Notiziario 199
guay, USA. Le relazioni «generali» riempiono, benché solo in parte, tali lacune, of-
frendo anche utili dati di confronto in contesti diversi.
2. Settori di ricerca. Gli argomenti studiati nel nostro Convegno si sono arti-
colati attorno a queste tematiche: educazione e pedagogia nel Bollettino Salesiano;
scuole professionali; educandati, convitti per giovani operaie, scuole popolari e magi-
strali, asili infantili; diversi aspetti dell’educazione salesiana nel Brasile; l’educazio-
ne salesiana in alcuni istituti/collegi/orfanotrofi/internati in Messico, Italia, Bolivia
e Uruguay; confronto tra scuola salesiana e scuola laica nella Patagonia; un «mo-
delo oratoriano»: los Exploradores de Don Bosco; proposta oratoriana in Italia e
negli USA; educazione e contesto missionario (Patagonia, l’educazione dei Shuar,
l’opera di Beauvoir, Milanesio...). È stata rilevata da più di un congressista la non
sufficiente attenzione a qualche settore significativo come il lavoro educativo
nell’ambito parrocchiale o nelle associazioni, come pure la necessità di tener in
considerazione aspetti problematici della nostra azione educativa. Tuttavia, i diversi
contributi offrono, nell’insieme, una panoramica ampia e documentata. In alcuni casi
andrebbe esplicitata ancora, nell’impostazione e nello sviluppo della tematica scelta,
la centralità dell’educazione salesiana – le realizzazioni –, evidenziandone gli ele-
menti di continuità o di frattura con le linee pedagogiche emerse nel seminario di
Vienna 2003.
3. Luoghi educativi privilegiati. In sintonia ideale con le istanze e le linee peda-
gogiche esaminate nel Seminario viennese, nell’insieme degli studi SDB appaiono
privilegiati tre istituzioni o luoghi educativi. 1) L’oratorio, come opera «prima» e
caratteristica, ha meritato nel nostro congresso una attenzione particolare, e non solo
da parte dei contributi che hanno studiato direttamente il tema. In più relazioni, l’ora-
torio festivo viene presentato come «la grande novità che i salesiani hanno portato».
Non si dimenticano, d’altra parte, difficoltà di adattamento in alcune regioni. 2) Per
quanto riguarda le scuole professionali, il periodo oggetto del nostro studio appare
ricco di istanze, riflessioni e proposte. In alcuni contributi esse sono presentate come
un «apporto nuovo alla storia dell’educazione» (México, Brasile, Bolivia). Tuttavia,
la lunga strada percorsa dai tradizionali laboratori artigianali alle «vere scuole profes-
sionali salesiane» si è mostrata irta di difficoltà, e non solo di carattere economico. 3)
Nei saggi presentati occupano un posto non irrilevante le scuole popolari o elemen-
tari. E in stretto rapporto con queste: i collegi/orfanotrofi/internati (anche nel contesto
delle missioni). Nelle relazioni delle FMA vengono privilegiati: gli educandati, i col-
legi, le scuole, gli oratori e, in particolare, gli asili infantili. Qui si coglie lo specifico
dell’azione educativa delle FMA che, con sensibilità femminile e nella fedeltà al Si-
stema preventivo, si accostano ai soggetti da educare in modo personale, cogliendo le
esigenze del soggetto e del suo contesto. Si avvicinarono inoltre alla questione so-
ciale specialmente coi convitti per operaie, le case-famiglie, gli oratori, i corsi serali,
mentre non c'è sviluppo verso vere e proprie scuole professionali (qualche tentativo
andò disperso, mentre fiorirono le più modeste scuole di lavoro).