diversi popoli. Questo bisogno di inculturazione è stato sottolineato dal recente Sinodo
Straordinario dei Vescovi (Rapporto Finale, D. 4). Le Chiese Orientali possiedono una lunga
tradizione in questa opera intesa ad insegnare ai popoli cristiani, fin dal battesimo, "a lodare Dio
nella propria lingua" (Vita di S. Costantino, Cirillo, XVI, 1 s.). In molti paesi orientali tale
inculturazione è arrivata ad una trasformazione e ad una identificazione della propria vita culturale
con il modo di vivere cristiano. Lo studio di questo processo può servire di esempio e di
orientamento per chi oggi si trova coinvolto in un simile processo; può indicare altresì quei metodi
che sono provati, da una esperienza secolare, come vantaggiosi e che si distinguono da adattamenti
superficiali, che rischiano di non far altro che danneggiare il processo stesso e forse anche di
deformare la stessa fede. Questo studio comparativo può essere utile anche in altri settori della
riflessione teologica e pastorale: il rinnovamento e l'adattamento della liturgia, la disciplina
canonica con speciale riferimento ai rapporti tra diverse comunità, la storia ecclesiastica, in
particolare dove tratta ciò che unisce i Cristiani e ciò che portò alla loro separazione e forse ancora
oggi è motivo di divisione,.
7. Riflettendo su questi fatti, sorge spontanea la domanda circa i passi concreti da fare perché la
nostra reazione a tali sviluppi sia così positiva da: 1) ridurre ed eventualmente eliminare le tensioni
esistenti fra Cattolici occidentali ed orientali, permettendo a questi ultimi di svolgere un ruolo
sempre più attivo nella vita dell'intera Chiesa; 2) incoraggiare e promuovere ulteriormente il
movimento verso la comunione piena tra Cattolici ed Ortodossi, con persone che siano qualificate
per il dialogo tra le due Chiese; 3) consentire alla Chiesa, nello sforzo per rinnovarsi ed andare
incontro ai bisogni del nostro tempo, di trarre vantaggio dall'esperienza del passato e della
pluriformità delle tradizioni cristiane, che fanno parte della sua storia e della sua eredità.
8. Una risposta completa a queste domande richiederebbe la collaborazione di diversi Dicasteri
della Santa Sede, nonché degli Organismi corrispondenti delle varie Chiese Cattoliche particolari.
Per quanto riguarda la sua competenza e responsabilità, la Congregazione per l'Educazione
Cattolica si permette di proporre i presenti orientamenti.
9. Il Pontificio Istituto Orientale, fondato a Roma quasi settanta anni or sono, è un centro di ricerca
e di studi accademici aperti non solo ai Cristiani orientali ma anche a quelli della Chiesa latina.
Offre programmi di livello sia istituzionale sia di specializzazione in teologia, liturgia, spiritualità e
storia. Possiede, inoltre, una facoltà speciale di Diritto Canonico Orientale. Oggi più che mai c'è
bisogno di studiosi adeguatamente preparati in questi campi, a causa dei fenomeni precedentemente
descritti. Questa Congregazione esorta quindi i Vescovi e i Superiori religiosi ad incoraggiare
sacerdoti e laici, particolarmente qualificati, ad intraprendere studi superiori presso il Pontificio
Istituto Orientale, a sostenerli in questi studi e, una volta preparati, ad impegnarli nelle istituzioni
diocesane e religiose. I Seminari, ad es., gli istituti per la formazione dei diaconi, dei catechisti e
degli insegnanti, sarebbero certamente più efficienti se potessero contare sull'apporto costante di
persone qualificate nel campo degli studi orientali.
10. Nei Seminari e nelle Facoltà teologiche, sarebbe inoltre utile organizzare corsi di base circa le
Chiese Orientali, i loro principi teologici, le loro tradizioni liturgiche e spirituali. In tutti i Seminari,
secondo l'"Optatam totius", n. 16, che riserva il primo posto agli studi biblici, si dovrebbe acquisire
una completa e corretta conoscenza dei Padri della Chiesa, sia Orientale sia Occidentale. La grande
eredità teologica dell'Oriente deve rappresentare una parte sostanziale di tutti quei trattati che essa
ha particolarmente sviluppato e approfondito, sia per arricchire il curriculum degli studi del Rito
latino, sia per promuovere una più profonda conoscenza delle Chiese Orientali. La loro ricchezza