Atti_1926_035.ACS_


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I.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
J. M. J.
Miei carissimi Confratelli,
1. — Ricevo con frequenza da molti di voi, oltre la corrispon­
denza di affari, delle lettere che leggo con gran piacere; in esse mi
date notizie di voi e della Gasa ove siete, mi parlate delle vostre
difficoltà, dei vostri propositi, del vostro amore a Don Bosco, della
vostra fiducia nella Vergine Benedetta Ausiliatrice, e dimostrate
quanto vi stanno a cuore gl'interessi, soprattutto spirituali, della
nostra amata Congregazione.
Leggendo queste lettere, che sono per me di tanto conforto e
anche di tanta utilità pratica, io vorrei prender subito la penna
per manifestarvi la mia riconoscenza, e ricambiare il vostro affetto
filiale con quella paternità di sentimenti che tutti ammiriamo in
Don Bosco e nei suoi due santi successori Don Rua e Don Albera.
Vorrei, dico, rispondervi subito; ma la voluminosa corrispondenza
da scorrere, che si va accumulando giorno per giorno sul mio scrit­
toio, e i molti affari urgenti il cui disbrigo non ammette dilazione,
purtroppo me lo impediscono. E allora pongo quelle care lettere
in disparte, ben deciso di dare ad esse riscontro in qualche momento
di tranquillità, per potermi trattenere un poa lungo con voi; ma
ahimè! il desiderato momento di tranquillità non viene mai, e le
lettere rimangono lì ad aspettare per mesi, e anche per anni interi,
prima ch'io trovi il tempo di rispondere.
È un debito ch'io ho verso di voi, miei buoni confratelli, un
grosso debito che col tempo ognor più si accresce, e che non so proprio

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come fare ad estinguere. Ciò mi addolora grandemente; ed è per
chiesto che sento ormai il bisogno di fregare quelli tra voi verso i
quali sono debitore, che vogliano compatirmi, e non attribuire a
negligenza, o peggio ancora, a indifferenza quello che è semplice­
mente forza maggiore. A questi miei carissimi creditori io dico:
Ancorché non riceviate da me risposta, non privatemi, ve ne prego,
delle vostre lettere; ricordatevi che con esse voi mi fate una grande
carità, animandomi all'adempimento dei miei doveri, e illumi­
nandomi su molte cose necessarie a sapersi per il buon governo e
indirizzo generale della nostra famiglia salesiana. Dal canto mio
procurerò di pagare più debiti che mi sarà possibile; gli altri li
passerò a Maria Ausiliatrice perchè ci pensi Lei; e in tal caso vi
assicuro che ci guadagnerete, perchè questa buona Madre saprà
ricompensarvi ad usura della mancata soddisfazione umana d'una
mia risposta alle vostre lettere.
2. Si avvicina il tempo dei santi Esercizi spirituali; permet­
tetemi perciò di ricordarvi l'importanza somma di questa pia pra­
tica prescritta dalle nostre Costituzioni. I l nostro Ven. Padre la
introdusse tra i giovani del suo Oratorio fin dal 1847, e, dice il suo
biografo Don Lemoyne, pure a costo di qualunque sacrifizio volle
che si facesse ogni anno, tanto era il bene che vedeva provenirne.
(Memorie biografiche, III, 223).
Non si può concepire la vita religiosa, e forse neanche una
vera vita cristiana, senza esercizi spirituali; ma noi che siamo
dediti alla vita attiva, abbiamo un bisogno affatto speciale di questo
periodo di sacro ritiro. Costretti a vivere sempre a contatto col
mondo e in mezzo a mille pericoli, assorbiti da molteplici occupa­
zioni esteriori, come è facile che trascuriamo e dimentichiamo
gl'interessi dell'anima nostra, pur lavorando al bene delle anime
altrui! Sono quindi ima vera provvidenza per noi, questi giorni
in cui possiamo allontanarci dal nostro posto di lavoro, e, lasciando
da parte ogni preoccupazione di tal genere, rivolgere tutta l'atten­
zione al nostro interno, per vedere, al lume delle verità eterne che
i predicatori ci richiamano alla memoria, se la nostra vita possa
dirsi di veri e buoni religiosi, se non vi siano manchevolezze e di­
sordini; esaminare la rettitudine delle nostre intenzioni, ritemprarci
nell'unione con Dio, e formare dei saldi propositi per l'avvenire.
È una grande grazia che ci fa il Signore, col darci la possibi­

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lità di fare gli esercizi spirituali, una grazia che chissà quanti nel
mondo c’invidiano; sappiamo quindi approfittarne. Ispettori e
Direttori veglino perchè nessun confratello ometta l'adempimento
di questo dovere; e, per guanto si può, mandino ciascuno di essi
al corso che gli è più confacente. A gl'Ispettori poi ricordo, facen­
dola mia, la raccomandazione del mio venerato predecessore Don
Albera: « (L'Ispettore) faccia il possibile per presiedere tutte le
mute, almeno per alcuni giorni; è cosa utilissima, dare agio in
quei giorni ai, confratelli di poter aprire il loro cuore ». (C irco-
lari, pag. 72). E tutti vadano agli esercizi col sincero desiderio di
farli iene, e di cavarne il frutto che sono destinati a produrre, cioè
la riforma della propria vita e condotta.
Si dia per ricordo degli Esercizi lo spirito di mortificazione,
prendendo occasione dal Centenario di San Luigi, del quale ho
parlato nel numero precedente degli Atti; si dimostri soprattutto
guanto esso sia necessario per conservare la bella virtù, come c'in­
culca lo stesso Don Bosco nelle Costituzioni (art. 39), e ancor più
chiaramente nell'Introduzione (pag. 43); e si richiamino gli esempi
che il nostro buon Padre e molti santi confratelli ce ne hanno
lasciati.
Ancora una raccomandazione vorrei fare ai predicatori. Ho
parlato della speciale necessità che abbiamo noi, religiosi di vita
attiva, di fare gli esercizi spirituali. Ma, per quanto grande sia
il giovamento che se ne ritrae, essi tuttavia non durano che pochi
giorni, e non potrebbero bastare da soli a mantenere in noi la vita
interiore per tutto l'anno. V'è un altro gran mezzo che ci aiuta a
ciò, un mezzo quotidiano, indispensabile alla vita religiosa pre­
cisamente come lo è il cibo alla vita del corpo: la meditazione.
Sopra questo mezzo io avevo già richiamato la vostra attenzione,
miei buoni confratelli, con la Strenna dell'anno scorso: « Fare
bene quotidianamente la meditazione. Essa deve illuminare le
opere, le parole, i pensieri di tutta la giornata ». Era la Strenna
per il 1925, ma non vuol dire che dovesse praticarsi solo in quel­
l'anno: questa è una cosa da farsi sempre, se si vuol conservare lo
spirito religioso. Si domandò una volta al venerando Don R ua
come facesse a star raccolto, in mezzo a tanti viaggi, occupazioni
e visite, ed egli rispose: ‹ ‹ Vedo d'ingegnarmi: una buona medita­
zione al mattino, pensieri forti, volontà ferrea... ». Così facessimo
noi pure! Dobbiamo essere persuasi che senza la meditazione ben

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fatta il Salesiano si mette a gravissimo rischio di ridursi a lavo­
rare come un semplice impiegato, e fors'anche, Dio non voglia!
di perdere la vocazione. Non mancano purtroppo esempi che hanno
deito a questa verità una dolorosa conferma; e disgraziato chi non
ne fosse convinto!
Ora io vorrei che questa convinzione i predicatori cercassero
di imprimerla saldamente negli animi degli esercitandi, insistendo
molto sull'importanza somma, fondamentale, della meditazione
quale mezzo per conservare il raccoglimento tra il frastuono delle
faccende esteriori, e quale rimedio preventivo contro tutti i pericoli
inerenti alla vita salesiana.
3. Affretto col desiderio il momento in cui sarò attorniato da
tutti gl'ispettori e Direttori d'Europa, e, più tardi, da quelli d'I­
talia; il mio cuore gioisce fin d'ora, pensando a questi cordiali
convegni di famiglia, sia perchè mi riprometto che siano per deri­
varne grandi vantaggi alla nostra amata Congregazione, sia perchè
ad un padre è sempre dolce rivedere i figliuoli che vivono da lui
lontani.
Udirò i vostri suggerimenti, miei carissimi Ispettori e Diret­
tori, le difficoltà di varia natura che incontrate nel disimpegno del
vostro ufficio, e vi comunicherò i miei pensieri; e tutti insieme con
questo scambio di vedute cercheremo le vie migliori per mantenerci
fedeli allo spirito del nostro Ven. Fondatore, e trasfonderlo in ogni
nostra attività e iniziativa, affinchè, in qualunque paese lavoriamo,
la nostra azione sia concorde, ispirata ai medesimi principii, ri­
volta a conseguire i medesimi intenti. E conoscendoci meglio a
vicenda, ci stimeremo e ci ameremo maggiormente. Vorrei quindi
che tutti gl'ispettori e Direttori delle Case di Europa si trovassero
puntualmente a Valsalice dal 18 al 24 luglio e quelli d'Italia dal
22 al 28 agosto, come fu già raccomandato.
4. In data 24 maggio u. s. inviavo a tutti gl'ispettori una
circolare per informarli che il giorno 20 luglio prossimo si terrà
la Congregazione preparatoria sull'eroismo delle virtù di Don
Bosco, e invitarli a indire speciali preghiere per assicurare l'esito
favorevole di quell'importantissima adunanza. Sono certo che
tutti, da figli affezionati, alle pratiche e preghiere che si faranno
in comune vorrete aggiungerne altre privatamente; nondimeno

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sento il bisogno di farvi ancora una calda raccomandazione. Dob­
biamo pregare, e pregar molto, perchè la nostra Ausiliatrice ci
ottenga dal Signore questa grazia, e affretti così il sospirato giorno
in cui potremo venerare il nostro buon Padre come Beato.
5. Un'ultima raccomandazione. E imminente la stagione dei
bagni, e, io penso con gran pena alle tante disgrazie che sono già
succedute in Congregazione per causa di essi! Mosso dal desiderio
di evitarle in avvenire più che sia possibile, prego caldamente
gl'Ispettori di non permettere che alcuno vada ai bagni se non per
ordine esplicito del medico, e di provvedere che in tal caso i bagni
si facciano in luoghi sorvegliati da personale apposito, esperto
nel nuoto. Per i bagni di nettezza si provveda in casa.
Invoco sopra di tutti voi, miei carissimi confratelli, la bene­
dizione di Maria Ausiliatrice, affinchè possiate terminare felice­
mente Vanno scolastico e fare poi dei buoni e fruttuosi Esercizi
spirituali. E voi nelle vostre preghiere non dimenticate
il vostro aff.mo in C. J.
Sac. FILIPPO RINALDI.