Per una politica dei beni culturali nella famiglia salesiana 115
zione, “per il loro grande valore culturale e documentario”.
L’art. 178 dei Regolamenti SDB tratta dell’archivio locale; lo stesso arti-
colo accenna anche all’importanza della “cronaca della casa”. L’art. 126 dei
Regolamenti FMA a sua volta indica quanto deve essere conservato nell’Ar-
chivio ispettoriale. Si devono ricordare anche gli art. 117, 129 dei Regola-
menti delle FMA e l’art. 190 di quelli dei SDB che danno indicazioni circa
l’”archivio amministrativo” sia a livello ispettoriale che locale.
Successivamente all’approvazione definitiva delle Costituzioni nel 1984,
il Segretario generale della Società salesiana dedicava alcune pagine degli
Atti del Consiglio generale alla cronaca della casa10 e lo stesso faceva succes-
sivamente circa la documentazione storica e gli archivi11. Un elenco dei prin-
cipali contenuti di un archivio salesiano locale è riportato, per utilità degli ar-
chivisti e come criterio di riferimento, anche se non esaustivo, nel manuale
“Elementi giuridici e prassi amministrativa nel governo dell’Ispettoria”
[1987] e nel “Manuale dell’ispettore” del medesimo anno.
A tali disposizioni e note lo stesso Segretario Generale dei SDB si rife-
risce nei normali corsi di formazione degli ispettori e nei saltuari incontri con
i segretari. Analogamente si comporta la Segretaria Generale nei periodici in-
contri con le segretarie ispettoriali delle FMA.
L’attuale RM, don J. E. Vecchi, nel 1997, dedicava al problema culturale
un’intera lettera circolare dal significativo titolo: “Io per voi studio. La prepa-
razione adeguata dei confratelli e la qualità del nostro lavoro educativo”12.
In essa affermava: “Nel piano [ispettoriale] va considerato anche il compito
di assicurare la memoria storica salesiana, come comunicazione di un’espe-
rienza riflettuta, che esprime concretamente l’identità vissuta in diversi
contesti e culture, in momenti storici ordinari e in situazioni eccezionali [...]
Chi trascura la memoria perde le radici [...] Non possiamo perdere un patri-
monio così prezioso [...] Ogni ispettoria senta la responsabilità di conservare,
ristudiare, di comunicare la propria storia [...] Per farlo sono indispensabili
ricerche specializzate, ma è anche importante quella attenzione quotidiana,
che si manifesta nella cura per la cronaca, nella custodia degli archivi, nella
10 ACG n. 324 (gennaio-marzo 1988), pp. 50-56.
11 ACG n. 351 (gennaio-marzo 1995), pp. 33-44.
12 ACG n. 361 (ottobre-dicembre 1997), pp. 3-47.
13 Ibid., p. 35. Nel 1998 don Vecchi, a conclusione di una serie di viaggi, nel corso dei
quali aveva partecipato a molte celebrazioni giubilari, pur soddisfatto dei suggestivi volumi
editi in tali occasioni per raccontare e far rivivere tale memoria storica appositamente “per il
popolo” e per “quei di casa”, non mancava però di indicare ulteriori e precise mete: “Si sente
allo stesso tempo l’urgenza di una maggior completezza storica e un miglior impianto degli
studi, che rendano adeguatamente l’immagine del nostro insediamento in un contesto con-
creto”. La richiesta non poteva essere più perspicua. Era un preciso invito a mettere in cantiere
studi e ricerche, che nel metodo, nei contenuti e nello stile andassero al di là sia della contin-
genza che dell’area salesiana.