Istituti religiosi nelle diocesi; come pure dalla creazione e dal buon funzionamento di opportuni
organismi a livello di Conferenze Episcopali e di Conferenze dei Religiosi e delle Religiose (cfr.
C.D. 35, 5-6; E.S..II, 42 43; E.T. 50; M.R. 29, 36, 50, 54, 56, 59, 62, 65).
III.
ORIENTAMENTI PER GLI ISTITUTI SPECIFICAMENTE CONTEMPLATIVI
24. - Importanza di tali Istituti
La «Plenaria», riconoscendo il valore fondamentale che hanno gli Istituti maschili e femminili
dediti alla vita specificamente contemplativa, con particolare gioia manifesta la sua stima e la sua
riconoscenza per quello che essi rappresentano nella Chiesa. Questa infatti per sua natura ha la
caratteristica di essere "fervente nella azione e dedita alla contemplazione" così che «ciò che in lei è
umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all'invisibile, l'azione alla contemplazione»
(S.C. 2). Convinta della funzione particolare di grazia che questi Istituti hanno nel Popolo di Dio, li
esorta a continuare con fedeltà a dare il contributo della loro specifica vocazione e missione alla
Chiesa universale e alle Chiese particolari nelle quali sono inseriti.
E li esorta a conservare e ad alimentare il loro ricco patrimonio spirituale e dottrinale
contemplativo, che costituisce un richiamo e un dono al mondo e una risposta agli uomini che ai
nostri giorni cercano con ansia, anche al di fuori della tradizione cristiana, metodi ed esperienze
contemplative non sempre autentiche (cfr. Messaggio del Papa villa Plenaria, n. 3).
25. - Attualità della vita specificamente contemplativa
Coloro che sono chiamati alla vita specificamente contemplativa, sono riconosciuti «uno dei tesori
più preziosi della Chiesa ». Essi, grazie ad uno speciale carisma, «hanno scelto la parte migliore
(cfr. Le. 10,12), quella cioè della preghiera, del silenzio, della contemplazione, dell'amore esclusivo
di Dio e della dedizione totale al suo servizio..... La Chiesa conta moltissimo sul loro contributo
spirituale » (Messaggio del Papa alla Plenaria, n. 3).
Per questo « pur nella urgente necessità di apostolato attivo, i loro Istituti conservano sempre un
posto eminente nel Corpo Mistico di Cristo... Essi infatti offrono a Dio un esimio sacrificio di lode
e, producendo frutti abbondantissimi di santità, sono di onore e di esempio al Popolo di Dio, cui
danno incremento con una misteriosa fecondità apostolica» (Perfectae Caritatis, n. 7). Essi perciò
devono vivere con realismo il mistero del «Deserto» al quale il loro «Esodo» li ha portati. E' il
luogo nel quale, pur nella lotta della tentazione cielo e terra - secondo la tradizione - s'incontrano,
nel quale il mondo, terra arida, diventa paradiso... e la stessa umanità raggiunge la sua pienezza»
(Venite Seorsum, III, AAS 61/1969/681).
Per questo si può dire che « se i contemplativi sono in certo modo nel cuore del mondo, molto più
sono nel cuore della Chiesa » (ib.). L'Ad Gentes ha anzi affermato che la vita contemplativa
significa appartenere alla pienezza della presenza della Chiesa, esortando a instaurarla dovunque,
particolarmente nelle Missioni (n. 18, 40).
26. Il « mistero apostolico » di tali Istituti
La vita di questi Istituti, «maniera particolare di vivere e di esprimere il mistero pasquale di Cristo,
che è una morte per la vita» (Venite Seorsum, I) è uno speciale mistero di grazia che esprime il
volto più santo della Chiesa, "comunità orante" che col suo Sposo Gesù Cristo s'immola per amore,
per la gloria del Padre e la salvezza del mondo.