistemazione.
Si fa n o tare che bisogna preoccuparsi sin dall’inizio di in ­
dirizzare i giovani a quel mestiere, che poi potrà essere reddi­
tizio (specializzazione del m estiere a seconda delle Regioni, delle
circostanze locali, ecc.).
4) Esam i.
Si raccom anda che non si tralascino m ai i nostri esami
Professionali sem estrali e finali, oltre quelli legali, e si dia il
nostro Diploma di com piuti corsi Professionali o Agricoli.
5) Titoli ed Abilitazioni.
Facilitare ai nostri Confratelli il conseguimento di Titoli
Legali e di Abilitazioni tecniche.
Increm entare la preparazione universitaria per il consegui­
m ento di Lauree in Ingegneria, Agraria, Meccanica ed E let­
trom eccanica.

2.3 Page 13

▲back to top
— 15 —
2° Tema: LE M ISSIONI
A ) DELIBERAZIONI
Agli articoli 67 - 68 - 69 del R egolam ento (« Costituzioni e
Regolamenti»): Capo V I0 « P er i Missionari » vanno sostituiti
i seguenti:
A rticolo 67 - « I n v ia ordinaria egli si recherà prim a che
altrove alla Casa Ispettoriale della regione in cui stabilirà la
su a tem poranea dim ora, p er p resentarsi all’isp e tto re , conse­
gnargli la lettera di accompagnamento e m ettersi da quel m o­
m ento fino al suo ritorno in Missione, sotto la sua giurisdizione.
L ’Isp e tto re , dopo che il m issionario a v rà trascorso u n m ese
di riposo in famiglia, gli fisserà la Casa Salesiana in cui dovrà
dim orare e procurerà che vi tro v i cordiale e fra te rn a assistenza ».
Articolo 68 - « Converrà anche che il Missionario affidi alla
cu sto d ia dell’isp e tto re il danaro ricevuto dal proprio Supe­
riore, quello per il ritorno ed anche ogni oggetto di speciale
valore; e con lui si intenda per le visite e i viaggi, per le spese
e gli acquisti che dovesse fare, e per il rito rn o ».
A rticolo 69 - « L ’Isp e tto re della M issione inform i sem pre
il Superiore del Capitolo incaricato delle Missioni, del rim ­
patrio tem poraneo del Confratello; e questi, ritornato alla
propria Missione, ne dia tosto avviso ai Superiori ed ai parenti
p e r loro tra n q u illità ».
B ) RACCOMANDAZIONI
I . - V ocazioni m issio n a rie.
1)
Allo scopo di fom entare lo spirito missionario e di su­
scitare le vocazioni missionarie nei nostri Istitu ti, negli O ra­
to ri F estiv i, e tr a l ’elem ento esterno, si faccia a ttiv a p ro p a ­
g anda del nostro «Bollettino Salesiano», di «Gioventù Missio­
naria», di biografie e altre pubblicazioni missionarie.
Con i debiti perm essi si prom uovano G iornate e Congressini
M issionari, Conferenze tenute possibilmente da Missionari con

2.4 Page 14

▲back to top
— 16 —
proiezioni fìsse e cinematografi che e recite missionarie. Si ap­
profitti a questo scopo delle possibilità offerte dalla R adio e
dalla Televisione. Inoltre con i banchi di beneficenza, con lot­
terie e con feste missionarie si educhino i giovani e il popolo
allo spirito di generosità e di sacrificio in favore delle Missioni.
Si parli frequentem ente delle Opere Missionarie Pontificie
e delle Missioni, nelle prediche, nelle conferenze salesiane ai
Cooperatori ed E x allievi, nel sermoncino della sera, nelle
Compagnie Religiose e nelle Associazioni di Azione C attolica.
Anche nelle scuole si può fare opera utile con com piti scola­
stici di argomento missionario, concorsi e lettere ai Missionari
od altro.
N on si dim entichi però che dopo la preghiera, il mezzo più
efficace per ottenere vocazioni sarà il buon esempio e lo zelo
dei Confratelli.
2) P u r continuando a coltivare lo spirito e le vocazioni
missionarie in tu tte le Case della nostra Società, il R e tto r
Maggiore potrà aprire ove e quando sia possibile, in tu tte le
Nazioni, Istitu ti speciali per raccogliere e form are quei gio­
vani che intendono consacrarsi alle Missioni.
I n tu tte le Case di form azione sia coltivato intensam ente
lo spirito missionario. Si faccia sapere, particolarm ente negli
A spirantati, che coloro che chiedono di partire per le Missioni
e a giudizio dei Superiori hanno le doti necessarie, potranno
seguire la loro vocazione, anche prim a del Noviziato.
3) I Confratelli di qualsiasi Ispettoria che intendessero
consacrare la loro v ita alle Missioni, ne facciano dom anda al
R ettor Maggiore dopo m aturo esame e speciali preghiere. O ltre
alle v irtù del buon Salesiano essi debbono avere l’a d a tta b ilità
necessaria agli inevitabili sacrifici della vita missionaria.
Le esperienze fatte sembrano consigliare di inviare i m is­
sionari nelle Missioni, o a fare il Noviziato o im m ediatam ente
dopo. Confrontando le statistiche delle varie spedizioni, si può
constatare come la percentuale più alta di perseveranza sia
nei gruppi di coloro che sono p a rtiti più giovani.
Ciò non im pedisce che anche Confratelli già m a tu ri e spe­
cialmente novelli sacerdoti e capi di arte possano ben ambien­
tarsi ed essere ottim i Missionari.

2.5 Page 15

▲back to top
— 17 —
4)
Come si fa per la form azione dei Chierici si potrà fare
anche per i giovani Coadiutori a m isura che vi siano per essi
Case di Perfezionamento Ispettoriali o Regionali, anche nei
paesi di Missione.
I I . - V ita missionaria ed organizzazione d elle Oper e
MISSIONARIE.
1) L ’Isp e tto re provveda affinchè t u t t i i M issionari ab ­
biano la comodità di accostarsi regolarm ente al Sacram ento
della Confessione.
Nelle residenze ci siano alm eno due sacerdoti. A loro si potrà
convenientem ente aggiungere un coadiutore; m a non si lasci
u n coadiutore con un solo sacerdote.
2) Le opere svolte nelle Missioni possono essere: stre tta ­
m ente missionarie o ausiliarie. Sono opere strettam ente mis­
sionarie le residenze missionarie erette o no in parrocchie o
quasi-parrocchie, i seminari, le missioni am bulanti, i catecu­
m enati, i collegi o scuole di catechisti, e simili.
Sono opere ausiliarie, gli ospedali, i lebbrosari, i dispensari,
gli orfanotrofi, gli ospizi, i collegi, le scuole professionali ed
agricole, gli oratori festivi e altro.
Si raccom anda grande prudenza ai Missionari che si deb­
bono occupare di ospedali e dispensari. Questo genere di la­
voro sia preferibilm ente affidato alle Suore.
I I I - A iu t i econom ici alle Missio n i.
1)
A iu to economico delle Case. - Ogni Casa della Congrega­
zione deve sforzarsi di promuovere iniziative per raccogliere
mezzi economici per le Missioni.
Si stabilisca per ogni Casa una speciale F esta A nnuale per
le Missioni Salesiane.
Mezzi per raccogliere offerte possono essere: una lotteria
con l ’interessam ento degli Allievi, E x allievi e Cooperatori;
accademie e recite teatrali a favore delle Missioni; salvadanai
collocati nella p refettu ra o altrove; ecc.
I l danaro raccolto sia inviato all’isp e tto re , il quale a sti­
molo di tu tti, farà conoscere la somma raccolta da ogni Casa.

2.6 Page 16

▲back to top
— 18 —
2) A iu to economico delle Ispettorie. - Ogni Isp e tto re p e r
conto suo m andi tu tti gli anni al R etto r Maggiore il contributo
della Cassa Ispettoriale, per il sostegno delle Opere Missionarie.
3) Uffici M issionari Ispettoriali. - R accoglieranno p er in­
viare al R etto r Maggiore le offerte fatte per le Missioni in ge­
nere, accom pagnandole con la distinta delle singole Case o
persone offerenti, per eventuali premiazioni.
Invieranno invece direttam ente ai destinatari quelle che
siano fatte iter una Missione o un Missionario o uno scopo
determ inato, inform ando però il R e tto r Maggiore anche di
queste offerte.
S tim oleranno nell’Isp e tto ria l ’interesse per le Missioni S a ­
lesiane, cooperando con le a ttiv ità ed iniziative dell’Ufficio
Centrale e con iniziative proprie.
4) Ufficio M issionario Centrale. Coordinerà il lavoro degli
Uffici M issionari Isp e tto riali. In o ltre stim olerà l ’interesse per
le Missioni in tu tta la Congregazione con le seguenti attiv ità;
a) Col diffondere le riviste m issionarie salesiane e p a rtico ­
larm en te con cooperare alla diffusione del « B ollett. Salesiano ».
b) Col p rep arare filmine e cartoline m issionarie.
c) Col raccogliere m ateriale p er m ostre m issionarie m o­
bili o fisse nei diversi paesi, e anche per m usei nei collegi.
d) Col sostenere l ’A genzia M issionaria Salesiana.
e) Col prom uovere e stim olare l ’organizzazione e il buon
funzionam ento delle Associazioni di Gioventù M issionaria,
dentro e fuori dei n o stri I s titu ti. (C’è u n regolam entino che non
porta complicazioni, perchè queste associazioni possono aversi
in seno alle Compagnie).
/) Coll’organizzare la p ropaganda p er mezzo di p ro p a ­
gandisti. (Si daranno norme molto particolareggiate e pratiche
allo scopo).
g) Col favorire e coordinare la pubblicazione di m ono­
grafie, foglietti e altri scritti missionari.
h) Coll’organizzare e stim olare la raccolta di francobolli
in tu tta la Congregazione.
i)
Coll’a t t endere, p er qu an to è possibile, alle richieste e
agli incarichi dei Missionari e col facilitare le pratiche dei viaggi
e delle spedizioni, d ’accordo con l’E conom ato Generale. E cc.

2.7 Page 17

▲back to top
— 19 —
5)
Opere Pontificie. - P u r esplicando zelantem ente tu tte
queste attiv ità in favore delle nostre Missioni, in ossequio alle
norm e della S anta Sede, si faccia propaganda delle Opere
Pontificie. Si invitino i gio v an etti fino ai 12 anni ad iscriversi
nella S anta Infanzia e tu tti gli altri (Ex allievi, Cooperatori,
fedeli) nell’O pera della P ropagazione della Fede. L e condi­
zioni sono molto facili e le indulgenze numerose. Si prenda
occasione dalla G iornata Missionaria Mondiale per sviluppare
queste Opere Pontificie.
3° Tema: TIROCINIO PRATICO DEI CHIERICI
E CASE DI FORMAZIONE
Furono presenti ai M embri del Capitolo Generale nelle di­
scussioni:
a) i R egolam enti annessi alle C ostituzioni (a pag. 24 dal
n. 51 al n. 57; a pag. 79 dal n. 261 al n. 333), pu b b licati nel 1924.
b) I R egolam enti proposti in p ro v a dal Capitolo Gene­
rale X V 0 1938 (A tti del Capitolo Superiore n. 91).
c) P rogram m i e N orm e, pu b b licati nel 1946 (A tti del
Capitolo Superiore n. 138 bis).
I l Capitolo Generale volle anzitutto fissare le seguenti pre­
messe:
1) I l lavoro com piuto nel 1923, nel 1938 e nel 1946 per la
com pilazione di q u an to venne indicato in a), b), e) è sta to
quanto m ai ponderato, accurato e sapiente; i vari articoli vanno
gelosamente conservati nella sostanza; ebbero pure un ottim o
collaudo nella prova; qua e là occorre qualche ritocco m a, si
può dire, accidentale.
2) P are però conveniente, analogam ente a quanto si fece
nel 1923 (vedi prefazione del Yen.mo Sig. D. R inaldi a pag. 5),
riordinare la m ateria e cioè unificare i R egolam enti a), b) e,
anzi, meglio determ inare ciò che è da m antenere nei R egola­
m enti e quello che può stare tra le Norme: col criterio che nel
Regolamento entrino le disposizioni essenziali in form a chiara,
sobria, comprensiva; nelle N orm e le disposizioni direttive ed
esplicative.

2.8 Page 18

▲back to top
\\
— 20 —
3) È utile in calce ai vari articoli dei Regolam enti citare
i Canoni di D iritto Canonico o altri documenti Pontifici che
regolano la formazione dei Religiosi.
4) Va considerato che la redazione rifinita richiede tem po
e quindi può essere rimessa ai Superiori.
A) DELIBERAZIONI
I n base a tali considerazioni il Capitolo Generale:
I. - Q uanto al Tirocinio pratico lascia in ta tti gli articoli
dal n. 51 al n. 57 del R egolam ento del 1924, salvo queste m o­
dificazioni:
1) A l term ine dell’articolo 53 si ponga la citazione: « Co­
stituzioni, a rt. 184-195 », e quindi si aggiunga: « T i siano a l­
m eno tre scrutini all’anno p er i Chierici T irocinanti e il D ire t­
to re ne inform i convenientem ente gli in teressati ».
2) A ll’art. 54 venga aggiunto l’a rt. 12 del R egolam ento
del 1938, e cioè: « Si assegnino ai Chierici le occupazioni in modo
che possano assistere abitualm ente in comune alla Meditazione,
alla L ettu ra Spirituale, alle Conferenze ed alle pratiche del­
l’Esercizio della B uona M orte ».
I I . - P e r qu an to rig u ard a le Case di formazione (Aspiran-
tati, Noviziati, Studentati) vanno poi collocati i vari Regola­
m en ti accanto alle C ostituzioni a pag. 79: riassorbono o sosti­
tuiscono o conferm ano gli articoli 261... 333; a pag. 79 però
al m om ento si parla solo di N oviziato e di S tu d e n ta ti di Chie­
rici. Va fatto quindi posto per gli A spiranti e il Perfeziona­
m ento dei Coadiutori.
Perciò il titolo a pag. 79 sarà m odificato così: « R egolam enti
per le Case di A spirantato, di Noviziato, di Studentati per
Chierici e di Perfezionamento per i Coadiutori » ed invece di
due Sezioni, ve ne saranno quattro:
Sezione I: Delle Case di Aspirantato.
» II: Delle Case di Noviziato.
» I I I : Degli Studentati filosofici e teologici.
» IV : Delle Case di Perfezionamento per i Coa­
diutori.

2.9 Page 19

▲back to top
— 21 —
Ecco ora i testi dei Regolamenti approvati:
Sezione I. - D E LLE CASE D I A S P IR A NTATO
1) Benché ogni Casa Salesiana debba form are am biente
ad atto allo sviluppo di vocazioni e ciascun Salesiano esserne
apostolo, le Ispettorie abbiano Case speciali per A spiranti Sa­
lesiani al Sacerdozio ed A spiranti Coadiutori artigiani o agricoli.
2) Nelle accettazioni oltre alle norm e generali si tenga
presente la speciale condizione di A spiranti e quindi si assu­
mano tu tte le informazioni necessarie, onde escludere fin dal­
l’inizio quelli che non potrebbero poi esser am m essi al N oviziato.
3) L a Casa di A spirantato segua i Regolam enti generali
delle altre Case Salesiane e sia fra tu tte Casa modello: per
questo il personale ivi impiegato sia veram ente scelto e for­
m ativo.
4) P er gli A spiranti al Sacerdozio si seguano i program m i
di studi del Consigliere Scolastico Generale; per gli A spiranti
Coadiutori ed Agricoltori quelli del Consigliere Professionale
Generale con le modifiche richieste dalle esigenze locali.
5) Si educhino gli A spiranti ad una pietà semplice,
spontanea e nello stesso tem po profonda e fervente come la
voleva D on Bosco. Si badi a form are sodamente il giovane
alla pratica delle v irtù cristiane. Si dia m olta im portanza alla
L iturgia, alle Sacre Cerimonie, alle funzioni religiose, al Canto
Gregoriano e alla Musica Sacra.
6) Si coltivi negli A spiranti la confidenza verso il D iret­
tore e si offra loro comodità di andargli a parlare. Al D irettore
solo spetta ricevere i giovani per tra tta re con loro di cose spi­
rituali.
7) L ’Isp e tto re può p erm ettere agli A sp iranti d u ran te le
vacanze estive un ritorno in famiglia, m a per un breve periodo.
8) Si seguano con diligenza gli A spiranti nel loro sviluppo
fisico, intellettuale e m orale, sempre in vista della fu tu ra am ­
m issione al N oviziato, tenendo presente l ’a rt. 305 dei Rego­
lam enti, onde addivenire ad una prudente scelta.
N ota. - Gli altri articoli del R egolam ento del 1938 p as­
sano senza altra m odificazione nelle «N orm e».

2.10 Page 20

▲back to top
— 22 —
Sezione I I. - D ELLE CASE D I NOVIZIATO
1) Ciascuna Isp etto ria abbia possibilm ente una sua Casa
di Noviziato.
2) P e r l’am m issione al N oviziato si segua fedelm ente
quanto è stabilito nelle «N orm e per l ’accettazione».
3) N on si a m m e tta alcuno, se non dopo u n ’accu ra ta v i­
sita di un medico che conosca le esigenze della nostra v ita e
rilasci il relativo certificato. Si dia m olta im portanza alle in­
formazioni assunte sulle condizioni della fam iglia dei candi­
d ati (Instructio S. C. Rei., 1° dicem bre 1931, n. 6 - A tti del
Cap. S u p . n. 58) e si tenga presente l’a rt. 305 dei R egolam enti.
4) P e r la d u rata del N oviziato, per le assenze, le in terru ­
zioni e i trasferim enti si stia rigorosam ente ai Canoni: 555-556.
5) L a v ita del N oviziato sia regolata in modo conforme
con la v ita dei Confratelli che vivono nelle altre Case; perciò
si procuri che, basata su di una regolarità ed un fervore esem­
plare, essa si svolga in un am biente di naturalezza e sempli­
cità, secondo il volere di Don Bosco e la sana tradizione Sale­
siana, evitando singolarità ed esagerazioni (art. 195 Cost.).
(Gli altri articoli da 268 in poi seguono tali e quali).
6) A ll’a rt. 286 si m odifichi così: « I l Socio e l’A ssistente,
preferibilmente sacerdote... ».
7) A rt. 295. - O ltre alle pratich e di pietà p rescritte dalle
C ostituzioni e in uso nelle Case Salesiane:
a) Vi sarà una lettu ra spirituale di circa dieci m inuti
prim a di mezzogiorno, seguita dalla Comunione spirituale, dalla
Coroncina al Sacro Cuore di Gesù con l ’O razione «D io vi salvi
augustissim a R egina », e dall’esam e particolare di coscienza.
b) Verso sera vi sia u n a conferenza o m editazione, sui
doveri della v ita religiosa.
.
c) Ogni sera vi sia la benedizione col SS. S acram ento.
d) S i ten g an o i c o sid d e tti « circoli sp iritu a li », p refe ri­
bilm ente nella ricreazione dopo cena.
e) Si celebrerà la festa del Sacro Cuore nel giorno in
cui cade.
/) Preceda la vestizione un Triduo predicato.

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
— 23 —
8)
A ll’a rt. 307 si aggiunga l’art. 54 del R egolam ento del
1938, cioè «N on si conceda ai nuovi Professi di andare a fare
vacanza in famiglia o in diverse Case nostre; ma, debitam ente
assistiti, prendano il necessario riposo tu tti insieme nella Casa
p iù a d a tta , fissata dall’is p e tto re ».
N ota. - Saranno collocati tra le «N orm e» gli altri articoli
del Regolam ento del 1938 con queste variazioni:
a)
A rt. 37. -I Novizi possono sedersi dopo il primo punto.
b)A rt. 38. - I l canto del m ottetto sia prim a della Co­
m unione, anziché dopo l ’elevazione. — Alla dom enica nella
prim a Messa vi sia anche il S. Rosario.
c)
A rt. 39. - Nelle domeniche e feste vi sia la visita senza
Rosario, essendo già stato recitato nella Messa della Comu­
nità. — Nei giorni festivi sia tralasciata la M editazione (finora
ric h iam a ta nell’O rario giornaliero a pag. 21 del R egolam ento
del 1938).
Sezione I II . - DEGLI STUDENTATI FILO SO FICI
E TEOLOGICI
Capo I . - A r t ic o l i g e n e r a l i
1) È rise rv a ta al R e tto r M aggiore col suo Capitolo l’ere­
zione degli S tu d en tati Filosofici e Teologici (Cost. 104).
2) Qualora siano Interispettoriali:
a) I l personale direttivo e docente sia form ato possibil­
m ente col concorso delle singole Ispettorie che vi partecipano.
D e tto personale continuerà a d app arten ere all’Isp e tto ria di
origine.
b) L ’Isp e tto re , nel cui territorio è situato lo S tu d e n ta to ,
è l’is p e tto re di t u tt i i Confratelli dello S tu d e n ta to , anche se
appartenenti ad altre Ispettorie. A lui quindi spetta il pieno
esercizio della giurisdizione ordinaria; da lui dipendono le am ­
missioni ai V oti e alle Ordinazioni, i permessi, ecc.
Ma in casi straordinari per Chierici di altre Ispettorie sia
co nsultato l ’isp e tto re di origine.
3) Scopo degli S tu d e n ta ti è non solo la cultura intellet­
tuale dei Chierici, m a soprattutto la formazione ecclesiastica

3.2 Page 22

▲back to top
— 24 —
e salesiana, per cui non è permesso ai Chierici fare gli studi
Filosofici e Teologici fuori degli S tudentati.
4) Allo scopo dello S tu d e n ta to sia indirizzato l ’intero or­
dinam ento di esso, nel quale però è da seguire, in quanto è
compatibile con la sua speciale natura, il Regolamento gene­
rale delle Case.
5) I Superiori e gli insegnanti dello S tu d en tato siano
scelti tra i Confratelli più esemplari e più stim ati per pietà,
prudenza, dottrina ed abilità didattica (cfr. Can. 554, 3 - Cost.
167). Si tengano pure presenti le prescrizioni del Can. 588
sull’ufficio di M aestro di spirito, riservato al D iretto re a n o rm a
delle Costituzioni, e sulle pratiche di pietà. Alla formazione
dei Chierici debbono cooperare, d ’accordo col D iretto re, e sotto
la sua dipendenza, tu tti i Superiori della Casa. A tal fine pro­
curino di avere coi Chierici il maggior contatto in ricreazione
e partecipino alle loro pratiche di pietà. Oltre ai confessori
ordinari, che devono essere sacerdoti eccellenti per virtù e
prudenza, in occasioni speciali siano chiam ati altri Confessori,
cui i Confratelli possano accedere liberam ente (cfr. Carni. 1360­
1361). D etti confessori siano Salesiani. Vi sia un assistente
sacerdote e possibilmente scelto tra gli insegnanti.
6) O ltre agli Esercizi Spirituali prescritti dalle Costitu­
zioni, i Chierici faranno cinque giorni di Esercizi verso la m età
dell’anno. N ei giorni festivi la seconda M essa sia c a n ta ta ,
anche per dar modo a tu tti di esercitarsi nelle Cerimonie e nel
Canto; e nelle feste più solenni i Chierici assistano in cotta
alle funzioni. L a festa di S an Tom m aso d 'A q u in o sia solenniz­
zata con apposita accademia.
7) I l D iretto re faccia ai Chierici u n a conferenza se ttim a ­
nale, di argom ento religioso, nella quale spiegherà altresì le
Costituzioni, e le p arti principali, e per loro più im portanti,
dei Regolamenti. Li esorti ad eseguire con esattezza e con de­
coro le sacre cerimonie, il canto Gregoriano e la musica sacra.
8) Nello S tu d en tato si pratichi una perfetta v ita com une
(Can. 587); perciò tra i Chierici, anche se appartenenti a di­
verse Ispettorie, vi sia la maggiore uniform ità negli oggetti
personali, nei libri di studio o di consultazione, negli acquisti
e nelle spese. Ai Chierici non siano affidati incarichi che richie­

3.3 Page 23

▲back to top
— 25 —
dano esenzione dalla vita comune, come uscite individuali dal­
l’is titu to , m aneggio di denaro, ecc. S ia sem pre ben presente
l ’a rt. 30 delle Costituzioni. I Chierici non abbiano m acchine
fotografiche, nè altri apparecchi od oggetti non conformi alla
vita comune.
9) Si osservino le prescrizioni e le tradizioni riguardanti
il silenzio nei tem pi e luoghi stabiliti, le ricreazioni comuni, i
giuochi tradizionali e l ’esclusione (cfr. Instructio S. G. Rei.,
1° dicem bre 1931, n. 7) di quelli non convenienti ai Chierici.
10) I n conformità con le prescrizioni dei Regolam enti
non si contraggano relazioni con persone esterne, neppure coi
parenti dei giovani Oratoriani; nè alcuno faccia visite a pa­
renti, conoscenti, amici, senza espressa licenza del D irettore.
S i corregga tu tto ciò che sa di secolaresco e di ricercato nel
ten o r di v ita , nell’abbigliam ento e nel p o rtam en to (Can. 136, 1).
11) Gli studi sono regolati dai Sacri Canoni e dalle nostre
Costituzioni. I program m i sono stabbiti dal Consigliere Scola­
stico Generale; i testi di Filosofia e Teologia dal R etto r M ag­
giore. Vi si abituino gli alunni all’uso del latino nella scuola
di Filosofia, di D ogm a e di Morale.
12) L ’anno scolastico, com presi gli esami, durerà alm eno
nove mesi.
13) F u o ri d ’Ita lia , nello S tu d e n ta to Filosofico si continui
a t u tt i l’insegnam ento della lingua Ita lia n a come nel N oviziato;
in quello Teologico l ’esercizio pratico. I l latino sem pre e d ap p er­
tu tto si faccia leggere secondo la pronunzia che siha in Rom a.
14) S ’insegnino opportunam ente ai Chierici le regole della
cristiana urbanità. I l D irettore e gli altri Superiori inculchino
con l’esempio e con la parola l ’osservanza delle norm e igie­
niche, la mondezza della persona e delle vesti, la dignità del
portam ento, la cortesia dei modi, e una certa piacevolezza nel
conversare, non disgiunta da m odestia e gravità (Can. 1369, 2).
15) Ferm o restando q u an to prescrive l’a rt. 169 delle Co­
stituzioni, i Chierici potranno essere occupati in uffizi che ser­
vano di preparazione al ministero sacerdotale e alla vita Sale­
siana, come ad esempio nella cura degli O ratori Festivi, nei
Catechism i P arrocchiali, nell’istruzione religiosa del personale
della Casa.

3.4 Page 24

▲back to top
— 26 —
16) P er m antener vivo lo spirito di apostolato, essenza
del m inistero sacerdotale, si istituiscano e si prom uovano negli
S tu d en tati le Compagnie in uso nelle nostre Case. I n esse i
Chierici avranno occasione di perfezionare se stessi nell’eser­
cizio della carità col cooperare per il buon andam ento religioso
e morale dello S tudentato, e di studiare ed approfondire le
varie organizzazioni dell’apostolato dei Laici, specialm ente gio­
vani, e di addestrarsi a dirigerle.
17) Ogni mese il D irettore raduni i Superiori per le osser­
vazioni sulla condotta dei Chierici, le quali poi saranno comu­
nicate con prudenza ai singoli interessati.
18) Al term ine di ogni Trim estre il D irettore, in seguito
ad opportuno scrutinio, dia una relazione per iscritto agli
Isp etto ri sullo stato religioso, scolastico e sanitario di ciascun
Chierico.
Capo I I - S t u d e n t a t i f il o s o f ic i
1) Allo studio della Filosofìa Scolastica e delle m aterie
annesse d ev ’essere dedicato u n Triennio.
2) I Chierici andranno allo S tudentato Filosofico subito
dopo il Noviziato. Ogni Chierico sia presentato al D irettore
dello S tudentato con le pagelle degli studi anteriorm ente com­
piuti e le note inform ative del M aestro di Noviziato.
3) Si continui la scuola di Pedagogia Salesiana comin­
ciata al Noviziato e vi sia una lezione settim anale di didattica
applicata alle varie m aterie, specie al Catechismo; una spiega­
zione e recita di alcuni versetti del Nuovo Testam ento.
4) P er le m aterie annesse alla Filosofia Scolastica gli
Is p e tto ri fissino, d ’accordo col Consigliere Scolastico Generale,
program m i ed orario secondo le esigenze del Paese, avendo
di m ira la preparazione dei futuri insegnanti. Mai però sono
da sacrificare le esigenze della formazione ecclesiastica.
5) P e r favorire lo spirito di fam iglia si segua la tradizione
di cam biare periodicam ente i posti e gli incarichi affidati ai
chierici nei vari ambienti: refettorio, dormitorio, scuola e chiesa.
6) I Chierici non escano dallo S tu d e n ta to fino al compi­
m ento del corso Filosofico, e ciò anche nel periodo delle v a ­
canze.

3.5 Page 25

▲back to top
— 27 —
Capo I I I - S t u d e n t a t i teolo g ic i
1) D ate le gravi esigenze di uno S tu d en tato Teologico,
non si perm ettano S tu d en tati con num ero troppo esiguo nè
con num ero eccessivo.
2) P e r l’am m issione di u n Chierico allo S tu d e n ta to Teo­
logico si richiede che le qualità morali diano affidamento di
buona riuscita, che abbia compiuto felicemente gli studi Filo­
sofici, il che deve risultare dalla pagella scolastica rilasciata
dallo S tudentato Filosofico, che abbia compiuto il Tirocinio
pratico con esito favorevole, cioè abbia dato segni di abilità
come m aestro ed assistente, che abbia emesso i voti perpetui
o almeno non vi siano dubbi nella eventuale ammissione, che
non abbia im pedim enti per gli Ordini Sacri.
3) A norm a delle Costituzioni lo S tudentato Teologico
è di quattro anni. I l personale docente dev’essere p rev en tiv a­
m ente approvato dal Capitolo Superiore.
4) M ai si conferisca l ’ordinazione a chi non viene giudi­
cato sufficientem ente prep arato , se cioè non si è m oralm ente
certi, per argom enti positivi, della sua idoneità canonica (Can.
973, 3 - Instr. n. 13-14 - Enc. A d Cafholici Sacerdotii).
Si tengano pure presenti l’a rt. 180 delle C ostituzioni e l’art.
305 dei Regolamenti.
5) A passeggio non si esca m ai in meno di tre e si evitino
luoghi e ritro v i m ondani. P e r favorire lo spirito di fam iglia si
cambino periodicamente i posti a tavola.
6) Secondo l ’esortazione M enti nostrae di P a p a Pio XII.
vengano i Chierici opportunam ente inform ati dei più im por­
ta n ti avvenim enti. È però vietato tu tto ciò che distoghe da
una vera e seria applicazione agli studi ecclesiastici, come
sono gli studi profani, la lettu ra dei giornali e periodici di ca­
rattere politico o sportivo.
N ota. - I l resto dei Regolam enti del 1938 passa nelle
« N orm e» con qualche ritocco negli articoli 47, 48, 60 del R e ­
golam ento p er gli S tu d e n ta ti Teologici.

3.6 Page 26

▲back to top
— 28 —
B) RACCOMANDAZIONI
I . - P erso n a le d e l l e Case d i fo rm a zio n e.
È condizione essenziale per il buon funzionam ento degli
S tudentati che detto personale sia ben formato:
1) per Filosofia, Pedagogia, D iritto Canonico, Teologia vi è
l'Ateneo Salesiano: tocca ai Tari Ispettori inviar elementi adatti;
2) per Storia Ecclesiastica, Sacra S crittura e Musica: a
Roma;
3) il personale abbia possibilm ente i titoli giuridici ec­
clesiastici: sono garanzia della cultura e danno possibilità di
eventuali aggregazioni a Facoltà Ecclesiastiche almeno fino alla
Licenza in Teologia;
4) vi siano insegnanti scelti anche negli S tu d en tati Filo­
sofici per le m aterie um anistiche: form ati per la L etteratu ra
e Storia con spirito cattolico.
I I. - Studenti d i F ilosofia e Teologia.
1) Considerando il duplice scopo culturale e formativo
dello S tudentato, non può dirsi raggiunto lo scopo quando un
Chierico fa o com pleta la Filosofia o la Teologia con ripetitori
nelle Case: tali eccezioni dovute a situazioni di emergenza
vanno elim inate e deve applicarsi il R egolam ento.
2) P er ogni evento tu ttav ia gli esami di m aterie eccle­
siastiche siano dati negli S tu d en tati e non nelle Case; e di là
verranno rilasciati i certificati in merito.
I I I . - T esti scolastici.
Si fa voti che venga provveduto alla compilazione di testi
scolastici nostri e ad atti ai diversi corsi, specie per Religione,
Filosofia, Pedagogia, Teologia.
4° Tema: RILIEVI E SUGGERIMENTI
SULLA VITA E DISCIPLINA RELIGIOSA
Q uanto qui è accennato non rig u ard a l ’introduzione di nuove
disposizioni, m a sono richiam i a disposizioni già esistenti ed
a v v ertim en ti u tili a m antenere l ’e sa tta osservanza religiosa e
il « buono spirito » nelle nostre Case.

3.7 Page 27

▲back to top
— 29 —
I. - Spirito religioso.
Devono considerarsi come abusi e deviazioni dallo spirito
religioso Salesiano:
1) le visite frequenti, anche annuali, in famiglia: talora
per futili motivi, come m atrim oni di parenti, feste onomastiche
e simili.
2) le visite, m agari prolungate, a famiglie di alunni o di
ex allievi.
3) l ’interessam ento negli affari m ateriali della p ropria fa ­
m iglia, come com pre-vendite, raccolti, testam enti, ecc.
4) le visite di svago e gite di piacere; viaggi d ’istruzione
prolungati, non necessari e non autorizzati.
5) le visite a com unità fem m inili o a persone d ’altro sesso
per direzione spirituale o per consigli intorno ad affari m a­
teriali.
Quindi si esorta ad applicare dovutam ente gli articoli del
Regolam ento che vietano queste cose, rendendo responsabili
gli Isp etto ri, ove si tr a tti di concedere o negare eventuali per­
messi. Lo spirito di paternità non consiste nel concedere quanto
la regola non concede, m a nel vigilare paternam ente affinchè
sia in flore l’osservanza, ta n to necessaria per conservare lo
spirito religioso.
I I . - V ita d e l l e Ca se .
Lo spirito di famiglia è preziosa eredità della nostra Con­
gregazione. Dobbiamo quindi praticarlo e conservarlo nelle
nostre Case, sia nelle relazioni tra confratelli, sia nelle relazioni
tra confratelli e giovani, come anche nella rispettosa deferenza
verso i confratelli più anziani. Guai a noi se si introducesse
nelle nostre Case la freddezza del puro Regolam ento, come già
lam entava il personaggio del noto sogno di D on Bosco, per cui
tu tto si riducesse ad un susseguirsi di scuola, di studio, di p ar­
tite al pallone, di cinema e disciplina, ora troppo rilassata ora
m ilitaresca, m entre la pietà languisse, le feste fossero celebrate
con svogliatezza e impreparazione e le Compagnie non fossero
stim ate e valorizzate. I n questo caso non avremmo più il col­
legio Salesiano, ove si form ano i buoni cristiani e gli en tu ­

3.8 Page 28

▲back to top
— 30 —
siasti ex-allievi, m a una semplice scuola, non am ata come fa­
miglia, m a subita di m ala voglia, con desiderio di uscirne al
più presto.
P er 'ovviare questo pericolo, che sempre ci incombe, procuri
il D irettore:
1) di non assentarsi dalla Casa con facilità; avvicini
spesso tu tti i Confratelli, specialm ente i Coadiutori; si trovi
in mezzo ai giovani il più possibile, specialm ente durante le
ricreazioni, m antenendo paterno contatto specialmente coi più
grandicelli.
2) D i aver cura diligente del suo personale per mezzo delle
conferenze mensili (troverà m ateriale abbondante negli A tti
del Capitolo Superiore e nelle Memorie Biografiche), e dei ren ­
diconti mensili. P e r m aggior com odità e d ’accordo col Con­
fratello fìssi a ciascuno l’ora più com oda p er questo colloquio.
Accolga poi sempre volentieri nel suo ufficio anche quei gio­
vani che desiderano conferire con lui; anzi prom uova questi
colloqui per il bene degli allievi.
3) D i non accentrare tu tto nelle mani; lasci a ciascuno
le proprie mansioni, procurando tu ttav ia di invigilare, inco­
raggiare e aiutare.tutti, tenendosi informato, anche di presenza,
di quanto si fa in casa.
4) D i tenere come base del suo governo la Regola e non
la sua opinione personale. E gli dev’essere come u n altro D on
Bosco, il quale si è voluto identificare colla Regola, quando
presentandone a D. Cagliero il libretto, gli disse: Ecco che D on
Bosco va in America con te!
I Sigg. Isp etto ri poi procurino:
1) di fare la v isita Isp e tto ria le con tu tt a calm a, ascol­
tando tu tti, e rendendosi conto di tu tto , so p rattu tto per quello
che rig u ard a appunto lo spirito di fam iglia. Q uando l ’am biente
è tu tto pervaso da questo spirito, allora regna anche l’osser­
vanza, i Confratelli lavorano contenti, e i nostri giovani si sen­
tono a ttra tti in buon numero alla vita Salesiana.
2) D i assegnare dei buoni confessori ad ogni Casa: siano
scelti tra i confratelli di esperienza, di scienza morale, di buon
esempio. A confessori degli alunni si possono scegliere anche
sacerdoti giovani, purché di soda pietà e di vita specchiata.

3.9 Page 29

▲back to top
— 31 —
ni. - O rato ri.
R icordando che lo scopo dell’O ratorio è la form azione reli­
giosa dei giovani, vogliamo impedire ad ogni costo quelle de­
viazioni che ne renderebbero v a n a l’a ttiv ità . O ra, ecco alcune
situazioni che potrebbero crearsi in un Oratorio:
1) Trascuratezza nelle pratiche religiose, affrettate o
peggio trascurate. Spiegazioni del Vangelo e del Catechismo
fatta senza preparazione.
2) L a scuola di Catechismo iniziata ad anno inoltrato
e finita troppo presto; con insegnanti improvvisati, senza con­
trollo delle presenze, senza incoraggiamento alle frequenze e
a l profitto, senza program m a fisso.
3) Esagerazione nello sport, con p artite di calcio a ritm o
incessante, dentro e fuori dell’O ratorio (m agari con divise
sportive intollerabili nei nostri ambienti), con inviti a gente
e stra n ea che invadono l’O ratorio togliendo ai Confratelli ogni
possibilità di azione e di sorveglianza sui giovani, anzi m etten­
doli essi stessi in gravi pericoli.
4) Spettacoli cinematografici, se pur non di dubbia bontà,
tu ttav ia non adatti ai giovani, ma in vista del pubblico, con
rappresentazioni continuate dal prim o pomeriggio fino a notte
in oltrata, con poca o nessuna sorveglianza nelle sale.
5) L a ricerca d i mezzi finanziari a sostentam ento dell’O ra­
torio non già attraverso la organizzazione di benefattori con
assennata propaganda, m a attraverso il cinema o altri mezzi
che sanno di affarismo commerciale, se non del tu tto profani.
D i questo passo l’O ratorio di D on Bosco perderebbe com ­
pletam ente la sua vera fisionomia. Si fa quindi calda racco­
m andazione:
1) di dare il posto d ’onore che loro com pete alle pratich e
religiose: S an ta Messa con Vangelo ben preparato e le preghiere
prescritte recitate con divozione; com odità per le confessioni, ecc.
2) Che la scuola di Catechismo si cominci subito a prin­
cipio d ’anno, con insegnanti ben scelti tr a i confratelli, i gio­
v an i più m a tu ri della Casa e dell’O ratorio stesso, i C ooperatori.
Ci siano le gare e gli incoraggiam enti soliti ad usarsi nelle nostre
Case.

3.10 Page 30

▲back to top
— 32 —
3) Che siano m an te n u te in fi ore le Com pagnie con fre­
quenti e ben preparate conferenze, abituando i Soci ad una
v e ra a ttiv ità apostolica fra i com pagni e fuori dell’O ratorio.
4) M etter freno alle esagerazioni dello sport, e lim itare,
per quanto è possibile, le gare con esterni.
5) I l cinem a dell’O ratorio non d iventi cinem a pubblico.
Gli spettacoli, da darsi solo nella m isura già indicata nelle
Norm e del Capitolo Generale X VI, siano ad atti ai giovani,
senza preoccuparsi degli altri spettatori. Si promuovano le
Com pagnie D ram m atiche fra i giovani e gli E x-allievi; si abi­
tuino gli O ratoriani a gustare le rappresentazioni dram m à­
tiche, ben più u tili ed educative del cinema, se ben curate e
scelte secondo i criteri Salesiani.
6) I l finanziam ento dell’O ratorio sia sostenuto dalla Casa,
nei lim iti del possibile, e da una saggia organizzazione delle
Dame Patronesse, dei benefattori e dei Cooperatori.
IV . - I l cinema.
Sono sempre in vigore le norme date dal Capitolo Gene­
rale X V I al riguardo.
P e r quanto ne sia difficile l’osservanza, si esortano t u t t i i S u ­
periori e Confratelli ad impegnare ogni loro sforzo per attuarle.
Che il Cinema attu ale sia dannoso alla formazione dei gio­
vani, per quello spirito che generalm ente lo pervade, ogni edu­
catore cristiano lo sa.
Si o b b ietta che, se non c’è il cinem a, gli oratoriani ab b an ­
donano l’O ratorio e vanno altrove; o che i collegiali, sp in ti
anche dalle relazioni dei compagni esterni, se non hanno ci­
nem a si irritano, m orm orano, tengono la v ita di collegio come
un peso e diventano restii ad ogni esortazione alla pietà ed
alla bontà. Q uesta difficoltà la trovano anche i buoni genitori
che vogliono conservare buoni i loro figliuoli, allontanandoli
da spettacoli indegni; eppure, con la buona volontà, con lo zelo,
con assiduo lavoro di persuasione, ma soprattutto fomentando
la pietà dietro l’esempio di D on Bosco si riuscirà a vincere
anche questa grave battaglia.
Del resto si tenga presente la grave responsabilità che ci
addossiamo quando la rappresentazione fosse meno conve­

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
— 33 —
niente. R icordiam o l’alto concetto che D on Bosco ci h a inse­
gnato di tu tto quello che rig u ard a la purezza dell’anim a, e
facciamo in modo che, m entre sono sotto la nostra responsa­
bilità, i nostri giovani ricevano solo impressioni salutari.
Anche per il Cinema Parrocchiale richiam iam o le norme
del Capitolo X VI. I confratelli non partecipino agli spetta­
coli destinati al pubblico.
Q uanto poi ai cinem a quasi parrocchiali, quelli, cioè, che
funzionano in casa nostra da cinema parrocchiali in collabo­
razione con Parrocchie non Salesiane, o per comodità della
popolazione cattolica di qualche zona cittadina e di qualche
paese, si riten g a che non avendo noi in questo caso il dovere di
'provvedere al cinema sano, queste sale devono essere p ru d e n te ­
m ente so ttratte a tale prestazione, salvo casi che gli Isp etto ri
segnaleranno al Capitolo Superiore per u n ’eventuale eccezione.
A questo riguardo il Capitolo Generale ha preparato p er
gli Isp etto ri delle norm e particolareggiate che riassum iam o qui
brevem ente:
1) Si confermano le norm e date nel Capitolo anteriorer
specialm ente in quanto proibiscono spettacoli non degni. Gli
Ispettori, in casi eccezionali, potranno concedere qualche ecce­
zione riguardo al num ero delle rappresentazioni, sempre che
vi siano a disposizione pellicole adatte ai giovani secondo i cri­
teri di Don Bosco.
2) Si impegnano gli Isp etto ri a m antenere stretto con­
trollo delle rappresentazioni cinematografiche date nelle Case,
esigendo dai D irettori un resoconto su tale m ateria.
3) Si propongono vari mezzi per sostituire, per quanto
è possibile, lo spettacolo cinematografico, con altre attiv ità di
maggior contenuto educativo. I n particolare:
a) Le Compagnie prom uovano spettacoli teatrali e tr a t­
tenim enti accademici o sportivi.
b) 'Nei giorni di vacanze civili e scolastiche si favoriscano
passeggiate istruttive, con m ète a Santuari, Stabilim enti, ecc.
evitando così spettacoli in Casa.
c) Si dia increm ento alla G innastica: gare di corsa, di
lancio, di forza, p attin i, bicicletta, calcio, palla a volo, m a
con squadre interne, in famiglia.

4.2 Page 32

▲back to top
— 34 —
A) I docum entari, le filmine istru ttiv e e religiose siano
sfru ttate meglio e valorizzate per le varie categorie di ragazzi.
e)
N ei program m i delle Case si dichiari che il nostro cri­
terio educativo — d ’accordo con a u to rità m ediche e pedago­
giche — considera il cinem atografo spettacolare nocivo al fi­
sico e al m orale dei giovani, specialm ente di età m inorenne.
/) Dove siamo im pegnati a prestare le nostre sale in fa­
vore della Parrocchia, si faccia il possibile per liberarci da ogni
responsabilità ed assistenza agli spettacoli, e si lavori per aver
libere le nostre sale, esclusivamente aA uso dei nostri Istitu ti.
V. - F ormazione r elig io sa .
Vi sono due speciali atteggiam enti che si possono m anife­
sta re ta lv o lta tr a i Confratelli, e che v a bene segnalare: l’esa­
gerata passione per lo sport, e lo sm odato desiderio di diver­
tim enti, specialmente del cinema.
È necessario che nelle Case di formazione si insista molto
sulla formazione della volontà e sullo spirito di m ortificazione,
senza del quale non si dà vera v ita religiosa. Nelle altre Case
poi il D irettore richiam i prudentem ente chi ne avesse’ bisogno,
per fargli com prendere quanto sia sconveniente ad un reli­
gioso questa form a di spirito m ondano.
V I. - R accomandazioni spec ia li.
1
) Pratiche Ai Pietà: nell’edizione « P ra tic h e di P ie tà »
del 1948 a pag. 36 si aggiunga, tra le pratiche in uso al Prim o
Venerdì del mese, anche la Benedizione, come è detto per la
Commemorazione di Maria Ausiliatrice.
2)
Povertà: si ricordano ai D irettori gli inconvenienti che
possono generare l ’uso incontrollato delle m acchine fotografiche
da p arte di Confratelli. Si torna pure a ricordare che gli appa­
recchi radio ad uso dei singoli Confratelli sono proibiti.
Le gestioni di Confratelli eventualm ente addetti a piccole
vendite (oggetti sacri, francobolli, bibite, dolci ecc.) devono
essere controllate dal Prefetto.
Le gite degli alunni non siano dispendiose nè troppo lunghe,
sia per non gravare indebitam ente i loro parenti, sia per non
incorrere pericoli morali che possono verificarsi in simili casi.

4.3 Page 33

▲back to top
— 35 —
3) Letture: sia cu rata la biblioteca di ogni Casa, secondo
le norme a tu tti note. Siano a disposizione della Comunità le
Memorie Biografiche e le V ite dei nostri Confratelli e Supe­
riori, esortando i Confratelli ad una assidua lettura.
Gli A tti del Capitolo Superiore siano le tti sem pre in p u b ­
blico ed eventualm ente com m entati dal D irettore nelle sue
conferenze; del «Bollettino Salesiano» sia d ata lettu ra nel refet­
torio dei Confratelli e possibilm ente anche in quello dei giovani.
4) Archivi e Cronache: gli Archivi, compreso quello I spet­
toriate, siano ten u ti in ordine. N on si trascuri la Cronaca della
Casa, che serve non solo per tram andare ai posteri le cose degne
di memoria, m a anche per la continuità delle tradizioni di cia­
scuna Casa.
Si ten g a aggiornato l ’elenco dei C ooperatori e B en efatto ri
di ogni Casa, affinchè non avvenga che, cam biando il Supe­
riore, si dim entichi chi ha dei m eriti e diritto alla nostra rico­
noscenza. Lo stesso si dica per gli Ex-allievi.
5) M aestri di musica: si incoraggino, con la dovuta p ru ­
denza, i Confratelli che abbiano inclinazione ed attitudine allo
studio della musica, affinchè non manchino i m aestri di m u­
sica nelle nostre Case. Ma lo si faccia in modo che lo studio
della musica non diventi un lusso personale e m a sia invece
messo a servizio della nostra opera educativa.
5° Tem a: PROPOSTE VARIE
Vennero approvate dal Capitolo Generale le seguenti mo­
difiche di articoli dei Regolamenti:
1) A rt. 3 del Regolam ento: si aggiunga dopo « S. F ra n ­
cesco di Sales » « S. G iovanni Bosco ».
2) A rt. 344 del Regolam ento: il prim o com m a sia così
espresso: «M andi in tem po ai D irettori i form ulari per il Ren­
diconto annuale secondo l ’art. 115 delle C ostituzioni ».
3) A rt. 361 del R egolam ento: si m odifichi così: « L ’E co ­
nom o rediga ogni anno il R endiconto da inviarsi all’Econom o
Generale con le firm e dell’is p e tto re e di tu tto il Consiglio.
Tale rendiconto deve com prendere: a) u n a relazione p a rtico ­

4.4 Page 34

▲back to top
— 36 —
lareg g iata del m ovim ento della Cassa Isp etto riale; b) un rias­
sunto della situazione patrim oniale dell’Isp e tto ria; c) u n rias­
sunto dei rendiconti finanziari delle singole Case ».
4) L ’A rt. 146 delle Costituzioni sia, per chiarezza, espresso
così nell’ultim o com m a: « Q uanto ai Consiglieri b a s ta u n a sola
scheda per tu tti e cinque insieme; è richiesta però anche per
loro la m aggioranza assoluta ».
Venne infine approvata ad unanim ità la seguente proposta
del Rev. R etto r Maggiore:
Si aggiunga « prò tem pore » dopo la lettura spirituale, dopo
l’invocazione al S. Cuore di Gesù per le vocazioni, questa p re­
ghiera:
Oremus prò fratribus nostris afflictis et captivis.
Salvos fac servos tuos, D om ine, et libera eos ex omnibus
tribulationibus suis.
P otrà essere anche tra d o tta in lingua volgare, affinchè sia
da tu tti meglio compresa e meglio recitata.
Il Direttore Spirituale.
S o p r a l ’A sso c ia zio k e d e i D iv o t i d i M a r ia SS. A u s il ia t r ic e .
Ricorda a tu tti la prescrizione fattaci dalle nostre Costi­
tuzioni all’a rt. 9, di prom uovere l ’A rciconfraternita dei divoti
di M aria Ausiliatrice. I l nostro S. Fondatore ha voluto fissare
in tale articolo delle Costituzioni una delle sue raccom anda­
zioni più frequenti, ripetute poi sempre con pari insistenza
dai suoi Successori.
Q uanto stesse a cuore a D. Bosco la diffusione di d etta
associazione ce lo dicono chiaram ente le m olte sollecitudini
da lui avute per farla arricchire di indulgenze dai Sommi P on­
tefici e farla conoscere dai fedeli, anche attraverso opuscoli
fino a considerarla, come ben fa rilevare in una sua circolare
il com pianto sig. D . R icaldone, «quasi parte integrante della
Società Salesiana » (Atti n. 149, p. 46).