«Siate buoni amministratori della multiforme grazia di Dio»
Su tale sfondo l’impegno spirituale di tutti noi deve diventare più vivace. Il primato di Dio deve essere chiaro. “Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1Gv 5,4). Ecco la nostra carta vincente, mostrarci veri credenti, entusiasti e coraggiosi, consapevoli che – come dice San Francesco di Sales – “non siamo veramente umani e cristiani se non amiamo Dio più che noi stessi”. Ecco la sorgente dell’umanesimo salesiano e della nostra santità salesiana.
A tale scopo ci sono date alcune raccomandazioni essenziali, che tracciano un programma per la vita di ciascuno e delle nostre comunità, famiglie o gruppi:
La sobrietà, l’austerità nel nostro stile di vita, che possa contrastare una cultura del consumo, che tende a fare di noi dei perfetti consumatori di prodotti, di sensazioni, di esperienze. Vivere dell’essenziale superando la tentazione della vanità, dell’orgoglio, dell’autosufficienza, dello spreco, del superfluo, soprattutto in un mondo che conosce un divario scandaloso tra poche persone e nazioni che ammassano la maggior parte della ricchezza e l’immensa maggioranza della popolazione mondiale che stenta a sopravvivere. All’ “Homo consumens” i nostri beati oppongono l’ “Homo serviens”.
La carità sincera ed operosa, quella che fa di ognuno di noi un segno dell’amore preveniente e provvidente di Dio, quella che ci rende buoni samaritani sempre disposti a servire coloro che hanno bisogno, anzi a metterci in cammino per venire incontro ai più poveri, emarginati ed esclusi. Vivere non incentrati su noi stessi, ma sempre attenti e disponibili a servire, a vivere pro-esistenzialmente come Gesù. All’ “Homo egolatra“ i nostri beati oppongono l’ “Homo solidalis”.
La strada regale dell’umiltà e del servizio che ci verifica come uomini e donne con mentalità evangelica, come genuini discepoli di Gesù che si è presentato e ha vissuto in mezzo a noi come uno che serviva, dando prova così della sua signoria. Vivere non cercando d’essere i primi e i trionfatori secondo i criteri del mondo, ma secondo la logica del Vangelo: “Per voi non sarà così; ma chi è il più grande fra voi diventi come il più piccolo”. All’ “Homo superbus” i nostri beati oppongono l’ “Homo humilis”.
Ecco il contributo apportato dal Beato Czartoryski, dalla Beata Palomino e dalla Beata Da Costa per collaborare alla costruzione di un mondo migliore possibile.
Cari fratelli, sorelle, amici, accogliamo il dono che ci fanno questi membri della nostra Famiglia Salesiana. Loro ci dicono oggi «Siate buoni amministratori della multiforme grazia di Dio».
Don Pascual Chávez V.
Roma, Basilica del Sacro Cuore
26 aprile 2004