LA GRANDE GUERRA
Conserviamo 3390, tra lettere e cartoline postali militari,
indirizzate a don Paolo Albera o ad altri membri del Capitolo
superiore da parte di 791 salesiani soldati. Don Albera e gli
altri superiori mantennero un costante contatto epistolare
personale con questi salesiani al fronte.
Lettera del chierico Stefano Ferrando
Zona di guerra, 28-7-17
(poi missionario in India, vescovo di Krishnagar e poi di Shil-
long. Fondatore delle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei
Cristiani. Morto nel 1978, con decreto del 3 marzo 2016 papa
Francesco lo ha dichiarato Venerabile).
Rev.mo Sig.r Don Albera,
Dai primi del mese mi trovo come aspirante uf-
ciale in un reggimento di fanteria. Non ho
ancora vissuto della vita di prima linea e presente-
mente mi trovo momentaneamente a riposo, con-
cessoci per ritemprare l’animo a futuri cimenti.
Ho terminato oggi di leggere l’ultima lettera
circolare e come l’ho trovata appropriata special-
mente per la mia nuova condizione in cui il rispet-
to umano si presenta con tanti argomenti sottili e
speciosi per intimorire e distrarre l’animo dal pro-
fessare francamente la nostra fede…
L’esempio di tanti confratelli che in questo
tenore di vita mi precedettero e che rifulsero per le
loro virtù religiose e militari spero che mi sia di
valido aiuto e mi ricordi l’altra milizia alla quale
appartengo.
Come sopra le ho accennato forse nuovi ci-
menti attendono il mio reggimento e mi racco-
mando perciò alle di lei preghiere perché l’Ausili-
atrice mi aiuti e io possa adempire la volontà del
Signore….
Ch. Ferrando Stefano
Il Salesiano Novera riporta un’esperienza
fortunata in prima linea:
“Ho ricevuto la sua bellissima letterina, con le
Massime e i punti da Lei scritti e, di più, l’immagine
e la reliquia del nostro caro Fondatore, Venerabile
don Bosco, santo a me caro. Questa la porto
sempre accanto al mio cuore a nché mi aiuti
sempre in tutti i miei bisogni spirituali e temporali.
E ne ho sperimentato la sua protezione.
Se sono salvo è proprio per miracolo. Il giorno
22 del mese scorso, trovandomi in trincea in prima
linea di sentinella, vicino ad un pezzo da monta-
gna che funzionava, il nemico, per farlo tacere,
tirò 8 colpi da 152, tutti in giro al pezzo, per cui uno
mi cadde a 6 metri di distanza.
Si guri che portò per aria molte pietre ad
un’altezza molto alta, di cui una grossa come due
pugni assieme, mi viene proprio a cadere
sull’elmetto in mezzo alla testa e mi ha rotto il cap-
pello di ferro, ma, senza sentire il minimo dolore,
sono stato sano e salvo.
E poi, quante altre volte, ho provato la prote-
zione di don Bosco”.
ASC, B0440146, Novera-Albera, 14.12.1917; dati anagra ci non reperiti.
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