GLI ORFANI DELLA GRANDE GUERRA
La Congregazione salesiana aveva aperto
orfanotro anche in altre parti d’Europa. Fu im-
pegno personale di don Albera garantire la
possibilità di una vacanza in Italia per 100 ra-
gazzini austriaci nel 1920.
Dalla lettera di un orfanello alla mamma:
“Cara mamma, qui si sta bene, si mangia bene,
si gioca, si va a passeggio e si sta allegri. Dunque
non piangere più come quando che io ero a casa,
che tutte le sere a cena piangevi pensando al
babbo morto in guerra. Quando che sarò grande,
voglio farti star più bene che quando c’era papà.
Fatti coraggio. Io sto meglio che a casa. Ci
hanno dato a tutti un bel letto di ferro verniciato,
un catino, un pezzo di sapone, un tavolino da
notte... Addio, stà allegra. Ogni mattina nella
messa e comunione io prego per te e per il babbo. I
superiori sono buoni e mi vogliono bene.
Addio, mille baci a ettuosi dal tuo Pinot”.
Un’altra opera che stava molto a cuore a don
Albera era l’oratorio. Negli anni immediatamente
dopo la ne della Guerra, ne sorsero un po’ ovun-
que, anche in contesti con problematiche sociali
molto complesse. Nella sola città di Torino, due
oratori videro la luce in quegli anni, quello del San
Paolo e quello del Monterosa.
Il primo ad avere, sul nire del 1918, struttura
già consolidata, fu quello del San Paolo:
“Il giorno 8 dicembre quella tettoia con pagliaio,
ora divenuta cappella, decorata più di fede e di spe-
ranze che di pittura e di addobbi, accoglieva una
moltitudine di fanciulli, più di 300, di gente del
popolo, di amici, di benefattori della prima ora…
Don Paolo Albera, col pianto negli occhi celebrò
la Messa, distribuì la Comunione ai ragazzi… parlò
con quella dolcezza che lo ha reso indimenticabile a
chi lo conobbe; e si trattenne dopo con essi, facendoli
rallegrare con qualche regaluccio. Il Signor Gastaldo
gli rivolse a nome di tutti parole di ringraziamento a
cui Egli rispose da un balcone. La gente del popolo, i
padri e le madri di famiglia, capirono che avvicinare
il prete signi ca venir in contatto con la bontà. E
furono conquistati”.
Dall’Adolescente, n. 11, Novembre 1925, p. 30 e 66. L’autore è don Alberto Caviglia
Gruppo fotogra co di orfani austriaci
Gruppo fotogra co dei Bambini “Viennesi” di fronte alla cameretta di Don Bosco
Don albera sul balcone ndella casa salesiana di Torino, San Paolo
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