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Francis Desramaut
luogo la presi e me la misi] ora si tratta-
va di volgermi indietro per ritornare al
centro dell'albero il che non poteva più
fare [post più add. supra linea fare] per-
ché quel ramo era ricurvo verso terra,
mi sforzava ma era nulla [post ma coir.
nulla valse in era nulla] finché facendo
un nuovo tentativo ¡posi tentativo
emend, in linea caddi dalla parte] mi
rilasciò penzolare [post mi in linea corr.
rivoltai in rilascio penzolare] dalla parte
disotto del ramo a cui era attaccato coi
piedi e colle mani, in questo stato tenta-
va [post mani add. supra linea in questo
stato] di rivolgermi, ma lo slancio che mi
si dava [post mi add. supra linea si] invece
[post dava emend, in linea mi faceva
girare dall'altra parte] di lasciarmi fermo
sopra [post sopra add. supralinea il ramo]
il ramo mi faceva rivolgere dall'altra
parte i compagni dal disotto tremavano
per me e gridavano tienti tienti, - si con-
viene anche a me il tenermi; finché dopo
aver lottato per un quarto d'ora circa,
non ne potendo più mi lasciai cadere la
mia posizione era tale da dover cadere
[post da add. supra linea dover] col capo
sotto ma essendo ancora per aria misi
le mani nei capelli e poi diedi un forte
impulso al capo che mi rivoltai e caddi
[post e emend, in linea caddi ritto in pié]
ritto battei de' piedi per terra e poi del
deretano in modo che feci un rimbalzo
circa di (p. 131) un trabucco [post caddi
corr. in et supra linea in piedi ma battei
ancora del deretano per terra in battei
de' piedi per terra e poi del deretano] i
miei compagni mi corsero [post compa-
gni add. supralinea mi] subito attorno ad
domandarmi ti sei fatto male, hai sof-
ferto, no niente, e gli uccelli sono morti
[post sofferto add. supralinea e gli uccelli
sono morti], adunque dividiamoli sono
qui rispondeva ma mi costano troppo
[post adunque corr. dividiamo gli uccelli
subito dissero ah no mi costano troppo
cari in dividiamoli sono qui rispondeva
ma mi costano troppo], e mi avviai
verso casa, feci alcuni passi ma
peggio, mi sentiva già le braccia a venir
meno. I compagni da basso gridavano
(p. 70) Bosco, fatti coraggio, non cadere,
altrimenti ti rompi il collo. Ah sì, non
cadere, dicevo tra me, come fare? Di
quando in quando dava un'occhiata a
basso, vedeva che v'era un'altezza spa-
ventosa. Mi diedi di nuovo uno slancio
per mettermi sul ramo, e di bel nuovo
diedi il giro al ramo, e mi trovai allo
stesso punto. Era già circa un quarto
d'ora che colà mi trovava e non ne po-
tea più. Ed ecco mentre ancora volea
fare qualche sforzo le braccia e le mani
mi vengono meno, ed io mi lascio cade-
re, e veniva già a testa prima. Mentre
faceva quel brutto salto, ebbi ancora
questa previdenza. Mi gettai le mani ai
capelli e diedi giù un tiro tale che mi
volsi il corpo sicché caddi a terra ritto in
piedi. Battei adunque di piedi, poscia mi
sedetti, e battei ancora (p. 71) si forte
del deretano, che il mio corpo balzò da
terra più di un metro. Miei compagni
spaventati subito si fecero a me d'attor-
no credendomi morto o tutto fracassato.
Bosco come ti senti? Ti sei fatto male?
Mi sento benissimo, nessun male. - E i
pulcini? qualcuno subito mi dimandò.
Sono qui. - Abbiamo da dividerli? - Oh,
dividerli, mi costano troppo. Ma intanto
mi sentiva venirmi caldo, lo stomaco ed
il ventre mi dolevano, le mie membra
tutte tremavano. Sicché dissi tra me: è
un po' meglio che io doni via questi
uccelli, altrimenti se li porto a casa mia
madre subito se ne accorge che mi sono
arrampicato sopra gli alberi, e mi servirà
allora per le feste, tanto più se mi son
fatto male. Prendete, dissi pertanto ai
compagni, questi uccelli, divideteli tra
voi, io non li voglio. Quindi allo bel
meglio (p. 72) mi condussi a casa. Ivi
giunto incontrai pel primo mio fratello
cui dissi. Panni che non mi senta bene,
mi sento a venir caldo, mi duole lo
stomaco. Io me ne vado a coricarmi un
momento. Ben tosto mia madre mi fu al
letto. Mi interrogò del male, ma nulla
poté