— 633 —
diffuso per tutto il mondo nel nome e per opera del suo apostolo
d'elezione Don Bosco, con la parola d'ordine: Da mihi animas,
cetera tolle! che crea e moltiplica gli eroismi dell'apostolato.
La necessità urgente di provvedere allo sviluppo delle nostre
Case e Missioni per corrispondere sempre meglio ai desidera del
S. Padre, alle insistenze di Vescovi, d'Autorità civili e di Coope
ratori, che da tutte parti c’invitano a dilatare l'opera nostra, mi
spinge a parlarvi di questa mia speranza, ed a raccomandarvi
caldamente che vi adoperiate a suscitare numerose vocazioni, e a
custodire con ogni vigilanza e sollecitudine la vocazione dei gio
vani confratelli, nulla risparmiando per completare la loro forma
zione. religiosa.
Per questo mi sembra molto opportuno richiamare alla vostra
memoria una circolare dell'indimenticabile Don Albera, la 41a,
in data 15 Maggio 1921 un vero trattato sulle vocazioni salesiane,
e, si può ben dire, il testamento del suo cuore unicamente deside
roso di arricchire sempre più la nostra Società di buoni soggetti.
Con stile piano e persuasivo, il compianto Superiore espone la
genesi, l'estensione, la grandezza delle vocazioni religiose salesiane,
trattenendosi in particolare su quelle dei coadiutori; addita i mezzi
per suscitarle e coltivarle fino a completa maturità; ricerca la mente
e il cuore di Don Bosco e di Don Rua al riguardo, per poi riferire
in appendice i passi dei loro scritti relativi alle vocazioni. È un
vero tesoro, che contiene tutto quanto dobbiamo sapere intorno a
questo importantissimo, vitale argomento.
Perciò desidero che questa circolare si faccia rileggere al più
presto in refettorio, ovvero in chiesa come lettura spirituale dei
confratelli. N ei paesi fuori d'Italia gl'Ispettori provvedano che
venga tradotta nella lingua locale, per poterla far leggere in comune,
come ho detto, e per averla alla mano ad istruzione dei confratelli.
Vorrei avere tutto l'ardore di Don Bosco, di Don Rua e di Don
Albera per le vocazioni s acerdotali-religiose, affine di poter scuo
tere la coscienza di tutti i miei cari confratelli e figliuoli riguardo
al dovere urgente di coltivarle. Don Bosco, raccontando i suoi
sogni sulle Missioni, ricordava quello che ora la S. Sede inculca
per la cultura delle vocazioni indigene; aggiungendo che non solo
a tutti i sacerdoti del mondo N. S. Gesù Cristo impose l'’Ite, docete
omnes gentes, ma anche alla falange generosa dei coadiutori che