Una_rinnovata_attenzione_salesiano_coadiutore


Una_rinnovata_attenzione_salesiano_coadiutore

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
ORIENTAMENTI E DIRETTIVE 65
2.4 UNA RINNOVATA ATTENZIONE AL SALESIANO COADIUTORE
Don Ivo COELHO
Consigliere per la Formazione
La pubblicazione del documento Identità e missione del fra-
tello religioso nella Chiesa da parte della Congregazione per gli
Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, verso il
termine dell'anno dedicato alla vita religiosa, ci offre una oppor-
tunità per guardare con rinnovata attenzione alla vocazione del
salesiano coadiutore. Il CG27 ci ha chiesto di continuare la "ri-
flessione sia sul versante della vita consacrata, sia sulla specifi-
cità dei coadiutori in ordine alla vita fraterna e alla missione"1•
Difatti, come vedremo di seguito, la riflessione sul salesiano coa-
diutore apre la via per la comprensione di elementi importanti
della nostra unica vocazione salesiana.
1. Il cammino della Congregazione fino a oggi
Quasi tutti i Capitoli Generali hanno preso in considerazione
il tema della vocazione del salesiano coadiutore. Spicca tra gli al-
tri il documento del CG21 (1978): "Il salesiano coadiutore. Una
vocazione di 'religioso laico' a servizio della missione salesiana".
La famosa lettera di Don Egidio Viganò fu un commento auto-
revole a questo documento: "La componente laicale della comu-
nità salesiana" (ACG 298, 1980). Nel 1984 il CG22 ci ha dato il
testo definitivo delle Costituzioni e nel 1986 è seguito Il Proget-
to di vita dei Salesiani di Don Bosco. Nel 1989 abbiamo un altro
frutto di quanto era stato deciso nel CG22: Il Salesiano Coadiu-
tore: storia, identità, pastorale vocazionale e formazione 2• Nel
' CG27 69.7, e anche 28.
2 Dicastero per la Formazione, Il Salesiano Coadiutore: storia, identità, pastorale
vocazionale e formazione (Roma: Editrice SDB, 1989).

1.2 Page 2

▲back to top
66 ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
2001 don Vecchi ha scritto la lettera: "Beatificazione del Coa-
diutore Artemide Zatti: una novità dirompente" (ACG 376). Nel-
lo stesso numero degli ACG abbiamo anche una lettera di don G.
Nicolussi e don A. Domenech: "Un impegno rinnovato e straor-
dinario per la vocazione del salesiano coadiutore". Nel 2003 don
F. Cereda ha offerto gli orientamenti: "Cura e promozione della
vocazione del salesiano coadiutore: un impegno di concretezza
per tutto il sessennio" (ACG 382). Il CG26 ha presentato la vita
salesiana come un'unica vocazione in due forme, presbiterale e
laicale, mettendo in evidenza gli elementi comuni e la specificità
e la reciprocità delle due forme. Infine nel 2013 il Rettor Mag-
giore con il suo Consiglio ha approvato la revisione di alcuni
punti della Ratio a riguardo della formazione del salesiano coa-
diutore3.
Leggendo questo materiale, vi sono alcuni aspetti che nitida-
mente emergono. Il cammino di riflessione della Congregazione
sul salesiano coadiutore si può riassumere in tre parole: comu-
nità, missione, identità consacrata.
1.1 Comunità
Il GC21 colloca il salesiano coadiutore e il salesiano prete
dentro la comunità salesiana e lo fa con una deliberata enfasi:
"Non saranno quindi i singoli a portare avanti il messaggio [di
Don Bosco], ma le sue comunità, 'formate da presbiteri e laici'
fraternamente e profondamente integrati tra di loro". Per que-
sto - dice il Capitolo - solo nella comunità fraterna ed apostoli-
ca può essere adeguatamente studiata e valutata la dimensione
esatta di ogni salesiano" (CG21, 171; vedi anche 194-196: Es-
senziale correlatività tra il salesiano coadiutore e il salesiano
prete).
La grande intuizione del CG21 è stata corroborata e appro-
fondita da successivi sviluppi del magistero ecclesiastico. Christi-
fideles Laici presenta e comprende gli stati di vita cristiani dentro
3 Disponibile in www.sdb.org.

1.3 Page 3

▲back to top
ORIENTAMENTI E DIRETTIVE 67
la "Chiesa che è Comunione" e insegna che "nella Chiesa-Comu-
nione gli stati di vita sono tra loro così collegati da essere ordi-
nati l'uno all'altro", diversi e insieme complementari, ciascuno
con una sua originale e inconfondibile fisionomia e nello stesso
tempo ciascuno di essi si pone in relazione agli altri e al loro
servizio. (ChL 55).
Nei tre documenti ecclesiali sugli stati di vita nella Chiesa -
Pastores Dabo Vobis, Christifideles Laici, e Vita Consecrata -
emerge una "teologia del segno". Lo specifico di ogni stato ap-
partiene in realtà a tutta la Chiesa, ma si trova incarnato emi-
nentemente in quella particolare condizione di vita, perché così
possa servire come segno e profezia agli altri stati. Ad esempio,
il servizio non è un carattere del diaconato in modo esclusivo;
tutta la Chiesa è chiamata al servizio. Ma il diacono è per tutti
icona di servizio, un richiamo alla nostra comune vocazione al
servizio. Similmente lo stato laicale è testimone della bontà e sa-
cralità delle realtà create, e i religiosi sono segno del carattere
escatologico che ha tutta la Chiesa, ricordando a ciascuno la
chiamata suprema a diventare così uniti con Dio che in quel
giorno non ci sarà più il 'prendere moglie o prendere marito',
ma comunione piena e perfetta in Lui e tra di noi (ChL 55).
Quando il CG21 dice che la caratteristica specifica del sale-
siano coadiutore è la dimensione laicale4, è chiaro che questo
deve essere inteso in relazione alla comunità e al salesiano pre-
sbitero. Don Viganò, infatti, nella sua lettera che seguì a breve
distanza il CG21, aveva anticipato la teologia del segno quando
parlava della "apertura secolare" di tutta la Congregazione, e del
coadiutore come incarnazione di questa apertura5• "L'approfon-
' "La dimensione laicale è la forma concreta con cui il SC vive e agisce come religioso
salesiano". (CG2 1, 178)
' E. VIGANÒ, "La componente laicale della comunità salesiana", Lettere circolari di
don Egidio Viganò ai Salesiani (Roma 1996) 1,211-213. Dando uno sguardo al para-
grafo 4, notiamo che don Viganò distingue tre significati di "laicità," osservando che il
salesiano coadiutore non vive la laicità tipica dei "laici" all'interno della Chiesa.
Nonostante questo la vocazione del salesiano coadiutore ha una certa affinità con i primi
due significati di "laicità".

1.4 Page 4

▲back to top
68 ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
dimento della figura del Coadiutore ci offre un 'test' - diceva
don Viganò - per la chiarificazione della componente laicale del-
la nostra comunità"6• Il salesiano coadiutore, possiamo dire, è
un'icona delìa dimensione laicale della Congregazione. Signi-
ficative le parole del CG24: "Ai fratelli consacrati richiama i
valori della creazione e delle realtà secolari", invitandoli a col-
laborare con i laici e ricordando loro che l'apostolato va oltre
compiti strettamente sacerdotali o catechetici; "ai fratelli laici
richiama i valori della totale dedizione a Dio per la causa del
Regno. A tutti offre una particolare sensibilità per il mondo del
lavoro, l'attenzione al territorio, le esigenze della professionalità
attraverso cui passa la sua azione educativa e pastorale" (CG24,
154). Ai frateJli e sorelle appartenenti ad altre religioni nel mon-
do, possiamo aggiungere, egli è profeta della bellezza e bontà
delle realtà create.
Il salesiano coadiutore è segno non solo della dimensione
laicale della comunità e della Congregazione, ma anche della
comunione e della fraternità, come è sottolineato con forza
nella Identità e missione del fratello religioso nella Chiesa. Que-
sto documento ha destato sorpresa per la maniera nella quale
insiste quasi unicamente sulla fraternità come il segno caratte-
ristico del religioso fratello. In realtà la comunione non è e non
può essere affatto un punto marginale per noi che crediamo in
un Dio trinitario, mistero di comunione e di amore. Per Papa
Francesco, la questione centrale nella Chiesa oggi è la comunio-
ne. La vita consacrata è confessio Trinitatis , e nella sua lettera
di indizione dell'anno della vita consacrata il Papa ci ha ricorda-
to che la vita consacrata non può chiudersi in se stessa: la sua
vocazione è, al contrario, di espandere la comunione in circoli
concentrici, in un dilatarsi che non conosce limiti.
Così il salesiano coadiutore ha un posto speciale nella comu-
nità salesiana, nella comunità educativa-pastorale, nella comu-
nità ecclesiale, nella comunità umana: sempre e ovunque egli è
6 E. V IGANÒ 1,211.

1.5 Page 5

▲back to top
ORIENTAMENTI E DIRETTIVE 69
icona di fraternità. Il CG21 aveva già detto a proposito del coa-
diutore: "Viene costantemente animato nella fedeltà alla sua
specifica vocazione, e diventa, insieme con i suoi confratelli, un
segno della nuova e definitiva fraternità instaurata da Cristo"
(CG21, 176).
1.2 Missione
Il secondo punto che emerge nella riflessione della Congre-
gazione è la centralità carismatica della missione. Il CG22
(1984), nella rielaborazione del testo definitivo delle Costituzio-
ni, ha scelto di incentrare esplicitamente tutti gli elementi della
vita e della attività salesiana nella missione. Questo si percepisce
non soltanto dagli articoli ma anche dalla articolazione portante
del testo costituzionale: "Inviati ai giovani in comunità al segui-
to di Cristo". Dunque è alla luce della missione che dobbiamo
interrogarci sulla identità del salesiano coadiutore e del salesia-
no presbitero.
Nell'indice analitico delle Costituzioni troviamo soltanto due
articoli sull'identità specifica del salesiano coadiutore e del sa-
lesiano presbitero: Cost 45 e Cost 117 (e sei articoli sul prete
riguardo all'autorità!). Purtroppo l'indice non fa alcun riferi-
mento a un articolo di massima importanza a questo riguardo:
l'articolo 98, su l'esperienza formativa:
«Illuminato dalla persona di Cristo e dal suo Vangelo, vissuto
secondo lo spirito di Don Bosco, il salesiano si impegna in un
processo formativo che dura tutta la vita e ne rispetta i ritmi di
maturazione. Fa esperienza dei valori della vocazione salesiana
nei diversi momenti della sua esistenza e accetta l'ascesi che
tale cammino comporta.
Con l'aiuto di Maria, madre e maestra, tende a diventare educa-
tore pastore dei giovani nella forma laicale o sacerdotale che gli
è propria».
"Pastore e educatore dei giovani": questa è la nostra identità
fondamentale, il "genere supremo", quello che è comune a ogni

1.6 Page 6

▲back to top
70 ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
vocazione salesiana; soltanto dopo viene la distinzione "nella
forma laicale o sacerdotale che gli è propria". Questa identità-
nella-differenza diventa concreta nelle fasi iniziali della vita
salesiana, attraverso una formazione "di livello paritario" (Cost
106), e sempre attraverso lo sforzo di imparare dall'esperienza
i valori e il significato della vocazione salesiana (Cost 98), e di
discernere negli eventi di ogni giorno la voce dello Spirito (Cost
119). È all'interno della comunità educativa pastorale che mani-
festiamo la identità comune di educatori e pastori, insieme alla
specificità e reciprocità delle due forme della nostra vocazione.
Dentro questa comunità oggi è importante che si assicuri una
maggiore visibilità al salesiano coadiutore.
È ovvio che missione non è semplicemente lavoro. La nostra
missione di pastori e educatori consiste nel rivelare Dio. Siamo
chiamati a essere epifania di Dio, come era Gesù: segni e porta-
tori dell'amore di Dio per i giovani, vultus misercordiae.
1.3 Identità di consacrati
La missione salesiana appartiene a tutti i membri della Fami-
glia Salesiana; noi la viviamo da religiosi. Occorre - come dice
don Francesco Cereda nella sua lettera del 2003 - approfondire
la dimensione di consacrazione. Specialmente con l'insistenza
sulla condivisione della missione con i laici, la chiarificazione e
appropriazione della nostra identità di consacrati è di importanza
capitale.
Le incertezze nella comprensione della vita consacrata han-
no avuto delle conseguenze pesanti, non solo nel capire ma
anche nel vivere la vocazione salesiana consacrata nelle sue due
forme. Da un lato c'è la tentazione di ridurre la vocazione del
salesiano prete esclusivamente all'aspetto sacerdotale, e molto
spesso a un'idea meramente funzionale del sacerdozio, quando
non addirittura a un clericalismo in ricerca di potere, denaro e
dignità. Dall'altro lato c'è l'incapacità di comprendere la voca-
zione del salesiano coadiutore, con tendenze a una compensa-

1.7 Page 7

▲back to top
ORIENTAMENTI E DIRETTIVE 71
zione
clericalista
oppure
a
una
riduzione
s
e
c
o
l
a
r
i
s
t
a7
In questo contesto, Vita Consecrata (1996) ha fatto provvi-
denzialmente chiarezza e ha definito bene il posto che la vita
consacrata occupa nella Chiesa. Ma çosa vuol dire essere "me-
moria vivente" di Gesù (VC 22)? Che differenza fanno i nostri
voti nel modo in cui condividiamo la missione salesiana?
Possiamo chiederci: qual è il significato del celibato di Gesù?
Come sempre, nulla di quanto Gesù compie si esaurisce su un
piano puramente funzionale, quasi si trattasse di strategie adot-
tate per facilitare il suo ministero. È chiaro che Gesù riconosce
pienamente il valore del matrimonio; e comunque fa la scelta di
essere celibe, in una società dove il celibato non esisteva. Per-
ché? Perché Gesù è l'epifania di Dio Padre. Ci porta la buona
notizia con la parola e l'esempio della sua vita che la nostra
vocazione suprema è la comunione piena con Dio. Il celibato di
Gesù è un'anticipazione e rivelazione potente della "vita della
risurrezione", dove non ci sarà più il prender moglie o marito.
E le persone consacrate sono chiamate a essere precisamente
memoria vivente di Gesù, un segno escatologico, proprio per la
loro vita di castità, povertà e obbedienza.
In un mondo che ha scoperto la bellezza del corpo e della ses-
sualità, del creato e della libertà, ma che rischia continuamente
di distruggere tutto per le esagerazioni, distorsioni, assolutiz-
zazioni di ciò che è solo relativo e fragile, le persone consacrate
sono terapia spirituale, segno, profezia.
È la vita, il nostro modo di vivere, che è segno! Il ministero di
un prete rimane valido anche se il prete fosse indegno per il suo
stile di vita; la persona consacrata invece è segno soltanto attra-
verso la genuina trasparenza della sua vita. Non esiste la castità
di chi non è casto8•
7 ABRAHAM M. ANTONY, "On the Sublime Vocation ofthe Religious Brother", Conse-
crated Life Today , ed. Paul Vadakumpadan and Jose Varickasseril (Shillong, 2015) 107;
e ANDREA BOZZOLO, Sapientiam dedit illi. Studi su don Bosco e sul carisma salesiano
(LAS, 2015) 318.
8 Vedi BOZZOLO 335.

1.8 Page 8

▲back to top
72 ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Nella Chiesa c'è Pietro, ma c'è anche Maria, e la Chiesa è
mariana prima di essere petrina. Non tutti sono chiamati a
essere Pietro, e il ministero petrino passerà con questo mondo,
come afferma lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica9• Ma
tutti sono chiamati a essere Maria, la vocazione ultima di tutta la
Chiesa, la parte che non sarà mai tolta. Le persone consacrate
sono un segno e un richiamo per tutta la Chiesa di questa chia-
mata e destino definitivi. E anche qui il coadiutore è un segno
per i suoi confratelli preti nella comunità. La sua vocazione è vita
salesiana in una forma pura e trasparente10, in statu nascendi11,
un richiamo permanente ai suoi fratelli presbiteri della loro con-
sacrazione.
2. La via davanti a noi
Il cammino di riflessione sul salesiano coadiutore nella Con-
gregazione ci porta a riscoprire il tesoro della vocazione salesia-
na consacrata nelle sue due forme. In questi orientamenti, tut-
tavia, come già detto in apertura, desideriamo richiamare l'at-
tenzione alla forma laicale della nostra vocazione. Le statistiche
fanno vedere che il numero di confratelli coadiutori nelle fasi ini-
ziali della formazione sta diminuendo: solo il 7,90%, mentre la
percentuale di coadiutori sul totale dei confratelli in Congrega-
zione è 11,92%. Ma la percentuale scende ancor più nelle regio-
ni con maggiore crescita vocazionale (5.06% - dati del 31 dicem-
bre 2015). Di fronte a questi numeri non si può ritenere che tut-
9 Catechismo della Chiesa Cattolica n. 773.
°1 FILIPPO RINALDI in ASC 4, citato da E. VIGANÒ, "The Lay Element in the Salesian
Community", AGC 298 (1980) sezione 5.
11 In statu nascendi: Lo 'stato nascente' è 'lo stato di alcuni elementi nel momento in
cui si liberano da una reazione chimica o elettrolitica, caratterizzato da un'alta reattività'.
Il termine è usato per analogia in altri campi, per indicare la grande potenzialità che alcu-
ne esperienze/situazioni contengono nel loro inizio, capace di influenzare tutti gli sviluppi
futuri. Vedi l'uso che ne fa Francesco Alberoni, che parla di 'stato nascente' per identifica-
re il periodo entro il quale un gruppo di persone, accomunate da speranze comuni, si uni-
sce per creare una forza nuova (es. movimento), vedendo in questi inizi dinamiche molto
simili a quelle che si riscontrano nella relazione a due dell'innamoramento.

1.9 Page 9

▲back to top
Formazione inziale al 31 dicembre 201512
Postnoviziato
s1
Africa Madagascar 265 19
Asia Est - Oceania 55 16
Asia Sud
310 13
Europa Centro Nord 52
4
Mediterranea
36 6
America Cono Sud 53 17
Interamerica
UPS t RMG"
Totale
90 11
1o
862 86
Tirocinio
s1
123 10
55 9
201 11
46 7
40 5
42 1
57 2
1o
565 45
Specializzazione
prima
della formazione
specifica
s1
31 4
9 12
206 15
2
1
24 3
3
4
oo
oo
275 39
Formazione
specifica
s1
146 4
105 10
217 4
81 8
62 7
69 7
108 4
2o
790 40
Totale formazione iniziale
Totale SDB
s
1 Totale %1 Totale %1
565 37 602 6.15 1479 12.51
224 47 271 15.47 1408 14.48
934 43 977 4.40 2682 5.59
181 20 201 9.95 2416 8.73
162 21 183 11.48 3117 17.97
167 29 196 14.80 1337 13.24
255 17 272 6.25 1817 10.89
4
o
4
o 204 9.75
2492 214 2706 7.90 14460 11.92
I
.:;:;:!
~
::!
-n,
CJ
~
12 Formazione iniziale in questa tabella include i salesiani dopo la prima professione fino al diaconato (incluso) o fino al
quinto anno dopo la professione perpetua per i salesiani coadiutori.
:1
rii
13 Include l'Eritrea.
;j

1.10 Page 10

▲back to top
74 ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
to stia andando avanti bene per il grande numero di quelli che
aspirano al presbiterato. La questione della identità religiosa sa-
lesiana è urgente per entrambe le forme della nostra vocazione.
Negli ultimi anni, la Congregazione ha fatto grandi sforzi per
accompagnare la crescita vocazionale del salesiano coadiutore; ne
è un esempio la revisione della Ratio sulla formazione iniziale del
salesiano coadiutore, e la nascita di centri per la formazione spe-
cifica dei salesiani coadiutori (CRESCO, a Città del Guatemala;
Sunyani, in Ghana; Yaoundé, in Camerun; Shillong, in India; Pa-
rafi.aque, nelle Filippine; Torino - anche se Torino e Sunyani non
sono più operativi, e l'attività in Shillong è stata temporanea-
mente sospesa). Con questa lettera vorremmo indicare ulteriori
direzioni per il cammino a venire.
Riflessione
sulla identità
della vita consacrata
salesiana
nelle sue due forme
Strategie e linee di azione
Orientamenti negli ACG
Settore per la formazione
Sussidi sulla identità salesiana consacrata e Settore per la formazione
l'identità specifica del salesiano presbitero e
del salesiano coadiutore
Chiarire i criteri per il discernimento
tra le due forme della nostra vocazione
Settore per la formazione
Piani per l'animazione dell'Ispettoria
Ispettore e delegato
nell'area della identità salesiana consacrata ispettoriale
nelle due forme
per la formazione
Animazione
vocazionale
Valorizzare le due figure modello
Delegato ispettoriale
di salesiano coadiutore e salesiano presbitero per la formazione insieme
(Beato Coadiutore Stefan Sandor e
al delegato ispettoriale
Don Titus Zeman,
per la pastorale giovanile
che sarà beatificato nel 2017),
come occasione per la promozione
della nostra vocazione nelle sue due forme
Formazione iniziale Corsi regionali per gli incaricati
di prenoviziati nel 2017
Coordinatori Regionali
per la Formazione,
con Settore
Formazione iniziale Percorsi personalizzati di formazione iniziale Ispettore con il singolo
dei salesiani coadiutori in linea con il capitolo rinnovato della Ratio confratello coadiutore
(2013) sul salesiano coadiutore
Preparazione e presenza dei confratelli
coadiutori nelle équipes formatrici
Ispettore

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
ORIENTAMENTI E DIRETTIVE 75
Formazione specifica Rafforzare i centri già esistenti
dei salesiani coadiutori (CRESCO, Yaoundé, Paraiiaque) e studiare
il modo di attivare anche altri centri
(Europa; Asia Sud; Africa e Madagascar
di fingua inglese)
Settore con Consiglieri
regionali e Ispettori coinvolti
Studiare i curricoli esistenti,
e la metodologia di insegnamento,
per la formazione specifica dei coadiutori,
anche con l'aiuto di una consulta
tra coadiutori da tutto il mondo
Settore per la formazione
Studi Salesiani
Corsi online per facilitare la formazione
di formatori in studi salesiani
Settore per la formazione
3. Conclusione
Nella Chiesa-comunione la vocazione del salesiano coadiuto-
re può esser compresa soltanto in relazione a quella del salesia-
no presbitero, alla comunità, alla missione e alla vita consacrata.
Come salesiani, persone consacrate, siamo segni e portatori del-
l'amore di Dio ai giovani, memoria vivente di Gesù. Nella sua
lettera all'inizio dell'anno sulla vita consacrata, Papa Francesco
ha insistito precisamente su questo:
Mi attendo che "svegliate il mondo", perché la nota che carat-
terizza la vita consacrata è la profezia. Come ho detto ai Supe-
riori Generali «la radicalità evangelica non è solamente dei re-
ligiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in
maniera speciale, in modo profetico». È questa la priorità che
adesso è richiesta: «essere profeti che testimoniano come Gesù
ha vissuto su questa terra... » 14.
E di nuovo:
Che cosa mi attendo in particolare da questo Anno di grazia
della vita consacrata? Che sia sempre vero quello che ho detto
una volta: «Dove ci sono i religiosi c'è gioia»15•
Attraverso l'intercessione del beato Artemide Zatti, del beato
14 FRANCESCO, L ettera apostolica a tutti i consacrati, 21 Novembre 2014, II.2.
15 FRANCESCO, L ettera apostolica a tutti i consacrati, 21 Novembre 2014, 11.1.

2.2 Page 12

▲back to top
76 ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Stefan Sandor e del venerabile Simaan Srugi, preghiamo per la
vita salesiana consacrata perché sia trasparente, visibile e so-
prattutto gioiosa. La gioia è contagiosa, e salesiani gioiosi sono la
pubblicità più bella per la nostra vocazione. Non dimentichiamo
la via pulchritudinis! (EG 167)