Stefano Sandor - 60 anniversario del martirio

DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO

Via della Pisana 1111 - 00163 Roma


Il Rettor Maggiore




Roma 8 giugno 2013





Cari confratelli,


in occasione del 60° anniversario del martirio del nostro confratello salesiano coadiutore Stefano Sándor (26 ottobre 1914 - 8 giugno 1953), e nell’imminenza della sua beatificazione, che avrà luogo il prossimo 19 ottobre a Budapest in Ungheria, desidero rivolgervi il presente messaggio, affinché in tutta la Congregazione valorizziamo questo dono che ci viene fatto proprio in questo Anno della fede e nel cammino verso il Bicentenario della Nascita del nostro padre e fondatore Don Bosco. E’ una grazia per noi e per tutta la Famiglia salesiana.


Stefano Sándor dalla nascita fino alla morte fu un uomo profondamente religioso, che in tutte le circostanze della vita rispose con dignità e coerenza alle esigenze della sua vocazione salesiana. Così visse nel periodo dell’aspirantato e della formazione iniziale, nel suo lavoro di tipografo, come animatore dell’oratorio e della liturgia, nel tempo della clandestinità e della carcerazione, fino ai momenti che precedettero la sua morte. Desideroso, fin dalla prima giovinezza, di consacrarsi al servizio di Dio e dei fratelli nel generoso compito dell’educazione dei giovani secondo lo spirito di don Bosco, fu capace di coltivare uno spirito di fortezza e di fedeltà a Dio e ai fratelli che lo misero in grado, nel momento della prova, di resistere, prima alle situazioni di conflitto, e poi alla prova suprema del dono della vita.


Vorrei evidenziare la testimonianza di radicalità evangelica offerta da questo confratello, che diventa particolarmente eloquente nella prospettiva del prossimo Capitolo Generale. Dalla ricostruzione del profilo biografico di Stefano Sándor emerge un reale e profondo cammino di fede, iniziato fin dalla sua infanzia e giovinezza, irrobustito dalla professione religiosa salesiana e consolidato nell’esemplare vita di salesiano coadiutore. Si nota in particolare una genuina vocazione consacrata, animata secondo lo spirito di Don Bosco, da un intenso e fervoroso zelo per la salvezza delle anime, soprattutto giovanili. Anche i periodi più difficili, quali il servizio militare e l’esperienza della guerra, non scalfirono l’integro comportamento morale e religioso del giovane coadiutore. È su tale base che Stefano Sándor subirà il martirio senza ripensamenti o esitazioni.


La beatificazione di Stefano Sándor impegna tutta la Congregazione nella promozione della vocazione del salesiano coadiutore, accogliendo la sua testimonianza esemplare e invocando in forma comunitaria la sua intercessione per questa intenzione. Come salesiano laico, riuscì a dare buon esempio persino ai preti, con la sua attività in mezzo ai giovani e con la sua esemplare vita religiosa. È un modello per i giovani consacrati, per il modo con il quale affrontò le prove e le persecuzioni senza accettare compromessi. Le cause a cui si dedicò, la santificazione del lavoro cristiano, l’amore per la casa di Dio e l’educazione della gioventù, sono tuttora missione fondamentale della Chiesa e della nostra Congregazione. In tale prospettiva invito a riprendere la lettera scritta da don Vecchi in occasione della beatificazione di Artemide Zatti (ACG 377), le cui riflessioni e orientamenti sono ancora oggi attuali e stimolanti e ciò che dice il Capitolo generale 26° circa l’unica vocazione consacrata salesiana nelle sue due forme.


Come educatore esemplare dei giovani, in particolare degli apprendisti e dei giovani lavoratori, e come animatore dell’oratorio e dei gruppi giovanili, ci è di esempio e di stimolo nel nostro impegno di annunciare ai giovani il vangelo della gioia attraverso la pedagogia della bontà. In questo secondo anno di preparazione al Bicentenario tale prospettiva ci spinge con ardore ed entusiasmo nella nostra missione tra i giovani degli ambienti popolari che si avviano al lavoro e tra i giovani lavoratori che spesso incontrano difficoltà e sono facilmente esposti ad ingiustizie.


Mentre rendiamo grazie Dio per questo nuovo dono che conferma e sigilla con il sangue il carisma salesiano di don Bosco, vorrei invitare ogni ispettoria a programmare qualche incontro di riflessione e un momento celebrativo come segno concreto di accoglienza di questo dono della beatificazione di questo nostro confratello coadiutore martire e di rinnovato impegno nella nostra vocazione, sostenuti dal suo esempio e dalla sua intercessione.


Vi invito pure a leggere la sua biografia di prossima pubblicazione e presentarla ai giovani e ai formandi, specialmente a coloro che sono nelle prime fasi in cui si fa il discernimento sulle due forme della vocazione salesiana. Le figure del Beato Artemide Zatti, del Martire Stefano Sándor e del Venerabile Simone Srugi rappresentano una trittico di una bellezza singolare, che ci presenta la varietà e la ricchezza della figura del salesiano coadiutore.


Vi saluto tutti con affetto. In Don Bosco




Don Pascual Chávez Villanueva

Rettor Maggiore