4 Francesco Motto
modernizzazione era stato un tratto caratteristico del modello salesiano all’epoca
di don Bosco, lo fu altrettanto durante il rettorato dei suoi due successori? Quali
furono le modalità varie e forse anche contraddittorie, attraverso cui il modello
della «pedagogia povera» di Valdocco e di Mornese si è tradotto nella realtà
educativa del mondo salesiano? Quale tipo di «inculturazione» pedagogico-spi-
rituale ebbe luogo all’epoca per aderire alle concrete esigenze del luogo, senza
con ciò venir meno all’uniformità ricercata sempre come garanzia di unità e di
fedeltà allo spirito del fondatore?
A queste domande dovrà rispondere il Convegno internazionale di Messico
2006 dal titolo: L’educazione salesiana dal 1880 al 1922. Istanze ed attuazioni
in diversi contesti. In quella sede si dovranno appunto confrontare le linee por-
tanti della formazione educativo-pedagogica e teologico-spirituale dei SDB e
delle FMA con il vissuto educativo salesiano concreto, localizzato in una parti-
colare area, radicato nella carità molto più che su basi teoriche, nel concerto
delle teorizzazioni e realizzazioni pedagogiche del tempo, differenziate per am-
bienti geografici, sociali e culturali.
Valore ed attualità della ricerca: comprendere il passato mediante il pre-
sente e il presente mediante il passato.
Ci si potrà chiedere ancora una volta, dentro e fuori la famiglia salesiana,
quale sia il senso di una simile operazione. Forse è già sufficiente ribadire come
le scienze antropologiche insegnano che per sopravvivere alle temperie di de-
terminate epoche qualunque società ha bisogno del proprio passato e di identità
collettiva in cui affondare le proprie radici. «Senza passato non c’è futuro», si
(ab)usa dire: vale per le società civili, vale per quelle religiose, vale anche per la
famiglia salesiana, che nelle proprie radici deve trovare la «fortuna» del suo pas-
sato, le ragioni del suo presente e ancor più le speranze del suo futuro.
Ma c’è di più. Dal momento che l’identità collettiva di un Istituto religioso
si identifica per lo più col proprio «carisma», esso può sopravvivere nelle
«svolte della storia» solo a condizione di venire reinterpretato. Ora è principal-
mente la storia che aiuta a identificare e a riesprimere il nucleo di valore co-
stante, la «sostanza», l’«essenza», separandola da tutte le variabili proprie del
contesto storico contingente che ne hanno condizionato la messa in opera.
Anche nel caso del prossimo Convegno non si intende ricostruire un pas-
sato salesiano ormai tramontato, quanto invece ricercare al suo interno le ri-
sposte agli interrogativi che vengono dal presente. Pertanto rimane sempre vera
l’affermazione crociana che la storia è sempre storia contemporanea, non solo
nel senso che «è lo storico che fa la storia», ma anche nel senso che la «vera
storia» svolge l’essenziale ruolo di coscienza critica dell’oggi.
In questa prospettiva un Convegno che semplicemente si affacciasse sul
panorama magari «eroico» delle proprie origini, del proprio metodo educativo,