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propensione quasi irresistibile a far del bene al prossimo; ma, s'in
travedono pure le rare doti, il fascino, la penetrazione, l'intrapren-
denza del suo piccolo interlocutore. Già fin d'allora appaiono net
tamente delineati i due campi d'apostolato nei quali essi dovranno
farsi santi: le due missioni, le due santità si esplicheranno quasi
contemporaneamente, ma procedendo ciascuna verso la propria
meta, e per divina disposizione la più estesa e mondiale avrà bi
sogno, nei suoi inizi, dell'appoggio e della cooperazione morale
e materiale dell'altra, che quantunque meno estesa e appariscente,
avrà un'azione sommamente benefica e vitale.
Durante i suoi corsi di filosofia e di teologia, coronati nel 1833
dall'ordinazione sacerdotale, Don Cafasso visse come avvolto e
penetrato da un'aura di ritiratezza; Giovanni Bosco invece fu co
stretto a superare difficoltà enormi per poter acquistare la scienza
necessaria a compiere la volontà di Dio, che gli si era manifestata
nel suo primo sogno; ma dovunque pose dimora, a Murialdo, a
Moncucco, a Castelnuovo, a Chieri, ebbe sempre attorno a sè il
suo piccolo Oratorio festivo.
Quando egli, dopo molte preghiere a Dio, e dietro il consiglio
del Teol. Comollo, Prevosto di Cinzano, smise l'idea di farsi reli
gioso e vestì l'abito chiericale, il Beato, da due anni sacerdote in
Torino, col raccomandarlo al Teol. Guala gli agevolò l'ammis
sione gratuita in Seminario; e un po' per volta divenne « sua guida
nelle cose spirituali e temporali ». Sono parole dello stesso Don
Bosco, il quale prosegue: « Ammesso al Suddiaconato, e non avendo
chi si prendesse cura diretta della mia vocazione, mi sono consi
gliato con Don Cafasso, che mi disse di andare avanti e di riposare
sopra la sua parola... Ho celebrato la mia prima Messa nella Chiesa
di S. Francesco d'Assisi, dov'era Capo di Conferenza Don Cafasso.
Sul finire delle vacanze, prima di prendere alcuna definitiva deli
berazione (circa la scelta degl'impieghi offerti), ho voluto fare una
gita, a Torino per chiedere consiglio a Don Cafasso. Quel santo
sacerdote ascoltò tutto, le profferte di buoni stipendi, le insistenze
dei parenti e degli amici, il mio buon volere di lavorare. Senza esi
tare un istante egli mi indirizzò queste parole: — Voi avete bisogno
di studiare la morale e la predicazione. Rinunciate per ora ad ogni
proposta e venite al Convitto. Seguii con piacere il savio con
siglio... Appena entrato in convitto, subito mi trovai una schiera