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Notiziario
la sua formazione e la situazione del clero nel secolo XIX, il relatore ha incentrato il
suo interesse sulla tipologia vocazionale curata da don Bosco (ecclesiastici, laici,
seminari minori, vocazioni tardive, vocazioni femminili) e sulla pastorale vocaziona-
le da lui seguita.
L'ultimo giorno del congresso, venerdì 20 gennaio, si sono presi in considera-
zione alcuni aspetti della figura e dell'opera di don Bosco che erano appena stati
accennati nelle giornate precedenti. I lavori della mattinata, presieduti dal prof. Gia-
como Martina della Pontificia Università Gregoriana, che ha supplito l'assenza per
indisposizione del prof. Gabriele De Rosa, si sono al solito articolati in una rela-
zione di base e varie comunicazioni di complemento.
La relazione, tenuta dal prof. Francesco Traniello, ha trattato il tema: Don Bo-
sco nella storia della cultura popolare. Precisato il significato dell'espressione «cultu-
ra popolare», il relatore ha analizzato taluni aspetti propri dell'azione di don Bosco
in tale campo, sia per ciò che concerneva i contenuti, sia per la scelta dei metodi,
degli strumenti e delle strutture finalizzate al medesimo scopo. Sono stati così messi in
luce la visione di don Bosco della storia d'Italia, la sua «neutralità politica», la sua
concezione del lavoro e della santità aperta ai membri di tutti gli stati e le classi so-
ciali. Quanto agli strumenti ed alle strutture, sono state considerate in particolare
l'opera di don Bosco nel settore della «buona stampa» e le risposte da lui date ai
problemi della produzione editoriale per il popolo e della sua circolazione e diffusio-
ne. Vivaci e stimolanti interventi da parte dei congressisti hanno sottolineato il genera-
le gradimento dell'intervento del professore di Torino.
Nella prospettiva tracciata si è poi facilmente inserito il prof. Francesco Mal-
geri di Roma che conducendo la sua riflessione su Don Bosco e la stampa sottoline-
ava come l'educatore di Torino ha percepito che nell'epoca dell'alfabetizzazione in
aumento non bastava stampare «buoni libri» ma era necessaria la loro diffusione
attraverso rinnovati canali, per la cui idoneità si esigevano un certo grado di spe-
cializzazione e forme organizzative meglio finalizzate allo scopo. Alle novità, sia
pur parziali, di contenuti e di metodi nell'azione apostolica in terre di missione è
stata dedicata la comunicazione del prof. Jesus Borrego, ben noto ai lettori di
RSS, che con passione ha trattato il tema: Originalità delle missioni pat agoniche in
Don Bosco, inquadrandolo nell'ambito di esperienze precedenti e coeve di evange-
lizzazione in altri territori. Una strategia missionaria, quella di don Bosco, che al
di là dei limiti, ha portato i suoi frutti in termini di cristianizzazione e di civilizza-
zione.
La sessione conclusiva del congresso, presente il Gran Cancelliere dell'Universi-
tà, don Egidio Viganò, che rivolgeva la sua parola di compiacimento a tutti i presenti
per il proficuo lavoro svolto, vedeva alla direzione dei lavori S.E. del card. Antonio
Maria Javierre, bibliotecario ed archivista di S.R.C. Due gli interventi previsti.
Il prof. Pietro Scoppola, che già a Torino aveva tenuto la commemorazione uf-
ficiale dell'apertura del centenario, ha svolto la sua riflessione su un argomento
tanto dibattuto quanto complesso: Don Bosco e la modernità. Precisati attentamen-
te i concetti di tradizione, modernità, modernizzazione, così come si collocano nel
contesto più ampio del dibattito apertosi negli ultimi anni sul problema del rap-