DISCORSO
IN OCCASIONE DEL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA DELLA CITTÀ DI PORTICI (IME).
Gentilissimo Signor Commissario prefetizio del Comune di Portici, Dott. Gaetano Piccolella,
nel porgere a Lei e a tutti i suoi Consiglieri il mio più cordiale saluto, vorrei assicurarLe, innanzi tutto, la mia gratitudine nel ricevere da Lei la Cittadinanza onoraria della Città di Portici.
In questo vostro centro il carisma salesiano è vivo ed operante da 100 anni e i Figli di don Bosco hanno espresso nella Parrocchia Oratorio – Centro Giovanili di Portici Bellavista un servizio di grande impegno, soprattutto nell’ambito della educazione non formale. Il momento celebrativo che stiamo vivendo testimonia l’interesse della Comunità Civile ed il pubblico riconoscimento della validità di un’istituzione che per così lungo tempo è stata sempre ed in tutto a disposizione dei giovani e delle famiglie di questo territorio.
È forse questo è il momento di esprimere una speciale riconoscenza a Monsignor Vincenzo Scuoto, che ha sognato di fare qualcosa per Portici e ha fatto venire i Salesiani, l’8 dicembre 1903, ai quali ha consegnato il caseggiato esistente allora in Portici via Picenna, numero 40.
Come a tutti loro è noto, l’Opera Salesiana si caratterizza per alcune peculiarità che le sono proprie.
1. Innanzitutto l’attenzione per i giovani degli ambienti popolari. Il desiderio nostro è stato sempre quello di esprimere un servizio libero, aperto, particolarmente attento a chi, di più, ha bisogno di aiuto.
2. In secondo luogo, la presenza salesiana è un’opera che pone in primo piano la scelta educativa: Da questo profilo, Don Bosco la ha pensata come un Oratorio, pieno di allegria, di cultura, di sport, di teatro, caratterizzato dallo spirito di famiglia, capace di prepare i giovani per affrontare il futuro.
3. In terzo luogo la presenza salesiana affonda le sue radici più profonde in una visione dell’uomo strettamente legata ed ispirata ai valori cristiani. I Salesiani dunque, nella loro proposta formativa, accompagnano i giovani, che fanno la scelta di fede, nel loro itinerario di maturazione spirituale e sostengono nella realizzazione personale anche i giovani che, sotto questo aspetto, sono più in difficoltà, provocando in loro la ricerca di senso per la vita, l’aspirazione ai valori più alti e il conseguente impegno etico.
4. La presenza salesiana ancora intende creare un clima di collaborazione e corresponsabilità in cui tutti coloro che partecipano al cammino formativo (giovani, animatori, docenti, genitori, salesiani) possano formare una vera e propria Comunità Educativa e Pastorale
5. Da ultimo, la stessa istituzione salesiana, nel territorio in cui opera, si pone come forza di animazione e stimolo, anche a livello civile, per un’attenzione sempre maggiore ai processi educativi, soprattutto secondo le dinamiche della preventività, che è stata una delle intuizioni più grandi del nostro fondatore, don Bosco. A ciò contribuisce in maniera significativa, nel vostro contesto, tutto un insieme di esperienze che sono legate alla Parrocchia Oratorio Centro Giovanile di Portici Bellavista.
I punti fin qui enunciati esprimono il progetto che don Bosco era solito sintetizzare in uno semplice slogan: formare “Buoni cristiani ed onesti cittadini”. Credo che la presenza di ottimi exallievi, impegnati nel campo professionale, attivi nel contesto cittadino sia uno dei frutti più facilmente riscontrabili.
Gentile Signor Commisario prefettizio, ho consapevolezza che le nostre opere salesiane sono autenticamente incarnate in un territorio; sono inoltre in atteggiamento costante di lettura dei bisogni della gioventù e in dialogo con chi ha il compito di guidare la comunità civile. A lei e ai suoi consiglieri, il mio ringraziamento per quanto questa amministrazione civica ha fatto e farà per sostenere ed accompagnare l’opera educativa dei Salesiani di Portici Bellavista. Ed insieme un augurio: il suo lavoro di politico e di amministratore, unitamente ai suoi collaboratori, abbia sempre un’attenzione particolare per il mondo giovanile di questo territorio. Possiate offrire, anche con l’aiuto dei Salesiani, percorsi formativi che si caratterizzano quasi come un “Laboratorio per la vita”, offrendo ai giovani:
q strumenti che permettono ai giovani di interpretare e ordinare ciriticamente i molteplici messaggi che ricevono dalla complessità della società e del mondo di oggi;
q occasioni per un accompagnamento paziente e continuativo di introduzione nel mondo dei significati umani (personali e collettivi), che sono stati e sono continuamente intuiti, comunicati e custoditi nella letteratura e nell'arte, nella ricerca scientifica e filosofica, nell'esperienza spirituale e religiosa della cultura italiana e di questo vostro territorio meridionale;
q una proposta educativa che possa ripianare il dislivello fra "mondo scientifico" e "mondo vitale", che può, specialmente nei giovani più grandi, generare il rischio della ipertrofia intellettuale e della ipotrofia umana-relazionale, far confondere il "bisogno di significato" col "bisogno di professionalità”, circoscrivere la "professionalità" al suo aspetto tecnico-nozionistico, svuotandola di umanità, di relazionalità, di collegamento coi “significati” più profondi della vita.
La mia presenza in occasione del centenario della nostra presenza a Portici vuol essere il rinnovamento del nostro impegno a continuare a scomettere sui giovani, sulla educazione e sulla pedagoga e la cultura della preventività.
Rinnovo a Lei il mio deferente saluto, il grazie mio personale e quello di tutti i Salesiani che qui hanno operato, l’augurio per un fecondo servizio al bene comune di questo territorio.