Atti_1924_024.ACS_


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I.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Carissimi Figli in Gesù Cristo,
Dalle lettere che mi giungono quotidianamente rilevo con piacere che la
circolare sul Giubileo d’Oro delle nostre Costituzioni è stata accolta nelle
Case con filiale affetto, e nutro fiducia che la celebrazione del memorando
avvenimento, fatta in conformità alle norme impartite, eserciterà in
ciascuno la più salutare e duratura influenza. I festeggiamenti prescritti
mirano a questo di fare conoscere più intimamente le nuove Costituzioni,
per praticarle con sempre maggior perfezione.
La conoscenza, l' amore e la pratica delle nostre Costituzioni sono
adunque il frutto che io e gli altri Superiori Maggiori ci ripro mettiamo
dalle feste indette in tutte le Case per la fausta ricorrenza del 50°
anniversario di esse. Le nostre cognizioni intorno all'origine meravigliosa
e al loro laborioso sviluppo culminante nella definitiva approvazione dalla
Suprema Autorità Ecclesiastica, risultano luminosamente, come vi dissi
altra volta, dalla vita del nostro Ven. Padre: ora aggiungo che non è
soltanto una cognizione storica delle Costituzioni che desidero s'infonda in
ciascuno di voi, o miei cari figli, in questa cinquantenaria
commemorazione, ma sopratutto che penetriate il contenuto vitale di
ciascun articolo di esse, perchè solo questa conoscenza intima può
infondere nei

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cuori il vero spirito della nostra istituzione e indurci all’amore e alla
pratica generosa e costante delle Regole. Esse sono il codice della vita
comune del Salesiano, e voi di questi giorni vi accostate all’altare a
riceverne la nuova edizione, contenente, sotto forma migliorata, tutta la
sostanza delle precedenti con gli opportuni adattamenti alle esigenze dello
sviluppo crescente della nostra Congregazione.
Ora le nostre Costituzioni, autorevolmente interpretate dagli annessi
Regolamenti e formanti assieme un piccolo volume per essere più
comodamente il compagno inseparabile di ciascuno di noi, devono
unificare le nostre opere, le nostre conversazioni e financo, se fosse
possibile, i nostri pensieri, affinchè siamo tutti veri figli di D. Bosco, uniti
nello stesso pensiero e sentimento, come S. Paolo voleva che fossero i
primitivi cristiani : sitis perfecti in eodem sensu, et in eadem sententia (l a
Cor., 1, 10).
Sono queste Costituzioni e Regolamenti che ci debbono guidare
all'acquisto progressivo della vita interiore e della pietà salesiana; alla
perseverante osservanza dei santi voti, con cui ci siamo legati a Dio in
perpetuo, all'esercizio ordinato, intenso della vita attiva negli Oratori,
nell'insegnamento, nella pratica assidua del sistema preventivo, nel sacro
ministero delle Missioni; nell'uguaglianza insomma della vita comune
anche per le cose più ordinarie come le refezioni, le ricreazioni, e il riposo.
Pratichiamo tutti le nostre Costituzioni e nessuno dì voi diventi singolare,
cioè nessuno di voi si dispensi dalla Regola di propria volontà. Qui sta la
nostra forza, la nostra potenza e la nostra consolazione; qui tutto il lieto
avvenire preparato dalla Divina Provvidenza alla nostra Congregazione la
cui gloria sarà duratura fino a tanto che si osserveranno fedelmente le
Costituzioni.
2. — Al Capo IV della parte 3a del Regolamento per le Case pag. 31 si
trovano riportati i 20 ricordi dati da D. Bosco ai primi nostri Missionari.
L’inserzione di essi nel libro della nostra vita non è punto oziosa o
superflua perchè costituiscono nel loro insieme una magnifica fotografia
del perfetto salesiano, del vero figlio di D. Bosco, vivente nella pienezza
della propria attività, che passa nel mondo facendo del bene. A prima vista
quei ricordi sembrano la cosa più ordinaria e comune, ma a volerli
meditare alquanto appaiono la quintessenza, il midollo delle nostre
Costituzioni e

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Regolamenti. In questi ricordi vi è l'espressione di tutta l'anima di D..
Bosco: vi si sente tutta la sua vita vivente ancora nei suoi veri figli:
defunctus adhucne loquitur! Quanta sapienza, quanta santità, quanto
spirito religioso e della più alta perfezione in poche parole! -
In essi con istile conciso ci è additato il fine della vita salesiana: la Cura
dei fanciulli, degli ammalati, dei vecchi e dei poveri; — la mortificazione
che dobbiamo praticare: il lavoro e la sobrietà, commisurato alla propria
sanità; — il trattamento che dobbiamo usarci reciprocamente: amarci,
consigliarci, correggerci senza invidia, nè rancore facendo sì che il bene di
uno sia il bene di tutti, e le sofferenze di uno siano alleviate da tutti, di
guisa che si formi quel cuor uno che Gesù ha invocato nella sua preghiera
sacerdotale dell'ultima cena per i suoi discepoli: ut omnes unum sint; — il
modo di diportarsi nelle relazioni col prossimo: carità e somma cortesia
con tutti; amare rispettare e stimare le altre Congregazioni religiose; essere
ossequenti verso le autorità e persone ragguardevoli; — i mezzi per fare
del gran bene e diventar gran santi: raccomandare tutte le mattine le nostre
azioni a Dio; crescere nella divozione a Gesù Sacramentato e a Maria SS.
Ausiliatrice; il distacco assoluto da tutte le cose della terra nella pratica
della vera povertà; l'osservanza delle Regole e l'esercizio mensile della
buona morte; in fine il segreto per conservare sempre fiorente piena di
vitalità la nostra Congregazione: coltivare le vocazioni religiose e
sacerdotali insinuando nei giovani l'amore della castità, la nobiltà di chi si
consacra al servizio di Dio, la frequenza ai Sacramenti e usando con loro
amorevolezza e benevolenza speciali.
Non è forse qui una sintesi mirabile di tutto il genere di vita che
abbiamo abbracciato ? Questi ricordi il Ven. Padre li dava a quelli che si
allontanavano da lui, ma ora che lui s'è allontanato da noi, noi, sacerdoti,
chierici e coadiutori, dobbiamo farli nostri, rivestirci dei sentimenti di fede
e di carità che sgorgano da ogni parola, viverli insomma nelle città e nelle
campagne, nelle missioni e nei paesi civili, dappertutto e sempre fino alla
morte, fino al Paradiso dove ci è preparato il premio che supera ogni
desiderio.
In essi vi è tutto lo spirito di D. Bosco che ci renderà gradita la santa
Regola, i Regolamenti, la vita salesiana e ci farà correre per la via della
nostra santificazione. A tutti quindi raccomando

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lo studio e la pratica di questi ricordi e mentre prego Iddio di far veli amare
e praticare, mi raccomando che otteniate dal Signore che io sia il primo a
darvene l'esempio.
Vostro aff.mo in C. J.
Sac. FILIPPO RINALDI