SSCS_2011-it


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1.1 Page 1

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DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO
Dicastero per la Comunicazione Sociale
SISTEMA SALESIANO
DI COMUNICAZIONE SOCIALE
Linee Orientative per la Congregazione Salesiana
Seconda Edizione
Roma – 2011
Editrice S.D.B
Edizione extra commerciale
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111- 00163 Roma – Bravetta
Casella Postale 18333 - www.sdb.org
SIGLE E ABBREVIAZIONI
ACG – Atti del Consiglio Generale
ANS – Agenzia iNfo Salesiana
ASC – Archivio Salesiano Centrale
BS – Bollettino Salesiano
C. – Costituzioni
CG – Capitolo Generale
DCS – Dicastero della Comunicazione Sociale
F/LOSS – Free/Libre and Open Source Software
MB –
Memorie Biografiche
PAS – Piano di Azione del Settore
PICS – Piano Ispettoriale di Comunicazione
Sociale
POI – Progetto Organico Ispettoriale
R. – Regolamenti
SPS –
Scritti Pedagogici e Spirituali
SSCS – Sistema Salesiano di Comunicazione
SocialePARTE I SSCS 7
1. PREFAZIONE 9
2. COMUNICAZIONE 12
2.1 Che cos’è comunicazione? 12
2.2 Gesù nostro modello come Perfetto
Comunicatore 12
2.3 Don Bosco nostro ispiratore 13
2.4 S. Francesco di Sales, pastore zelante e
dottore della carità 14
3 UN GLOSSARIO DI TERMINI 15
4 VISIONE E MISSIONE 19
4.1 Introduzione 19
4.2 La visione di Don Bosco 19
4.3 La visione dinamica della Congregazione 20
4.4 La missione 21
4.4.1 Le convinzioni e i valori 21
4.4.2 Criteri importanti della comunicazione
salesiana 22
5 OBIETTIVI STRATEGICI 25
5.1 Destinatari, beneficiari, protagonisti e le loro
necessità 25
5.1.1 Le necessità dei giovani: 25
5.1.2 Le necessità degli ambienti popolari e delle
missioni: 25
5.1.3 Le necessità dei salesiani: 25
5.1.4 Le necessità della Congregazione: 26
5.1.5 Le necessità dei corresponsabili laici: 26
5.1.6 Le necessità della Famiglia Salesiana: 26
5.1.7 Le necessità della Chiesa e della società: 26
5.2 Risultati desiderati 27
5.3 I soggetti 27
5.4 Le aree di azione del Sistema Salesiano di
Comunicazione Sociale 28
5.4.1 Animazione 28
5.4.2 Formazione 28
5.4.3 Informazione 28
5.4.4 Produzione 28
6 POLITICHE 29
6.1 La politica comunicativa della Congregazione
29
6.2 Linee politiche per le aree di azione 30
6.2.1 Animazione 30
6.2.2 Formazione 31
Indice6.2.3 Informazione 32
6.2.4 Produzione 33
6.2.4.1 Imprese editoriali 33
6.2.4.2 I siti web salesiani 34
6.2.4.3 Radio salesiana 35
6.3 diversi processi e lineee politiche 36
6.3.1 Processi fondamentali 36
6.3.2 La progettazione e le sue politiche 38
6.3.3 Lo sviluppo e le sue politiche 38
6.3.4 La promozione e le sue politiche 38
6.3.5 Attività di supporto e le sue politiche 39
7 ORGANIZZAZIONE RUOLI E FUNZIONI 41
7.1 SSCS Organizzazione 41
7.1.1 Diagramma dell’organizzazione 41
7.2 Consigliere Generale per la Comunicazione
Sociale 42
7.2.1 Ruolo: 42
7.2.1.1 Dettaglio del ruolo: 42

1.2 Page 2

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7.3 Équipe del Dicastero per la Comunicazione
sociale 42
7.3.1 Ruolo: 42
7.3.1.1 Dettaglio del ruolo: 42
7.4 Consulta Mondiale 43
7.4.1 Ruolo: 43
7.4.1.1 Dettaglio del ruolo: 43
7.5 Delegato regionale, nazionale e/o di
conferenze 43
7.5.1 Ruolo: 43
7.5.1.1 Dettaglio del ruolo: 43
7.6 L’Ispettore con il suo Consiglio 43
7.6.1 Ruolo: 43
7.6.1.1 Dettaglio del ruolo: 43
7.7 Il Delegato ispettoriale per la Comunicazione
Sociale 44
7.7.1 Ruolo: 44
7.7.1.1 Dettaglio del ruolo: 44
7.8 Équipe (Commissione ispettoriale o altro) di
Comunicazione Sociale 45
7.8.1 Ruolo: 45
7.8.1.1 Dettaglio del ruolo: 45
7.9 Coordinatore locale di CS 45
7.9.1 Ruolo: 45
7.9.1.1 Dettaglio del ruolo: 45
7.10 Agenzia ANS (Agenzia iNfo Salesiana) 46
7.10.1 Ruolo: 46
7.10.1.1 Funzionamento: 467.11 Ufficio Stampa
47
7.11.1 Ruolo: 47
7.11.1.1 Funzionamento: 47
7.12 Relazioni Pubbliche 48
7.12.1 Ruolo: 48
7.12.1.1 Funzionamento: 48
7.13 Il Bollettino Salesiano 48
7.13.1 Ruolo: 48
7.13.1.1 Funzionamento: 48
7.14 Il Portale Web 49
7.14.1 Ruolo: 49
7.14.1.1 Funzionamento: 49
7.15 La Documentazione e l’archivio 49
7.15.1 Ruolo: 49
7.15.1.1 Funzionamento: 49
7.16 Il Notiziario Ispettoriale 50
7.16.1 Ruolo: 50
7.16.1.1 Funzionamento: 50
7.17 I Centri di Formazione 50
7.17.1 Ruolo: 50
7.17.1.1 Funzionamento: 50
Parte II Orientamenti per la formazione dei
Salesiani in comunicazione sociale: 51
Contenuti e metodologie per le varie fasi
formative
INTRODUZIONE 53
Destinatari 53
Obiettivo 53
Livelli di formazione 53
Descrizione di ogni fase formativa 54
1. PRENOVIZIATO 56
2. NOVIZIATO 57
3. POSTNOVIZIATO 58
4. TIROCINIO 59
5. FORMAZIONE SPECIFICA 60
6. FORMAZIONE PERMANENTE 61
Parte III ALLEGATI 63
ALLEGATO 1: Dall’introduzione all’edizione
originale del SSCS 65
ALLEGATO 2: La Comunicazione Sociale nei
documenti della Congregazione 68
ALLEGATO 3: Messaggio del Santo Padre
Benedetto XVI per la XLIII Giornata Mondiale
delle Comunicazioni Sociali 71
INDICE ALFABETICO 74

1.3 Page 3

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Parte I SSCS “Le nostre pubblicazioni tendono a formare un sistema ordinato,che abbraccia su vasta scala
tutte le classi che formano l’umana società” (Don Bosco, Lettera circolare sulla diffusione di buoni libri, 19
marzo, 1885).
Cari confratelli salesiani, amiche e amici della Comunicazione Sociale, Tutto cambia, solo Dio rimane
sempre. Attualmente, nella nuova epoca della Comunicazione, questo è più evidente che mai. Le nuove
tecnologie non solo si sono evolute, ma hanno influito notevolmente sulla cultura: il modo di mettersi in
relazione con Dio, con gli altri e con la natura, il modo di gerarchizzare i valori, di produrre, distribuire e
acquistare beni, il modo di dar senso e riempire la vita. Per questo il Papa Benedetto XVI ha intitolato il suo
messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2009: “Nuove Tecnologie, nuove
relazioni”. Egli, poi, nei suoi messaggi, ha cominciato a parlare di un ‘Nuovo Continente’. Di qui l’urgenza di
attualizzare il Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale (SSCS), la cui ultima edizione ha visto la luce sei
anni or sono con il mio predecessore, adesso Mons. Tarcisio Scaramussa, e con il personale di
Comunicazione di quel tempo, gran parte del quale continua con il proprio impegno in questo settore.
Il lavoro di attualizzazione ci ha richiesto due anni di incontri, riflessione e sintesi con le persone della
Congregazione più impegnate nel campo della Comunicazione: i membri del Dicastero, i Delegati Ispettoriali
e le loro équipe, i direttori di editrici e tipografie, di radio e TV, di Bollettini salesiani e di presenze
multimediali, di webmaster e anche della Consulta Mondiale per la Comunicazione Sociale. La qualità della
riflessione, la varietà della partecipazione e la rappresentatività delle Regioni è fuori dubbio. A tutti un
grazie per il grande senso di appartenenza alla Congregazione e per la corresponsabilità manifestata a
favore di questo settore che, in sinergia con gli altri, porta avanti la missione salesiana. A tutti
congratulazioni, perché il documento riflette la loro vita, le loro convinzioni, la loro preparazione, la loro
esperienza: è quindi opera di tutti e ci appartiene.
Il nome è stato conservato, come anche i concetti fondamentali, anche se la struttura è cambiata rispetto
alla prima edizione. Ecco perché parliamo di attualizzazione, non di rivoluzione! Ciò malgrado ci sono alcune
tematiche trasversali a tutto il documento che, oltre ad attualizzarlo, gli immettono novità e cercano di
promuovere una nuova mentalità nella Congregazione: una prospettiva che dà impulso alla sinergia dei
settori della Congregazione incentrati nella missione comune, la priorità della formazione dei salesiani, dei
collaboratori e dei giovani alla comunicazione, una consistente partecipazione di laici e laiche in un campo
che è loro naturale, una presentazione di principi e criteri necessari per l’unità che richiedono una adeguata
e flessibile applicazione locale e, finalmente, una visione e applicazione del SSCS come ecosistema.
Il primo elemento significativo e trasversale è quello manifestato dalla ricca partecipazione di
rappresentanti dei settori della Formazione, della Pastorale Giovanile e delle Missioni nella Consulta
Mondiale che hanno elaborato il documento finale. Questo risponde a quanto chiede il CG26 al nº 117:
considerata la complessità della missione salesiana; visto il bisogno di maggiore coordinamento tra i
Dicasteri per la Pastorale Giovanile, la Comunicazione Sociale e le Missioni, in particolare nell’animazione
dei settori di attività condivisi; chiede che il Rettor Maggiore con il suo Consiglio promuova équipe di
animazione interdicasteriale per questi settori e ne affidi il coordinamento ad un Consigliere o l’altro,
salvaguardando in ogni caso la unicità e la organicità della pastorale salesiana.
L’unità e il coordinamento dei settori a favore della Missione è un’esigenza carismatica che, lontano
dall’impoverire settori, arricchisce e aumenta la loro identità, poiché si parte dalla stessa fonte e si
cammina nella medesima direzione. Questo richiede anche una nuova mentalità, un nuovo modo di vivere,
di organizzarsi e di formarsi in comunione con altri, in vista dell’adempimento della missione comune.
9 1In secondo luogo il SSCS è permeato da una convinzione: la formazione dei salesiani, dei collaboratori e
dei giovani alla Comunicazione è prioritaria. Le nuove vocazioni di consacrati e le generazioni di adolescenti
e di giovani a cui siamo inviati vivono ed appartengono a una nuova era e a un nuovo continente. Noi stessi
e i nostri collaboratori, ci piaccia o no, viviamo al suo interno comprendendone e usandone, bene o male,

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tecnologie e linguaggi. Una formazione che non conosca o che non valorizzi a sufficienza qualcosa che è
ovvio, corre il pericolo di non avere nuove vocazioni, di non inculturare il vangelo e di non capirsi con i
destinatari. Certamente la formazione alla Comunicazione va molto più in là del dettare norme per gli usi
della tecnologia e della rete, va molto più in là dell’offrire temi e laboratori casuali per una percezione
critica. Si tratta di una dimensione trasversale che include sia formatori che formandi, sia educatori che
educandi. Per questi ultimi è indispensabile l’educazione alla libertà responsabile. Per i consacrati, inoltre,
la formazione all’autenticità di vita che include l’amore alla propria vocazione, alla missione e ai destinatari
ai quali siamo inviati. Per questo posso assicurare che ci troviamo davanti alla più bella e sfidante
opportunità di evangelizzazione-educazione, quella del continente più salesiano, perché è il continente che
raccoglie più adolescenti e giovani e che ha maggior bisogno di attualizzazione e di messa in pratica del
Sistema Preventivo, dove la manifestazione dell’amore di Dio è più indispensabile: il continente digitale, in
cui convivono allo stesso modo ricchi e poveri, credenti e agnostici. Ripeto quanto detto prima: c’è bisogno
di un salesiano formato integralmente, di una pastorale che parta dalle necessità e dalle situazioni degli
ultimi, di un salesiano che, con rinnovato ardore missionario, non confonda opere con missione, di un
salesiano comunicatore con profondità spirituale, testimone di Dio tra i giovani dell’era digitale.
D’altra parte una nuova mentalità e un apporto fresco e aperto lo hanno offerto i laici impegnati nella
missione salesiana attraverso la Comunicazione. Il CG24 ha messo in chiaro che “i salesiani consacrati e i
laici condividiamo lo stesso spirito e la stessa missione”. Si tratta di una realtà arricchente nel settore della
Comunicazione. Ci sono sempre più Delegati e Delegate ispettoriali per la Comunicazione, sempre più laici e
laiche specializzati ed esperti nelle équipe ispettoriali e nella stessa Consulta Mondiale di Comunicazione.
Per la revisione del SSCS il loro apporto è stato più che tecnico: si è trattato di un contributo di carattere
ecclesiologico e carismatico, continuando così la dinamica nata a Valdocco a favore dell’evangelizzazione-
educazione dei giovani più bisognosi. Consacrati e laici abbiamo molto da offrirci e tanto da imparare gli uni
dagli altri, ma sempre a favore dell’evangelizzazione-educazione dei giovani che vivono all’interno di una
nuova realtà e hanno dunque bisogno di nuovi testimoni e nuovi apostoli che li accompagnino nel
discernimento della loro vocazione. Molto significativo che nell’anno 2010 l’Episcopato italiano abbia
celebrato un incontro dal tema “Testimoni digitali”. La realtà digitale e la nuova evangelizzazione sono
novità e filo conduttore nel documento. Don Bosco, in ciò, continua ad essere nostro padre e ispiratore.
Questo documento presenta criteri globali unificanti che richiedono riflessione e applicazione locale.
L’unità del carisma rispetta l’applicazione dei principi e la diversità di livelli e ritmi dovuti a storia, cultura e
possibilità. Lo studio, l’applicazione del documento, poiché hanno come centro e spinta il carisma, la
missione e i destinatari in un’era nuova, spettano in primo luogo all’Ispettore e al suo Consiglio, e senz’altro
al loro Delegato di Comunicazione con la sua équipe. Non sarebbero ammissibili, per quanto detto sopra,
né l’assenza della dimensione della Comunicazione nell’Ispettoria, né la mancanza in essa di un animatore o
una animatrice, salesiano o laico, che aiuti a disporre ognuno nel nuovo continente dei giovani, assicurando
fedeltà a Dio, a Don Bosco e ai destinatari. Non sarebbe ammissibile neppure l’assenza o una
considerazione minima della Comunicazione nel POI o nel PEPS.
Per questo è fondamentale che ci sia un delegato o delegata che funga da “anima”, che dia vita e
dinamicità a un corpo sociale e fraterno di servizio come è l’Ispettoria. Si tratta di portare avanti, insieme 10
1. Prefazione agli altri settori e opere, la stessa missione dalla necessaria prospettiva della Comunicazione.
Ci uniscono grandi e validi principi, così come la loro intelligente e appassionata dedizione in ogni Ispettoria
a favore della missione. Finalmente indico che volutamente abbiamo messo a fuoco e vogliamo applicare il
SSCS come “ecosistema”, come una realtà dinamica, armoniosa, coinvolgente e flessibile, che facilita uno
sviluppo equilibrato e solidale tendente a una finalità. Don Bosco è stato creatore di ambienti
evangelizzatori-educativi, perché era capace di inventare spazi armoniosi, relazioni equilibrate e un grande
desiderio di trascendenza. Ciò è evidente nella sua idea ed esperienza di oratorio e di cortile. Ogni
ambiente invitava, attraverso il tipo di relazioni, di proposta di valori, di sistemazione degli spazi, di
protagonismo gioioso dei soggetti, all’espansione e al senso della vita. I soggetti, educatori ed educandi,
potevano sentire, ascoltare, esprimersi, gustare, toccare in ogni momento e luogo ciò che ad essi si

1.5 Page 5

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proponeva, rimanendo liberi di decidere. La casa dove amare ed essere amati come in famiglia, il cortile
dove gioire e diffondere la vita con gli amici, la scuola dove educare la mente per essere produttivi e
costruttori di una società giusta, la parrocchia dove celebrare Dio come fine ultimo della vita, sono la
miglior espressione di un ecosistema dove le persone comunicano più per quello che sono che per quello
che dicono. Con ciò si ribadisce una volta ancora la sinergia di settori a favore della missione salesiana.
Rinnovo il ringraziamento a quanti hanno partecipato all’attualizzazione del SSCS e a quanti, studiandolo,
sapranno valorizzarlo e applicarlo nelle loro Ispettorie.
Fraternamente in Don Bosco, D. Filiberto González Plasencia sdb Consigliere Generale per la CS Roma, Italia
31.01.2011 11

1.6 Page 6

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Prefazione 2.1 Che cos’è comunicazione?
La comunicazione è diventata un tema di studio e di
riflessione di grande interesse e attualità. Non
solo perché la tecnologia l’ha potenziata in modo
inimmaginabile solo qualche decennio fa, ma
anche perché avvertiamo con sempre maggior
consapevolezza che la sua qualità è a rischio.
Capita per la comunicazione ciò che capita per
l’aria che respiriamo: capiamo la sua importanza
quando è diventata irrespirabile e siamo costretti
ad intervenire. Così è della comunicazione. Se ne
interessano ora scienziati e tecnici, filosofi,
psicologici, sociologi, educatori: in questo modo
la comprensione di che cosa sia la comunicazione
è cresciuta. Abbiamo capito almeno queste
“verità”:
a) La comunicazione umana non si riduce ad un
flusso di informazioni che parte da un’emittente
ed arriva ad un ricevente (superamento del
modello lineare). Un simile schema vale forse per
le macchine, ma non per le persone.
La comunicazione autentica esige reciproca
attenzione e dialogo; si realizza quando tra coloro
che intervengono c’è collaborazione per definire
un contenuto davvero condiviso (modello
circolare, dialogico).
b) Quando comunichiamo non elaboriamo soltanto
messaggi, ma gestiamo relazioni.
Lavoriamo contemporaneamente su due piani,
quello dei contenuti (le idee, le affermazioni…) e
quello della relazione (definiamo il tipo e la
qualità del rapporto che ci lega all’interlocutore).
Avvertire questo fatto è assai importante, perché
spesso ciò che blocca la comunicazione non sono
le idee, ma la constatazione che l’interlocutore
non è interessato, non mi stima, mi rifiuta.
c) La comunicazione non può essere identificata con
una specifica azione. Certo, con la parola cerco di
comunicare con un mio interlocutore, ma il
messaggio non si riduce alla parola. Oltre (a volte
contro) le parole comunica il gesto, i tratti del
volto, il contatto visivo, il vestito, la posizione del
corpo, la stessa presenza in un determinato
ambiente.
La comunicazione, dunque, è una dimensione
presente in tutte le mie azioni. In questo senso
tutto è comunicazione.
d) La qualità della comunicazione non è garantita
soltanto dal rispetto della grammatica e della
sintassi della lingua che utilizzo.
C’è tutto un contesto ed un insieme di valori che
devono muoversi in modo coerente. Per dire
questo ieri avremmo utilizzato l’immagine dei
“vasi comunicanti”: non posso illudermi di alzare
il livello del loro contenuto riempiendo solo uno
dei vasi. Il liquido che verso si distribuisce in tutti i
vasi ed il livello cresce solo in modo uniforme.
Non basta agire su un aspetto della mia
comunicazione, è l’insieme che va migliorato.
Oggi si usa una metafora più efficace: si parla di
“ecosistema”. La qualità della comunicazione in
un determinato contesto è garantita da una
pluralità di fattori che interagiscono tra loro. Ne
segue che ogni persona, ma anche ogni
organismo, comunica davvero in forma efficace
se c’è coerenza tra il suo messaggio intenzionale
e i messaggi che invia «con ciò che fa e con ciò
che è».
2.2 Gesù nostro modello come Perfetto
Comunicatore Se concepiamo a questo modo la
“comunicazione” diventa quanto mai
interessante riferirci alla figura di Gesù Cristo 1 ,
non solo per ascoltare quanto di esplicito e
diretto ha detto sull’argomento, ma assai di più
per meditare sul suo modo “comunicativo” di
essere e di agire con la gente, 12 1 Di
particolare interesse questo contributo: Cesare
BISSOLI, 'Cristo comunicatore' in F. LEVER – P. C.
RIVOLTELLA – A.ZANACCHI, La Comunicazione.
Dizionario di scienze e tecniche, Rivoli (To)-
Roma, ELLEDICI – RaiEri – LAS 2000, 325-328 2
con i discepoli, con i bambini, con i peccatori,
con le autorità, con il Padre. La sua stessa
essere Dio e Uomo appare importante (il
principio dell’Incarnazione. Rileggiamo quanto
dice la Communio et Progressio al numero 11:
Durante l’esistenza terrena Cristo si è rivelato il
perfetto Comunicatore. Per mezzo della Sua
incarnazione, Egli prese la somiglianza di coloro
che avrebbero ricevuto il Suo messaggio,
espresso dalle Sue parole e da tutta
l’impostazione della Sua vita. Egli parlava

1.7 Page 7

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pienamente inserito nelle reali condizioni del Suo
popolo, proclamando a tutti indistintamente
l’annuncio divino di salvezza con forza e con
perseveranza e adattandosi al loro modo di
parlare e alla loro mentalità.
2.3 Don Bosco nostro ispiratore Allo stesso modo
diventa fecondo riferirci a Don Bosco. Non solo
per soffermarci a verificare la sua azione di
scrittore, di editore, di distributore… e meditare
l’appassionata raccomandazione perché i figli
continuino la sua intensa azione nel campo che
poi venne chiamato “comunicazione sociale”.
Questo è solo una parte degli insegnamenti che
Don Bosco ci ha lasciato in ambito comunicativo.
C’è molto di più da scoprire e attualizzare nella
nostra esperienza attuale. Don Bosco è grande
per la qualità comunicativa che ha saputo
infondere nel suo essere in mezzo ai giovani,
nell’invenzione di una pratica educativa di
eccezionale valore (il “sistema preventivo”, come
ebbe a chiamarlo ), nella realizzazione del suo
oratorio, nel disporre sempre ogni risorsa per il
loro bene.
A questo proposito vale la pena ascoltare uno degli
specialisti nello studio della comunicazione,
Umberto Eco. In un articolo 2 attribuisce a Don
Bosco il merito di una “grande rivoluzione” nel
campo della comunicazione, per aver proposto e
realizzato nel suo oratorio l’utopia di “un nuovo
modo di stare insieme”, che sarà capace di
proporsi quale efficace strategia nei confronti di
una società delle comunicazioni di massa non più
caratterizzata dalla presenza di alcuni dinosauri
(la radio, la televisione, i giornali, il cinema), ma
polverizzata in una serie di comportamenti
(“fanno parte, infatti, delle comunicazioni di
massa anche i blue-jeans, la droga, il commercio
di chitarre usate, il modo di aggregarsi per gruppi
e per bande”). In questo contesto “l’urgenza non
è produrre altri dinosauri, ma prendere atto della
polverizzazione dei canali e costruire nuovi modi
di usarli, cambiarli, alternarli, confonderli”.
“Don Bosco inventa [questa rivoluzione], poi la
esporta verso la rete delle parrocchie e l’Azione
Cattolica, ma il nucleo è là, quando questo
geniale riformatore intravede che la società
industriale richiede nuovi modi di aggregazione,
prima giovanile poi adulta, e inventa l’oratorio
salesiano: una macchina perfetta in cui ogni
canale di comunicazione, dal gioco alla musica,
dal teatro alla stampa, è gestito in proprio su basi
minime e riutilizzato e discusso quando la
comunicazione viene da fuori. Ricordiamo che
negli anni Cinquanta una rete di dodicimila
piccole sale parrocchiali era arrivata a influenzare
i produttori cinematografici.
La genialità dell’oratorio è che esso prescrive ai suoi
frequentatori un codice morale e religioso, ma
poi accoglie anche chi non lo segue. In tal senso il
progetto di don Bosco investe tutta la società
italiana nell’era industriale.” Perché il “progetto
Don Bosco” continui nella sua efficacia – continua
Eco – è necessario “qualcuno o un gruppo con la
stessa immaginazione sociologica, lo stesso senso
dei tempi, la stessa inventività organizzativa. Al di
fuori di questo quadro nessuna forza ideologica
può elaborare una politica globale di massa, e 13
2 Eco U., 'A lezione da don Bosco', in
"L’Espresso", 15.11.1981, p. 105. L’intero
capoverso che segue è ripreso da F. LEVER – P. C.
RIVOLTELLA – A. ZANACCHI, La Comunicazione, p.
114.
2. Comunicazionedovrà limitarsi all’occupazione
(spesso inutile e sovente dannosa) dei vertici dei
grandi dinosauri, che contano meno di quanto si
creda”.
2.4 S. Francesco di Sales, pastore zelante e dottore
della carità La “grande rivoluzione” operata da
Don Bosco risulterebbe pura utopia senza il
riferimento alla persona che sappiamo avere
ispirato profondamente Don Bosco: San
Francesco di Sales. Guardando al santo vescovo di
Ginevra come a un eccellente comunicatore sotto
molti aspetti (fu un giornalista creativo, e attivo in
molti altri aspetti dell’attività di comunicazione),e
semplicemente ripercorrendo gli inizi
dell’Oratorio di Valdocco scopriamo come San
Francesco di Sales abbia ispirato profondamente
Don Bosco. Lasciamo al nostro famoso storico
don Pietro Stella il compito di chiarire questo
punto:
Nell’oratorio di Don Bosco, fin dai primordi, il centro
e il cuore erano costituiti dalla cameretta di Don
Bosco e dalla cappella; entrambi gli ambiente
potevano considerarsi come depositari di una
serie di messaggi che Don Bosco rivolgeva ai suoi
interlocutori. Giovani e adulti che entravano nella
stanza trovavano affisso sulla parete un cartello

1.8 Page 8

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con la scritta: «da mihi animas, coetera (sic)
tolle», che era oltre che un motto anche una
preghiera giaculatoria rivolta a Dio. La cappella,
poi sostituita da una più capiente chiesetta, era
significativamente dedicata a S. Francesco di
Sales per indicare, nell’esplicita spiegazione che
ne forniva Don Bosco, lo stile educativo suo
proprio: non l’inquadramento severo, ma la
dolcezza dell’educatore; e l’allegria come
manifestazione dell’intima adesione alla grazia
divina che i giovani dovevano realizzare ed
esprimere. 3 Don Bosco, possiamo esserne certi,
non ha guardato a San Francesco di Sales come a
suo ispiratore di particolari aspetti della attività di
comunicazione; quello che ha caratterizzato
entrambi ‘Francesco e Giovanni’, in realtà, è la
capacità creativa, l’ottimismo, l’amorevole e allo
stesso tempo costante impegno di superare tutti
gli ostacoli alla diffusione del Vangelo di salvezza.
Essi furono, in tempi e luoghi differenti (benché
non troppo differenti, geograficamente e
culturalmente parlando; dopo tutto, entrambi
condivisero la bellezza delle Alpi e dei laghi che
ad esse fanno corona). Tutti e due furono veri
comunicatori del vangelo dell’amore di Dio e
costruttori del suo Regno.
14 3 P. Stella, 'Don Bosco e la comunicazione' in
Salesianum, Annus LXXI-N.4 pp 635-650.
2. Comunicazioneanimazione:
Una caratteristica dello stile di leadership salesiana,
che deriva da ‘animare’ nel suo senso pieno di
dare la vita e l’anima a qualcuno o qualcosa, nel
significato di motivare.
blog:
Un sito web o parte di esso, di solito gestito da un
individuo, spesso con entrate in ordine
cronologico inverso. Può contenere commenti o
riflessioni personali. Il termine nasce dalla
contrazione di due parole inglesi: ‘web’ e ‘log’.
Bollettino Salesiano:
Una rivista funzionale alla missione (Salesiana),
fondata da Don Bosco, rivolta alla pubblica
opinione più che a quella istituzionale. Ciò
significa che è irrinunciabile essere immersi
nell’esperienza ecclesiale e storica del nostro
tempo, e offrire ai Salesiani una lettura dei fatti,
soprattutto quelli che riguardano la gioventù e
l’educazione.
chat:
Sistema immediato di comunicazione, che consente
agli utenti di comunicare tramite tastiera,
principalmente inviando messaggi di testo in
tempo reale. All’utente è normalmente richiesto
di usare un ‘nick’ o ‘nickname’ (soprannome). Le
chat sono organizzate in ‘stanze’ secondo
l’argomento.
ciberspazio:
Termine coniato da William Gibson nel suo racconto
Neuromancer (1984) per riferirsi a uno spazio
immaginario, una specie di allucinazione
collettiva generata da potenti computer in
interazione con esseri umani. Ora il termine ha
allargato il suo spazio semantico e si riferisce a un
ambiente virtuale creato con ogni sorta di
strumenti connessi al web,che si trasforma in una
specie di universo parallelo.
comunicazione:
Il termine ‘comunicazione’ si riferisce a persone
coinvolte in un processo di relazione
interpersonale o di gruppo, ma pure a un
ambiente culturale e sociale che coinvolge
ciascuno in una rete, attraverso innumerevoli
mediazioni di strumenti e tecnologie. Intrinseci al
senso della parola comunicazione sono i valori
della reciprocità, della partecipazione nel dare e
avere. Questo è il motivo per cui possiamo dire
che chiunque è coinvolto nel processo di
comunicazione è un soggetto di comunicazione
‘sociale’.
comunicazione sociale:
“Tra le meravigliose invenzioni tecniche che,
soprattutto nel nostro tempo, l’ingegno umano è
riuscito, con l’aiuto di Dio, a trarre dal creato, la
Chiesa accoglie e segue con particolare
sollecitudine quelle che più direttamente
riguardano le facoltà spirituali dell’uomo e che
hanno offerto nuove possibilità di comunicare,
con massima facilità, ogni sorta di notizie, idee,
insegnamenti. Tra queste invenzioni occupano un
posto di rilievo quegli strumenti che, per loro
natura, sono in grado di raggiungere e influenzare

1.9 Page 9

▲back to top
non solo i singoli, ma le stesse masse e l’intera
umanità. Rientrano in tale categoria la stampa, il
cinema, la radio, la televisione e simili. A ragione
quindi essi possono essere chiamati: strumenti di
comunicazione sociale”.
(InterMirifica , Vaticano II, introduzione).
continente digitale:
Il termine è stato coniato da papa Benedetto XVI nel
suo messaggio per la Giornata Mondiale delle
Comunicazioni del 2009. Il papa non definisce il
termine, ma lo usa come una metafora spaziale
diretta alla ‘generazione digitale’, chiedendole di
“assumersi la responsabilità di evangelizzare il
‘continente digitale’”.
dicasteri della missione:
Una direttiva del GC26 in vista di una migliore
coordinazione fra i Dicasteri della Pastorale Gio15
3. Un glossario di terminivanile, Comunicazione
Sociale e Missioni, soprattutto per animare settori
di attività condivise ... salvaguardando in ogni
caso la natura unica e organica della pastorale
giovanile salesiana.
digitale: (e per estensione, generazione
digitale ,mediadigitali ,spartiacquedigitale ,inclusi
one digitale ecc).
L’informazione digitale è immagazzinata usando una
serie di uno e zero. I computer sono macchine
digitali perché sono in grado di leggere solo una
informazione come on ooff — 1 o 0.
Questo metodo di numerazione, conosciuto anche
come sistema binario, può sembrare piuttosto
semplicistico, ma può essere usato per
rappresentare un enorme quantità di dati. CD,
DVD possono essere usati per immagazzinare e
riprodurre suoni e video in alta definizione, anche
se essi consistono interamente di uno e zero.
Diversamente dai computer, gli umani percepiscono
l’informazione in analogico. Noi catturiamo i
segnali come un continuo flusso fra tutti i sensi.
Gli esseri umani prelevano informazioni da tutti i
sensi. Gli strumenti digitali, invece, valutano le
informazioni come uno e zero. Il grado di questa
valutazione, chiamato “grado di campionatura,”
combinato con la quantità di informazione
contenuta in ogni campione (l’intensità del bit),
determina il grado di accuratezza della
valutazione digitale.
Il cosiddetto ‘spartiacque digitale’ non compare nel
documento. Il significato del termine è ancora
molto dibattuto e pure quello che può significare
per i Salesiani, al di là di un superficiale consenso
sul termine che comunque non è accettato da
tutti.
Ma va assunto dall’insieme degli atteggiamenti e
delle considerazioni proposte in questo
documento e cioè che il SSCS suppone
l’inclusione digitale e rifiuta ogni forma di
esclusione digitale.
ecosistema comunicativo:
Esprime il coinvolgimento e l’atteggiamento delle
persone che, interagendo, creano un ambiente di
vera comunità, condivisione di ideali, di valori, di
rapporti a livello di convivenza quotidiana
all’interno della comunità e con il territorio. (Da
una nota a piè di pagina nell’edizione originale
del SSCS).
editoria:
La preparazione e la pubblicazione di stampati
(inclusa ora la forma digitale), materiali da
diffondere e vendere.
educomunicazione:
Il complesso delle politiche e attività attinenti la
pianificazione, la messa in atto, la valutazione di
processi e prodotti orientati a creare e
consolidare ecosistemi di comunicazione in
campo educativo, siano essi a tu per tu o virtuali.
evangelizzazione:
La diffusione della Buona Novella in tutti gli ambiti
della vita umana, in modo da indurre processi
nuovi ad essa ispirati ... la Chiesa evangelizza
quando si impegna a convertire, esclusivamente
attraverso il potere divino del messaggio che
proclama, la coscienza personale e collettiva, le
attività, la vita e l’ambiente delle persone (EN 18).
F/LOSS:

1.10 Page 10

▲back to top
Software libero e aperto. Software che garantisce il
libero accesso e utilizzo agli utenti, che possono
liberamente studiarlo, cambiarlo, e
implementarlo, poiché consente il libero accesso
ai codici sorgente.
formazione permanente:
Il naturale, essenziale e continuo processo
sperimentato nella formazione iniziale. ( Ratio no.
520) linguaggio:
La distinzione fra la parole (l’esecuzione personale),
e la langue (il sistema), secondo il vocabolario
della linguistica teorica di Ferdinand de Saussure
Corso in linguistica generale , pubbli16 3. Un
glossario di terminicato postumo nel 1915 dopo
che erano state raccolte le annotazioni degli
studenti. Viene poi il langage .
• linguaggio nel senso di parole è l’aspetto
individuale e creativo del linguaggio • linguaggio
nel senso di langue quello che normalmente noi
intendiamo per ‘linguaggio’, un sistema di segni.
• linguaggio nel senso di langage un particolare
modo di esprimersi, o l’astratta nozione di
linguaggio che possiamo attribuire agli animali,
alle persone, al cinema, al teatro ...
media convergenti:
Una molteplicità di prodotti che assemblati formano
un singolo prodotto in grado di fare molteplici
attività. (Definizione dell’Unione Europea).
network, networking:
Benché i due termini non siano identici, nel SSCS essi
si riferiscono principalmente al concetto di
persone che lavorano insieme, stabilendo
contatti, sia individualmente che in gruppo.
Tuttavia è importante essere consapevoli che lo
scambio e lo sviluppo di idee in un network, o
attività di networking, inteso in questo senso
‘sociale’, non si può ridurre all’immagine di nodi
interconnessi, come sovente appare attraverso la
descrizione dei network. La ‘rete sociale’ è
attualmente oggetto di studi accurati, che
evidenziano nuove ‘leggi’ e dinamiche, con
ricadute sulle modalità di coinvolgimento in
questo processo.
nuove frontiere:
“Non si tratta solo di frontiere geografiche, sociali,
culturali e religiose” (don Chávez alla conclusione
del GC26).
nuove tecnologie:
Un insieme di nuove tecnologie che offrono un
significativo incremento (sia in termini di
maggiori e migliori prestazioni, che di
contenimento dei costi) rispetto a tecnologie già
consolidate per uno specifico processo in un
particolare contesto storico.
Così inteso, è ovvio che quanto viene considerato
‘nuovo’ è soggetto a continue revisioni e
ridefinizioni, man mano che la tecnologia cambia.
(Gordon Marshall. “nuove tecnologie.” Dizionario
di sociologia . 1998).
personal media:
L’emergere di mezzi di comunicazione che includono
l’interattività nella loro struttura, e consentono
agli utenti non solo di consumare prodotti
multimediali, ma anche di crearli. (Shiregu
Miyagawa, professore di linguistica e
comunicazione al Massachusetts Institute of
Technology).
Progetto di Animazione e Governo del Rettor
Maggiore e il suo Consiglio:
La pianificazione del programma, iniziata dal Rettor
Maggiore, ma sviluppata con l’aiuto del suo
Consiglio, che viene elaborata all’inizio del
sessennio, cioè subito dopo la conclusione del
Capitolo Generale, e che contiene le linee guida
per i sei anni a venire. (Cf Vademecum del
Consiglio Generale, 2003).
Progetto Organico Ispettoriale POI:
Piano strategico per l’animazione e il governo
dell’ispettoria, che analizza nella sua totalità la
vita, la missione, la situazione attuale, le scelte
fondamentali che devono guidare la sua
organizzazione.
quadro di riferimento:

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

▲back to top
Un sistema di principi e modelli che indicano la
condotta da tenere e la motivano.
Ratio:
Guida pratica per la formazione dei Salesiani di Don
Bosco, la Ratio Fundamentalis Institutionis et
Studiorum come è conosciuta nel suo titolo
com17 3. Un glossario di terminipleto (anche
nota come Formazione dei Salesiani di Don Bosco
o FSDB), “costituita da un organico e istruttivo
sistema di principi e norme che riguardano la
formazione fondata sulle Costituzioni,
Regolamenti Generali e altri documenti della
Chiesa e della Congregazione”. (R. 87).
risorse di comunicazione:
Il termine ritorna sovente in queste pagine e, in
senso vasto, si riferisce a quanto è usufruibile e
utile per raggiungere un obiettivo finale. Significa
che possono essere risorse fisiche (risorse
quantificabili) o personali (risorse intellettuali o
per affrontare un argomento) o tecniche. In
alcune circostanze vengono specificate come
risorse educative, finanziarie o altro.
Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale (SSCS):
Il titolo di questo testo, “un progetto integrato e
unificato di comunicazione”. (don Martinelli agli
editori del Bollettino Salesiano, 1998).
translation memory (TM):
Deposito di “testi esplicitamente conservati e
allineati con la corrispondente copia originale”.
Esso può essere considerato una banca dati dalla
quale i traduttori possono trarre brani che
concordano con testi che devono essere tradotti.
(Bowker, L. (2002).
Computer-Aided Translation Technology: A Practical
Introduction . Canada:
University of Ottawa Press).
Web 2.0 e 3.0:
Se noi consideriamo il Web tradizionale come il Web
1.0, noi ci accorgiamo che è prevalentemente
statico, nel senso che possiamo leggere una
pagina web, ma ben poco di più che cliccare i suoi
link e ottenere che qualcosa accada: sentire
musica o vedere un video. Nel Web 2.0 noi
passiamo dal ‘leggere’ al ‘leggere-scrivere’; da
html soltanto alle tecnologie AJAX; dallo statico
all’interattivo, incluso blog, social networking. E
mentre non c’è una definizione formale di Web
2.0 (è semplicemente un termine cresciuto lungo
la strada), è in realtà il tipo di ‘Web’ che Tim
Berners Lee, il suo ‘inventore’, per primo aveva
intravisto, benché quello che in realtà egli aveva
intravisto è quello che noi oggi chiamiamo 3.0, il
Web semantico, dove tutto in qualche modo è
connesso a qualsiasi cosa d’altro (in un linguaggio
chiamato OWL o linguaggio web ontologico) che
consente alle macchine di leggere e interpretare
la conoscenza a vantaggio dei lettori.
18 3. Un glossario di termini pleto (anche nota come
Formazione dei Salesiani di Don Bosco o FSDB),
“costituita da un organico e istruttivo sistema di
principi e norme che riguardano la formazione
fondata sulle Costituzioni, Regolamenti Generali e
altri documenti della Chiesa e della
Congregazione”. (R. 87).
risorse di comunicazione:
Il termine ritorna sovente in queste pagine e, in
senso vasto, si riferisce a quanto è usufruibile e
utile per raggiungere un obiettivo finale. Significa
che possono essere risorse fisiche (risorse
quantificabili) o personali (risorse intellettuali o
per affrontare un argomento) o tecniche. In
alcune circostanze vengono specificate come
risorse educative, finanziarie o altro.
Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale (SSCS):
Il titolo di questo testo, “un progetto integrato e
unificato di comunicazione”. (don Martinelli agli
editori del Bollettino Salesiano, 1998).
translation memory (TM):
Deposito di “testi esplicitamente conservati e
allineati con la corrispondente copia originale”.
Esso può essere considerato una banca dati dalla
quale i traduttori possono trarre brani che
concordano con testi che devono essere tradotti.
(Bowker, L. (2002).

2.2 Page 12

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Computer-Aided Translation Technology: A Practical
Introduction . Canada:
University of Ottawa Press).
Web 2.0 e 3.0:
Se noi consideriamo il Web tradizionale come il Web
1.0, noi ci accorgiamo che è prevalentemente
statico, nel senso che possiamo leggere una
pagina web, ma ben poco di più che cliccare i suoi
link e ottenere che qualcosa accada: sentire
musica o vedere un video. Nel Web 2.0 noi
passiamo dal ‘leggere’ al ‘leggere-scrivere’; da
html soltanto alle tecnologie AJAX; dallo statico
all’interattivo, incluso blog, social networking. E
mentre non c’è una definizione formale di Web
2.0 (è semplicemente un termine cresciuto lungo
la strada), è in realtà il tipo di ‘Web’ che Tim
Berners Lee, il suo ‘inventore’, per primo aveva
intravisto, benché quello che in realtà egli aveva
intravisto è quello che noi oggi chiamiamo 3.0, il
Web semantico, dove tutto in qualche modo è
connesso a qualsiasi cosa d’altro (in un linguaggio
chiamato OWL o linguaggio web ontologico) che
consente alle macchine di leggere e interpretare
la conoscenza a vantaggio dei lettori.
4.1 Introduzione 1.
Questo sussidio raccoglie gli elementi fondamentali
di un quadro di riferimento per la comunicazione
(intesa sempre nel senso di ‘comunicazione
sociale’ come si trova nei documenti della
Chiesa), le linee e le politiche per il
funzionamento del SSCS, così come appaiono nei
documenti della Congregazione dopo il CG20
(1971-2) e nelle progettazioni degli ultimi anni.
Come tale, è uno strumento di lavoro per coloro
che hanno particolari impegni nella politica di
promozione della CS a livello mondiale, regionale
e locale. Va letto insieme agli Orientamenti per la
formazione dei Salesiani alla Comunicazione
Sociale , indirizzati specificamente ai salesiani.
2.
Il sussidio si presenta in tre parti:
(a) SSCS (b) Orientamenti per la formazione dei
Salesiani alla Comunicazione Sociale (c) Allegati
Una quarta parte, il Manuale, che porta il titolo Il
Salesiano, Un Comunicatore , è attualmente sotto
revisione e per adesso non è qui riportato.
La prima parte, SSCS, contiene: una prefazione,
affermazioni sulle idee chiave, un glossario,
visione e missione, obiettivi strategici, politiche,
organizzazione, ruoli, funzioni; allegati.
4.2 La visione di Don Bosco 3.
Don Bosco aveva una comprensione ampia della
comunicazione. La lettera che scrisse sulla
diffusione dei buoni libri è una specie di magna
carta :
esprime il suo cuore apostolico, la sua fede e la sua
visione imprenditoriale.
4.
Considerava la comunicazione un campo prioritario
della missione 4 : “Questa diffusione dei buoni
libri è uno dei fini principali della nostra
Congregazione... Vi prego e vi scongiuro dunque
di non trascurare questa parte importantissima
della nostra missione”. Significativo anche, che
nella prima udienza con papa Pio IX, come venne
raccontata dal chierico Rua che lo accompagnava,
alla domanda del Papa su “in quale cosa vi
occupate”, Don Bosco rispondeva con queste
parole:
“Santità, mi occupo con l’istruzione della gioventù e
nelle Letture Cattoliche “ (MB vol. 5) 5.
Oltre alla stampa e alla “diffusione di buoni libri”,
Don Bosco utilizzava tutti gli strumenti e linguaggi
di comunicazione disponibili al suo tempo per
l’educazione: il teatro, le accademie, la musica…
6.
Don Bosco utilizzava una vasta gamma di strategie
comunicative per raggiungere i giovani, alcuni dei
quali erano senza istruzione ed anche analfabeti.
Sapeva narrare, far apprezzare i sacramenti:
queste doti lo rendevano un efficace
comunicatore. Ma sapeva anche ricorrere ai
giochi, alle ‘buone notti’, alla narrazione vivace di
sogni, storie, e alla liturgia..
7.

2.3 Page 13

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Don Bosco aveva intravisto anche la forza
dell’informazione per l’animazione della sua
famiglia spirituale e per la mobilitazione della
società nella sua missione. La creazione del
“Bollettino Salesiano” rispondeva proprio a
queste finalità.
Oggi le possibilità per offrire informazione e creare
comunione, seguendo le orme di Don Bosco,
sono enormi: fra queste l’ANS, i notiziari
ispettoriali compreso quelli digitali, i vari siti web,
le reti sociali ecc.
19 4. Visione e missione 4 Don Bosco, Lettera
Circolare sulla Diffusione di Buoni Libri, 19 marzo
1885. In Epistolario, vol. 4, pp. 3183218.
La sua visione era orientata all’educazione e
all’evangelizzazione della gioventù e delle classi
popolari. Ha pensato allora alla comunicazione
come a un vero sistema che coinvolgeva tutti: “Le
nostre pubblicazioni tendono a formare un
sistema ordinato, che abbraccia su vasta scala
tutte le classi che formano l’umana società” 5 .
Infatti la parola ‘sistema’ è cara a don Bosco, che
la utilizza particolarmente per indicare l’insieme e
l’articolazione tra gli elementi che caratterizzano
il suo stile di educazione: il sistema preventivo 6 .
4.3LavisionedinamicadellaCongregazione 9.
La visione di Don Bosco è stata portata avanti in
forma dinamica per i suoi successori, come si può
dimostrare soprattutto dagli scritti di tutti i
Rettori Maggiori, dai Capitoli Generali, dalla
documentazione storica della Congregazione 7 .
10.
Nel tempo, si è dovuto dare maggiore attenzione alla
crescita dell’impegno in questo campo
carismatico e, di conseguenza, far evolvere verso
un atteggiamento positivo e imprenditoriale
posizioni piuttosto difensive di fronte ai mezzi di
comunicazione. Quanto dice don Ricaldone è
indicativo al riguardo: “Non possiamo
accontentarci di questa parte puramente
negativa; dobbiamo arginare il male della stampa
cattiva, con la diffusione di buoni libri” 8 .
11.
In sintonia con l’evolvere dei tempi, con lo sviluppo
delle nuove tecnologie e della sua incidenza nella
società e nelle culture, è maturata,
particolarmente dopo il Capitolo Generale
Speciale (1971-2), una visione ampia e ricca del
campo della comunicazione e dei suoi molteplici
significati ed è pure maturata una politica
organica e coordinata di sviluppo e di
organizzazione. Infatti, il Capitolo aveva citato la
relazione di don Ricceri, il quale riconosceva che
“non è stato promosso un impegno sistematico,
coordinato e adeguato all’importanza e attualità
degli strumenti di comunicazione sociale” 9 .
12.
I Capitoli e ulteriori documenti rivelano il
consolidarsi delle convinzioni e di una nuova
pratica più sistemica da parte dei salesiani nel
campo della comunicazione:
• la consapevolezza dell’importanza della
comunicazione come “presenza educativa di
massa, produttrice di cultura, scuola alternativa”
10 ;
• la priorità di questo campo per l’educazione e
l’evangelizzazione 11 ;
20 4. Visione e missione 5 Idem 6 ACG 290, p. 10.
7 Cf. Dicastero per la Comunicazione Sociale. I
Salesiani e la Comunicazione. Roma, Editrice SDB,
1989, p. 932.
8 ACS 287, n. 143, p.52.
9 CG20, 453.
10 “La Comunicazione Sociale diventa sempre più
una presenza educativa di massa, plasmatrice di
mentalità e creatrice di cultura. Attraverso di essa
vengono elaborate e diffuse le evidenze collettive
che stanno alla base dei nuovi modelli di vita e
dei nuovi criteri di giudizio. La sua efficacia
incisiva e la sua presenza sempre più massiccia
fanno della Comunicazione Sociale una vera e
autentica scuola alternativa per larghissimi strati
della popolazione mondiale, specialmente
giovanili e popolari” (CG21, 148).
11 La Comunicazione Sociale è un campo di azione
significativo che rientra tra le priorità apostoliche

2.4 Page 14

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della missione salesiana. Nella scia di Don Bosco,
che “intuì il valore di questa scuola di massa, che
crea cultura e diffonde modelli di vita, e
s’impegnò in imprese apostoliche originali per
difendere e sostenere la fede del popolo,
valorizziamo come doni di Dio le grandi possibilità
che la Comunicazione Sociale ci offre per
l’educazione e l’evangelizzazione” (C. 43).• la
visione ampia della comunicazione come una
dimensione umana che ha come scopo primario
la comunione e il progresso della società umana
12 ;
• la “valorizzazione di tutte le forme e espressioni di
comunicazione: comunicazione interpersonale e
di gruppo, produzione di messaggi, uso critico ed
educativo dei mezzi della Comunicazione Sociale”
13 ;
• la valorizzazione della comunicazione sociale come
nuovo spazio di aggregazione dei giovani 14 ;
• l’ufficializzazione di servizi, di politiche di
animazione e di coordinamento, di strutture:
il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale
15 ; il Delegato ispettoriale 16 ; il ruolo
dell’Ispettore e del suo Consiglio 17 ;
l’impegno di ogni confratello 18 ; i canali
d’informazione e i centri di produzione 19 ; i
compiti delle Conferenze Ispettoriali 20 ;
• la qualificazione e la formazione del personale 21 .
13.
Il periodo dagli Anni Novanta in poi è stato dominato
dalla novità di uno sviluppo digitale prodigioso
soprattutto nel mondo dei media. È stato definito
una ‘nuova frontiera’ dal CG26 nel 2008, dove “ci
sentiamo pure interpellati dalle nuove tecnologie
della comunicazione sociale e dalle sfide
educative che esse pongono” 22 . Il Capitolo ha
riconosciuto che ci sono “molteplici... mondi
virtuali abitati dai giovani e che non sempre
siamo capaci di condividerli e di animarli per
mancanza di formazione di tempo e di sensibilità”
(n. 102) e ha proposta, tra altro, “un uso
responsabile e un’animazione educativa ed
evangelizzatrice più incisiva” (n.
104) e che la comunità “usi le tecnologie della
comunicazione sociale per dare maggiore
visibilità alla propria presenza e per diffondere il
carisma” (n. 109) 4.4 La missione 14.
L’obiettivo del SSCS è promuovere un ambiente
comunicativo salesiano come comunione di
persone, di opere, di progetti e di attività, e
implementare lo sviluppo e l’applicazione di
risorse di comunicazione per l’educazione e
l’evangelizzazione dei giovani, specialmente dei
più poveri, e nei confronti della società. Non fa
questo da solo, ma opera assieme agli altri settori
che sono corresponsabili per la missione
salesiana.
4.4.1 Le convinzioni e i valori 15.
Le convinzioni e i valori sono le idee forza che
definiscono, distinguono e orientano l’azione
della Congregazione nel settore della
comunicazione salesiana.
16.
Il termine comunicazione fa riferimento a persone
21 4. Visione e missione 12 ACG 302, p. 16 13
CG24, 129 14 CG25, n. 47 15 C. 137 16 CG23, 259
17 R. 31 18 R. 32 19 R. 33 20 R. 142 21 R. 31, 82;
Ratio 22 CG26 n.99coinvolte in un rapporto
interpersonale e di gruppo, ma anche a una realtà
sociale e culturale che coinvolge tutti in rete,
attraverso la non trascurabile mediazione di
strumenti e tecnologie. È intrinseco al senso della
parola comunicazione il valore di reciprocità,
della partecipazione, del dare e ricevere. Per
questo, possiamo dire che tutte le persone
coinvolte nel processo comunicativo sono
soggetti della comunicazione ‘sociale’.
17.
La persona umana è un essere in comunicazione, in
dialogo, un essere per l’altro, condizione e
possibilità di tutti e di ogni atto comunicativo.
Siamo tutti comunicatori, anche se non siamo
professionisti della comunicazione.
18.
La comunicazione umana, vera, efficace, è un
processo di rapporti umani che, oltre a

2.5 Page 15

▲back to top
trasmettere con limpidezza i messaggi, è capace
di generare tra le persone:
• intesa;
• comunione;
• solidarietà;
• partecipazione;
• rispetto;
• mutuo arricchimento;
• miglioramento dei rapporti umani;
• convivenza nella fraternità.
19.
Il contenuto più alto della comunicazione è il dono
che Dio fa di se stesso all’umanità, in Gesù Cristo
risorto. La convinzione più importante dei
Salesiani al riguardo e che sono testimoni
dell’amore di Dio rivelato in Cristo e che
comunicano questo attraverso i diversi segni,
simboli e linguaggi della comunicazione.
20.
L’evangelizzazione, la catechesi e l’educazione non si
effettuano senza un adeguato e umano processo
comunicativo.
21.
I mezzi di comunicazione sono un dono di Dio e sono
d’importanza fondamentale per educare e
evangelizzare nel nostro tempo.
22.
La comunicazione è un ampio campo di azione
significativo che rientra fra le priorità apostoliche
della missione salesiana.
23.
Il carisma salesiano contiene un potenziale
innovativo nell’area della comunicazione.
24.
Il sistema preventivo di Don Bosco sintetizza lo stile
della comunicazione salesiana.
25.
Per questo, la politica di comunicazione della
Congregazione Salesiana si fonda sui criteri che
caratterizzano i differenti tratti della attività
salesiana. Questi criteri orientano le grandi scelte
e lo stile di azione in quest’ambito:
4.4.2 Criteri importanti della comunicazione
salesiana Incarnazione:
26.
Il carisma giovanile e popolare della vita salesiana
orienta il lavoro comunicativo della comunità e
dei singoli comunicatori. Ne deriva una
comunicazione che cerca di stabilire un rapporto
positivo, aperto, empatico e di partecipazione
solidale alla vita dei giovani e della gente.
Pertanto considera le opere e le attività salesiane
inserite nei diversi contesti del mondo. Proprio
dall’immersione nella vita concreta nasce una
lettura aggiornata degli avvenimenti del mondo e
delle situazioni che si riscontrano nell’ampio
universo giovanile, a partire dalla visione
inculturata dell’evangelizzatore e dell’educatore.
22 4. Visione e missioneTestimonianza vocazionale:
27.
Il SSCS deve sviluppare sforzi per garantire che
l’immagine dell’Istituzione testimoni ai giovani
l’impegno sociale e cristiano di trasformare la
società. Siamo consapevoli che “il primo servizio
educativo che i giovani attendono da noi è la
testimonianza di una vita fraterna che diventi
risposta al loro profondo bisogno di
comunicazione, proposta di umanizzazione,
profezia del Regno, invito ad accogliere il dono di
Dio” (CG25, 7).
Per allargare il cerchio degli amici e dei
corresponsabili nell’azione giovanile e popolare,
ci impegniamo a suscitare interesse per la
situazione dei giovani e le loro necessità, per la
missione di Don Bosco, per le sue opere di
promozione e di evangelizzazione, per le attività
volte alla liberazione dei giovani e della gente

2.6 Page 16

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dalle urgenze più immediate, in vista di una
crescita in umanità.
“Vendere” è per noi suscitare nuove vocazioni
salesiane: costruire un più vasto movimento nello
stile di Don Bosco.
Evangelizzazione-educazione:
28.
Il carisma salesiano è un carisma educativo.
Evangelizzare educando e educare evangelizzando
sintetizza l‘attività salesiana anche nell’ambito
della comunicazione. Figli spirituali di Don Bosco
e di San Francesco di Sales, sentiamo questa
attività in perfetta sintonia con le scelte operate
dal nostro fondatore e dal nostro patrono. La
Comunicazione salesiana ha, perciò, questo tratto
educativo, e lo esprime nell’impegno per la
cultura e l’educazione, nella salvaguardia della
tradizione culturale salesiana, nella risposta alla
domanda di comunicazione e di qualificazione
degli educatori e dei giovani in questo campo, e
nel contenuto e nella forma del comunicare.
Siamo convinti che l’impegno per l’educazione è
“il nostro principale apporto al cambiamento del
mondo per l’avvento del Regno” (CG24, 99).
Sistema preventivo:
29.
“Il contributo originale che possiamo offrire alla
causa dell’educazione si chiama Sistema
Preventivo” (CG24, 99). Esso è il cuore
dell’ambiente comunicativo. “Nella mente di Don
Bosco e nella tradizione salesiana il Sistema
Preventivo tende sempre più a identificarsi con lo
spirito salesiano:
è insieme pedagogia, pastorale, spiritualità, che
associa in un’unica esperienza dinamica educatori
(come singoli e comunità) e destinatari, contenuti
e metodi, con atteggiamenti e comportamenti
nettamente caratterizzati” (CG21, 96). La
comunicazione salesiana caratterizzata dal
Sistema Preventivo è disseminatrice dei valori
dello spirito salesiano, come l’impulso apostolico,
il senso di Dio e della Chiesa, la predilezione per i
giovani, lo spirito di famiglia, l’ottimismo e
l’allegria, il senso del concreto, la creatività e la
flessibilità, il lavoro e la temperanza, e la pratica
stessa del Sistema Preventivo con l’assistenza-
presenza fatta di ragione, religione,
amorevolezza.
Queste
caratteristiche
tratteggiano nel loro insieme il profilo ideale e
invidiabile dell’educatore.
Etica e professionalità:
30.
Come per tutte le attività umane, alla attività
salesiana di comunicazione si impongono i criteri
etici e professionali, senza tuttavia trascurare il
carattere educativo e evangelico di questa
attività. L’etica esprime l’onestà professionale del
comunicatore, chiamato alla ricerca permanente
della verità, alla coerenza con i valori
dell’istituzione, senza trionfalismo e
autoreferenzilità, ad un atteggiamento
democratico di profondo rispetto dei fatti e dei
destinatari ai quali è inviato a servire, senza
inganno, imbrogli o manipolazioni. Rientra in
tutto questo il rispetto dei diritti di autore, di
immagine, della privacy, delle leggi. La
professionalità richiede un modo di operare
rigoroso, adeguato alla natura di ogni realtà.
Nella comunicazione significa: verifica
sistematica, critica e continua dei dati;
individuazione dei destinatari per le differenti
interazioni e informazioni;
23 4. Visione e missionequalità della forma e dei
contenuti, affinché siano adeguati al destinatario
e alle sue capacità, allo strumento e alle sue
esigenze.
Interdisciplinarietà:
31.
Per essere efficaci nella missione ci ispiriamo a Don
Bosco, che era promotore di innumerevoli
iniziative e forme di comunicazione attraverso
vari linguaggi: il teatro, la musica, l’arte, la
letteratura…, e che cercava ogni mezzo per
comunicare, senza perdere mai l’orientamento
comunitario della missione educativa.
L’interdisciplinarietà nella comunicazione è
un’esigenza del carisma salesiano: strumento di
comunione nella varietà delle espressioni della
missione salesiana; risposta alle esigenze proprie
dell’educazione integrale, che suppone

2.7 Page 17

▲back to top
condivisione di saperi e pluralità di linguaggi;
valorizzazione del protagonismo e della
partecipazione, caratteristiche del processo
educativo salesiano.
Diritti umani:
32.
Uno di questi diritti (della terza generazione dei
diritti) è il diritto a communicare. È un diritto
molto appropriato per i poveri e per questo si
tratta di un diritto che va promosso dalla Famiglia
salesiana che può diventare la voce per chi non
ha voce, e fare sentire la voce di chi oggi non
riesce a farsi ascoltare.
Sistema:
33.
Attuazione sistemica vuol dire operare con visione
comune, in sintonia con la Chiesa e la
Congregazione. Significa integrare ai vari livelli le
politiche e i progetti; coordinare i settori, i
metodi, le opere,le persone; collegarsi in rete tra
noi e con le istituzioni della società che
condividono la stessa missione. Aprirsi a sinergie
e collaborazioni è una linea di orientamento
insita nel nostro progetto di vita e di
organizzazione come Congregazione, come
Famiglia e come Movimento Salesiano. Oggi non
abbiamo esitato a chiamarlo ‘ecosistematico’,
questo modo di lavorare.
Networking:
34.
Il collegamento in rete fra individui e gruppi richiede
le virtù dell’autenticità e della genuinità, la
capacità di costruire e mantenere relazioni basate
sulla fiducia. Significa anche essere consapevoli
che gli individui cercano guide capaci di prendere
decisioni e di provocare dinamiche operative in
questa rete di rapporti fra persone.
24 4. Visione e missione 5.1 Destinatari, beneficiari,
protagonisti e le loro necessità 35.
I destinatari prioritari della azione della
Congregazione salesiana nel settore della
Comunicazione sociale, come per ogni opera
salesiana, sono i giovani, specialmente i più
poveri; gli ambienti popolari e le missioni.
Essendo destinatari della missione, tutta la
comunicazione è orientata a rispondere alle loro
necessità di educazione e evangelizzazione. In
conformità alla esperienza di Don Bosco e alla
nostra comprensione contemporanea di
‘ecosistema’, i singoli e i gruppi non sono solo
‘destinatari’ ma anche protagonisti.
5.1.1 Le necessità dei giovani:
36.
• Poter essere creativi e protagonisti, per assumere il
loro posto nella società;
• Comprensione, dimestichezza e utilizzazione dei
processi e delle risorse di Comunicazione Sociale
per la loro educazione e il loro rapporto con Dio,
con le persone, con la natura, e con la società;
• Coscienza critica per interagire con i mezzi di
comunicazione e per vivere in un mondo
interconnesso del quale fanno parte;
• Informazioni che aiutino la loro crescita per la vita
sociale, per il loro progetto di vita, e per il loro
rapporto con il mondo;
• Informazioni sulla Congregazione, sulla Chiesa,
sulla Vita Religiosa;
• Formazione delle generazioni digitali all’uso critico
e responsabile dei vari tipi di media (mass, folk,
personal, convergenti ecc.), ad un coinvolgimento
competente e attivo come creatori nelle
opportunità dei social media (reti sociali, siti web)
e nelle forme di espressione giovanili e popolare.
5.1.2 Le necessità degli ambienti popolari e delle
missione 37.
• Risorse di comunicazione adeguate al lavoro di
formazione e allo sviluppo socio-politico-
culturale-religioso dei ceti popolari;
• Fonti di dati e di ricerche sulla gioventù;
• Articolazione in rete per lo scambio e la
consolidazione di progetti;

2.8 Page 18

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• Promozione di diritti umani tra cui il diritto a
comunicare;
• Coscienza critica per poter interagire con i mezzi di
comunicazione e per vivere in un mondo
interconnesso del quale fanno parte.
38.
Gli altri destinatari sono i salesiani, i corresponsabili
laici, la Famiglia Salesiana, i simpatizzanti di Don
Bosco, la società (mezzi di comunicazione, enti e
organizzazioni ecclesiali, civili, governative e non
governative, settori specifici). L’azione, nell’ottica
della comunicazione, tende a fare in modo che
questi servizi risultino a beneficio dei destinatari
prioritari.
5.1.3 Le necessità dei salesiani:
39.
• Consapevolezza che devono “scoprire [nei giovani]
la presenza di Dio e invitarli ad aprirsi al suo
mistero di amore” (CG26, 2);
• Conoscenza dell’attuale linguaggio giovanile;
• Conoscenza delle forme di logica adeguata ad un
modo non-lineare di rappresentare la verità (il
linguaggio delle immagini, del disegno
multimediale, della presentazione narrativa...);
• Abilitazione all’atteggiamento positivo e critico di
accoglienza e alla padronanza dell’uso degli
strumenti e dei loro linguaggi;
• Qualificazione come animatori culturali;
25 5• Formazione continua per poter lavorare
professionalmente
nell’ambito
della
comunicazione;
• Sussidi per la realizzazione della loro missione
educativo-pastorale;
• Informazioni sulla vita della Congregazione, della
Famiglia Salesiana, sui giovani e l’educazione;
• Mentalizzazione per far crescere il senso di
comunione e di appartenenza (sinergia
cooperativa);
• Competenza nell’integrare il messaggio educativo-
evangelizzatrice nella cultura mediatica di oggi;
• Diffusione dei principi e dei valori salesiani;
• Capacità di utilizzare correttamente gli strumenti
nel contesto della missione in coerenza con i
principi della vita religiosa;
• Qualificazione per lavorare in rete.
5.1.4 Le necessità della Congregazione:
40.
• Salesiani formati come evangelizzatori, educatori,
comunicatori;
•Disporre di un sistema di comunicazione a carattere
professionale, stabile e flessibile (piano strategico
integrato, articolazione in rete, strutture e
strumenti adeguati, comunicazione con la
società, ecosistema comunicativo);
• Personale qualificato;
• Informazione e mentalizzazione nella linea del
Progetto di Animazione;
• Una mentalità che comprende l’importanza del
coinvolgimento di laici corresponsabili in questo
campo (cfr. CG24);
• Centri di formazione e di produzione (strutture e
mezzi – imprese);
• Formazione e consolidamento di fronte alla società
dell’immagine della Congregazione come
istituzione educativa e evangelizzatrice che lavora
al servizio dei giovani poveri e dei ceti popolari;
• Diffusione della informazione tra la Direzione
Generale e le Ispettorie.
5.1.5 Le necessità dei corresponsabili laici:
41.
• Una visione da veri corresponsabili nella missione
salesiana;
• Comprensione dell’attuale linguaggio giovanile;

2.9 Page 19

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• Conoscenza del sistema preventivo;
• Formazione come animatori culturali;
• Formazione all’uso delle risorse di comunicazione
nell’educazione;
• Documenti e sussidi per il lavoro educativo-
pastorale;
• Risorse innovatrici di comunicazione;
• Qualificazione per lavorare in rete.
5.1.6 Le necessità della Famiglia Salesiana:
42.
• Documenti e sussidi per il lavoro educativo-
pastorale;
• Risorse di comunicazione per la missione;
• Articolazione in rete nella FS e con altri organismi
ecclesiali e civili.
•Preservazionedelpropriopatrimoniostorico;
• Accesso alle fonti della storia della Famiglia
Salesiana;
• Informazione aggiornata degli avvenimenti del
mondo salesiano;
5.1.7 Le necessità della Chiesa e della società:
43.
• Informazioni che risveglino il mondo della 26 5.
Obiettivi strategicicomunicazione, e tengano
altresì desta la formazione della coscienza critica;
• Informazioni corrette e propositive sulla gioventù,
sull’educazione, sulla Chiesa, sulla religione, sulla
società…;
• Diffusione di valori per una cultura della giustizia,
della pace, della solidarietà e della comunione;
• Nuove offerte spirituali presentate attraverso i
nuovi media;
• Appello a persone di buona volontà perché ci
aiutino a favore della nostra missione fra i
giovani.
5.2 Risultati desiderati 44.
II ggiioovvaannii, specialmente i più poveri,
comprendano, dominino e utilizzino criticamente
i processi, i linguaggi e le risorse della
comunicazione nel loro rapporto con Dio, con le
persone, con la natura, con la società, e informati
sullo sviluppo dell’evangelizzazione, della Chiesa,
della Vita Religiosa, della Congregazione,
dell’Ispettoria.
45. GGllii aammbbiieennttii ppooppoollaarrii ee llee
mmiissssiioonnii siano dotati di risorse di
comunicazione adeguate al lavoro di formazione
e sviluppo socio-politico-culturale-religioso, e di
informazione e ricerche sulla gioventù.
46. II SSaalleessiiaannii siano qualificati come
animatori culturali, in grado di conoscere e
dominare i nuovi linguaggi della comunicazione e
siano sostenuti dalle risorse di comunicazione per
la loro missione educativa e di informazione sulla
vita della Congregazione, sulla Famiglia Salesiana,
sui giovani e sull’educazione, in modo che
possano diffondere le convinzioni e i valori
salesiani.
47. LLaa CCoonnggrreeggaazziioonnee disponga di
un sistema di comunicazione professionale a
servizio della comunione e della missione, con
personale motivato, stabile, e qualificato con
visione e progetto comune, con centri di
formazione e di produzione salesiana, con
strumenti adeguati per l’informazione, con una
immagine consolidata di istituzione educativa e
evangelizzatrice che lavora al servizio dei giovani
poveri e dei ceti popolari, che lavora in rete con
altre istituzioni e gruppi che condividono le stesse
preoccupazioni per i giovani.
48. II ccoorrrreessppoonnssaabbiillii llaaiiccii
comprendano il linguaggio giovanile, conoscano il
sistema preventivo, siano formati come animatori
culturali, forniti di risorse di comunicazione per il
loro lavoro educativo-pastorale, informati sulla
realtà dei giovani e dell’educazione.
49. LLaa FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa sia
informata sulla storia e sugli avvenimenti della

2.10 Page 20

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vita salesiana, sostenuta da risorse di
comunicazione per l’azione educativa pastorale,
con memoria storica conservata.
50. LLaa CChhiieessaa ee llaa ssoocciieettàà
producano informazioni che attivino il mondo
della comunicazione a favore della formazione di
una coscienza critica, di una cultura di pace; e
siano correttamente informate sulla gioventù e
sull’educazione, sulla Chiesa e sulla religione.
5.3 I soggetti 51. Per promuovere l’ecosistema
salesiano di comunicazione sociale, vanno
considerati alcuni soggetti con attribuzioni
particolari:
Come educatori siamo interessati innanzitutto ai
soggetti della comunicazione interpersonale:
adulti e giovani, laici e religiosi. Nello spirito del
sistema preventivo, auspichiamo che tutti si
impegnino a sviluppare le competenze
comunicative, 27 5. Obiettivi strategiciuna
convivenza fiduciosa e amichevole, rapporti e
forme di collaborazione.
La comunità salesiana e le comunità educative :
pur nella diversità dei ruoli e delle competenze,
l’intera comunità è responsabile dello sviluppo
della comunicazione.
Gli operatori professionali con specifici ruoli e
responsabilità di comunicazione definite
dall’organizzazione, sia all’interno sia
all’esterno della comunità.
I dirigenti e animatori nei loro rispettivi livelli e
attribuzioni:
• A livello generale di Congregazione, il Rettor
Maggiore con il suo Consiglio , il Consigliere
Generale per la Comunicazione Sociale e l’équipe
del Dicastero ;
• A livello nazionale e/o regionale, il Delegato o
Coordinatore regionale o nazionale;
• A livello ispettoriale l’Ispettore con il suo Consiglio ,
il Delegato e la Commissione di CS;
• A livello locale il Direttore con il suo Consiglio e l
’Incaricato e l ’équipe locale di CS.
Noi crediamo che il sistema debba essere un
vero ecosistema di comunicazione, e pertanto le
imprese come le radio, la televisione, e semplici
siti web debbano essere per loro natura aperti.
Noi includiamo l’intera società come un tutto in
questa lista, ma ancor di più la società arricchita
dall’apporto (inteso anche in senso virtuale oltre
che fisico e geografico) della comunità salesiana
locale e del suo lavoro.
5.4 Le aree di azione del Sistema Salesiano di
Comunicazione Sociale 5.4.1 Animazione 52.
L’animazione è parte fondamentale della
mentalità salesiana e un modo di operare, che
implica un agire in conformità agli “ Orientamenti
per la formazione dei Salesiani alla
Comunicazione Sociale” e per la gestione della
Comunicazione Sociale nei processi educativi e
nei rapporti interni e esterni.
5.4.2 Formazione 53. Potenziare la formazione delle
competenze comunicative delle persone, e la
gestione della comunicazione nei processi
educativi e nei rapporti interni e esterni della
Congregazione.
5.4.3 Informazione 54. Produrre informazione
salesiana che favorisca la comunione e il senso di
appartenenza, l’educazione e l’evangelizzazione
dei giovani, la mentalizzazione e la mobilitazione
per la missione di Don Bosco, e la presentazione
di un’immagine adeguata della Congregazione.
5.4.4 Produzione 55. Produrre e sostenere
programmi, risorse, imprese [opere] di
comunicazione, siti web, a servizio della
missione educativo-pastorale dei giovani.
Significa che dobbiamo saper distinguere fra la
generale attività di produzione e i molteplici livelli
di comunicazione e individuare le possibilità di
rispondere a richieste più specifiche.
28 5. Obiettivi strategici 6.1 La politica comunicativa
della Congregazione 56. La comunicazione si
sviluppa all’interno del quadro di riferimento
della missione salesiana verso i giovani, come una
dimensione che attraversa tutta la attività
dell’azione educativa-pastorale, allo stesso livello
delle altre opere salesiane. Si tratta di una attività
che appartiene alla missione e, attraverso la

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

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gestione di processi e prodotti, mira a creare e
rafforzare gli ambienti salesiani di comunicazione.
All’interno dell’unica missione, la comunicazione
salesiana si propone sempre un lavoro di
coordinamento, in sintonia con gli altri settori
della missione salesiana.
57. Le azioni del SSCS sono orientate a generare
risultati coerenti con le convinzioni e i valori
salesiani, a generare solidarietà e pace nella
società tutta, a promuovere la comunione
carismatica interna alla Congregazione e alla
Famiglia Salesiana.
58. L’attività di comunicazione della Congregazione
è interamente al servizio della missione della
Chiesa,
centrata
sull’educazione
e
evangelizzazione dei giovani, specialmente i più
poveri, e a far crescere fede negli ambienti
popolari. (Cfr. C. 6) 59. La promozione della
comunicazione è responsabilità di tutti, con
l’animazione ed il coordinamento del Consigliere
per la Comunicazione Sociale a livello mondiale,
e degli Ispettori e delegati a livello ispettoriale,
attraverso una attività di sistema, con politiche e
piani comuni, il tutto integrato nel Progetto di
Animazione del Rettor Maggiore e del suo
Consiglio e nel Progetto Organico Ispettoriale.
60. “La Comunicazione Sociale varca i confini
ristretti di una Ispettoria. Va quindi pensata in
rete. Ciò che non può essere fatto con le forze di
una sola Ispettoria può realizzarsi con la
partecipazione di varie”(ACG 370,41).
61. “Questi servizi (di comunicazione) trovino forme
di collegamento e cooperazione con centri di
altre Ispettorie e col Consigliere Generale per la
Comunicazione Sociale” (R. 31). “I centri editoriali
che operano in una stessa nazione o regione
cerchino forme convenienti di collaborazione in
vista di un progetto unitario” (R. 33).
62. In questa linea, dove ci sono opportunità e
convenienza, i paesi, le conferenze o le regioni
organizzino équipe, strutture o servizi di
condivisione, consulenza e collegamento per la
comunicazione, a servizio delle ispettorie. Queste
strutture e servizi siano regolati da convenzioni o
statuti specifici accordati tra le ispettorie, con la
partecipazione del Consigliere Regionale, sentito
il parere del Consigliere Generale per la
Comunicazione Sociale.
63. La comunicazione è promossa quando le
competenze comunicative dei singoli e
dell’istituzione sono migliorate. Le competenze
(un termine molto in uso tra gli educatori di oggi)
possono essere valutate obiettivamente. Questa
valutazione sia orientata da parametri o
indicatori obiettivi, in grado di misurare l’indice
del raggiungimento dei risultati desiderati e il suo
attuarsi in conformità ai criteri elencati. Tutto
avvenga con la partecipazione delle persone
coinvolte, allo scopo di valutare l’efficacia dei
piani e dei processi avviati, in modo da orientare i
passi successivi..
64. Il carattere unico e organico della missione
salesiana indica la possibilità e la necessità di
équipe interdicasteriali (p.e. PG, CS, Missioni),
soprattutto per facilitare azioni condivise.
29 66.2 Linee politiche per le aree di azione 6.2.1
Animazione 65. L’animazione e la gestione della
comunicazione nei processi educativi prende in
considerazione :
• la comunicazione di massa, dei media personali e
convergenti, soprattutto in funzione dei media
sociali, e lo sviluppo dell’informatica come
veicolo di modelli innovativi e di nuova mentalità,
che esigono una accurata attenzione nel campo
educativo.
• la valorizzazione della comunicazione nella
comunità educativa, nel rispetto del
protagonismo e della partecipazione;
• la produzione di messaggi;
• la educazione ai media , considerati come
strumenti da utilizzare nei processi educativi
generali, la educazione ai media, intesa come
comprensione critica dei media, visti non solo
come strumenti ma come linguaggio e cultura, e
la educazione all ’utilizzo dei media rivolta alla
formazione di professionisti;
• le espressioni artistiche, attività culturali, musicali,
sportive e di tempo libero proprie dello stile
salesiano;
la cura dell’ambiente nei vari aspetti;

3.2 Page 22

▲back to top
• l’apertura a “forme di educazione e di
evangelizzazione, che valorizzino la
comunicazione come nuovo spazio vitale di
aggregazione dei giovani”.
66. L’animazione e la gestione della comunicazione
nei rraappppoorrttii iinntteerrnnii prende in
considerazione :
• l’impegno costante per costruire una comunità di
persone con visione comune e condivisa di
missione, di spirito salesiano e di progetto, in un
clima di famiglia e di vicinanza e
compartecipazione fra salesiani e laici (cfr. in
particolare CG24), educatori e educandi;
• la visibilità della comunità salesiana come nucleo
animatore di una presenza accogliente;
• il modo di promuovere iniziative che favoriscano
l’interscambio delle esperienze;
• il modo per superare la parcellizzazione delle
attività e opere, e delle aree funzionali (pastorale
giovanile, comunicazione sociale, missioni…) in
ambito locale, ispettoriale e mondiale;
• la promozione dell’unità nella crescente diversità
delle culture e situazioni in continua
trasformazione, attraverso un costante dialogo
tra Centro e Ispettorie, affinché si conoscano e si
tenga conto delle situazioni e dei problemi locali
e, allo stesso tempo, si allarghi lo sguardo
all’universo della Congregazione;
• la vicinanza da parte della Direzione Generale alle
Conferenze e ai gruppi di Ispettorie, per
progettare interventi locali in rete piuttosto che
imposti dall’alto, coinvolgendo centri e delegati
regionali o ispettoriali;
67. L’animazione e la gestione della comunicazione
nei rraappppoorrttii eesstteerrnnii prende in
considerazione :
• la cura delle relazioni pubbliche della
Congregazione;
• la cura dell’immagine e della pubblicità
istituzionale della Congregazione;
• l’assistenza al Rettor Maggiore e al suo Consiglio in
ambito generale, agli ispettori e al loro consiglio
in ambito ispettoriale, negli impegni di relazione
con persone, comunità, istituzioni, mezzi di
comunicazione, attività pubbliche;
• la promozione della conoscenza della
Congregazione davanti agli organismi
ecclesiastici, governativi e civili, in modo da
aiutare la realizzazione della missione salesiana;
• il coordinamento con i mezzi di comunicazione per
il loro utilizzo a favore dell’educazione della
gioventù e la divulgazione della buona notizia;
30 6. Politiche• l’opportunità di usare gli spazi
possibili per entrare nel mondo dei media, per
conoscere i mezzi di comunicazione, utilizzarli e
influenzarne positivamente i contenuti;
• i collegamenti e la partecipazione ad organismi
ecclesiastici e civili che operano e coordinano il
settore della Comunicazione Sociale;
• la partecipazione agli eventi e ai movimenti
ecclesiali e sociali nel campo della comunicazione
che hanno rapporto con l’educazione e la
pastorale.
6.2.2 Formazione 68. La ffoorrmmaazziioonnee
ddeeii ssaalleessiiaannii prende in considerazione
:
• quanto scrivono i Regolamenti all’articolo 82: “La
missione salesiana orienta e caratterizza in modo
proprio e originale la formazione intellettuale
dei soci a tutti i livelli.
Quindi l’ordinamento degli studi armonizzi le
esigenze della serietà scientifica con quelle
della dimensione religiosa apostolica del nostro
progetto di vita. Siano coltivati con particolare
impegno gli studi e le discipline che trattano
dell’educazione, della pastorale della gioventù,
della catechesi e della Comunicazione Sociale”.
• gli orientamenti della Ratio (La formazione dei
salesiani di Don Bosco. Principi e norme );
• la sensibilizzazione e la preparazione dei
confratelli, perché possano inserirsi, in maniera
professionale, nel campo della comunicazione;
• gli Orientamenti per la formazione dei salesiani in
comunicazione sociale , contenuti e metodologie

3.3 Page 23

▲back to top
per le varie fasi formative, documento congiunto
del Dicastero per la Formazione e del Dicastero
per la Comunicazione Sociale (2006).
69. La conduzione dei pprrooggeettttii ddii
ffoorrmmaazziioonnee ddeeii ssaa-lleessiiaannii
ee ddeeggllii eedduuccaattoorrii prende in
considerazione questi tre livelli (Cf. ACG 370, p.
22-25):
Livello generale di base:
• l’approfondimento delle ragioni teologiche e
pastorali della comunicazione;
• lo studio e l’attuazione del sistema preventivo di
Don Bosco come una delle migliori espressioni di
comunicazione e come riferimento di base di
tutta la formazione;
• la formazione delle competenze comunicative
dell’educatore a partire delle sue necessità;
• l’abilitazione a lavorare in équipe e a forme di
apprendimento cooperativo;
• l’abilitazione alla lettura, alla valutazione critica,
all’interazione con i media, superando la
condizione di semplice consumatore, utente;
• la conoscenza critica e la sintonia con i linguaggi
che veicolano la cultura dei giovani, come la
letteratura, il teatro, la musica, il cinema;
• una preparazione per sapersi muovere con una
conoscenza critica nel ‘continente digitale’ di
oggi rappresentato in modo particolare da blog,
chat, texting...
Livello degli animatori e degli operatori educativi e
pastorali:
• la necessità di capire la cultura del mondo
globalizzato, ma anche a essere in grado di
contribuire alla creazione di modelli alternativi di
cultura solidale;
• l’interazione con il sistema dei mezzi di
comunicazione di massa, così da assicurare la
formazione di persone creative e attente a una
utilizzazione... dei media a beneficio di tutta la
collettività;
• la competenza nell’utilizzo del linguag31 6.
Politichegio, delle risorse e degli strumenti di
comunicazione nelle attività educativo-pastorali;
• la formazione del media educator ,
dell’educomunicatore, dell’animatore culturale.
Livello di preparazione specialistica:
• la formazione tecnologica e professionale
specifica;
• la partecipazione ai programmi dei centri di
formazione alla comunicazione.
70. La conduzione dei pprrooggeettttii ddii
ffoorrmmaazziioonnee ddeeii ggiioovvaannii
prende in considerazione :
• la formazione delle competenze comunicative
interpersonali e di gruppo, a partire dalle loro
necessità;
• la formazione di animatori culturali;
• la formazione per la comprensione critica dei
media;
• la comunicazione e espressione nei vari linguaggi
del teatro, della musica, della danza, delle
forme folcloristiche, della stampa, dell’arte, del
cinema, della TV, dell’Internet…;
• la competenza nell’utilizzo del linguaggio, delle
risorse e degli strumenti di comunicazione.
6.2.3 Informazione 71. L’informazione va curata
come fattore fondamentale per creare ambienti
comunicativi salesiani e per mobilitare la società
in vista delle necessità dei giovani.
72. L’informazione va differenziata e adeguata per
rispondere alle necessità di un destinatario
concreto – individuo o gruppo - in un linguaggio e
mezzo adatto e opportuno.
73. L’informazione deve essere coerente con le linee
politiche e con i criteri della comunicazione della
Congregazione.
74. Lo scambio di notizie e di esperienze va
potenziato in modo da fare crescere il senso di
unità e di appartenenza alla Congregazione e alla
Famiglia Salesiana.

3.4 Page 24

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75. L’informazione contribuisce al sostegno e allo
sviluppo del progetto di animazione del Rettor
Maggiore e del suo Consiglio e del Progetto
di animazione dell’Ispettoria e delle comunità.
76. Al di là del contatto e della conoscenza
personale dei giovani nella propria opera o zona
di lavoro, puntiamo su una buona e
documentata conoscenza del mondo giovanile
sempre in evoluzione. Va accumulata una ricca
informazione su di esso per una migliore
conoscenza, per un aumento di apprezzamento e
per una migliore qualificazione del servizio. Allo
stesso tempo riversiamo questa stessa
informazione nella società allo scopo di creare
opinione e presa di coscienza che diano origine a
politiche e azioni a favore della gioventù.
77. Per sostenere l’animazione e il buon
funzionamento della congregazione in quanto
organizzazione, si provvede a una banca dati
permanentemente aggiornata che permetta di
conoscere in ogni istante e rapidamente, con
precisione e sicurezza, la situazione del
personale, delle opere e delle attività.
78. L’informazione ha anche il compito della
conservazione digitale. Essa implica
l’elaborazione di politiche a diversi livelli, che
assicurino materiale digitale di valore è elaborato
in modo da facilitare la sua conservazione. Vanno
curati anche i diversi processi digitali relativi alla
conservazione dei documenti storici e culturali
della Congrega32 6. Politichezione: scritti,
immagini (fisse o in movimento), testimonianze
sonore, oggetti. Va impostata una adeguata
gestione degli archivi, delle biblioteche, dei
musei, dei monumenti.
79. L’immagine istituzionale va curata attraverso
un’informazione corretta e completa, che
esprima chiaramente la portata sociale
dell’opera di Don Bosco. “Lavoriamo in ambienti
popolari e per i giovani poveri. Li educhiamo alle
responsabilità morali, professionali e sociali,
collaborando con loro, e contribuiamo alla
promozione del gruppo e dell’ambiente.
Partecipiamo in qualità di religiosi alla testimonianza
e all’impegno della Chiesa per la giustizia e la
pace. Rimanendo indipendenti da ogni ideologia
e politica di partito, rifiutiamo tutto ciò che
favorisce la miseria, l’ingiustizia e la violenza, e
cooperiamo con quanti costruiscono una società
più degna dell’uomo. La promozione, a cui ci
dedichiamo in spirito evangelico, realizza
l’amore liberatore di Cristo e costituisce un segno
della presenza del Regno di Dio” (C. 33).
80. Siano costantemente potenziati e qualificati
professionalmente strutture, strumenti e prodotti
informativi, in modo speciale:
• L’Agenzia iNfo Salesiana (ANS) con la rete di
corrispondenti nelle regioni e ispettorie;
• I Servizi di relazioni pubbliche, gli uffici stampa, i
portavoce;
• I Bollettini Salesiani;
• I portali e i siti web;
• I servizi di documentazione e archivi;
• I notiziari ispettoriali e la molteplice produzione
informativa salesiana;
• Le piattaforme e i mezzi tecnologici di
comunicazione che permettono maggior rapidità,
risparmio economico e di energie, accesso
permanente e personale alla informazione.
6.2.4 Produzione 6.2.4.1 Imprese editoriali 81.
L’opera educativa di Don Bosco porta l’impronta
della sua attività di scrittore e editore. Come
autore ha redatto testi devozionali, formativi,
educativi e scolastici. A supporto della sua attività
editoriale ha costituito la Società per la diffusione
della buona stampa e fondato la Tipografia
dell’Oratorio di Valdocco.
Visione 82. • Le Editrici salesiane sono imprese
inserite nella vita culturale, sociale e politica della
gente, in particolare dei giovani degli ambienti
popolari, sono aperte alle culture dei Paesi in cui
operano per comprenderle e incarnare in esse il
messaggio evangelico ( Cfr.
Costituzioni Art. 7).
• Con la loro attività rendono la Congregazione
presente con ruolo attivo nel processo di
evangelizzazione e catechesi, nella società, nella
scuola e nella cultura; regolano la propria politica

3.5 Page 25

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editoriale sul rapporto fede e cultura come
interpretato dal magistero; riconoscono
l’autenticità dei valori umani, la loro autonomia
e rilevanza per la fede, rifiutano ogni forma di
integrismo.
• Esse sono presenze educative e creatrici di cultura,
con particolare attenzione alla loro dimensione
popolare e umanistica, nella linea di Don Bosco
e della tradizione educativa e pedagogica
salesiana.
• Le Editrici salesiane operano nel campo della
educazione, della evangelizzazione, della
catechesi, della formazione e istruzione. Esse
sono impegnate a favorire l’an nuncio del
vangelo; ad accompagnare la scoperta e il
maturare della fede; a facilitare la sintesi fra fede
e cultura; a educare al senso critico, estetico,
morale e a promuovere l’apertura al religioso.
(Cfr. Costituzioni Art. 31 e 34; Regolamenti
generali Art. 32).
33 6. PoliticheStruttura imprenditoriale 83.
• Sull’esempio di Don Bosco, che ha dato stabilità
imprenditoriale alla sua attività editoriale, e
come richiedono i Regolamenti generali (n. 31),
le Editrici salesiane siano impostate su sicure basi
giuridiche e economiche.
• Come accade per qualsiasi altra opera
dell’Ispettoria, l’Ispettore con il suo Consiglio
definisca con chiarezza la struttura giuridica
dell’Editrice in conformità alle leggi vigenti nel
Paese; l’Ente proprietario della medesima;
l’oggetto della sua attività; la sua struttura
organizzativa, precisando ruoli, competenze,
funzioni. Eserciti il suo costante dovere di
controllo e indirizzo.
• L’Ente proprietario dell’Editrice definisca con
documento ufficiale i valori portanti, le linee
guida per le decisioni, le politiche, le azioni; lo
scopo: la ragione fondamentale dell’esistenza
della editrice; la missione: gli obiettivi da
perseguire.
• L’Impresa elabori una strategia per realizzare la
missione che le è stata affidata attraverso una
valutazione dei suoi punti di forza e di debolezza,
le sue risorse finanziarie e umane, la sua capacità
innovativa; identifichi il suo target e spazio di
mercato, il ‘core business’; elabori il piano
strategico, finanziario e di marketing; definisca il
suo organigramma e mansionario: chi fa che
cosa, quando e come.
6.2.4.2 I siti web salesiani 84. Possiamo individuare
tre nuclei di un sito web salesiano: identità,
scopo, la natura dello stesso web.
Visione - Identità 85. L’identità di un sito web
salesiano è carismatica e istituzionale :
•l’identità carismatica può essere così espressa: la
missione (la salvezza della gioventù); un
riferimento a Don Bosco e alla sua figura; il
termine ‘salesiano’; un certo stile ispirato al
Sistema Preventivo; il senso di una comunità e il
modo in cui si crea una comunità.
• l’identità istituzionale . Esistono diversi livelli di
appartenenza all’identità istituzionale a secondo
del carattere del sito: può essere un sito ‘ufficiale’
(della Congregazione, della Regione o di una
Ispettoria) o di una opera, di un settore,di
un’attività tipicamente salesiana.
Elementi concreti come il logo e i diversi ‘link’
aiutano ad esprimere questa appartenenza.
Un sito ufficiale dovrebbe includere un link al portale
della Congregazione.
• Un sito web salesiano ha sempre come obiettivo
quello di dare testimonianza della sua identità
cristiana e evangelizzatrice.
Scopo 86. Un sito web salesiano ha lo scopo di
animare, formare, educare, informare (notizie,
video…), conservare (documenti, immagini,
suoni…), pubblicizzare (senza eccessiva auto-
referenzialità).
Uno di questi scopi sarà di norma lo scopo principale
del sito.
La natura dello stesso web 87. Oggi si parla di Web
2.0 e domani probabilmente di Web 3.0. Un sito
web vecchio di dieci anni non risponde alle
aspettative di oggi. È essenziale che un sito web
salesiano continui a svilupparsi.
88. Senza dubbio lo sviluppo continuo implica vari
aspetti: disegno, icone, navigabilità, interattività,

3.6 Page 26

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accessibilità, la capacità di gestire siti sempre più
complessi in modo semplice, utilizzando gli
strumenti oggi disponibili.
34 6. Politiche89. Il webmaster salesiano opera
nel vasto movimento salesiano con il suo
personale contributo.
In questo senso possiamo parlare di una ‘comunità
operativa’ che va sviluppata e rafforzata:
• Vogliamo una comunità aperta, capace di dialogo,
in grado di coinvolgere tutte le persone
interessate;
• Nei nostri siti web è importante saper equilibrare
privato e pubblico;
• Siamo convinti che un sito web salesiano aggiunga
valore alla identità e alla missione della vasta
comunità salesiana;
• La comunità operativa dei webmaster salesiani
costituisce uno spazio accogliente, come accade
in una sala comunitaria o in un altro spazio simile;
• Ogni comunità ha i suoi ritmi e alla misura in cui la
comunità di pratica dei webmaster salesiani ha i
suoi ritmi, può dimostrare la sua vitalità. Questa
comunità di pratica cercherà strategie concrete a
questo riguardo (informazione condivisa, scambio
di e-mail, forum o altro).
6.2.4.3 Radio salesiana Missione 90. Sono strutture
radiofoniche che con il stile salesiano,
evangelizzano la cultura giovanile e popolare,
educando, orientando, informando e
coinvolgendo.
Visione 91. Vogliamo promuovere l’associazionismo,
la partecipazione dei giovani e delle classi
popolari; destare in loro la capacità critica per
interpretare e valutare la realtà; diffondere nella
società i valori umani e cristiani.
Linee pratiche 92.
• Implementare programmi educativi culturali e
pastorali;
• Diffondere programmi specializzati con un’identità
salesiana fondata nel sistema preventivo;
• Produrre programmi giovanili in stile educativo
salesiano, stimolando e coinvolgendo gli stessi
giovani;
• Diffondere una informazione corretta che offra
elementi per una critica costruttiva della
società;
• Collaborare alle campagne di protezione e
promozione dei diritti umani;
• Tendere verso la autosostenibilità delle radio e
delle TV, attraverso un sostegno locale e progetti
in rete;
• Promuovere la vocazione salesiana nelle sue varie
espressioni.
Linee orientative 93.
• Informare, educare, evangelizzare i giovani e le
classi popolari utilizzando il linguaggio della radio;
• Promuovere la cultura, l’educazione e la religione
mediante una programmazione etica e di
qualità;
• Produrre e sostenere programmi, risorse e imprese
radiofoniche al servizio della missione educativo-
pastorale della gioventù;
• Preparare professionalmente e formare nel
carisma salesiano il personale della radio, in
modo da garantire la qualità evangelizzatrice del
messaggio. Allo scopo programmare periodici
incontri di formazione.
• Dare spazio nei nostri messaggi radiofonici ai temi
della giustizia sociale e dei diritti umani allo scopo
di accrescere la presa di 35 6. Politichecoscienza
su questi importanti temi.
• Diffondere i valori religiosi e della pedagogia
salesiana con creatività, utilizzando apposite
risorse.
• Promuovere in tutti gli ambiti locali e dell’ispettoria
il lavorare in rete con la Congregazione salesiana
e la Chiesa.
6.3 I diversi processi e lineee politiche 6.3.1 Processi
fondamentali 94. Affinché il sistema istituzionale

3.7 Page 27

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funzioni è necessario definire i vari processi che
lo compongono.
Questi processi costituiscono un insieme di azioni
correlate, necessarie per concretizzare la
Missione di un’Istituzione intesa come un
organismo.
95. La definizione dei processi indica quanto deve
essere fatto e come lo si debba realizzare nelle
più svariate attività. Spetta invece all’architettura
organizzativa definire le aree funzionali con le
rispettive competenze e ruoli.
96. Nel SSCS sono identificate i seguenti processi:
• Progettazione;
• Sviluppo;
• Promozione;
• Supporto: gestione e servizi.
36 6. Politiche97.
Presentiamo di seguito il diagramma del
funzionamento del SSCS e la descrizione dei
relativi processi.
37 6. Politiche 6.3.2 La progettazione e le sue
politiche 98. Assicurare l’aggiornamento
costante del SSCS davanti alle necessità dei
destinatari, possano efficacemente raggiungere i
traguardi desiderati.
99. La progettazione è una condizione strategica per
promuovere il SSCS, orientare il suo sviluppo e
fare convergere le azioni in vista dei risultati
desiderati.
100. Lo sviluppo del SSCS è orientato da un Piano di
Azione di Settore (PAS) a livello generale, radicato
nel Progetto di Animazione del Rettor Maggiore e
del suo Consiglio,volto a creare sinergia tra le
ispettorie e a sviluppare la collaborazione tra
specifiche attività di formazione e di produzione.
101. A livello ispettoriale il SSCS è orientato da un
Piano Ispettoriale di Comunicazione Sociale
(PICS) integrato nel Progetto Organico
Ispettoriale (POI), che guarda le situazioni
specifiche di ogni ispettoria e cerca di applicare
all’ispettoria la politica di CS della Congregazione
e la programmazione generale fatta dal Rettor
Maggiore e dal suo Consiglio per il sessennio.
6.3.3 Lo sviluppo e le sue politiche 102. Favorire la
vitalità, la dinamica e lo stile salesiano di
comunicazione nella sua espressione di
dimensione trasversale dell’azione educativo-
pastorale, di campo della missione, di opera con
caratteristiche proprie e di sistema specifico e
integrato di comunicazione.
103 Lo sviluppo della comunicazione e la
costruzione del SSCS vanno sostenuti con azioni
di analisi, di ricerca, di studio, di riflessione, e
monitorati con azioni di valutazioni, consulenze,
attività di formazione e di incremento.
104. È compito di questa funzione approfondire la
metodologia pastorale salesiana di
comunicazione a servizio della Congregazione,
della Chiesa, della società.
105. Per favorire questa funzione sono state
costituite consulte permanenti a livello mondiale
e ispettoriale per la Comunicazione Sociale,
composte da équipe di esperti salesiani e laici per
i diversi ambiti o aree, coordinate
rispettivamente dal Consigliere Generale e dai
Delegati ispettoriali per la Comunicazione Sociale.
106. Va curata la formazione di specialisti salesiani e
laici nella comunicazione, consapevoli della
priorità che ad essa è attribuita nella missione
salesiana.
6.3.4 La promozione e le sue politiche 107. Avviare,
sostenere e potenziare le aree della azione,
dell’animazione,
della
formazione,
dell’informazione e della produzione per una
efficace comunicazione a servizio della missione
salesiana.
108. La promozione della comunicazione avviene
entro le seguenti scelte :
• orientare gli sforzi alla formazione di persone,
équipe e centri, dediti all’elaborazione di
messaggi, piuttosto che proporsi di possedere gli
strumenti o lasciarsi assorbire della gestione delle
strutture;

3.8 Page 28

▲back to top
• operare con progetti orientati a creare processi
comunicativi, al servizio del progetto educativo-
pastorale salesiano (PEPS), della comunione
carismatica e della mobilitazione per la missione,
piuttosto che orientati su attività e opere isolate.
38 639 109. Siano create strutture con personale e
risorse adeguate per gestire l’animazione, la
formazione, l’informazione e la produzione, a
livello generale e ispettoriale.
110. Il coordinamento della promozione della
comunicazione è compito del Consigliere per la
Comunicazione Sociale a livello generale e del
Delegato per la Comunicazione Sociale a livello
ispettoriale.
111. L’ispettore, secondo le indicazioni del Capitolo
Generale 23, è tenuto a nominare il Delegato per
la Comunicazione Sociale che “assisterà le singole
comunità nella promozione delle varie realtà
comunicative, presterà il suo servizio ai vari
settori di attività, e terrà i rapporti con gli
organismo locali, ecclesiastici e civili” (CG23,
259).
6.3.5 Attività di supporto e le sue politiche 112.
Assicurare la disponibilità e l’adeguata
amministrazione del personale, delle risorse e dei
servizi necessari per il funzionamento del SSCS.
113. Le attività di sopporto vanno fatte d’intesa fra
l’economato generale e/o ispettoriale.
114. La gestione del personale deve prendere in
considerazione :
• la condivisione delle convinzioni e dei valori della
Congregazione e l’impegno nell’esercizio della
missione salesiana;
• l sostegno e lo sviluppo di una politica di risorse
umane che permetta al SSCS di poter contare su
personale qualificato, stabile e motivato;
• la formazione costante delle persone per lo
sviluppo delle loro potenzialità e per il loro
adeguato posizionamento nella struttura di
lavoro;
• l’attuazione in conformità alle esigenze legali e
normative vigenti.
115. La gestione delle risorse economico-finanziarie
e del patrimonio deve prendere in considerazione
:
• la disponibilità, l’adeguato impiego e il controllo
delle risorse necessarie a espletare il ruolo del
SSCS nella Congregazione;
• l’impiego in conformità alle esigenze legali e
normative giuridiche vigenti della società civile e
della Congregazione;
• la professionalità nelle procedure;
• il preventivo economico corrispondente a ciascuno
dei piani.
116. La gestione dei servizi deve prendere in
considerazione :
• l’organizzazione e i metodi di lavoro, affinché le
strutture organizzative siano costantemente
aggiornate e adeguate ai risultati attesi, entro il
quadro di riferimento delineato dalle Costituzioni
e dai Regolamenti della Congregazione e in modo
da rendere possibile la socializzazione delle
esperienze e dei risultati fra i settori e le aree
della Congregazione;
• il funzionamento adeguato di sistemi informatizzati
che garantiscono basi sicure e veloci nel
prendere decisioni gestionali necessarie al
conseguimento dei risultati desiderati dal SSCS;
• la disponibilità di un supporto giuridico per
assicurare il rispetto della legalità dal SSCS e per
garantire la difesa degli interessi della
Congregazione in questa area.
117. La gestione delle risorse linguistiche e della
traduzione deve prendere in considerazione :
6. PoliticheLa salvaguardia della terminologia
salesiana sia all’interno che all’esterno; la cura di
una traduzione fedele e comprensiva dei
messaggi del Rettor Maggiore e del suo
Consiglio, degli altri organismi di animazione-
formazione e di informazione. Per ‘fedele’ si
intende fedeltà al linguaggio e al contesto
originale, tale tuttavia da favorire la
comprensione ai lettori nel loro contesto
culturale; la promozione di utili standard per i
testi editi dalla Direzione Generale.

3.9 Page 29

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118. Il DCS cura la gestione del patrimonio
documentale della Congregazione in
collaborazione con l’Archivio Salesiano Centrale
attraverso la digitalizzazione di testi, la
memorizzazione dei testi (TM), ecc. Il DCS offre le
sue competenze e i suoi consigli all’Archivio
Salesiano Centrale e ad altri responsabili per la
gestione del patrimonio documentale della
Congregazione.
119. Il DCS anche in collaborazione con il Segretario
Generale e/o il Vicario del Rettor Maggiore cura il
coordinamento del ‘pool’ dei traduttori e offre
servizi in appoggio al loro compito.
120. Il DCS promuove linee guida di stile per le varie
situazioni, per esempio per la Direzione Generale,
per i traduttori nelle varie lingue.
6. Politiche 41 7.1 SSCS Organizzazione 121.
Organizzare significa identificare e strutturare il
lavoro da svolgere: definire e attribuire gli
incarichi e le deleghe relative; instaurare fra le
persone adeguati rapporti per il lavoro in équipe,
allo scopo di raggiungere i risultati attesi.
7.1.1 Diagramma dell’organizzazione 122. 7.
Organizzazione, ruoli e funzioni7.2 Consigliere
Generale per la Comunicazione Sociale 7.2.1
Ruolo: 123. Animare la Congregazione nel
settore della Comunicazione sociale: promuove
l’azione nel settore della Comunicazione sociale e
coordina in particolare, a livello mondiale, i centri
e le strutture gestite dalla Congregazione in
questo campo.
7.2.1.1 Dettaglio del ruolo: 124. Far prendere
coscienza del significato della comunicazione e
della sua efficacia educativa e apostolica per la
Congregazione.
125. Accompagnare e sostenere gli Ispettori nel
compito loro affidato dai Regolamenti Generali
all’articolo 31 di promuovere la Comunicazione
sociale.
126. Curare la qualità dell’intervento salesiano
nel campo della comunicazione.
127. Coordinari i vari ambiti di cui si compone il
Dicastero per la Comunicazione sociale.
128. Coordinare a livello mondiale, i centri e le
strutture gestiti dalla Congregazione nel campo
della comunicazione.
129.
Curare l’implementazione della
programmazione generale, l’integrazione
dell’équipe con tutte le sue funzioni, con il Rettor
Maggiore e il suo Consiglio e con gli altri dicasteri.
7.3 Équipe del Dicastero per la Comunicazione
sociale 7.3.1 Ruolo: 130. Contribuire con il
Consigliere Generale a promuovere la
comunicazione.
7.3.1.1 Dettaglio del ruolo: 131. Collaborare
costantemente con tutto ciò che riguarda gli
obiettivi del Dicastero per la Comunicazione
sociale.
132. Svolgere gli incarichi attribuiti dal Consigliere a
servizio del Dicastero,, come:
• l’Agenzia ANS;
• l’ufficio stampa;
• il Bollettino Salesiano italiano;
• i Bollettini Salesiani;
• il Portale web;
• la documentazione e l’archivio;
• i servizi di fotografia.
133. Svolgere gli incarichi attribuiti dal Consigliere e
finalizzati alla attuazione della programmazione
del sessennio. Come:
• partecipare a eventi e organismi di comunicazione
interni o esterni alla Congregazione • coordinare
e collaborare con i processi agli eventi organizzati
dal Dicastero. Il sito web della Congregazione,
che ha sede alla Direzione Generale, si
caratterizza come un portale nel senso di un
fornitore di nicchia di informazione e di servizi nel
ambito salesiano. Quanto è stato detto 42 7.
Organizzazione, ruoli e funzioninella sezione
‘Produzione’ su un sito web salesiano si applica a
fornitori al sito della Congregazione.

3.10 Page 30

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7.4 Consulta Mondiale 7.4.1 Ruolo: 134.
Accompagnare lo sviluppo della comunicazione
della Congregazione, fare valutazioni, ricerche,
studi; offrire orientamenti e sussidi per un
costante aggiornamento.
7.4.1.1 Dettaglio del ruolo:
135.
Offrire consulenza permanente alla
comunicazione
della
Congregazione,
particolarmente al Dicastero per la
Comunicazione Sociale.
136. I diversi membri salesiani e laici dell’équipe,
esperti nelle diverse aree dell’animazione e
della formazione, dell’informazione e delle
imprese, collaborano permanentemente con il
dicastero attraverso i loro studi e suggerimenti,
rispondendo alle sollecitazioni, ma anche
offrendo suggerimenti spontanei in
atteggiamento propositivo.
137. La condivisione e la comunicazione dei
contributi personali sono fatti di preferenza via
Internet. A seconda delle necessità, la consulta è
convocata per incontri regionali o mondiali, con
la partecipazione di esperti di aree specifiche o
con la partecipazione di tutta l’équipe.
7.5 Delegato regionale, nazionale e/o di conferenze
7.5.1 Ruolo: 138. Promuovere la sinergia e
collaborazione tra le ispettorie nel campo della
comunicazione e delle sue varie attività, con
una visione strategica aperta su tutta la missione
e la congregazione.
7.5.1.1 Dettaglio del ruolo:
139. Realizzare il compito affidatogli dagli statuti o
dalle convenzioni della delegazione regionale o
della conferenza.
140. Mantenere uno stretto collegamento di
cooperazione con il Consigliere Generale per la
Comunicazione Sociale e con il Dicastero.
141. Promuovere l’elaborazione e la attuazione di
un piano comune di azione e di collaborazione
nel settore della Comunicazione Sociale, in
conformità alla programmazione generale della
regione o conferenza.
7.6 L’Ispettore con il suo Consiglio 7.6.1 Ruolo: 142.
Promuovere la comunicazione nell’Ispettoria.
7.6.1.1 Dettaglio del ruolo:
143. Curare e verificare la qualità della
comunicazione all’interno e all’esterno
dell’Ispettoria, tra i confratelli, con i gruppi della
Famiglia Salesiana, con le comunità ecclesiali e le
istituzioni civili e sociali, tra i gruppi di Ispettorie e
con il Consiglio Generale.
144. Nominare il Delegato ispettoriale per la
Comuni43 7. Organizzazione, ruoli e
funzionicazione Sociale, e l’équipe o commissione
di Comunicazione.
145. Preparare i confratelli a inserirsi nei circuiti
della stampa, del cinema, della radio e della
televisione.
146. Istituire e potenziare i centri editoriali per la
produzione e la diffusione di libri, sussidi e
periodici, e i centri di emittenza e produzione di
programmi audiovisivi, radiofonici, televisivi.
147. Stabilire i revisori delle pubblicazioni che
richiedono la revisione ecclesiastica.
7.7 Il Delegato ispettoriale per la Comunicazione
Sociale 7.7.1 Ruolo:
148. Il delegato (la delegata) può essere salesiano o
laico/a e ha il compito di promuovere, a nome
dell’Ispettore, la comunicazione nell’Ispettoria.
L’incarico dovrebbe essere a tempo pieno.
7.7.1.1 Dettaglio del ruolo:
149. Lavorare in collaborazione con le diverse
équipe che costituiscono la struttura, a favore
della missione salesiana giovanile, per la sua
attuazione nell’Ispettoria. Il delegato si coordina
in modo particolare con i delegati degli altri
settori. Il delegato, d’intesa con l’economo
ispettoriale, trovi una sua adeguata funzione di
rappresentanza nella gestione delle imprese di
comunicazione dell’ispettoria.
150. Collaborare alla elaborazione e applicazione del
Piano Ispettoriale di Comunicazione Sociale.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
151.
Secondo le possibilità, animare e
accompagnare coloro che sono coinvolti nella
comunicazione dell’ispettoria:
• il consiglio ispettoriale;
• le comunità salesiane;
• i referenti locali per la comunicazione;
• le diverse aree di azione di comunicazione;
• la formazione permanente dei confratelli nel
campo della comunicazione.
152. Lavorare in rete con i diversi responsabili ad
ogni livello nell’ispettoria per coordinare le azioni
del SSCS, sottolineando i criteri salesiani elaborati
nella prima parte di questo sussidio:
• nell’elaborazione e nell’applicazione dei piani ai
diversi livelli ispettoriali e locali;
• nella promozione dei processi e nell’esecuzione dei
programmi e attività di formazione, di
informazione e produzione;
• integrando l’équipe o Commissione Ispettoriale di
Pastorale Giovanile;
• una presenza negli organismi di animazione delle
opere di produzione della CS.
153. Avere un visione d’insieme che permetta al
Delegato di fare interventi ben mirati per
assicurare che vi sia equilibrio e sintonia tra
l’informazione salesiana locale e l’informazione a
livello mondiale nelle aree seguenti:
• ANS (Agenzia Info Salesiana): l’infor mazione locale
(corrispondenti);
• la produzione e la diffusione dell’informazione
all’interno dell’Ispettoria e della Famiglia
Salesiana; gli strumenti come il Notiziario
Ispettoriale, il Bollettino Salesiano, altri prodotti
tipici;
• il funzionamento del sito web;
44 7. Organizzazione, ruoli e funzioni45 • il
funzionamento dell’ufficio stampa;
• un contatto attivo e positivo con strutture,
persone, e mezzi di comunicazione presenti sul
territorio;
• l’immagine salesiana, sul piano della qualità e della
quantità;
• la significatività della presenza nei mass media e
nello spazio della stampa.
154. Partecipare agli incontri del Sistema ai diversi
livelli regionale o di conferenza e mondiale,
contribuendo sempre più all’instaurarsi di
sinergie dentro la Congregazione.
155. Coordinarsi con gli organismi ecclesiastici,
religiosi, governativi e civili che si occupano di
comunicazione.
7.8 Equipe (Commissione ispettoriale o altro) di
Comunicazione Sociale 7.8.1 Ruolo:
156. Contribuire con il Delegato e l’Ispettoria al
compito di promuovere la comunicazione.
7.8.1.1 Dettaglio del ruolo:
157. Lavorare come équipe nel Sistema, e
collaborare costantemente con tutto quanto
riguarda la missione nel settore della
Comunicazione Sociale.
158. Contribuire alla redazione e applicazione del
piano ispettoriale di animazione-formazione-
consulenza nel settore della Comunicazione
Sociale.
159. Contribuire al lavoro del Delegato con
l’informazione, lo studio, la condivisione, la
progettazione e la sperimentazione.
160. Assumere gli incarichi affidati dall’ispettore o
dal Delegato per la gestione delle varie attività, o
la partecipazione a eventi e organismi di
comunicazione.
161. Valorizzare la comunicazione a favore
dell’educazione ed evangelizzazione dei giovani e
del ceto popolare.
7.9 Coordinatore locale di CS 7.9.1 Ruolo: 162.
Promuovere la comunicazione nell’opera locale.

4.2 Page 32

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7.9.1.1 Dettaglio del ruolo:
163. Partecipare operativamente all’interno
dell’equipe di Pastorale Giovanile in tutta l’attività
che riguarda l’educazione dei giovani; interagire
con gli incaricati degli altri settori per una attività
ben coordinata dell’opera locale.
164. Collaborare alla elaborazione e attuazione del
Piano Locale di Comunicazione Sociale.
165. Animare quanti cooperano alla comunicazione
nell’opera:
• il consiglio della comunità educativa;
• la comunità salesiana;
• la commissione locale per la comunicazione;
• le diverse aree di attività di comunicazione.
166. Coordinare le azioni del SSCS, attraverso
l’effet7. Organizzazione, ruoli e funzioni46 tiva
partecipazione dei corresponsabili, assicurando
che la gestione del Sistema risponda alle
necessità dei destinatari con i criteri salesiani:
•nell’elaborazione e nell’applicazione dei piani;
• nella promozione dei processi e nella realizzazione
dei programmi e attività di formazione, di
informazione e produzione.
167. Fare funzionare il polo locale dell’informazione
salesiana:
• promuovere la produzione e la diffusione
dell’informazione all’interno dell’opera e della
Famiglia Salesiana, e curare gli strumenti come
i Notiziari Locali e altri prodotti tipici;
• accompagnare l’azione dei corresponsabili locali;
• orientare la gestione del sito web;
• orientare l’attività dell’ufficio stampa;
• mantenere un contatto attivo e positivo con
strutture, persone e mezzi di comunicazione
presenti sul territorio;
• promuovere l’immagine salesiana con mas sima
attenzione alla qualità e alla quantità, la
significatività della presenza nei mass media e
nello spazio della stampa;
• fornire all’ANS (Agenzia iNfo Salesiana) in ambito
ispettoriale e mondiale - le informazione locali e
collocare intelligentemente nel territorio
l’informazione prodotta.
168. Partecipare agli incontri ispettoriali del
Sistema, contribuendo sempre più a una azione
sinergica.
169. Coordinarsi con gli organismi ecclesiastici,
religiosi, governativi e civili che si occupano di
comunicazione.
7.10 Agenzia ANS (Agenzia Info Salesiana) 7.10.1
Ruolo: 170. Produrre informazione salesiana per
alimentare i mezzi salesiani di informazione e
collocare i suoi prodotti presso i mezzi di
informazione sociale al servizio della missione
salesiana.
7.10.1.1 Funzionamento: 171. Essere a disposizione
dei differenti organi della Congregazione (Rettor
Maggiore, Consiglio Generale, Dicasteri,
Ispettorie, ecc.) per aiutarli a utilizzare
efficacemente
l’informazione
e
la
comunicazione come mezzo per conseguire i
propri obiettivi di animazione e di governo.
172. Mettere a contatto, mediante l’informazione
sulle sue distinte realtà, i membri della
Congregazione sparsi per il mondo e i diversi
gruppi della Famiglia Salesiana.
173. Raccogliere le provocazioni della realtà e
aiutare la Congregazione, la Famiglia Salesiana e
la società a leggerle e interpretarle secondo la
missione salesiana.
174. Contribuire alla qualità dei mezzi informativi
della Congregazione e dei gruppi della Famiglia
Salesiana. A questi mezzi l’Agenzia intende offrire
un servizio finalizzato a valorizzare i loro
contenuti e la loro presentazione.
175. Far conoscere le realtà della Congregazione e
della Famiglia Salesiana nel mondo, offrendo
informazioni su fatti rilevanti ai mezzi vicini alla

4.3 Page 33

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Chiesa e, in generale, ai mezzi di informazione
sociale.
176. Far emergere nel mondo i problemi della
gioventù e dell’educazione, elaborando e
distri7. Organizzazione, ruoli e funzioni47 buendo
ai mezzi di informazione sociale prodotti attinenti
la situazione dei giovani e l’educazione, realizzati
nell’ottica salesiana.
177. Organizzare e coordinare la rete di
corrispondenti in tutte le aree geografiche
salesiane.
178. Qualificare i corrispondenti a una attività
professionale nel campo dell’informazione.
179. Realizzare in accordo alla linea politica e ai
criteri che orientano la comunicazione salesiana.
180. La Agenzia agisce su due livelli:
MMoonnddiiaallee: a Roma, e in intima
collaborazione con gli organi direttivi della
congregazione e della Famiglia Salesiana, il centro
dell’Agenzia stabilisce i contatti necessari con le
Agenzie Internazionali, le basi di dati mondiali, il
Vaticano e tutto l’insieme delle comunità
salesiane. Tutti i prodotti di carattere mondiale,
sia interni che esterni, sono realizzati dal centro,
che li distribuirà direttamente ai clienti o li
invierà ai suoi delegati ispettoriali perché essi li
“collochino” presso i mezzi informativi nazionali.
IIssppeettttoorriiaallee: il Delegato Ispettoriale
(corrispondente ispettoriale) per la
Comunicazione Sociale, in piena collaborazione
con gli organi dirigenti ispettoriali, stabilisce
contatti con le agenzie e i mezzi di informazione
nazionali, con l’ufficio stampa della Conferenza
Episcopale e con le comunità salesiane della sua
ispettoria. Il Delegato (personalmente o tramite
altro corrispondente) trasmette al centro
dell’Agenzia tutte quelle informazioni
dell’ispettoria che siano di interesse della stessa
e, secondo un proprio criterio e d’accordo con la
politica informativa, “colloca” presso le Agenzie e
i mezzi nazionali le informazioni o prodotti
informativi che siano pervenuti dall’Agenzia.
Inoltre, il Delegato, come responsabile nei
confronti dell’Agenzia, elabora e distribuisce ai
mezzi di informazione esistenti nella sua zona
quella informazione salesiana che è di interesse
locale. Collaborano con il Delegato gli
informatori, salesiani o membri della Famiglia
Salesiana, delle diverse presenze (corrispondenti
locali).
181. Curare la produzione e spedizione dei prodotti
di ANS, come:
• ANSfoto: mensile stampato • Sito ANS • Altri
prodotti a seconda delle necessità 7.11 Ufficio
Stampa 7.11.1 Ruolo: 182. Mantenere i contatti
con le agenzie di informazione, i mezzi di
comunicazione e il grande pubblico; farsi
portavoce dell’attenzione ai problemi giovanili ed
educativi; curare e difendere l’immagine della
Congregazione e dell’attività salesiana.
7.11.1.1 Funzionamento: 183. L’ufficio stampa si
caratterizza come un servizio all’interno di ANS.
184. Organizzare e aggiornare una banca dati sulla
realtà salesiana, sulla situazione giovanile e
sull’educazione.
185. Accompagnare l’informazione corrente sui
mezzi di comunicazione in tutto ciò che riguarda
la missione salesiana, trasmettere l’informazione
agli immediati interessati a livello interno e
interagire su questi aspetti con gli stessi mezzi.
186. Stabilire contatti con le agenzie e in particolare
con i giornalisti per informare sulla missione
salesiana e mobilitarli a favore dell’educazione
della gioventù.
7. Organizzazione, ruoli e funzioni48 187. Gestire il
piano di comunicazione e di marketing
dell’immagine della Congregazione o
dell’Ispettoria.
188. Organizzare i rapporti dei dirigenti della
Congregazione ai diversi livelli con i media e
viceversa.
7.12 Relazioni Pubbliche 7.12.1 Ruolo: 189. Gestire
le relazioni ufficiali del Rettor Maggiore e del suo
Consiglio con la Congregazione e di questa con
l’esterno, a livello generale, e dell’Ispettore e del
suo Consiglio a livello ispettoriale.
7.12.1.1 Funzionamento:

4.4 Page 34

▲back to top
190. Il Rettor Maggiore mantiene la responsabilità –
che in casi particolari potrà delegare al suo
Vicario, al Segretario generale, al Portavoce
ufficiale o ad altri – delle relazioni ufficiali del
Consiglio con la Congregazione e di questa con
l’esterno, in particolare le relazioni con la Sede
Apostolica, con l’Unione Superiore Generali
(USG), con altri Istituti e Congregazioni, con altre
istituzioni e organismi sia in campo ecclesiale che
civile, soprattutto per dichiarazioni o prese di
posizione da parte della Congregazione.
191. L’ispettore con il suo consiglio definisca il
funzionamento di quest’istanza a livello
ispettoriale, in consonanza con l’ufficio stampa.
7.13 Il Bollettino Salesiano 7.13.1 Ruolo: 192.
Diffondere lo spirito di Don Bosco, far conoscere
l’opera salesiana e le sue necessità, collegare e
animare i diversi gruppi della nostra famiglia,
promuovere le vocazioni, far crescere il
movimento salesiano, e incoraggiare la
collaborazione nella missione.
7.13.1.1 Funzionamento: 193. Il BS viene redatto
secondo le direttive del Rettor Maggiore e del suo
Consiglio in varie edizioni e lingue come organo di
tutta la Congregazione salesiana, e non come
organo particolare per ciascuna regione.
194. Le numerose edizioni hanno lo scopo di
incarnare nelle diverse aree culturali i valori
dell’unica vocazione salesiana.
195. Il Bollettino è una rivista in funzione della
missione, rivolta all’opinione pubblica più che
all’istituzione. Esso implica la capacità di
collocarsi nella realtà che gli uomini e la Chiesa
vivono oggi e offrire una lettura salesiana dei
fatti, soprattutto quelli che riguardano la gioventù
e l’educazione.
196. Il Dicastero per la Comunicazione Sociale attiva
un servizio di coordinamento centrale, per:
• Coordinare il processo di rinnovamento
(accompagnamento, animazione e articolazione);
• Orientare la “politica dell’informazione” e della
programmazione del sessennio;
• Avviare dei piani di accompagnamento, formazione
e supporto per la gestione e per l’ampliamento
della diffusione;
• Collegare i siti BS nel portale web.
197. Questo servizio conta su una consulta formata
da specialisti dell’area.
7. Organizzazione, ruoli e funzioni49 7.14 Il Portale
Web 7.14.1 Ruolo: 198. Gestire le risorse
Internet come spazio di informazione,
formazione, condivisione, a servizio del progetto
di animazione e di governo della Congregazione,
come fonte di informazione sul carisma salesiano
e come strumento per la mobilitazione della
società a favore della gioventù.
7.14.1.1 Funzionamento: 199. Il Portale web della
Direzione Generale si caratterizza come una
“piattaforma” per la navigazione in Internet, con
offerte di vari siti con scopi precisi, di strumenti e
di servizi, ad esempio: la scelta di varie lingue, il
motore di ricerca, l’area riservata/Intranet, links,
chat… e informazione specializzata per
l’educazione e l’evangelizzazione giovanile.
200. Il DCS si occupa della gestione del portale della
Direzione Generale:
• Facilitando l’interazione tra il centro e le ispettorie,
e l’aggiornamento dei diversi siti salesiani;
• Mantenendo una struttura adeguata di persone e
mezzi tecnologici per un funzionamento
interattivo;
• Formando le persone per l’interazione;
• Giocando un ruolo di animazione con gli altri
webmaster salesiani nel mondo.
201. Il Delegato, a livello ispettoriale, cura
l’orientamento salesiano e la qualificazione
professionale dei siti web nell’ispettoria, in
conformità con la politica generale di
comunicazione della Congregazione.
7.15 La Documentazione e l’archivio 7.15.1 Ruolo:
202. Raccogliere, conservare e rendere
disponibile la documentazione sul carisma,
sull’esperienza e sull’opera salesiana.

4.5 Page 35

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7.15.1.1 Funzionamento: 203. A livello generale la
responsabilità dell’Archivio Salesiano Centrale
(ASC) è assegnata al Segretario Generale;
funziona in accordo con il “Regolamento
dell’Archivio Centrale”.
204. Nell’Archivio si raccoglie la documentazione
“storica”, cioè il materiale non più in uso o
direttamente consultabile, ma disponibile su
richiesta.
205. L’altra sezione è l’Archivio Fotografico, dove si
conservano le fotografie e la documentazione
filmica, storica e corrente. L’incaricato di questo
archivio mette a disposizione il materiale per le
pubblicazioni di comunicazione e per varia
documentazione.
206. Il Dicastero per la Comunicazione Sociale
gestisce anche l’archivio del Dicastero e dei suoi
vari servizi (ANS, BS, Portale), come banca dati
e come documentazione di consultazione
corrente attuale.
207. Il Dicastero per la Comunicazione Sociale può
offrire le sue competenze specifiche sia al
Segretario Generale sia ai responsabili delle
diverse sezione dell’ASC per quanto riguarda le
politiche e le strategie di conservazione
soprattutto quelle che coinvolgono aspetti
techniche e digitali.
7. Organizzazione, ruoli e funzioni7.16 Il Notiziario
Ispettoriale 7.16.1 Ruolo: 208. Fare circolare tra
le comunità salesiane e le comunità educative e
nella Famiglia Salesiana l’informazione salesiana
attuale utile alla comunione, alla condivisione di
esperienze, alla crescita del senso di
appartenenza e al rinnovamento.
7.16.1.1 Funzionamento: 209. Il Notiziario
Ispettoriale produce informazione al servizio del
piano di animazione dell’Ispettoria dei differenti
settori dell’organizzazione educativo-pastorale.
210. All’interno delle coordinate essenziali del piano
ispettoriale, il notiziario informerà su:
• la storia dell’Ispettoria;
• la storia del carisma salesiano: per offrire una
rilettura del carisma salesiano nel territorio
dell’Ispettoria, senza ridursi alla semplice cronaca
di celebrazioni vissute o da realizzare;
- la proposta ai laici che condividono lo stile di Don
Bosco di collaborare e di aderire (in senso vasto)
alla vocazione salesiana.
211. Presenta l’informazione sulla vitalità delle
comunità e delle opere di una ispettoria. Non
deve essere un fascicolo di storie, una specie di
rassegna stampa, né soprattutto una raccolta di
documenti ecclesiali e salesiani.
212. Presenta anche le informazioni più rilevanti del
mondo salesiano.
7.17 I Centri di Formazione 7.17.1 Ruolo: 213.
Contribuire alla missione salesiana formando
docenti, ricercatori, esperti e operatori nel campo
della CS, integrando armonicamente le
conoscenze teoriche con le competenze
operative.
7.17.1.1 Funzionamento: 214. I centri di formazione
alla comunicazione gestite dalla Congregazione
hanno profili diversi: universitari (accademici) o
informali (con programmi di formazione vari nella
forma e nei tempi).
215. Il funzionamento del centro sia orientato da
uno specifico progetto educativo-pastorale
salesiano e da piani di azione che rispondano alle
necessità concrete di tutti gli utenti, e sia
integrato nel Progetto Organico Ispettoriale (POI).
216. Il DCS promuove la collaborazione vicendevole
dei centri di formazione alla comunicazione con
le seguenti linee di azioni o strategie:
• lavorare in armonia con i dicasteri per la
Formazione e per la Pastorale Giovanile;
• ricercare elementi di conoscenza e rapporti di
collaborazione tra le facoltà di comunicazione
delle IUS e i diversi centri di formazione;
• dare una risposta formativa alla domanda di
educomunicazione e alla formazione di
professionisti.
50 7. Organizzazione, ruoli e funzioni51

4.6 Page 36

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Parte II Orientamenti per la formazione dei Salesiani
in comunicazione sociale Contenuti e
metodologie per le varie fasi formative Il
Consigliere generale per la formazione Il
Consigliere generale per la comunicazione sociale
Roma, 24 maggio 2006 Nella Congregazione la
comunicazione sociale è sempre stata vista come
un campo necessario e urgente di formazione.
Data la sua grande importanza per la vita e la
missione salesiana, fin dagli anni novanta ci sono
stati vari tentativi di offrire un programma
formativo per le varie fasi, particolarmente per
coloro che sono in formazione iniziale. L’impulso
per la stesura di questi “Orientamenti” è venuto
da una serie di fatti concomitanti: la
promulgazione della nuova Ratio nell’anno 2000,
la scelta operata dal CG25 nel 2002 di avere un
Consigliere generale esclusivamente per il
Dicastero della comunicazione sociale,
l’indicazione del Progetto del Rettor Maggiore e
del suo Consiglio di elaborare un itinerario di
formazione alla comunicazione sociale, la
richiesta della Consulta Mondiale della
Comunicazione Sociale nel 2004, la pubblicazione
delle linee operative del “Sistema salesiano di
comunicazione sociale” all’inizio del 2005 e
ultimamente la Lettera del Rettor Maggiore
pubblicata in ACG 390. Questi “Orientamenti”
nascono dalla collaborazione tra i Dicasteri di
comunicazione sociale e formazione e sono il
frutto di una consultazione della Congregazione,
specialmente tra i competenti di comunicazione
sociale e tra i formatori. La loro ispirazione è
fondata sui documenti ecclesiali relativi alla
comunicazione sociale, sulle nostre Costituzioni e
Regolamenti Generali, sulle Lettere dei Rettori
Maggiori Don Viganò (ACG 289), Don Vecchi (ACG
370 e 366), Don Chávez (ACG 387 e 390). Essi
assumono le esperienze maturate in questi anni
in varie Ispettorie ed aree della Congregazione.
Destinatari Gli “Orientamenti per la formazione dei
salesiani in comunicazione sociale” sono
indirizzati alle stesse persone e organismi a cui
venne consegnata la Ratio, cioè a tutti i salesiani
e in modo particolare agli Ispettori e ai loro
Consigli, ai Delegati e alle Commissioni ispettoriali
di formazione e di comunicazione sociale, ai
formatori e formandi, a tutti coloro che hanno
incarichi nella formazione iniziale e permanente
dei salesiani.
Obiettivo Oggetto di questi “Orientamenti” è la
formazione del salesiano affinché diventi un
“buon comunicatore” (FSDB 252), avendo
speciale attenzione all’ambito della
comunicazione sociale. Essere un buon
comunicatore richiede la capacità di ricezione
critica e di produzione creativa di informazioni e
di messaggi; nello stesso tempo domanda la
capacità di animazione e gestione della
comunicazione sociale nei processi educativi
pastorali; esige infine la capacità di relazioni
nell’ambito della comunicazione sociale sia
all’interno che all’esterno della Congregazione.
Tale ambito riguarda i diversi mass media e
personal media, quali la stampa, il cinema, la
radio, la televisione, l’internet, il DVD, il cellulare;
esso si estende a tutte le interazioni all’interno di
una società o gruppo culturale, quali sono la
pubblicità, il teatro, la musica, le relazioni
pubbliche; esso giunge fino a considerare la
cultura e soprattutto il modello antropologico che
i media creano e diffondono.
Livelli di formazione E’ da notare che questi
“Orientamenti” puntano sulla formazione
integrale alla comunicazione sociale e non
esclusivamente sul “training”, perché intendono
arrivare, oltre che all’assunzione di alcune
capacità e tecniche, anche alla trasformazione di
tutta la sua persona, inclusi i sui atteggiamenti
e il suo senso critico. Conviene qui ricordare due
aspetti, presenti nelle linee operative del
“Sistema salesiano di comunicazione sociale” ai
numeri 56 e 68, che orientano la formazione in
questo ambito. In essi si afferma che la
comunicazione sociale si sviluppa all’interno del
quadro di riferimento della missione salesiana
verso i giovani, come una dimensione che
attraversa tutta la attività dell’azione educativa-
pastorale (n. 56) e si propone quali debbano
essere i riferimenti della formazione alla
comunicazione sociale (n. 68). Seguendo ciò che
il magistero della Chiesa e i documenti della
Congregazione dicono, le linee operative circa il
“Sistema salesiano di comunicazione sociale” al
numero 69 propongono e spe53 Icificano quali
debbano essere i tre livelli di formazione. Il
primo livello di base punta sulla formazione dei
recettori. Si tratta di:
• educare il salesiano al senso critico e formare la
sua coscienza in modo da affrancarlo dalle sottili
suggestioni e manipolazioni dei media;

4.7 Page 37

▲back to top
• addestrarlo a fare scelte libere e responsabili,
usando i mass media non esclusivamente in
funzione di divertimento, ma soprattutto
d’informazione e di formazione, per un’armonica
crescita culturale e sociale; • insegnare l’aspetto
tecnico dei singoli strumenti, indispensabile per
una “lettura” corretta e comprensione oggettiva
delle loro comunicazioni; • creare una
consapevolezza delle implicazioni sociali,
culturali, politiche ed economiche che stanno alla
base dei messaggi e dei valori proposti dai media,
con attenzione particolare al rapporto tra media
e pubblicità, ideologia e potere politico; • curare
l’estetica della comunicazione mediante
l’assunzione di arte, letteratura e musica in
un’ottica comunicativa; ciò significa promuovere
interesse per le manifestazioni culturali in
genere; competenza e apprezzamento delle belle
arti; studio della musica dei giovani per capirne
i problemi, i linguaggi, i sogni e per poter così
dialogare e cercare con loro; lettura di qualche
pagina di letteratura moderna. Il secondo livello
punta sulla preparazione di operatori educativi e
pastorali. Si tratta di : • abilitare il salesiano
all’uso corretto dei vari strumenti di
comunicazione sociale nelle attività educative e
pastorali; formare salesiani e laici all’uso della
comunicazione sociale nell’insegnamento e
nell’educazione, nella catechesi e nella
predicazione, nella promozione della pace e
dello sviluppo e nel dare voce ai bisogni dei
poveri; • sensibilizzare e preparare il salesiano ad
integrare il Vangelo nella “nuova cultura” creata
dalla comunicazione sociale moderna. Il terzo
livello riguarda la preparazione di specialisti di
comunicazione sociale, che si rivolgono a tutta la
comunità ispettoriale che ha bisogno di : •
qualificare alcuni confratelli che mostrano
speciali inclinazioni, affinché siano esperti
nell’insegnare comunicazione sociale;
preparare alcune persone per lavorare nella
produzione in campo mediatico e per mettere la
loro competenza nella gestione e animazione di
imprese ispettoriali in questo campo. Nella
formazione iniziale si punta sul primo e secondo
livello di formazione; nella formazione
permanente si realizza il loro aggiornamento e
per alcuni si raggiunge anche il terzo livello.
Descrizione di ogni fase formativa Per ogni fase
della formazione, sia iniziale che permanente,
questo strumento presenta anzitutto una breve
sintesi di ciò che la Ratio dice a riguardo della
natura e scopo della fase stessa. Esso poi
sottolinea alcuni aspetti formativi della fase che
in modo particolare hanno attinenza alla
comunicazione sociale. Si tratta degli obiettivi
della formazione alla comunicazione sociale,
presentati non in astratto ma in forma di
lineamenti da assumere. Segue la proposta di
alcuni temi di studio, che possono promuovere
una riflessione teorica sul significato dei media,
sul loro ruolo sociale, sui loro linguaggi e sul loro
uso critico. I contenuti di studio potranno essere
sistematizzati meglio quando si prenderà in
considerazione la Ratio studiorum delle varie fasi.
Infine vengono indicate le esperienze da
realizzare e le competenze da acquisire, al fine di
conseguire gli obiettivi. E’ ovvio che le esperienze
non sono da limitare alla fase in cui vengono
segnalate, ma vanno continuate nelle fasi
seguenti;
54 Introduzionecome pure le competenze
richiedono di essere acquisite in progressione.
Questa parte ha bisogno di essere sperimentata;
al riguardo si richiederà l’offerta di sussidi da
parte dei Dicasteri di formazione e di
comunicazione sociale. Per ogni fase di
formazione si presenta quindi:
una sintesi della natura e scopo della fase stessa, gli
obiettivi riguardanti la comunicazione sociale, gli
argomenti di studio e riflessione, le esperienze e
le competenze.
Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla
formulazione di questi “Orientamenti”. Ci
auguriamo che essi possano essere un valido
aiuto alla formazione dei salesiani, costituiscano
una riferimento condiviso da cui partire per fare
una fruttuosa sperimentazione, contribuiscano
alla collaborazione tra i Delegati e le Commissioni
ispettoriali di formazione e di comunicazione.
Don Francesco Cereda - Consigliere generale per la
formazione (2006) Don Tarcísio Scaramussa -
Consigliere generale per la comunicazione sociale
(2006) 55 Introduzione 1.1. Il prenoviziato è la
fase di formazione in cui il candidato alla vita
salesiana approfondisce la sua opzione
vocazionale, maturando specialmente negli
aspetti umani e cristiani, così da poter essere
idoneo per iniziare il noviziato. 1.2. Come parte
di questa crescita umana e cristiana, è necessario

4.8 Page 38

▲back to top
che il candidato: • si apra alla realtà sociale e
culturale dell’ambiente e del mondo della
comunicazione sociale; • sia sensibile ai problemi
dei giovani bisognosi ed emarginati e alle
situazioni di povertà, ingiustizia ed esclusione; •
maturi nel realismo della vita e cresca nel senso
di compassione e di solidarietà, che manifesta poi
in uno stile di vita semplice (cf.
FSDB 338); • cominci a sviluppare un serio senso
critico che lo renda capace di giudizi rispettosi e
obiettivi su persone ed eventi e lo porti a
prendere posizione circa i modelli culturali
proposti dai media; • sappia dunque leggere
criticamente e usare responsabilmente i mezzi di
comunicazione sociale (cf. FSDB 69); • maturi
una serena affettività ed eserciti la vigilanza nella
propria vita, praticando la custodia dei sensi e
facendo un uso consapevole e mirato dei mezzi di
comunicazione sociale (cf. FSDB 65).
1.3. Vengono poi proposti al candidato alcuni temi di
studio come introduzione alla comunicazione
sociale: cos’è la comunicazione; forme di
comunicazione; modelli di comunicazione;
linguaggio dei segni e dei simboli; comunicazione
sociale; cultura audio-visuale; storia della
comunicazione sociale.
1.4. Si suggeriscono infine al candidato le seguenti le
esperienze da realizzare e competenze da
acquisire: • sviluppare le proprie attitudini e
capacità nella comunicazione: ascoltare, parlare,
scrivere, leggere in pubblico, ricevere feedback;
• acquisire, secondo le proprie possibilità, la
capacità artistica, drammatica, musicale; •
imparare a fare buon uso del computer e
dell’Internet; interessarsi dei mezzi come la
stampa, le riviste, i giornali; • educarsi all’uso
adeguato del tempo libero e alla scelta
responsabile dei programmi televisivi e
dell’Internet; • saper apprezzare e valutare
criticamente i mezzi e i prodotti di comunicazione
sociale; • abituarsi a far uso attento dei giornali,
della radio, della TV, dei notiziari, dei bollettini; •
impegnarsi nell’analisi e nella discussione delle
notizie, particolarmente quelle riguardanti le
questioni giovanili e popolari e le sfide culturali e
multiculturali del tempo presente per la Chiesa,
specialmente nel campo della pace, la giustizia,
la solidarietà, il lavoro, la famiglia.
56 12.1. Il noviziato è l’inizio dell’esperienza religiosa
salesiana come sequela di Cristo. Il novizio
comincia a vivere la vita consacrata apostolica,
interiorizzando i valori salesiani.
2.2. Come parte di questo esercizio pratico della vita
salesiana, il novizio: • continua a coltivare il
dominio di sé e la temperanza ed a consolidare le
motivazioni delle sue scelte (cf. FSDB 359); •
assume questo atteggiamento anche in relazione
ai mezzi di comunicazione sociale; • sviluppa un
forte attaccamento a Don Bosco, alla
Congregazione, alla Famiglia salesiana e al
Movimento salesiano (cf. FSDB 362); • coglie
nella comunicazione sociale un campo di azione
significativo che rientra tra le priorità apostoliche
della missione salesiana; • cresce con una forte
sensibilità verso la missione salesiana tra i giovani
poveri, sulla cui condizione si tiene informato; •
coltiva l’attenzione per i bisogni del mondo e
un vivo senso di Chiesa; perciò nutre in se stesso
un vero slancio missionario (cf. FSDB 366).
2.3. Fa parte della sua formazione alla
comunicazione sociale lo sviluppo di alcuni temi
di studio:
Don Bosco maestro di comunicazione; i
riferimenti delle Costituzioni e dei Regolamenti
sulla comunicazione sociale; il cammino della
Congregazione nel campo della comunicazione
sociale dal CGS fino ai nostri giorni.
2.4. Si suggeriscono al novizio le seguenti esperienze
da realizzare e competenze da acquisire: • usare
gli “spazi” di libertà e di responsabilità, dati nel
noviziato, in rifrerimento all’uso dei mezzi di
comunicazione sociale per misurare se stesso,
esercitando la propria autonomia personale,
facendo un uso consapevole e mirato dei media
con atteggiamento critico, riflettendo sulle scelte
fatte; • sviluppare le proprie attitudini per la
comunicazione: foto, video, teatro, musica,
giornalino, Internet, disegno; • usare i media
nell’ascolto e nella meditazione delle Parola di
Dio, nella condivisione della fede e della
preghiera nel gruppo, nella liturgia, nelle
esperienze apostoliche del noviziato; •
esercitarsi mediante i forum ed altre attività
analoghe ad analizzare, discutere e giudicare
criticamente spettacoli e messaggi,
specialmente quelli di spiccato o controverso
rilievo nei confronti della missione della Chiesa e

4.9 Page 39

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della Congregazione verso i giovani; • prendere
contatto con la comunicazione sociale nella
Congregazione e nella Famiglia Salesiana:
Bollettino Salesiano, ANS, sito della Direzione
Generale Opere Don Bosco www.sdb.org,
notiziari, ecc.; • sviluppare il senso di
appartenenza alla Congregazione attraverso la
lettura di notizie salesiane.
57 2. Noviziato3.1. Il postnoviziato è la fase in cui il
neoprofesso salesiano consolida la propria
crescita vocazionale e si prepara per il tirocinio,
integrando progressivamente fede, cultura e
vita
attraverso l’approfondimento
dell’esperienza della vita religiosa e dello spirito
di Don Bosco e un’adeguata preparazione
filosofica, pedagogica e catechistica in dialogo
con la cultura (cf. C 114).
3.2. Fa parte dunque della formazione di un post
novizio il fatto che egli:
• si abiliti a un serio rapporto con la cultura, con il
mondo giovanile, coi problemi educativi, con la
visione cristiana (cf. FSDB 401); • acquisti una
comprensione ampia e allo stesso tempo critica
della comunicazione sociale, sapendo leggere,
valutare criticamente e interagire con i media,
l’informazione e la pubblicità moderna, ed
essendo in grado di capire i loro effetti psicologici
e sociologici negli ambienti popolari e in quelli
giovanili; • raggiunga una certa competenza
nelle tecniche delle varie forme di comunicazione
sociale, al fine di saperle usare nell’educazione ed
evangelizzazione dei giovani e degli ambienti
popolari (cf. FSDB 410). 3.3. Essendo la
formazione intellettuale l’aspetto caratterizzante
di questa fase, il postnovizio si impegna anche in
studi nel campo della comunicazione sociale: •
teoria della comunicazione e problemi psicologici
e sociologici della comunicazione sociale; •
forme di comunicazione, in particolare le nuove
tecnologie di stampa, radio, TV, Internet; • la
cultura prodotta dalla comunicazione sociale; •
media education; • applicazione della
comunicazione sociale nei diversi ambiti della
catechesi, liturgia, azione pastorale in generale,
didattica e animazione culturale.
3.4. Questi studi vengono accompagnati da diverse
esperienze da realizzare e competenze da
acquisire:
• sviluppare le proprie attitudini per la
comunicazione sociale riguardo a fotografie,
video, teatro, giornalismo, programmi di
computer, disegno, poster, bacheche, musica,
audiovisivi; • prendere parte in gruppi di analisi e
discussione, che valutino con senso critico
cristiano i prodotti offerti dai mass-media, in
particolare il contenuto e il linguaggio delle
notizie, delle pubblicità, dei giornali, dei film, del
video, dell’internet e dei videogiochi, e che
riflettano sulla globalizzazione dell’informazione;
• conoscere il linguaggio e il gergo dei giovani; •
realizzare con loro le forme salesiane del teatro,
delle feste, delle accademie, dei concorsi…; •
coinvolgersi nella produzione di servizi
informativi sia locali che ispettoriali.
58 3. Postnoviziato4.1. Il tirocinio è la fase di
confronto vitale e intenso con l’azione
salesiana, realizzata in un’esperienza educativa
pastorale, che aiuti il confratello a maturare nella
sua vocazione salesiana e a verificare la sua
idoneità vocazionale per la professione perpetua.
(cf. FSDB 428-429).
4.2. A causa della sua natura, il tirocinio non ha un
vero curricolo di studi. E’ un’esperienza, o meglio
un insieme di esperienze diverse della vita e
attività salesiana, tra cui c’è anche l’uso
responsabile della comunicazione sociale e il suo
impiego per la propria formazione e per il lavoro
di educazione ed evangelizzazione dei giovani. In
particolare il tirocinante può applicare e verificare
ciò che dicono le linee operative del “Sistema
salesiano di comunicazione sociale” ai numeri 51
ss., che fanno riferimento ai soggetti responsabili
della comunicazione sociale e all’animazione
della comunicazione sociale nei processi
educativi.
4.3. Giova invece una riflessione e un confronto tra
tirocinanti sulle esperienze fatte e forse,
quando sia possibile, qualche breve programma
che tratta della comunicazione sociale dentro il
quadro della formazione pedagogica,
metodologica, educativa e catechetica (cf. FSDB
433).
Per esempio potrebbe essere utile una riflessione su
alcuni aspetti, quali la presenza tra i giovani dal
punto di vista che Mc Luhan affronta nel suo libro
“Il medio è il messaggio”; l’educomunicazione
nell’azione educativa pastorale; la globalizzazione

4.10 Page 40

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dei media e il suo influsso sulle scelte e sullo stile
della vita religiosa.
59 4. Tirocinio5.1. La formazione specifica è la fase
che completa la formazione di base
dell’educatore pastore salesiano nelle linea della
sua vocazione specifica di coadiutore o
presbitero. 5.2. Fa parte dunque di questa fase il
fatto che il salesiano:
• abbia una base solida di convinzioni nel campo
della comunicazione sociale; • sia preparato per
essere un educatore, maestro e guida degli altri,
insegnando ad usare strumenti critici per leggere,
intendere e valutare i testi e i messaggi
proposti e spesso imposti dai mass media; • sia
capace di essere un pastore nel campo della
comunicazione sociale, utilizzando nelle attività
pastorali con sapienza e capacità professionale le
tecniche e i processi della comunicazione
moderna a livello di gruppo e di massa, ed
integrando il Vangelo nella cultura dei media.
5.3. Da una parte, dunque, si richiedono degli
studi che offrano un quadro di riferimento
teorico: • teologia della comunicazione;
documenti ecclesiali sulla comunicazione sociale;
• pastorale della comunicazione sociale con
attenzione all’etica nella comunicazione e alle
problematiche pastorali connesse con le culture
giovanili (cf. FSDB 468).
5.4. Dall’altra parte, si invita il formando ad avvalersi
di certe esperienze da realizzare e competenze da
acquisire: • esercitarsi nell’uso della tecnologia
dell’informazione e dell’internet; • usare le
tecniche della comunicazione sociale
nell’omiletica, nella prassi liturgica, nella
pastorale, nella catechesi, e in genere nel mondo
del lavoro e nel servizio ministeriale, e impegnarsi
a fare dei programmi di “media education” per i
giovani; • imparare a parlare alla radio e alla TV
locali, a preparare comunicati stampa, a dare e
fare interviste, a preparare una homepage o un
sito web, a scrivere articoli e pubblicazioni varie;
non è necessario che il formando possegga
tutte queste capacità; è sufficiente che domini in
modo serio una o due di queste tecniche; • fare
uso degli strumenti e dei linguaggi dei mezzi
moderni di comunicazione sociale per
annunciare il Vangelo, ma anche per trasmettere
il messaggio evangelico nella cultura stessa dei
media moderni; questo approccio fa sì che il
Vangelo diventi più comprensibile ai giovani
d’oggi e sia inserito nella loro cultura (cf. FSDB
466); • favorire il dialogo con qualche
professionista dei media, per esempio in
occasione della Giornata Mondiale delle
comunicazioni sociali; • si ha così l’opportunità di
conoscere direttamente le difficoltà da loro
incontrate, i loro ideali e i loro limiti, i problemi
etici, le domande che essi pongono agli uomini
di Chiesa. 60 5. Formazione specifica6.1. La
formazione permanente è la continuazione, il
completamento e l’aggiornamento della
formazione iniziale; essa ha per scopo l’impegno
di vivere il progetto apostolico salesiano in un
dinamismo di fedeltà creativa e gioiosa. 6.2. Tale
impegno richiede, tra le altre cose, che il
confratello: • viva con apertura e intelligenza il
confronto con la realtà della comunicazione
sociale, • si abiliti ai nuovi linguaggi e all’ascolto
attento del mondo e della cultura giovanile, •
possieda solidi criteri di discernimento coerenti
con la visione cristiana, con gli orientamenti
ecclesiali e il carisma salesiano (cf.
FSDB 528-529); • anche in età avanzata, cerca di
mantenersi aggiornato nel campo della
comunicazione sociale e nelle nuove tecnologie;
• sia qualificato e aggiornato nel campo della
comunicazione sociale fino al livello necessario
per poter affrontare in modo adeguato il suo
servizio educativo pastorale con capacità di
animazione e di orientamento di persone,
progetti e opere (cf. FSDB 523, 528); • sia capace
di formare i laici e anche di formarsi insieme a
loro (cf. FSDB 529, 542); • accolga, nel caso che
avesse le doti necessarie e ciò corrisponda ai
bisogni dell’Ispettoria, la richiesta a
specializzarsi nelle comunicazioni sociali per un
servizio qualificato all’Ispettoria e alla
Congregazione (cf.
FSDB 542, 556). 6.3. In questo periodo non ci sono
corsi formali, eccetto nel caso di coloro a cui
viene richiesto di qualificarsi in comunicazione
sociale. I salesiani partecipino insieme alla
Famiglia salesiana ed ai laici collaboratori a
giornate di studio e riflessione sugli orientamenti
della Chiesa universale e locale e della
Congregazione sulla comunicazione sociale e su
temi emergenti in questo campo. Tra questi
vanno segnalati argomenti riguardanti le nuove
tecnologie educative; la formazione della
opinione pubblica; la catechesi, l’evangelizzazione
ed i nuovi linguaggi; la psicologia e la sociologia

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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della comunicazione sociale; la comunicazione
istituzionale e le relazioni pubbliche.
6.4. Le iniziative apostoliche nel campo della
comunicazione sociale sono esse stesse
esperienze formative per il confratello
salesiano, specialmente quando includono la
riflessione sull’attività compiuta. Si segnala in
particolare la necessità di:
• partecipare insieme ai laici della CEP o della
Famiglia salesiana ad iniziative dirette alla
riflessione e all’approfondimento di alcuni aspetti
della comunicazione sociale e al confronto delle
esperienze; • impegnarsi nella formazione
specifica di animatori, soprattutto tra i laici della
Famiglia salesiana, nel campo della
comunicazione sociale per la scuola, il tempo
libero e le associazioni, organizzando gruppi di
riflessione, giornate di studio e attività specifiche
per aiutarli ad apprendere la lettura e la
valutazione critica dei mezzi di comunicazione
sociale; • inserirsi con professionalità, secondo la
propria competenza e le richieste dell’Ispettoria,
nel mondo dei mass media, creando, potenziando
e animando i nostri centri editoriali di produzione
e diffusione di libri e riviste, o gestendo i mezzi di
comunicazione sociale di proprietà della
Congregazione:
stazioni radio, canali televisivi, “videoclubs” con
speciale attenzione alle famiglie e alla pastorale.
61 6. Formazione permanente

5.2 Page 42

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63 Parte III Allegati Dall’introduzione all’edizione
originale del SSCS Nota: questa sezione faceva
parte dell’introduzione originale nella prima
edizione del SSCS, preparata dall’allora
Consigliere per la Comunicazione Sociale, d.
Tarcisio Scaramusa. I contenuti sono di un valore
storico particolare. La numerazione dell’originale
è stato cambiato (effettivamente la sezione
cominciava dal n. 13 dell’introduzione) anche
perché alcuni elementi della sezione sono stati
ricollocati nella nuova edizione del SSCS.
1. Questa visione complessiva dimostra che la
Congregazione ha costruito un vero Sistema di
Comunicazione Sociale.
2. Il termine Sistema di Comunicazione riceve un
primo slancio con don Antonio Martinelli nella
preparazione del Convegno Mondiale dei direttori
del Bollettino Salesiano (1998). 23 Lo definisce
come “progetto organico ed unitario di
comunicazione”.
3. L’espressione “Sistema” è utilizzata da Don Vecchi
(2000) per chiamare l’attenzione all’aspetto
pervasivo della Comunicazione Sociale che
investe tutta la presenza salesiana: “Le nostre
comunità, le opere e attività cui diamo origine,
come ogni istituzione, entrano in un sistema più
vasto di comunicazione, con il quale si
confrontano e dentro del quale interagiscono.
Sembrano realtà fisiche e mute; invece emettono
messaggi anche prima che noi prendiamo la
penna o il microfono per spiegarci o raccontarci.
È indispensabile, quindi, badare non soltanto a
quanto si realizza all’interno dell’opera. Va
considerata l’immagine che si dà, il riflesso che la
nostra azione produce fuori dell’opera. Parla
l’edificio materiale con la sua sobrietà e buon
gusto; parla il tipo di giovane che prevale
nell’opera; comunica il programma e lo stile
educativo; parla l’ambiente sperimentato
direttamente o conosciuto per altre vie. A
seconda poi della nostra comunicazione, con e
nel contesto, quello che compiamo può
espandersi o essere negativamente condizionato”
24 . E poi aggiunge: “È indispensabile pensare la
presenza, la comunità e l’opera salesiana ‘in
rete’, come un’emittente intercomunicata” 25 .
4. Questo “progetto unificato e integrato,
veramente al servizio di una visione condivisa e di
valori del carisma salesiano” viene realizzato
“nelle diverse attività dei vari settori nelle
comunità e nell’ispettoria”, come indicato nel
Manuale “Il Salesiano un Comunicatore” 26 .
5. Infine, il “Progetto di Animazione e governo del
Rettor Maggiore e del suo Consiglio per il
sessennio 2002-2008” tracciava l’obiettivo
generale di “costruire e disporre
progressivamente di un si65 ALLEGATO 1 23
Faceva riferimento allora a due documenti del
Dicastero per la Comunicazione Sociale. POLITICA
INFORMATIVA PER LA CONGREGAZIONE
SALESIANA, Roma 1992, e PROGETTO ANS,
Agenzia internazionale salesiana di informazione
1993.
24 ACG 370, pp.12-13 25 Idem, p. 17 26 Dicastero
per la Comunicazione Sociale. Libro del Delegato
Ispettoriale per la Comunicazione Sociale, Roma,
2001, p. 27. Il libro raccoglie le riflessioni e sussidi
del Convegno Mondiale dei Delegati Ispettoriali
per la Comunicazione Sociale (Roma, Pisana, 10-
20 dicembre 2000). Il documento fa riferimento
all'attuazione del Delegato nello “sviluppo e
consolidamento del sistema informativo e
comunicativo salesiano”, e al collegamento a rete
dei corrispondenti. “Prendendo in esame un
progetto completo di presenza nel settore di
Comunicazione Sociale, il Delegato Ispettoriale
aiuterà l'Ispettore e il suo Consiglio
nell'elaborazione di un sistema di comunicazione,
che costruendo unità all'interno del settore,
costruisce rapporti con tutti gli altri settori
pastorali dell'Ispettoria”stema di comunicazione
della Congregazione Salesiana a carattere
professionale stabile, ma flessibile 27 :
• per stimolare la creazione di un “ecosistema
comunicativo” 28 che coinvolga tutti (salesiani
SDB, Famiglia Salesiana, educatori, educandi,
territorio dove si trova la opera salesiana nello
spirito e nella missione salesiana, a livello di
Congregazione, Ispettorie e comunità;
• per orientare e qualificare i rapporti di
comunicazione e condivisione nell’organico della
Direzione Generale e tra essa e le Ispettorie;
• per stimolare la comunione carismatica interna -
con senso di appartenenza primaria alla
Congregazione, al di là della rispettiva ispettoria -
e con la Famiglia Salesiana mediante
un’informazione accurata;

5.3 Page 43

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• per abilitare salesiani e corresponsabili laici come
operatori culturali, all’atteggiamento positivo di
accoglienza e alla dimestichezza di uso degli
strumenti e delle tecniche di comunicazione in
ordine allo svolgimento della missione educativo-
pastorale;
• per dare una risposta alla domanda di
comunicazione e di qualificazione dei giovani in
questo campo;
• per sviluppare in Congregazione il senso della
Comunicazione Sociale come campo di missione e
come spazio di aggregazione dei giovani (CG25,
47), per sostenere la convinzione che la
comunicazione di massa e lo sviluppo
dell’informatica sono veicoli di modelli innovativi
e di nuove mentalità (CG25, 3) – modelli
culturali;
• per rendere dei servizi specializzati di
comunicazione e informazione legati alla
missione salesiana, che spingono a una forte
mobilitazione della società;
• per presentare più efficacemente la Congregazione
all’opinione pubblica.
6. Il Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale
della Congregazione Salesiana vuole rispondere
alla complessità e al dinamismo della
Comunicazione Sociale, nelle sue molteplici
espressioni e significati. Non serve a una visione
di sistema la semplice creazione di un settore di
comunicazione. Il sistema di comunicazione si
colloca a servizio del progetto organico
dell’istituzione, con l’obiettivo di coinvolgere tutti
in una visione condivisa di valori e di missione. 7.
Il Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale è
concepito come un progetto organico ed unitario,
con una visione condivisa di valori e di missione
nitidamente salesiana, con politiche e azioni
pianificate nelle aree dell’animazione e di
formazione, dell’informazione, e della
produzione, e con la gestione delle strutture
organizzative e dei processi di comunicazione
e di articolazione in rete con i vari settori
all’interno della Congregazione e della Famiglia
Salesiana, e all’esterno, con gli organismi della
Chiesa, con il territorio e con la società in senso
più ampio.
8. (Le aree) di animazione e formazione del Sistema
sono mirate al potenziamento e alla formazione
delle competenze comunicative delle persone, e
alla gestione della Comunicazione Sociale nei
processi educativi e nei rapporti interni e esterni
della Congregazione, con i criteri del Sistema 66
ALLEGATO 1 27 Cfr. ACG 380, p. 46-47 28
“Ecosistema comunicativo” vuol tradurre proprio
l'insieme di coinvolgimento e atteggiamento delle
persone che consentono di creare un ambiente di
vera comunità di condivisione di ideale, di valori,
di rapporti a livello di convivenza quotidiana
all'interno della comunità e con il territorio, nel
senso presenziale e virtuale.Preventivo di Don
Bosco. La consapevolezza del valore della
Comunicazione Sociale come generatrice di
cultura, ci porta alla scelta prioritaria della
formazione continua del personale. La politica del
personale considera la necessità di formare
educatori-comunicatori culturali, e si preoccupa
anche di qualificare professionalmente persone,
salesiani e laici, all’impegno per la
Comunicazione Sociale. Sul versante degli
educandi il progetto prevede lo sviluppo delle
competenze comunicative interpersonali e di
gruppo, a partire dalle loro necessità, la
formazione per la comprensione critica dei
media, la comunicazione e l’espressione nei vari
linguaggi del teatro, della musica, della danza,
della stampa, dell’arte, del cinema e della TV,
dell’Internet, la competenza per l’utilizzo del
linguaggio, delle risorse e degli strumenti di
Comunicazione Sociale. La Congregazione
sviluppa programmi di formazione, ma dispone
anche di strutture “ad hoc”, come i corsi specifici
nelle ‘Salesian Institutes for Higher
Eduction’(IUS), nelle Scuole Tecniche e nei
Centri di Comunicazione Sociale e aprovecha
otros ya existentes por fuera de la Congregación.
9.
(La area) di Informazione del Sistema si rivolge alla
produzione e diffusione di un’informazione
salesiana che favorisca la comunione e il senso di
appartenenza, l’educazione e l’evangelizzazione
dei giovani, la mentalizzazione e la mobilitazione
per la missione di Don Bosco e per la formazione
di un’opinione salesiana sulle questioni giovanili e
educative, e la presentazione di un’immagine
adeguata della Congregazione. A questo fine si

5.4 Page 44

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sono sviluppati alcuni canali operazionali
costanti, tra cui:
• l’Agenzia iNfo Salesiana (ANS), con una rete di
corrispondenti e di innumerevoli prodotti
informativi a raggio locale delle comunità,
ispettoriale e mondiale;
• gli uffici stampa;
• Il Bollettino Salesiano, una rivista che mantiene
intatta la sua vitalità originaria. • I Notiziari
Ispettoriali, i portali e i siti web che ormai sono
presenti
dappertutto,
consolidando
l’articolazione in rete e agevolando
l’informazione salesiana.
10. (La area) di Produzione del Sistema mette in atto
la produzione, il sostenimento di programmi, le
risorse, e le imprese di Comunicazione Sociale, i
siti web a servizio della missione educativo-
pastorale dei giovani. Fa parte di questa funzione
la promozione della collaborazione vicendevole e
dell’articolazione in rete tra le imprese, e ancora
centri di produzione di programmi per i media
locali.
11. Dal Rettor Maggiore don Pascual Chávez ci
veniva una nuova convocazione: “Cari confratelli,
dobbiamo attuare una ‘conversione pastorale’. In
questi ultimi decenni abbiamo lavorato molto,
ma ora la Chiesa e la storia ci chiedono un
più grande impulso circa la comprensione del
nostro tempo e una visione più sapiente e
coraggiosa del nostro apostolato. Don Bosco ci
illumini e ci dia il coraggio per essere competenti
e credibili educatori, evangelizzatori e
comunicatori, quali richiesti dalla missione oggi”
29 .
P. Tarcísio Scaramussa Consigliere Generale per la CS
2002-2008 67 ALLEGATO 1 29 Messaggio alla
Consulta Mondiale per al Comunicazione Sociale
a Roma, nel luglio di 2004, ACG 382 pp. 63-70.La
Comunicazione Sociale nei documenti della
Congregazione Costituzioni 0066 – “Siamo
educatori della fede negli ambienti popolari, in
particolare con la Comunicazione Sociale”. 43 -
Operiamo nel settore della Comunicazione
Sociale. È un campo di azione significativo che
rientra tra le priorità apostoliche della missione
salesiano. Il nostro Fondatore intuì il valore di
questa scuola di massa, che crea cultura e
diffonde modelli di vita, e s’impegnò in imprese
apostoliche originali per difendere e sostenere la
fede del popolo. Sul suo esempio valorizziamo
come doni di Dio le grandi possibilità che la
Comunicazione Sociale ci offre per l’educazione e
l’evangelizzazione”.
8844 – (Castità) uso discreto e prudente degli
strumenti di Comunicazione Sociale.
5599 - … la comunicazione e informazione sul lavoro
dei confratelli, incrementando la comunione
approfondiscono il senso di appartenenza e
aprono al servizio della comunità mondiale.
113377 - Il Consigliere per la Comunicazione Sociale
ha il compito di animare la congregazione in tale
ambito. Promuove l’azione salesiana nel settore
della Comunicazione Sociale e coordina in
particolare, a livello mondiale, i centri e le
strutture che la Congregazione gestisce in questo
campo”.
Regolamenti 0066 – La comunicazione nel nostro
servizio pastorale. 3311 – Ruolo e impegno
dell’ispettore con il suo Consiglio. 3322 –
Educazione dei giovani alla Comunicazione
Sociale.
3333 – Potenziamento dei canali di informazione in
Congregazione e nella Famiglia Salesiana. 3344 –
Revisione ecclesiastica delle pubblicazioni. 4444
– Nelle comunità, vigilanza sui mezzi di
Comunicazione Sociale. 6666 – Prudenza nell’uso
dei mezzi per quanto riguarda la castità. 8822 –
La Comunicazione Sociale nella formazione
integrale del salesiano. 114422 – Compiti della
Conferenza ispettoriale nel settore della
qualificazione dei salesiani e in quello della
Comunicazione Sociale.
Capitoli Generali Oss . Oltre ai numeri indicati se ne
possono vedere altri negli indici analitici dei
documenti.
CCGG 2200 – 1971/72 (Doc. 6: nn. 442 a 462) Realtà
culturale ed educativa di primaria importanza: Si
pongono così le basi per l’articolo 43 delle
Costituzioni.
CCGG2211 – 1978 (nn. 148-153) Un segnale di
allerta: necessità di un salto di qualità! La

5.5 Page 45

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Comunicazione
Sociale:
via
per
l’evangelizzazione.
CCGG 2222 – 1984 (nn. 73-75) Consolidamento
dell’identità e dello orientamento operativo: le
Costituzioni rinnovate nel CGS ricevono la
definitiva stesura e l’approvazione della Sede
Apostolica.
Nasce il dicastero per la Comunicazione Sociale con
un Consigliere Generale. CCGG 2233 - 1990 (nn.
254-260) Il cammino di fede dei giovani richiede
dalla comunità una nuova forma di
comunicazione. L’ispettore nomini l’incaricato
(Delegato) ispettoriale per la comunicazione.
CCGG 2244 – 1996 (nn. 128-137) Una delle aree di
impegno salesiano verso il futuro: rilettura
dell’impegno salesiano alla luce della
comunicazione;
la maturazione di adeguati atteggiamenti culturali e
spirituali in quanti desiderano comunicare;
a livello ispettoriale e a livello locale c’è da rafforzare
l’animazione attraverso il servizio del Delegato;
la verifica attorno alla qualità delle
comunicazioni.
CCGG 2255 – 2002 Nuovo spazio vitale di
aggregazione dei giovani (n. 47). Costituzione del
Consigliere per la Comunicazione Sociale (n. 133).
Una lettura del Capitolo sotto il profilo della
comunicazione ci fa intravedere molteplici
aspetti:
68 ALLEGATO 2l’immagine autentica della
comunità: testimonianza di vita fraterna che
diventa risposta al profondo bisogno di
comunicazione dei giovani (7) la relazione
interpersonale nella comunità (nn.
13-15) la presenza comunicativa con i giovani e il
territorio (nn. 37-48) la comunicazione nella
società – nuove esigenze della missione: agire a
difesa e promozione della gioventù (nn. 103, 140)
la Comunicazione nei rapporti istituzionali
ispettoriale e mondiale (nn. 111, 159) CCGG 2266
- 2008 Ci sentiamo pure interpellati dalle nuove
tecnologie della co- municazione sociale e dalle
sfide educative che esse pongono. Le opportunità
comunicative di oggi diventano per i giovani un
modo abituale per incontrarsi, scambiare
messaggi, parteci- pare con rapidità e mobilità,
ma anche in modo impersonale e virtuale.
La cultura dei personal media può compromettere la
maturazione della capacità di relazione ed
espone soprattutto i giovani al pericolo di incontri
e dipendenze fortemente nega- tive; è in questo
“cortile” che dobbiamo farci presenti per
ascoltare, illuminare, orientare . (n. 99); Sono
cresciuti la sensibilità e l’impegno della
Congregazione sul fronte della comunicazione
sociale. Ne sono segno, per esempio, l’istituzione
della Facoltà di Scienze della comunica- zione
sociale all’UPS, l’attivazione di diversi progetti
per l’educazione all’uso critico dei media, la
crescente presenza di siti istituzionali in internet,
la maggiore familiarità con la rete informatica sia
per gli scambi personali che per la formazione
a distanza, la nuova impostazione del Dicastero
per la comuni- cazione sociale. Abbiamo
tuttavia consapevolezza che molte- plici sono i
mondi virtuali abitati dai giovani e che non
sempre siamo capaci di condividerli e di animarli
per mancanza di formazione, di tempo e di
sensibilità . (n. 102);
passando: da un atteggiamento timido e da una
presenza sporadica nei media ad un uso
responsabile e a un’animazione educativa ed
evangelizzatrice più incisiva; (n. 104);
La comunità:
preveda progetti educativi per aiutare i giovani ad un
uso critico e responsabile dei vari tipi di media
(mass, folk, personal, convergenti ecc.) e
incoraggi il loro protagonismo nell’ambito della
comunicazione sociale e dell’espressione
giovanile e popolare; usi le tecnologie della
comunicazione sociale per dare maggiore
visibilità alla propria presenza e per diffondere il
carisma . (n.
109); L’Ispettoria: definisca una strategia realistica
per favorire una presenza educativa più incisiva
nel mondo dei media e delle espressioni
artistiche giovanili e popolari, e prepari personale
qualificato in questo ambito; il Rettor Maggiore
con il Consiglio: rifletta, attraverso i Dicasteri
per la comunicazione sociale, la formazione e la
pastorale giovanile, sulle nuove sfide della cultura
dei personal media per la formazione dei

5.6 Page 46

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salesiani, per la preparazione dei laici, per l’aiuto
ai giovani;
ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE - 1977-2005 Lettere
del Rettor Maggiore:
11997777 – ACG 287 (p. 3-33): Don Luigi Ricceri:
“Le notizie di Famiglia” - Sull’informazione salesiana,
nella commemorazione del centenario del
Bollettino Salesiano.
11998811 – ACG 302 (p. 3-30): Don Egidio Vigano:
“La Comunicazione Sociale ci interpella”. La CS nella
missione, come novità di presenza. Formazione
alla CS. Promozione dell’informazione.
22000000 - ACG 370 (p. 3-44): Don Juan Vecchi: “La
Comunicazione nella missione salesiana”.
22000055 – ACG 390 (p. 3-46): Don Pascual
Chávez: “Con il coraggio di Don Bosco nelle nuove
frontiere della Comunicazione Sociale”
OOrriieennttaammeennttii ee DDiirreettttiivvee::
11998811 – ACG 302 (p. 31-50): Don Giovanni
Raineri: “Il Pensiero di Don Bosco come
programma dell’editoria salesiana”.
11998855 – AACCGG 331155 (47-55): Don Sergio
Cuevas:
“Il Bollettino Salesiano”.
11998899 – AACCGG 332299 (p. 28-38): Don Sergio
Cuevas: “Salesiani: comunicazione e educazione.
11998899 – AACCGG 332299 Dicastero per la
Comunicazione Sociale Don Sergio Cuevas: “I
Salesiani e la comunicazione”: politiche,
metodologie, settori di intervento, priorità
operative.
69 ALLEGATO 211999911 – AACCGG 333388 (p. 55-
64): Don Antonio Martinelli: “Comunicazione
Sociale: deliberazione n.
6 del CG23”. “Il cammino di fede dei giovani richiede
dalla comunità una nuova forma di
comunicazione” (254). “L’Ispettore nomini
l’incaricato ispettoriale della Comunicazione
Sociale” (259).
11999933 – AACCGG 334466 (p. 38-48) Don Antonio
Martinelli: ”L’impegno dell’ispettoria per
organizzare il settore della Comunicazione
Sociale”.
11999966 – AACCGG 335588 numero speciale (p. 29-
32):
Programmazione del sessennio.
11999977 – AACCGG 336611 (p. 48-57): Don Antonio
Martinelli: “Un’espressiva presenza salesiana: il
Bollettino Salesiano (BS” 1999 – ACG 366, (p.
100-118): Don Juan Vecchi: Intervento
programmatico ai direttori del Bollettino
Salesiano (Roma).
22000000 – AACCGG 337700 Don Antonio Martinelli:
“Scoprire l’urgenza della Comunicazione” (la CS
nei Capitoli Generali – dal CG 19 al CG 24).
22000022 – AACCGG 338800 numero speciale (p. 46-
51) – Programmazione del sessennio.
22000055 – AACCGG 339900 (47-56): Don Tarcisio
Scaramussa: “Linee Orientative per l’editoria
salesiana.”
DDooccuummeennttii
ee
nnoottiizziiee::
22000044 – AACCGG 338877 (p. 63-70) – Don
Pascual Chávez V., Messaggio del Rettor
Maggiore alla Consulta Mondiale di
Comunicazione Sociale.
22000055 - AACCGG 339900 (p, 3-56) - Don Pascual
Chávez V., “Con il coraggio di Don Bosco nelle
nuove frontiere della comunicazione sociale”.
22000088 -- AAGGCC 440022 (p. 35-38):
Programmazione per il sessennio (2008 - 2014).
RRAATTIIOO -- 22000000 Il Libro del Delegato,
ormai conosciuto sotto il titolo Il Salesiano, un
Comunicatore .
70 ALLEGATO 2

5.7 Page 47

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Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali "Nuove
tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia".
Domenica, 24 Maggio 2009 Cari fratelli e sorelle, in prossimità ormai della Giornata Mondiale delle Comunicazioni
Sociali, mi è caro rivolgermi a voi per esporvi alcune mie riflessioni sul tema scelto per quest’anno: Nuove
tecnologie, nuove relazioni.
Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia. In effetti, le nuove tecnologie digitali stanno
determinando cambiamenti fondamentali nei modelli di comunicazione e nei rapporti umani. Questi
cambiamenti sono particolarmente evidenti tra i giovani che sono cresciuti in stretto contatto con queste nuove
tecniche di comunicazione e si sentono quindi a loro agio in un mondo digitale che spesso sembra invece
estraneo a quanti di noi, adulti, hanno dovuto imparare a capire ed apprezzare le opportunità che esso offre
per la comunicazione. Nel messaggio di quest’anno, il mio pensiero va quindi in modo particolare a chi fa parte
della cosiddetta generazione digitale: con loro vorrei condividere alcune idee sullo straordinario potenziale
delle nuove tecnologie, se usate per favorire la comprensione e la solidarietà umana. Tali tecnologie sono un
vero dono per l’umanità: dobbiamo perciò far sì che i vantaggi che esse offrono siano messi al servizio di tutti gli
esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile.
L’accessibilità di cellulari e computer, unita alla portata globale e alla capillarità di internet, ha creato una
molteplicità di vie attraverso le quali è possibile inviare, in modo istantaneo, parole ed immagini ai più lontani
ed isolati angoli del mondo: è, questa, chiaramente una possibilità impensabile per le precedenti generazioni. I
giovani, in particolare, hanno colto l’enorme potenziale dei nuovi media nel favorire la connessione, la
comunicazione e la comprensione tra individui e comunità e li utilizzano per comunicare con i propri amici, per
incontrarne di nuovi, per creare comunità e reti, per cercare informazioni e notizie, per condividere le proprie
idee e opinioni. Molti benefici derivano da questa nuova cultura della comunicazione: le famiglie possono
restare in contatto anche se divise da enormi distanze, gli studenti e i ricercatori hanno un accesso più facile e
immediato ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono, pertanto, lavorare in équipe da luoghi
diversi; inoltre la natura interattiva dei nuovi media facilita forme più dinamiche di apprendimento e di
comunicazione, che contribuiscono al progresso sociale.
Sebbene sia motivo di meraviglia la velocità con cui le nuove tecnologie si sono evolute in termini di affidabilità e
di efficienza, la loro popolarità tra gli utenti non dovrebbe sorprenderci, poiché esse rispondono al desiderio
fondamentale delle persone di entrare in rapporto le une con le altre.
Questo desiderio di comunicazione e amicizia è radicato nella nostra stessa natura di esseri umani e non può
essere adeguatamente compreso solo come risposta alle innovazioni tecnologiche. Alla luce del messaggio
biblico, esso va letto piuttosto come riflesso della nostra partecipazione al comunicativo ed unificante amore di
Dio, che vuol fare dell’intera umanità un’unica famiglia. Quando sentiamo il bisogno di avvicinarci ad altre
persone, quando vogliamo conoscerle meglio e farci conoscere, stiamo rispondendo alla chiamata di Dio – una
chiamata che è impressa nella nostra natura di esseri creati a immagine e somiglianza di Dio, il Dio della
comunicazione e della comunione.
Il desiderio di connessione e l’istinto di comunicazione, che sono così scontati nella cultura contemporanea, non
sono in verità che manifestazioni moderne della fondamentale e costante propensione degli esseri umani ad
andare oltre se stessi per entrare in rapporto con gli altri. In realtà, quando ci apriamo agli altri, noi portiamo a
compimento i nostri bisogni più profondi e diventiamo più piena71 Amente umani. Amare è, infatti, ciò per cui
siamo stati progettati dal Creatore. Naturalmente, non parlo di passeggere, superficiali relazioni; parlo del vero
amore, che costituisce il centro dell’insegnamento morale di Gesù: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo
cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” e “Amerai il tuo prossimo come
te stesso” (cfr Mc 12,30-31). In questa luce, riflettendo sul significato delle nuove tecnologie, è importante
considerare non solo la loro indubbia capacità di favorire il contatto tra le persone, ma anche la qualità dei
contenuti che esse sono chiamate a mettere in circolazione. Desidero incoraggiare tutte le persone di buona

5.8 Page 48

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volontà, attive nel mondo emergente della comunicazione digitale, perché si impegnino nel promuovere una
cultura del rispetto, del dialogo, dell’amicizia.
Pertanto, coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media non
possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana.
Se le nuove tecnologie devono servire al bene dei singoli e della società, quanti ne usano devono evitare la
condivisione di parole e immagini degradanti per l’essere umano, ed escludere quindi ciò che alimenta l’odio e
l’intolleranza, svilisce la bellezza e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi.
Le nuove tecnologie hanno anche aperto la strada al dialogo tra persone di differenti paesi, culture e religioni. La
nuova arena digitale, il cosiddetto cyberspace, permette di incontrarsi e di conoscere i valori e le tradizioni degli
altri. Simili incontri, tuttavia, per essere fecondi, richiedono forme oneste e corrette di espressione insieme ad
un ascolto attento e rispettoso. Il dialogo deve essere radicato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per
realizzare la promozione dello sviluppo nella comprensione e nella tolleranza. La vita non è un semplice
succedersi di fatti e di esperienze: è piuttosto ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine
compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello,
troviamo felicità e gioia. Occorre non lasciarsi ingannare da quanti cercano semplicemente dei consumatori in
un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda
come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità.
Il concetto di amicizia ha goduto di un rinnovato rilancio nel vocabolario delle reti sociali digitali emerse negli
ultimi anni. Tale concetto è una delle più nobili conquiste della cultura umana. Nelle nostre amicizie e
attraverso di esse cresciamo e ci sviluppiamo come esseri umani. Proprio per questo la vera amicizia è stata da
sempre ritenuta una delle ricchezze più grandi di cui l’essere umano possa disporre. Per questo motivo occorre
essere attenti a non banalizzare il concetto e l’esperienza dell’amicizia. Sarebbe triste se il nostro desiderio di
sostenere e sviluppare on-line le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e
per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando,
infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo, la conseguenza è che la persona si isola,
interrompendo la reale interazione sociale. Ciò finisce per disturbare anche i modelli di riposo, di silenzio e di
riflessione necessari per un sano sviluppo umano.
L’amicizia è un grande bene umano, ma sarebbe svuotato del suo valore, se fosse considerato fine a se stesso. Gli
amici devono sostenersi e incoraggiarsi l’un l’altro nello sviluppare i loro doni e talenti e nel metterli al servizio
della comunità umana. In questo contesto, è gratificante vedere l’emergere di nuove reti digitali che cercano di
promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della
creazione. Queste reti possono facilitare forme di cooperazione tra popoli di diversi contesti geografici e
culturali, consentendo loro di approfondire la comune umanità e il senso di corresponsabilità per il bene di
tutti. Ci si deve tuttavia preoccupare di far sì che il mondo digitale, in cui tali reti possono essere stabilite, sia un
mondo veramente accessibile a tutti. Sarebbe un grave danno per il futuro dell’umanità, se i nuovi strumenti
della comunicazione, che permet72 ALLEGATO 3tono di condividere sapere e informazioni in maniera più
rapida e efficace, non fossero resi accessibili a coloro che sono già economicamente e socialmente emarginati o
se contribuissero solo a incrementare il divario che separa i poveri dalle nuove reti che si stanno
sviluppando al servizio dell’informazione e della socializzazione umana.
Vorrei concludere questo messaggio rivolgendomi, in particolare, ai giovani cattolici, per esortarli a portare nel
mondo digitale la testimonianza della loro fede. Carissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di
questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! Nei primi tempi della
Chiesa, gli Apostoli e i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo greco romano: come
allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta comprensione della cultura e dei costumi di
quei popoli pagani nell’intento di toccarne le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle
nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo. A voi,
giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in

5.9 Page 49

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particolare il compito della evangelizzazione di questo “continente digitale”. Sappiate farvi carico con
entusiasmo dell’annuncio del Vangelo ai vostri coetanei! Voi conoscete le loro paure e le loro speranze, i loro
entusiasmi e le loro delusioni: il dono più prezioso che ad essi potete fare è di condividere con loro la “buona
novella” di un Dio che s’è fatto uomo, ha patito, è morto ed è risorto per salvare l’umanità. Il cuore umano
anela ad un mondo in cui regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il
proprio significato nella verità e dove l’identità di ciascuno sia realizzata in una comunione rispettosa. A queste
attese la fede può dare risposta: siatene gli araldi! Il Papa vi è accanto con la sua preghiera e con la sua
benedizione.
Dal Vaticano, 24 gennaio 2009, Festa di San Francesco di Sales.
BENEDICTUS PP. XVI 73 ALLEGATO 3
DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO
Dicastero per la Comunicazione Sociale
SISTEMA SALESIANO
DI COMUNICAZIONE SOCIALE
Linee Orientative per la Congregazione Salesiana
Seconda Edizione
Roma – 2011
Editrice S.D.B
Edizione extra commerciale
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111- 00163 Roma – Bravetta
Casella Postale 18333 - www.sdb.orgSIGLE E ABBREVIAZIONI
ACG – Atti del Consiglio Generale
ANS – Agenzia iNfo Salesiana
ASC – Archivio Salesiano Centrale
BS – Bollettino Salesiano
C. – Costituzioni
CG – Capitolo Generale
DCS – Dicastero della Comunicazione Sociale
F/LOSS – Free/Libre and Open Source Software
MB –
Memorie Biografiche
PAS – Piano di Azione del Settore
PICS – Piano Ispettoriale di Comunicazione Sociale
POI – Progetto Organico Ispettoriale
R. – Regolamenti
SPS –
Scritti Pedagogici e Spirituali
SSCS – Sistema Salesiano di Comunicazione SocialePARTE I SSCS 7
1. PREFAZIONE 9
2. COMUNICAZIONE 12
2.1 Che cos’è comunicazione? 12
2.2 Gesù nostro modello come Perfetto Comunicatore 12
2.3 Don Bosco nostro ispiratore 13
2.4 S. Francesco di Sales, pastore zelante e dottore della carità 14
3 UN GLOSSARIO DI TERMINI 15
4 VISIONE E MISSIONE 19
4.1 Introduzione 19
4.2 La visione di Don Bosco 19

5.10 Page 50

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4.3 La visione dinamica della Congregazione 20
4.4 La missione 21
4.4.1 Le convinzioni e i valori 21
4.4.2 Criteri importanti della comunicazione salesiana 22
5 OBIETTIVI STRATEGICI 25
5.1 Destinatari, beneficiari, protagonisti e le loro necessità 25
5.1.1 Le necessità dei giovani: 25
5.1.2 Le necessità degli ambienti popolari e delle missioni: 25
5.1.3 Le necessità dei salesiani: 25
5.1.4 Le necessità della Congregazione: 26
5.1.5 Le necessità dei corresponsabili laici: 26
5.1.6 Le necessità della Famiglia Salesiana: 26
5.1.7 Le necessità della Chiesa e della società: 26
5.2 Risultati desiderati 27
5.3 I soggetti 27
5.4 Le aree di azione del Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale 28
5.4.1 Animazione 28
5.4.2 Formazione 28
5.4.3 Informazione 28
5.4.4 Produzione 28
6 POLITICHE 29
6.1 La politica comunicativa della Congregazione 29
6.2 Linee politiche per le aree di azione 30
6.2.1 Animazione 30
6.2.2 Formazione 31
Indice6.2.3 Informazione 32
6.2.4 Produzione 33
6.2.4.1 Imprese editoriali 33
6.2.4.2 I siti web salesiani 34
6.2.4.3 Radio salesiana 35
6.3 diversi processi e lineee politiche 36
6.3.1 Processi fondamentali 36
6.3.2 La progettazione e le sue politiche 38
6.3.3 Lo sviluppo e le sue politiche 38
6.3.4 La promozione e le sue politiche 38
6.3.5 Attività di supporto e le sue politiche 39
7 ORGANIZZAZIONE RUOLI E FUNZIONI 41
7.1 SSCS Organizzazione 41
7.1.1 Diagramma dell’organizzazione 41
7.2 Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale 42
7.2.1 Ruolo: 42
7.2.1.1 Dettaglio del ruolo: 42
7.3 Équipe del Dicastero per la Comunicazione sociale 42
7.3.1 Ruolo: 42
7.3.1.1 Dettaglio del ruolo: 42
7.4 Consulta Mondiale 43
7.4.1 Ruolo: 43
7.4.1.1 Dettaglio del ruolo: 43
7.5 Delegato regionale, nazionale e/o di conferenze 43
7.5.1 Ruolo: 43
7.5.1.1 Dettaglio del ruolo: 43
7.6 L’Ispettore con il suo Consiglio 43
7.6.1 Ruolo: 43

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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7.6.1.1 Dettaglio del ruolo: 43
7.7 Il Delegato ispettoriale per la Comunicazione Sociale 44
7.7.1 Ruolo: 44
7.7.1.1 Dettaglio del ruolo: 44
7.8 Équipe (Commissione ispettoriale o altro) di Comunicazione Sociale 45
7.8.1 Ruolo: 45
7.8.1.1 Dettaglio del ruolo: 45
7.9 Coordinatore locale di CS 45
7.9.1 Ruolo: 45
7.9.1.1 Dettaglio del ruolo: 45
7.10 Agenzia ANS (Agenzia iNfo Salesiana) 46
7.10.1 Ruolo: 46
7.10.1.1 Funzionamento: 467.11 Ufficio Stampa 47
7.11.1 Ruolo: 47
7.11.1.1 Funzionamento: 47
7.12 Relazioni Pubbliche 48
7.12.1 Ruolo: 48
7.12.1.1 Funzionamento: 48
7.13 Il Bollettino Salesiano 48
7.13.1 Ruolo: 48
7.13.1.1 Funzionamento: 48
7.14 Il Portale Web 49
7.14.1 Ruolo: 49
7.14.1.1 Funzionamento: 49
7.15 La Documentazione e l’archivio 49
7.15.1 Ruolo: 49
7.15.1.1 Funzionamento: 49
7.16 Il Notiziario Ispettoriale 50
7.16.1 Ruolo: 50
7.16.1.1 Funzionamento: 50
7.17 I Centri di Formazione 50
7.17.1 Ruolo: 50
7.17.1.1 Funzionamento: 50
Parte II Orientamenti per la formazione dei Salesiani in comunicazione sociale: 51
Contenuti e metodologie per le varie fasi formative
INTRODUZIONE 53
Destinatari 53
Obiettivo 53
Livelli di formazione 53
Descrizione di ogni fase formativa 54
1. PRENOVIZIATO 56
2. NOVIZIATO 57
3. POSTNOVIZIATO 58
4. TIROCINIO 59
5. FORMAZIONE SPECIFICA 60
6. FORMAZIONE PERMANENTE 61
Parte III ALLEGATI 63
ALLEGATO 1: Dall’introduzione all’edizione originale del SSCS 65
ALLEGATO 2: La Comunicazione Sociale nei documenti della Congregazione 68
ALLEGATO 3: Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLIII Giornata Mondiale
delle Comunicazioni Sociali 71
INDICE ALFABETICO 74