218 Antonio da Silva Ferreira
ci fosse questa unione di viste, ne potrebbero venire imbarazzi per noi; poiché
quantunque si tratti di colonie abitate quasi esclusivamente da italiani, tuttavia ci
vuol molta prudenza per non urtare i sentimenti nazionali dei brasiliani i quali,
dopo tutto, sono in casa loro. L'avere poi il Vescovo favorevole ci aiuta assai a
vincere più facilmente le difficoltà che provengono dalla coesistenza e dall'azione
del Clero di altre nazionalità (specialmente germanica) nelle medesime zone.
Credo che da lontano certe cose non si possono vedere e giudicare bene. Infatti
qualche sacerdote italiano che ci precedette (p.e. D. Canonico) pare non abbia
tenuto in conto certe misure di prudenza, e perciò si è reso incompatibile.
Io preferiva assai che ci dessero una sola residenza pei 4 sacerdoti; ma mi
pare che dovremo rassegnarci ad accettarne due, nel Nord dello Stato, cioè la
Colonia Luiz Alves ed Ascurra. Anche in questo sono d'accordo il Vescovo ed il
Console.
11punto più difficile è Ascurra, una specie di pomo di discordia da qualche
tempo a questa parte. E' questa una piccola Parrocchia proprio innestata (non so
perché) in un'altra assai grande, Rodeio, tenuta dai P.P. Francescani tedeschi, i
quali vi hanno un gran Convento. Quei di Ascurra sono senza sacerdote dopo la
partenza di D. Canonico; non accettano bene i Francescani e perciò si trovano in
uno stato assai anormale. Il Vescovo ci dà (e questo è anche il desiderio del Go-
verno italiano) Ascurra; ma siccome i Francescani sono persino obbligati a passa-
re in questo territorio per visitare alcune parti della loro Parrocchia, a meno che
vogliano fare un giro enorme, così per evitare questo ed altri inconvenienti, il
Vescovo smembrerà la parrocchia di Rodeio, annettendo ad Ascurra il territorio
necessario affinché le due parrocchie possano essere indipendenti; ed il Provin-
ciale dei Francescani ha dichiarato che accetta questa combinazione. Perciò, se vi
sarà (come spero) prudenza ed armonia fra ambe le parti, dovrà scomparire ogni
motivo di litigio. Debbo aggiungere che finora regna la migliore armonia fra
questi P.P. Francescani e noi.
Ecco dunque a che si riduce la grande questione di Ascurra. In quanto a Luiz
Alves, la cosa pare più semplice, e non credo vi siano dei brutti precedenti come
vi sono per Ascurra. Là, in posizione indipendente, sono quasi tutti italiani, tolte
poche centinaia di tedeschi. Se uno dei nostri sapesse un po' di questa lingua,
sarebbe tutto aggiustato; ma credo che basterà di tanto in tanto invitare qualche
sacerdote che sappia il tedesco per attendere alle confessioni dei pochi che non
sanno né l'italiano né il portoghese.
Io partii da S. Paulo colla speranza che potessimo avere una sola Comunità.
Ed a questo fine, si era trattato in Consiglio di sostituire due, od almeno uno, dei
nuovi arrivati, affinché ci fosse qualcuno che conoscesse già il Brasile e la lingua
portoghese, per le indispensabili relazioni colle autorità civili ed eccles.che dello
Stato ecc. Ma ora bisognerà proprio pensare a sostituirne due. Si era pensato,
dopo matura discussione, di proporre al Rettor Maggiore la nomina di D. Angelo
Alberti a Dir [etto] re della nuova Comunità e questo per due motivi: l° Egli è un
religioso edificante e sicurissimo in tutto il senso della parola; non è di quelli che
si entusiasmano troppo o si esaltano, producendo i rispettivi inconvenienti; è
ubbidientissimo, e se la farà bene colla autorità, coll'esperienza che ha. Inoltre a
Nictheroy, e specialmente ora a Lavrinhas ha avuto occasione di esercitare abba-
stanza il ministero ecc. – 2° C'è quasi una convenienza di rimuoverlo dal posto
che occupa attualmente, poiché ad onta di tutte le ottime qualità che egli ha, non
ha potuto ottenere tutta la confidenza figliale da parte del personale e degli aspi-
ranti, i quali tutti ammirano in lui il religioso osservante ed austero, ma non tro-
vano facilmente il padre dietro quella scorza