Don Chávez in Olanda e Belgio

Don Chávez in Olanda e Belgio


Dal 3 al 9 ottobre, il Rettor Maggiore, don Pascual Chávez, è stato in Olanda e Belgio per prendere parte alla celebrazione per l’unificazione delle due ispettorie Con l’unificazione la nuova ispettoria conterà 22 case salesiane tra scuole, parrocchie e oratori, delle quali 16 si trovano nella parte nord del Belgio e le restanti 6 in Olanda; 250 i salesiani. La sede ispettoriale sarà a Brussel.


Lunedì 3 ottobre ad accoglierlo a Amsterdam c’erano l’ispettore, alcuni delegati, salesiani e giovani del “Don Bosco Amsterdam”. Il Rettor Maggiore ha ascoltato con attenzione i ragazzi e ha pregato per il loro impegno. Ha sottolineato che il sogno di Don Bosco è sempre stato quello di dare ai giovani una casa, di lasciare una aperta porta e di fare sentire loro un ‘cuore caldo’. Di seguito don Chávez ha incontrato i direttori della Delegazione olandese. Li ha ringraziati per aver donato le loro vite a Dio, al popolo dei fedeli e alla congregazione. Ha anche fatto cenno alla diminuzione delle vocazioni in Olanda: “Non provo nessun pessimismo. Tutti siete coscienti della diminuzione delle vocazioni, ma avete anche trovato molti laici che si identificano con il carisma di Don Bosco”. Infine il Rettor Maggiore ha espresso la speranza di poter inviare dei missionari in Olanda in appoggio al lavoro dei salesiani del luogo.


Martedì 4 ottobre don Chávez ha visitato Nijmegen, dove si è incontrato con alcuni salesiani anziani. Li ha chiamati orgogliosamente “figli di Don Bosco, che hanno donato le loro vite alla congregazione e vi hanno corrisposto in modo consistente come religiosi e missionari”. Da Nijmegen il Rettor Maggiore si è spostato a Soest, Apeldoorn e Deventer, dove è stato accolto da molti bambini e giovani. Ha definito queste opere un “polmone sociale, un luogo dove i valori come rispetto e integrazione continuano a essere importanti, un posto dove la gente è chiamata per il loro nome e condotta nel cuore degli altri”. Ancora il Rettor Maggiore è rimasto piacevolmente sorpreso dai molti volontari che danno a Don Bosco un volto concreto. Lo slogan ‘Don Chávez è Don Bosco’, è stato da lui cambiato con la frase: “Io non sono Don Bosco, lo siete tutti voi”. Don Chávez ha concluso a Assel la sua visita in Olanda. Nelle sue parole di “buonanotte” ha chiesto di avere cura dei confratelli salesiani più anziani, per vivere insieme nel Signore e aiutarsi reciprocamente per mantenere vivo lo spirito salesiano.


Mercoledì 5 ottobre si è portato in Belgio dove ha incontrato il Consiglio ispettoriale e i direttori di quella ispettoria


Giovedì 6 ottobre don Chávez ha visitato il più grande collegio salesiano delle Fiandre: il Don Bosco di Zwijnaarde. Gli operatori laici della scuola hanno ringraziato il Rettor Maggiore i salesiani per la presenza della scuola e l’opportunità che essi hanno di educare e insegnare nello spirito di Don Bosco. Don Chávez rivolgendosi a tutto il personale della scuola a detto: “Anch’io sono stato un insegnante, e so che non si deve parlare molto dopo un lungo e duro giorno di lavoro, ma mi piacerebbe ringraziarvi per come state concretizzando il sogno di Don Bosco. Le scuole e gli insegnanti sono molto importanti in questi tempi perché l’educazione è la nostra prima missione; è simile ad un’arte. La vostra scuola è come un fiume, che aiuta i ragazzi ad essere più umani e a prepararsi per continuare i loro studi. Ecco perché il vostro compito è importante. Noi dobbiamo aver fiducia nei più giovani, educarli e condurre più giovani all’amore per Don Bosco”.
Nel pomeriggio il Rettor Maggiore ha visitato la scuola tecnica e il convitto scolastico di Sint-Denijs-Westrem. Nella Buona notte ai ragazzi del convitto don Chávez ha detto che Don Bosco continua ad avere per loro un messaggio, oggi. “Innanzi tutto dobbiamo scoprire il bene in noi stessi, nelle nostre famiglie e nel mondo. In secondo luogo l’educazione ci aiuta a sviluppare una vera personalità e a crescere come un essere umano. Infine noi dobbiamo credere in Dio”. Il Rettor Maggiore indicando la croce che indossava ha raccontato ai ragazzi la sua vocazione. Egli ha terminato la sua Buona notte promettendo ai ragazzi di pregare per loro.
Successivamente il Rettor Maggiore ha visitato la locale comunità salesiana, dove mons. Luc Van Looy, vescovo di Ghent, e don Albert Van Hecke, consigliere per la regione dell’Europa del Nord, lo hanno raggiunto. In alcune parole rivolte ai confratelli, li ha ringraziati definendoli un tesoro per l’ispettoria. “Noi dobbiamo avere un senso di gratitudine per la vita degli altri e per la loro vocazione”. Ha anche elogiato per la forte identità salesiana riscontrata nell’ispettoria. “Voi state trasmettendo il carisma di Don Bosco. La nostra missione salesiana è trasmessa da molti laici. Io sono contento di sapere che la volontà di restar fedeli alla nostra missione è più forte che mantenere le strutture. Io spero che Don Bosco vi benedica con molte vocazioni”.


Venerdì 7 ottobre in mattinata, il Rettor maggiore si è recato ad Eeklo, dove ha visitato due centri per ragazzi e giovani in difficoltà dove sono aiutati a recuperare processi di autovalutazione con le loro famiglie. Questa finalità è radicata nella missione di Don Bosco. Il centro comprende due comunità di ragazzi. Il Rettor Maggiore ha elogiato l’approccio preventivo del centro e ha espresso la sua più ampia fiducia nel valore di questo progetto. Don Chávez ha visitato l’osservatorio e il centro di accoglienza di Eeklo. Il direttore ha presentato gli obiettivi e le finalità del centro. Il Rettor Maggiore ha ascoltato la storia di uno dei ragazzi, che ha avuto un passato difficile, ma che sta superando grazie agli aiuti del centro di Eeklo. Secondo don Chavez questo è un vero lavoro salesiano, dove i più giovani sono aiutati a riscoprire la loro dignità. Dopo questa presentazione il Rettor Maggiore è stato caldamente accolto dai più giovani. In palestra hanno organizzato alcuni giochi tipici fiamminghi e gare di competizione, ai quali il Rettor Maggiore ha preso parte. Per lui è stato un bel momento di ricreazione e come allenatore si è distinto nel gioco del basket. Al termine è stato consegnato a lui premio di vincitore dei Giochi Fiamminghi.
Nel pomeriggio il Rettor Maggiore ha avuto un incontro con gli editori del Bollettino Salesiano. Nel suo intervento ha egli puntato sul valore attuale del messaggio di Don Bosco. “Fin quando ci sono i giovani il messaggio di Don Bosco è valido. I giovani meritano le cure e le opportunità per sviluppare i loro talenti. Essi non solo sono il futuro nella nostra società, ma anche il presente e vogliono essere i protagonisti della nuova Europa. I giovani meritano il meglio e il meglio noi possiamo dar loro nell’educazione”. Don Chávez è stato molto felice per quello che ha visto nell’ispettoria. “È una ispettoria con una forte e chiara identità salesiana. Essa riflette la fedeltà dei salesiani a Don Bosco e il loro desiderio di essere amati figli e veri discepoli. In questa ispettoria la nostra missione ha un ruolo centrale. Noi siamo presenti per i giovani. Loro sono il senso della nostra vita il centro delle nostre strutture. È interessante vedere come tutte le case danno una risposta ai nuovi bisogni e alle nuove forme di povertà dei nostri giovani. Commuove anche vedere il grande numero di laici che condivide il carisma di Don Bosco. Condividere il carisma significa che tu incarni il pensiero, il cuore e le mani di Don Bosco. Pensare come Don Bosco, amare come Don Bosco e vivere come Don Bosco. Di conseguenza abbiamo bisogno di salesiani che dedicano la loro vita a Dio e a Don Bosco. Sono un nucleo che genera nuova energia. Ma abbiamo bisogno anche di laici. Non sono solo collaboratori, ma “corresponsabili con voi” nella realizzazione della nostra missione. Il Rettor Maggiore ha sottolineato che le vocazioni sono la più grande sfida per l’Europa, dove “sta avanzando il processo di secolarismo. In Europa è tollerato il credere in Dio, ma Dio non c’entra con la vita pubblica. Ma da un po’ di tempo noi stiamo vedendo nuove forme di religiosità. L’11 settembre ci ha dimostrato come il nostro mondo è molto più fragile di quello che noi pensiamo. Ci sono gruppi di immigrati in Europa che sono molto religiosi. Noi stiamo chiudendo le chiese mentre loro costruiscono moschee. Questo suscita una domanda: e noi (la nostra fede)? Dobbiamo creare in Europa una cultura vocazionale, nella quale i più giovani possono costruire un progetto di vita. Nel quale dedicare una vita a Dio è una delle possibilità. Come noi possiamo costruire ciò? Attraverso esperienze di servizio alla gente”. Il Rettor Maggiore ha concluso: “se c’è un messaggio che vorrei lasciarvi, mi piacerebbe darvi un pensiero di Don Bosco: «io voglio che voi siate felici». Don Bosco aveva un sogno. Se noi vogliamo essere felici, dobbiamo avere un sogno. Questo significa che noi dobbiamo vivere la nostra vita come una vocazione e che noi dobbiamo sviluppare tutte le nostra capacità e talenti come noi meglio possiamo a servizio degli altri. Per ultimo, ma non di minor importanza, noi dobbiamo essere uomini e donne “Dio-centrati”, perché Egli è il solo che può dare senso alla nostra vita e darci l’amore che sconfigge la morte. Questo è il mio messaggio per voi: «io voglio che voi siate felici, nel tempo e nell’eternità».


Sabato 8 ottobre è stato senza dubbio il momento culminante della visita del Rettor Maggiore nel paesi del nord Europa. Nello stesso tempo è stato un giorno importante per il movimento salesiano delle Fiandre e dell’Olanda. Nel corso della concelebrazione eucaristica tenutasi a Hechtel il Rettor Maggiore ha ufficializzato l´unificazione delle ispettorie del Belgio Nord e dell´Olanda. “Durante gli ultimi 109 anni voi avete lavorato molto. Mi piacerebbe invitarvi a scrivere delle memorie, pagine d´oro per il presente e per il futuro.” L’Eucarestia è stata presieduta da mons. Luc Van Looy vescovo di Ghent, presenti anche mons. Adrian Van Luyn, vescovo di Rotterdam e mons. Bert Vanbuel, il nuovo vescovo di Kaga-Bandoro e il consigliere Regionale per l’Europa Nord, don Albert Van Hecke. Un coro di ragazzi ha contribuito a rendere più gioiosa la celebrazione. Nella sua omelia il Rettor Maggiore ha sottolineato l`importanza di mettere al centro della nostra vita Dio e Gesù e così diventare pescatori di uomini (Mt 4, 18-21).
Nel pomeriggio si è svolto presso il collegio Don Bosco di Hechtel, una manifestazione dove i vari gruppi del movimento salesiano si sono presentati. La festa è stata resa indimenticabile dalla presenza di un numero gruppo di ragazzi.
Il momento più bello della giornata è stato lo spettacolo multimediale “The touch of a dreamer” (Il tocco di un sognatore) presentato da 220 ragazzi del collegio Don Bosco. Attraverso scene, musiche, danze, poesie, trucchi ed vari effetti speciali, hanno rappresentato la vita e il senso della figura di Don Bosco. Nella sua introduzione Firmin Vanspauwen, insegnante della scuola salesiana di Hechtel e realizzatore dello spettacolo ha espresso la gioia che ha provato nel vedere la creatività dei più giovani e la loro abilità nel superare le aspettative. Le parole del Rettor Maggiore sono state “grazie a voi, voi avete rubato il mio cuore”. In seguito i 1,500 presenti sono ritornati a casa, ringraziando per essere stati “toccati” da Don Bosco, il sognatore che ha colorato la vita e il significato di molti giovani. In serata don Chávez si è portato nella comunità salesiana di Helchteren.


Il Rettor Maggiore ha concluso la sua visita nel nord Europa visitando la comunità salesiana di Boortmeerbeek dove ha sede la procura missionaria e la casa per i salesiani missionari e ammalati. Domenica 9 ottobre, accolto dal direttore don Marc Vanhoutte, ha incontrato i confratelli qui residenti ringraziandoli per la loro vita donata alla Congregazione e ai giovani. Ha ricordato anche la ricca esperienza salesiana nelle Fiandre e gli ha esortati a vivere con passione il “da mihi animas”.


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