186
Giuseppe Brocardo
Notevole contenuto scientifico
Il «museo don Bosco» — già «museo Giordano - Bruno» come si leggeva,
sino alla fine del secolo scorso, sull'architrave della porta di entrata — resta un do-
cumento naturalistico, statico come ambiente, ma molto prezioso. E però sempre
attivo in tutti i settori, optando più per la qualità che per la quantità. Questa ha biso-
gno di spazio, quella è contenuta. Ecco perché il museo si va perfezionando in ogni
sezione. Esemplari oggi di grande valore sono molti. Ne ricordiamo alcuni.
Tra i mammiferi: il Lemur catta, dono del governo del Madagascar; l'Ornitorin-
co e l'Echidna, mammiferi primitivi, detti monotremi per l'unica apertura viscerale;
il Koala ed il Chironetto, marsupiali. Quando nel lontano 1956 ci si rivolse all'ispet-
tore dell'Australia, don Bortolo Fedrigotti, affinché cercasse di ottenere per il museo
un Koala, dopo aver fatto i passi necessari scrisse: «È più facile che il governo au-
straliano autorizzi la spedizione per aereo di un carro armato che di un Koala». Ma
30 anni dopo il Koala entrava nel «museo don Bosco» assieme all'Echidna. Eccezio-
nale il Puma di grandi dimensioni della Terra del Fuoco. Inoltre sono da segnalare
l'Ocellotto, la Volpe volante, un gruppo famigliare di Opossum al completo, il Bra-
dipo didattilo, l'ultimo Lupo abbattuto in Val di Lanzo.
Tra i 1200 esemplari di uccelli: l'Ocidromo australe, estinto, lo Strigope pure, il
Nestore della Nuova Zelanda, il Corrione biondo, il Gobbo rugginoso, l'Ubara, due
magnifici Avvoltoi degli agnelli, estinti da tempo sulle Alpi e da poco reintrodotti.
L'elenco degli uccelli rari potrebbe continuare e non poco. Non va dimenticato che
la collezione acquistata da don Bosco, oltre a contenere molte specie rare, rappresen-
ta avifauna del Piemonte perché le catture, esclusi gli uccelli esotici, erano state fatte
nel secolo scorso in questa regione. Ha quindi un notevole valore ecologico. Alcune
specie infatti sono oggi molto poco frequenti ma altre non si trovano più in quanto si
sono rifugiate altrove.
Tra i rettili: due esemplari di Hatteria, vero fossile vivente, proveniente da sco-
scese scogliere vicino alla Nuova Zelanda. Quando c'erano i dinosauri, molti rettili
volanti (gli Pterosauri) planavano al suolo e ghermivano altri rettili. Da un gruppo
di rettili del suolo si differenziò un terzo occhio sul capo per vedere il pericolo che
incombeva dall'alto. Questi rettili si estinsero 80 milioni di anni fa. In vari musei si
conservano i crani con la fossa orbitale sul capo. Nei laboratori di Wellington (Nuo-
va Zelanda), ove si allevano Hatterie, quando nasce un piccolo dall'uovo, se si solle-
va una placchetta sul capo si vede l'occhio pineale in regressione. Gli scienziati si do-
mandano: come mai questi rettili sopravvivono quando i loro antenati si sono estinti
80 milioni di anni fa? Da dove sono arrivati in quelle scogliere? Perché quell'occhio è
in regressione?
Tra i molluschi: molte preziose conchiglie come la Ciprea dorata, il Cono gloria
del mare, e altre rare cipree e coni. La collezione è modesta perché contiene solo mille
e cento specie, ma è recente, con esemplari perfetti, policromi, e molti gasteropodi
con opercolo.
Tra il materiale entomologico: molte le specie di farfalle e coleotteri, oggi assai
rare e quindi protette. Nelle circa 400 scatole di grande dimensione c'è un notevole
patrimonio, oggi allo studio, che implica una assai lunga revisione.