Atti_1929_049.ACS_


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I.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
J. M. J.
Carissimi Confratelli e F igli in N. S. Gesù Cristo,
1. I l nostro Padre e Fondatore è Beato!
La voce di D io lo ha proclamato solennemente in Roma per
la bocca del magistero infallibile della sua santa Chiesa; e la voce-
dei popolo ha fatto eco con entusiasmo spontaneo, generale, inde­
scrivibile, a Roma, a Torino principalmente, e dovunque fiorisce
in qualche modo la sua Opera. E d io sento il bisogno ed il dovere
di ripetere la notizia ad uno per uno a tutti i miei confratelli e
di consegnare negli A tti del Capitolo Superiore il grande avveni­
mento che segna una epoca nuova alla nostra cara congregazione.
Il cielo e la terra hanno riconosciuto il culto filiale che era
tributato privatamente nell’ intimo dei nostri cuori alla santità
del Padre, dal giorno fortunato in cui l'abbiamo conosciuto per­
sonalmente, o da quando la divina Bontà ci ha chiamati a rive­
stirci del suo spirito e a divenire suoi figli.

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L'altare alla santità del Padre era finora eretto solo nei nostri
cuori: invece adesso è inalzato nel cuore medesimo della santa
Chiesa, al cospetto di tutto il mondo.
N on desistiamo, o carissimi, dall'esultare, giubilando l’inno
del più fervido ringraziam,ento, dinanzi al Signore che, mirabile
sempre nei suoi santi, s’ è degnato coronare quaggiù il nostro Don
Bosco del diadema della santità e della gloria con tali e tante sin­
golari finezze della sua infinita Bontà da superare ogni nostra più
ardita previsione ed aspettazione. Possiam o veramente dire che­
la divina Bontà s’ è profusa per im preziosire la Beatificazione del
nostro Padre, già di per se stessa infinitamente preziosa, circon­
dandola di luci e di splendori non com uni, che resteranno inde­
lebili nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Come non riconoscere ora chiaramente la squisita finezza della
divina Bontà che nel 1883 avvicinava in Valdocco, per alcuni
giorni, a D. Bosco, nell’ ospitalità la più intima dei cuori, Colui
che gli avrebbe decretato l’ onore degli altari, dopo averne messa
la vita nella pienezza della luce con discorsi inspirali, che saranno
tra i tesori più preziosi della nostra Società?
D i D. Bosco s'è parlato e scritto molto, prim a e dopo la morte,
ma nessuno aveva ancora parlato come il S. Padre Pio X I . Alle
allocuzioni sopra l’eroismo delle virtù e sopra i miracoli ( Ved.
A tti del Capitolo N ° 38, pag. 552 e N ° 48 pag. 748), che ci deli­
neavano al vivo la vera figura attivo-soprannaturale di D. Bosco,
il S. Padre ha aggiunto tinte e riflessi più luminosi nell’ allocu­
zione pronunziata dopo la lettura del T u to e nell’inno trionfale
sgorgato dal Suo gran Cuore paterno là nel Cortile di S. Damaso,
il giorno dopo la Beatificazione compiutasi in S. Pietro. Son si­
curo che voi, o m iei cari, li avete già letti questi tesori; ma gli Atti
del Capitolo ve li recano nella loro integrità ufficiale perchè li
possiate meglio gustare e approfondire di quando in quando.
I l S. Padre dopo aver proclamat o che « ogni anno, ogni m o­
mento della vita così operosa, così raccolta, così operante e
così pregante » (20 - 2 - 927) del nostro Padre era «u n miracolo,
una serie di miracoli, succedentisi ininterrottamente nell’in­
sieme dell’opera sua, che è uno dei più straordinari m iracoli»
(19 - 3 - 929), ha additato, alla lettura del T uto (21 aprile), il
segreto di queste meraviglie: « La fiducia im mensa, inesaurìbile

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nella fedeltà di D io, salita fino alla grandezza di un continuo
miracolo morale, che ha lasciato un giorno ai suoi figli ed ora,
può ben dirsi, a tu tto il m on do cattolico... ».
« Badate bene — aveva detto, conversando, l'umile Servo di
D io, al futuro P ap a — badate bene, quello che più spesso ci
manca è la fiducia nella fedeltà di D io, così com ’essa è vera­
mente, v ale a dire senza lim iti e senza misura ». Parole per noi
ora di valore doppiamente inestimabile!
Allora e poi sempre, D. Bosco parve al futuro Papa, « in vin ­
cibile, insuperabile, appunto perchè fermamente, solidamente
fondato in una fiducia piena, assoluta della divina fedeltà ».
L 'insistente, augusta Parola del Vicario di Gesù G. trasmessa
all'orbe cattolico nella pienezza della sua letizia e nella giocondità
del suo gran Cuore, con l'edificazione degli esempi, dello spirito
e della memoria di D . Bosco animò tutti a fare ricorso con più
fiducia all'intercessione di Lui, e rese più vivo l'universale desi­
derio della sua Beatificazione.
« Ci sem bra ancora di vederlo con i nostri occhi » aveva ripe­
tuto più volte la voce del S. Padre, celebrando le virtù, gli eroismi
e le meraviglie compiute dal Signore in D. Bosco: e da tutte le
parti del mondo accorsero a R oma le moltitudini dei fedeli per
acclamare al « P ap a di D . Bosco » e per dirgli, nel momento me­
desimo della glorificazione del Servo di D io, con la loro presenza
così numerosa da essere quasi innumerabile, così fitta e com­
patta da apparire come un sol corpo mosso da un'anima sola
tutta la gratitudine immensurabile che Gli serberanno perenne­
mente nei loro cuori e che tramanderanno ai loro posteri, per
averli donati del nuovo sospiratissimo Beato.
I l P ap a ha proclamato la Sua antica conoscenza, la sua antica
amicizia sacerdotale con D . Bosco, ormai vicino al Suo luminoso
tramonto, mentre E gli allora era al principio del Suo sacerdozio:
ed ora, alla distanza di poco più di nove lustri, innumeri molti­
tudini di figli s’ assiepano frementi di gioia attorno al trono di
Lui, Vicario di Gesù C., per attestarGli tutto l'affetto filiale e ripe­
terGli: « Anche noi abbiamo conosciuto e conosciamo il Beato
D. Bosco nelle sue Opere; anche noi siamo amici di Lui da lunga
data perchè facciamo parte della sua famiglia ».
2. P er questo, m ai forse vi fu un santo, un eroe della fede,

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la cu i santità sia stata proclam ata con m aggior entusiasm o, con
m aggiore con sen so di quello che ha a ccom pagn ato la B eatificazione
del nostro Padre e Fondatore.
N on è la descrizione particolareggiata dell'indimenticabile av­
venimento che devo darvi, o m iei cari, perchè la rileggerete intiera
sul « Bollettino »: qui intendo farvi rilevare solo alcune delle tante
bellezze e magnificenze che l'accompagnarono. M a i il cuore di
tanta moltitudine di figli ha battuto così all'unisono con quello
del Santo Padre di tutta la cristianità: mai entusiasmi e applausi
furono così sinceri, frenetici, gioiosi, p ien i di luce e di sole sul
volto di tutti: mai la commozione e le lagrime si sono impossessate
così della moltitudine, giubilante l'inno del ringraziamento sotto
le volte del maggior tempio della cristianità, veramente stipato:
mai preghiera è salita in alto, attraverso la cupola di S. Pietro,
fino all'altissimo dei cieli, così viva, così palpitante, così ardente
di tutte le fiamme, così parlante tutti i linguaggi nell'unica lingua
della Chiesa, come è avvenuto la mattina del 2 gnigno nella B asi­
lica Vaticana, al momento in cui per la prim a volta la Gloria del
nuovo Beato apparve splendente nello sfondo d'oro della raggiera
Berniniana: e nel pomeriggio al momento in cui il P apa fece il
Suo emozionante ingresso nella Basilica, per venerare il Beato.
La realtà impressionante di questi due indimenticabili momenti
resterà sempre immensamente superiore a qualsiasi descrizione
verbale o scritta. I l S. Padre medesimo, nell'udienza privata del 3
giugno, manifestando il Suo alto compiacimento per la solennità
e grandiosità eccezionali della Beatificazione di D . Bosco, asserì
di non avere mai veduto S. Pietro così affollato.
Il tempio e la piazza furono veramente affollati tutto il dì,
dalle prime ore del mattino fin oltre la mezzanotte: sia per le fun­
zioni, attese le lunghe ore per non perdere il posto: e sia cosa
veramente eccezionale per l'illuminazione della Basilica, voluta
dal S. Padre, per rendere la Beatificazione del Nostro Fondatore
affatto straordinaria. Perchè l'artistica, indescrivibile, inimitabile,
dispendiosa e faticosa illuminazione della Cupola, della facciata
e del colonnato che recinge la Piazza di S. Pietro, suol essere riser­
vata solo per le Canonizzazioni dei santi più celebri. M a ben si
conveniva al novello Beato, che è stato sempre luce nella sua vita

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e banditore di luce alle anime, anche al presente coi suoi esempi
e con le sue Opere.
Durante tutto quel dì è stato un continuo flusso e riflusso di­
gente d'ogni ceto, sesso, grado, età e condizione sociale, mossa
unicamente dal desiderio di essere tra i prim i a venerare, uniti
al Bapa, il novello Beato tanto caro e amato: una ressa im pres­
sionante, ma calma, composta, pregante: — una ressa la cui nota
dominante erano le fiorenti giovinezze dei nostri Oratori festivi,
collegi e pensionati; erano le balde falangi dei nostri ex allievi,
dalle fronti serene, aperte, gioiose e dal portamento risplendente
della fam iliarità salesiana, che li faceva distinguere tra mille;
erano le rappresentanze dei nostri Cooperatori, Direttori, D ecu­
rioni, Zelatori e Zelatrici di ogni paese e nazione, che si distin­
guevano per la stessa allegra familiarità salesiana: i quali tutti,
assieme al restante popolo, fecero arbitrariamente valere dei diritti
di salesianità per meglio vedere e godere.
La conseguenza fu che il popolo invase i posti riservati ai
Membri principali della Congregazione nelle medesime funzioni
del mattino e della sera, impedendo così ai figli prediletti di potere
godere l'intim ità della festa, di avvicinare meglio l'altare del Beato
e il S. Padre. F u questo l'unico inconveniente e va rilevato. Credo
però che questo sacrifizio, involontariamente imposto a tanti nostri
Ven.di Confratelli i quali o per la carica, o per la conoscenza
personale del Beato, o per le fatiche apostoliche sostenute nelle
lontane m issioni ben si meritavano un posto speciale sarà nelle
lor mani moneta assai preziosa per intercedere con più efficacia dal
Beato Padre, grazie e favori segnalati per se e per la Congregazione.
3. H o già accennato sopra all'udienza particolare concessa dal
S. Padre a me e agli altri membri del Capitolo Superiore, il 3
gnigno. I l P a p a era raggiante e ancor tutto commosso per l'esito
della Beatificazione di ieri. Si mostrò particolarmente soddisfatto
dell'ordine e della precisione con cui tutte le diverse fasi delle ce­
rimonie si erano svolte, nonostante l'immensa marea di popolo
la quale parve rendesse piccola la grandissima Basilica, al tempo
stesso che con le vive e frementi sue acclamazioni a D. Bosco e
al Papa dimostrava tutta l'anima salesiana che la pervadeva e
la mondiale popolarità che già possedeva il novello Beato fin dalla
sua prima aurora all'onore degli altari.

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P io X I , che è veramente il « P a p a di D. Bosco » ha voluto
dedicare a noi quasi tutta la prima giornata dopo la Beatifica­
zione. Si sperava perciò di potere in qualche modo avvicinare al
P a p a anche i salesiani che avevano conosciuto il Beato con gli
Ispettori e missionari anziani, nell’udienza generale concessa all'
intera famiglia salesiana presente in Roma.
M a se la cosa fu solo possibile in modo globale, stante il numero
di oltre dodici mila tra salesiani, Figlie di M aria Ausiliatrice,
ex allievi giovani, cooperatori e cooperatrici, vi supplì l'inspirato,
meraviglioso discorso del S. Padre.
D opo le filiali acclamazioni, con canti e indirizzo, il Papa
parlò, o meglio effuse tutto il Suo gran Cuore in un inno trionfale
al Beato D. Bosco, inarrivabile, indimenticabile e commoventis­
simo. Leggendolo ora, come è stato stenografato, quasi parola per
parola, si prova ancora una viva emozione, ma vi manca l'anima,
la vita della viva Parola di P io X I , tutta fuoco e tenerezza pa­
terna.
L'im ponenza dell'adunanza che ha dinanzi a Sè, le entusia­
stiche dimostrazioni di pietà filiale verso la Sua P ersona « sono
nel nome tanto illustre e glorioso in tutto il mondo, nel nome e
nella gloria non solo terrena e mondiale, ma celestiale ed eterna
del Beato D. Giovanni Bosco », del quale Egli si gloria potersi
annoverare « tra i suoi conoscitori personali, tra quelli che ebbero
da lui stesso vivi e paterni segni di benevolenza e di paterna ami­
cizia ».
L a nostra partecipazione al Suo Giubileo con la presente ma­
nifestazione e più ancora con le preghiere, Gli è tornata graditis­
sima. Plaude agli antichi discepoli del Beato e a quanti son venuti
da lontano per rendere più grandiose le primizie della sua vene­
razione. « N o i per grazia di D io l'abbiamo potuto elevare come
segno alle genti, all'onore degli altari. V oi da tutte le genti siete
venuti a rendergli tributo raramente così universale nell'attualità
della Beatificazione, nella gloria così splendida di S. Pietro in
Vaticano... ».
E tutta questa gente attratta ai Suoi P ied i per la glorificazione
di D . Bosco, Gli fa sentire la pienezza della Paternità universale
della quale è rivestito, facendoGli vedere in una grande apoca­
littica visione tutti i salesiani dispersi per il mondo, ma presenti

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nel Cortile di S. Damaso, nella magnifica rappresentanza che ha
dinanzi a Sè.
Centinaia di migliaia d'anime hanno dovunque pregato e ve­
nerato con voi il Beato D . B osco: ma voi dovete pensare che la
gloria più vera del Beato su questa terra è nelle vostre mani e di­
pende da voi... Se voi sarete i figli sapienti di tanto Padre, se sa­
prete sempre meglio intendere lo spirito suo e dell'Opera sua; se
saprete continuarla senza misurare il lavoro; se (come voleva D on
Bosco) saprete essere sempre all'avanguardia del progresso quando
si tratta del bene, della verità, dell'onore di D io e della Chiesa,
del Regno di Gesù C., della salvezza delle anime, allora la gloria
del Padre sarà piena e completa su la terra come lo è già in cielo.
« Sarà questa la vostra parola d'ordine, sarà l'eccitamento continuo
a procedere sempre più animosi per quelle belle vie alle quali vi
avviano la parola, l'esortazione, l'esempio ed ora l'intercessione
del Beato Giovanni Bosco! ».
4. L'apoteosi romana della glorificazione di D. Bosco non
avrebbe potuto essere nè più solenne, nè più commovente. La voce
di D io che ha beatificato il suo Servo fedele, è stata raccolta entu­
siasticamente e devotamente dai figli e ammiratori di Lui, perchè
non era altro che la voce dei loro cuori, cioè la voce del popolo.
Questa voce del popolo erasi già fatta sentire durante la vita del
Servo di D io attraverso lo splendore delle sue virtù e delle sue opere,
che la profonda su a umiltà non riusciva a nascondere. E ra scat­
tata più solenne tra le lagrime e le salmodie del corteo funebre
imponentissimo che aveva accompagnato la Salma venerata nel
riposo di Valsalice. E p o i continuò a farsi sentire dappertutto,
anche nelle contrade più remote, con le preghiere, con i voti, con i
pellegrinaggi, con le grazie impetrate e ottenute e con la misteriosa
attrattiva dei cuori verso il santo ch'era vissuto e continuava a
vivere d'amore per la gioventù, anche nel suo sepolcro. Così in
appena quattro decine d'anni, questa voce del popolo fu più solo
un coro universale di suppliche impetratone, coronate ora dai
canti trionfali della gioia dell'amore, indescrivibili.
I festeggiamenti torinesi per la Beatificazione di D. Bosco
sono la magnifica espressione di questa voce del popolo fiorita
sul sepolcro di Valsalice che per noi è sempre stato un altare!
Quante volte ci siamo prostrati dinanzi a quell'altare-sepolcro per

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intrattenerci in intima conversazione con il Padre che ci rispon­
deva in modo meraviglioso nella maggiore comunicazione del suo
spirito, nei lumi alle nostre perplessità e negli aiuti sensibili al
momento opportuno! Quante volte voi pure, o m iei cari, avete
fatto altrettanto, ascrivendo a grazia segnalata la fortuna di potere
passare qualche giorno nella preghiera e nel raccoglimento lassù
accanto al Padre sempre vivo ed operante come quando era ancora
nella mortalità della carne! Là, sotto quell'altare, eravi il nostro
tesoro: anche le genti lo intuivano e vi accorrevano per averne
qualche piccola parte. P erchè era nostro sì, ma nel tempo stesso
quel tesoro già apparteneva di pien diritto alla cattolicità, alla
santa Chiesa, la Madre dei Santi!
E la Santa Chiesa, il 17 maggio scorso, l 'ha fatto levare di là
dalla competente Autorità venuta da Roma unitamente a quelle
della Città e della Congregazione. « Ossa o semplici ceneri, esse
ci rappresenteranno l'Uom o di D io che ha vissu to il Vangelo... »,
ha esclamato Mons. Salotti nel discorso pronunziato prim a di
ordinare la ricognizione della salma. I l Vangelo è la vita, è la
santità, è la gloria nel Regno di D io, che è la Santa Chiesa del
cielo e della terra: e chi ha vissuto la pienezza del Vangelo du­
rante la sua vita mortale deve vivere pure la pienezza della Vita
nel Regno di Dio. P er questo D. Bosco è stato ora annoverato dal
nostro « dolce Cristo in terra » tra i Beati della Chiesa; e le genti
accorrono a venerarne la Salma, che è divenuta il trono terreno
dal quale egli dispensa le grazie, i favori e i miracoli che il Si­
gnore ha messo a sua disposizione. Questo spiega le migliaia e
migliaia di pellegrini che salirono giornalmente a Valsalice prima
del 9 giugno e che ora continuano a riversarsi nel Santuario di
M aria Ausiliatrice dove questo trono della Salma benedetta del
Padre è stato portato in un trionfo più straordinario tra tutti gli
straordinari.
L 'abbiamo visto con i nostri occhi, l'abbiamo goduto con la
gioia commoventissima delle lagrime, l'abbiamo scolpito indelebile
nel più intimo del nostro spirito, il trionfale corteo che accompagnò
a Valdocco il Corpo beatificato del nostro Padre. N on è stato opera
degli uom ini, ma del Signore: da noi s’è fatto del nostro meglio
perchè riuscisse imponente e ben ordinato: ma lo straordinario,
che è stato l'anima di tutto, è D io che ce l'ha messo: A Domino

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factum est! I n questa luce il trionfo del Beato Padre manderà
i suoi splendori a quelli che non l'hanno potuto vedere e ai nostri
posteri ancora.
5. L'aspettazione generale, di oltre due mesi, nel mondo intero,
ha riversato a Torino più di cento mila pellegrini, solo per la
giornata del 9 giugno. F in dalla vigilia e da tutte le parti son
venute le moltitudini per il trionfo di D . B osco; e, senz'essersi
mai conosciuti si sono trovati tutti in famiglia, tanto a Valsalice
come a Valdocco e nella Città ospitalissima e piena di delicate
attenzioni.
I pellegrini impazienti di vedere e avvicinare la Salma del
Beato, sfilarono tutta la mattina dall'Ausiliatrice a Valsalice e
viceversa, così da parere quasi già iniziato il corteo. Questo però,
preordinato diligentemente in ogni suo più minuto particolare,
non doveva cominciare che alle ore 15.
Formato da una massa imponente di ben 70 mila persone
che erano divise in 18 Gruppi, aventi ciascuno il proprio posto
di partenza e di arrivo — il corteo si mosse allora, compatto e
devoto, dal Seminario delle M issioni Estere di Valsalice, e, per
oltre quattro ore, sfilò ritmicamente attraverso il Ponte Umberto,
il Corso Cairoli, la V ia Diaz, la Piazza Vittorio Veneto, la Via
Po, la Piazzetta Reale, la Piazza S. Giovanni, la V ia Venti Set­
tembre e il Corso Regina Margherita fino alla Basilica di M aria
Ausiliatrice, in una magnificenza unica di luce, di fiori, di pro­
fumi, di preghiere, di canti, di musiche, di evviva e di applausi
irrefrenabili.
Due compatte ali di popolo stipavano all'inverosimile gli ampi
Corsi, le vaste Piazze, e le larghe Vie del percorso, mentre sopra
le balconate e le finestre dei palazzi circostanti, bellamente pavesati,
fiorivano fitte aiuole di teste protese nell' aspettazione di una visione
imminente e pronte a lanciare sopra l'urna del Beato, baci, pre­
ghiere, rose e fiori a profusione. Chi da un posto di osservazione
ha assistito allo svolgimento di tutto l'interminabile corteo, può
bensì aver goduto della grandiosità e magnificenza dei Gruppi
succedentisi ininterrottamente, ma non può aver provato i senti­
menti e le emozioni di chi era nel corteo e poteva a suo agio con­
templare lo spettacolo della massa, aggirantesi tra i quattro e cin­
que cento mila spettatori, in devoto contegno, con il volto raggiante

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di gioia non comune e gli occhi imperlati di lagrime e le mani
giunte a pregare o pronte ad applaudire e l'estasi beata che si
trasmetteva, da scaglione a scaglione, man mano che questa im­
mensa marea umana, si faceva avanti al nostro sguardo ancora
assorto nella contemplazione del precedente. E ra cosa talmente
impressionante da far trattenere quasi il respiro per raccogliere
le preghiere che quelle centinaia di migliaia di cuori facevano
salire al Beato con un milione di occhi e di mani commossi e fre­
menti.
Dietro a tale spettacolo e canti e preghiere e voti formulati
con tutti i sensi e le potenze umane di tanta gente, la Salma del
Beato incedeva viva e commossa sull’alto suo trono, mentre le
mani, che la pietà filiale aveva composte a preghiera, parevano
elevarsi a benedire, come avevano fatto durante tutta la vita. E
veramente una delle caratteristiche più belle del nostro Beato è
stata quella di benedire: egli è stato la benedizione vivente e lo
sarà ancor più d'ora innanzi. N on dimentichiamo, o miei cari,
che noi anche siamo stati chiamati all'eredità'di questa benedizione:
in h oc v o ca ti estis, u t b en ed iction em haereditate possideatis
(I, S. P i e t r o , 3, 9).
E tutta l'immensa moltitudine attendeva pazientemente, in
posizioni incomode, sotto i dardi del sole, bellamente allineata,
raccolta, come se fosse in un vastissimo tempio, senza dare noie
alle poche guardie che presiedevano all'ordine: e man mano che il
carro maestoso del Beato si avvicinava, gli occhi di tutti si fissa­
vano in alto, in lui, e le mani plaudenti facevano tosto devoti segni
di Croce. Linguaggio e comunicazioni misteriose tra il Beato e
il suo popolo, del quale aveva compresi i bisogni e le miserie, alle­
viandole con le sue carità inesauribili.
Rivolgeva queste cose dentro di me, mentre seguendo Vescovi
e Cardinali precedevo passo passo il nostro Beato. Dietro veniva
il carro del suo trionfo e dopo l'Em .m o sig. Card. Gamba, nostro
Arcivescovo, il quale ha voluto riserbare a sè l'onore di accompa­
gnare il Beato D. Bosco alla sua definitiva gloriosa dimora. Come
Egli ama D. Bosco e l'Opera sua! A nch'Egli ha conosciuto il
nostro Padre, qui all'Oratorio, dove trascorse un anno: ne ricevette
le carezze dello sguardo di L u i e la parola buona, che più non si
dimenticano. I n Lui, fanciullo ancora, il Beato aveva riscontrata

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2.1 Page 11

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76? —
una « buona stoffa »: ma la Provvidenza lo guidava per altre vie,
affinchè un giorno gli rendesse il suo filiale tributo nella maestà
della Sacra Porpora. A ltri quattro Eminentissimi P rincipi di
Santa Chiesa, oltre 60 Arcivescovi e Vescovi e tutte le maggiori
Autorità e Rappresentanze cittadine, del Piemonte, dell’Italia e
dell'estero, hanno partecipato all'imponente corteo, pure onorato
dall'augusta presenza delle L L . A A . RR . i P rin cipi di Casa Sa­
voia, i quali ne attesero l'arrivo nel Santuario di M aria Ausilia-
trice, abbellito e ornato con tutto lo sfarzo possibile per ricevere
convenientemente il suo D. Bosco!
M aria SS. Ausiliatrice lo ha richiamato, nella gloria dei Beati,
accanto a Se, quasi compartecipe dello stesso suo trono di grazie
e di gloria, nella « stupenda ed alta chiesa » erettale dal Beato e
solennemente consacrata il 9 giugno del 1868. Ed ora la Provvi­
denza ha disposto che la sera dello scorso 9 gnigno, la sua Salma
benedetta venisse esposta alla pubblica venerazione nel presbiterio
dell'Altar Maggiore, proprio nel luogo preciso dove il Beato 64
anni prima aveva avuta l'Apparizione della « Matrona magnifi­
camente vestita di indicibile avvenenza, maestà e splendore » la
quale, chiamatolo a Sè, con un incantevole sorriso sulle labbra e
con affettuose parole l'aveva incoraggiato a non abbandonare i
suoi giovani... pronunziando infine con voce infinitamente armo­
niosa: « haec dom us m ea: inde gloria mea! ».
Così il nome del Beato D . Bosco è divenuto realmente indivisi­
bile da quello della sua potente Ausiliatrice.
Le centinaia di migliaia di popolo che l'avevano trionfalmente
accompagnato fino alla sua Casa, presero parte al suggestivo inse­
diamento del Beato nella Basilica per mezzo degli altoparlanti
che funzionarono egregiamente. Erano state agglomerate, accata­
state lungo i Corsi: Regina Margherita, Valdocco, Principe E u­
genio; e per le vie: Caselle, Cigna, Cottolengo, Salerno; e su la
imponente Piazza di M aria Ausiliatrice. Nessuna chiesa del
mondo potrà mai contenere tanta gente quanto era quella che ha
partecipato a questo magnifico finale del trionfo del Padre, mentre
tutta la cupola, i campanili, la facciata, i fabbricati circostanti,
il monumento di D. Bosco, e la piazza e le vie e le case, grandi
e piccole, cantavano il loro inimitabile inno della luce al novello

2.2 Page 12

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768
Beato. L'illuminazione riuscitissima è stata anche qui il simbolo
più espressivo di ciò che fu ed è tuttora il nostro Beato!
6. P erò il trionfo del nostro Padre a Roma e a Torino, non
poteva restringersi alle sole funzioni, direi, ufficiali, e neppure
limitarsi al relativo Triduo solenne, riuscitissimo qui e là, per
intervento di popolo, per magnificenza di funzioni religiose, per
nuove, geniali, grandiose esecuzioni m usicali; e per l'eloquente,
augusta parola degli Eminentissimi ed Eccellentissimi panegiristi
delle virtù del nostro Beato. A questo riguardo non si poteva desi­
derare nè di più, nè di meglio.
M a se ci fossimo limitati solo a questo, alle nostre feste sarebbe
mancata la nota propriamente salesiana e al Beato Padre il vero
è più gradito omaggio dei figli. Questo e quella dovevano essere
espresse in modo concreto con l'inizio di una nuova fondazione
a Roma e a Torino che ricordasse il faustissimo avvenimento in
una più fervida esplicazione di quella parte dell’apostolato educa­
tivo che stava più a cuore a D. Bosco. Egli ha dato sempre le sue
preferenze alla formazione religiosa, civile e morale della gioventù
dei popolo attraverso gli Oratori festivi e le Scuole professionali
d'arti e mestieri. Ora quelle di Roma non potevano svilupparsi
in modo adeguato per la ristrettezza dei locali all'Ospizio del Sacro
Cuore; e da più tempo si pensava a un radicale provvedimento
con la fondazione di un apposito Istituto professionale sulla via
Tusculana, nelle vicinanze della Colonia agricola del Mandrione.
Un nostro buon Confratello ne procurò i mezzi per erigerlo nel
Nome del S. Padre P io X I , a ricordo perenne del Suo Giubileo
sacerdotale d'Oro. I l S. Padre gradì vivamente l'omaggio con
approvare il progetto in modo regale mediante l'offerta di un mi­
lione per la chiesa di M aria Ausiliatrice da inalzarsi accanto
all'istituto Professionale P io X I per i bisogni spirituali della
popolazione operaia che va addensandosi in quella località e quale
vivo monumento della Beatificazione di D. Bosco.
I lavori di costruzione dell'Istituto sono già bene avviati e la
posa della prima pietra del nuovo tempio di M aria Ausiliatrice
è stata compiuta il 4 giugno con tutta la solennità degna dell'Urbe
e quale si prevedeva, data la presenza di numerosissimi pellegrini
italiani ed esteri, venuti per la Beatificazione di D. Bosco.
Similmente a Torino il 13 giugno è stata benedetta la prima

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769
pietra dell'istituto Professionale M issionario « Conti Rebaudengo »,
destinato a Casa di perfezionamento per i nostri cari Coadiutori
e come vivaio delle vocazioni missionarie tra i medesimi Coadiutori.
L'Istituto è dono munifico del Presidente Generale dei nostri
Cooperatori, l'Ill.mo Sig. Conte Senatore Eugenio Rebaudengo,
i l quale non poteva dare prova più luminosa della nobiltà del Suo
cuore, onorando i suoi cari defunti con la creazione di quest'isti­
tuto, di cui sentivamo tanto la necessità. Sorgerà presso la piaz­
zetta della nuova barriera di Milano, cioè poco oltre la cinta da­
ziaria. Sarà capace di ben 300 allievi interni, oltre l'Oratorio
festivo, la chiesa e tutte le altre istituzioni moderne per l'elevazione
del popolo.
7. Eccovi, carissim i confratelli e. figli, le piccole cose che ho
creduto bene scrivere in margine al magnifico poema della B ea­
tificazione di D. Bosco. E stato un trionfo dei più straordinari,
che la mia povera circolare ha appena sfiorato per sommi capi,
e neppure in tutte le sue linee generali. Come di solito, anche
stavolta, non ho avuto altra intenzione che di mettervi a parte
delle cose che m i sono sembrate più opportune ad animarci re­
ciprocamente a divenire migliori e più degni del nostro Beato
Padre.
Ora le cose vedute e provate sono tali da segnare un'epoca nuova
per noi e per la nostra Società. Finora eravamo solo i poveri figli
di D . Bosco e si andava avanti alla meglio senza tante pretese:
adesso ch'egli è Beato, siamo in certo modo saliti anche noi di
grado, ma con nuove responsabilità, per l'onore e le grazie venuteci
in vista del Padre.
Quando il 2 giugno, in S. Pietro, apparve D . Bosco nella Glo­
ria del B ernini fra angeli e luci senza fine, e vidi i Cardinali,
i Vescovi, i Prelati e il popolo plaudente inginocchiarsi tutti a
pregare, la m ia commozione fu estrema perchè vedevo tutta la Chiesa
che prestava il prim o ossequio al Beato. Tutti allora abbiamo
pregato e venerato D . Bosco! E quando nel pomeriggio, il S. Padre,
il Capo della Chiesa, in un subbisso di irrefrenabili applausi,
discese dalla portantina, direi, dal suo trono, e s'inginocchiò da­
vanti le Reliquie del Beato D . Bosco e le venerò e pregò a lungo
divotamente, la m ia commozione fu pure estremo, e compresi Chi
diventava allora D . Bosco per noi.

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770
Senza punto cessare d'essere quello che per noi è stato sempre,
cioè il Padre tenerissimo che ama quanti vengono man mano
chiamati dal Signore ad ascriversi tra i suoi figli, con le medesime
finezze di dedizioni che usava in vita verso i prim i che gli vissero
al fianco: il Padre sempre presente, sempre operante al nostro
fianco, con noi e in noi — D. Bosco in quell’istante era divenuto
il modello sicuro della nostra vita di religiosi e di educatori:
la lucerna posta sul candelabro per illuminare il mondo: il
ministro fedele preposto dal suo e nostro Signore Gesù C. alla
distribuzione dei suoi beni agli indigenti: il nostro particolare
intercessore presso la Vergine Ausiliatrice: era insomma di­
venuto secondo l'augusta, parola di P io X I , « la gloria d'Italia,
e cosa immensamente più grande, gloria di tutta la Chiesa »
(20 aprile 1929).
Compresi che la sua sacra Salma era realmente risuscitata
alla gloria d ell'immortalità anche nella Chiesa militante, per es­
sere stimolo alla nostra attività, alla nostra mortificazione, alla
nostra santità: compresi quale doveva essere il nostro spirito, quale
la vita del nostro corpo individuale e sociale.
Perchè nel fremito immenso della gioia che in quei due mo­
menti indimenticabili prorompeva da tutti i cuori nella grande
Basilica m i parve che una voce, dolce e paterna, già udita in altri
tempi, scendesse dalla Gloria a dirmi: « E xem plum dedi vobis!...
Imitatores m ei estote! F a te c o m ’io h o fa t to e a llora la m ia cara
C ongregazione sarà sem pre fiorente quale m ’era apparsa, quan-
d ’ero ancora in carne m ortale, nella vision e avu ta a S. B enigno
... L a c a r it à c a p is c e t u t t o , s o p p o r t a t u t t o , v in c e t u t t o :
p r e d ic h ia m o l a con l e p a r o l e E con i Fa t t i... L a m e d ita z io n e
del m attin o e della sera versi sem pre sull’osservanza delle R e ­
gole. Se questo farete non v i verrà m ai m eno l’aiuto dell’O nni­
poten te. D iverrete spettacolo al m on d o e agli angeli ed allora
sarà gloria v ostra la gloria di D io ... C oloro che vedran no questo
secolo tram ontare e principiare l’altro, diranno di voi: D al
Sig n o r e è s t a t a Fa t t a t a l co sa e d è m e r a v ig l io s a a g l i
o c c h i n o s t r i. A llo r a t u t t i i v o s t r i fr a t e lli e fi g liu o li v o s t r i c a n ­
teran n o a ll’u n ison o: N on a n o i, o Sig n o r e , n o n a n o i, m a a l
N o m e t u o d a g l o r i a ! ».
Così facendo saremo sempre all’altezza della nostra missione

2.5 Page 15

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771
e formeremo la vera gloria del nostro Beato Padre. Gloria patris,
filii sapientes, ha detto il Papa. M a sapienti della vera sapienza
che ci stimoli ad essere più puri, più mortificati, più laboriosi,
più caritativi, più devoti di Gesù Sacramentato e di M aria SS.
Ausiliatrice: che ci ecciti ad attaccarci e a fare ricorso con illi­
mitata fiducia al nostro Beato onde ci ottenga tutto questo dal
Signore: che ci faccia conoscere, assieme alla grandezza della
nostra missione, la nostra miseria e distanza da L ui; e così ricor­
reremo a Lui, penseremo a Lui, imiteremo Lui per continuare
l'opera sua a noi affidata.
Se la nuova epoca della nostra vita salesiana, testé iniziata,
avrà sempre per norma gli esempi del Beato; se la nostra missione
educatrice, si svolgerà ininterrottamente sotto la sua protezione,
allora accresceremo e moltiplicheremo all’infinito, conforme l'in-
spirato augurio del S. Padre, « l ’im m enso tesoro dell’educazione
cristiana com e D. Bosco la intendeva, cioè, profondamente,
completamente, squisitamente cristiana e cattolica».
Mentre questo numero degli A tti stava per andare in mac­
china, a Valsalice presso la tomba di D. Rua e di D . Albera
si procedeva alla elezione dei membri del Capitolo Superiore a
norma delle nostre Costituzioni e furono confermati gli attuali
vale a dire il Sig. D. R icaldone Pietro a Prefetto - D . Tirone
Pietro a Direttore Spirituale - D. Giraudi Fedele ad Economo -
D. Fascie B artolom eo a Consigliere Scolastico - D. V espignani
Giuseppe a Consigliere Professionale e D. Candela Antonio a
Consigliere.
N on ho bisogno quindi di presentarveli continuate loro
l'affetto e la sottomissione finora addimostrata e pregate perchè
il Signore li assista nel disimpegno del rispettivo ufficio.
Compia il nostro celeste Patrono l’augusto augurio facendo
scendere sopra tutte le Case e sopra ciascuno di noi la pienezza
della Benedizione di M aria SS. Ausiliatrice che quotidianamente
invoca il
Vostro aff.mo in C. J.
Sac. FILIPPO RINALDI.