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affinchè niuno abbia ad ometterli, e ai singoli confratelli di andarvi ben risoluti di
cavarne tutti quei frutti ch’essi sono destinati a produrre.
Dall'impiegar bene il sacro tempo degli Esercizi ho detto che dipende in primo
luogo il buon andamento della nostra vita di religiosi. E invero si è in quei giorni di
ritiro e di raccoglimento che ognuno può fare con più agio un po' di bilancio
spirituale, vedere se ha mantenuto i propositi fatti negli esercizi precedenti, o se
invece il troppo ingolfarsi nelle occupazioni e faccende esteriori gli ha fatto perder
di vista il necessario perfezionamento dell’anima sua.
Ma ho aggiunto che dal far bene gli esercizi dipende anche il risultato
dell’opera educativa che andiamo svolgendo a pro dei giovani: e questa è una
conseguenza di quel che ho detto sopra. Persuadiamoci, miei cari figliuoli, di
questa grande, per quanto trita verità: Nemo dat quod non habet: nessuno può dare
quel che non ha; come dunque potremo far santi i giovani se non siamo santi noi
per i primi? Senza contare che il retto esercizio del nostro stesso ufficio di
educatori suppone il possesso di molte virtù, come la carità, la pazienza, la
mansuetudine, l’eguaglianza di carattere, lo spirito di mortificazione, la giustizia, e
via dicendo: se non avremo questo fondo veramente indispensabile di virtù, ci
affaticheremo invano, e anzi cadremo in funesti errori, che potranno anche
danneggiare il buon nome della nostra Società.
III. Un’altra cosa ho a dirvi, sempre in tema di esercizi. Quest’anno si terrà
a Valsalice, dal 5 all’ 11 agosto, un corso speciale d’esercizi per i Coadiutori, e
particolarmente per i capi d’arte, i provveditori e quanti hanno incarichi
concernenti gli alunni.
Data la grande importanza della missione che questi cari confratelli hanno da
compiere nelle nostre Case, mi sembra affatto conveniente che, se non tutti gli anni,
almeno una volta tanto, si tenga un corso d’esercizi appositamente per loro, nel
quale vengano meglio istruiti intorno al loro compito quale lo concepiva il nostro
Venerabile Fondatore, e intorno al gran bene che la Congregazione da loro si
attende. I coadiutori hanno doveri loro propri, virtù, speciali da praticare, sono
esposti a speciali pericoli, inerenti alla loro condizione: è quindi utilissimo, per non
dire necessario, che almeno di tempo in tempo si sentano a parlare di tali cose,
abbiano delle prediche proprio apposta per loro.
A questo corso di esercizi desidero che intervengano i confratelli coadiutori per
lo meno delle Case d’Italia da Roma in su. Qui, accanto alla tomba di Don Bosco,
si ritempreranno le forze spirituali e attin