170 Francesco Casella
In questa ricostruzione biografica in due ponderosi volumi (di 609 e 736
pagine), lo storico salesiano Pietro Braido sottolinea ancora una volta come la
figura di don Bosco appaia contraddittoria: «Per la formazione, la cultura ini-
ziale e la mentalità di base don Bosco si radica nell’ancien régime, restando
fedele a principi altri di quelli dell’89. Eppure, per intelligenza, per diversa,
meno scoperta, formazione e cultura, in conformità “ai bisogni dei tempi”,
ancor più forse per le esigenze del suo operare, egli finirà col dimostrarsi
anche uomo nuovo e sorprendentemente libero»5.
«Di quest’uomo del secolo delle libertà, autentiche o fallaci, libero e fe-
dele, tradizionale e progressista, comunicativo e riservato, ardito e riflessivo,
realista e sognatore»6, Braido traccia la storia, coniugandone in unità tutti gli
elementi che costituiscono la sintesi della sua vita essenzialmente orientata
all’azione. Avverte, però, che «non si percorrono minutamente gli eventi della
sua biografia. Si tenta di individuare nel divenire storico il delinearsi dei tratti
della sua personalità, in continua interazione con la molteplicità degli eventi
ritenuti storicamente significativi: per comprendere lui, il suo essere e ope-
rare, le istituzioni giovanili gradualmente messe in essere, la ricerca e la for-
mazione dei collaboratori più immediati, il coinvolgimento della maggior
quantità di cooperatori, le modalità di inserimento nel mondo civile ed eccle-
siale, le idee elaborate per una guida organica dell’attività educativa, il si-
stema preventivo, che investe tutte le forme di azione e di relazione»7.
2. Finalità e metodo
Questa finalità è ulteriormente precisata dallo studioso nell’indicazione
del metodo adoperato: «Nella ricostruzione si adottano, anzitutto, metodo e
mentalità che della storia di don Bosco rispecchino fedelmente il divenire
reale. Non si parte dall’alto, dal compimento: il fondatore, il santo, l’attività
d’eccezione. Si intende evitare il pericolo di narrare e interpretare il vissuto,
anche nei momenti iniziali, alla luce del dopo e del termine. Si tenta, invece, di
rievocare il vissuto, nel suo presente in divenire, quando l’avvenire è del tutto
ignoto o soltanto, a frammenti, sognato, desiderato, prefigurato, preparato. La
comprensione degli eventi in corso non è condizionata dall’esperienza di essi
rivissuta in epoche successive. Per don Bosco ciò è essenziale, poiché egli
stesso o i suoi – i salesiani principalmente – vedendosi o vedendolo “fonda-
tore”, inclinarono, a scopi didattici o edificanti o rassicuranti, a vederlo tale
5 P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani, vol. I, p. 5.
6 Ibid., p. 6.
7 Ibid.