ORIENTAMENTI E DIRETTIVE 35
Vorrei invitarvi ad una lettura attenta e accurata di questo
articolo, per scoprire in esso alcuni preziosi elementi che costi-
tuiscono una criteriologia che ci aiuta a discernere se la nostra
azione stia veramente diventando preghiera, esperienza di Dio.
Allo stesso tempo, questa criteriologia ci offre le "condizioni di
possibilità" per realizzarlo.
1. In primo luogo, troviamo un elemento essenziale e indi-
spensabile: l'essere in mezzo ai giovani e con loro. Questa "pre-
senza attiva e amichevole" (Cast. 39), che chiamiamo "assisten-
za," non ha niente da vedere con quella di un gendarme che si in-
teressa solamente di mantenere l'ordine, ma neanche costituisce
soltanto la "base" per poi fare altre cose, più importanti. Siamo
chiamati non a "fare tante cose" ma a essere come Gesù epifania,
rivelazione, Volto del Padre; la nostra missione consiste nell'esse-
re segni e portatori del suo amore (Cast. 2). La presenza salesia-
na costituisce una mediazione concreta della presenza del "Dio-
con-noi"; e in qualche maniera, possiamo dire che è un'anticipa-
zione di quello che Gesù ha chiesto al Padre per tutti noi: "Padre,
voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io"
(Gv 17,24). Questo "essere-con" costituisce il nucleo della vita
eterna: essere con Dio e con tutti i nostri fratelli e sorelle.4 Non
possiamo ignorare che questo è uno degli aspetti in cui noi tutti
siamo chiamati a crescere: noi tutti, e non soltanto i confratelli
giovani (significativamente chiamati alle volte "assistenti").
2. La nostra presenza deve avere una caratteristica molto
concreta: la coscienza di missione. Il testo costituzionale non
' Vale la pena fermarsi sulla presenza salesiana come anticipazione della vita eterna,
e essenzialmente come uno stare insieme con Dio e con tutti i nostri fratelli e sorelle. Sul
primo punto, cf. J. Ratzinger, "My Joy is to Be in Thy Presence: On the Christian Belief
in Eternal Life," in J. Ratzinger, God is Near Us: The Eucharist, the Heart of Life (San
Francisco: lgnatius Press, 2003). Sul secondo punto, cf. il suggerimento affascinante di
J. Alison che "la gioia messa davanti a [Gesù]" (Eb 12, 2) era precisamente "la possibilità
di gioire per sempre in una grande celebrazione, insieme ad una moltitudine di persone,
buoni, cattivi, depressivi, ma esseri umani e perciò amati." Cf. J. Alison, Raising Abel: The
Recouery of the Eschatological Imagination (New York, Crossroad, 1996), 189. "Dov'è il
tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore" (Mt 6,21). Il cuore di Gesù è senz'altro centrato sul
Padre e su di noi tutti, i suoi fratelli e sorelle.